ANNO 1968

CRONOLOGIA DELL'ANNO (2nda PARTE)

 

ELEZIONI POLITICHE

19-20 MAGGIO

Si registra l'insuccesso dell'unificazione dei socialisti
con un risultato negativo clamoroso.
VOTI DC 39,1--PCI 26,9---PSI 14,5---PSIUP 4,4
PLI 5,8---PRI 2,0---MSI 4,5.

Il risultato e' clamoroso. L'unificazione socialista si rivela un fallimento colossale. I due partiti unificati rispetto alle precedenti elezioni politiche del 1963 (quando erano divisi) invece di guadagnare come erano fermamente convinti prendono il 5,1% in meno in Senato e il 5,4% alla Camera. Oltre un milione di voti in meno! Una disfatta! Il sogno di Saragat (un grande partito europeo, tale da poter competere con la DC) ha partorito dalla montagna un topolino morto. Un errore del genere, fra l'altro cosi' madornale e di questa misura e' possibile commetterlo solo se non si conosce affatto l'elettorato, gli italiani, e non si è capito nulla del proprio tempo. Ecco perchè poi "il popolo fa quello che vuole".

Un piccolo avanzamento invece lo fa il PCI con un 1,6%. Mentre La Malfa e' felice perche' dopo dieci anni recupera voti per ritornare in Senato (l'austerita' predicata ha dato qualche frutto). La destra invece perde voti e seggi (la "piazza" stranamente non ha pagato). Mentre la DC pur recuperando lo 0,8% alla Camera, convinta (dopo tanti "regali" alla classe media) di poter mirare molto piu' in alto, con questo misero avanzamento (nonostante sul suo giornale enfatizza la vittoria e si sbilancia pure...

 

... il risultato lo considera negativo e da' tutta la colpa (!!!) ad Aldo Moro, che infatti non lo ritroviamo piu' a guidare il governo.
Che non sara' facile, visto che verra' chiamato alla guida GIOVANNI LEONE, ma anche lui non andra' molto lontano. Il suo governo fatto tutto di democristiani, al voto di fiducia si sono astenuti i socialisti che dentro le loro correnti si stanno lacerando con gli insulti reciproci per la "Caporetto" subita; ognuno dà la colpa all'altro, e nessuno fa autocritica.
Ma se nei socialisti ci sono fratture che non si saneranno piu', la sorpresa e' che inizia anche il dissenso fra l'unità politica cattolica. 

La DC si spacca in 8 correnti, MORO (sfida) abbandona i dorotei e crea una sua corrente di sinistra, mentre  DONAT CATTIN ancora piu' a sinistra minaccia di fare un suo proprio partito dei lavoratori; mentre ANDREOTTI teme la svolta a sinistra e guarda a destra e oltre Atlantico (non dimentichiamo che Andreotti piu' tardi fece un aperto tentativo di apertura a destra con MALAGODI, mentre Moro dopo aver traghettato la DC nel centro sinistra prestera' poi molta attenzione al "compromesso storico" proposto da BERLINGUER).
La CIA, preoccupata dei fermenti della contestazione studentesca che e' ora mobilitata e di sostegno ai movimenti di lavoratori autonomi, allerta, per frenare le spinte verso l'"estrema sinistra" (e verso est) non solo le strutture controrivoluzionarie come la Gladio (di cui pochi ai vertici politici e dello Stato conoscono l'esistenza) ma altri 20 gruppi (la Rosa dei venti gruppi) apparati informativi e operativi e semi clandestini molto meglio organizzati strategicamente, in compartimenti stagni, perfino all'insaputa della stessa agitata destra del MSI a cui si daranno per alcuni anni ad ogni "botto" le responsabilita'. E sono talmente distaccati dalla destra, che alcuni di questi gruppi fanno capo addirittura (e paradossalmente) ai sovietici; quelli che non amano il PC italiano.

Alcuni di questi apparati in contrapposizione alla morotea "strategia dell'attenzione" imboccheranno decisamente la strada delle infiltrazioni onde essere subito pronti a uno stato di emergenza a carattere controrivoluzionario. Ma non era una situazione come quella greca dove sono andati al potere i colonnelli (che non dimentichiamo furono appoggiati dall'Alleanza Atlantica per impedire alla vigilia del voto la spinta a sinistra, come nel 1944, dove Churchill cinicamente a quel tempo si era giustificato: "avevamo pagato il nostro prezzo alla Russia, e non dovevamo esitare a sbarazzarci di quella gente". Infatti il tentativo allora dei partigiani rossi fu subito soffocato nel sangue; li bombardarono, li mitragliarono e se ne sbarazzarono. Purtroppo alle elezioni del '67 stavano risorgendo dalla cenere (vedi 21 Apr. '67) (e vedi 9 ottobre 1944).
(ma non era certo una situazione come quella Italiana in questo 1968)

29 MAGGIO - Ai socialisti non basta litigare internamente e questo senza riconoscere i propri reciproci errori; ma alcuni esponenti del partito contestano perfino la DC che ritengono immobilista, ambigua, non certo proiettata verso una serie di riforme sociali. Hanno in parte ragione, ma e' solo un alibi verso le colpe esterne per giustificare le proprie colpe all'interno per la cocente sconfitta elettorale. Ma i problemi restano e sono interni. E presto verranno a galla.

1° GIUGNO - L'Universita' di Roma e' nuovamente rioccupata. Altri gravi incidenti si verificano con gruppi della destra. La polizia fa le cariche e con la forza sgombra le Facolta', ma sul terreno si contano molti feriti,  e verranno denunciati piu' di cinquanta studenti.

5 GIUGNO - In America durante un comizio viene ucciso BOB KENNEDY, candidato democratico alle elezioni presidenziali che era sceso in lizza il 14 marzo scorso contro Johnson, con un suo preciso impegno pacifista: far cessare la guerra in Vietnam. Anche qui come per il fratello, sono rimasti sconosciuti fino ad oggi i mandanti dell'omicidio. Se neri, bianchi, contestatori della sua politica pacifista o una manovra per creare anche qui una strategia della tensione.

6 GIUGNO - GIORGIO AMENDOLA del PCI critica dal settimanale Rinascita gli studenti in lotta, la ritiene "un semplice rigurgito di infantilismo". E' uno dei tanti a non rendersi conto del fenomeno. Fra l'altro è poco coerente con LONGO dello stesso partito che sempre su Rinascita pochi giorni prima aveva invece solidarizzato con gli studenti. Ci si meraviglia poi che alcuni gruppi si dissociano da una linea di partito quando questa linea palesemente non esiste negli stessi vertici del partito. Si brancola nel buio con delle considerazioni soggettive. E non aveva torto nemmeno Pasolini quando alcune frange della sinistra le aveva bollate come una "sinistra fascistoide". Inoltre una corrente di destra era anche dentro la sinistra, quindi non solo nelle file della DC.

Ma ci attende ora la "battaglia" a Milano; la "battaglia di via Solferino".

Siamo a Milano in via Solferino,
trasformata in una solfatara

7 GIUGNO - Milano - Assalto degli studenti al Corriere della Sera. E' la "battaglia di Via Solferino". La sede del giornale viene assediata per ore, e nonostante la polizia sia giunta in forza viene assediata essa stessa, frontalmente. Blocco delle strade per ore, barricate, lancio di lacrimogeni, caroselli per disperdere gli studenti. La fine della giornata campale lascia sbigottiti. Feriti da ogni parte, e 250 sono i fermati, dieci gli arrestati. Altro che "ragazzate" come scrive Amendola, siamo agli scontri frontali, ai poliziotti mandati allo sbaraglio, che si devono difendere e lo fanno con i mezzi che le istituzioni gli hanno dato in mano: le armi.

25 GIUGNO - GIOVANNI LEONE forma il suo governo. Un governo ponte, in attesa di un vero chiarimento interno dei socialisti ancora chiusi nel totale mutismo dopo la batosta alle elezioni. E' un governo monocolore, tutto democristiano, che ottiene la fiducia alla Camera l'11 luglio, con 263 si', 252 no; passa grazie all'astensione degli 88 socialisti, repubblicani e della SVP.

1 LUGLIO - Cadono le ultime barriere doganali. Diventa operante il MERCATO COMUNE EUROPEO nel momento in cui il clima non e' affatto sereno su tutta l'Europa e la divisione politica è palese anche agli occhi di uno sprovveduto. L'Inghilterra sonnecchi. In Francia c'è stata una svolta. In Germania si trema. In Grecia il dado è già stato tratto. In Russia hanno il probema "Primavera di Praga". In Messico aria di guerra civile. E la stessa America è attanagliata da gravi problemi economici, militari, razziali, e soprattutto di ordine pubblico. Lo spettacolo televisivo di americani bianchi della classe media che venivano malmenati dai "difensori della società" produsse una profonda impressione sull'opinione pubblica. Subito dopo la Poor People Campaign catturò l'immaginazione del pubblico, quando la marcia dei poveri delle campagne e delle città si concluse nella capitale nazionale.
 In un ora gli americani capirono dieci anni di errori. Jhonson, affaticato buttò la spugna, e si ritirò dalla campagna elettorale. 
Con questo clima negli Usa non c'era di sicuro tempo per guardare anche in Europa, tantomeno in Italia cosa stava accadendo. E qualcuno, anzi molti, ne approfittarono.

27 LUGLIO - Agitazioni alla Montedison di Porto Marghera. Le richieste vertono sul salario; abolizione delle gabbie (aree) salariali, emolumenti uguali per tutti. Il 5 agosto gli operai contesteranno apertamente la camera del lavoro. Attivo sul luogo c'e' una delle cellule pilota di Potere Operaio che ha iniziato a pubblicare e a diffondere il suo foglio, il giornale omonimo, la "guida" degli operai in lotta. I corsivi, gli interventi sono tutti a carattere rivoluzionario. Intervento di massa, contro lo stato, contro il padrone, contro il riformismo. Incitamento alla rivolta.

28 LUGLIO - A Citta' del Messico le rivolte ci sono, quasi simili, ma le truppe governative rispondono agli insorti delle Universita' a colpi di bazooka. Il 3 ottobre (vedi) entreranno in azione le truppe meccanizzate che sparano sugli studenti riuniti a manifestare nella grande piazza delle Tre Culture. Si contano centinai di morti. e migliaia di feriti. Una strage

29 LUGLIO - PAOLO VI rende nota la sua Enciclica Humanae vitae; esprime la ferma volonta' di mantenere salda l'unita' della Chiesa come istituzione e tradizione. Ma la parte che il mondo cattolico moderno attende da quella enciclica e' la questione che Paolo VI ha sempre rimandato, che non ha fatto discutere al Concilio, che ha trattenuto per se' ogni decisione, ed e' quella in merito al Controllo delle nascite e quindi sulla Pillola anticoncezionale.
Cosi' titola il giornale La Stampa "Il divieto piu' drastico del previsto." "Un documento che mal si concilia con la realta del mondo di oggi".
"La sua risposta e' una severa condanna contro qualsiasi metodo artificiale di controllo delle nascite" - "Dal Papa ci si aspettava comprensione, ma e' venuta una condanna". (vedi in "Costume")

20 AGOSTO - "L'estate di Praga. In Cecoslovacchia in Marzo c'era stata una forte spinta popolare nel rinnovamento del Paese. Con la contestazione studentesca appoggiata da una forte partecipazione operaia. Anche Praga aveva vissuto la sua "Primavera abbagliante" (Primavera di Praga)e l'aveva vinta, ma fu una breve stagione di semiliberta'. Si erano ottenute, e subito si erano avviate, vaste riforme economiche e culturali. Si era abolita la censura e ritornava la liberta' di parola; c'era stata insomma una "svolta politica" che ad alcuni conservatori legati alla burocrazia del partito non piaceva affatto. Infatti costoro attribuendo "la svolta" a una piccola minoranza definita ribelle e controrivoluzionaria, informarono il Comitato Centrale Sovietico delle loro preoccupazioni e chiesero un intervento militare nel Paese per domare quelli che definivano "teste calde" e per far rinsavire il capo del governo DUBCEK caduto -affermavano loro- in un ostaggio psicologico. La risposta venne il.....

21 AGOSTO - L'URSS scatena l' Occupazione della Cecoslovacchia. La giustificazione davanti al mondo viene data presentandola come un atto dovuto per stroncare un "tentativo controrivoluzionario di alcuni piccoli gruppi eversivi che impediscono una tranquilla gestione delle forze governative "che sono invece la libera (!) espressione del Paese".  E' questo un monito a tutti gli altri Stati a non immischiarsi in cose interne. Dubcek, il presidente , temendo il peggio, si rivolse al Paese a non opporsi ai carri armati, poi venne convocato a Mosca e dovra' accettare passivamente l'occupazione "temporanea"(che durerà invece fino al 1990!)
L'invasione condannata da molti partiti comunisti europei (perfino dal romeno Ceausescu) compreso quello italiano, non riuscì a impedire la crescita del malcontento di un vasto strato della popolazione, che sfocerà' poi molto piu' tardi nel 1989 in un grande moto popolare favorito dalla svolta nella politica sovietica operata da Gorbaciov, quando poi sorse la repubblica democratica federale a pochi giorni dalla caduta del Muro.

13 SETTEMBRE - MAO E VICINO!! - Uno storico evento in Albania. Il Paese esce improvvisamente dal Patto di Varsavia, rompe i legami con Mosca e si mette nelle mani della Cina comunista marxista maoista, che per la prima volta controlla un Paese occidentale dentro il Mediterraneo, fornendo aiuti economici, militari e politici a questo territorio molto vicino all'Italia.
Che gioia, quanta felicita' nei cuori dei "cinesi" (filo-maoisti) italiani, dentro i deliranti gruppi che nei cortei inneggiavano Mao come il "sole di un nuovo mondo", "la nuova stella d'Oriente", e ambivano alla sua "rivoluzione socio-culturale" che finalmente avrebbe permesso la nascita del "lavoratore sociale" strappando il potere al capitalismo.
(dopo trent'anni esatti tutti vedranno in quali condizioni di arretratezza rimase questo Paese, geograficamente cosi' tanto vicino a noi, ma cosi' tanto lontano dalla nostra evoluzione socio-economica. Un paese guidato da una ideologia devastante che pero' in questi anni riscuoteva tanti consensi e simpatie dalla "nuova sinistra" maoista italiana. E se il risultato fu questo, se quello era il modello cosi' tanto desiderato dai "cinesi" italiani, l'Italia l'ha scampata bella!! L'oggettivita' e' "davanti" a noi.

14 SETTEMBRE - Dissenso Cattolico - La polizia sgombra il duomo di Parma occupato dal cattolici del dissenso che vogliono che il Vangelo sia uno solo, e che sia compreso dai poveri e non finanziato dai ricchi. Infatti la contestazione inizio' quando si venne a sapere che il vescovo della citta' aveva deciso di costruire una nuova chiesa con i contributi offerti dalla locale Cassa di Risparmio.
Scesi da Bolzano (Circolo Fratelli Bruder), da Milano (Circolo Bernanos), da Verona (Circolo Mounier) gli studenti cattolici entrati nella cattedrale durante la messa chiesero ad alta voce un dibattito con il vescovo. Questo perse le staffe e chiese l'intervento della polizia per far scacciare i "profanatori del tempio". Non era d'accordo con questo piccola parte pur sempre "Popolo di Dio".
Che grossolano errore!! E quante conseguenze!!

Parma è l'accensione della miccia che farà esplodere a Firenze la "bomba" Isolotto di Don Mazzi. Infatti, centocinquanta parrocchiani del prete (già "ribelle")  di Firenze scriveranno lettere di solidarieta' ai "profanatori" di Parma. Il cardinale Florit crede di vedere in questa mossa che viene considerata una "minaccia marxista" l'ombra di don Mazzi, e per iscritto lo diffida e gli intima di ritrattare pubblicamente o di dimettersi.
Siamo arrivati all'apice della contestazione cattolica, questa volta traumatica, perche' la questione ora investe oltre che la comunita' dell'Isolotto, anche le alte gerarchie della Chiesa, l'Episcopato, il Vaticano, e il Papa stesso. Tutti impreparati.  Nessuno ha approfondito la questione che da questo momento va' sulla stampa, gira vorticosamente nell' inquieto scenario e nel clima gia' plumbeo della contestazione, si amplifica e diventa esplodente.
(vedi ora il 31 ottobre)

19 SETTEMBRE - E' la volta della Pirelli di Settimo Torinese. Gli operai entrati in lotta come i loro colleghi di Milano, non ottenendo alcun risultato sull'aumento del salario, praticano l'autoriduzione della produzione. Sara' proprio a Torino in questa occasione che nasce dal vecchio gruppo pisano di ADRIANO SOFRI Lotta Continua. Non c'e' ancora una esatta collocazione ideologica ma c'e' dentro nel gruppo un insieme di giovani operai delusi dai sindacati , ci sono dentro disoccupati "incazzati", e tanti studenti ideologizzati a sinistra, ma con una forte simpatia al recentissimo maoismo (li chiamano infatti "i cinesi") che osteggiano apertamente tutti i sindacati. Campo d'azione il centro nord occidentale. Torino in particolare.

Il 3 ottobre invece vedremo gli operai del capoluogo lombardo, con le stesse rivendicazioni di Torino, che iniziano alla Pirelli Bicocca una serie di scioperi di ogni tipo. Anche qui vediamo all'interno dei Comitati di Base, nascere Avanguardia operaia con leader CORVISIERI e GORLA.

Ma non manca a Milano un altro gruppo che si sta organizzando e imponendo. E' Potere operaio, guidato da ORESTE SCALZONE, FRANCO PIPERNO e ANTONIO (Toni) NEGRI. Sfera d'azione il centro Italia con Roma,  ma soprattutto opera nel Nord Est.
La centrale attiva e' a Milano ma la mente operativa e' a Padova e a Trento, e  solo a fine luglio '69 si organizzera' in movimento e con un suo giornale omonimo.

Altro gruppo a Milano e' quello di MARIO CAPANNA che conserva ancora l'originario nome di Movimento studentesco, ma anche questo gruppo si sta spostando verso alcuni nuclei della "nuova sinistra" e verso altri obiettivi.
Sono tutti gruppi che gia' preannunciano la nuova fase; sta infatti tramontando la lotta per una migliore organizzazione degli studi (che la legge "bidone" 910 al posto della 612 ha annacquato) e sta sorgendo la lotta contro l'anticapitalismo in generale.
Del resto la "pisana" Tesi della Sapienza (ormai diventato vangelo in tutte le Universita') parla chiaro: "il movimento studentesco ha come controparte la classe borghese storicamente dominante".
E altrettanto chiaro e' il "trentino" Saggio su Potere e Societa'" che esce da una delle Universita' piu' "calde" d'Italia, quella di Sociologia. Il miraggio e' l'insurrezione. "Organizzare il potere operaio e individuare le linee strategiche su cui far marciare lo scontro rivoluzionario, ed articolare ovunque a partire da queste, l'attacco armato contro i centri fondamentali politici, economici, militari, dello Stato imperialista".
Come si vede gia' non si parla piu' di scuola, si va anche qui verso altri obiettivi con mezzi più drastici: le armi.

Nasceranno li ', da quella fucina trentina, in seguito negli anni '70 a Padova, altri rivoluzionari colorati  opuscoli: l'"arancione" La crisi dello Stato-piano, comunismo e organizzazione rivoluzionaria; e il "viola" Il dominio e il sabotaggio sul metodo marxista della trasformazione sociale con la firma di TONI NEGRI. E sempre dagli studenti "trentini" si formera' anche l'ideologo delle Brigate Rosse: RENATO CURCIO.
Una cosa e' comune in ognuna di queste aree, alcuni reduci della contestazione studentesca ormai già con molte anime, subiranno tentazioni rivoluzionarie con spinte diverse (perfino caotiche e irrazionali - vedi i maoisti - l'Italia non era nè la Cina nè l'Albania!); il tutto diventa uno psicodramma che inizia solo a mimare una rivoluzione che il resto del paese (italiano) non sente, nè il mondo giovanile già in ritirata, nè quello operaio già anch'esso sempre più individualista, e nemmeno quello borghese che non ha nessuna convenienza ad inasprire gli animi sia a destra che a sinistra, anche se non dispiace che ci sia un caos, questo tiene impegnati i politici,  mentre loro tentano di condizionare tutto l'apparato economico-produttivo. 

21-22 SETTEMBRE - Convegno a Sorrento della corrente di sinistra della DC, Forze Nuove. DONAT CATTIN minaccia di andarsene e di creare lui una propria corrente o partito di lavoratori. Da notare che contemporaneamente in casa ha un forte oppositore, suo figlio, che anche lui dalle barricate studentesche diventera' fra poco, negli anni '70, un terrorista di Prima Linea, ricercato in tutta Italia per aver partecipato ad atti terroristici.

2 OTTOBRE - MESSICO - Olimpiadi di sangue. "La strage degli studenti" Approfittando dell'evento sportivo al centro dell'attenzione mondiale, gli studenti universitari occupano gli edifici delle Facolta' e contestano il governo alla vigilia dell'inaugurazione dei Giochi. La repressione e' durissima; un massacro. Sulla grande Piazza delle Tre Culture interviene l'esercito che spara con i bazooka ad altezza d'uomo, li assedia dall'alto con gli elicotteri e lancia lacrimogeni. Una rivolta soffocata nel sangue. Una strage di studenti.
"Città del Messico - Testimoni oculari hanno riferito che, mentre i reparti dell'esercito si dirigevano contro gli studenti, alcuni elicotteri militari sorvolavano la piazza lanciando razzi illuminanti. Testimoni hanno riferito di aver visto persone che dalle finestre degli edifici che hanno sparato contro gli automezzi dei soldati" "Un'atmosfera da guerra civile grava sulla capitale, ma il ministro della difesa ha escluso la proclamazione dello stato d'assedio" (Comun. Ansa, 3 ottobre, ore 10.10)
"Unità dell'esercito e della polizia hanno preso posizione in tutti i punti nevralgici della capitale. La piassa delle Tre Culture è stata trasformata in vera e propria fortezza, difesa da una quarantina di mezzi blindati, che hanno le armi puntate in tutte le direzioni. Si dice che quattromila persone sono state arrestate" (Com. Ansa, 4 ottobre, ore 01.57)

I morti saranno un centinaio, migliaia i feriti, migliaia gli arresti.
Le Olimpiadi si fanno proseguire, ma si chiudono - nel clima di grandi manifestazioni antirazziali nelle citta' americane - con una immagine che fara' il giro del mondo. Due atleti di colore contemporaneamente sul podio per la medaglia, davanti alle telecamere di tutto il pianeta, mentre le note dell'inno nazionale americano scandiscono quei pochi secondi, alzano il braccio con il pugno chiuso in un guanto nero e chinano la testa.

15 OTTOBRE - Il 19 settembre era iniziata a Pisa la protesta alla Saint Gobain che minacciava di licenziare alcuni operai. Le agitazioni in corso e le varie assemblee vengono pero' contestate da un gruppo di baschi neri che si infiltrano in quella che era una semplice assemblea, che degenera subito in una rivolta incontrollata. L'agitazione va oltre le intenzioni quando gruppi di destra, polizia e contestatari si affrontano. Si fanno barricate, si attuano blocchi stradali, si susseguono le cariche e gli scontri. . Caratteristica - e d'ora in avanti diventa' una componente essenziale e comune in ogni agitazione degli operai delle grandi fabbriche - e' la partecipazione a fianco dei lavoratori di gruppi studenteschi, dove proprio a Pisa il gruppo pisano di ADRIANO SOFRI Lotta Continua e' presente in massa. Con migliaia di giovani, fa le "ossa", fa le sue prime esperienze di "lotta concertata" per le prossimi rivendicazioni nelle citta' del Nord, come a Torino e a Milano, dove si formeranno gruppi autonomi dei lavoratori che si stanno scrollando di dosso i sindacati ritenuti bidonisti e al soldo dei capitalisti. Andranno a iniziare una totale critica sul loro operato, e tenteranno di rovesciare il "sistema".

16 OTTOBRE - Dalle Universita' si è passati poi ai Licei e ora si è giunti alle Medie. A Roma è occupato il Liceo Mamiani per protestare contro la radiazione dalle scuole di tutta Italia di tre studenti ribelli. Per solidarieta',  la protesta prima si estende nella capitale, poi in tutte le scuole d'Italia. Ma non finisce qui'; il 13 dicembre quelli del Mamiani ritorneranno ad occupare la scuola , ma 200 di essi verranno sospesi, ed e' il finimondo. Dovra' intervenire nella scuola personalmente il ministro della P.I.
(Dopo 29 anni (Dicembre 1997) al Mamiani di Roma accadra' la tessa cosa, soltanto che questa volta i ragazzi sono i figli di quei padri sessantottini comunisti che contestavano le riforme democristiana della scuola.
Ma questa volta (1997) sono i genitori (di sinistra, ora al potere) a mandare i poliziotti a far sgomberare le scuole occupate. Nel 68 c'era il comunista Napolitano che nei cortei prendeva le manganellate dai scelbini  per difendere i diritti degli studenti, degli operai e dei contadini. Nel 1997 agli Interni ci sara' proprio Napolitano a mandare i poliziotti a fare gli sgomberi nelle scuole di studenti e nelle campagne di contadini. (vedi novembre 1997). Proprio come faceva ora in questo '68 la Dc nelle scuole, nelle fabbriche e nelle campagne. - Corsi e ricorsi della storia. (La fattoria degli animali di Orwell, e' sempre un gran bel libro!)

22 OTTOBRE - Sono ormai migliaia gli studenti arrestati o denunciati e centinaia sono gia' finiti in carcere. Si era partiti con il pugno di ferro, convinti di dare l'esempio, e ci si e' trovati seguendo la linea dura con le carceri piene di ragazzi e migliaia di denunciati. Ora, con un lampo di intelligenza politica, si fa marcia indietro, ci si rende conto che si sono oltrepassati con l'emotivita' e la repressione i limiti della ragione. La Camera e il Senato votano un' amnistia per tutti i reati politici; tali erano stati ritenuti quelli degli studenti. A votare contro pero' saranno le destre e il PLI.

24-28 OTTOBRE - Agitato Congresso dei Socialisti. E' il primo congresso dopo l'unificazione ed e' anche l'ultimo. Si parla, ma soprattutto si litiga,  e non si arriva a nessuna conclusione, le lacerazioni portano a creare cinque correnti senza che vi sia nessun documento politico in proposito. Alla fine NENNI conservera' la carica di presidente e FERRI quella di segretario, ma con soli il 53 % dei voti.
Le correnti che emergono sembrano viaggiare tutte verso una autonoma direzione ignorando le altre. Si riparla di un nuovo PSI; fatto da chi, non e' ancora ben chiaro, gli accordi sono in alto mare. Ognuno sembra avere la sua bacchetta magica e il suo slogan: Autonomia Socialista, Impegno Socialista, Rinnovamento Socialista, Riscossa Socialista, Sinistra Socialista. Poi c'e' la questione del logo, a chi andra', chi se ne puo' appropriare e con quali serie motivazioni. L'intero confuso mondo socialista, dentro un mondo confuso di "uomini socialisti" (?) non e' ancora in grado di rispondere. Litiga solo, mentre i democristiani ridono, puntando il dito "ecco chi sono, guardate che indegno spettacolo".

31 OTTOBRE - All' Isolotto, Don Mazzi rigira in mano la lettera del Cardinale Florit, e non sa quali decisioni prendere. Ma la soluzione al questo travaglio della sua coscienza e' quella di informare i suoi parrocchiani della diffida e quindi solo loro dovranno decidere cosa fare e non la gerarchia della Chiesa. E' dunque una presa di posizione ribelle e autonoma contro la finora "indiscussa" autorita' della Chiesa.
Don Mazzi diventa ancora piu' ribelle quando afferma in questa circostanza: "ubbidire alla gerarchia cattolica significa quasi sempre disubbidire alle esigenze più profonde, vere ed evangeliche del popolo; non voglio una Chiesa legata a un potere politico ed economico, ma legata al popolo dei disoccupati, dei rifiutati, degli analfabeti, degli operai"
E come si puo' intuire non e' piu' una presa di posizione ma e' ora gia' un vero e proprio atto di ribellione. d'insubordinazione!
Si svolge quindi all'Isolotto un'assemblea tumultuosa, vi partecipa tutta la comunita', migliaia di persone. Tutti si schierano contro il cardinale e tutti appoggiano don Mazzi. Per iscritto mandano a dire che la lettera inviata a Parma l'hanno firmata pure loro "non e' don Mazzi a fianco a noi, ma siamo noi a fianco a don Mazzi, e poi cosa sono questi distinguo, noi qui ci sentiamo una cosa sola!".
Ma Florit non si spaventa, pensa gia' a una rimozione del parroco; mantenendo ancora la calma con l'autorita' che ha, scrive ai parrocchiani una lapidaria frase "Far dipendere dalla decisione della comunita' un provvedimento episcopale riguardante il parroco non corrisponde all'interpretazione cattolica del concetto di chiesa".
Non si scompone, non ascolta nessuna delegazione di parrocchiani, fa passare alcuni giorni, poi il 4 dicembre ........(vedi..)

5 NOVEMBRE - In America viene eletto Presidente degli USA RICHARD NIXON, del partito Repubblicano, ma i Democratici conservano la maggioranza sia al congresso che al senato. Nixon ha ora una bella eredita', la guerra in Vietnam. Tutto il mondo aspetta le sue decisioni, il nuovo corso della politica americana. Che cosa faranno i "gendarmi del mondo"

14 NOVEMBRE - In questo giorno, (l'altra tappa sara' il 5-12 febbraio del '69) per la prima volta dal 1948, le tre confederazioni sindacali (finora giganti di argilla) entrate nell'occhio del ciclone "operai + studenti", si svegliano!! Unitariamente proclamano due giornate di lotta con uno sciopero generale, ritornando (in ritardo) sui propri passi dopo dieci mesi sulla riforma pensionistica gia' da loro concordata con il governo (il 27 febbraio di quest'anno) che la base però non aveva accettata ma contestato, protestato  vivacemente,  in particolare con la CGIL (che si è presa nel corso dell'anno le peggiori contumelie dai suoi iscritti) accusata di tradimento.
Lo sciopero generale questa volta concordato ha una adesione altissima, ma ha momenti difficili in molte citta'; alla Fiat di Torino in particolare dove i CuB e Lotta Continua solidarizzano e insieme vorrebbero destabilizzare i sindacati ritenuti ormai appiattiti e ininfluenti capaci solo di vedere il particolare e non il generale.
E' una lezione salutare ("imparammo molte cose" dirà un sindacalista anni dopo) e giova, perche' i dirigenti dei tre sindacati iniziano a "vedere insieme" altre strade da percorrere.
Ma prima di arrivare al 5 febbraio del '69, vi rimandiamo al 5 dicembre di quest'anno, poco piu' avanti di questa pagina.

20-23 NOVEMBRE - Al Consiglio nazionale della DC anche qui le cose non vanno meglio. ALDO MORO annuncia che si stanno vivendo "tempi nuovi" e che occorre una "strategia dell'attenzione" nei confronti del PCI. Le affermazioni non sono indolori, e Moro polemicamente si stacca dalla corrente dorotea mentre  Iniziativa Democratica  fonda una sua propria corrente in piena autonomia. Saranno tre le correnti importanti (Moro, Rumor, Andreotti) in sofferta alternanza a spartirsi i posti chiave del potere (Premier, Interni, Esteri) ma anche a combattersi su diverse linee di pensiero (e di interventi) come affrontare una societa' che è (apparentemente - non lasciamoci ingannare) in rivolta.

23 NOVEMBRE - Grandi e anomali manifestazioni studentesche a Torino che sfilano in cortei nella citta' e chiedono, dopo i recenti fatti, la riapertura delle Facoltà umanistiche chiuse dal rettore. Anomala perche' per la prima volta sfilano accanto agli studenti gli operai. E' il primo favore ricambiato. Gia' questo e' una grossa novita' che farà riflettere i sindacati e gli imprenditori, mentre la classe politica anche questa volta sottovaluta e come al solito e piu' favorevole a misure repressive e all'immobilismo piuttosto che dare  risposte riformatrici.

2 DICEMBRE - La polizia questa volta spara ad Avola in Sicilia nel corso di un'agitazione di braccianti che chiedevano la parita' negli stipendi con il nord ("a uguale lavoro, uguale stipendio"). Dopo le cariche della polizia per disperdere i manifestanti, sul terreno restano due braccianti uccisi. Prima in Sicilia poi in tutta Italia, si svolgono manifestazioni e uno sciopero generale contro questi interventi della polizia ritenuti troppo repressivi; e accadono altri incidenti gravi.

4 DICEMBRE - Ritorniamo all'Isolotto, che non e' piu' un'isola di condomini di operai che in Italia prima nessuno conosceva, ma e' ora su tutte le prime pagine dei giornali con tutto il clamore che la notizia ha suscitato. Infatti il provvedimento episcopale del Cardinale Florit, dopo l'intimazione, non si e' fatto attendere. Ha rimosso il parroco, lo ha sottratto alle sue funzioni, ha tentato di sostituirlo con un altro prete, ma e' andato incontro a un clamoroso fallimento, la chiesa e' rimasta completamente vuota, tutti gli abitanti del quartiere hanno disertato il tempio, hanno organizzato uno sciopero nelle scuole e sono sfilati per le strade del centro di Firenze con grandi cartelli. Ma la cosa piu' clamorosa e' che novantatre' preti della diocesi di Firenze solidarizzano con Don Mazzi. Mentre sul sagrato della chiesa dell'Isolotto c'e' un presidio di parrocchiani che impedisce ai rappresentanti della curia di riprendere possesso della chiesa.
Il clamore non si placa anche quando il 20 dicembre interviene direttamente il Papa...(vedi il 20)

5 DICEMBRE - Il CuB della Pirelli Bicocca inizia a contestare come a Torino i sindacati. "La lotta operaia deve partire dalla base e non dall'alto". Chi lancia questi primi slogan non sono più gli operai, ma sono gli studenti che convinti di aver vinto le loro battaglie ora si volgono sempre di piu' e in massa agli operai delle fabbriche  contestando i sindacati e spingendo i lavoratori a seguire il loro esempio e mettere in discussione, magari anche con la violenza, gli assetti di potere esistenti. Il mondo operaio con tutte le sue lotte non era mai riuscito a dare una spallata ne' a limitare i poteri degli imprenditori, ma con l'appoggio di questa "forza" gli viene fatta prendere coscienza che si "poteva". E a dire il vero questa coscienza la prese anche il sindacato che finalmente sta iniziando a uscire dalla confusione. I suoi errori: troppo attenti piu' ai soggetti corporativistici che non ai compiti. Altro che "programmazione democratica" e "solidarieta' nazionale". L'occhio di riguardo era sempre verso i metalmeccanici. Diventati una casta.

E' VITTORIO FOA a indicarci che alla fine di questo decennio, il sindacato "oscillava fra corporativismo e solidarieta'", un corporativismo a maglie strette e larghe, secondo le circostanze. AMENDOLA stesso ammetteva dopo molti anni che "malgrado il nesso affermato tra lotte contrattuali e riforme, nel fuoco della battaglia il movimento sindacale di questi anni 1968-1969 ha stentato a mantenere l'alleanza dentro la classe operaia, tra classe operaia e contadini, tra nord e sud, tra occupati (del nord e anche del sud) e disoccupati". (Amendola, Gli anni della repubblica, 1976).

A uscire dall'impasse, a vedere piu' chiaro, a rompere l'egemonia padronale, contribui' direttamente o indirettamente, a questa "stagione studentesca", soprattutto Lotta Continua, di ADRIANO SOFRI. Diede con il suo movimento una grande spallata alla durezza e al potere dei grandi imprenditori,  rappresento' una doccia fredda per i sindacati e fece nascere una grande consapevolezza della forza assembleare dei lavoratori (del tutto nuova). Due componenti le ultime due che diventarono una unita' definitiva  nell'"autunno caldo" del '69, e che porto' finalmente a molte conquiste: le 40 ore settimanali, il diritto alle assemblee all'interno delle fabbriche ecc. ecc (che vedremo)

Pochi videro allora questo contributo, ma e' comprensibile, perche' pochi degli osservatori erano a Torino a vivere questo dicembre 1968. Hanno descritto alcuni aspetti per sentito dire, ma non ne hanno visto la sofferta "gestazione". Insomma bisognava essere presenti!!! Per capire!!! E i presenti a Torino erano pochi, quasi nessuno.

Il '68 studentesco non era riuscito a modificare l'assetto dell'Universita' e della scuola, tanto meno le istituzioni politiche e sociali, ma una piccola minoranza riusci' a far cambiare la mentalita' operaia, quella sindacale e, (ora costretta) anche quella imprenditoriale. Ed e' significativo che suscitarono una reazione da parte degli apparati dello Stato conservatore e del ceto politico di governo, gravemente minacciato da questa che era una vera e propria rivoluzione sociale. Di certo era la prima spallata dal basso. E sicuramente anche le prime crepe di un edificio.

Ci spostiamo ora a Milano, a Piazza Duomo, alla Scala, dove troviamo Capanna a lanciare uova marce alla neo-borghesia.....

.

 

Milano, Dicembre.
Mario Capanna,
il leader della piazza,
il terrore delle signore
alla prima della Scala.
Uova marce per tutti

 

 

7 DICEMBRE - S. AMBROGIO e le uova marce alla Scala. Nel clima che abbiamo già descritto nelle altre pagine, non potevano mancare anche delle spallate al costume e alla quieta godereccia "societa'"; i parvenu degli anni d'oro del miracolo economico. L'insulto pacchiano, l'ostentazione gretta, l'arroganza, non veniva dalla vecchia borghesia, a questa gli si perdonava le "tare congenite", l'"amoralita' educativa", quell'atavica insensibilita' di fronte anche ai più gravi problemi sociali. Chi non si perdonava era la nuova neo borghesia, i Brambilla arricchiti nel boom, con i mobili, gli elettrodomestici, le cucine, i panettoni, i vestiti, i condomini; quelli considerati fino a ieri pezzenti ora diventati industriali e palazzinari, e che ora portavano a passeggio le loro donne con i chili di collane e braccialetti d'oro, o entravano nei templi della mondanita' meneghina solo perchè affrancati dai loro conti in banca  non da una cultura umanistica della vecchia borghesia che solo a vederli sorrideva ma mandava giù nel frattempo il rospo. Infatti questa,  piu' accorta e anche più intelligente rimase a casa e quei pochi che arrivarono all'appuntamento -donne e uomini- erano vestiti sobriamente.

Impellicciate dame e damerini si presentarono alla consuetudinaria prima della Scala la sera del santo patrono meneghino. A riceverli trovarono gli studenti con casse di uova marce pronte per le esercitazioni di lancio su ogni elegante coppia che scendeva dalle fiammanti auto e si incamminava pomposamente alla passerella della vanita' (mirino ambito un vestito di una dama del costo di due milioni, lo stipendio di un operaio di un anno).
A dirigere i lanci, a guidare il gruppo di "incazzati" e ' lui, il capo di tutta la gioventu' studentesca contestatrice milanese, lui il capo indiscusso, lui il tribuno di tutte le manifestazione, lui ad avere il carisma del trascinatore, lui in prima fila a prendere le manganellate, e sempre lui in questo evento mondano,  incitare provocatoriamente e a mettere in mano ai poliziotti chiamati a disperderli, le uova marce da tirare alle eleganti signore agghindate come a carnevale. Lui e' MARIO CAPANNA, il leader, quello che questa sera fara' piangere le eleganti signore belle statuine.

13 DICEMBRE - Il governo LEONE e' durato poco: cinque mesi. Il 19 novembre il Presidente da' le dimissioni e si dà l'incarico il 26 novembre a MARIANO RUMOR, che il 13 dicembre forma il suo 1° governo con DC, PSI e PRI. Forte la presenza dei socialisti che ricevono 10 ministeri.
Il 18, voto di fiducia. Al Senato Rumor riceve 181 sì e 119 no; alla Camera 351 sì  247 no e 2 astensioni della SVP altoatesina..

14 DICEMBRE - Scontri in Brasile. Alle manifestazioni di studenti diventate incandescenti il governo di Costa e Silva, proclama lo stato di assedio nel Paese, sospende ogni diritto politicoe le attivita' del Parlamento; istituisce una rigida censura e perseguita tutti i partiti. I morti e i feriti in questa manifestazione non furono mai divulgati, ma di incidenti gravi ve ne furono molti e molti soggetti sparirono dalla circolazione.

19 DICEMBRE - La Corte costituzionale stabilisce che l'adulterio della donna non e' piu' reato e concede anche alla donna la separazione dal marito in caso di una sua accertata infedelta' coniugale, prima riservata solo all'uomo (ma vedi in "Costume" i particolari)

20 DICEMBRE - Siamo in pieno clima natalizio e all'Isolotto le polemiche non si sono calmate, la chiesa e' presidiata, e sono falliti tutti i tentativi di mediazione fra curia e parrocchiani. Con una lettera a don MAZZI interviene il Papa in persona. PAOLO VI prega il parroco di ritornare all'obbedienza.
Ma ormai non dipende piu' da don Mazzi, e' tutta la popolazione fiorentina a schierarsi contro l'alta gerarchia, a sfilare a migliaia in silenzio davanti alla curia, a ricevere solidarieta' non solo da tutta Italia ma da tutto il mondo, perche' la notizia sta ora girando in tutto il mondo. E polemicamente sul sagrato con migliaia e migliaia di cittadini si celebrano le funzioni natalizie con don Mazzi e gli altri due viceparroci "ribelli" solidali.
Una Caporetto del cattolicesimo
intransigente, conservatore, incapace perfino di "vedere" e capire un evento cosi' dirompente e plateale. La chiusura della chiesa dell'Isolotto, ando', allora, sulle pagine dei giornali, ma rimarra', in futuro, nelle pagine degli annali. Perche' cambio' un'epoca!

Gli eventi si susseguiranno per oltre otto mesi con trattative burrascose con i parrocchiani; fino all'epilogo del 30 agosto del 1969. Il Cardinale Florit sfidando tutta la comunita', dopo la sospensione a divinis di Don Mazzi e degli altri due viceparroci, dopo aver chiusa la chiesa, stanco e infuriato volle recarsi di persona a riaprire il tempio e celebrarvi la messa, ma i fedeli compatti risposero con durezza; continuarono la protesta e nessuno entro' nel tempio. Siamo in piena rivolta cattolica e i cartelli all'isolotto e nelle sfilate silenziose, persino funeree, erano di questo tenore "Cos'e' il popolo nella chiesa? Tutto. Cosa conta? Nulla."

Non fini' li' la questione sollevata da don Mazzi. Altre comunita' di altre citta', seguaci del prete toscano, e tutt'altro che estremisti, ingrossarono le file, si ramificarono, nacquero le avanguardie, i Coordinamenti delle comunita' di base, nella Cisl, nelle Acli; i cattolici piu' esagitati chiesero addirittura l'abolizione dei Patti Lateranensi. Ci fu l'isterelimento della mistica e dell'ascesi, defezioni, calo di vocazioni. Si formarono nel Nord i gruppi "clerico-laicisti", e il nuovo progressismo cattolico, che comincia a stringere rapporti con altre culture del secolo. Siamo a una grande svolta,  che nessuno però può ancora giudicare a distanza di anni.

Nel prossimo '69 partira' il nutrito movimento di CL, Comunione e Liberazione, e per tutti gli anni Settanta attivi saranno i nuovi ideologi proiettati verso traguardi piu' "temporali", come Turchini, Buttiglione, De Petro, Ronza, Scola, Formigoni, Tassani.
A fine anni Settanta, il "movimento"  in mano a don GIUSSANI, ha la fortuna dalla sua parte, perche' nel '78 diventa Papa, WOJTYLA . Ha fatto l'operaio, ha fatto il "combattente" in una terra atea e avara di dottrine ma anche libera da gerarchie conformistiche ierocratiche, di funzionari di chiesa. E subito questo papa opera, svincola certe deferenze e crea una religiosita' piu' militante, ricostruisce "esperienze di unita" (e chi ha memoria di unita' come la chiesa?) e riporta alcuni equilibri di unione dentro una societa' in continua evoluzione dove gli uomini hanno bisogno piu' che di evangelizzazione burocratizzata e razionalizzata, hanno la necessita' di un'assistenza spirituale e insegnamento etico, capace di far uscire tutto il potenziale latente della solidarieta' umana. Che non e' una creazione intellettuale, educativa, legata alla civilta', ma e' dentro nel profondo di ogni essere vivente. Basta vedere quando una comunita' e' colpita da un evento catastrofico, ed ecco che la solidarieta' fra simili diventa una necessita' interiore; si saltano tutti gli steccati delle minestre ideologiche, culturali, di razza, di ceto, le inimicizie e le animosita'. Ci si aiuta solo!
Ma allora perche' bisogna aspettare un terremoto?

31 DICEMBRE - Non poteva finire che cosi' l'anno '68. E' stato l'anno della contestazione, e questa non poteva mancare fino all'ultimo minuto. Fino all'ultimo tocco e' accompagnato dai singolari "botti" dei candelotti lacrimogeni degli scontri fra polizia e studenti dove ci saranno arresti e feriti, di cui uno grave.

Finisce l'anno e finisce anche l'anno della contestazione studentesca. E' l'ultimo sussulto di un anno inquieto. L'appuntamento degli studenti questa volta e' avvenuto in Versilia; al veglione dell'ultimo dell'anno, nel tempio della musica: alla Bussola di Marina di Pietrasanta, dove, come alla Scala si sfoggiano le grandi toilettes e dove un biglietto costa quanto lo stipendio di un mese di un operaio della Fiat. A operare e' ancora una volta il gruppo pisano studentesco di Potere Operaio di Sofri, e a contestare dame e cavalieri si sono dati appuntamento gli studenti di diverse citta' italiane.

"Viareggio- Circa cinquecento giovani del Movimento studentesco e di Potere Operaio si sono riuniti davanti al noto ritrovo mondano La Bussola...Pomodori e uova sono state lanciate contro le persone che entravano nel locale...con alcune barche hanno eretto delle barricate...scontri con la polizia e i carabinieri....Un giovane,....è rimasto ferito con un colpo di rivoltella. Le forze di polizia dichiarano di non avere usato le armi da fuoco e avanzano l'ipotesi che a sparare siano stati alcuni clienti della Bussola" (Comun. Ansa, 1 gennaio. ore 18.50)

FINE ANNO 1968

LA STAMPA IN ITALIA IN QUESTO '68

Molte proprieta' di importanti giornali, analizzando i fenomeni e intuendo meglio dei politici la situazione vogliono fare caute aperture verso in centro sinistra; quasi in massa sostituiscono le firme dei loro giornali, e alcuni lo faranno entrando perfino in attrito con i partiti referenti, come  la DC veneta a Venezia.

GIOVANNI SPADOLINI e' il nuovo direttore del Corriere della Sera. ALBERTO ROCHEY a fine dicembre diventa direttore de La Stampa. PIERO OTTONE dirige il Secolo XIX di Genova, DOMENICO BARTOLI il Resto del Carlino di Bologna.

 ALBERTO CAVALLARI a Venezia va a dirigere Il Gazzettino, ma andra' oltre le righe e dopo appena un anno verra' licenziato dalla proprieta', la DC. Ma siamo nel profondo e "bianco" Veneto, non siamo nelle zone "calde" come Milano, Torino, Bologna, e Genova, investite di "rosso"; qui la classe operaia comincia a essere esaltata dai successi, si e' data un volto nuovo e sta prendendo coscienza di essere forte.

Ma questo spostamento a sinistra, non solo dentro i partiti ma anche dentro le stesse istituzioni cattoliche non piace affatto agli americani ne' ai suoi servizi segreti sia a quelli ufficiali che a quelli non ufficiali; la strategia della prima e' diversa, piu' cauta e attenta a non compromettersi, mentre è piu' libera di agire la seconda che opera, ramifica e gestisce senza consenso parlamentare apparati non solo informativi ma operativi e fuori dal potere esecutivo italiano, quasi del tutto ignaro di queste strutture parallele. Indubbiamente dalla Alleanza i partiti italiani di maggioranza o di appoggio al governo, sono tutti considerati inaffidabili. Del resto e' anche comprensibile, perche' il governo italiano pur legato alle strategie della Nato, spesso e' ambiguo. Lo abbiamo letto piu' di una volta; l'uomo sempre inviso è Moro con le sue "aperture" a sinistra.

Abbiamo detto quasi perche' qualcuno e' bene informato ed e' l'unico a garantire l'operativita' di alcune di queste strutture segrete dipendenti dall'Alleanza atlantica create da molto tempo per salvaguardare l'integrita' dello Stato dal sovversivismo rosso nel momento in cui ci potrebbero essere le convulsioni di un centro sinistra o di un PCI, che appare "ghettizzato" perchè non all'altezza di poter controllare le sue schegge impazzite. E quel qualcuno e' GIULIO ANDREOTTI.

MORO si e' staccato dalla corrente dorotea, va decisamente a sinistra e seguita a buttare ai suoi colleghi gli ami della sua "strategia dell'attenzione" verso il PCI; DONAT CATTIN sta diventando leader di una corrente democristiana di sinistra fatta di lavoratori; e nelle stesse file cattoliche si parla troppo di "sinistra storica", di "sinistra rivoluzionaria", di "Cristiani per il Socialismo", di nuove "alternative" anch'esse "rivoluzionarie", e i piu' cauti parlano di "clerico-laicismo". Che dire poi delle riunioni perfino alla luce del sole dove ci sono insieme leader comunisti e democristiani.

Inoltre in politica estera il governo italiano sta offrendo in molte circostanze una simpatia filo araba, fuori dall'ottica Usa e non sempre in linea con l'Alleanza Atlantica.

L'unico sulla scena politica italiana che sembra offrire garanzie, e' lui GIULIO ANDREOTTI, e questa affidabilità lo porterà presto a diventare un protagonista della politica.  E' capo di una forte e agguerrita corrente democristiana  in contrapposizione a quella di Moro, cioè a destra, ma (pur essendo un anticomunista da sempre) molto abile e capace di colloquiare  -  meglio di Moro - anche con la sinistra:
Questo lo vedremo poi chiaramente nel 75 quando Andreotti con la svolta a sinistra (lui che stava per abbandonare l'Italia - perchè non c'era più posto per lui  nella politica italiana, ma  poi fece le rivelazione (Espresso, ottobre '74)  sul SID, sul paracadutista GIANNETTINI, e ribaltò la situazione. Le sue azioni (rivelandosi filodestroide) ripresero quota. Fu abile a sostituirsi nei colloqui con la sinistra iniziati da Moro, scavalcandolo. (vedi anni '75,  '76 e '77 e gennaio '78). Questo nonostante la sinistra l'avesse sempre combattuta con accanimento fin da giovane.
Riuscì  insomma a coagulare attorno a se' non solo il consenso di molti italiani col vecchio passato di destra (andreotti diventò  il piu' votato d'Italia - soprattutto Roma, che molti anni dopo allo scontro Rutelli-Fini scopriremo improvvisamente metà di destra) ma si prese la fiducia di chi pur con quel passato era sempre rimasto ai vertici delle istituzioni, nelle forze armate, negli apparati dell'ordine pubblico, oltre ovviamente ad essere appoggiato dagli americani che contrastavano Moro nel progetto di svolta a sinistra.

GIULIO ANDREOTTI inizia a incarnare, dal '75 in avanti, in modo esemplare l'interclassismo, la duttilita' e l'indifferentismo etico della DC. In un modo aconfessionale e aclericale diventando uno strano cattolico laico e antitemporalista. Fara' governi con tutti, perchè nel suo modo di agire curiale diventa amico di tutti. Di grande sagacia manovriera anche a livello internazionale si guadagnò presto la fama di operare (oltre che con le battute qualunquistiche e la nota ironia) con la spregiudicatezza, e con la cinica strumentalizzazione,  nell'intervenire nei problemi e nelle ore  più drammatiche del Paese  e "affrontare problemi politici e di ordine pubblico con disinvoltura a fini di conservazione del regime e del potere. Si propone grandi cose, ma piccole, estranee a ogni solenne "senso dello scopo". (lo scriverà A. Ronchey, il 25 luglio del '76, sul Corriere). "Ha una intimità ineguagliabile con la Curia e il clero laziale, legami con l'alta burocrazia e l'alta ufficialità, é di ingegno acuto, pronto, versatile ma senza slancio e poi freddezza, freddezza e tanto  "sangue di ghiaccio".  
Un giorno non lontano forse scopriremo chi era veramente Andreotti.

Per quanto riguarda le simpatie a destra, nel 1954 Graziani (comandante ex Repubblica Sociale e dal 1950 presidente onorario del MSI) scelse proprio Giulio Andreotti in un criticatissimo incontro (tanto che Graziani poi si dimise dal MSI) per  fare una "pacificazione" storica.
E se andiamo a rivedere alcune affermazioni di Gedda, costui affermava che non vi erano delle strutture controrivoluzionarie (inquadrate e con dotazioni di mezzi militari) dentro i suoi Comitati civici, ma nemmeno le negava "se vi sono state, sono da iscriversi, probabilmente, alla componente della Fuci, quindi a livello locale e per ordine di alcuni militanti democristiani".

Deviazioni dunque dentro la Fuci e quindi un apparato paramilitare segreto di democristiani militanti pronti ad entrare in azione in caso di vittoria dei comunisti nelle elezioni del '48. ("non avremmo ceduto il potere facilmente" confesso' Scelba anni dopo). Insomma una Pre-Gladio. Il caso vuole che presidente alla Fuci era - prima della sua sfolgorante carriera politica - proprio il giovane ventiduenne Giulio Andreotti.

Ma il perchè di tanto mistero nella creazioni di queste strutture parallele e a cosa dovevano servire è presto detto. La contestazione studentesca in Italia con i suoi slogan contro gli Usa e la guerra in Vietnam era stata presa in considerazione, ma non era mai stata temuta politicamente, non aveva procurato alcuno allarmismo.

La "guerra fredda" tra i due blocchi era in atto, e in Italia i reduci di questo '68 studentesco stavano formando gruppi autonomi e incontrollabili dai partiti storici e sempre piu' cercavano di promuovere la mobilitazione delle masse in una forma nuova che fin dalle prime battute stavano ottenendo discreti risultati, scavalcando i leader dei partiti e contestanto gli stessi sindacati.

La borghesia, il mondo finanziario, i militari, il ceto medio chiamato "maggioranza silenziosa" divento' un po' inquieto. Il pericolo comunista in Italia e in Europa per gli americani esisteva, e a intervenire nei vari Stati alleati per conoscere le nuove strategie che si preparavano all'interno non era piu' sufficiente la Nato e i contatti diretti con lo Stato italiano, nacquero così organismi americani paralleli, come il CIC, che iniziarono a creare in Italia una ramificata struttura, adottando una singolare strategia e appoggiandosi a personaggi di vecchia militanza fascista e perfino di ex nazisti. Lo abbiamo gia' accennato sopra nelle prime righe.

La logica era molto semplice: combattere il comunismo con gli unici uomini capaci veramente di farlo, quelli con l'ideologia del vecchio regime, i nemici storici (era una garanzia a tutto tondo). E molti erano ancora presenti nei piu' delicati gangli dell'apparato dello Stato, come nelle forze armate, prefetture, polizia e nei carabinieri, sia in servizio che fuori servizio.

Ecco dunque nascere alcune organizzazioni, che iniziarono a crescere. Nasceranno in pochi mesi venti gruppi (la Rosa dei venti). Strutturate come organizzazioni clandestine o con doppio livello legale, cioè coperto, e tutte miranti allo ristabilimento dell'ordine in caso di "sorprese rosse".

Abbiamo gia' detto "a carattere difensivo", "eccezionalmente offensivo". Ma non avevano forse previsto che alcuni contattati erano delle "teste calde", che si sentivano ed erano convinti di essere i "salvatori della patria".

Ecco dunque nascere i vari gruppi, Ordine Nuovo, Avanguardia nazionale, i MAR, Movimento di Azione Rivoluzionaria, la Costituente Rivoluzionaria, Europa e Civilta', il Fronte Nazionale di Valerio Borghese, e molti altri. Alcuni con una centrale operativa e di collegamento a Verona, e altri gruppi in altre citta' metropolitane. Tutte intente ad arginare una fantomatica rivoluzione e una possibile presa del potere dei comunisti.

Il capitalismo sembrava avere le ore contate. I comunisti dal '57 stavano guidando le masse,  conquistandosi alcuni spazi dentro la società; occupavano mezza Europa, stavano dilagando in Oriente, e si erano insinuati con Castro anche in America. L'estrema sinistra italiana era fortemente convinta che erano ormai mature le condizioni oggettive  per l'avvento del comunismo in Italia e che bisognava ora creare quelle soggettive, coinvolgere le masse, ritenute (erroneamente) tutte di sinistra. E le stesse cose le pensavano quelli dell'estrema destra facendo affidamento alla classe media e a quella borghese, ritenute (erroneamente) tutte di destra.
Ma si sbagliarono entrambi. Gli italiani erano molto diversi. L'Italia non era nè piu' fascista (e una destra forte nelle masse in Italia non e' mai esistita -era stata nel ventennio solo consenziente, come lo fu il cattolicesimo dal '48 a fine anni '50- entrambe dominarono entrambe una Italia contadina e ignorante), ne' era piu' antifascista (anche questa  nelle masse in Italia  una forte sinistra  non è mai esistita).

Il proletariato si era imborghesito, e la borghesia si era proletarizzata. In atto una nuova omologazione della vita, dove dominava il "nuovo potere" con una ideologia sempre piu' diffusa; quella individualista e quella consumistica. Bastava guardarsi attorno.
In Italia riconoscere nel '68-'69 un borghese da un proletario non era cosa facile; riconoscere uno di destra da uno di sinistra altrettanto. A Bocca e Montanelli occorsero dieci anni per distinguerli. (lo scrivono entrambi nei giornali dell'epoca - l'unico é Bettiza che abbiamo già letto, ma anche lui ne fa una ipotesi, non ha una certezza).

Dentro questa  totale irrazionalità, c'erano alcuni fanatici idealisti che volevano agire.
E per agire, dovevano innanzitutto  trovare un pretesto per far proclamare nel Paese uno stato d'assedio come in Grecia;  una emergenza come Francia;  un intervento militare come in Cecoslovacchia; o un giro di vite per eliminare l'ubriacatura ideologica proveniente dalla "maoista" Albania. Fu così che le "volpi" rivolgendosi ai  "professorini" ideologi,  cercarono di usare le teste piu calde, che  per evoluzione, per esperienze o per necessita' di risposta, purtroppo diventarono sempre piu' calde contro il comune "nemico", contro lo Stato debole e i vecchi politici,  contro la stampa che li derideva, e contro  perfino i sindacati. 

Fecero alla fine il "matrimonio di sangue nella violenza". Spesso cambiando barricata, dimostrando che alcune loro ideologie erano semplicemente "usa e getta".
Che alcuni gruppi, pur avendo una matrice di sinistra, fossero utilizzati a loro insaputa (forse, ma non vogliamo pensare così male) da altri organismi é una ipotesi verosimile, che verrà un domani fuori (forse un giorno -con i documenti segreti russi- ne avremo la certezza)

Questi gruppi iniziarono a spostarsi dalle scuole ai cancelli delle fabbriche, poi nelle piazze e infine visto che i politici facevano intese e i sindacati agivano in concerto ottenendo ambigui risultati, risposero con atti terroristici, sui treni, nelle banche, nelle manifestazioni, ognuno convinto che quella era la strada. Spesso convinti che dietro le prime stragi ci fossero le regie di Stato, i politici italiani, la destra nostalgica, i servizi segreti e perfino elementi legati al Vaticano (chiedere ai terroristi  ancora oggi nel 2000 qual'era il loro obiettivo non lo sanno ancora. Qualcuno affermerà che il loro mito era diventare un partito rivoluzionario a sinistra del PCI, sullo stile dei Gap (lo diranno ai processi).

Ma Stato, Politici, Servizi, c'erano?, non lo sapremo mai (forse), e se agirono in concerto, anche questo non lo sapremo mai. Una cosa e' certa che chi stava ora operando sconsideratamente nella estrema destra e nell'estrema sinistra seminò il panico in un modo tale da far crescere ulteriormente la violenza, portando il Paese piu' che a un disordine generalizzato (che non ci fu mai) a una inquietudine sociale, con l'intento di suscitare una reazione nell'ala piu' conservatrice, che però era troppo debole per poter affrontare le emergenze con i mezzi istituzionali. L'uomo forte non c'era.

Poi c'erano le invidie. E a molti questo caos andava bene, per eliminare quella concorrenza spietata che dalla nuove correnti stava nascendo.
Involontariamente o di proposito diedero il via al terrorismo per far sollecitare l'intervento dell'esercito, far scattare l'emergenza,  intimorire, trovare consenso dei cittadini e quindi l'avallo per combattere su ogni fronte l'eversione dei rossi. E i rossi a, loro volta, per combattere l'eversione dei neri.
Ma è una spirale che inizia a girare con delle forze centrifughe sempre piu' pericolose e fuori da ogni controllo (o almeno a qualcuno sembrarono tali, tanto da invocare più volte il pugno di ferro).

Invece l'emergenza militare tanto attesa non arrivò. Non sapremo mai perche', ne' chi gli italiani devono ringraziare perche' il paese non scivolò in un pantano come in Grecia in un caso, o come l'Albania nell'altro. Solo queste due erano le alternative in questi anni. O i colonnelli o i comunisti ( in entrambi i casi dopo una guerra civile). 

Per alcuni la "strategia della tensione" fu un modo (qualcuno ha detto "americano") per tenere lontana la estrema sinistra che ambiva al potere con le utopie maoiste (modello Albania?) dopo aver quasi rinnegate quelle sovietiche. Ma è una follia solo a pensarlo, non erano certo questi gruppetti a impensierire gli americani. Gli accordi del dopoguerra tra le due potenze (spartizione dell'Europa sul foglietto a quadretti) erano ancora solidi e validi. Nessuno oltre atlantico mosse un dito per la Cecoslovacchia o l'Ungheria.  Nessuno al Cremlino mosse un dito per la Grecia. Così in Francia, nè gli uni né gli altri. 

Per altri invece .......

Per altri più attenti osservatori, l'inquietudine   favorì solo la stagione dell'unita' nazionale voluta e pagata poi da uno solo: Aldo Moro.
(e anche da altri innocenti che l'autore che scrive vuole ricordare,  in particolare (onorando la sua memoria) il suo straordinario Istruttore Oreste Leonardi, il capo scorta di Moro, Oreste Leonardi).
In sostanza le ragioni della verita' dei singoli cittadini contro la ragione di Stato.
Che poi questo Stato e la politica italiana c'entrassero veramente a pieno titolo dentro tante verita' e tante menzogne, anche questo non lo sapremo mai, perche' anche molti anni dopo la verità non è venuta fuori: o tutti hanno mentito (governo, destra, sinistra, democristiani) o erano tutti  in buona fede; cioè ad eseguire ordini superiori. Avranno capito dopo, ma non certo possono parlare. E anche quelli che hanno fatto il loro dovere, il "dovere" implica il silenzio.

Molti personaggi (anche quelli in carcere ancora oggi privati della liberta') si sono chiusi nel mutismo piu' ostinato, sia da una parte che dall'altra della barricata. Ed e' questo il fatto piu' sconcertante. Ma  forse c'e' la terza verita', la piu' ovvia: reciprocamente non sanno nulla. Furono giocati entrambi da chi era al di sopra di loro e li ha utilizzati. E questi non erano certo i fiacchi, svigoriti e scoloriti politici che c'erano in questi ultimi anni sessanta. 
Altrettanto il commando di Via Fani non poteva essere opera di quelli che sono venuti poi alla ribalta nei vari processi.

FINE

RITORNA CON IL BACK
ALLE TABELLE

< < alla HOME PAGE DI STORIOLOGIA