ANNO 1982

CRONOLOGIA DELL'ANNO ( 2a PARTE )

 

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ANTEFATTO: 

(altri particolari nell' anno 1981)


ANTECEDENTI - "MILANO 20 maggio 1981. Il Presidente del Banco Ambrosiano, ROBERTO CALVI è stato arrestato stamane su ordine della magistratura milanese"
(Comun. Ansa ore 11,14).
"Oltre Calvi, che è anche presidente della "Centrale Finanziaria", su ordine del sostituto procuratore Gerardo d'Ambrosio sono stati arrestati l'ex direttore generale Cappugi, l'ex presidente della stessa Centrale e ora presidente della Toro Assicurazioni, Antonio Tonello, Carlo Bonomi (figlio di Anna Bonomi Bolchini), presidente della Invest, Mario Valeri Manera e Aladino Monciaroni. Il cavaliere del lavoro Calvi è stato arrestato nella sua abitazione e trasportato al carcere di Lodi" (Ib. ore 11,51). A tutti gli arrestati viene contestata la violazione dell'articolo 1 della legge 159 sull'esportazione illecita di valuta"  (Ib. ore 12.44).

"MILANO 20 luglio, 1981. Roberto Calvi è stato condannato a quattro anni di reclusione e a 15 miliardi di multa, oltre un miliardo e mezzo di pene accessorie. Per quanto riguarda gli altri imputati, pene da un anno e 10 mesi a tre anni e multe da cinque a otto miliardi di lire. A tutti gli imputati sono stati condonati due anni di reclusione, con la concessione per tutti della libertà provvisoria"  (Ib, 29 luglio 1981, ore 19,14).

"ROMA. 12 giugno 1982 - Il finanziere Roberto Calvi è scomparso dalla sua abitazione romana in piazza Capranica. Un esposto a questo proposito è stato presentato da un suo legale alla procura" (Ib. ore 13,04).

"MILANO, 17 giugno 1982 - Al termine della riunione del consiglio di amministrazione del Banco Ambrosiano è stato diffuso il seguente comunicato: " Il consiglio di amministrazione, dopo aver esaminato la eccezionale situazione determinata dai recenti eventi, su proposta del vicepresidente Rosne ha deliberato, al fine di impedire che possa derivare pregiudizio al banco, agli azionisti, ai depositanti, alla clientela e ai dipendenti, di richiedere, ai sensi dell'articolo 57 della legge bancaria, lo scioglimento degli organi amministrativi e la nomina di un commissario" (Ib. 17 giugno, ore 18,52).

"ROMA - Il ministro del tesoro ha deciso lo scioglimento degli organi amministrativi del Banco Ambrosiano e ha nominato commissario provvisorio il dottor Vincenzo Deasrio" (Ib. ore 19,29)

"MILANO - La segretaria di Roberto Calvi, Teresa Graziella Carrocher, si è suicidata" (Ib. ore 19,37).

"Teresa Graziella Carrocher (55 anni) si è tolta la vita poco prima delle 19, gettandosi dal quarto piano dell'edificio dove ha sede il Banco Ambrosiano. La donna nubile, non ha resistito allo choc provocato dalla improvvisa scomparsa di Calvi ed alla situazione che si è venuta a creare nell'istituto. Ha lasciato un biglietto, scritto a mano con un pennarello rosso, nel quale, con riferimento a Roberto Calvi, dice tra l'altro ..."Che vergogna, scappato, Sia stramaledetto per tutto il male che ha fatto al Banco e a tutti noi" (Ib. ore 20,47).

"LONDRA, 18 giugno 1982 - Il presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi è stato trovato morto, appeso ad un'impalcatura, sotto il ponte dei Blackfriars, (Ponte dei Frati Domenicani) sul Tamigi".( Ib. ore 08,00, 18 giugno, 1982).

"LONDRA, 20 giugno 1982 - Secondo un detective della "city, John White, la morte di Calvi "appare un classico suicidio, ma c'è un mucchio di domande che aspettano risposta", Un elemento di mistero è dato da ciò che è stato trovato addosso al corpo di Calvi. Oltre il passaporto ed una ingente somma di denaro, per oltre 18 milioni in varie valute, le sue tasche sarebbero state piene di sassi. Calvi sarebbe giunto a Londra tre giorni fa con un aereo privato" ( Ib. ore 22,13) - 
"I misteri rimangono. In particolare, con chi si è incontrato, con chi ha parlato per telefono, che cosa ha fatto nelle ultime ore della sua vita, nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 giugno, e infine perché ha scelto il traliccio sotto il ponte per porre fine alla propria vita". (Ib. 20 giugno 1982, ore 15,40).

Solo nell'anno 2000 si scoprono alcune verità. Intanto che sul corpo erano stati trovati documenti falsi, quindi non si sapeva che era Calvi. Chiamato d'urgenza il medico legale, costui che doveva sposarsi proprio quel giorno, in fretta e furia stese un certificato di morte per impiccagione, quindi suicidio. Uno dei tanti che si verificano in una città come Londra di 12 milioni di abitanti.
L'unica traccia (che sarà preziosa) è che nell'accertarsi della morte la fa risalire a 5-6 ore.
Quindi all'incirca all'una di notte. Da un passante il corpo era stato scoperto alle sei del mattino. 
Nessuno riflette in quel momento che se fosse vero, Calvi non avrebbe mai potuto impiccarsi, perchè fino alle 5 del mattino, è notorio che il livello delle acque del Tamigi sono più alte di un metro. E dato che al ritrovamento i suoi piedi quasi sfioravano l'acqua, Calvi si sarebbe impiccato con l'acqua che gli arrivava alle spalle. Cioè per farlo doveva andare sottacqua, infilare la testa al cappio e aspettare il calare del livello dell'acqua per ore e ore per restare poi appeso. 

"MILANO - 6 agosto 1982, ore 15,50 - L'AMBROSIANO IN LIQUIDAZIONE coatta; la decisione è stata presa oggi dal comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, riunitosi sotto la presidenza del ministro del tesoro Andreatta" .."La decisione di porre in liquidazione quella che fino a poco tempo fa era la maggior banca privata italiana viene dopo che i tre commissari straordinari hanno completato la ricognizione dell'istituto, constatandone la situazione di "anormalità". I depositanti non corrono rischi, perché le sette banche del "pool" che si sono assunte l'impegno di garantirli hanno anche preparato un progetto per far nascere un "Nuovo Banco Ambrosiano" ( Ib. 6 agosto, 1982, ore 15,30)

PROCESSI - CONDANNE - CONCLUSIONE - DOPO 10 ANNI - 1992

" MILANO - 16 aprile, 1992 . Processo, sentenze, condanne, poi tutti a casa. "Trentatre condanne e nessuna assoluzione: (ma poi tutti a casa! Ndr)  queste le decisioni prese dalla terza sezione del tribunale penale di Milano nel processo per l'insolvenza del Banco Ambrosiano. I giudici, dopo una settimana di camera di consiglio, hanno accolto le richieste del pubblico ministero Pier Luigi Dell'osso, che aveva sostenuto la piena responsabilità di tutti gli imputati per il reato di concorso in bancarotta fraudolenta. La condanna più alta (19 anni di reclusione) è stata inflitta ad Umberto Ortolani, uno dei vertici della loggia massonica P2. Dietro di lui, nella graduatoria delle pene, Licio Gelli con 18 anni e sei mesi.
Sono stati condannati anche l'ingegner De Benedetti e Giuseppe Ciarrapico, entrati nel processo in una fase successiva. Sei anni e quatto mesi  per De Benedetti; cinque anni e sei mesi per Ciarrapico. Fra le altre condanne quelle di: Orazio Bagnasco, sette anni e sei mesi; Anna Bonomi Bolchini, sette anni e sei mesi; Flavio Carboni, 15 anni; Francesco Pazienza, 14 anni e otto mesi; Roberto Rosone, 12 anni; Bruno Tassan Din, otto anni e otto mesi"
(Comun. Ansa, del 16 aprile 1992, ore 11,06).

"Il processo era cominciato il 29 maggio 1990, dopo otto anni di indagini. In un primo momento si parlò di uno scoperto di mille miliardi, ma buona parte dello sbilancio fu recuperata dai liquidatori attraverso una transazione con l' Istituto Opere di Religione (lo IOR Vaticano). Nella causa erano coinvolti amministratori del Banco ed esterni, che avrebbero contribuito alla spoliazione dei beni. Per l'ingegnere De Benedetti, assolto dai giudici istruttori, ci fu l'impugnazione del pubblico ministero, secondo il quale il presidente della Olivetti, dopo aver ricoperto per due mesi la carica di vicepresidente, avrebbe ottenuto un utile di circa 28 miliardi. Tacque quanto sapeva sulla effettiva situazione dell'Istituto presieduto da Calvi" (ib. ore 11,27)

Ciarrapico invece fu rinviato a giudizio per un finanziamento di 39 miliardi, con il quale acquistò il pacchetto dell'Ente Terme Fiuggi. Il finanziere romano restituì la somma con gli interessi. L'unico imputato, mai visto in aula è stato Licio Gelli, in segno di protesta per non essere riuscito ad ottenere la restituzione del passaporto e per stare vicino alla moglie in Francia" (Ib. ore 13,22).

"Malgrado le pesanti condanne inflitte a tutti gli imputati, nessuno finirà in prigione. La presentazione d'appello blocca l'esecutività della sentenza, che potrà diventare esecutiva soltanto dopo il giudizio di secondo grado"
. (Ib. ore 13,32).

Ne frattempo nei dieci anni (dal 17 marzo 1981, prima dell'arresto di Calvi avvenuto il 29 maggio dello stesso anno fino al 1992) erano accadute molte altre cose. Inquietanti, singolari, misteriose, mai chiarite
.
LA PERQUISIZIONE ALLA VILLA DI GELLI (vedi qui la storia)- LA FAMOSA LISTA LOGGIA P2 - I NOMI DELL'ELENCO TRATTENUTI DA FORLANI - SI RITORNA A PARLARE DEL DELITTO PECORELLI - DELL'OMICIDIO DI SINDONA - QUELLO DI AMBROSOLI-  DELLO SCANDALO PETROLI, DELLE CARCERI, DELLE LENZUOLA D'ORO - DEI PROCESSI ALLE STREGHE - LA COSPIRAZIONE POLITICA -  LE STRAGI DI STATO E LE TANGENTI ESPLOSE POI A TANGENTOPOLI, CON MORTI, TANTI MORTI ECCELLENTI E SUICIDI
 
10 ANNI DOVE ACCADE DI TUTTO - E I PROTAGONISTI O QUELLI INDICATI COME I PROTAGONISTI SEMPRE GLI STESSI NOMI - CHE RITROVEREMO NELLE MAGGIORI INCHIESTE NEL SUCCESSIVO DECENNIO (1990-2000) A TANGENTOPOLI, AL PROCESSO CUSANI, AI SUICIDI DI NOTI IMPRENDITORI E COMMIS DI STATO,  ALLE ELEZIONI DEL 1994, ALLE INCHIESTE SU UN "PALAZZINARO" SCESO IN CAMPO, ECC, ECC, CHE NEL 2000 NON SONO FINITE; ANZI TENGONO ANCORA BANCO!

 

 

11 LUGLIO - L'Italia per un mese dimentica tutte gli inquietanti avvenimenti del "giallo Calvi", e si rivolge alle spettacolari partite di calcio dei Mondiali.
A dominare la scena nelle varie partite ritorna il "figliol prodigo" PAOLO ROSSI (dopo la pesante squalifica). E' la sua classe e le sue reti ad entusiasmare i tifosi. Il 5 luglio nella partita con il Brasile (che termina 3-2 per l'Italia), Paolo Rossi è l'autore delle tre reti. Qualificandosi  così l'Italia per la finale.
A Madrid alla stadio Bernabei nella finalissima con la Germania che termina con 3-1 (ancora una rete di Paolo Rossi, 1 di Tardelli, 1 di Altobelli) l'Italia è campione del mondo.

 

 23 AGOSTO - Dopo le dimissioni di Spadolini (non fiducia avvenuta il 7 agosto bocciando un decreto di Formica (Psi) sulla tassa ai petrolieri) l'Italia è andata in ferie senza Governo.

Poi è lo stesso Spadolini il 23 a ricomporre un altro governo del "dopo mare", che non ha nulla di diverso da quello precedente, tale da essere chiamato "governo fotocopia".
Otterrà la fiducia il 2 settembre con 357 contro 247 alla Camera, mentre al Senato i sì sono 176 contro 115.
Ma è un altro governo che non va molto lontano per la "lite delle comari" tra Andreatta (ministro del Tesoro) e Formica (ministro delle Finanze)  che scoppia il 5 novembre. 

L'11 Spadolini ripresenta nuovamente le dimissioni.  Il 1° dicembre torna il "rieccolo", Fanfani che con un quadripartito fa a meno dei repubblicani. Ma anche lui non andrà molto lontano, Craxi poi in aprile uscirà dalla maggioranza. Vuole andare alle elezioni, sa che ora il PSI è forte e alla poltrona di primo ministro inizia a farci un pensierino (con le varie e misteriose alleanze).

Durante le consultazioni di agosto, degno di attenzione è la possibilità che propone Berlinguer al capo dello Stato Pertini, dichiarando che appoggerebbe con una astensione, qualora il governo si presentasse "diverso". Ma come abbiamo già detto quello di Spadolini a fine mese era proprio niente di diverso ma una "fotocopia".
Nel corso della crisi, e durante i bagni di ferragosto, l'Italia è chiamata a far parte alle forze multinazionali occidentali che si apprestano a partire per il Libano dove è in corso una guerra.
E' la prima volta, dalla fine della Seconda guerra mondiale, che reparti dell'esercito italiano escono dal proprio territorio per una missione militare all'estero.

 

3 SETTEMBRE - "Palermo - Il prefetto generale CARLO ALBERTO DALLA CHIESA  e la moglie Emanuela Setti Carraro,  sono stati assassinati questa sera in un agguato nel centro della città" (Comun. Ansa delle ore 21,44).
"La coppia viaggiava su una A 112, targata Roma, guidata dalla moglie; l'automobile era seguita da un Alfetta non blindata, guidata da un agente in borghese. Gli assassini hanno prima sparato alla signora Dalla Chiesa e subito dopo al prefetto; l'A 112 è andata a sbattere contro il muro. "Roma 3 Settembre - Carlo Alberto Dalla Chiesa, nato a Saluzzo 62 anni fa da una famiglia di militari, era stato il secondo generale dei carabinieri a diventare prefetto, dopo Edoardo Palombi prefetto di Genova tre anni prima. La nomina era stata per Dalla Chiesa un ritorno in Sicilia dopo che era andato per la prima volta nell'isola subito dopo la guerra come comandante di un nucleo speciale contro la mafia; poi nella seconda nella metà degli anni sessanta, come comandante della legione Palermo. Laureato in giurisprudenza e scienze politiche, ufficiale di fanteria durante la guerra, partigiano dopo il 1943, Dalla Chiesa ha ricoperto i più importanti incarichi nel corso della sua carriera. Il suo nome è legato soprattutto alla lotta contro il terrorismo, per i molti successi ottenuti (tra i quali la cattura di Renato Curcio) e anche le polemiche che hanno accompagnato il suo operato" (Ib. ore 22,28). 
(vedi dal 1978 in avanti, delitto Moro, ecc. ecc.)

"Colpito a morte anche l'agente di scorta. Si chiamava Domenico Russo ed aveva 32 anni"
(ib, ore 22,34)

DALLA CHIESA sgominato il terrorismo con la sua efficienza operativa, qualcuno a Roma nel mese di Aprile, dopo l'omicidio Dalla Torre, questa sua abilità l'aveva invocata (!?) per andare combattere la mafia.
Ma questa volta a "mani nude", senza poteri e, come confesserà il generale dopo poche settimane ch'era giunto sull'isola, in un'intervista del 10 agosto (quindi pochi giorni prima) a GIORGIO BOCCA della Repubblica (che abbiamo già riportato in altre pagine) si lamentava che era stato mandato in Sicilia per combattere la mafia, ma senza poteri. Cioè senza poter coordinare gli uomini delle istituzioni dello Stato presenti nell'isola. "Da quando sono qui nessuno mi telefona". Tutti scantonano. "Mi hanno lasciato solo. Lo scriva Bocca e lo faccia sapere".

In effetti la guerra contro la mafia, l'intera classe politica non ha voglia di farla, forse non la vuole fare, né la può fare; la Sicilia non è fatta di cento teste calde come alcuni terroristi del nord che ammazzano in strada un giornalista, un giudice, un sindacalista, un fattorino, un professore, o un semplice operaio "spesso motivati solo da protagonismo, dal narcisismo irrefrenabile, e uccidere solo per poterlo raccontare" (Lo scrive C. Stajano, in L'Italia nichilista).

In Sicilia domina il vero potere, il denaro e i voti. Tanto potere, e tanto denaro che riciclato viene utilizzato nel Nord in molte attività imprenditoriali. I voti si spostano con disinvoltura da uno schieramento all'altro, in un tacito reciproco consenso che nessun partito in Sicilia può fare a meno di sottrarsi a questa prassi (o regola?), se vuole arrivare ai vertici del potere. Oppure gli è difficile gestirlo senza aver prima dato o ipotecato qualcosa; come gli interventi su leggi che dal "governo" locale sono spesso "spinte",  o definite "gradite", oppure "sgradite", e molto spesso perfino "proposte"la governo centrale, ai potenti di Roma.
(" A Roma ti abbiamo mandato con i "nostri" voti, adesso caro picciotta il tuo dovere devi fare, ascoltarci tu ci devi" - " fare questo, e quest'altro...").

"La passività e l'inerzia dello Stato lasciano aperta la strada alla sanguinosa sfida"
titolerà il prossimo anno un giornale, quando fra nove mesi con un telecomando a distanza verrà fatta saltare l'auto del Giudice CHINNICI che aveva affermato pubblicamente: "Scoprirò i mandanti per LA TORRE e DALLA CHIESA" . Firmando così la sua condanna!

"Molti voti che oggi i partiti di governo riscuotono nelle zone dominate dal potere mafioso, vengono da strati che vogliono che le cose non cambino..... I delitti Mattarella, La Torre, Dalla Chiesa, non sono vendette collegabili a un fatto giudiziario o amministrativo, o ad una inchiesta. No, viene assassinato chi in modo efficace mette in discussione l'esercizio di un potere reale che si esercita in tutti i gangli della vita della città, della Regione e dello Stato. Di fatto il terrorismo politico-mafioso esercita oggi il dominio su una parte della società ottenendo con tutti i mezzi consenso o obbedienza"
Lo scriveva EMANUELE MACALUSO sullo stesso giornale, L'Unità del 30 luglio.
Mentre sempre sulla Repubblica, cinque giorni dopo l'esecuzione di DALLA CHIESA, il figlio
 NANDO rilasciò una clamorosa dichiarazione "E' un delitto politico, deciso e commesso a Palermo" e i mandanti vanno cercati nella DC siciliana".

In effetti, in Sicilia Dalla Chiesa non aveva (nè poteva) ancora alzato  nemmeno un dito contro la Mafia, ma nemmeno i dirigenti dello Stato... "Qui, non mi hanno  invitato nemmeno a prendere un caffè, non mi telefona nessuno"  (per collaborare con lui, perchè era senza poteri) (dall'intervista con Bocca).

Badalamenti commentò "Lo hanno mandato a Palermo per sbarazzarsi di lui: non aveva ancora fatto niente in Sicilia che potesse giustificare questo grande odio contro di lui, così tanto da ammazzarlo. La Mafia non è come il terrorismo, con le ideologie. La Mafia significa tanto denaro e tanti voti a chi da Roma  la protegge  con certe leggi".

I modi come fare per  eliminare Dalla Chiesa (per le "mancanti" lettere di Moro ritrovate a via Montenevoso) erano stati già tutti indicati da Pecorelli (prima di essere assassinato anche lui in un agguato) nel suo N.27 di OP;  ma questo "tipo di eliminazione" Pecorelli proprio non lo aveva previsto.
Infatti aveva scritto (sul N.27) con una presagio inquietante: "...Ora c'è solo da immaginarsi...quale sarà il Generale dei CC che sarà trovato suicida con la classica revolverata che fà tutto da sè .... o con il solito incidente d’auto radiocomandato nelle curve.... o la sbadataggine di un camionista... o l' incidente d'elicottero ... Purtroppo il nome del Generale dei CC è noto: AMEN" 
(Pecorelli dimentica (?) di aver già mesi prima dato questo nome proprio al generale Dalla Chiesa)
(vedi intero anno 1978; delitto Moro; le lettere di Moro)

5 SETTEMBRE - Dopo la morte di Dalla Chiesa, viene nominato alto commissario per la lotta alla mafia Emanuele De Francesco, con più alti poteri del suo predecessore.

11 SETTEMBRE - Il Senato e la Camera approva una legge che dovrebbe favorire i pentimenti dei mafiosi, che introduce i reati di associazione mafiosa come l'illecita concorrenza (appalti), che permette accertamenti fiscali e bancari. (Legge La Torre).

 

 

Il modesto, e il disinteressato.

In effetti alle elezioni è lui che ci sta pensando, eccome!!

Del resto è molto attento nell'osservare il "pasticcio" che stanno creando gli altri, e ad approfittarne, c'è proprio lui CRAXI, che nel prossimo aprile farà uscire il PSI dalla maggioranza.
 
PERTINI dopo vari mandati esplorativi, in maggio sarà costretto a sciogliere le Camere anticipatamente e a mandare gli italiani il 26-27 giugno a nuove elezioni.

Con il PSI in forte ascesa e Craxi trionfante, sarà poi lui a formare in agosto il nuovo governo. 
Il "non impossibile" era perfettamente riuscito.

1 DICEMBRE - Dopo il naufragio di Spadolini, torna il "rieccolo" Fanfani a formare un nuovo governo quadripartito, tenendo fuori i repubblicani.
I ministeri abbondano di socialisti, ma Craxi non è ancora soddisfatto. Punta in alto.

A rendere incandescente il fine anno, il nuovo consiglio dei ministri vara la finanziaria il 30 dicembre con delle misure di inasprimento fiscale che fanno nuovamente peggiorare i contrasti con le proteste del mondo dei lavoratori già iniziate a seguito di alcune proposte di rivedere la Scala Mobile. 
Questa è un marchingegno che aggiusta l'inflazione la mattina e alla sera è già tutto sfasciato perchè nel pomeriggio i prezzi sono già nuovamente saliti.

Già il 1° giugno di quest'anno, la Confindustria aveva denunciato l'accordo del 1975, e pochi giorni prima  ( il 31 maggio) Ciampi governatore della Banca d'Italia aveva -fra le altre cose- proposto il blocco delle retribuzioni reali, ed anche il meccanismo della scala mobile per ridurre la spesa pubblica.
Erano seguite proteste dei tre sindacati, proclamando scioperi e manifestazioni per il 25 giugno, quando altri scioperi spontanei per il carovita si erano già svolti in varie zone del Paese. 
Altrettanto i sindacati faranno in questa fine anno, promuovendo fin d'ora battaglie per i primi giorni dell'anno entrante '83 con una serie di scioperi e manifestazioni in diverse città italiane contro la revisione della scala mobile e gli inasprimenti fiscali.
Ma poi firmeranno delle intese con il nuovo ministro del lavoro Scotti cedendo su molti punti, come sulla decurtazione delle contingenza, blocco delle contrattazioni, in cambio di una riduzione dell'orario di lavoro.
 (ma poi arriverà Craxi al governo, facendo entrare in crisi l'unità sindacale quando varerà un decreto legge che taglierà di dodici punti di contingenza previsti proprio per l'84)

FINE

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