ANNO 1923 (01)

CRONOLOGIA DELL'ANNO 1923
(prima parte)

GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO - APRILE - MAGGIO - GIUGNO
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GENNAIO 1923

1 GENNAIO - Si pubblica per la prima volta la rivista «La nuova politica liberale», fra i fondatori Giovanni Gentile, Giuseppe Lombardo Radice, Gioacchino Volpe e, in questi primi tempi, anche Benedetto Croce. La rivista in seguito, cambierà intestazione, prima «Educazione politica», successivamente «Educazione fascista", ed infine «Civiltà fascista» diventando l'organo ufficiale del Fascismo quando nel dicembre 1925 nasce l'Istituto Fascista di Cultura, diretto da Gentile fino alla fine degli anni Trenta.

2 GENNAIO - Si inaugura a Parigi la conferenza per le riparazioni: esposti i progetti francese, italiano e inglese.
Mussolini non vi partecipa direttamente, ma come rappresentante dell'Italia, è presente l'ambasciatore a Londra, Pietro Tomasi Della Torretta. Tema centrale della conferenza è sempre il problema delle riparazioni tedesche, su cui il governo fascista mantiene in questa fase una posizione decisamente intransigente simile a quella francese, pretendendo il pieno rispetto delle sanzioni stabilite dai trattati di pace. La conferenza si scioglierà il 4 gennaio senza risolvere minimamente la questione.

6 GENNAIO - La ferma militare di 18 mesi ed il riordinamento dell'esercito approvati dal Consiglio dei ministri.
9 GENNAIO - Delusa dalla conferenza di Parigi, la Francia inizia a prepararsi per invadere la Ruhr, dopo che la commissione per le riparazioni ha dichiarato la Germania inadempiente nelle consegne di carbone.
è iniziata.
11 GENNAIO - Ritiro degli americani dal Reno. Il cancelliere tedesco Cuno dichiara « sospese » le riparazioni. Il bacino minerario della Ruhr è occupato da cinque divisioni francesi e due belghe. L'azione francese non trova l'approvazione dei governo britannico, favorevole a una soluzione negoziata. Roma, in un primo momento, approva la decisione francese, ma successivamente tenta di disimpegnare l'Italia. La reazione tedesca all'occupazione è quella di adottare la tattica della resistenza, invitando la popolazione a resistere passivamente e alla non collaborazione.
12 GENNAIO - Le truppe franco-belghe entrano nella Ruhr e davanti alla resistenza passiva che ha paralizzato l'intera Ruhr, i soldati francesi compiono i primi atti di forza, facendo scatenare la popolazione in molti atti di protesta. La Germania da questo momento inizia ad essere gravemente in crisi con l'economia della nazione stravolta. Inizia una preoccupante inflazione.

1 GENNAIO -. Nella sua seconda riunione il Gran Consiglio decreta lo scioglimento delle squadre d'azione.
14 GENNAIO - Le deliberazioni del Gran Consiglio Fascista, istituisce ufficialmente la Milizia (MVSN) e con un regio decreto entra in vigore il 1° febbraio. La Milizia ribadisce la devozione alla Monarchia, ma è esenta di giurare davanti al Re.
19 GENNAIO - Benito Mussolini e il cardinale Gasparri, segretario di Stato vaticano, si incontrano per colloqui mantenuti segreti. (il 1929 è ancora lontano, ma i primi colloqui iniziano ora e che riassumeremo nella relazione ufficiale fatta al Parlamento - Vedi 1929)
21 GENNAIO - I Francesi nella Ruhr, si scagliano contro le serrate degli industriali che in parte appoggiano i funzionari tedeschi e gli operai nella resistenza passiva.
23 GENNAIO - Una spedizione punitiva a La Spezia è organizzata dalle squadre in seguito all'assassinio di un fascista nella città ligure. Dopo quattro giorni di devastazioni si contano sei morti.
27 GENNAIO - La Commissione delle riparazioni è sorda ad ogni tipo di richiesta dei tedeschi che hanno chiesto una moratoria dei pagamenti. Al rifiuto si svolgono dimostrazioni a Dússeldorf contro l'occupazione dei Francesi della Rhur.
28 GENNAIO - Si cominciano ad avere timori di un putsch in Baviera ad opera del sorto movimento nazionalsocialista capeggiato da ADOLF HITLER e ispirato a una ideologia del tutta sconosciuta, che implica anche una lotta antisemita.

25 GENNAIO - In Italia viene deciso dal consiglio dei ministri una riduzione del personale ferroviario adducendo a motivi di economia. Dai 226 000 lavoratori dei settore 36.000 sono licenziati. La selezione avviene in base a criteri di incapacità, scarso rendimento, malattia, limiti di età. Contemporaneamente viene pure decisa la revisione dei ruoli dei personale impiegatizio statale assunto dopo il 1915. Attraverso questi provvedimenti si introducono meccanismi di rigido controllo politico sulla assegnazione dei posti negli impieghi pubblici.

FEBBRAIO 1923

2-13 FEBBRAIO - È arrestato Piero Gobetti, direttore del periodico Rivoluzione liberale; con lui anche il pittore Felice Casorati. Intervengono a favore del giovane intellettuale i maggiori esponenti dei mondo culturale italiano; lo stesso Benedetto Croce perora la sua causa presso Mussolini. Dopo pochi giorni - il 13 - Gobetti è rilasciato. (per il momento )
3 FEBBRAIO - Viene arrestato a Roma Amadeo Bordiga, mentre esce da una riunione dei direttivo comunista, che opera in clandestinità. Dopo Bordiga viene arrestata la quasi totalità dei comitato centrale dei partito, i 72 segretari federali e i 41 segretari delle organizzazioni giovanili; il giornale «L'Avanguardia» è chiuso e la segreteria della Federazione giovanile comunista disciolta. Molti riescono a sottrarsi agli arresti, lasciando l'Italia e rifugiandosi all'estero.
- Nello stesso giorno a Livorno squadre di nazionalisti e fascisti assaltano il palazzo di Giustizia, dove si trova il deputato socialista Giuseppe E. Modigliani. Per avitare altre noie lo invitano a lasciare la città.

11 FEBBRAIO - La Camera approva con 225 voti contro 20 le convenzioni di Santa Margherita, che stabiliscono i rapporti con la Iugoslavia.

13 FEBBRAIO - In una riunione del Gran Consiglio, viene dichiarata incompatibile l'iscrizione al PNF degli appartenenti alla Massoneria. Singolare è che alcuni membri votano contro il provvedimento perchè massoni (Balbo, Acerbo, Rossi, Dudan), mentre altri pur essendo della massoneria votano a favore dell'incompatibilità. Questa è l'unica volta nel corso dei successivi vent'anni, che in una riunione del Gran Consiglio si verifica una spaccatura; normalmente la votazione era sempre all'unanimità per ogni ordine del giorno presentato da Mussolini. L'altra spaccatura -fatale per alcuni- si verificherà il 25 luglio 1943, quando i membri votarono la destituzione di Mussolini (finirono alcuni fucilati a Verona accusati di "alto tradimento", e altri fuggirono all'estero).
L'incompatibilità con la massoneria sta aprendo solamente un processo di riorganizzazione interna tendente a ridurre il potere dei capi locali e a limitare le intemperanze squadristiche, che pure continueranno a manifestarsi lungo tutto l'arco dell'anno e a preoccupare non poco Mussolini, che invece da qualche tempo tende a proporsi come partito d'ordine e di governo.
Per far questo Mussolini è impegnato in un'opera di consolidamento delle posizioni di potere e la sua azione si orienta verso il progressivo inglobamento all'interno del movimento fascista di forze e di esperienze differenti. Vengono a tal fine stipulati accordi con le formazioni nazionaliste e combattentistiche. Oltre a creare numerose associazioni che elenchiamo in un altro capitolo.

25 FEBBRAIO - Annunciati da Mussolini ai lavoratori le otto ore di lavoro e promette altri provvedimenti economici e sociali. A tal fine Mussolini fa alcuni tentativi per stabilire un rapporto di collaborazione con le organizzazioni sindacali, anche e soprattutto in funzione di un loro progressivo distacco dall'area socialista. - Nei confronti di comunisti e socialisti - ritenuti gruppi eversivi- viene viceversa imboccata con decisione la via della repressione poliziesca, o la soppressione dei loro giornali .
26 FEBBRAIO - Il vescovo di Bergamo annuncia la scomunica per le violenze fasciste contro alcuni sacerdoti.
- Nello stesso giorno il PNF e l'Associazione Nazionalista decidono di unire le due organizzazioni.

MARZO 1923

2 MARZO - Viene arrestato il direttore del giornale socialista l'Avanti!", Giacinto Menotti Serrati. Era rientrato a Milano da Mosca. L'accusa sono alcune corrispondenze inviate dal massimalista al giornale dalla capitale sovietica, ritenute turbative dell'informazione. Serrati resterà in carcere fino al 5 giugno. Anche a Pietro Nenni gli viene ritirato il passaporto. Il giorno 4 gli arrestati dell'Avanti, tranne Nenni, rilasciati e denunziati a piede libero.

10 MARZO - La giornata lavorativa di otto ore è riconosciuta con un decreto legge del consiglio dei ministri.
10 MARZO - Un decreto legge del consiglio dei ministri fissa la giornata lavorativa in 8 ore. Abolita la festa dei lavoratori del 1° maggio ritenuta bolscevica. Alla fine dell'anno la Confindustria fa un solenne patto con le corporazioni fasciste e dichiara "armonizzeremo la nostra azione con le direttive del governo nazionale".
20 MARZO - D'Annunzio offre in dono alla nazione la villa di Cargnacco (Vittoriale) la biblioteca ed i cimeli.
20 MARZO - Sulle assicurazioni sulla vita viene abolito il monopolio statale lasciando le stesse alle aziende private. L'8 febbraio con un altro decreto erano già state date ai privati le concessioni del servizio telefonico nazionale. Allo Stato restano solo la rete telefonica a grande distanza.
31 MARZO - Ruggero Grieco è arrestato a Milano. A reggere la direzione politica del Partito comunista d'Italia resta solo Umberto Terracini.

APRILE 1923

5 APRILE - «Il Popolo», quotidiano del Partito Popolare di Don Sturzo, inizia le pubblicazioni sotto la direzione di Giuseppe Donati.
9 APRILE - Vengono celebrate a Roma le nozze della principessa Iolanda, figlia di Re Vittorio Emanuele III.
12-13 APRILE - Successo della tendenza centrista unitaria al IV Congresso del Partito Popolare che si aperto a Torino. La relazione di don Sturzo che ha scatenato la discussione è la partecipazione dei cattolici al governo Mussolini. II segretario del partito, pur ammettendo che il governo possa "portare del bene alla patria", nega la possibilità di una stabile convergenza tra i presupposti programmatici dei popolari e quelli di altri partiti, primo tra tutti il Partito fascista. Emerge una forte diversificazione delle posizioni sul problema dei rapporti con il fascismo. Il congresso si pronuncia a favore di una collaborazione "condizionata", tattica e non ideologica. Ma Mussolini quel "condizionato" non gli piace proprio.
14 APRILE - Attacchi fascisti a don Sturzo, definito «prete sinistro» per l'impostazione da lui data alla linea del partito popolare, di cui rivendica l'autonomo patrimonio ideale.
Non dimentichiamo l'attacco già fatto dallo stesso Mussolini il 22 luglio dell'anno prima, sul "Il Popolo d'Italia" con l'articolo “ NOI E IL PARTITO POPOLARE ”
15 APRILE - Problemi anche al XX congresso del Partito socialista che si tiene a Milano. Viene confermata la preminenza dell'ala massimalista e, al tempo stesso, la diffidenza nei confronti di qualsiasi ipotesi di collaborazione con i comunisti.

18 APRILE - Non sembra proprio superata la crisi tra il governo ed i Popolari. All'omonimo gruppo parlamentare , dopo le ambiguità di Don Sturzo a Torino, il Governo ha chiesto un voto esplicito per fare chiarezza. I rappresentanti del Partito popolare, ministri e sottosegretari, sono infatti convocati da Mussolini, che in riferimento alle conclusioni del congresso, li invita a chiarire in modo " inequivocabili" le posizioni del loro partito nei confronti del governo fascista, oppure a presentare le dimissioni. Chiarimenti, che Mussolini ora esige dopo le ambigue dichiarazioni a Torino.
21 APRILE - Il gruppo popolare sebbene riconfermi la collaborazione al suo governo, Mussolini considera questo atteggiamento troppo tiepido. Il giorno 23 il Partito popolare intende lasciare il governo e Mussolini, decide di accettare le dimissioni inviando una lettera al ministro Cavazzoni.
Nei giorni immediatamente successivi si registrano manifestazioni e violenze di fascisti contro "alcune" organizzazioni cattoliche vicine a Don Sturzo. Infatti, verso il Partito popolare Mussolini sta compiendo una delicata (e opportunistica) operazione tendente ad attirare a sé le correnti della destra cattolica e a isolare quella sturziana, ponendola in conflitto con le alte gerarchie ecclesiastiche al fine di lacerare il partito del prete siciliano. (Come vedremo ci riuscirà).

21 APRILE - Si celebra nella Capitale con una sfilata della Milizia per le vie di Roma la "Festivita del Lavoro" festa fascista in abbinamento al "Natale di Roma"; nata soprattutto per abolire la successiva festività del 1° Maggio, ritenuta una festa bolscevica. (in effetti questa ultima ricorrenza era nata da uno sciopero che si era svolto in America, poi diventata simbolo della festa del Lavoro della sinistra e dell'Unione Sovietica.

24 APRILE - II Partito Popolare italiano si spacca e la sua componente di destra decide di dare vita al Partito dei Cattolici Nazionale . Il giorno stesso, uno dei capi della nuova formazione cattolica, Egilberto Martire, è ricevuto da Mussolini. E' una minoranza questa formazione cattolica, ma è più che sufficiente a Mussolini, per propagandare ai quattro venti che "i cattolici "stanno" con il Fascismo".
E ovviamente far capire al di là del Tevere di essere sensibile a quei veti che la Santa Sede ha posto da qualche tempo a don Sturzo.

25 APRILE - Il segretario di Stato vaticano, cardinale Gasparri, rende noto con una circolare che tutti coloro che rappresentano gli interessi della religione che devono evitare "...di mescolarsi a partiti politici e di favorirli".
Ma più tardi, quando Don Sturzo, viene messo alle corde e in luglio si dimetterà da segretario del PPI, l'Osservatore Romano, si dichiarerà soddisfatto, perchè così "si evitano estremizzazioni all'interno della Chiesa". In Giugno, il 25, il Corriere d'Italia, ospita un articolo di monsignor Pucci, probabilmente ispirato dal Vaticano, in cui si invita don Sturzo "...a non creare eccessivi imbarazzi alla Stanta Sede"

25 APRILE - La modifica del sistema elettorale in senso maggioritario è indicata come "inderogabile necessità" dal Gran consiglio del fascismo. Modificando il sistema elettorale, si crea il meccanismo "legale" per affermare la dittatura. Nella stessa seduta, prendendo atto che gli iscritti al PNF hanno superato il mezzo milione, il consiglio stabilisce l'adozione di un più selettivo controllo sulle adesioni e una severa valutazione di tutti i tesserati.
26 APRILE - Un "blocco tra i due partiti" viene proposto dal comitato esecutivo del PCd'l al PSI. La direzione socialista replica chiedendo ai comunisti una pubblica autocritica degli errori del passato e una deplorazione degli attacchi a cui i socialisti sono costantemente sottoposti.

MAGGIO 1923

1 MAGGIO - Pur essendo la giornata del 1° maggio, eliminata come festività, in alcune città d'Italia si svolgono ugualmente e tranquillamente, manifestazioni senza incidenti di sorta.
3 MAGGIO - Accettate da Mussolini le dimissioni di De Vecchi da sottosegretario di Stato alle Finanze. Il presidente del Consiglio ha deciso di sopprimere uno dei due sottosegretari alle Finanze, oltre ai tre ministeri già eliminati (Tesoro, Terre liberate e Lavoro).

7 MAGGIO - I sovrani britannici sono in visita in Italia. Il loro viaggio contribuisce a consolidare i buoni rapporti che si stanno stabilendo tra il governo di Mussolini e la diplomazia inglese. Il ministro degli esteri britannico, lord Curzon, pur non partecipando alla visita, fa pervenire al capo del governo italiano un messaggio di stima.
13 MAGGIO - Alcuni fascisti sono radiati dalla Milizia e denunciati, per avere provocato una rissa in una Camera del lavoro socialista a Napoli. Mussolini, come già detto, vuole proporsi come partito d'ordine e di governo e non tollera gli ex "rassisti"..

14 MAGGIO - Milano: il risanamento economico e finanziario dell'Italia nel discorso del ministro delle Finanze, De Stefani. Il disavanzo per il 1923-24 ridotto a poco più di un miliardo; il pareggio delle ferrovie in un triennio; un prestito del 3,50% per i danni di guerra.

15 MAGGIO - Don Sturzo è riconfermato segretario politico del Partito popolare. Si dichiara subito contrario a qualsiasi modifica della legge elettorale in senso maggioritario. A questo punto Mussolini avverte il pericolo di uno scontro col Vaticano, anche se più volte, le autorità ecclesiastiche hanno tenuto a scindere ogni loro responsabilità dal partito del prete siciliano.
Aveva scritto a proposito l'Osservatore Romano "Qualsiasi attività politica ed economica con organizzazione propria, sotto qualsiasi nome e di qualsiasi tendenza, non può coinvolgere o riguardare né direttamente né indirettamente il campo cattolico, il suo programma e i suoi dirigenti". Tuttavia Luigi Salvatorelli afferma che "Essendo il Partito Popolare pur sempre un partito di cattolici, difensori di interessi morali-religiosi che erano cattolici, anzi ecclesiastici e vaticani; un conflitto fra questo partito e il governo - e un tale governo- difficilmente avrebbe potuto lasciare indifferente il Vaticano".
Ed è quello che teme Mussolini.

Ma proprio per conquistarsi la benevolenza del Vaticano, Mussolini moltiplica le proprie attestazioni di rispetto per la Chiesa, mentre intensifica il braccio di ferro col partito popolare e accentua gli attacchi contro don Sturzo.
19 MAGGIO - Mussolini incontra Alcide De Gasperi. Il leader del gruppo parlamentare popolare non oppone (come fa invece don Sturzo) un rifiuto a priori ai progetti fascisti di riforma elettorale. (presto se ne pentirà)

27 MAGGIO - La Riforma Gentile della scuola, così detta dal nome del ministro che l'ha promossa, è approvata. Introduce l'esame di Stato, che assegna alla scuola pubblica una funzione di controllo su tutto l'insegnamento medio, a cui viene affidato un ruolo determinante nella formazione delle nuove generazioni. Inoltre con il riconoscimento dell'autonomia delle università, (altra attestazioni di rispetto per la Chiesa) si permette la fondazione dell'Università cattolica del Sacro Cuore, destinata rapidamente a diventare uno dei pilastri della cultura cattolica in Italia. Il filosofo ministro vara diversi decreti con i pieni poteri concessi al governo, quindi senza dibattito parlamentare. Traduce comunque in pratica quanto è già stato discusso in diversi anni da altri governi, che non sono mai andati oltre un vago abbozzo di un programma, sempre rimandato, non ritenendolo mai prioritario, anche se metà dell'intera popolazione italiana è ancora analfabeta (con punte nel sud di oltre il 70 per cento).
Viene applicato un certo rigore nella struttura scolastica, una severità nell'obbligo della frequenza, una chiara definizione di percorso e di programmi di studio che riguardano tutti i gradi di istruzione, dalla scuola materna fino all'Università. Al centro la cultura umanistica anche se é costituito per la prima volta il Liceo scientifico. Una conquista!
Un altro decreto fissa che al termine della scuola superiore, per entrare all'Università gli studenti sono obbligati a sostenere alcune prove che permettono di giudicare la maturità del candidato. Proprio per questo inizia a chiamarsi "esame di maturita" (o "esame di stato").

30 MAGGIO - Ferito il deputato fascista perugino Alfredo Misuri, da un gruppo di fascisti, dopo un discorso alla Camera critico verso taluni aspetti della politica fascista. Misuri, fascista ingenuo, si illuse di potersi opporre a Mussolini in Parlamento. Già condottiero nella sua provincia delle spedizioni puntive, si è convertito all'idea che il fascismo debba rappresentare, più che un potere permanente, il punto di passaggio verso il ritorno alla legalità costituzionale. Dopo la sua filippica, dove denuncia anche l'artificioso ingigantimento del movimento fascista con il massiccio tesseramento, oltre che subire l'aggressione, viene espulso dal partito, che deplora pure chi si è congratulato con lui.
Affiancato da Ottavio Corgini, sottosegretario all'agricoltura fondano l'associazione Patria e libertà, di ispirazione monarchico-nazionalista.
31 MAGGIO - Nonostante l'incidente Misuri, e quanto è stato detto, la Camera conferma la fiducia al governo di Mussolini con 238 voti contro 83.

GIUGNO 1923

2 GIUGNO - Il filosofo Giovanni Gentile, ministro della pubblica istruzione, annuncia di avere preso la tessera del Partito nazionale fascista.

4 GIUGNO - Il disegno di legge di riforma elettorale, elaborato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giacomo Acerbo viene approvato dal Consiglio dei Ministri e da Mussolini, che affida il progetto a una commissione per prenderne visione prima di presentarla il 9 giugno alla Camera. Discusso anche il voto amministrativo alle donne.

14 GIUGNO - Deliberazioni dei gruppi popolari e socialisti contro il presentato progetto di riforma elettorale, in esame presso la Commissione creata da Mussolini. Negano pure ogni collaborazione con i comunisti. Questi ultimi nel Paese già non hanno vita facile con Mussolini, ma ora si devono battere anche con i "cugini".
Benito Mussolini, l'ex socialista, può gongolare; tutta la sinistra italiana si sta facendo il karakiri da sola; e lui deve solo aspettare.

15 GIUGNO - Esce il primo numero di "Critica Fascista". Guidata da Giuseppe Bottai, la rivista - strumento di preparazione culturale e di azione politica- tende alla formazione di una nuova classe dirigente, ospitando le migliori espressioni della vita politica e intellettuale del Paese.
25 GIUGNO - Come già accennato sopra, il Corriere d'Italia, organo di stampa cattolica vicina alla Santa Sede, in un articolo a firma di monsignor Pucci, invita don Sturzo "...a non creare eccessivi imbarazzi alla Stanta Sede".
Nel corso del mese vi erano state intimidazioni contro esponenti del partito popolare, e nel mucchio, pur non essendo vicini a don Sturzo, sono state minacciate alcune sedi dell'Azione Cattolica e il clero. Il Vaticano si allarma.
Segue una iniziativa dei dissidenti (all'esterno ma anche all'interno) del partito di don Sturzo: questi ultimi pubblicano un manifesto che esorta i cattolici a sostenere fermamente il governo fascista.
Da questo momento le pressioni su don Sturzo si accentuano, fino ad arrivare il 10 luglio a rassegnare le dimissioni (!?) dal PPI, pur rimanendo dentro il partito per circa un anno.
Viene sostituito da un triumviarto, composto da Giulio Rodinò (presidente), Giovanni Gronchi segretario), Giuseppe Spataro (vice-segretario). All'uscita di don Sturzo il Vaticano con l'Osservatore Romano, accetta con soddisfazione le "...dimissioni, di don Sturzo, ....che possono contribuire alla pacificazione degli animi e scongiurare il pericolo di offese contro il clero e le organizzazioni cattoliche".
Ovviamente il più soddisfatto è Mussolini; anzi è il momento di maggior trionfo; così commenta:
"Don Sturzo è l'uomo sbagliato dentro un partito di "cattolici che invece desiderano il bene dello Stato"... Le dimissioni di don Sturzo non hanno modificato minimamente la situzione politica... Si ha l'impressione che si tratti non di una tragedia, ma di una mediocre commedia. Luigi Sturzo non è un martire, né un combattente che cade in piedi: don Sturzo è un politicante scaltro che si nasconde dietro un paravento per continuare come prima e peggio di prima". Non gli va insomma che sia rimasto alla direzione del partito.

Tuttavia a parte quello personale, il risultato che Mussolini ha ottenuto, in questo primo round, è quello di aver messo il partito Popolare nell'impossibilità di operare. Il triumvirato è indubbiamente più ispirato e guidato dalla Santa Sede.
Don Sturzo, in seguito spiegherà i motivi del suo ritiro "..Per desiderio della Santa Sede il 10 luglio lasciai il posto di segretario politico del PPI. Pure per desiderio della Santa Sede, il 19 maggio 1924 cessai di fare parte della direzione del partito. Anche per desiderio della Santa Sede il 25 ottobre 1924 lasciai Roma e venni a Londra".
Sperava presto di far ritorno in Italia (così scriveva a Salvemini da Londra) credendo nell'appoggio di Amendola, Gronchi, De Gasperi. Soprattutto quando vi fu (per il delitto Matteotti) l'abbandono della Camera per l'Aventino. Purtroppo si sbagliava; una buona parte dei cattolici, dall'Aventino scesero e si affiancarono alla politica fascista (soprattutto per non essere - e ci mancava poco- esautorati come deputati (questa destituzione la invocava anche il Corriere della Sera).
Mussolini lo disse poi chiaro, che "lasciando il Parlamento, non erano più i "deputati" a rappresentare il popolo".

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