L'AUTORE DI " STORIOLOGIA" e "CRONOLOGIA" CHI E' ?
"Franco? un matto" , così dicono affettuosamente i tanti suoi amici della sua
pionieristica e famosa "FRANCOMPUTER"...
Dopo aver fatto il rocciatore, lo sciatore, il paracadutista, l'antiterrorismo...
l'ispettore-manager di una multinazionale per tutto il territorio Italiano...
il manager di una industria pubblica...
diventa infine manager di se stesso...
nel 1980 crea la "francomputer" diventando un pioniere dei computer...
(il primo a venderli e a insegnarli in Italia)
e poi nel '95 pioniere anche di INTERNET dove oggi il suo sito supera

i 2 MILIARDI 292 MILIONI di VISITE >>

UN MOTIVO CI SARA' - - Forse perché é imparziale, così dicono molti lettori che gli scrivono.
Forse perché non é pagato da nessuno, libero, di raccontare anche scomode verità.
(forse é questo il motivo che istituzioni, i media, le scuole lo ignorano
(gli avessero almeno messo accanto un professore, farei meno errori ortografici)
però ogni giorno vediamo quasi 10.000 studenti di scuole di ogni grado,
molti laureandi, ed altri 60-80.000 naviganti
che vanno ogni giorno su "Storiologia".
Un motivo ci sarà.

.....

si era comunque già parlato di lui :

***** Manifestazione alla Fiera di Vicenza e in TV, con lo staff di Piero Angela, in onore di FEDERICO FAGGIN (l'inventore del MICROPROCESSORE) e accanto a lui FRANCO GONZATO un vero pioniere dei computer in Italia, e proprio per questo, nominato l' "IMPRENDITORE TRACCIANTE" perché iniziò a usare la nascente informatica.
(Era stato proprio Faggin, in una sua visita in Italia, a "stregare" Franco con i computer, facendo arrivare dall'America il primo Home Computer dell 'IBM '80. Che non è stato mai commercializzato in Italia. Franco ce l'ha come cimelio.
Non solo eravamo molto indietro, ma qualcuno sulla Stampa, visto che Franco la riempiva di pubblicità, scrisse "Caro Franco lei legge troppa fantascienza"
Questo qui non aveva capito i tempi che stava vivendo. Questo perché il computer lo snobbavano e dava fastidio ai "sapienti" quelli che credono di sapere già tutto. "Io ho la mia lettera 22 e mi basta" scriveva Montanelli.


"La casa paterna di Faggin a Vicenza era a pochi metri dal mio negozio:
Lui aveva inventato il Microprocessore alla Sylicon Walley.
In una sua visita al padre lui..... "mi stregò".
Io con il primo PC 80 IBM fattomi arrivare solo a me (in Italia non arrivò mai), iniziai a usarlo.
E a farci anche tanta pubblicità. Era una novità assoluta e credevo che era veramente il sogno di tutti.
Racconta Franco: "Alla mia Regione davano contributi per le "Attvità innovative":
Io con un negozio che non esisteva nemmeno a Milano fui escluso,
i contributi li diedero invece a un tale che a casa sua aveva fatto una scuola di Inglese"..


Come vedremo in seguito, quasi fallivo. Il computer non interessava a nessuno !!!!
Un altro giornalista infastidito della mia incessante pubblicità, scrisse...
" caro Franco, vivremo benissimo anche senza i suoi computer".
Ma poi Franco ci prese gusto e quel Computer iniziò ad "usarlo".... eccome!!!.

Insistendo, insistendo venne poi tutto il resto...
che qui non solo io, ma anche i giornali andranno poi a raccontare,
all'inizio ma poi anche in seguito. accennando al questo mio sito di "Storiologia"

Fu quella una vera "AVVENTURA" !!
Che dopo 10 anni diventò poi anche il mio Hobby...... questa STORIOLOGIA



 

 

come non ricordare questa sua polemica sui giornali.... nel 1983 !!!!

I politici alfabetizzati ho poi scoperto che sanno leggere ma molti hanno imparato nulla e sanno poco di Storia, nè sanno cos'é la "vera politica". Salvo nei primi 20-30 anni del dopoguerra, quando un Almirante >>la sua voce >>, un Berlinguer >>la sua voce >> (che guardando a un sistema consociativo, dialogava con la DC di Moro; oppure un Adriano Olivetti (suo il "Socialismo Sociale" - fabbrica modello, villaggio, case per i 36.000 dipendenti, asili, scuole, mensa, mostre d'arte, e perfino i dividendi - era inviso ai comunisti perchè perdevano contatti col proletariato, inviso ai capitalisti perché non intendevano spartire con gli operai i loro utili - Olivetti morì in cicostanze strane, e sei mesi dopo morì Mario Tchou genio dell’informatica, suo il suo supercalcolatore elettronico Elea. La Olivetti informatica dagli azionisti (Agnelli & C) fu venduta agli USA. E il giovane genialoide disoccupato Federico Faggin (assunto ancora 18enne da Adriano), dovette anche lui emigrare, andando così a inventare il microprocessore in America, dove nacque poi la Sylicon Valley, che invece avrebbe potuto nascere ed esplodere in Italia, a Ivrea !!!).
Erano insomma uomini che si davano da fare per il bene del Paese. Quando morì Berlinguer, Almirante gli rese omaggio, e altrettanto fece il PCI quando morì Almirante. Montanelli scrisse "«Se n’è andato l’unico italiano al quale si poteva stringere la mano senza paura di sporcarsi». Per non parlare di Moro, che morì da vero martire >>>la sua voce >>>>> .
Il fascismo era stato ormai dimenticato e fare dell' antifascismo avrebbe solo attizzato gli odi di italiani contro italiani. Perfino Alfredo Belli Paci un fascista, anticomunista tutto d'un pezzo, proprio Almirante lo candidò nelle liste forti, di credenti, identitari al fascio mussoliniano. Anche lui tornato dai lager aveva sposato LILIANA SEGRE' !!! (oggi una sviscerata antifascista !!!! - tutta a sinistra e indignata se si vuole intitolare una via ad Almirante).

Ma morto Moro (e fu profeta) la politica cambiò, finita la solidarietà sociale, i politici di ogni risma iniziarono a guardare al profitto, creando (senza meritocrazia) i loro feudi, con le spartizione di cariche dirigenziali o di commesse pubbliche in aziende ed enti pubblici . Nacque insomma il "padronato politico" e con le "tangenti" anche il "comando tutto io!". Ma uno di questi finì male. Il "picconatore" >>>Cossiga >> era stato anche lui "profeta" >>
Poi venne un imprenditore; con l'appoggio della Destra di Fini, si fece il suo partito, le sue TV, i suoi giornali, la sua editoria e il suo nuovo "vangelo" del "faccio tutto mi"!! - L'abbiamo visto in azione in questo ultimo ventennio, da far quasi rimpiangere quell'altro prima di lui.

Gli italiani alfabetizzati hanno iniziato a mettere oggi solo una X quando votano un politico, che non capisce i suoi votanti é slegato dalla realtà, non sa cosa costano i fagioli, la farina, le medicine, gli affitti, ma però è autoritario e dice cosa bisogna fare alle banche alle imprese e..... alla stessa scuola. Nulla di cambiato da quando eravamo ancora scimmie. Oggi abbiamo un analfabetismo di ritorno con i media, la Tv, internet, 43 milioni di smarphone, dove ogni messaggio é semplificato. Alcuni ancora più furbi (come lo "scrivano" di una volta, che non scriveva ciò che gli diceva l'analfabeta) sono certi giornali che si fanno pure pagare per leggerli. E se ne leggi un altro sempre a pagamento ti dirà l'esatto contrario del primo. ( dare una notizia importante per la salute, in questo modo, se per loro é una "cuccagna" verso i lettori é puro"sadismo"!!). I giornali in carta, devono pagarsi la carta, la stampa, il distributore, le rese. In rete invece non hanno queste spese ma hanno inserita la irritante pubblicità (dove prendono tanti soldi) eppure si fanno pagare per darti una notizia dove non sappiamo nemmeno se é veritiera. E' invitante quando dicono che devi pagare solo 1 euro per leggere un ansiosa notizia, ma vedi solo il titolo, per proseguire devi fare l'abbonamento: 2-300 euro per il resto dell'anno. Che per 2-3 giornali fanno 5-6-7-800 euro anno, che non tutti si possono permettere. Ovvio che sono notizie per pochi ricchi, fornite dagli - editori - che diventano così pure loro ricchi con queste emergenze "cuccagna". Ma come mai l'ANSA non fa altrettanto? e si legge senza ricatti?

Così il comune lettore é incapace di fare un’analisi, non ha soldi, né l'istruzione necessaria. Si nasce e si vive solo con lo scodellato parziale "pensiero unico". Del resto in Europa siamo quasi all'ultimo posto come lettura di giornali (il più venduto in Italia: diffonde 300mila copie, sei volte in meno dei tedeschi) ed é anche l'IItalia all'ultimo posto nella scuola. Una scuola pubblica la nostra che insegna senza insegnare, che fa imparare le date dei fatti ma non fa conoscere i fatti perché anche questi sono solo a pagamento nelle scuole private (per chi può permetterselo.)

Per fortuna abbiamo i "senza studio" che costruiscono anche degli "imperi": Del Vecchio (Luxottica) , Renzo Rosso (Diesel), Angelo Rizzoli (ex Martinit-editoria), Edoardo Bianchi (ex martinit-biciclette), Arnoldo Mondadori (solo le elementari), Giovanni Borghi (Ignis), Benetton, Henry Ford (mai andato a scuola). O anche i non laureati come Benedetto Croce, Piero Angela, Eugenio Montale, Federico Fellini, Bettino Craxi, Roberto Benigni, Dario Fo, Del Turco (Min. Finanze con la terza media!), Livia Turco (Min, Salute) Francesco Rutelli, Gasparri, Grillo, Di Maio, Bellanova (Ministro. 3a media), Nicola Zingaretti (solo diplomato) ed anche con senza studi i vari Steve Jobs, Bill Gates, Mark Zuckerberg.

Chi legge le mie pagine capisce che anch'io sono quasi analfabeta, ma in compenso conosco i linguaggi di 60 computer che possiedo tutti. E so meglio di Liebniz e Boole cos'è la "numerazione binaria" creata da I-Ching >>>>>
e i relativi 64 esagrammi per far funzionare un computer con il "linguaggio macchina". Non posso sbagliare nemmeno una virgola!
Dopo aver fatto con mio figlio tanti programmi per industrie, banche, ULSS ecc. trasferitosi lui con la sua sede a Milano e in Svizzera, io nel '94 con il WEB appena inventato da Tim Berners-Lee, questo diventava subito il mio Hobby allestendo su Internet già nel '95 una piattaforma Web Site, "Cronologia""Storiologia", con 20.000 cartelle-file, pari a 1.000.000 di pagine, che fino ad oggi sono state visitate da 2 milardi 302 milioni di naviganti di 160 Paesi >>>>>.

E tutto questo senza esser mai andato a scuola. Salvo le elementari tutte - 1a, 2a, 3a, 4a, 5a, in un'unica stanza, con una suora che ci raccontava solo la vita di Gesù, Santa Maria Goretti, Domenico Savio (e altri "luminari della scienza") senza i banchi girevoli, nè le distanze a centimetri fatte oggi con il metro. ( é ridicolo! è una settimana che vediamo in TV questa donna impegnata a misurare con l'antiquato metro. Ma per quanto ne avrà ancora ???

........ Ma lo sa la Scuola che esiste da parecchi anni il "Mini Laser Meter" ??
Quel disusato metro fa ridere i geometri di tutto il mondo che da anni usano il Telemetro (in 48 versioni!!)

Noi qui non usavano nemmeno il metro.


Una volta - essendo io un po' discolo - mi punirono... e mi misero isolato dentro la cappella della Madonna.... in ginocchio.... dopo aver cosparso - (che sadiche!) - il terreno con il sale grosso. Tonavo a casa con le ginocchia piene di sangue. Mia nonna che non mi toccava nemmeno con un dito, indignata dopo aver fatto una scenataccia a quelle monache mi tolse da quella scuola, e mi iscrisse ( ma dopo mesi e mesi) in una scuola pubblica, dove avevamo un maestro di 78 anni, da anni in pensione, che (essendo un filonazista-fascista) ci parlava solo di Mussolini, del Re, di Hitler, di Sigfrido e dei Nibelungi. E.... della imminente, sicura, più che certa, Vittoria, e questo mentre gli americani ci bombardavano ogni giorno..

In quella scuola come in quest'ultima imparammo niente !!!! NULLA !!
Fortuna mia che avevo un zio straordinario, e un altro professore di latino e greco in pensione sotto casa
(ne parlerò più avanti) che mi insegnarono ad amare tutto il sapere.


L'ARTICOLO
BIOGRAFICO

narrato da GABRIELE SCOTOLATI
partendo da un'altra sua grande passione: la pittura.

pennelli sì , ma nel frattempo anche tanti....tanti computer (60) .....e tanti ...... libri...
UNA STERMINATA BIBLIOTECA DI 30.000 VOLUMI DAL 1500 AD OGGI >>>>>>

....che sintetizzandoli ha poi riversato proprio dentro i suoi computer creando un opera "ciclopica".....

.....ed era allora appena il 1995....
lo aveva già preceduto il Giornale di Vicenza dedicandogli la pagina intera vista sopra..

.... poi ha continuato, e l'opera é diventata colossale, ora conta oltre 2 MILIARDI di visite >>


l'intero articolo di sopra QUI - più altre recensioni stampa e TV nazionale ed estera > > >

Qui sotto l'articolo del "Corriere Vicentino"

"Il geniale imprenditore di "Francomputer" è stato anche un pioniere nel paracadutismo, fatto l'antiterrorismo, per 10 anni l'"Incaricato Speciale" per l'intero territorio nazionale di una multinazionale, poi manager di una azienda pubblica, e infine manager di se stesso nei computer (primo a importare in Italia un PC 80 IBM), anche se ha poi continuato come inquieto artista.

(vedi in questo link IL SUO PERIODO ARTISTICO > (e alcune sue opere) > > > > > )

E proprio nella pausa  della pittura ha iniziato - con i suoi computer - prima - come pioniere degli stessi e poi anche di internet. Poi con quest'ultimo - per hobby - ha iniziato a riversare il "Diario del nostro secolo".
Poi ci ha preso gusto e ha cominciato andare a ritroso di due Millenni. Se lo incontrate lui è oggi sulla soglia degli 83 anni, ma sembra che sia vissuto duemila anni, perchè se gli parlate, tutto gli è familiare, fatti, personaggi, eventi, scoperte, accaduti in anni e secoli lontani, ma anche nel XX, drammaticamente da lui vissuto. E' diventato così anche lui un computer, un computer vivente!! Non per nulla la sua casa è meta dei migliori e più famosi giornalisti d'Italia a caccia di un vecchio articolo o di un raro libro (ne ha migliaia e migliaia 32.000) o di una storica immagine o di fatti (e sono tanti) da lui vissuti. Ecco perché ha superato - col suo sito messo in rete gratis e senza alcuna disturbatrice pubblicità - i 2 miliardi 302 milioni di visite. UN MOTIVO CI SARA' !!!


Gratis perché oltre che generoso, non è alla fame: tutt'altro parrebbe. Sfoggia senza vergogna una vastità di bellezze scioccanti possedute, non ereditate, ma bensì raggiunte e meritate.
I suoi 32 mila libri (dal '500 in poi) letti e suddivisi e ora come appesi. Migliaia di giornali a partire dall'inizio del '900. Una sterminata discoteca (27.000 composizioni, antica, classica, moderna). Le sue multicolori stanze riempite per ogni dove di centinaia di suoi quadri. La sua casa-villa con delle miste colture verdi d'attorno con i tronchi di alberi che fanno a gara con le colonne... anche se non si vede proprio la piscina o il campo da golf.
A che servirebbero? Hollywood non é certo qui e il quadro di vita qui rappresentato più che ostentazione di ricchezza potrebbe titolarsi "Rabbia d'autore con vista"
(di fiori soprattutto, e l'AQUILA dei Parà a ricordo di stupende giornate solcando i cieli col paracadute o scalando le alte montagne).



(Ma all' inizio del 2000 Franco ha scoperto di avere un maledetto tumore. Prima di operarsi si è spogliato di ogni bene, passandoli in una precoce eredità a figli, moglie e nipoti. Ma uscito da sotto i ferri gli è andata bene. Siamo al 2020 ed è ancora fra di noi dopo 20 anni. La sua rabbia di vivere continua).

Una singolare curiosità: Io sono ormai 40 anni che mi dedico ai computer, e sapendo benissimo cosa sono le micronde, non ho - fino ad oggi - mai voluto possedere uno smarphone. Le sue frequenze - come microonde - sono di 2.1 GHz. E questo meccanismo di funzionamento di base non è dissimile da quello del forno a microonde: un forno a microonde lavora a 2,45 GHz. E ci cuociamo i cibi !!!
L’ uso di cellulari nei primi dieci anni il rischio é quasi innocuo, ma però aumenta se il telefonino viene usato troppo spesso oltre i dieci anni, ma anche - durante i 10 anni - se viene messo troppo vicino al padiglione auricolare. Al Cervello!!

Possiamo fidarci di quello che dice oggi la scienza? Le ricerche sul tema è molto singolare. Sono finanziate dalla grande industria dei cellulari. Come per le sigarette, che fanno male, ce lo scrivono anche sui pacchetti, ma intanto le vendono e gli Stati non rinunciano alle convenienti tasse-introiti che gravano sulle steese sigarette. Tasse che - paradossalmente - poi servono per la Sanità per curare i danni del fumo.

LA RABBIA. O meglio la volontà disperata di vivere perché dapprima - nella sua fanciullezza e adolescenza - la sorte fu desolatamente nera. Nella 2a Guerra Mondiale, lui é uscito vivo dalle macerie dalla sua casa bombardata. E' uscito ancora vivo da una mitragliata di un caccia americano che (maledetto toccando il campanile) poi gli cadde proprio davanti a lui. Poi - senza genitori accanto - quindi carenza di affetti materni e paterni nell'adolescenza (per fortuna ebbe accanto uno ZIO straordinario !!) , poco pane, niente soldi e niente studi ... solo le banali elementari inizate dentro una scuola di monache.....(detto sopra)

Racconta Franco ..."....con le 5 classi dentro un'unica stanza, dove su 1 tavolo ("senza ruote"!!) c'era la 1a, 2a, 3a; dietro nel secondo tavolo la 4a e 5a. Lì imparai nulla. E nemmeno quando mi iscrissero in una scuola pubblica. Finita la guerra, a 12 anni iniziai a lavorare!!. Ciononostante, diventai Paracadutista, per 5 anni, feci dell'antiterrorismo, diventai poi Ispettore con "incarichi Speciali" per tutto il territorio italiano, poi manager di un azienda pubblica, infine manager di me stesso fondando la Francomputer, primo a importarli, a venderli (6000) e come "Pioniere" a insegnare i Computer in Italia, alle industrie, alle Banche; fu una grande soddisfazione per il mio analfabetismo io che insegnavo a ingegneri, mentre nelle scuole il Computer lo snobbavano. In una, alle Magistrali, furono lapidari....
"Si puo' vivere e sopravvivere anche senza quel giocattolo, del tutto inutile al nostro sapere e alla nostra didattica logico verbale; con quella figurativa (del computer) ci si potranno fare al massimo solo i giochi, e forse, passata la moda, neppure più quelli!""
Queste "Magistrali" insegnavano ai futuri maestri del 2000 !! compresi i ministri dell'Istruzione del 2000-2020.
Poi nella pandemia abbiamo poi scoperto con il "lockdown" (ma faceva schifo usare il temine "isolamento"???) la necessaria "DD" la "Didattica Digitale". Ma ahimè, una grossa parte di insegnanti non aveva mai usato un Computer (anzi perfino "osteggiato" con la frase appena riportata sopra, fin dal 1985 !!), e molti paradossalmente hanno dovuto imparare dai loro giovani figli, quelli che da 10 anni sanno benissimo come funziona un computer, un tablet, uno smartphone.
(e questa precocità nell'imparare io la so da quando vendevo i computer negli anni '80, i "maghi" della tastiera erano proprio loro, i giovani, anzi i giovanissimi. A 14-16-18 anni non giocavano solo, ma già mi facevano i programmi !!)
Se la pandemia fosse scoppiata 10 anni fa, la scuola (senza questi insegnanti in erba) sarebbe stata del tutto seppellita dall'ignoranza dei suoi insegnanti "dalla logica verbale".

La mia fortuna è stata di non averle frequentate quelle scuole e di aver usato solo il dono che la Natura ci ha dato: il cervello. E mi è andata più che bene !! VEDI QUI APPUNTO LA MIA STORIA

 

Franco in quel periodo critico della guerra conobbe solo tante tragedie. Ma lui dice "aver conosciuto tante tragedie e la ferocia degli uomini durante l'adolescenza sono disgrazie che ti formano".
Cosa fare allora per formarsi ? Come si ribalta il proprio "romanzo tragico" laddove sembra esistere soltanto un rassegnato "destino brutale?". Reagendo. Ansietà nel cercare di conoscere, imprimendosi la fiducia e relazionando d'attacco senza mai mollare. Non c'era altro da fare, soccombere al destino o...(sfidando se stessi e la dura realtà) buttarsi a lottare. Solo chi si da per vinto, ha veramente perso.

Tutta la sua fanciullezza dentro una tipografia dello zio a Chieti, dove manipolandoli impara a conoscere a 4 anni i caratteri, e quindi a 5-6 anni a saper leggere come uno studente di 15. Poi il ritorno a Biella e a 13 anni già al lavoro, primo mestiere ovviamente il tipografo e anche il legatore di libri. "Una fortuna dice lui "in cinque anni mi sono così passati per le mani migliaia e migliaia di libri, tutto il meglio dello scibile umano, e lì, sbircia oggi sbircia domani ho appreso - con accanto l'aiuto di un enciclopedico sessantenne legatore - cos'è l'arte, la musica, la letteratura, la storia , la filosofia, il mondo nel bene e nel male".
"lui (un ex martinit) mi diceva "anche se vivi 100 anni e non leggi non sai nulla della vita, ma se leggi ti sembrerà di aver vissuto 100.000 anni. E qualcosa leggendo impari sempre!!", "l'uomo perdente é sempre uno solo, l'uomo ignorante".
Franco trascorre così 5 anni in una grande tipografia-legatoria a Biella;
poi a 18 anni si licenzia, si da da fare con la sua intraprendenza acquista a cambiali il necessario come macchine, prende dei locali e mette su lui una legatoria prendendo dalle varie tipografie il lavoro.
Per queste ultime la legatoria era diventata marginale, mentre per Franco raccogliendo il lavoro da varie tipografie diventò un grosso lavoro.
Tanto che in breve si prende lui 2 collaboratori fino a quando partì per il servizio militare. Andando volontario nei "Paracadutisti" al Centro dei Carabinieri Sabotatatori di Viterbo,

Racconta: "ai miei 2 aiutanti gli avevo insegnato forse troppo; fecero così tanto anche senza di me che oltre la legatoria impiantarono anche una vera e propria piccola tipografia e così anche per loro la legatoria divenne un lavoro marginale che diedero poi da fare ad altri.
Totale che la mia legatoria se fossi ritornato non esisteva più. Ci fu anche - mentre ero militare - poi la morte di mio padre. A quel punto non tornai più a casa ma rimasi a fare il paracadutista "volontario" . Una vita questa - anche se turbolenta (in Alto Adige, c'era il terrorismo) che mi conquistò subito, per i lanci e per le favolose dolomiti che scalavo; e ci rimasi quasi 5 anni !!! Nell'ultimo anno con incarichi anche molto speciali. Poi "Ispettore Incaricato Speciale" per tutto il territorio Italiano di una grande multinazionale (non italina ma tedesca) per 10 anni. Poi Manager di un'Azienda Pubblica. Infine manager di se stesso fondando la Francomputer, il primo (tramite l'amico Faggin, l'inventore del Microprocessore) a importare in Italia nel 1980 il primo PC 80 dell'IBM. A far scoprire cos'era il Computer, a insegnarli a scuole, camere di commercio, a venderne oltre 6000 a industrie, banche, amministrazioni. Per 10 anni ! poi nel '90 si ritira dal commercio per fare (con il figlio nel fratttempo laureatosi in informatica con una tesi scritta in Java - utilizzata dalla Fiat) solo più programmi e a coltivare il suo Hobby: la qui presente "Storiologia".

______________________________________________

"UNA PARENTESI QUANDO FRANCO ERA IN TIPOGRAFIA-LEGATORIA (da dove con i tanti libri che rilegava, imparava molto)
CON UNA SINGOLARE VICENDA; PERSONALE E IMPRENDITORIALE ITALIANA DEGLI ANNI '50 E '60
"A 18 anni stavo anche bene in tipografia, ma c'era la padrona che - unica erede - avendola ereditata da suo padre prematuramente morto, era ignorante in materia, ed era piuttosto strafottente e arrogante. Aveva un figlio della mia stessa età, che io non invidiavo di certo, doveva fare a bacchetta tutto quello che lei voleva come una marionetta. Ed era anche invidiosa di me; io dipingevo?, lei mandò il figlio a imparare dal miglior pittore di Biella; io leggevo certi libri molto seri e lei per stimolarlo era perfino offensiva nei miei ma anche nei confronti di suo figlio "Roberto leggi !!! non vorrai mica farti passare avanti dal nostro operaio?" - !!!!

Quando andavo in montagna o a sciare avevo mille amici e amiche che erano i figli dei più noti industriali di Biella, e tutti volevano venire con me perchè ero di grande compagnia; invitai pure quel figlio, a lui gli sarebbe tanto piaciuto, ma la madre schifiltosa non voleva che suo figlio frequentasse e si sporcasse con uno della plebe, uno dei suoi operai. Viveva ancora nel medioevo. Nel becero "Aparthaid" dei ricchi.

Io non ero per nulla timido, e non mi facevo mettere sotto i piedi da nessuno quando avevo ragione; un giorno scoppiò una banale lite con lei, io gli risposi forse con un po' troppa animosità, lei minacciò di farmi prendere la giacca e mandarmi a casa. Non era la prima volta che me lo diceva. E io la giacca questa volta andai a prenderla e me ne tornai a casa, anche se mancava mezz'ora alla fine della giornata.

Che lite c'era stata? Stava piovendo, lei mi chiamò per dirmi che dovevo portare l'ombrello a suo figlio all'uscita della scuola. Io di rimando ne chiesi due per quando io sarei tornato indietro. Lei mi disse che io non ne avevo bisogno. Ed io di rimando, "ma non sono mica il suo schiavo, se non mi da due ombrelli io non mi muovo, anch'io sono fatto di carne come suo figlio! e (con strafottenza) nemmeno io mi devo bagnare la mia testolina mia cara.... mia cara "signora".... ma non padrona!! Sarà padrona di suo figlio ma non mia!!! "
Fui insomma sfrontato. Ma era stata quella sua infelice frase la goccia a far tracimare il vaso, a farmi diventare irriguardoso.

Scoppiò il finimondo, ma cosa credi di essere? ma chi sei? Sei solo un pezzente. Finì come ho già detto, con lei con la bava alla bocca dalla rabbia. E io - ormai aspettandomi le ovvie conseguenze - a ridergli in faccia perfino in latino, rischiando di fargli venire dall'ira una sincope. Così abbandonai per sempre la tipografia.
(Nota: suo figlio Ruozi Roberto, doveva anche lui averne le tasche piene di sua madre. In me vedeva la vita esuberante di un giovane della sua età, mentre lui poverino conduceva già la vita di un vecchio, chiuso in casa sotto le gonne di una madre apprensiva e autoritaria. Questa, appena il giovane prese la maturità lo iscrisse alla Bocconi di Milano per farne un manager della industria grafica. Ma il giovane - uscito dal "lager" - non tornò più a casa. Mandò al diavolo la tipografia, restò a Milano, diventò professore alla stessa prestigiosa Bocconi e dopo alcuni anni Roberto Ruozi, della Bocconi ne diventò addirittura
il rettore).
Io dunque quella sera presi la mia giacca e la settimana dopo, a 18 anni, affittavo un locale, aprivo io bottega con una legatoria. Acquistai il minimo necessario, comprai a Milano una taglierina usata e iniziai a procurarmi dalle altre tipografie il lavoro, che non mancava, nè mi mancava l'intraprendenza.

Tuttavia per poco non andavo a raggiungere mio fratello emigrato a Londra. Ma anche la sua storia è molto singolare.
Mio fratello - NINO 6 anni più di me - era un grande appassionato di filosofia e di problematiche sociali. Terminati gli studi nella scuola di avviamento professionale, era entrato nella fabbrica di Cerruti (una delle più grandi di Biella, 1000 dipendenti) nel reparto tessitura, dove faceva anche parte della Commissione interna Sindacale. Poi a 21 anni partì per militare. Qui dopo i 3 mesi di Car, conoscendo benissimo la stenografia e la dattilografia, lo impiegarono come scrivano al Quartier Generale di Torino. Qui trovò in fureria come collega il figlio di Cerruti, anche lui di nome NINO. L'empatia fu reciproca, l'amicizia pure, anche perché anche lui studiava filosofia. Quando entrambi avevano la licenza mensile gli dava uin passaggio ed era lui ad accompagnarlo a Biella.
Un brutto giorno arrivò la notizia che suo padre era morto. Lui NINO unico erede divenne capo della grande industria. Salutò mio fratello, poi gli disse "ma mi raccomando quando tornerai a Biella in fabbrica, passa prima da me".
E questo pochi mesi dopo avvenne. Mio fratello Nino tornato in fabbrica fu messo non solo a fianco dei vari capireparto, ma Nino lo iscrisse (pagando) anche alla Scuola Serale Piacenza, dove si studiano tutte le problematiche dell'industria laniera e tessile.
Con le responsabilità che gli erano piovute così all'improvviso, forse ne voleva fare un suo braccio destro.
Ma un giorno, la passione sociale di mio fratello gli giocò un brutto scherzo. Ci fu un grande sciopero in tutte le fabbriche del Biellese per rivendicazioni varie. Mio fratello come vecchio sindacalista vi partecipò. Ma il giorno dopo al suo rientro in fabbrica il suo Capo Reparto (adirato) lo invitò a riprendere il suo posto di operaio dov'era prima di andare a militare. Ma anche qui fu accolto con sospetto ed estraniato
dai suoi colleghi. A loro sembrava un doppio gioco. Impossibile rimanerci. Decise così di emigrare in Inghilterra, dove cercavano infermieri professionali per le case di cura statali psichiatriche. Pagavano tutto loro, stipendi, vitto e alloggio: ma a una condizione cautelativa: se finivano il Corso e andavano poi via dovevano rimborsare tutto. Mio fratello ci é rimasto per 30 anni.
E quasi quasi (all'indomani della lite con la "signora") partivo anch'io. Ma fatto un colloquio preliminare mi bocciarono in inglese. Se fossi partito penso anche che la mia vita sarebbe cambiata.
Se mio fratello non avesse fatto quella stupidaggine dello sciopero e sarebbe rimasto a fianco del suo coetaneo e amico Nino Cerruti, chissà che mansioni avrebbe ricevuto. E sono sicuro (con la mia futura intraprendenza in campo commerciale) anch'io forse sarei andato al suo fianco e a fianco di Nino Cerruti in chissà quale mansione. Lui che era uno eccezionale scopritore di talenti.

Questo giovane NINO CERRUTI, già a 21 anni era un uomo pieno di iniziative; in pochi anni stravolse l'intera imprenditoria tessile non solo biellese ma nazionale. Creò una delle prime manifatture di abiti già confezionati; fece una delle prime sfilate in Italia di abiti, poi - coraggioso - la andò a fare anche a Parigi, diede insomma il via alla "Moda Italiana" via via sempre più affermatandosi con i numerosi artisti e grandi firme.
Uno dei primi di questi artisti, Nino Cerruti lo scopri alla Rinascente di Milano dove già vendeva i suoi abiti già fatti. Era un giovane vetrinista che invece di mettere in vetrina i manichini con gli abiti addosso, metteva indossatrici e indossatori che si muovevano in vetrina. La novità fu strabiliante, il pubblico in Piazza Duomo incontenibile. Nino Cerruti entrò dentro fece con lui due chiacchiere e si portò subito via il "vetrinista" per allestire le
sue sfilate sempre più numerose in Italia e all'estero.
Il vetrinista era GIORGIO ARMANI. Che poi diventò anche lui un pioniere e protagonista della Moda Italiana nel mondo".

________________________________

RIPRENDIAMO la storia di Franco, Come sopra accennato chiamato alle armi, Franco a 21 anni va volontario nei paracadutisti. Prima a Viterbo a fare il Corso presso i Carabinieri Sabotatori, poi con un reparto speciale viene destinato a fare antiterrorismo in Alto Adige, per 5 anni, ma anche con incarichi speciali. A Merano poi si sposa, vi nascono i suoi 2 figli; il lavoro che poi intraprende inizia a dargli molte soddisfazioni. Diventerà infatti in breve Ispettore con "Incarichi Speciali" per tutto il territorio italiano - per dieci anni - a seguire 170 peritii, tutti diplomati e laureati. Poi manager di un'azienda pubblica. Infine arriva al suo traguardo: nell'80, apre un'azienda tutta sua in un settore innovativo allora del tutto sconosciuto: l'informatica, lui a vendere i primi computer in Italia e a dirci sulla stampa e in trasmissioni TV cos'erano e cosa facevano i Computer. Iniziò così la "grande avventura" sull'informatica.

Sulle giovani spalle fino a 20 anni vi era stato solo una lunga serie di drammi e di tragedie
(non dovuta al fato ma agli uomini - come la lunga guerra durata tutta la sua fanciullezza .....) ma é da allora che nascono le molteplici esperienze e la attiva intrapredenza.


VEDI QUI IL SUO DRAMMATICO
PERIODO NELLA 2a GUERRA MONDIALE > > >
(e perché la sua vita da allora é poi diventata ogni giorno una grande avventura)

Un'avventura anche singolare che raccontiamo in altre numerose pagine in questa STORIOLOGIA.
((""" ( Franco però ci tiene a precisare: "Raccontare poi anche il periodo 1969 - 1978 (dalla strage di Piazza Fontana fino alla morte di Moro) non è facile per me. La distinzione é tanta fra il raccontarlo questo periodo e quello di averlo vissuto, con tutti i bruschi richiami alla memoria dei fatti, che sarebbero incomprensibili non solo per i più giovani . (i grandi hanno invece rimosso tutto (!!??)).
Come narrato in altre pagine, i primi orrori e orrori li ho vissuti dai 5 ai 10 anni nella guerra, uscito vivo perfino dalle macerie di casa mia dopo un bombardamento. Poi a 20 anni vado alla Scuola di Paracadutismo dei Carabinieri Sabotatori di Viterbo; poi sono entrato nei reparti speciali ed inviato a per quasi 5 anni a fare Antiterrorismo in Alto Adige. Mio istruttore era Oreste Leonardi >>, diventato in seguito il capo scorta di Moro.(fra l'altro mi voleva con lui e.... se accettavo per la fine che lui e altri 4 colleghi hanno poi fatto non sarei qui a scrivere).
Uscito dal reparto meranese - promosso Ispettore per tutto il territorio nazionale, ero poi sceso a Trento, dove nel '68 stavano nascendo nella nuova Università di Sociologia la culla del movimento studentesco del Sessantotto, quelli della "contestazione". Fu infatti la prima università a essere dagli studenti occupata. Vi insegnavano Francesco Alberoni, Norberto Bobbio, Beniamino Andreatta, Paolo Prodi (il Rettore e fondatore del "Il Mulino) ecc.ecc.
Furono proprio gli studenti di questo ateneo a dar vita alle barricate e alle occupazioni, a farlo diventare Trento l’epicentro della contestazione e dell'estremismo, con sgomberi violenti da parte della polizia. Tra lacrimogeni, sassaiole, cariche di polizia e scoppi di ordigni rudimentali, la città di Trento attraversò mesi di forti tensioni.
Fra l'altro l'Ateneo era proprio davanti al sagrato del Duomo di Trento, dove nella "quaresima" pasquale ci fu una forte contestazione sinistroide sul conservatorismo sociale e religioso del cattolicesimo trentino.
Alcuni pur negando poi che qui ci fu la nascita del terrorismo, i fatti poi li smentirono. Qui era anche avvenuta la convergenza tra il movimento studentesco e il sindacalismo operaio. I lavoratori sindacalizzati - primo caso in Italia - per la prima volta organizzarono manifestazioni comuni con gli studenti. Insieme diedero poi inizio verso la fine del '69 all'"autunno caldo" quando ci fu il primo (e oscuro) grosso attentato di Piazza Fontana a Milano. Terminato il terrorismo in Alto Adige, iniziava quello in Italia.
Io spesso in incognita ero - per un motivo che non sto qui a dire - in quella saletta-retro del Teatro Sociale, dove vi erano discussioni molto animate con nomi che diventeranno arcinoti: tra gli altri Renato Curcio, Margherita Cagol, Marco Boato, Mauro Rostagno, Marianella Pirzio Biroli e altri. Dal Collettivo Politico di Sinistra, si passò alla Sinistra Proletaria, poi al primo nucleo delle Brigate Rosse, quindi al Gruppo di lotta armata dell'estrema sinistra-destra (!!??) diventate poi attive negli anni di piombo. (Da notare che a Sociologia gli studenti (di varie città d'Italia) erano un po' tutti figli di papà, non OPERAI del proletariato).
Poi dopo questo '68 trentino mi trasferii in Veneto. Il centro "caldo" era allora diventato Padova, ma anche il resto d'Italia era da tenere sotto controllo.
E qui mi fermo per i motivi detti qui all'inizio. Restono solo alcuni miei accenni di quegli anni via via narrati in altre pagine """ ))))))

 

ANDIAMO ALL''INIZIO della BELLA AVVENTURA DI FRANCO


FRANCO tutto giulivo era partito a 4 anni da Biella, per il mare, nella Pasqua del 1940 per andare a Chieti dai nonni e zii per la solita estate alla casa al mare di Francavilla- Poi scoppiata la guerra in giugno, con il padre in Africa a combattere dove poi in seguito fu fatto anche prigioniero per 4 anni in Sud Africa.
Per alleviare la madre a Biella con gli altri due figli, nonni e zii - in quel famoso maggio, credendo che quella sarebbe stata una guerra molto breve - il bambino lo trattennero a Chieti, convinti che in Agosto li avrebbero raggiunti. Ma poi la guerra fu lunga e Franco in Abruzzo ci rimase per 6 anni, compresi i drammi dell'8 settembre (i reali e tutto lo stato maggiore fuggirono proprio a Chieti, proprio nel palazzo dove abitava Franco); poi il dramma dei 58 bombardamenti su Chieti, e uno colpisce la sua casa, esce vivo dalle macerie. Poi assiste agli sfollamenti, 100.000 si rifugiano proprio a Chieti. Iniziano i drammi, le miserie della guerra, il carovita ecc ecc.

Il padre gli ritorna dalla Rhodesia solo nel '46 dalla lunga prigionia; poi come se non bastassero le tragedie, Franco tornato a Biella, lui ventenne, avviene il suicidio del suo primo amore: una fanciulla stravolta dalla vergogna perchè violentata da un ergumeno; messa dentro un convento di suore (non era forse il posto giusto! la trattarono come una puttanella) dalla vergogna trangugiò un bottiglia di varichina; ricoverata prima in ospedale inutilmente, poi fu portata a spirare a casa, e tra gli spasimi morì tra le braccia di Franco e con le sue ultime parole, gli chiese perdono. Quindi per dimenticare Franco fa l'ardito, ( il "matto" così lo chiamano i suoi tanti amici) dato che spesso scalava in solitaria - e proprio per questo anche lui come WALTER BONATTI, lo chiamavano anche negli ambienti non solo del CAI: "il matto". Iiniziò anche lui a scalare e rocciare nelle sue montagne valdostane......

 

 

.....(M. Bianco, Cervino, Rosa, Gran Paradiso, ecc. cercando di imitare il suo mito il 24 enne Walter) poi a 20 anni - fa un'altra "pazzia" compie i primi lanci col paracadute (come civile uno dei primissimi in Italia - il 142mo) ..... allora era una cosa insolita, tanto che il giorno dopo sul giornale locale scrissero "un nostro concittadino che conosciamo un po' tutti, "un po' matto", con sprezzo del pericolo e della vita - e non siamo in guerra - si é buttato col paracadute da 2000 metri da un aereo".

MA ERA SOLO L'INIZIO .....
Allora non esisteva ancora il Centro Mil. di Paracadutismo di Pisa sorto due anni dopo,
che andai a inaugurare proprio io nel '68.
Racconta:
"Con gli altri miei colleghi già usciti l'anno prima da Viterbo, facevamo delle manifestazioni in varie
città d'Italia, assieme alla appena nata Pattuglia Acrobatica delle Frecce Tricolori.

In ogni città allo spettacolo assistevano decine di migliaia di persone"
ed erano per Franco appaganti ed eccitanti tutti quei bagni di folla.

 

una ardita attività ma senza tante cerimonie; tuta e camicia bianca con cravatta,
non alla "Rambo" come saranno in seguito e oggi.

Anche perché allora non esisteva ancora il paracadutismo civile
tuttavia per questi pochi "matti" era nata la prima associazione di Parà a Biella e Milano .
L 'assistenza, gli aerei e i paracaduti (entrambi ancora quelli della guerra) li forniva l'aviazione militare

....poi ventunenne, conosciuto l'ambiente così stimolante in varie discipline
(lui a Biella come già detto già praticava alpinismo, roccia, sci, nuoto )
Franco va volontario nei Paracadutisti a Viterbo
dove proprio qui nacquero i primi Alpini Paracadutisti
La sua destinazione fu poi: Merano (BZ)
Così anche qui le montagne - Le Dolomiti - non gli mancarono di certo
( ma anche lì a Viterbo Franco fu uno dei primissimi Parà - il 131mo).

Qui Franco é a Viterbo al Centro Militare Paracadutismo
alla Scuola Carabinieri Sabotatori,

Con il mitico Capo Istruttore, Mar. ORESTE LEONARDI
(in seguito caposcorta di Aldo Moro, purtroppo ucciso in Via Fani con 4 suoi colleghi)
(che le BR chiamarono "i 5 della famigerata scorta di Corpi Speciali" )
( "Ci mancò poco che anch'io io entrassi con lui nella scorta di Moro- Lo voglio ricordare QUI > > > >

Destinato a Merano, oltre al normale addestramento, frequenta diversi corsi specifici:
Prima di tutti quello dell'Artificiere, maneggiando esplosivi, tritolo, plastico, fulminato di mercurio
Poi...
ROCCIA alle Torri del Vaiolet, dove diventa per la sua precedente esperienza ISTRUTTORE.
Poi corsi di NUOTO a Merano, corsi di GHIACCIO alla Marmolada,
SCIATORI sul M. BONDONE ( anche qui diventa ISTRUTTORE)
E oltre ai lanci di brevetto (a Viterbo) seguiranno poi tanti lanci: sul Monte Bondone,
Alpe di Siusi, Gran Zebrù-Cevedale, Dolomiti di Brenta, Passo Tonale, e tanti altri, sempre spettacolari....

LANCI STRAORDINARI !!! COME QUESTO !!!
CONSIDERATO ALLORA UN RECORD MONDIALE

un tuffo da 5000 metri.....

Per Franco fu questa una vera avventura, meravigliosa e magica della sua vita.
Va ancora oggi ripetendo una bellissima frase...
"Dio non ci ha donato le ali ma ci ha regalato il "coraggio"
... di fare il paracadutista; cioé salire in cielo nel regno delle aquile
tuffarsi e scendere dalle nuvole come fanno loro".




Dopo aver fatto l'addestramento presso i Carabinieri Sabotatori di Viterbo,
ecco Franco fare Antiterrorismo in Alto Adige; 
anni di fuoco, ovvero bombe, esplosivi, audacia;
oltre i tanti lanci e le tante montagne scalate:
ovvero nell'ardimento dimenticare.

E così...non si sfugge, non c'è più  tempo per l'angoscia, la disistima, l'indecisione, si và! ......

... si monta su un rombante aereo....


... si sale in quota, si attende con un po' di apprensione la lucina verde...

.... poi.....dopo una pacca sulla spalla del direttore di lancio Oreste Leonardi ...


... si va alla porta.... e ci si butta....

si nuota nell'aria...

poi .... lanci da 1000 metri nelle valli ... di giorno...

....di notte....
(a Istrana Treviso o a Campoformido Udine)

sull'acqua....

ed infine sulle montagne, qui d'inverno i tanti lanci sulle Alpi di Siusi


sempre in montagna .... da 2000 3000 metri ....

in estate ..... ancora sulle Alpi di Siusi

in inverno .....

in estate....

in inverno...



poi.... come visto sopra da 5000 metri !!
Sotto il lancio sul Cevedale
(visto dall'aereo e dal Gran Zebrù)

"Fu un lancio, straordinario, stupendo, magico !! Che silenzio a 5000 metri !!"

Paura della morte ?
"Morire non è nulla; non vivere è spaventoso" (V. Hugo)

non più sentieri da salire, ma il coraggio di scendere dalle nuvole...
..... dal regno delle aquile

 


L'ardito lancio, fu il completamento di una delle più grandi manovre dell'Esercito Italiano
con presenti i rappresentanti di 45 Paesi della Nato.
Dopo l'insolito lancio la salita al Monte Cevedale e sul Gran Zebrù
Quelli della Nato, strabuzzarono gli occhi.

sotto il Gran Zebrù visto dal Cevedale




Dopo il lancio, l'ascensione di Franco sulla più bella montagna delle Alpi ( vedi più avanti )

 

Sull'Altipiano del Cherz (Corvara) sullo sfondo il Sass Pordoi

 

 

Coma abbiamo appena visto sopra, quasi allo sbaraglio; ma in questi tanti "momenti magici" si è  coscienti che non si puo' nemmeno più  pensare ad altro, ma a ciò che si sta facendo, e quindi subentra un aiuto alla personale affermazione.
E' forse uno stile di vita che in Franco Gonzato perdurò anche dopo questo addestramento e anni di vita militare (5) in quel corpo speciale, dove poi caddero negli anni di piombo anche i suoi amici più  cari, perfino il suo amico istruttore, Oreste Leonardi, il caposcorta di Moro. Ma più che stile lo preferisce definire "sdoppiamento di personalità", che tanto decisionismo gli consentì  altresì un'altra carica morale e materiale, quella di rimettersi - come in gioventù - a leggere e a dipingere.
Una testa di cuoio, parà-antiterrorista che dipinge e legge? Un'apparente contraddizione mentale, ma per lui era invece l'equilibrio raggiunto fra la propria sensibilità e il dinamismo, un conservarsi lo spazio per poter umanisticamente intervenire e non sentirsi per niente a disagio con gli altri, acculturandosi e fornendo delle efficienti e mutevoli prestazioni artistiche. E dopo queste - uscito dal famoso reparto - anche in quelle imprenditoriali come vedremo più avanti.

Ma quello della pittura fu
un tempo decisamente breve, anche dopo aver lasciato la vita militare: cioé qualche anno, quasi un lustro, ma in quegli anni rivelando il suo mondo di sogni a colori, partecipando a una trentina di mostre all'ingiro, esponendo in Italia, in America, in Francia, in Spagna, in Inghilterra, sfoderando una vitalità artistica quantificata in decine e decine di tele, affermandosi (lo troviamo sull'Annuario Bolaffi degli Artisti del XX secolo o sul Comanducci) rappresentando dopo il periodo figurativo, l'intima sofferenza, con soggetti astratti, informali, di nodi, di voli, di contorsioni, di pieghe.... (e un motivo c'era: la diagnosi di un tumore - per fortuna scoperto in tempo).

Un eccesso forse che seppe troncare, non si sentiva all'altezza di proseguire in un campo gravato fin troppo dal peso delle culture secolari che andava scoprendo nei suoi tanti tanti libri ma anche in tutti i musei d'Europa. Già perchè  cosa ti fa il nostro uomo? prende un Camper e via per mesi e mesi in giro per 25 Stati dell'Europa, dall'Olanda fino alla Grecia; "On the road", in contrade, città, paesi, con gente diversa, cultura, stile di vita, curiosando molto, assimilando, portando a casa altre realtà, scoprendo le nuove tecnologie di mercato, capitalizzandole in termini economici ma anche esistenziali.
Un pittore mancato? No, c'erano altri settori da sperimentare, altra rabbia da consumare, altre realtà da scoprire, tanto valeva di nuovo (e chissà dove e come - ma per lui non era un problema di scelta) ancora rischiare "arrampicando" questa volta nella vita.


Daccapo. Cioè fuori dalla ardita vita militare. Ordinatamente dove anche qui bisogna sopprimere le timidezze, affrontare sicuri, applicare l'acquisita apparente aggressività "perchè  - lui dice - la società lo vuole", ma in verità si tratta ancora una volta di dimenticare il proprio passato e precario presente e pertanto come e più  di prima...osare oltre che essere intraprendenti.

Diventando così (senza por tempo a dubbi) un perfetto addetto alle realzioni sociale, e subito promosso a  "incarichi speciali" in Alto Adige eTrentino,  e così bravo per salire ancora di più, fino a diventare Ispettore con Incarichi Speciali su tutto il territorio nazionale. Senza orari, senza orologi, per sveltire i tempi e non esserne schiavo, senza mai un giorno di ferie, senza mai un giorno di malattia, e sposato, col viaggio di nozze fra riunioni varie, coi figli poi che nascono, senza la sua quotidiana presenza...ma con la consolazione dell'avanzamento di carriera.

Nei rapporti con i 170 tecnici che andava visitando lo soprannominarono "L'Attila",
(qui a fianco è seduto proprio sul "Trono di Attila" nell'isola Torcello); Operando con molta gentilezza, ma con una decisa costanza e volontà, sempre equilibrata però, che è poi efficace nell'agire e per ottenere qualcosa da chi si incontra. Non con la caparbietà con quella forma cieca e ridicola dove si infrangono tutte le chiacchere, ma usando la ponderatezza, che è poi il buon senso. La persona ponderata, misura, calcola, esamina il pro e il contro di ogni cosa, poi si muove calmo e deciso e... con la necessaria gentilezza. Del resto il motto dei paracdutisti a Viterbo era "sì ...agire in silenzio nell'ombra, ma silenziosi e aggressivi"

Ma Franco abbiamo detto oltre che paracadutista era anche un rocciatore (istruttore), e come muoversi lo sapeva bene. Osare ma poi ponderare; in ogni passo, in ogni appiglio, in ogni percorso.
Nell'audacia e nel dinamismo per essere vincenti bisogna non solo riflettere un po' ma bisogna prima di agire, riflettere molto, oltre che essere determinati e tosti ..... se si vuol vincere!!! Ma in certi casi anche per sopravvivere.
Franco di certo non voleva che il tempo e le sue giornate passassero nell'ozio.

(qui alcune delle sue centinaia di
arrampicate-scalate )


LE TORRI DI VAJOLET (Gruppo Catinaccio)

quella a Sx (la Delago - Spigolo- 4°-5° grado) Franco (come Istr. Milit. di roccia) l'ha scalata 3 volte;
quella centrale (la Stabler 3° 4° grado) 12 volte:
quella a dx (la Winkler - 5° grado) 2 volte.
La piccola a sinistra, la Guglia Piaz- 6° grado (1 volta)

( "Di questa foto sotto, ha in studio nella parete una gigantografia
e dice Frranco "credetimi nel guardarmi arrampicare mi sento sempre "vivo", anche a 83 annni.
Nel vivere bisogna pur ricordare qualcosa di bello
e se le cose belle nella salutare nostalgia sono tante (di foto ci ha riempito 52 album)
la vita scorre e la si vive, e poi la si rivive con i ricordi senza mai annoiarsi
mentre altri pur anche loro saliti sulla "Giostra Terra", non hanno mai fissato con lo sguardo
le mille meraviglie che - con lui indifferente - gli sono passate davanti.
--------------------------------------------------------------------------------------

ALL'ATTACCO....

con la famosa guida TONI GROSS


E dopo le Torri, il CATINACCIO...




sopra verso ovest, sotto verso est ... dai monti fino al mare
( come siamo piccoli !!! )

..... dove ci sono i sentieri poco calpestati, dove vivono le aquile
dove l'orizzonte é infinito e....la nostra anima..... qualche volta sembra vacillare.

La "Passeggiata" .......

qui sotto il Catinaccio visto difronte, dalla cima del Catinaccio d'Antermoia

 

Poi, qui sotto, sulle più belle torri-pareti dell'alpinismo mondiale ......
Le "TRE CIME DI LAVAREDO"
la montagna che ha stregato per tutto il resto della vita, Franco .....



Si possono affrontare di petto le tempeste della vita come la pareti di una montagna,
cioè arrampicare, cadere, scivolare, rialzarsi e subito dopo ricominciare.
E il bello é che nelle avversità si può benissimo imparare anche a "ballare".
La tranquillità stando in poltrona non é altro che pigrizia mentale.
E la pigrizia mentale é come la mancanza d'acqua per le piante....
giorno dopo giorno sfioriscono, e agonizzano.... e infine muoiono.


l'appagamento ..... la vetta

 



Qui sotto, che spettacolo.... dentro nel più bel anfiteatro del mondo.
Per 100 milioni di anni, senza esseri umani ad ammirarlo,
con tanti silenzi attorno.....
la "trinità" era già lì...

e fra 100 milioni di anni sarà ancora lì, tutto uguale come allora,
senza esseri umani
ad ammirarlo
e nuovamente con tanti silenzi attorno.

< < < < < < < < QUI le 3 Cime
in un singolare e straordinario video;
sedetevi, guardate e ascoltate la musica a tutto volume.
Se vi vengono dei brividi è perché... siete un essere umano !!

( per me - a 83 anni - é ormai un ricordo struggente - "il sentiero 101" -
ma se avete gambe buone non indugiate, andateci !!!!! percorretelo !!!
non esiste miglior ricordo di uno scenario così fatato, possente e straordinario)
Io ne sono stato "stregato"


"Sono 60 anni che ci ritorno ogni anno. In quella piccola casetta-bivacco.
Ci sono andato in viaggio di nozze, vi ho celebrato le nozze d'argento,
e nel 2018 anche le nozze d'oro".

(qui sopra assieme all' amico HUGO RIEDER, il gestore del famoso Rifugio Locatelli)

qui sotto di notte - una favola !!!! forse un assaggio del Paradiso !!!

--------------------------

 

Dopo il lancio visto sopra, Franco ha compiuto la più bella ascensione della sua vita,
sulla più bella (dopo il Cervino) piramide delle nostre Alpi
( é d'accordo anche Messner )
Il "Königspitze" - "la Cima del Re", cioè il GRAN ZEBRU'
La sua piramide si erge maestosa ed imponente
e ha una certa somiglianza con la montagna delle montagne: il K2".

 

"dopo 3 giorni con 5 compagni ho dovuto ripetere la salita. Con condizioni del tempo al ritorno piuttosto critiche.
Una nuova salita , perchè gli americani della Nato già sbigottiti per l'audace lancio -
non sapevano che un gruppetto dopo il lancio sarebbe poi salito sul Gran Zebrù.
Erano convinti e andati in una zona puntando le loro telecamere sul Cevedale
(dove vi salì un gruppo di meno esperti perche più facile l'ascensione).
Si erano così persi la spettacolare ascensione al Gran Zebrù.
Rimasero al Rifugio Casati e per loro dovemmo insomma ripeterla.
Così 3 giorni dopo toccò al sottoscritto risalirla e fare anche il capocordata.
Ma anche il fotografo !!...... Di una favola !!!"

"fu un'ascensione stupenda, con uno scenario impressionante !
Ma tre giorni prima, le foto fayye erano state ancor più
favolose,
dall'alto, mentre scendevo col paracadute da 5000 metri
non fu solo un momento
stupendo ma magico!!
Sono delle emozioni che non si comprano con i denari, si VIVONO !!"

"La vita è fatta di alcuni momenti magici di grande intensità.
Poi ci sono i banali intervalli .
La maggior parte degli uomini però, non conoscendo i momenti magici,
finiscono col vivere solo i banali intervalli."

(Friedrich Nietzsche)

che sogno !!!!!

LA DISCESA - CHE SPETTACOLO DAVANTI A NOI !!!!
aveva ragione il mio carissimo amico Walter Bonatti
(il mio mito, ma già "GRANDE" mio maestro quando io avevo appena 16 anni e lui solo 20 )



"PURTROPPO PER LA MIA ETA' E GLI ACCIACCHI
E' STATA DURA DOVERLI LASCIARE
E CREDO ANCHE PER WALTER, MORTO RECENTEMENTE"
.


Sotto, sui ghiacciai, verso il Gran Zebrù e il... Cevedale ( quello bianco in alto a destra)


che spettacolo anche qui !!!!


Qui sotto sulla famosa "meringa" sempre sulla cima del Gran Zebrù


Purtroppo la Meringa - lo sporgente ghiacciaio sul Gran Zebrù - oggi non esiste più;
è crollata nel 2001 e sciolto pure il ghiacciaio a causa del riscaldamento globale
( alla faccia dei negazionisti !!!! )
oggi sembra una banale collina

mentre prima - sopra a destra e qui sotto - vi era questo spettacolo .....

 

"poi 5 giorni dopo l'ascensione del Gran Zebrù,
siamo andati sull'Ortles a goderci un altro grande spettacolo mozzafiato"
poi seguirono altri spettacoli come questi ....
nelle più alte montagne anche dell'Italia occidentale



...poi sull'ADAMELLO, poi la MARMOLADA

... una invernale sull'ADAMELLO

sulle alte montagne occidentali


sul Monte Rosa....verso la Capanna Margherita
il rifugio più alto d'Europa - 4554 metri
sullo sfondo il Cervino 4478 m



Sul Monte Bianco.... con sullo sfondo a sx il Dente del Gigante


Sul Cervino....
(scalato 2 volte, ma per 2 volte rinunciato, per il cattivo tempo; una tempesta a 3000 metri)
Ma questo - sofferto - "fallimento" non pregiudicò affatto le nuove conquiste:
Per iniziare a scalare una nuova vetta....
.....non bisogna certo guardare all'ultima vetta non conquistata.
E così anche nella vita quando si tenta qualcosa e non va per il verso giusto
con la determinazione si ricomincia da capo.

"Non ho mai avuto paura di cadere".
"Per non rischiare troppo basta non essere irrazionali
con la sciocca voglia di essere in cima ad ogni costo.
Per il successo - così in ogni cosa - non importa quanto tempo ci vuole,
basta non affrettarsi troppo e se il successo non viene subito, basta ritentare".

 

---------------------------------------------------------------

miscellanee


PRESSO IL LAGO DI "LAVARONE" DOVE SI IMPARA A SCALARE LE PARETI


ospite un paio di settimane di un pecoraio....dove si impara a vivere in mezzo ai"caproni",
che ubbidiscono al cane del pastore, come sono alcuni umani che ci circondano

le bellezze Tirolesi


quanto è breve la vita....!!!
Ma quando si è vivi, bisogna........ approfittarne...
si muore prima.... se si vive come una talpa nella sua tana.


qui sopra in un foglietto con tutte le locandine mensili di una vita - 1000 mesi !!!!
(vedi > >

i miei primi 300 mesi (25 anni)


A Merano - 24 anni - Alcune umiliazioni ricevute da una "pupa" "vipera" che racconteremo più avanti
e che hanno lasciato sul viso un velo di tristezza !!
Ma presto tornerà la luminosità e l'allegria.
Lui era Franco !!
E ritornerà anche il sorriso..... come suo padre...... con..... i veri serpenti.,

"Le mie origini - mio padre in Africa ("matto" come suo figlio Franco)"

io a 2 anni, mia madre, mia sorella, mio fratello

 

Franco, uscito dopo 5 anni di paracadutismo militare - affronta la sua nuova vita non con un lancio ma... di slancio. Non poteva essere diversamente per il dinamico Franco - che ben presto divenne ispettore per tutta Italia. 10 anni di viaggi in tutte le città d'italia e anche d'Europa, 1.600.000 chilometri (che sono 70 giri intorno del mondo).
Poi (con successo) manager di una Municipalizzata. E infine (con altrettanto successo) manager di se stesso.
Fu quella del lavoro un' altra "ascesa". Per sè , per la famiglia (tra un viaggio e l'altro, nel frattempo formata) e per la casa. Per poter anche ritornare di città in città colmo di libri.... (ne ha collezionati 32.000).....perché "l'uomo perdente é sempre uno solo, l'ignorante")

....di dischi, di quadri...
perché così lui dice, "ci vogliono per...
....riequilibrare la coscienza;
agire per vivere, sì, è importante,
ma bisogna anche operare per migliorare se stessi"
.

Spesso gli sento dire
"vorrei una giornata di
48 ore, con 24 faccio appena
la metà di quello che vorrei fare".
"molti aspettano la fortuna dal cielo
ma il cielo ti aiuta solo se ti dai da fare"


Un incontentabile?

lo abbiamo già detto: Franco di certo non voleva che passasse il tempo cercando solo di sopravvivere.


Del resto vivere non significa solo respirare.

 

 

MA NON FINISCE QUI...
ANZI ..... ADESSO INIZIA IL BELLO
Dobbiamo però fare un breve passo indietro nella vita di Franco.

 

quindi prosegui ora con la seconda parte
alquanto singolare come questa prima parte

SECONDA PARTE > > >

< < < ALLA HOME PAGE