ANNO 1972

CRONOLOGIA DELL'ANNO ( 1a PARTE )

"PIANETA DONNA"
E' FINITA L'ATTESA!

1972: è l'aurora di una nuova rivoluzione,
l'alba della
"liberazione femminile"
Dalla costola di "Adamo '68" esce
" Eva 1972" e si riprende la "mela".
Spazza così via tabù e pregiudizi secolari
Stanca di ricevere solo il "torsolo"
si riprende la sua "polpa", la sua libertà,

ma soprattutto si riprende la dignità calpestata in 2000 anni.


VEDI AMPIA TABELLA DELLA STORIA
DELL'EMANCIPAZIONE FEMMINILE > >



Una veloce panoramica dell'anno
SEGUE POI MESE PER MESE

UN ANNO IL 1972 con la politica italiana latitante. Le scelte di una programmazione economica -in una fase molto delicata per il Paese- sono raffazzonate da tre governi nell'arco di sei mesi. Mai si era caduti così in basso! Governi meteoriti, variegati; prima uno di centrosinistra con COLOMBO, poi fa il suo primo infelice esordio GIULIO ANDREOTTI con un governo monocolore ma con forti polemiche e litigi interni nella stessa DC per le spartizioni dei ministeri. Andreotti riesce a giurare al Quirinale ma dopo solo 8 giorni è già nelle sabbie mobili. Si va dunque alle elezioni dove troviamo ancora Andreotti al suo secondo tentativo, ma questa volta con un tripartito di centro, debole, con più problemi con i suoi colleghi che non con gli avversari. Ci resta poco, poi dovrà gettare la spugna per far rientrare sulla scena il prossimo anno RUMOR. Il politico vicentino  (la lite interna deve essere stata furibonda) non gli affiderà nemmeno un ministero al "ribelle" Andreotti.

In questa situazione caotica (che si trascina già da qualche anno) le attenzioni rivolte al Paese sono del tutto assenti. L'incapacità di finanziare investimenti mirati in forme e tempi adeguati, apre nel corso dell'anno delle vere voragini nel disavanzo dello Stato e sconvolge i bilanci delle aziende private nelle ragioni che vedremo più avanti. Non si rinuncia ma anzi si accentua il sistema di potere clientelare che si è andato instaurando con le varie correnti, dove i finanziamenti sono fondati su privilegi di pochi e in settori non prioritari, che creano distorsioni produttive, oltre causare sprechi e inefficienze che fanno precipitare in breve tempo l'economia italiana lasciata allo sbando nel momento più critico, nonostante il dinamismo e tanta buona volontà nella piccola e media imprenditoria creatasi negli ultimi anni. Ma anche di tanti semplici italiani che stavano rimboccandosi le maniche.

Come se non bastasse la congiuntura del ristagno degli ultimi anni, sulla crisi economica interna, piomba anche come un fulmine quella internazionale, che aggrava ancor di più la situazione con maggior costi sulle importazioni e il blocco delle esportazioni. Si studiano correttivi, ma si sceglie la strada peggiore con interventi deflazionistici: cioè compressione dei consumi con il conseguente ulteriore rallentamento della produzione, che così oltre che perdere il mercato estero non produce  nemmeno per quello interno. Quindi netta caduta degli investimenti (nell'ordine del 35-40% anno), della produttività e dell'occupazione. La fuga clandestina dei capitali all'estero diventa impressionante, crea un'ulteriore tensione e dà inizio a una spirale senza fine.

Per porre rimedio all'inflazione (che continuerà a viaggiare verso i 20% dell'80) si è preferito imboccare la via più facile e breve, fare una politica restrittiva per contenerla; che fallirà su ogni fronte, ma non su quello degli esportatori di capitali che saranno premiati, quando poi, per tamponare la recessione della grande industria (leggi Fiat) si svaluta la lira.
E' un altro grave errore che va a premiare solo i settori auto-gomma-chimica, che riprendono le esportazioni, ma che costringe (per la bilancia dei pagamenti) a limitare le necessarie importazioni, nel momento (col modello di sviluppo in atto da un decennio) dove era forte la domanda di petrolio, di alimentari e di materie prime,  provocano così l'aumento dei prezzi di quel poco che si produce all'interno e di quel poco che si permette ora d'importare che però costa caro. Infatti, in Italia il petrolio non c'è, le materie prime neppure, e l'agroalimentare negli ultimi dieci anni era stato del tutto ignorato, anzi penalizzato nel piano di sviluppo del Paese.

Non hanno percepito per niente i governanti  i termini nuovi della crisi mondiale che era nell'aria (in America) e che ora sta aprendo in Italia la prima voragine del suo deficit. Disavanzo subito coperto - per far fronte all'incontrollata spesa pubblica parassitaria e per quella clientelare che costruisce cattedrali nel deserto - con un drenaggio del risparmio privato (emettendo obbligazioni) che manda in crisi non solo tutte le unità produttive del paese (carenti ora di liquidità e costrette a pagare alti interessi alle banche sempre più vuote di risparmio privato), ma fa iniziare un percorso perverso che non si fermerà più per 10 anni.
Per pagare gli interessi lo Stato continuerà a contrarre debiti, ad emettere obbligazioni e a drenare liquidità offrendo tassi altissimi (ma sono illusori visto che l'inflazione corre in parallelo - sono allettanti all'emissione ma dopo 6 mesi sono pari all'inflazione) con la conseguenza di far sempre di più lievitare il costo del denaro a cifre da capogiro, favorendo così la crescita dei prezzi (già il 10,1% quest'anno, 16,8% il prossimo) e riducendo così i salari reali dei lavoratori che a loro volta apriranno conflittualità fino alla fine degli anni Settanta, deteriorando tutti i rapporti non solo con il padronato in difensiva, ma anche con le forze sindacali incapaci di arginare il malcontento dei lavoratori oppure perchè maldestri nel sostenere il duro scontro con gli imprenditori.
I sindacati, iniziano fin d'ora a barcollare, poi il 14 ottobre 1980 subiranno la cocente sconfitta dalla "marcia dei quarantamila" colletti bianchi, che portò nelle fabbriche a ristabilire l'autorità del management e la cessazione dei conflitti.

Un anno il 1972 dove queste avventate scelte costringerà il governo nell'autunno del prossimo anno ad emanare misure d'austerità di tipo bellico: andare a piedi la domenica; limitare il riscaldamento, l'illuminazione in casa e nelle insegne; andare a letto presto (Tv e cinema fino alle 23) ecc. Misure che faranno cambiare molte quotidiane abitudini ai cittadini, non potendosi più permettere (dicono - ma presto sapremo che fu una grande truffa) l'Italia un deficit nella bilancia dei pagamenti, che la crisi dovuta alla svalutazione e inconvertibilità in oro del dollaro ha comportato, con un maggior costo nelle importazioni ma anche il crollo delle esportazioni, fra l'altro queste ultime non in area dollaro; mentre in dollari si pagano petrolio, materie prime e paradossalmente (con l'Italia fino a ieri contadina) prodotti agroalimentari, visto che si sono incentivati nel Paese senza una logica ambientale due soli settori: la chimica e la siderurgia, invece dell'agricoltura che è ancora ferma alla zappa, o negli allevamenti di bestiame anche questi fermi a qualche pollo nei cortile di qualche vecchio piccolo podere.

Carenze su ogni fronte, nonostante circolino 12.484.000 di autovetture e se ne producono circa 1.800.000 anno. Ormai le auto sono divenute il talismano della dignità degli italiani, li hanno persuasi che non è "uomo chi non è automobilista".
Serve l'auto a soddisfare il desiderio di affermare il proprio successo e con la sua cilindrata il simbolo dello stato sociale raggiunto. Per averla si è disposti a qualsiasi sacrificio e a firmare un pacco di "pagherò", facendo dimenticare o volutamente ignorare i guasti che questa corsa e questa foga comportavano alla collettività, afflitta da alcuni anni da gravi carenze - nonostante i "miracoli" passati - dentro ogni settore: della sanità, dei servizi, del sociale. 

Un anno con negativi risultati a causa di una programmazione economica fatta nei precedenti anni, che ora la crisi sta ingigantendo e ingarbugliando portando tutti i nodi al pettine. Nei prossimi 8 anni eroderà alle famiglie italiane con la recessione e le inflazioni a due cifre 116.000 miliardi (teniamo presente che il bilancio del 1971 era di soli 23.449 miliardi). L'Italia con il suo deficit nel debito pubblico, balza già al primo posto dell' "Europa dei 10" - un posto nella classifica che non abbandonerà più fino e forse molto oltre il 2000, visto che già nel 1988 il suo disavanzo era quasi pari all'intero PIL del Paese, nonostante la ripresa.

Non solo erosione di risparmio familiare temporaneo! Il cittadino italiano di questo periodo sta lasciando non solo ai figli, ma ai suoi nipoti, i suoi debiti per le allegre gestioni di queste dissennate scelte di politica economica, attuate da dilettanti, ignorando non solo le ferree leggi economiche che dovevano tenere conto di una vocazione nazionale, delle risorse delle materie prime, del potenziale mercato interno ed esterno, della caratteristiche del territorio e del contesto sociale: ma essere anche attente a una logica contabile (quasi da serva); cioè chi avrebbe poi pagato questi enormi debiti che stanno ora iniziando e crescendo in forma esponenziale (gli interessi sugli interessi) inarrestabile e che stanno non attenuando ma sempre di più aggravando le disfunzioni strutturali dell'economia italiana, sia privata sia pubblica, che la crisi mondiale ha ora portato al capolinea; e non perché è debole la sua moneta ma perché è debole la sua economia, che riprenderà solo negli anni '80 e non certo per merito di una nuova e più illuminata coalizione di governo ma solo perché tornerà una ripresa internazionale che influenzerà positivamente i mercati europei, per nulla penalizzati come quello italiano, che registrerà invece inflazioni di tipo sudamericano, e in 10 anni assumerà debiti per i successivi 60 anni (per due generazioni).

Purtroppo è l'anno della continuità dell'improvvisazione, delle incapacità e della confusione dei governi che si succederanno, e che fin dai primi giorni appaiono già con le tare ereditarie. Troviamo infatti  un Presidente della Repubblica, LEONE, scelto dai partiti di centro con l'apporto dei voti del MSI.
Si afferma da più parti, che è stato mandato al Quirinale solo per contrastare gli sviluppi della "strategia dell'attenzione" indicata da MORO o per sfuggire agli  "equilibri più avanzati" suggeriti dai socialisti. Leone, infatti, non creerà mai un saldo ancoraggio ad un consistente gruppo politico, sempre fragile nella coalizione, sussultorio e con scarsa omogeneità nella direzione politica nel governo e dentro i partiti che lo compongono.
Il "restauratore" (così è chiamato) per la prima volta dal dopoguerra, appena s'insedia al Quirinale (dopo soli 30 giorni) scioglie anticipatamente le Camere. Condizionerà tutti i governi successivi, fino a quel giorno in cui MORO sarà assassinato alla vigilia di un accordo col PCI.
Dopo pochi giorni si scatenerà una feroce campagna di stampa contro di lui, e dopo un mese sarà costretto il Presidente della Repubblica a dimettersi prima di porre fine al suo settennato; opaco politicamente (pur essendo un precoce, geniale e insigne personaggio del foro), apparentemente ininfluente, ma devastante per la politica, dove troviamo tutti i leader e quelli al governo, incapaci di gestire l'ordine pubblico, i conflitti sociali, il terrorismo, l'economia, ma abilissimi a gestire solo i propri "feudi" elettorali.

Un periodo italiano opaco, ma dove negli angoli più oscuri del paese, si sono moltiplicati i gruppi eversivi rivoluzionari e controrivoluzionari, i "controllati" e gli "incontrollati", le cui matrici ideologiche sono rimasti sempre un mistero, e il colore dei militanti un vero rebus.

Nel corso dell'anno, infatti, non ci sono solo i problemi dell'economia. C'è l'escalation del terrorismo nero e rosso (mai nessuno ha accennato al bianco pur essendoci deduzioni e palesi relazioni in molti fatti e personaggi), dove la militanza degli uni si confonderà molto spesso con gli altri. I colori sotto la pelle sono diversi, ma sopra sono uguali e ognuno ignora in realtà chi è veramente l'altro che ha accanto, che sollecita la lotta o partecipa alle "missioni".
Alcuni lo scopriranno in seguito, ma con ritardo, perché molti, canteranno, tradiranno, si pentiranno, parleranno di connivenze vere o millantate. Alcuni erano fatti di questa pasta, e non furono certo dei protagonisti, ma solo comparse senza "carattere" e coerenza; altri invece, taceranno sempre, e non conosceremo mai la verità.
Si giustificheranno i primi nella sconfitta affermando che furono "errori di analisi", e il terrorismo il "male necessario". Più avanti sapremo, che le loro gesta servirono, in buona fede o no, ai conservatori e ai reazionari per frenare lo sviluppo civile, politico ed economico del paese. Riuscirono a sfasciare e a far degenerare le istituzioni dove c'erano piccoli uomini, impreparati a fronteggiare simili situazioni.

Il 1972, dopo l'irrisolto mistero della strage di Piazza Fontana, il fallito colpo di Stato, e il primo sequestro firmato dalla Brigate Rosse il 3 marzo, è l'anno dove tutti vogliono capirci qualcosa. Per difendersi o attaccare, ma dove gli uni temono gli altri, e reciprocamente congiurano organizzandosi autonomamente. Si organizzano anche "singolari" servizi segreti, dove ormai ognuno ha il suo. Rumor è ben saldo al ministero degli interni e ha il più potente apparato a sua disposizione, ma anche gli altri hanno il proprio, con o senza alleanze, in concorrenza, per spiare, prevenire, contrastare, controllarsi a vicenda.
Perfino singoli generali autonomamente creano reti informative parallele o traversali. Ognuno ha la sua strategia, la sua "missione", il suo progetto, la sua filosofia, il suo referente, e i suoi mezzi più o meno ortodossi pari agli altri, che ormai si sono infiltrati ovunque, in una totale ambiguità e spesso anche... ubiquità.

Più ci sono quelle estere, ma solo a guardare e a non intervenire, o a intervenire ma senza guardare. L'Italia nello scacchiere mondiale in questo periodo non è un problema per l'Alleanza atlantica, la stessa Russia non s'imbarcherebbe in un'avventura per appoggiare un colpo di Stato rosso, né per contrastare un colpo di Stato nero.
L'America (che non ha mosso un dito per Praga o Budapest) sta avviandosi verso la distensione internazionale con la Cina di Mao (vedi visita di Nixon il 21 febbraio) e con la stessa Russia di Breznev (visita di Nixon il 30 maggio). Entrambi due mondi alla deriva per non dire in palese fallimento.
Tuttavia, all'isola della Maddalena quest'anno, il 21 settembre, l'America ha piazzato la sua base di sommergibili nucleari, ed entra contemporaneamente in funzione in una città veneta il suo centro strategico operativo del sud Europa. Un "ombrello" che copre tutta l'area balcanica e il Mediterraneo (vedi 21 settembre).

L'Italia in poche parole è colonizzata militarmente e i golpe non sono presi nemmeno in considerazione, e se accadranno sono escluse le ripercussioni internazionali. L'Italia o in rosso o in nero è considerata pericolo Zero. Esclusa in ogni caso anche una guerra civile. Non siamo nel 1948! C'è una massa sociale pigra, annoiata, agnostica. Dopo il '68-'69-'70 si è rinchiusa nel privato. Un paese così poco unificato non fa blocco come i francesi intorno alle istituzioni. Ha poco da contrapporre, manca la coscienza nazionale. I francesi hanno fatto tre rivoluzioni democratiche borghesi, gli italiani hanno invece compiuto lo scorso anno i cent'anni dell'Unità con una democrazia voluta da uno sparuto gruppetto di cui si potrebbe fare i nomi su poche pagine. Hanno vissuto poi la delusione del fascismo. Infine la lotta partigiana fu di un mezzo suo popolo, non in tutte le regioni, e non con identici obiettivi e risultati, politici, sociali, territoriali, economici. 
Negli Anni Sessanta poi questa divisione si accentuò non solo per volontà, ma opportunismo politico-affaristico trasformando la metà del Paese in terra di conquista elettorale per alcuni e un grande affare per altri. Entrambe le due cose hanno fatto dimenticare a molti gli ideali della storia dei partiti e di certe istituzioni, perfino in quella più antica, l'unica che ha sempre fatto blocco: la Chiesa. L'hanno messa da parte. Gli affari contarono più di tutti i valori, e certe bandiere simbolo di cui si erano appropriati le usarono solo per la facciata, tradendo ideali e valori per massificare tutto. 

Infatti, oltre alla distensione internazionale abbastanza esplicita nei fatti come abbiamo visto sopra, in Italia le ragioni delle profonde incompatibilità fra i partiti stanno praticamente  sparendo. Le spinte sindacali e le pratiche clientelari stanno introducendo nel sistema italiano un apparente socialismo reale fondato solo sul compromesso. Gli esperimenti cinesi e sovietici sono falliti. Le rivoluzioni sono irreali. Tutti i partiti si sono convinti arrogantemente non di rappresentare ma di essere loro l'opinione pubblica. Insomma il consociativismo della partitocrazia fa il suo ingresso nella politica italiana. Lo stesso Berlinguer (per i fatti cileni, o imitando il PC francese) con il suo "compromesso storico" legittimò la partitocrazia e avallò il regime con la "coesistenza".

Il prossimo settembre (il 28) Togliatti sarà esplicito su Rinascita con un titolo: "Necessaria una riflessione attenta sul quadro mondiale. Imperialismo e coesistenza alla luce dei fatti cileni". In sostanza un abbraccio. L'alternanza della sinistra era diventato ormai un sogno. Era più utile fare una "alternativa democratica", che poi era una "democrazia consociativa", vale a dire una partecipazione al potere.
Per il momento tutto questo è cronaca, poi diventerà la storia degli anni che seguiranno. Comuqnue è una formula che fallirà - per le riluttanze della  DC , l'opposizione del PSI e i dissensi all'interno dello stesso  PCI - ma che avrà il merito di raccogliere le più importanti forze politiche e sociali nella lotta al terrorismo e nel superamento delle gravi emergenze economiche e finanziarie di quelli che saranno chiamati gli "anni di piombo".

Eppure qualche politico quest'anno, straparla, come FORLANI, che in un comizio (5 Nov. a La Spezia) afferma persino di avere una documentazione e indica che c'è in corso un inquietante e pericoloso disegno eversivo della destra, organizzato e finanziato da italiani, oltre che da forze internazionali. Qualcuno chiede di spiegarsi, di fare i nomi. Ma tace; e tace perché non sa nulla.
Nessuno era in grado di spiegare qualcosa (né saranno capaci in seguito) ne del resto sa cosa dire. Non sanno dire a marzo per chi operava il FELTRINELLI e come e perché saltò in aria; a maggio chi uccise il Commissario CALABRESI anche se erano in molti a volerlo, direttamente o indirettamente; a fine maggio chi fece saltare in aria i carabinieri a Peteano; e in ottobre chi mise undici bombe sui treni pieni di sindacalisti.
Verranno fuori in seguito gli autori materiali, ma mai si è saputo qualcosa dei referenti, gli organizzatori, gli aiuti finanziari logistici e di copertura, anche quando alcuni finirono nelle reti di qualche solerte generale antagonista di un altro generale.

 

E' insomma, come abbiamo appena letto, un anno dove accadono molte cose, e vale la pena di seguirne ora la cronologia mese per mese

 

15 GENNAIO - Fra i partiti di centrosinistra, i primi contrasti erano già scoppiati a dicembre con l'elezione di LEONE portato al Quirinale con i voti del centro e l'appoggio del MSI. Altri contrasti erano già avvenuti in precedenza dentro il governo con il PRI dove polemicamente LA MALFA non condivideva la politica economica del governo. Il suo definitivo ritiro dalla maggioranza costringe COLOMBO a dimettersi. Riceverà nuovamente l'incarico il 21 per un'altra formazione, ma il 1° febbraio sarà costretto di nuovo a rinunciare. - La direzione del PSI il 7 febbraio esprime le sue preoccupazioni per la "spinta a destra" del Paese dopo "l'anomala" scelta che è stata fatta per il Quirinale (Leone)

22 GENNAIO - A Roma avvengono scontri tra extraparlamentari e forze dell'ordine nel corso di una manifestazione contro i colonnelli greci responsabili di aver soffocato la democrazia nel paese con una svolta autoritaria a destra. Nella manifestazione, chiare sono le allusioni all'inquilino salito sul Colle con i voti della destra, e tutti pensano che prima o dopo lui dovrà esprimere la sua gratitudine, e pagare il conto con qualche "sì", non proprio gradito agli italiani..

COMUNITA' EUROPEA - Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca e Norvegia sottoscrivono il trattato di adesione alla CEE. Polemiche aspre nei due ultimi paesi dove la popolazione chiede il referendum. La Danimarca ottiene il favore con il 56% dei voti, la Norvegia invece ottiene il 54% contro l'entrata. Una svolta pure in Francia, con POMPIDOU che si mostra più duttile per l'ammissione della Gran Bretagna alla CEE: poi, un referendum dei cittadini confermerà il sì all'ingresso.

18 FEBBRAIO - Per la formazione del governo si affaccia alla ribalta GIULIO ANDREOTTI incaricato il 5 febbraio. Un primo tentativo lo aveva fatto nel 1970, ma fallì per l'opposizione del PSU alla sua designazione.
Mentre questa volta tentando ambiziosamente di formare un governo monocolore tutto DC, gli ostacoli li trova paradossalmente dentro la segreteria democristiana.
La sua lista dei ministri ha accontentato pochi, mentre ognuno con la sua corrente vuole contare di più di quelli che sono stati designati. Fra polemiche e insofferenze Andreotti concilia e accontenta,  riesce persino a salire al Quirinale per il giuramento, ma non si presenta DONAT CATTIN il leader della sinistra di Forze Nuove nominato ministro del lavoro.
Questo governo che nasce nella polemica e anche monco, si presenta il 26 al Senato che non gli concede la fiducia. Andreotti è nelle sabbie mobili, dalla sua parte ha solo la DC e nemmeno compatta, e sono troppo pochi i 151 voti a favore contro i 158 no. E' costretto a dimettersi. La sua prima "avventura" è durata 8 giorni!

LEONE non chiama nessuno sul Colle per le consultazioni, e due giorni dopo, il 28, giustificandosi che i partiti non esprimono una maggioranza, per la prima volta nella storia della Repubblica scioglie le Camere e fissa la data delle nuove elezioni il 7 maggio. Il primo colpo di teatro è consumato. I timori di una svolta a destra ora si fanno ancora più preoccupanti.

 

21 FEBBRAIO - Disgelo nei rapporti fra Stati Uniti e Cina, e subito dopo con i Sovietici. La famosa partita di "ping pong" ha dato i suoi frutti diplomatici. NIXON accettando l'invito cinese dello scorso anno, si reca nella Repubblica Popolare ad incontrare MAO. - Il 20 maggio Nixon si reca poi in Unione Sovietica. Con LEONID BREZNEV a Mosca firma un'intesa sugli armamenti strategici e vari accordi commerciali. I tre potenti accelerano con questi incontri un vero processo di distensione internazionale. Le ripercussioni psicologiche sono notevoli.
Purtroppo in Italia i gruppi extraparlamentari della sinistra con idee rivoluzionarie sembrano non accorgersi (o sono proprio questi accordi il motivo scatenante - vedi più avanti, i TUPAMAROS) di certi mutamenti politici ed economici planetari. Intanto a Pechino è già arrivata la Coca Cola, mentre in Russia,  Breznev ha chiesto grano all'America.

Eppure alcuni gruppi si gettano ancora nella rischiosa avventura politico-ideologica. Errori che chiameranno in seguito, dopo il fallimento, "errori di analisi". - Ma quale complessa analisi? Bastava seguire i giornali e riflettere un poco. Tutti i pilastri ispiratori stavano crollando. Rivoluzioni leniniste e Rivoluzioni culturali si stavano rottamando chi per una pagnotta e chi per una bibita americana, perché affamati o assetati di libertà. Quella libertà occidentale messa però in discussione da qualche italiano inetto o frustrato.

3 MARZO - (teniamo a mente questa data) -Un gruppo di brigatisti sequestra a Milano l'ing. MACCHIARINI un dirigente della Sir-Simens. Alla stampa è recapitata una foto dove il dirigente appare con una pistola puntata alla tempia. Per la prima volta l'atto terroristico è rivendicato e firmato dal gruppo delle Brigate Rosse. 
"Milano- .... Idalgo Macchiarini sequestrato questa sera verso le ore 19, da tre persone mascherate: uno l'ha tenuto per le braccia, gli altri due lo hanno colpito con pugni; poi lo hanno rinchiuso nel cassone di un camioncino che si è diretto verso la periferia. Qui gli aggressori hanno legato le caviglie del Maccarini, gli hanno serrato le mani con delle manette e lo hanno nuovamente colpito col calcio delle pistole; quindi gli hanno appeso al collo un cartello in cui è sotto una stella a cinque punte, scritto in stampatello, a grossi caratteri: "Brigate Rosse. Mordi e fuggi! Niente resterà impunito! Colpiscene 1 per educarne 100! Tutto il potere al popolo armato!". Con questo cartello il Macchiarini è stato fotografato dagli aggressori, che si sono allontanati, dicendo: "Non muoverti. Ti veniamo a riprendere". Il Macchiarini è riuscito però a slegarsi e a uscire dal camioncino, raggiungendo una cabina telefonica da dove ha chiamato la polizia" (Comun. Ansa, 3 marzo, ore 23.42).

3 MARZO - Nello stesso giorno, è arrestato su ordine di un magistrato di Treviso, PINO RAUTI, fondatore di Ordine nuovo, che il giudice Stiz ritiene essere un gruppo eversivo fuorilegge del ricostituito partito fascista; è incriminato anche per gli attentati sui treni del 1969, e in seguito per la strage di Piazza Fontana a Milano, dove si seguita invece ad indagare sugli anarchici (con Valpreda in carcere da quindici mesi) contrariamente alle indagini di Treviso che invece sono rivolte alla pista nera. Rauti alla fine del mese sarà scarcerato per insufficienza di indizi, e alle prossime elezioni politiche messo nelle liste del MSI viene eletto deputato.

 

4 MARZO - PIERO OTTONE a Milano, assume la direzione del Corriere della Sera, in sostituzione del direttore GIOVANNI SPADOLINI. Ottone e la proprietà (I Crespi) della testata ritennero che c'era l'esigenza, nella società post-sessantottina, di manifestare altre opinioni, ricercando voci meno conformiste e meno tradizionali. Sempre legato il giornale al moderatismo borghese lombardo quindi a un certo conservatorismo, il quotidiano e Ottone - secondo alcuni - violarono questa tradizione e vocazione, dando perfino spazio dal prossimo gennaio '73, alla voce più perturbatrice, meno conformista e meno tradizionale d'Italia: PIER PAOLO PASOLINI. In prima pagina, proprio a questo conservatorismo Pasolini non si fece scrupolo di accuse cocenti.

Di questa collaborazione (dal '72 al '75) gli articoli passeranno alla storia come "gli scritti corsari", quasi un diario, politico, culturale, cronachistico, letterario, dai toni spregiudicati ma interprete dei fatti e della realtà contemporanea.
Un atteggiamento che non piace a molti lettori che faranno un volantinaggio definendo il giornale "quotidiano della sovversione nazionale" ed invitando i lettori a non comprare il giornale.
In effetti il cambiamento di rotta, sollevò aspre polemiche, ironie e dissenso nei lettori, che accusarono Ottone di essere "filocomunista".
Polemiche all'interno anche del giornale, dove troviamo INDRO MONTANELLI così insofferente, che subito ne approfittò CEFIS, il capofila rampante della "razza padrona"  di Montedison, che lo aiutò a uscirne e a finanziarlo per un "suo" (ma di chi ?! visto che era Cefische pagava!) "Giornale nuovo".
Cefis metterà poi le mani anche sulla Gazzetta del Popolo di Torino e sul Messaggero di Roma, creandosi la sua corte per confiscare mezzo potere politico ed economico d'Italia.

11 MARZO - PIERO OTTONE non fa in tempo a sedersi sulla scrivania del Corriere, che deve difendersi da un attacco selvaggio e da un'improvvisa esplosione di furore teppista alla sede di Via Solferino. (fatta da chi?).
La scintilla è scaturita dalla concomitanza fra due manifestazioni di tendenza opposta: una della "maggioranza silenziosa" d'estrema destra, l'altra formata da gruppi di anarchici e maoisti ed estremisti di sinistra a favore della scarcerazione di Valpreda in galera, ritenuto innocente e colpevoli i fascisti. Barricate, automobili rovesciate e incendiate, agenti strappati dalle macchine e percossi. I manifestanti sono armati di sbarre, bastoni, fionde, sassi, tondini di ferro, bulloni e bottiglie incendiarie "Molotov".
Gli scontri causano un morto e un'ottantina di feriti, molto dei quali fra le forze dell'ordine.
Al "nuovo" Corriere tanta amarezza, visto che era accusato di essere fazioso e di essere la voce dei complici di coloro che volevano nascondere la scomoda verità neofascista sulla strage di Piazza Fontana. E le responsabilità maggiori sono affibbiate  a quell'uomo, capo dell'ufficio politico della questura di Milano, indicato come il "nemico numero uno", scatenando un'infamante campagna d'odio: il commissario CALABRESI.

13-17 MARZO - "A Milano si apre il XIII congresso "straordinario" del PCI. E' il primo che si svolge, in clima eccezionale, alla vigilia di elezioni anticipate e segnerà il cambio della guardia fra la "vecchia" generazione dei LONGO e la nuova, di BERLINGUER. AMENDOLA anello di congiunzione. "Esce simbolicamente la vecchia guardia togliattiana.... subentra una generazione nuova....una generazione giunta alla maturità attraverso le campagne parlamentari, non attraverso il carcere o l'esilio in maniera oltremodo contraddittoria: è maturata in altre parole, nello stesso tempo, in sintonia e in polemica con il sistema democratico italiano". Questo era il titolo dell'articolo sul Corriere d. S. di ENZO BETTIZA del 12 marzo.

14 MARZO - Un inquietante interrogativo si pone l'Italia la mattina di questo giorno, quando viene trovato sotto un traliccio a Segrate, il corpo di FELTRINELLI, dilaniato da una carica di tritolo. Subito si attribuisce al famoso editore, di essere  il capo dell'organizzazione rivoluzionaria di sinistra dei GAP (Gruppi di azione partigiana) ma si svolgono alcune manifestazioni della sinistra accusando che i mandanti assassini sono invece nell'alta borghesia........

16 MARZO - *** "Un documento sottoscritto, fra gli altri, da Camilla Cederna, da Giuliano Spazzali (Il famoso avvocato che difese Cusani al processo Tangentopoli Ndr.), Enzo Paci, Marco Fini, Movimento studentesco  milanese e Manifesto, afferma che "Feltrinelli è stato assassinato" (Comunic. Ansa, ore 18.40) (ma arriva subito la smentita)

 *** "Il Manifesto precisa in un suo comunicato di non essere tra i firmatari del documento che definisce un "assassinio" la morte di Feltrinelli" (Comun. Ansa, ore19.30) (mentre invece...)
*** "Potere Operaio" ha diffuso stasera un comunicato in cui è detto che "Il compagno Feltrinelli è caduto da rivoluzionario in un'imboscata del nemico di classe, ma i suoi assassini non la faranno franca. La resa dei conti è vicina"
(Comun. Ansa. ore 01.30)

*** "Si rifanno vive le BR con un comunicato stampa" nel quale si afferma che "Feltrinelli, militante comunista dei Gap. è stato assassinato. Feltrinelli è l'ultima vittima della reazione fascista e dei servizi segreti dello stato...che dopo Piazza Fontana, ora imbocca quella del terrorismo selettivo, un assassinio politico premeditato" (Comun. Ansa, del 24 marzo, ore 22.09)

 

Sulla morte di FELTRINELLI "Potere Operaio" scrive "Lo dipingono ora come un isolato, come un avventuriero, come un deficiente o come un crudele terrorista. Noi sappiamo che dopo aver distrutto la vita del compagno Feltrinelli ne vogliono infangare e seppellire la memoria, come si fa con i parti mostruosi. Si', perché Feltrinelli ha tradito i padroni, ha tradito i riformisti. Per questo tradimento è per noi un compagno. Per questo tradimento i nostri compagni delle organizzazioni rivoluzionarie, gli operai di Avanguardia chinano le bandiere rosse in segno di lutto per la sua morte. Un rivoluzionario è caduto".

La cronaca - A Segrate, un uomo, travestito e con documenti falsi (a nome di un certo Vincenzo Maggioni), è stato rinvenuto ucciso, dilaniato, da due esplosioni di candelotti di nitroglicerina,  sotto un importante traliccio elettrico; se le cariche fossero scoppiate, tutta Milano  sarebbe rimasta praticamente paralizzata; treni, metropolitana, filobus ecc. 
A riconoscere, "l'uomo ricco che non poteva soffrire i ricchi", è proprio il molto discusso commissario CALABRESI. 

16 MARZO - "Milano - Negli ambienti della procura milanese, dove sono in corso incontri e accertamenti, si dice che il nome dell'attentatore è "un nome grosso, molto noto a MIlano". In realtà già da stamani circola la voce che il nome sia quello dell'editore GIANGIACOMO FELTRINELLI"  (Comun. Ansa, 16 marzo, ore 13.42).

"Roma - Un documento, sottoscritto, fra gli altri, da Camilla Cederna, Giuliano Spazzali, Enzo Paci, Marco Fini, Paolo Portoghesi, Novimento studentesco milanese e "Manifesto", afferma che "Feltrinelli è stato assassinato" (Ib. ore 18.40)
"Il "Manifesto" precisa in un comunicato di non essere tra i firmatari"(Ib. ore 19.30)

" Il corpo dell'attentatore di Segrate è quello di Feltrinelli. Il riconoscimento è avvenuto questa sera all'obitorio" (Ib. ore 23.51)

Feltrinelli era convinto che in Italia le destre fossero in procinto di preparare un colpo di Stato "d'accordo con alcuni apparati del potere esecutivo e oscuri porta parola dell'industria e della finanza" (questa è una versione), e che operasse deciso ad attrezzare parte delle sinistre extraparlamentari militarmente - rispolverando i GAP (di partigiana memoria) - in modo da organizzare nella clandestinità un "contro colpo di Stato" che paralizzasse quello della destra".

L'editore oltre che possedere moltissimo denaro per mettere in atto questo disegno dal punto di vista logistico, era un uomo di proporzioni internazionali nel movimento delle estreme sinistre, e ha indotto molti osservatori degli organismi antispionistici (lo vedremo poi con il rapporto della CIA) a pensare, che esistesse un collegamento con il piano mondiale dei TUPAMAROS; documenti che rivelano che le Brigate Rosse si stanno preparando a passare ad azioni violente come quelle sudamericane: "requisizioni", "verdetti", "guerriglie urbane", "espropriazioni proletaria", "attentati",  sequestri di politici e industriali da mettere nelle "carceri del popolo", per poi  processarli "come nemici del popolo".


Vale la pena leggere "CHI ERANO I TUPAMAROS" (vedi - a fondo pagina) e come questi ispirarono l'infantilismo rivoluzionario italiano, pur avendo sott'occhio il clamoroso fallimento delle rivoluzioni sovietiche e quelle cinesi; che sia in Francia sia in Germania, erano state liquidate e stroncate in pochi mesi con ben altra maturità civile e volontà politica, perfino... dalla sinistra trotzkista. Vale la pena di leggere sotto il capitolo Tupamaros perché accadono in altri Paesi, molte cose che hanno un'analogia inquietante con quello che sta accadendo in Italia in questo mese, nel prossimo e nei prossimi anni.

16 MARZO - Imbarazzo al ministero della difesa, nel governo e in certi partiti. L'ammiraglio GINO BIRINDELLI (comandante del settore Mediterraneo Nato - Non della congrega della San Vincenzo) appare in una clamorosa intervista su Il Secolo, dove esprime i suoi dubbi sull'obbedienza alle istituzioni in caso di vittoria delle sinistre, e dubbi sull'obbedienza ad eventuali ministri comunisti. Per dare ancora più peso alle pesanti affermazioni annuncia di aver dato la sua adesione al MSI-DN. Tutto questo a pochi giorni dalle elezioni politiche. Un grosso regalo ad Almirante, che il prossimo anno  nominerà Birindelli presidente del partito.

1-3 APRILE - Si tiene a Rimini il convegno nazionale di Lotta Continua. In un intervento, ADRIANO SOFRI afferma che "è necessario preparare il movimento ad uno scontro generalizzato che ha come avversario lo Stato e come strumento la violenza rivoluzionaria". Intanto il suo giornale prosegue imperterrito nella campagna "infamante" (lo ammetterà in seguito lo stesso Sofri) contro il nemico numero uno: il commissario Calabresi. Non solo accusato di aver ammazzato Pinelli, ma indicato come il "depistatore delle indagini sulla matrice terroristica dei neofascisti, l'uomo che pratica la violenza quotidiana al servizio del potere, il nemico del proletariato".

11 APRILE - "Roma - E' uscito oggi il primo numero del nuovo quotidiano del mattino "LOTTA CONTINUA", Direttore del giornale è la giornalista ADELE CAMBRIA" (Comun. Ansa, ore 11.22)

12 APRILE - Il ministro degli Interni RUMOR, dopo gli sviluppi delle indagini sul caso Feltrinelli, che hanno scosso l'opinione pubblica e ha inquietato tutto il mondo politico (alcuni si chiedono sgomenti, ma quanti altri Feltrinelli esistono allora nell'industria e nella finanza? "che tradiscono i padroni" come afferma trionfalisticamente LC), e dopo gli interventi di Sofri a Rimini, fa scattare una vasta operazione antiterroristica su tutto il territorio nazionale. Sono controllate 163.000 persone, di cui 469 sono arrestate per possesso di armi o mezzi di propaganda eversiva. Le perquisizioni in varie "centrali" di gruppi estremistici, hanno permesso di trovare numerose armi da guerra e alcune carte nei covi di Milano dell'ex Gappista dilaniato a Segrate.

"Un vero e proprio programma di organizzazione militare. Così è stata definita la serie di appunti trovati nell'appartamento di via Legnano 32. Prevedono la formazione  di squadre, di plotoni, di compagnie, di un comandante. Dotazioni di materiale e mezzi; bombe, micce, bottiglie incendiarie. Gli obiettivi sono indicati in caserme, centrale telefoniche, scuole, automezzi della polizia e altri"  (Comun. Ansa. 21 Marzo, ore 22.37)

 Queste carte confermerebbero alcuni collegamenti di due "centrali" del Feltrinelli con il gruppo tedesco a Francoforte di A. BAADER e della U. MEINHOF. Gruppo che in pochi mesi ha abbattuto cinque funzionari della polizia, sconquassato con bombe le redazioni dei giornali di tutta la Germania, seminato dappertutto il terrore.
Confermano inoltre le indagini, l'esistenza in Italia delle "avanguardie del popolo armato" pronte a passare ad azioni violente dello stesso tipo (queste conferme vengono dalla CIA; piombata a Milano da Francoforte).

Pronto e immediato l'attacco di "Potere Operaio" - Milano - In una conferenza stampa. Due dei principali esponenti del movimento, Oreste Scalzone e Franco Piperno, hanno detto, a proposito della morte di Feltrinelli, che si è trattato di "un complotto organizzato, attraverso i fascisti, direttamente dalla Cia". Essi hanno aggiunto che Feltrinelli faceva parte dei Gap (gruppi di azione partigiana), un movimento politico che si svolge nella clandestinità" (Comun. Ansa, 21 marzo, ore 17.43)

18 APRILE - Il giudice SOSSI (teniamo a mente questo nome!) a Genova, PM nella requisitoria, ha chiesto (e sono state date) pesanti condanne e quattro ergastoli ai componenti della "22 Ottobre", gruppo responsabile di attentati, rapimenti, e per l'uccisione del fattorino Floris, oltre a furti di armi. Sossi inizia a non ricevere simpatia, è soprannominato il "dottor manette". Fa arrestare il nipote di Togliatti ed ex capi partigiani, accusati di far parte delle BR. Indaga su "Soccorso rosso" di DARIO FO, un'organizzazione - afferma il magistrato - dove si celerebbe un piano eversivo e una rivolta nelle carceri. Lo scontro tra Dario FO e SOSSI è violento e infuocato. Sull'Unità e sul Secolo XIX Fo dichiara: "Sossi ha imbastito una farsa che in teatro finirebbe al primo atto tra i fischi". - 
"Era un uomo al centro di mille polemiche" titolerà in seguito il Corriere d. S. del 19 Apr.'74, quando entrato nel mirino delle BR, un commando con una fulminea impresa rapisce il magistrato e comunica: "Deve pagare! Sossi è rinchiuso nella prigione del popolo, e sarà condannato a morte se non sono subito rilasciati gli 8 detenuti in carcere".

5 MAGGIO - A Pisa, sede storica di Sofri e della sua prima rivista Nuovo impegno, convergono gruppi di extraparlamentari per impedire che si svolga un comizio della destra dove è impegnato a parlare per la campagna elettorale del MSI-DN, Giuseppe Nicolai. Avvengono scontri e cariche fra dimostranti e poliziotti. Si registrano numerosi feriti; muore un giovane di vent'anni, "l'anarchico" Franco Serantini.

 

NEI PROSSIMI DUE GIORNI il 7 e 8 Maggio
SI SVOLGONO LE ELEZIONI POLITICHE

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