AVIAZIONE

RAID SU TOKYO

Un B 25 B sulla Baia di Tokyo
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di RAO Alessandro

PERIODO DI RIFERIMENTO ANNO 1942 - 18 Aprile
Prima incursione aerea su Tokyo

PREMESSA

Teatro delle operazioni del Pacifico Occidentale

Le azioni militari succedutesi nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, sono state centinaia, anzi migliaia. Purtroppo ogni una di loro, indipendentemente dalla parte belligerante, ha avuto notevoli costi umani, oltre che distruzioni d'intere città.
Quanto scriviamo, non vuole essere né apologia alla peggiore maniera di attuare un tipo di politica fra i popoli, né l'esaltazione di una o più parti impegnate nella più grande tragedia del ventesimo secolo. Quanto segue vuole essere una descrizione alquanto veritiera di un'impresa militare che è qualificata dagli storici un'astuta mossa strategica attuata dagli americani all'inizio del conflitto.
All'epoca, la situazione politico-militare, negli Stati Uniti, era considerata veramente difficile e piena di notevoli incognite.

Nella vicenda che stiamo per illustrare, sono considerati alcuni aspetti umani, soprattutto per la figura del Cap. Ted W. Lawson (1917-1992), autore del libro "Thirty seconds over Tokyo" (titolo italiano: Trenta secondi su Tokyo). Un altro personaggio, d'importanza primaria, è senza dubbio, il Ten.col. James H. Doolittle (1897-1993), il quale coordinò e guidò di persona il primo bombardamento delle città giapponesi.
Si è altresì cercato di riportare in questo frammento del passato, alcuni giudizi avanzati da esperti militari, espressi al momento dei fatti e dopo molti anni dall'avvenuta incursione, ricchi di particolari ripresi dagli archivi militari del Pentagono.

Per quanto ci riguarda, tutto inizia dal fatidico giorno di domenica 7 Dicembre 1941, (è inutile soffermarsi sugli avvenimenti di tale data, in quanto sono dettagliatamente trattati già su questo sito all'anno di riferimento 1941). Sconfitta cocente degli Stati Uniti, stordimento dell'opinione pubblica, odio infinito verso i giapponesi, conseguente e tempestiva decisione del Congresso e del Presidente degli Stati Uniti a dichiarare lo stato di guerra.

Nella cronaca d'alcuni giornali dell'epoca, si legge che, a dimostrazione di quanto gli americani avvertissero l'impotenza di non essere in grado di rispondere alla vile aggressione di Pearl Harbor, privati cittadini benestanti avrebbero offerto ingenti somme di denaro, come ricompensa ai primi individui che avessero colpito il suolo giapponese per far crollare il mito dell'inviolabilità. Riportiamo anche un'ipotesi dei fatti rimasta tale, in quanto mai suffragata da prove concrete, secondo la quale, alcuni vertici governativi, compreso il Presidente, sarebbero stati al corrente dell'attacco a Pearl Harbor con un certo anticipo e addirittura auspicato allo scopo di convertire un certo pacifismo, riottoso verso la guerra, e conquistare così il consenso di una larga parte dei cittadini all'intervento armato contro il Giappone.

La citata ipotesi nasce dalla conoscenza dei codici segreti che il col. Wylliam Friedmann e i suoi collaboratori a Washington, sono riusciti a decrittare e leggere così gli scambi delle informazioni fra i diplomatici e fra i comandi militari giapponesi. All'epoca dei fatti, cui ci riferiamo, i cittadini americani, dopo l'attacco giapponese, si arruolano in massa al grido di "remember Pearl Harbor", tanto è l'indignazione suscitata. Nello stesso momento, fra le più alte cariche militari, echeggiano le parole di premonizione che anni addietro il Gen. di Brigata Billy Mitchell, accusando di lassismo i suoi diretti superiori, aveva pronunciate solennemente: " L'arma aerea, in un futuro conflitto, sarà la carta vincente."
Questo singolare Generale, che aveva immaginato le grandi battaglie aeronavali contro il Giappone e che fu deferito alla Corte Marziale per le sue idee ritenute sbagliate, aveva avuto pienamente ragione. Le autorità militari e quelle politiche del momento, non vollero destinare finanziamenti per lo sviluppo dell'arma aerea, di conseguenza nel 1941, gli americani si trovano impreparati al grande scontro che sta per sopraggiungere.

Vogliamo ricordare al lettore, fra l'altro, che l'Aviazione americana (USAAF - United States Army Air Force) era all'epoca una specialità dell'Esercito e si verificava spesso un certo stato di conflitto fra i relativi comandi, quasi sempre controproducente ai fini della funzionalità.
L'Aeronautica, come arma indipendente, nasce nel 1947 (USAF - United States Air Force).

Vediamo di sintetizzare i motivi che hanno contribuito all'attuazione della memorabile impresa del 18 Aprile 1942, considerando quanto è stato brevemente esposto.
Gli Stati Uniti subiscono, dopo l'attacco alle isole Hawaii (1941), fino alla prima battaglia aeronavale delle Midway (1942), una serie di sconfitte, tali da crearsi un stato psicologico di sconforto sulla popolazione. L'eco di cattive notizie, provenienti dall'area rovente del Pacifico, impressionano il cittadino americano medio che conduce in Patria una vita lontana dai bagliori di guerra ma allo stesso tempo lo sensibilizzano alla rivincita.
Di conseguenza occorre subito un'azione per dimostrare all'opinione pubblica,la capacità organizzativa delle forze armate, soprattutto fra Aviazione e Marina, tale da infierire sul Giappone nel suo punto nevralgico: Tokyo.

Per gli americani, la situazione nei primi mesi del '42 non è delle più favorevoli, con la base di Pearl Harbor distrutta, l'isola di Wake caduta, così Guam, l'attacco a Hong Kong e le Filippine che stanno per soccombere. Le truppe nipponiche, controllano sempre di più la zona strategica del Pacifico impedendo i collegamenti fra le basi USA.
Con questo scenario, il Presidente Roosvelt sostitusce, il 27 Dicembre 1941, l'Amm. Edward H. Kimmel, comandante in capo della flotta del Pacifico, con il Contramm. Chester W.Nimitz.
Purtroppo Kimmel è rimasto impotente davanti alla distruzione della sua squadra alla fonda di Pearl Harbor e ciò gli costa il siluramento. Con questi cambiamenti negli alti comandi dell'apparato militare, nasce finalmente l'idea di un colpo di rappresaglia contro il Giappone. Il Gen. Joseph Ernest King capo di tutta la flotta americana e di tutte le operazioni navali, assieme al Gen. Henry H. Harnold, capo dell'Aviazione nel Gennaio del 1942 concepiscono un progetto di bombardamento combinato fra Aviazione dell'Esercito e Marina in uno scenario di massima segretezza. L'idea è quella di bombardare i principali centri industriali del Giappone facendo decollare bombardieri leggeri, del tipo B 25 B "Mitchell", opportunamente adattati per le circostanze, dalla portaerei "Hornet", condotta in prossimità delle coste giapponesi ad una distanza minima.


B 25 B disposti sul ponte di volo della Hornet in attesa del decollo.

Un B 25 B in fase di decollo dalla portaerei Hornet


Dopo tre mesi dall'idea, finalmente prende corpo il progetto. Malgrado le enormi difficoltà, superate con l'impegno di molti uomini della Marina e dell'Aviazione dell'Esercito, si creano le sinergie che portano alla concretizzazione di un'azione militare delicata, psicologicamente devastante per i giapponesi. Allo stesso tempo, le autorità militari del Sol Levante, sono convinte dell'inviolabilità del proprio territorio da attacchi americani, avendo questi ultimi le basi distanti molte miglia dalle coste del Giappone. La situazione, però, precipita repentinamente a loro svantaggio. Con l'incursione su Tokyo anche il grande stratega Ammiraglio Ysoruko Yamamoto (1884-1943), ideatore di Pearl Harbor, perde il suo proverbiale ottimismo e fa nere previsioni per il futuro, esatte, ma che non riuscirà a verificare di persona. Viene abbattuto da un caccia americano P 38 "Lightning", pilotato dal ten. Lanphier dell'USAAF, nei cieli delle isole Salomone. Strana coincidenza di date:
Yamamoto muore lo stesso giorno del raid su Tokyo, 18 Aprile, ma ad un anno esatto di distanza.

Dal libro " Samurai", di Saburo Sakai (1916-2000), pilota della Marina giapponese, asso con 64 vittorie aeree, riportiamo una lettera, scritta da sua cugina Hatsuyo, residente a Tokyo, nella quale si evince lo stato d'animo dei suoi concittadini, dopo il primo bombardamento americano sulla capitale.
Hatsuyo scrive a Sakai:
"So che sei nel pieno della lotta; i tuoi successi contro il nemico sono un gran conforto per noi che siamo a casa. Il bombardamento di Tokyo e di alcune altre città ha portato un grande cambiamento nella mentalità
del popolo, nei riguardi della guerra. Le cose appaiono diverse adesso, dopo che le bombe hanno colpito le nostre case e sembra che non vi sia pìù una grande differenza tra il fronte di battaglia e quello interno. So che, come le altre ragazze anch'io lavorerò e farò del mio meglio per dare il nostro aiuto a te ed agli altri piloti che combattete così lontani da casa".

L'IMPRESA


Icona artistica dell'impresa

Nel mese di Gennaio 1942 è inviata nel Pacifico meridionale la portaerei Hornet, per rinforzare il più presto possibile la flotta americana già in navigazione.
Ecco i due gruppi operativi designati con il nome di Task Force 16, affidati al comando supremo del vice Ammiraglio Halsey (1865-1966):

A) Gruppo operativo 16.1 vice Amm. Halsey
Portaerei Enterprise
Incrociatore Northhampton
Incrociatore Salt Lake City
Cacciatorpedinieri Balch - Benham - Fanning - Ellet -
Nave-cisterna Sabine

B) Gruppo operativo 16.2 Cap. di vascello Mitscher
Portaerei Hornet
Incrociatore Vincennes
Incrociatore Nashville
Caccitorpedinieri Gwin - Grayson - Nonssen
Nave-cisterna Cimarron

L'appuntamento dei due gruppi 16.1 e 16.2 è fissato a 38 gradi di latitudine Nord e a 180 gradi di longitudine Est alle ore 0600 (locali) del 13 Aprile 1942. Da questo punto la Task Force 16 deve procedere fino ad un altro punto localizzato a circa 700 Km. ad Est di Tokyo, dove dovranno decollare i sedici aerei per l'incursione sul Giappone.
Il gruppo 16.2 parte dalla baia di S.Francisco il 2 Aprile 1942 alle ore 10.00 con a bordo i sedici B 25 B e gli equipaggi. Il gruppo 16.1 parte da Pearl Harbor l'8 Aprile del 1942 alle ore 13.30 e procede a zig zag, essendo più vicina al punto d'incontro. La zona è anche controllata da due sottomarini americani: il "Thresher" e il "Trout", pronti a dare avviso alla Task Force 16 d'ogni mossa del nemico che può costituire una minaccia agli americani.

Tra il giorno 16 ed il 17 Aprile, i due gruppi, effettuano il rifornimento dalle navi cisterna con una certa difficoltà a causa del mare grosso.
Alle ore 14.39, sempre del 17 Aprile, le due portaerei e i quattro incrociatori si staccano dal Task Force 16 per procedere da soli.
Alle ore 03.12 del 18 Aprile sono individuate dai radar due navi giapponesi ma non vi è contatto e dopo pochi minuti le navi nemiche escono dagli schermi radar americani.
La navigazione continua tranquillamente fino alle ore 07.15 quando un ricognitore, decollato dalla portaerei "Enterprice", comunica l'avvistamento di una nave-pattuglia nemica "Nitta-Maru 23", la quale successivamente entra effettivamente in contatto con la squadra americana alla distanza di 10 Km. Immediatamente viene ordinato l'abbattimento della nave-pattuglia, da parte dell'incrociatore "Nashville", che lo esegue in pochi secondi.


La nave pattuglia giapponese "Nitta-Maru 23" colpita inizia ad affondare


Nel dubbio che fosse stato segnalato il contatto in Giappone e nel timore di perdere l'effetto sorpresa, rendendo più rischiosa l'azione, il comando americano decide il decollo degli aerei. Si parte quindi con un certo anticipo, precisamente dalle ore 08.20 fino alle 09.19, con un intervallo medio di 3,9 minuti decollo (vedi orari decolli nella descrizione dell'aeroplano). Una precisazione: dagli archivi visionati dopo il conflitto, risulta che la nave-pattuglia aveva veramente trasmesso l'avvistamento della formazione americana, ma per una serie di coincidenze fortunose per gli americani, non fu presa in considerazione dalle autorità giapponesi.
Al momento dei decolli l'"Hornet" si trova a circa 1300 Km da Tokyo, quindi circa 640 Km in più, che peseranno molto sulla economia del carburante dopo il bombardamento e renderanno complicata, con molti imprevisti, la rotta per raggiungere la Cina.

Il 17 Aprile, il Ten.col. Doolittle riunisce i 16 equipaggi per il briefing finale, illustra gli ultimi dettagli dell'operazione e offre l'ultima occasione ad eventuali rinunciatari che non ci sono. Una elaborazione delle condizioni meteo nella zona delle operazioni, prevede tempo cattivo con temporali di una certa intensità, ma contrariamente a quanto si può pensare, la situazione meteo segnalata, per i coordinatori dell'incursione, risulta ideale, in quanto riduce la possibilità di eventuali reazioni giapponesi, sia nel cielo e sia nel territorio cinese, dopo l'atterraggio degli aerei, previsto nella regione del Chekiang.
Pertanto, i decolli programmati per il giorno 19 Aprile, sono necessariamente anticipati al 18.


Riportiamo di seguito alcune informazioni stralciate dal rapporto del Gen. Doolittle esteso in data 09.07.1942.

ORDINE DI DECOLLO DI TUTTI GLI AEREI B 25 B
DALLA PORTAEREI "HORNET" IL 18.04.1942
1) Ten.col. Doolittle alle ore 08.20 ( tempo nave )
2) Ten. Hoover alle ore 08.25
3) Ten. Gray alle ore 08.30
4) Ten. Holstrom alle ore 08.33
5) Cap. Jones alle ore 08.37
6) s.ten. Hallmark alle ore 08.40
7) Ten. Lawson alle ore 08.43
8) Cap. York alle ore 08.46
9) Ten. Watson alle ore 08.50
10) Ten. Joyse alle ore 08.53
11) Cap. Greening alle ore 08.56
12) Ten. Bowwer alle ore 08.59
13) Ten. Mcelroy alle ore 09.01
14) Magg. Hilger alle ore 09.07
15) Ten. Smith alle ore 09.15
16) Ten. Farrow alle ore 09.19

 

1) Aeroplano n. 40-2344 pilota Ten.Col. J.H. Doolitte 0-271855
secondo pilota Ten. R. E. Cole 0-421602
navigatore Ten. H. A. Potter 0-419614
bombardiere Serg. F.A. Braemer 6875923
motorista-mitrag. Serg. P.J. Leonard 6248728
Decolla facilmente. Vola basso fino a Tokyo. Effettua il bombardamento ad una quota di 400 metri, colpisce una fabbrica di aerei alla periferia della città. Continua il volo a bassa quota verso la Cina dove incontra il tempo cattivo. L'equipaggio abbandona l'aereo con il paracadute, dopo l'inserimento del pilota automatico e si ricongiunge, nel pomeriggio, presso la località di Yaki Shima. L'aereo è distrutto con il fuoco il giorno 19.04.1942. Raggiunta successivamente la località di Chu-Cow, tutti rientrano in patria con l'aiuto dei guerriglieri cinesi.
2) Aeroplano n. 40-2292 pilota Ten. P. Hoover 0-393133
secondo pilota Ten. W.M. N.Fitzhugh 0-421067
navigatore Ten. Carl N. Wildner 0-352857
bombardiere Ten. Richard E. Miller 0-432337
motorista mitrag. Serg. Douglas V. Radney 6266909
Difficoltà in fase di decollo a causa del mare grosso. L'aereo sta per cadere in stallo, ma l'abilità del pilota l'ho riporta in assetto orizzontale. Passaggio su Tokyo alla quota di 300 m. Bombarda una fabbrica di esplosivi e alcuni magazzini militari; data la quota bassa, si vedono i rottami da terra volare al disopra dell'aereo. Atterraggio senza carrello a Ning-Po, aereo distrutto dal fuoco, tutti in salvo rientrano in patria con l'aiuto dei guerriglieri cinesi.

3) Aeroplano n. 40-2270 pilota Ten. Robert M.Grey 0-403862
secondo pilota Ten. Jacob E. Manch 0-389941
navigatore s.Ten Charls J. Ozuk 0-419618
bombardiere Serg. A. E. Jones 6580258
motorista mitrag. Capor. Leland D. Faktor 17003211
Decolla normalmente. Vola su Tokyo a 480 metri di quota. Bombarda un'acciaieria, uno stabilimento chimico e una zona di piccole officine militari. Prosegue il volo verso la Cina dove incontra il tempo cattivo. Lancio con il paracadute, dalla quota di 2000 metri, di tutti i membri dell'equipaggio che si riuniscono a Chu-Chow. Successivamente, con l'aiuto dei cinesi, rientrano in patria. Il s.Ten. Ozuk rimane ferito, ma soccorso dai cinesi se la cava. Il Capor. Faktor è trovato morto, probabilmente per essere caduto su di un terreno accidentato da pietre taglienti e aver riportato ferite gravi.

4) Aeroplano n. 40-2282 pilota Ten. Everett W. Holstrom 0-397395
secondo pilota s.Ten. Lucian N.Youngrlood 0-421153
navigatore s.Ten. Harry C. McCool 0-419329
bombardiere Serg. Robert J.Stephen 6936650
motorista mitrag. Capor. Bert M.Jordan 6952993
Decolla normalmente. Vola a bassa quota fino alle coste giapponesi. Incontra quattro caccia giapponesi a sud-est della Baia di Tokyo. Sgancia il carico di bombe in mare per aumentare la velocità ed eludere il nemico. Lancio successivo dell'equipaggio sul territorio cinese, perfettamente riuscito. Raggiunta la località di Fu-Chow. Missione fallita. Tutti rientrano in patria con aiuto dei cinesi.
5) Aeroplano n. 40-2283 pilota Cap. David M. Jones 0-22482
secondo pilota Ten. Rodney R. Wilder 0-421149
navigatore Ten. Eugen F. McGurl 0-431648
bombardiere Ten. Denver N. Truelove 0-427637
motorista mitrag. Serg. Joseph W. Manske 6914440
Decolla facilmente. Vola alla minima quota fino al Giappone. Effettua il bombardamento su Tokyo a 400 metri. Colpisce una centrale elettrica, alcuni serbatoi di carburante e delle officine meccaniche ubicate a sud del Palazzo Imperiale. Vola verso la Cina, arriva sulla verticale di Chu-Cow. Lancio di tutto l'equipaggio, felicemente concluso, che risulta essere il primo a raggiungere la località stabilita di Chu-Cow. Rientrano tutti in patria.
6) Aeroplano n. 40-2298 pilota Ten. Dean E. Hallmark 0-421081
secondo pilota Ten. Robert J.Meder 0-421280
navigatore Ten. Chase J. Nelson 0-419938
bombardiere Serg. William J.Dieter 6565763
motorista mitrag. Capor. Donald E.Fitzmaurice 17004360
Decolla normalmente. Non vi sono dati circa il bombardamento. Atterra a Nang-chang in Cina, zona limitrofa al lago Po-Yang occupata dai giapponesi. L'equipaggio al completo è fatto prigioniero. Il Ten. Hallmark viene passato per le armi. Il Ten. Meder muore successivamente per maltrattamenti subiti in prigionia. Un'ipotesi negativa per il Serg. Dieter e il Capor. Fitzmaurice li vuole morti per annegamento nel lago Po-Yang dopo la discesa con il paracadute. Il Ten. Nelson si salva ed è l'unico sopravvissuto; rimane però internato in un campo di prigionia giapponese fino alla fine del conflitto.

7) Aeroplano n. 40-2261- pilota Ten. Ted.W. Lawson 0-399549
secondo pilota s.Ten. Dean Davenport 0-427310
navigatore s.Ten. Charls.E. McClure 0-431647
bombardiere s.Ten. Robert S. Clever 0-432336
motorista maitrag. Serg. David J. Thatcher 19019573
Decolla con difficoltà a causa dei flaps non estratti per dimenticanza dei piloti. Paurosa perdita di portanza del velivolo, riportato in assetto dalla destrezza del Ten. Lawson. Nei pressi di Tokyo intercetta la caccia giapponese (aerei del tipo Zero-Sen) senza però essere attaccato. L'aereo prosegue a bassa quota e colpisce il centro industriale di Tokyo. Sempre a bassa quota continua il volo fino alla costa cinese dove a causa di un forte temporale, il Ten. Lawson effettua un atterraggio di fortuna incagliandosi nella spiaggia. Tutto l'equipaggio rimane ferito all'infuori del Serg. Thatcher. Il Ten. Lawson riporta gravi ferite alla gamba sinistra che gli sarà amputata in un secondo tempo dall'unico medico presente fra gli equipaggi: il Ten. White. Tutti rientrano in patria nel mese di Giugno, dopo una serie di vicissitudini che sono menzionate, dal Ten. Lawson, nel suo libro-diario.
8) Aeroplano n. 40-2242 - pilota Cap. Edward J. York 0-21151
secondo pilota Ten. Robert G. Emmen 0-24104
navigatore s.Ten. Nolan A. Herndon 0-419328
motorista Serg.magg. T.H. Laban 6559855
mitrag. Serg. David W. Pohl 6152141
Decolla normalmente. Vola a quota bassa fino al Giappone. L'aereo bombarda Tokyo, prosegue per Vladivostock e atterra a circa 60 Km di distanza dalla città russa. L'atterraggio si rende necessario a causa dell'eccessivo consumo di benzina durante la rotta. I membri dell'equipaggio sono tutti incolumi, ma i russi li internano in una località distante 500 Km da Mosca dove rimangono prigionieri. L'aereo è confiscato dal Governo russo.
9) Aeroplano n. 40-2303 - pilota Ten. Harold F. Watson 0-397797
secondo pilota s.Ten. James M.Parker 0-421128
navigatore s.Ten. Thomas C. GRiffin 0-377848
bombardiere Serg. Wayne M. Bissell 6579237
motorista mitrag. Serg. Eldred V. Scott 6530453
Decolla facilmente. Vola fino a Tokyo a bassa quota. Bombarda una fabbrica di carri armati Kawasji e la zona presso la stazione ferroviaria a sud del Palazzo Imperiale. L'aereo vola verso la Cina. Incontra pessime condizioni meteorologiche per le quali l'equipaggio è costretto a lanciarsi a circa 150 Km dal lago Po-Yang. Rimane ferito solo il Ten. Watson in modo leggero. Tutti rientrano in patria.
10) Aeroplano n. 40-2250 - pilota Ten. Richard C.Joyce 0-401770
secondo pilota s.Ten. J.Royden Stork 0-421345
navigatore bombardiere s.Ten. Horace E.Crouch 0-395839
motorista mitrag. Serg. George E.Larkin jr. 6984298
mitrag. Serg.magg.Edward W.Horton jr. 56139178
Questo aereo era destinato a lasciare la Hornet dopo due giorni di viaggio da S.Francisco, per provare in anticipo le sue capacità di decollo ed essere di esempio agli altri aerei. Infatti sarebbe stato il primo bombardiere, dal peso di 15 tonnellate, ad alzarsi dal ponte di una portaerei. Ma l'ordine fu annullato ed il velivolo prese parte con gli altri all'incursione. Decolla facilmente. Vola a bassa quota, 170 m., fino alle coste del Giappone e raggiunge Tokyo. salendo a 830 m. Bombarda la Japan Special Steel Company e la zona industriale di Shiba Ward (400 m. dalla riva). Prosegue il volo verso la Cina e l'equipaggio si lancia da 3000 m. sulla verticale di Chu-Chow, raggiunta però, dopo quattro giorni. Con l'aiuto dei cinesi tutti rimpatriano negli USA.
11) Aeroplano n. 40-2249 - pilota cap. Charls R. Greening 0-22443
secondo pilota s.ten. Kenneth E. Reddy 0-421131
navigatore s.ten. Frank A. Kappeler 0-419579
bombardiere serg.magg.William L. Birch 6561172
motorista mitrag. serg. Malvin J. Gardner 6296448
Decolla senza difficoltà. Vola a quota minima. Rotta deviata a nord. Sorvola inaspettatamente un aeroporto in attività. Combatte con caccia giapponesi del tipo "Tony",(presunto abbattimento di uno di loro). Il B 25 B riporta leggeri danni e vola direttamente su Tokyo a bassissima quota. Colpisce una raffineria di benzina e prosegue verso il territorio cinese. Incontra tempo cattivo e l'equipaggio si lancia dopo 14 ore e
mezzo di volo dal decollo. Il Ten. Reddy ed il Serg. Gardner riportano leggere ferite. Rientrano tutti in patria successivamente.
12) Aeroplano n. 40-2278 - pilota Ten. William M. Bovver 0-398557
secondo pilota s.Ten. Thadd Blanton 0-421030
navigatore s.Ten. William R. Pound 0-419333
bombardiere Mar. Waldo J. Bither 6101457
motorista mitrag. Serg.magg.Omer A. Duquette 6143447
Decolla senza difficoltà. Vola a quota minima per tutto il percorso. Bombarda la città di Yokohama, magazzini e binari ferroviari di una raffineria. Incontra il tempo cattivo. Lancio dell'equipaggio da 3800 m. di quota e dopo tre giorni di marcia viene raggiunto il punto d'incontro prestabilito di Chu-Chow. Rientrano tutti in patria.
13) Aeroplano n. 40-2247- pilota Ten. Edgar E. McElroy 0-421122
secondo pilota s.Ten. R. A. Knobloch 0-419327
navigatore s.Ten. C.J.Campbell 0-421816
bombardiere Serg. Robert C. Bourgeois 7000417
motorista mitrag. Serg. Adam R.Williams 6969211
Decolla senza difficoltà. Vola a quota minima fino alla costa del Giappone. Bombarda i cantieri navali e gli edifici della base navale di Yokosuka. Due navi alla fonda sono seriamente danneggiate. Prosegue con volo strumentale a causa delle condizioni di tempo cattivo. L'equipaggio si lancia ed in tre giorni raggiunge Chu-Chow. Il Serg. Williams riporta ferite ad un ad un ginocchio di una certa gravità, ma il resto degli uomini se la cava abbastanza bene. Sempre con l'aiuto dei cinesi rientrano in patria.
14) Aeroplano n. 40-2297- pilota Magg. J.A.Hilger 0-20437
secondo pilota s.Ten. Jack A. Sims 0-421340
navigatore bombardiere s.Ten. James H. Macie jr. 0-4193
bombardiere Serg. Robert C. Bourgeois 7000417
radio mitrag. Serg.magg. Edwin W. Bain 656129
Decola normalmente. Vola a bassa quota verso le coste giapponesi. Raggiunge Nagoya dove colpisce alcuni magazzini di materiale bellico, depositi di petrolio, arsenale militare e officine aeronautiche Mitsubishi,situati a sud della città. Prosegue, sempre con volo basso, verso la Cina. Incontra tempo cattivo e l'equipaggio si lancia da 2800 m. Gli uomini raggiungono il punto convenuto di Chu-Chow dopo due giorni di dura marcia. Rientrano successivamente tutti in patria con l'aiuto dei cinesi.
15) Aeroplano n. 40-2267- pilota Ten.. Donald G. Smith 0-389010
secondo pilota s.Ten. G.P. Williams 0-421356
navigatore bombardiere s.Ten. Hovvard A. Sessler 0-4316
medico aeronautico Ten. T.R. White 0-420191
motorista mitrag. Serg. Edward I. Saylor 6569707
Decolla con facilità. Vola a bassa quota verso la città di Kobe. Bombarda una grande officina aeronautica, moli e magazzini nella parte settentrionale della Baia. Prosegue con rotta verso la Cina. Discende in acqua in prossimità di una località nominata Sang Chow. L'equipaggio, senza feriti, si mette in salvo con l'aiuto dei guerriglieri cinesi locali. Il Ten. medico Wite è condotto dal Ten. Lawson per prestargli le prime cure.
16) Aeroplano n. 40-2268 - pilota Ten. William G. Farrow 0-421731
secondo pilota Ten. Robert L. Hite 0-417960
navigatore s.Ten. George Barr 0-431644
bombardiere Cap. Jacob DeShazerr 6584514
motorista mitrag. Cap. C. Spatz 6936659
L'aereo decolla con difficoltà a causa dello scivolamento sul ponte. L'elica dell'aereo colpisce un marinaio che perderà un braccio. Raggiunge a volo basso la città di Nagoya. Bombarda i serbatoi di carburante e un'officina aeronautica di una certa importanza. Atterra sulla costa giapponese a sud di Han-Kung. I soldati cinesi, appartenenti al Governo-fantoccio locale, controllato dai giapponesi, catturano tutto l'equipaggio. Il Ten. Farrow e il Capor. Spatz sono passati per le armi. I rimanenti sopravvissuti rimangono per 40 mesi in un campo di prigionia. Raggingono gli Stati Uniti dopo la fine della guerra.
Conclusione.

La prima incursione sulle città giapponesi, Tokyo, Osaka, Yokosuka, Nagoya, Kobe effettuata alle ore 13 del 18 Aprile 1942, è costata, oltre ai sedici aerei B 25 B, un aereo da trasporto del tipo C 47 con tutto l'equipaggio. Degli 80 uomini del gruppo, cinque furono internati dai russi, 66 furono messi in salvo dai cinesi dopo aver riportato lievi ferite, sette furono uccisi, otto furono fatti prigionieri, di cui tre giustiziati e un morto di stenti, uno riportò l'amputazione della gamba sinistra.
Considerazioni fatte dalla parte del Governo cinese furono affatto entusiastiche per quest'operazione, perché procurò rappresaglie terribili alle popolazioni dei villaggi nei quali ricevettero assistenza i piloti americani. Per di più, la Cina che stava preparando un attacco contro il Giappone, si trovò intralciata nei suoi piani, che prevedevano l'uso degli stessi aeroporti distrutti dai Giapponesi toccati dai superstiti dell'incursione americana.
Infine, tutti i 16 aerei B 25 B che dovevano essere donati ai cinesi, furono distrutti dal fuoco o danneggiati in fase di atterraggio. Un altro aspetto negativo, questa volta da parte delle forze americane, fu senza dubbio, la mancanza di un coordinamento preventivo, in territorio cinese, per il recupero degli equipaggi.

L'AEROPLANO NORTH AMERICAN B 25 B "MITCHELL"
(qui in una avio-pittura)

Oltre a tutte le componenti umane, senza dubbio determinanti per la realizzazione dell'impresa,
assume un ruolo altrettanto importante il tipo di velivolo prescelto dai responsabili, per le caratteristiche tecniche adatte alle condizioni particolari per una missione senza eguali. Il B 25 B è, infatti, il primo bombardiere medio, a decollare a pieno carico, dal ponte di volo di una portaerei. Si tratta di un aereo con un peso a pieno carico di circa 15 tonnellate; gli esemplari che sono impiegati, dal Gen. Doolittle, al quale è affidata la realizzazione di tutta l'intera operazione, appartengono al 17° Gruppo da Bombardamento
(VII Forza Aerea). Si tratta, infatti, del B 25 B "Mitchell" costruito dalla ditta North American, nelle fabbriche del Kansas, consegnato agli stormi dell'USAAF nel 1941.

Diventa famoso proprio in questa leggendaria occasione. E' uno degli aerei più largamente usato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il velivolo è denominato "Mitchell" in ricordo del Gen. Billy Mitchell, che fu sottoposto alla Corte Marziale per aver interpretato realisticamente quale sarebbe stato lo sviluppo dell'arma aerea negli anni a seguire, revedendone il valore strategico e trovandosi in disaccordo con i superiori.

Alla sigla B 25 è aggiunta la lettera B che distingue la versione modificata, dal prototipo nato nel 1939 e dal primo modello di serie nato nel 1940, dai quali si discosta per il diedro negativo della parte centrale dell'ala, particolarità che da all'aereo la forma di una M molto appiattita. Alcune altre particolari modifiche sono necessarie all'aereo, per il tipo di missione a cui è destinato come il camuffamento (colorazione), per adattarlo all'ambiente operativo ed alla sostituzione del segretissimo sistema di puntamento "Norden", adatto per le alte quote, ma anche per il timore che cadesse in mano giapponese.
Sono poi installati tre grossi serbatoi supplementari di carburante per aumentarne il raggio d'azione: uno nel comparto bombe, uno nel corridoio di comunicazione della fusoliera ed un terzo nello spazio occupato dalla torretta inferiore. Il B 25 " Mitchell " ha struttura interamente metallica; l'ala costruita in cinque parti di cui una centrale, solidale con la fusoliera, porta i motori ed i serbatoi della benzina e del lubrificante, i flaps sono attivati idraulicamente (una novità per l'epoca), la fusoliera è del tipo a semimonoguscio, divisa in tre parti: una anteriore con le armi, una centrale della cabina di pilotaggio al termine del comparto delle bombe ed infine una parte posteriore. I timoni sono bideriva a sbalzo, carrello triciclo anteriore retrattile (uno dei primi aerei ad adottarlo in serie). Ha un equipaggio di cinque uomini: due piloti, un bombardiere, un navigatore, un mitragliere. L'armamento è costituito da : una mitragliatrici da 7,7 mm. nel muso vetrato, quattro armi brandeggiabili da 7,7 mm. situate in due torrette, una inferiore (retraibile) ed una dorsale, azionate elettricamente ed una mitragliatrice in posizione caudale da 12,7 mm. Il carico dell'esplosivo può arrivare fino a 2250 Kg di bombe dirompenti, perforanti o incendiarie. I motori sono del tipo Wright "
Cyclone" GRR-2600-9. raffreddati ad aria, a doppia stella con 14 cilindri da 1700 CV, dotati di compressore.(un gioiello di meccanica per l'epoca N.d.R.). Eliche tripale tipo "Hamilton Standard" a velocità costante.

Alcune caratteristiche tecniche del North American B 25 B "Mitchell"

Apertura alare m. 20,50
lunghezza m. 16,50
altezza m. 4,60
superficie alare mq. 57,50
peso a vuoto Kg. 7250
peso totale Kg. 10885
velocità massima a 4500 m. Km/h 495
velocità di crociera a 3500 m. Km/h 390
velocità di atterraggio Km/h 135
velocità ascensionale m/min 548
autonomia Km 4260
quota di tangenza m. 7750

LA PORTAEREI

Una delle macchine che prende parte alla spedizione del 18 Aprile e che altrettanto ha un ruolo fondamentale, è senza dubbio la portaerei "Hornet". Lo stesso nome "Hornet" (ape) è attribuito ad altre due unità ordinate dalla Marina degli Stati Uniti, perciò detto nome si troverà citato per lungo tempo negli annali della Marina, ma in effetti comprende storie diverse.
La prima unità, di cui ci stiamo interessando, è impostata nel 1939 nei cantieri navali di Newport Newes Shipbuilding (dai quali prende forma la metà delle grandi portaerei statunitensi). Scende in mare il 24 Dicembre 1940. All'inizio del 1942 si completa l'allestimento interno ed entra in linea nel mese d'Aprile. Partecipa così direttamente alla prima operazione che la conduce nel mare giapponese.

Le caratteristiche dell'"Hornet" sono simili alle altre due portaerei storiche della Marina degli Stati Uniti, varate nel 1939: la "Yorktown" e l'"Enterprice". L'"Hornet" è provvista di un motore a turbine con ingranaggi, alimentate da nove caldaie a nafta per una potenza di 120.000 CV, propulsa da quattro eliche.
La protezione è costituita da una corazza di 102 mm. situata nel settore centrale della linea di galleggiamento. L'armamento va da otto cannoni antiaerei da 127/38 e 16 mitragliere da 26 mm. ad un armamento leggero di circa 60 mitragliatrici da 20 e 40 mm., montate in gruppi di quattro canne, per avere massimo diametro di fuoco antiaereo. L'imbarco dei velivoli è previsto per 60 monocaccia. I decolli sono assistiti da due catapulte a prua della nave. L'equipaggio ha una forza di 2072 uomini di cui 850 sono dell'Aviazione. La storia della "Hornet" si svolge nel periodo corto di soli sette mesi, ma è ricca di gloriose imprese, fra le quali, la vicenda di cui ci occupiamo (vedi la parte dell'Impresa).

Ricordiamo la principale battaglia aeronavale delle Midway, di cui l'Hornet si rende protagonista nella sua breve esistenza. Lo scontro, si svolge nei giorni dal 3 al 7 Giugno 1942, nel quale la Marina Imperiale Giapponese subisce la prima sconfitta da circa 350 anni della sua storia sul mare. A favore degli Stati Uniti ci sono quattro portaerei giapponesi affondate, contro la sola americana perduta: la "Yorktown".

Il piano Midway elaborato dall'amm Yamamoto non funziona. La sonora sconfitta dei giapponesi scaturisce dall'intervento degli aerosiluranti Dauntless, decollati dalla Hornet, che attaccano le portaerei giapponesi, mentre gli aerei di Yamamoto, sono distrattamente occupati all'assalto delle basi americane nelle isole Midway. La squadra giapponese lascia ingenuamente campo libero agli aerosiluranti americani che riportano un ottimo risultato.

Ma il momento drammatico che segna la fine della "Hornet", arriva il giorno 26 Ottobre 1942. In questa data avviene lo scontro tra la squadra americana dell'amm. Halsey che comprende la "Hornet", alla quale si aggiunge la squadra del contramm. Kinkaid che comprende l'"Enterprice". La zona delle isole di S.Cruz è testimone di un'altra grande battaglia aeronavale nel Pacifico. Un pilota suicida Kamikaze si abbatte sul fumaiolo della "Hornet", provoca un'invasione di benzina sul ponte della portaerei che poco dopo subisce l'attacco di un secondo kamikaze; tutto dura circa 10 minuti. L'"Hornet" diventa solo un relitto fumante. I marinai, con grandi sacrifici riescono a spegnere parte degli incendi causati dai kamikaze, ma non basta. Passa mezz'ora, la portaerei s'inclina di 20 gradi e imbarca acqua velocemente. I numerosi feriti sono messi in salvo dai marinai della "Enterprice", sulla quale appontano anche i velivoli di ritorno dai combattimenti, decollati dalla "Hornet". Nel pomeriggio viene tentato un rimorchio da parte dell'incrociatore "Northampton", ma un altro attacco di cacciatorpedinieri e sottomarini giapponesi, mette fine alla "Hornet" che affonda lentamente durante la notte.

Alcune caratteristiche tecniche della "Hornet"
Dislocamento standard tonn. 18.900
Dislocamento a pieno carico tonn. 25.500
Velocità massima nodi 34
Lunghezza al gelleggiamento m. 232
Lunghezza fuori tutto m. 252
Larghezza al galleggiamento m. 25,3
Larghezza fuori tutto m. 35,5
Pescaggio m. 6,8

Disegno della sagoma della portaerei "Hornet".

I PERSONAGGI

A capo degli 80 uomini che hanno partecipato al raid sul Giappone, spiccano le figure del ten. col. James Harold Doolittle e del cap. Ted W. Lawson.
Accenniamo ad alcune note biografiche.

Gen. JAMES DOOLITTLE (1896 Alameda/California - 1993 Pebble Beach/California) Nei lontani anni venti e trenta del secolo scorso, l'aeronautica attraversa un periodo di crescenti miglioramenti, grazie sia agli ingegneri sia ai ricercatori. La nuova disciplina che sta nascendo in
tutto il mondo, deve anche molto ai temerari piloti che si cimentano con grande passione, alle nuove macchine. A quei tempi,le competizioni aeronautiche, si svolgono con una certa frequenza e possono essere paragonate alle attuali gare automobilistiche di formula uno, come interesse da parte della gente. Rappresentano una ribalta mondiale delle capacità tecnologiche dei paesi più importanti come l'Inghilterra, la Francia, l'Italia e gli Stati Uniti.

Nasce così la coppa Schneider che si svolge dal 1913 al 1931, la quale rappresenta un banco di prova di tutte le principali industrie del settore aeronautico, intente a mostrare l'aereo sia come mezzo di trasporto civile che come mezzo, purtroppo bellico. Il gen. Doolittle entra nell'Aviazione dell'Esercito nell'anno 1917; ottiene il brevetto di pilota nel 1918. La sua prima impresa è la traversata in 21 ore e 19 minuti del territorio americano, realizzata tra il 4 ed il 5 Settembre del 1922; con un velivolo De Havilland DH-4, parte da Jacksoville (Florida) e arriva a Rockwell Field (S.Diego - California), dopo 3581 Km. percorsi. Doolittle vince la competizione numero otto della coppa Schneider nel 1925, su aereo biplano Navy Curtiss R 2 C ", alla media di 373,714, sbaragliando tutti gli altri avversari. Altro primato mondiale di velocità per idrovolanti lo conquista il 27 Ottobre 1925 a Baltimora, con un aereo Curtiss D 12, alla velocità di 395,439. Doolittle è uno dei primi a conseguire la laurea in ingegneria aeronautica presso il famoso Mit (Masschussetts Institute of Technology). Il 29 Settembre del 1929, effettua il primo volo strumentale nella storia dell'aeronautica
mondiale. Ancora altri records arrivano tra gli anni 1930 e 1940, periodo nel quale Doolittle abbandona l'Aviazione per dedicarsi alla vita civile, impegnandosi sempre nelle competizioni aeree. Vince ancora, nel 1931 e nel 1932, il Trofeo Bendix (da Burbank in California fino Cleveland nell'Ohio), alla media di 374,95 Km/h ed il Trofeo Thompson, alla velocità di 406,57 Km/h.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ritorna in servizio, col grado di maggiore, nell'anno 1941. Dopo il raid su Tokyo, che lo rende oltretutto un personaggio popolare negli Stati Uniti, gli sono affidati vari comandi, in Africa del Nord, in Italia e nel 1944 il camando dell' 8° Forza Aerea in Inghilterra. Dopo il 1946 si dedica nuovamente nell'industria civile. E' considerato sicuramente il tipico eroe nazionale americano, per aver preso parte, in prima persona, alla storia dell'Aviazione fin dalle sue origini.


A differenza di tanti eroi, scomparsi sempre prematuramente, Doolittle, muore a 96 anni nella sua casa di Pebble Beach in California il 28 Settembre del 1993.
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Cap. Ted W. Lawson (1917-1992)

TED LAWSON, per diversi motivi, è la figura centrale di tutta l'impresa condotta sul Giappone. E' autore assieme al giornalista americano, molto noto in quei tempi, Bob Condisidine, del libro-diario " Thirty seconds over Tokyo". Il libro, presentato negli Stati Uniti nel 1943, porta alla ribalta un pagina della Seconda Guerra Mondiale, vissuta con grande dedizione e sacrificio, da un gruppo di piloti volontari per una missione altamente rischiosa ma necessaria. Tale impresa, assume un significato altamente patriottico ma soprattutto politico, tale da modificare certi pericolosi equilibri esistenti nelle autorità americane, civili e militari, dell'epoca, alle quali sfugge la situazione reale nell'area del Pacifico.
L'aspetto umano, che si percepisce dal racconto del cap. Lawson, che s'impernia attorno alla grave mutilazione della propria gamba sinistra, costuituisce un altro elemento di primaria importanza di tutta la vicenda ed il libro suscita nel lettore il massimo interesse. Lawson descrive, senza alcuna enfasi, gli stati d'animo che prova, nei giorni precedenti e seguenti al bombardamento della capitale giapponese. Nel racconto tratteggia, tutti i personaggi che incontra durante la fuga attraverso il territorio cinese, ai quali Lawson deve tanto per l'aiuto che riceve, senza il quale non sarebbe sopravvissuto.


Cinesi che portano in salvo l'equipaggio di Lawson

Negli anni '30 e '40, Lawson è studente d'ingegneria aeronautica. Lavora presso le officine aeronautiche della ditta Douglas nei turni di notte mentre studia di giorno. Conosce Ellen, bibliotecaria del Los Angeles Junior College, che diventerà sua moglie, la quale lo aiuterà a superare con determinazione la forte depressione causata dall'amputazione.
Lawson confessa, nel suo racconto, senza alcune remore, che la sua appartenenza all'esercito dipende più dal caso che dalla volontà patriottica. La sua passione per gli aerei e per lo studio specifico delle materie a loro attinenti, nonché l'interesse smisurato delle macchine in dotazione all'Aviazione dell'Esercito in quel periodo, lo spingono alla carriera militare. Riceve l'aquila di pilota militare il 15 Novembre 1940. Arriva il giorno di Pearl Harbor. Partecipa al raid su Tokyo. Dopo aver bombardata la città con il suo B 25 "Anitra zoppa", raggiunge la Cina dove compie un atterraggio di fortuna su di una spiaggia. Fracassa l'aereo e con i suoi compagni inizia la tragica odissea sotto l'imperversare di un temporale monsonico.
Attraverso i territori della Cina, raggiunge l'India a Nuova Delhi, Bagdad in una base inglese, il Cairo, poi il Sud Africa e finalmente gli Stati Uniti, prima in Florida poi a Washington all'Ospedale militare "Walter Reed". Qui affronta, con altrettanto coraggio, le cure dei medici che,con interventi di chirurgia plastica lo rimettono in sesto. Alla fine, dopo le varie vicissitudini, incontra nuovamente la moglie e grazie a lei riacquista la fiducia e decide di completare gli studi d'ingegneria aeronautica, interrotti a causa del conlitto. Rimane in un laboratorio di ricerca in seno all'Aviazione, realizzando il sogno della sua gioventù. Dopo una vita dedicata alla famiglia e all'Aeronautica, muore nel 1992.

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Sia Lawson, sia Doolittle, hanno collaborato nel 1944, alla realizzazione del film della Metro Goldwin Meyer "Trenta secondi su Tokyo" (titolo italiano: "Missione segreta"), interpretato da Spencer Tracy (nel ruolo convincente del ten.col. James Doolittle e Van Johnson in quello dell'eroico cap. Ted Lawson). La pellicola è considerarta, nel suo genere, una delle migliori e moderatamente propaganistica.


F I N E

Estensore del testo: RAO Alessandro
alesrao@hotmail.it

concesso gratuitamente a "Storiologia" e "Cronologia"

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