CAPITOLO XII.
Caratteri sessuali secondari dei Pesci, degli Anfibi, e dei Rettili.

PESCI: Corteggiamento e battaglie dei maschi – Mole più grande delle femmine – Maschi, colori brillanti e appendici ornamentali; altri strani caratteri – Colori ed appendici che acquista il maschio soltanto nella stagione delle nozze – Pesci dei due sessi brillantemente coloriti – Colori per servir di protezione – I colori meno appariscenti della femmina non possono essere attribuiti al principio della protezione – Pesci maschi che fabbricano nidi, e che accudiscono le uova ed i piccoli – ANFIBI: Differenze nella struttura e nel colore fra i sessi – Organi vocali. – RETTILI: Cheloni. – Coccodrilli – Serpenti, colori che in certi casi servono di protezione – Lucertole e loro battaglie – Appendici ornamentali – Strane differenze nella conformazione fra i sessi – Colori – Differenze sessuali quasi tanto grandi come negli uccelli.

 

Siamo ora giunti al grande sottoregno dei Vertebrati, e cominceremo colla classe più bassa, quella dei Pesci. I maschi dei pesci Plagiostomi (pesci cani, razze) e dei pesci Chimeroidi sono forniti di appendici che servono a trattenere la femmina, come le varie strutture che posseggono tanti animali più bassi. Oltre a queste appendici i maschi di molte razze hanno ciuffi di acute spine sul capo, e parecchie file di queste lungo “la superficie superiore esterna delle loro pinne pettorali”. Queste s’incontrano nei maschi di alcune specie che hanno le altre parti del corpo lisce. Si sviluppano temporaneamente durante la stagione degli amori; e il dottor Günther suppone che siano adoperati come organi di prensione col ripiegarsi all’indietro e allo ingiù dei due lati del corpo. È un fatto degno d’esser noto questo che le femmine e non i maschi di certe specie, come la Raia clavata, hanno il dorso ornato di grosse spine uncinate.
Per via dell’elemento ove vivono i pesci poco si conosce intorno al loro corteggiamento, e non gran cosa intorno alte loro lotte. Il maschio dello Spinarello (Gasterosteus leiurus) è stato descritto come “pazzo di gioia” allorchè la femmina esce dal suo ripostiglio e viene a sorvegliare il nido che ha fatto per essa. “Egli le gira velocemente attorno per ogni verso, poi accumula i materiali pel nido, poi torna un momento indietro e siccome essa non si avanza, egli cerca di spingerla col muso, e tenta di trascinarla per la coda o la spina del dorso fino nel nido”. Si dice che i maschi siano poligami; sono straordinariamente arditi e battaglieri, mentre “le femmine sono al tutto pacifiche”. Alle volte le loro battaglie sono disperate, “perchè i piccoli combattenti si cacciano strettamente gli uni sugli altri, pestandosi a vicenda finchè le loro forze sembrino al tutto esaurite”. Nel Gasterosteus trachurus i maschi mentre si battono guizzano tutto intorno, mordendo e cercando di ferirsi a vicenda colle loro spine laterali sollevate. Lo stesso scrittore soggiunge: “il morso di quei furibondi è terribilissimo. Adoperano pure le loro spine laterali per questo effetto fatale, perchè ne vidi uno durante una lotta al tutto aperto dalle spine del suo antagonista, cadere al fondo e morire”. Quando un pesce è vinto il suo umore belligero lo abbandona; i suoi colori scompaiono; egli va a celare la sua sventura fra i suoi pacifici compagni; ma per qualche tempo è l’oggetto costante delle persecuzioni del suo vincitore”.
Il salmone maschio è tanto battagliero quanto il piccolo Spinarello; e così pure è il maschio della trota, come ho udito dal dottor Günther. Il Signor Shaw vide una lotta violenta fra due salmoni maschi che durò tutto il giorno; ed il signor R. Buist, sopraintendente delle pesche, m’informa che egli ha spesso osservato dal ponte di Perth i maschi trascinar via i loro rivali mentre le femmine deponevano le uova. I maschi “si battono costantemente e si dilaniano fra loro nel luogo ove si depongono le uova, e si feriscono per modo che muoiono in gran numero, e molti si veggono guizzare presso le sponde del fiume in uno stato di esaurimento, ed apparentemente moribondi”. Il custode delle lagune per l’allevamento del pesce di Stormontfield visitò, siccome m’informa il sig. Buist, nel giugno del 1868 la Tyne settentrionale, e trovò circa 300 salmoni morti, e quasi tutti, meno uno, erano maschi; ed egli era convinto che erano periti combattendo.
Il fatto più curioso intorno al salmone maschio è che durante la stagione degli amori, oltre a un lieve mutamento di colore, “la mascella inferiore si allunga, ed una sporgenza cartilaginosa si volge in su dal punto in cui quando le mascelle sono chiuse, occupa una profonda cavità fra le ossa intermascellari della mascella superiore”. Nel nostro salmone questo mutamento di struttura dura solo quanto la stagione degli amori; ma nel Salmo lycaodon del Nord-Ovest dell’America questo mutamento, siccome crede il signor J. K. Lord, è permanente e più spiccato nei maschi più vecchi che hanno risalito precedentemente i fiumi. In questi vecchi maschi le mascelle si sono sviluppate in enormi sporgenze unciniformi, e i denti sono cresciuti per modo da divenire vere zanne, lunghe spesso più di tredici millimetri. Secondo il sig. Lloyd, nel salmone europeo la temporanea struttura unciniforme serve a dar forza e a proteggere le mascelle, quando un maschio aggredisce l’altro con grande impeto; ma i denti sviluppatissimi del maschio nel salmone americano si possono comparare alle zanne di molti mammiferi maschi, e indicano uno scopo piuttosto offensivo che non di protezione.
Il salmone non è il solo pesce in cui i denti differiscono nei due sessi. Questo è il caso di molte razze. Nella Razza chiodata (Raia clavata) il maschio adulto ha i denti aguzzi, diretti all’indentro, mentre quelli della femmina sono larghi e piatti, e formano un pavimento; cosicchè questi denti differiscono nei due sessi della medesima specie più di quello che segue solitamente nei generi distinti della stessa famiglia. I denti del maschio divengono acuti solo quando è adulto: quando è giovane sono larghi e appiattiti come quelli della femmina. I due sessi di alcune specie di Razze, come segue frequentemente nei caratteri sessuali secondari, posseggono, come per esempio, la R. batis, quando sono adulti, denti aguzzi e taglienti, e qui un carattere proprio al maschio, e primieramente acquistato da esso, sembra essere stato trasmesso alla prole dei due sessi. I denti sono pure aguzzi nei due sessi della R. maculata, ma soltanto quando sono al tutto adulti; i maschi li acquistano più presto che non le femmine. Incontreremo in seguito casi analoghi in certi uccelli, in cui il maschio acquista il piumaggio comune ai due sessi quando sono adulti un po’ di tempo prima della femmina. I maschi di altre specie di Razze anche quando sono adulti non hanno denti acuti, in conseguenza i due sessi allo stato adulto hanno denti larghi, appiattiti come quelli dei piccoli e delle femmine adulte delle specie sopra menzionate. Siccome le Razze sono pesci forti, arditi e voraci, possiamo supporre che il maschio abbia bisogno dei suoi denti acuti per combattere coi suoi rivali; ma siccome posseggono molte parti modificate ed adatte a tener ferma la femmina, è possibile che i loro denti possano venire adoperati a quello scopo.
Rispetto alla mole, il signor Carbonnier afferma che in quasi tutti i pesci la femmina è più grossa del maschio; ed il dott. Günther non conosce neppure un caso in cui il maschio sia attualmente più grosso della femmina. In alcuni Ciprinodonti il maschio non è grosso quanto la metà della femmina. Siccome in molti generi di pesci i maschi sogliono combattere insieme, è sorprendente come non sian divenuti generalmente più grossi e più forti che non le femmine mercè l’opera della scelta sessuale. I maschi soffrono per la loro piccola mole, perchè, secondo il signor Carbonnier, van soggetti ad essere divorati dalle femmine della loro propria specie quando sono carnivori, e senza dubbio dalle altre specie. La mole più grande deve essere in certo modo più importante per le femmine che non siano la forza e la mole dei maschi per lottare con altri maschi; e questo forse agevola la produzione di un gran numero di uova.
In molte specie il maschio solo è ornato di colori brillanti; o questi sono molto più belli nel maschio che non nella femmina. Il maschio pure è talora fornito di appendici che non sembrano essere di maggiore utilità negli scopi ordinari della vita che non siano le penne della coda del pavone. Sono debitore alla somma cortesia del dottor Günther della maggior parte dei seguenti fatti. Vi è ragione per supporre che molti pesci dei tropici differiscano sessualmente nel colore e nella struttura; e vi sono certi casi ben notevoli di ciò nei nostri pesci inglesi. Il maschio del Callionymus lyra è stato detto in inglese Dragoncello gemmato, pei suoi splendidi colori. Appena tratto fuori dal mare il suo corpo è tinto di varie sfumature di giallo con righe e macchie di turchino-acceso sul capo; le pinne dorsali sono color bruno-pallido con strisce longitudinali scure; le pinne ventrale, caudale ed anale sono di color nero-azzurrognolo. La femmina, o Dragoncello scolorito, fu considerata da Linneo e da molti altri naturalisti come una specie distinta; essa è di un color bruno-rossiccio, colla pinna dorsale bruna e le altre pinne bianche. I sessi differiscono pure nella mole proporzionale del capo e della bocca, e nella posizione degli occhi; ma la differenza più notevole è lo straordinario allungamento nel maschio della pinna dorsale. I maschi giovani rassomigliano nella struttura e nel colore alle femmine adulte. In tutto il genere Callionymus il maschio è generalmente più vagamente screziato che non la femmina, ed in parecchie specie non solo la pinna dorsale ma anche la pinna anale del maschio è molto allungata.
Il maschio del Cottus scorpius è molto più sottile e più piccolo della femmina. Vi è pure una grande differenza di colore fra essi. È difficile, come osserva il signor Lloyd, “a chi non abbia mai veduto questo pesce nella stagione della fregola, quando i suoi colori sono più brillanti, concepire un’idea della miscela di splendidi colori di cui esso, che per tanti riguardi è così mal dotato dalla natura, si adorna in quel tempo”. I due sessi del Labrus mixtus, quantunque molto diversi nel colore, sono belli; il maschio è color arancio con fasce di un bell’azzurro, e la femmina è color rosso-acceso con qualche macchia nera sul dorso.
Nella distintissima famiglia dei Ciprinodonti, che dimorano nelle acque dolci dei paesi forestieri, i sessi differiscono talora in vari caratteri. Nel maschio della Mollienesia petenensis la pinna dorsale è molto sviluppata, ed è segnata da una striscia di macchie di colore splendido, grandi, rotonde, ocellate; mentre nella femmina la stessa pinna è più piccola, di forma differente, e segnata solo di macchie brune irregolarmente curve. Nel maschio il margine basale della pinna anale si mostra pure un po’ sporgente ed è di colore oscuro. Nel maschio di una forma affine, il Xiphophorus Hellerii, il margine inferiore della pinna anale è sviluppato in un lungo filamento, il quale è rigato, seconde ciò che ho udito dal dottor Günther, di colori brillanti. Questo filamento non contiene alcun muscolo, ed a quanto pare non può avere nessuna utilità diretta pel pesce. I maschi, come avviene nel Callionymus, quando son giovani rassomigliano nella struttura e nel colore alle femmine adulte. Differenze sessuali di questa fatta possono essere comparate a quelle che si osservano così spesso negli uccelli gallinacei.
In un pesce siluroide che vive nelle acque dolci dell’America meridionale, cioè nel Plecostomus barbatus, il maschio ha la bocca e l’interopercolo guarnito di una barba di peli duri, dei quali non si rinviene nella femmina se non una lieve traccia. Questi sono peli della natura delle squame. In un’altra specie dello stesso genere alcuni tentacoli molli e flessibili sporgono dalla parte frontale del capo del maschio, che mancano nella femmina. Questi tentacoli sono prolungamenti della vera pelle, e perciò non sono omologhi coi peli duri della specie precedente; ma non si può mettere in dubbio che abbiano lo stesso scopo. Quale possa essere questo scopo è difficile congetturare; non sembra qui probabile l’ornamento, ma non possiamo guari supporre che i peli duri ed i filamenti flessibili possano essere di qualche utilità negli usi ordinari della vita ai soli maschi. Il Monacanthus scopas, che mi venne mostrato nel Museo Britannico dal dott. Günther, presenta un caso quasi analogo. Il maschio ha sui lati della coda un ciuffo di spine dure, dritte, simili a quelle di un pettine; e queste in un esemplare lungo quindici centimetri avevano una lunghezza di quasi quattro centimetri, la femmina ha sullo stesso punto un ciuffo di setole che si possono comparare a quelle di uno spazzolino da denti. In un’altra specie, il M. peronii, il maschio ha una spazzola simile a quella della femmina dell’ultima specie, mentre i lati della coda della femmina sono lisci. In alcune altre specie si osserva che la stessa parte della coda è nel maschio un tantino scabra, mentre nella femmina è al tutto liscia; ed infine in altre i due sessi hanno quelle parti lisce. In quello strano mostro che è la Chimaera monstruosa, il maschio ha un osso unciniforme sull’apice del capo, diretto allo innanzi, colla punta arrotondata e coperta di acute spine; nella femmina “manca al tutto questa corona”: ma non si conosce affatto a quale uso possa servire.
Le strutture finora descritte sono permanenti nel maschio quando è divenuto adulto; ma in alcuni Blenni ed in altri generi affini si sviluppa sul capo del maschio una cresta durante solo la stagione degli amori, ed il loro corpo assume nel tempo stesso colori più vivaci. Non vi può essere guari dubbio che questa cresta non serva di ornamento sessuale temporaneo, perchè non se ne rinviene traccia nella femmina. In altre specie dello stesso genere i due sessi hanno una cresta, ed almeno in una specie nessuno dei due sessi ne è fornito. In questo caso e in quello del Monacanthus abbiamo buoni esempi della grandissima variabilità dei caratteri sessuali in forme strettamente affini. In molti Chromidae, per esempio nel Geophagus e specialmente nel Cichla, i maschi, secondo quello che ho udito dal professore Agassiz, hanno sulla fronte una protuberanza vistosa, che manca al tutto nelle femmine e nei maschi giovani. Il professore Agassiz soggiunge: “Io ho osservato sovente questi pesci nel tempo della fregola quando la protuberanza è più grossa, ed in altre stagioni quando manca affatto, ed i due sessi non presentano alcuna differenza nel profilo del capo. Io non ho potuto mai riconoscere se avesse una funzione speciale, e gl’indigeni dell’Amazzone non conoscevano nulla intorno al loro uso”. Queste protuberanze per la loro periodica comparsa rassomigliano alle appendici carnose che stanno sul capo di certi uccelli; ma finora rimane molto dubbio se servano come ornamento.
I maschi di quei pesci che differiscono permanentemente nel colore dalle femmine divengono spesso più brillanti, come ho udito dal Prof. Agassiz e dal dottore Günther, durante la stagione degli amori. Questo è parimente il caso in moltissimi pesci di cui i sessi in tutte le altre stagioni dell’anno sono identici nel colore. La tinca, la lasca e la perca possono servire come esempi. Il salmone maschio è in quella stagione “segnato sulle guance di fasce color arancio, che gli danno l’aspetto di un Labrus, e il corpo partecipa di una tinta arancio dorata. Le femmine sono di color scuro, e vengono comunemente dette pesce nero”. Un mutamento analogo ed ancor più grande ha luogo nel Salmo eriox; i maschi del Salmo umbla sono pure in questa stagione un po’ più chiari delle femmine. I colori del luccio (Esox reticulatus) degli Stati Uniti, specialmente del maschio, nella stagione degli amori divengono eccessivamente intensi, splendidi ed iridescenti. Un altro notevole esempio preso da molti altri è dato dal maschio dello spinarello (Gasterosteus leiurus), che vien detto dal signor Warington “essere tanto bello da non potersi descrivere”. Il dorso e gli occhi della femmina sono semplicemente bruni, e l’umbellico bianco. D’altra parte gli occhi del maschio sono “di un verde splendido, ed hanno un lustro metallico come le piume verdi di alcuni uccelli mosca. La gola e l’umbellico sono di un color cremisino brillante, il dorso di un verde-cenere, e tutto il pesce appare come in certo modo traslucido ed illuminato da qualche incandescenza interna”. Dopo la stagione degli amori questi colori mutano tutti, la gola e l’umbellico divengono di un rosso più pallido, il dorso più verde, e scompaiono le tinte infiammate.
Possiamo vedere con evidenza che nei pesci esiste qualche intima relazione fra i loro colori e le loro funzioni sessuali; – prima di tutto da ciò che i maschi adulti di certe specie sono coloriti in modo diverso delle femmine, e sovente molto più brillantemente; – in secondo luogo da ciò che questi stessi maschi, quando non sono peranco adulti, rassomigliano alle femmine adulte, – ed infine da ciò che i maschi, anche di quelle specie che sono in tutte le altre stagioni dell’anno identici nel colore colle femmine, acquistano spesso tinte brillanti durante la stagione degli amori. Sappiamo che i maschi sono ardenti nel corteggiare e talora combattono assieme disperatamente. Se noi possiamo dimostrare che le femmine hanno la facoltà di fare una scelta e scegliere i maschi più adorni, tutti i fatti menzionati sopra divengono intelligibili col principio della scelta sessuale. D’altra parte se le femmine sogliono deporre e lasciare le loro uova per essere poi fecondate dal primo maschio che per caso si trova sul sito, questo fatto sarebbe fatale alla efficacia della scelta sessuale, perchè non vi potrebbe essere la scelta di un compagno. Ma, per quanto si sa, la femmina non depone volontariamente le uova se non si trova vicinissima ad un maschio, ed il maschio non feconda mai le uova tranne quando la femmina gli è vicina. Evidentemente è difficile ottenere una prova diretta rispetto alla scelta che può fare il pesce femmina pel suo compagno. Un eccellente osservatore, che tenne dietro con cura ai fregaroli (Cyprinus phoxinus) quando facevan le uova, dice che siccome i maschi, i quali erano dieci volte più numerosi delle femmine, si affollavano strettamente intorno a queste, egli non può “parlare con certezza delle loro operazioni. Quando una femmina veniva in mezzo a molti maschi, questi immediatamente la inseguivano; se essa non era vicina a far le uova, si ritirava precipitosamente; ma se era pronta, si avanzava con baldanza in mezzo ad essi, e veniva all’istante stretta ai lati da due maschi; e quando questi erano rimasti un po’ di tempo in quella posizione venivano sostituiti da altri due, che s’introducevano fra i questi e la femmina, la quale sembrava trattare tutti i suoi amanti colla stessa bontà”. Nonostante quest’ultima asserzione, non posso, per le varie precedenti considerazioni abbandonare la credenza che i maschi i quali hanno maggiori attrattive per la femmina, mercè i loro colori più brillanti o per altri ornamenti, non siano comunemente i preferiti; e che i maschi siano divenuti più belli per questa ragione nel corso dei secoli.
Dobbiamo poi indagare se questo modo di vedere possa venire esteso, mercè la legge di equa trasmissione di caratteri ai due sessi, a quei gruppi nei quali i maschi e le femmine sono vistosi nello stesso grado e modo. In un genere come il Labrus, che comprende alcuni fra i pesci più belli del mondo, per esempio il Labrus pavo, che fu descritto, con perdonabile esagerazione, come fatto di scaglie levigate d’oro ove s’incastrano lapislazzuli, rubini, zaffiri, smeraldi ed ametiste, noi possiamo, con molta probabilità accettare questa credenza; perchè abbiamo veduto che i sessi, in una specie almeno, differiscono moltissimo nel colore. In alcuni pesci, come in molti animali inferiori, i colori splendidi possono essere l’effetto diretto della natura dei loro tessuti e delle condizioni circostanti, senza l’opera della scelta. Il pesce dorato (Cyprinus auratus) è forse, giudicando dalla analogia della varietà dorata della carpa comune, un caso in proposito, siccome va debitore dei suoi splendidi colori ad una sola repentina variazione, dovuta alle condizioni cui è stato sottoposto questo pesce tenuto in cattività. È tuttavia più probabile che questi colori siano divenuti più intensi per la scelta artificiale, mentre questa specie è stata accuratamente allevata nella Cina fino da un tempo antichissimo. Non sembra probabile che, in condizioni naturali, esseri tanto altamente organizzati come sono i pesci, e che vivono in relazioni cosiffattamente complesse, avrebbero potuto acquistate colori così brillanti senza soffrire alcun danno o ricevere qualche benefizio da un mutamento così grande ed in conseguenza senza l’intervento della scelta naturale.
Che cosa dunque dobbiamo noi concludere rispetto ai tanti pesci nei quali i due sessi posseggono colori splendidi? Il signor Wallace crede che le specie che frequentano gli scogli ove abbondano i coralli ed altri organismi dai colori brillanti, siano così vistosamente colorite onde sfuggire ai loro nemici; ma secondo la mia ricordanza essi divenivano così molto più vistosi. Nelle acque dolci dei Tropici non vi sono coralli brillantemente coloriti o altri organismi ai quali i pesci possono rassomigliare, tuttavia molte specie del fiume delle Amazzoni hanno colori brillanti, e molti fra i Ciprinidi carnivori dell’India, sono ornati di “linee longitudinali brillanti di varie tinte”. Il signor M’Clelland descrivendo questi pesci va tanto oltre da supporre che la particolare vistosità dei loro colori “serve come un miglior segno pei martin pescatori, le sterne ed altri uccelli, che sono destinati a tenere entro un giusto limite il numero di questi pesci”; ma ai nostri giorni pochi naturalisti ammetteranno che un animale qualunque sia stato reso vistoso onde agevolare la propria distruzione. È possibile che certi pesci possano essere stati resi belli onde avvertire gli uccelli e gli animali rapaci (come è stato spiegato rispetto ai bruchi) che non sono mangiabili; ma non si sa, credo, che nessun pesce, almeno di acqua dolce, sia respinto come disgustoso dagli animali che divorano i pesci. In complesso, il modo di vedere più probabile rispetto ai pesci i due sessi dei quali hanno colori brillanti, è quello che i loro colori sono stati acquistati come ornamento, e sono stati trasmessi in un grado uguale o quasi uguale all’altro sesso.
Abbiamo ora da considerare se, quando il maschio differisce in un modo distinto dalla femmina nel colore o negli altri ornamenti, egli solo sia stato modificato, colle variazioni ereditate solo dalla sua prole maschile o se la femmina sia stata modificata specialmente e resa più bella per lo scopo di protezione, e tali modificazioni ereditate soltanto dalle femmine. È impossibile mettere in dubbio che il colore è stato acquistato da molti pesci come una protezione; nessuno può vedere la superficie chiazzata di un Pleuronectes flesus, e non accorgersi della rassomiglianza che ha col letto sabbioso del mare in cui vive. Uno dei più spiccati esempi finora ricordati di un animale che vien protetto dal suo colore (per quanto si può giudicare in esemplari conservati) e dalla sua forma, è quello dato dal dottor Günther di un Syngnathus, il quale coi suoi filamenti rossicci, galleggianti, si distingue appena dalla alga alla quale si attacca colla sua coda prensile. Ma la questione che ora stiamo considerando è, se le femmine sole siano state modificate per questo oggetto. I pesci offrono per questo particolare un esempio notevole. Possiamo vedere che un sesso non si sarà modificato per opera della scelta naturale per scopo di protezione più dell’altro sesso, supponendo che i due variino, a meno che un sesso sia esposto per un più lungo periodo al pericolo, o abbia minor forza per sfuggire a quel pericolo che non l’altro sesso; e non pare che nei pesci i sessi differiscano per questo riguardo. Quando v’ha una qualche differenza, è che i maschi, essendo in generale di più piccola mole, ed essendo più girovaghi, sono esposti a più grandi pericoli delle femmine; e tuttavia, quando i sessi differiscono, i maschi sono quasi sempre più vistosamente coloriti. Le uova vengon fecondate immediatamente dopo essere state deposte, e quando questo processo dura parecchi giorni, come è il caso nel salmone, la femmina durante tutto quel tempo è accompagnata dal maschio. Dopo che le uova sono state fecondate, rimangono, nella maggior parte dei casi, abbandonate dai genitori; cosicchè maschi e femmine, per quello che riguarda la deposizione delle uova, sono esposti ugualmente al pericolo, ed entrambi hanno uguale importanza per la produzione di uova fecondate; in conseguenza gli individui più o meno cospicuamente coloriti dei due sessi andrebbero ugualmente soggetti ad essere distrutti o conservati, ed entrambi avrebbero una azione eguale sui colori della loro prole o della loro razza.
Certi pesci, che appartengono a parecchie famiglie, fanno il nido; ed alcuni di questi pesci hanno cura dei piccoli appena sbocciati. I due sessi del Crenilabrus massa e del Melops brillantemente coloriti lavorano assieme per fabbricare i loro nidi con alghe, conchiglie, ecc. Ma i maschi di certi pesci fanno tutto il lavoro, ed in seguito hanno la cura esclusiva dei piccoli. Questo è il caso coi Gobius dai colori smorti, nel quali non si sa che i sessi abbiano colori differenti; e parimente cogli spinarelli (Gasterosteus), in cui i maschi assumono colori brillanti nella stagione delle nozze. Il maschio del Gasterosteus leiurus compie per lungo tempo l’ufficio di nutrice con cura e vigilanza esemplari, ed è continuamente occupato a far tornare con bel garbo i piccoli al nido quando se ne allontanano troppo. Egli respinge arditamente tutti i nemici, comprese le femmine della sua propria specie. Davvero non sarebbe un piccolo sollievo pel maschio se la femmina dopo aver deposto le uova venisse subito divorata da qualche nemico, perchè egli è continuamente obbligato a respingerla lungi dal nido.
I maschi di certi altri pesci che abitano l’America meridionale e Ceylan, e che appartengono a due ordini distinti, hanno lo straordinario costume di far schiudere le uova deposte dalle femmine nella loro bocca o nelle cavità branchiali. Nelle specie delle Amazzoni che hanno lo stesso abito, i maschi, siccome mi ha informato cortesemente il prof. Agassiz, “non solo sono in generale più vistosamente coloriti delle femmine, ma la differenza è maggiore durante la stagione degli amori che non in qualunque altro tempo”. Le specie di Geophagus operano nello stesso modo; e in questo genere si sviluppa una vistosa protuberanza sulla fronte dei maschi nella stagione degli amori. Nelle varie specie di Cromidi, come mi ha pure informato il prof. Agassiz, si possono vedere differenze sessuali di colore “se depongono le uova nell’acqua fra le piante acquatiche, o le depongono nei buchi, lasciandole venire senza ulteriori cure, o fabbricano nidi a mo’ di quelli delle rondini nel fango del fiume, sopra i quali si allogano come fanno i nostri Promotis. Giova anche osservare che questi covatori sono fra le specie più brillanti delle loro rispettive famiglie; per esempio l’Hygrogonus è verde brillante, con grandi ocelli neri cerchiati di un rosso brillantissimo”. Non si sa se in tutte le specie di Cromidi sia il maschio solo che si alloghi sulle uova. È tuttavia evidente che, siano state o no le uova protette, ciò non ha avuto azione sulle differenze di colori fra i sessi. È anche più chiaro in tutti i casi in cui i maschi prendono cura esclusiva dei nidi e dei piccoli, che la distruzione dei maschi più vistosamente coloriti avrà una azione molto più potente sul carattere della razza che non la distruzione delle femmine meglio colorite; perchè la morte del maschio durante il periodo dell’incubazione o dell’allevamento avrebbe prodotto la morte dei piccoli, per cui questi non avrebbero potuto ereditare le sue speciali facoltà; tuttavia in molti di questi medesimi casi i maschi sono più vistosamente coloriti che non le femmine.
In moltissimi Lofobranchi (Syngnathus, Hippocampus) i maschi hanno sacchi marsupiali o depressioni emisferiche sull’addome, nelle quali le uova deposte dalla femmina sono schiuse. I maschi dimostrano pure grande affetto pei loro piccoli. I sessi non differiscono comunemente molto nel colore; ma il dottor Günther crede che gli Ippocampi maschi siano alquanto più belli delle femmine. Il genere Solenostoma, tuttavia, presenta un curiosissimo caso eccezionale, perchè la femmina è molto più vivacemente colorita e macchiata che non il maschio, ed essa sola ha un sacco marsupiale e fa schiudere le uova; cosicchè la femmina del Solenostoma differisce da tutti gli altri Lofobranchi per quest’ultimo rispetto, e da quasi tutti gli altri pesci per essere più brillantemente colorita che non il maschio. Non è probabile che questa notevole doppia inversione di carattere nella femmina possa essere una coincidenza accidentale. Siccome i maschi di parecchi pesci che si prendono esclusiva cura delle uova e dei piccoli sono molto più splendidamente coloriti delle femmine, e siccome qui il Solenostoma femmina assume lo stesso incarico ed è più splendida del maschio, si può affermare che i colori vistosi del sesso che è più importante dei due per la prosperità della prole devon servire, in qualche modo, di protezione. Ma dalla grande quantità di pesci i maschi dei quali sono permanentemente o periodicamente più brillanti delle femmine, ma di cui la vita non è per nulla più importante di quella della femmina per la prosperità della specie, questo modo di vedere non può guari essere sostenuto. Quando parleremo degli uccelli incontreremo casi analoghi, in cui v’ha una compiuta inversione degli attributi consueti dei due sessi, e diremo allora quello che ci sembra essere la spiegazione probabile, cioè che i maschi hanno scelto le femmine più seducenti, invece che queste ultime, secondo la regola consueta in tutto il regno animale, abbiano scelto i maschi più belli.
Infine possiamo conchiudere che nella maggior parte dei pesci in cui i sessi differiscono nel colore o in altri caratteri di ornamento i maschi in origine hanno variato, ed hanno trasmesso le loro variazioni al medesimo sesso, ed hanno accumulato queste variazioni mercè la scelta sessuale attraendo od eccitando le femmine. Tuttavia in molti casi cosiffatti caratteri sono stati trasmessi, parzialmente o compiutamente, alle femmine. Parimente in altri casi i due sessi sono stati coloriti nello stesso modo allo scopo di protezione; ma in nessun caso sembra che la femmina sola abbia avuto i suoi colori od altri caratteri specialmente modificati per questo fine.
L’ultimo punto che merita d’esser notato è, che in molte parti del mondo si conoscono pesci che fanno un particolare rumore, che in alcuni casi vien descritto come musicale. Pochissimo è stato riconosciuto riguardo al modo in cui son prodotti questi suoni, ed anche meno intorno al loro scopo. Il rullo a mo’ di tamburo che fanno le Umbrine nei mari d’Europa dicesi si possa sentire dalla profondità di trenta metri. I pescatori della Rochelle asseriscono “che i maschi soli fanno quel rumore durante la stagione degli amori; e che è possibile, imitandolo, prenderli senza esca”. Se questo fatto è degno di fede, abbiamo un caso in questa classe, che è la più bassa dei Vertebrati, di ciò che troveremo prevalere in tutte le altre classi di vertebrati, e che prevale, come abbiamo già veduto, negli insetti e nei ragni, cioè che i suoni vocali e strumentali servono comunemente come un richiamo d’amore, o incanto amoroso, e che la facoltà di produrli venne probabilmente dapprima sviluppata in relazione colla propagazione delle specie.
ANFIBI.
Urodeli. – Prima diciamo degli anfibi forniti di coda. I sessi delle salamandre, e dei tritoni o salamandre acquaiole, differiscono sovente molto, tanto nel colore quanto nella struttura. In alcune specie si sviluppano sulle zampe anteriori del maschio nella stagione degli amori organi prensili, ed in questa stagione i piedi posteriori del Triton palmipes sono forniti di una membrana natatoria, che è quasi al tutto assorbita nell’inverno, cosicchè i loro piedi rassomigliano allora a quelli della femmina. Questa struttura aiuta certamente il maschio nella sua attiva ricerca e nel suo inseguire la femmina. Nelle nostre salamandre acquaiole comuni (Triton punctatus e cristatus) si sviluppa lungo il dorso e la coda del maschio durante la stagione degli amori una cresta spessa e molto frastagliata, che viene essa pure assorbita nell’inverno. Questa cresta non è, siccome m’informa il signor St. George Mivart, fornita di muscoli, e quindi non può servire per locomozione. Siccome nella stagione del corteggiamento diviene marginata di colori brillanti, serve senza dubbio, di ornamento maschile. In molte specie il corpo presenta tinte fortemente contrastanti sebbene luride; e queste divengono più vivaci nella stagione delle nozze. Per esempio il maschio della nostra piccola Salamandra acquaiola (Triton punctatus) è “color bruno-grigio sopra, sfumante sotto in giallastro, che in primavera prende una tinta arancio carico, segnata ovunque di macchie scure rotonde”. Il margine della cresta è allora orlato di un rosso brillante o di violetto. Per solito la femmina è di un bruno giallastro sparsa di punti bruni; e la superficie inferiore è sovente al tutto uniforme. I piccoli hanno tinte oscure. Le uova sono fecondate all’atto della deposizione e non sono poi accudite da nessuno dei genitori. Possiamo dunque conchiudere che i maschi acquistano i loro colori fortemente spiccati e le loro appendici ornative mercè la scelta sessuale; e questi sono stati trasmessi sia alla prole maschile sola od ai due sessi.
Anuri o Batraci. – In molte rane e in molti rospi i colori servono evidentemente di protezione, come le tinte verdi brillanti della raganella e le sfumature screziate di molte specie terrestri. Il rospo più vistosamente colorito che io abbia mai veduto, cioè il Phriniscus nigricans, ha tutta la superficie superiore del corpo nera come l’inchiostro, colle piante dei piedi e parti dell’addome macchiate di un vermiglio brillantissimo. Si strascinava sulle nude sabbie o nelle aperte pianure erbose della Plata sotto la sferza di un sole ardente, e non poteva a meno di fermare l’occhio di ogni creatura che passasse da quelle parti. Questi colori possono essere utili facendo avvertito ogni uccello di rapina che questo rospo è un boccone nauseante; perchè ognuno sa benissimo che questi animali emettono una secrezione velenosa, che fa venire la spuma alla bocca del cane come se fosse preso da idrofobia. Rimasi tanto più colpito dalla vista dei bellissimi colori di quel rospo, dacchè accanto ad esso trovai una lucertola (Proctotretus multimaculatus) la quale quando è presa dallo spavento appiattisce il corpo, chiude gli occhi, ed allora si riconoscerebbe appena dalla sabbia circostante per le sue tinte screziate.
Rispetto alle differenze sessuali del colore, il dottor Günther non conosce nelle rane o nei rospi alcun esempio molto notevole; tuttavia egli può spesso distinguere il maschio dalla femmina, perchè le tinte del primo sono un po’ più intense. E neppure conosce il dottor Günther nessuna notevole differenza nella struttura esterna dei due sessi, eccettuate le prominenze che si sviluppano durante la stagione degli amori sulle zampe anteriori del maschio, per cui può tener ferma la femmina. La Megalophrys montana offre il miglior caso di una certa somma di differenze nella struttura fra i sessi perchè nel maschio la punta del naso e le palpebre sono prodotte entro ripiegature triangolari della pelle, e v’ha un piccolo turbercolo nero dietro – caratteri che mancano o sono appena sviluppati nelle femmine. Meraviglia vedere che le rane ed i rospi non abbiano acquistato differenze sessuali più marcate; perchè, sebbene siano animali a sangue freddo, hanno forti passioni. Il dottor Günther m’informa che egli ha trovato parecchie volte un disgraziato rospo femmina morta e soffocata per essere stata strettamente abbracciata da tre o quattro maschi.
Questi animali tuttavia offrono una differenza sessuale interessante, cioè nelle facoltà musicali particolari ai maschi; ma parlare di musica quando si tratta del suono sgradevole e discorde emesso dai maschi della Rana pipiens e di altre specie sembra al nostro gusto una espressione singolarmente impropria. Nondimeno certe rane cantano in un modo decisamente piacevole. Presso Rio Janeiro io solevo spesso sedermi a sera per ascoltare un certo numero di piccole Hylae, che sui ciuffi d’erba presso l’acqua mandavano dolci note piene di armonia. I vari suoni sono principalmente emessi dai maschi durante la stagione degli amori, come nel caso del gracchiare della nostra rana comune. In relazione con questo fatto gli organi vocali dei maschi sono molto meglio sviluppati di quelli delle femmine. In alcuni generi i maschi soli sono forniti di sacchi che si aprono nella laringe. Per esempio, nella rana comune (Rana esculenta) “i sacchi sono particolari ai maschi, e divengono, quando si riempiono di aria nell’atto del gracidare, grosse vesciche globose, collocate ai due lati del capo, presso gli angoli della bocca”. Il gracidare del maschio diviene così fortissimo, mentre nella femmina non è che un lieve suono lamentoso. Gli organi vocali differiscono notevolmente nella struttura di parecchi generi della famiglia, e il loro sviluppo in tutti i casi può essere attribuito alla scelta sessuale.
RETTILI.
Cheloni. – Le testuggini e le tartarughe non presentano differenze sessuali bene spiccate. In alcune specie la coda del maschio è più lunga di quella della femmina. In alcune lo scudo o superficie inferiore della scaglia del maschio è lievemente concavo rispetto al dorso della femmina. Il maschio della Chrysemys picta degli Stati Uniti ha unghioni nelle zampe anteriori due volte più lunghi di quelli della femmina; e questi sono adoperati nell’accoppiamento dei sessi. Nella tozza testuggine delle Isole Galapagos (Testudo nigra) si dice che i maschi hanno mole più grande di quella della femmina; durante la stagione degli amori, e in nessun altro tempo, il maschio emette un suono aspro come di muggito, che si può sentire alla distanza di un centinaio di metri; la femmina, d’altra parte non adopera mai la sua voce.
Coccodrilli. – Sembra che qui i sessi non differiscano nel colore; e non so che i maschi si facciano guerra, sebbene ciò sia probabile, perchè alcuni generi fanno molta mostra innanzi alle femmine. Bartram dice che il maschio dell’alligatore si sforza di conquistare la femmina ruggendo e dimenandosi nella laguna “gonfio quasi da scoppiare, col capo e colla coda sollevati, egli gira mulinando sulla superficie dell’acqua, come un capo Indiano che racconta le sue gesta guerresche”. Durante la stagione degli amori le ghiandole sottomascellari del coccodrillo emettono un odore di muschio che penetra nel suo covo.
Ofìdi. – Non ho gran cosa da dire intorno ai serpenti. Il dottor Günther m’informa che i maschi sono sempre più piccoli delle femmine, ed in generale hanno la coda più lunga e più sottile. Rispetto al colore, il dottor Günther può quasi sempre distinguere il maschio dalla femmina per le sue tinte più fortemente pronunziate: così la striscia a ghirigori neri sul dorso del maschio della vipera inglese è più distintamente definita che non quella della femmina. La differenza è più chiara nei serpenti a sonagli dell’America settentrionale, di cui il maschio, come mi fece osservare il custode del Giardino Zoologico di Londra, si può distinguere a prima vista dalla femmina per essere il suo corpo più coperto di un lurido giallo. Nell’Africa meridionale il Bucephalus capensis presenta una differenza analoga, perchè la femmina “non è mai così pienamente variegata di giallo sui lati come il maschio”. Il maschio del Dipsas cynodon indiano è, d’altra parte, bruno-nero, coll’umbellico in parte nero, mentre la femmina è rossiccia od olivo-giallastra coll’umbellico color gialliccio uniforme o marmoreggiato di nero. Nel Tragops dispar dello stesso paese il maschio è color verde brillante, e la femmina di color bronzo. Senza dubbio i colori di alcuni serpenti servono di protezione, come le tinte verdi dei serpenti che vivono sugli alberi, e le tinte variamente screziate delle specie che vivono in luoghi sabbiosi; ma è dubbio se i colori di molti, per esempio del serpente o vipera comune d’Inghilterra, servano a nasconderli; e ciò è ancor più dubbio in molte altre specie forestiere che sono colorite con somma eleganza.
Durante la stagione degli amori le loro ghiandole anali odorose sono in piena funzione, e così pure è il caso nelle lucertole, e come abbiamo veduto per le ghiandole sottomascellari dei coccodrilli. Siccome i maschi della maggior parte degli animali cercano le femmine, queste ghiandole odorifere servono probabilmente ad eccitare od allettare la femmina, piuttosto che condurla al luogo dove si trova il maschio. I serpenti maschi, sebbene sembrino così sgarbati, sono amorosi; perchè molti sono stati veduti affollarsi intorno alla stessa femmina, ed anche intorno al corpo morto di una femmina. Non si sa se combattano fra loro per rivalità. Le loro forze intellettuali sono più elevate di quello che si possa supporre. Un eccellente osservatore, il sig. E. Layard, in Ceylan vide un Cobra introdurre il capo entro uno stretto buco ed ingoiare un rospo. “Con questo volume non poteva retrocedere; allora vedendo questo, egli a malincuore rigettò il prezioso boccone, che cominciò ad andarsene; ma questo era troppo dura cosa perchè la filosofia del serpente la potesse sopportare, e il rospo venne nuovamente abboccato, e di nuovo il serpente dopo violenti sforzi per uscire dal buco fu obbligato ad abbandonare la preda. Tuttavia questa volta la lezione aveva servito, e il rospo venne afferrato per una zampa, tirato fuori, e poi ingoiato trionfalmente”.
Non è una ragione però che i serpenti, perchè hanno qualche potenza di raziocinio e forti passioni, siano dotati parimente di gusto sufficiente per ammirare i colori brillanti dei loro compagni, tanto da produrre l’ornamento delle specie mercè la scelta sessuale. Nondimeno è difficile spiegare in un altro modo la somma bellezza di certe specie, per esempio del serpente corallo dell’America meridionale, che è di un bel rosso con fasce trasversali nere e gialle. Mi ricordo bene quanto mi meravigliò la bellezza dei primi serpenti coralli che vidi splendere in mezzo ad un sentiero nel Brasile. I serpenti coloriti in questo modo particolare, come afferma il signor Wallace sull’autorità del dottor Günther, non si trovano in nessuna parte del mondo tranne nell’America meridionale, ove se ne incontrano non meno di quattro generi. Uno di questi, l’Elaps, è velenoso; un secondo genere moltissimo distinto è dubbio se sia velenoso, e due altri sono al tutto innocui. Le specie che appartengono a questi generi distinti abitano gli stessi distretti, e sono tanto somiglianti tra loro, che nessuno, “tranne un naturalista, potrebbe distinguere i velenosi dagli innocui”. Quindi, siccome crede il signor Wallace, i generi innocui hanno probabilmente acquistato i loro colori come una protezione, secondo il principio dell’imitazione, perchè essi sarebbero stati creduti pericolosi dai loro nemici. Tuttavia la causa dei colori brillanti dell’Elaps velenoso rimane da spiegarsi, e questa può forse essere la scelta sessuale.
Lucertole. – I maschi di alcuni, probabilmente di molti, generi di lucertole combattono fra loro per rivalità. Così l’Anolis cristatellus arboreo dell’America meridionale è sommamente battagliero. “Durante la primavera e la prima parte dell’estate due maschi adulti di rado s’incontrano senza battagliare. Appena si scorgono chinano tre o quattro volte il capo, e nello stesso tempo espandono la borsa che hanno sotto la gola; i loro occhi brillano di collera, e dopo aver scosso la coda da una parte e dall’altra per alcuni secondi, come se volessero prender forza, si scagliano furiosamente l’uno su l’altro, rotolando sempre più e tenendosi fortemente coi denti. Il conflitto termina generalmente colla perdita della coda per parte di uno dei combattenti, che spesso è divorata dal vincitore”. Il maschio di questa specie è notevolmente più grosso della femmina; e questo, per quanto ha potuto riconoscere il dottor Günther, è la regola generale con ogni sorta di lucertole.
Sovente i sessi differiscono grandemente in vari caratteri esterni. Il maschio del sopramenzionato Anolis è fornito di una cresta che scorre lungo il dorso e la coda, e può rialzarsi a piacimento; ma di questa cresta la femmina non presenta traccia. Nella Cophotis ceylanica delle Indie la femmina è munita di una cresta dorsale, sebbene molto meno sviluppata di quella del maschio; e così pure è il caso, secondo che m’informa il dottor Günther, nelle femmine di molte iguane, camaleonti, ed altre lucertole. Tuttavia in alcune specie la cresta è sviluppata nello stesso modo nei due sessi, come nell’Iguana tuberculata. Nel genere Sitana i maschi soli sono muniti di un sacco alla gola che può spiegarsi come un ventaglio, ed è colorito di turchino, di nero e di rosso; ma questi splendidi colori sono esposti solo durante la stagione degli amori. La femmina non ha neppure un rudimento di questa appendice. Nell’Anolis cristatellus, secondo il signor Austen, il sacco della gola, che è di un rosso brillante, marmoreggiato di giallo, è presente, sebbene in condizione rudimentale, nella femmina. Parimente, in certe altre lucertole i due sessi sono del pari provvisti di sacchi alla gola. Qui, come in molti casi precedenti, vediamo in specie che appartengono allo stesso scompartimento il medesimo carattere limitato ai maschi, o più sviluppato nei maschi che non nelle femmine, o sviluppato ugualmente nei due sessi. Le piccole lucertole del genere Draco, che sorvolano nell’aria sui loro paracadute sorretti dalle costole, e di cui la bellezza dei colori supera qualunque descrizione, sono munite di appendici cutanee alla gola, “come i bargigli degli uccelli gallinacei”. Queste divengono erette quando l’animale è eccitato. Si presentano nei due sessi, ma sono meglio sviluppate nel maschio adulto, alla quale età l’appendice di mezzo è talora lunga due volte il capo. La maggior parte delle specie ha pure una breve cresta che scorre lungo il collo; e questa è molto più sviluppata nei maschi adulti che non nelle femmine o nei maschi giovani.
Vi sono altre e ancor più spiccate differenze fra i sessi di certe lucertole. Il maschio della Ceratophora aspera porta all’apice del muso un’appendice lunga quanto la metà del capo. È cilindrica, coperta di scaglie, flessibile, e da quanto pare suscettiva di erezione: nella femmina è al tutto rudimentale. In una seconda specie dello stesso genere una scaglia terminale forma un piccolo corno sulla cima dell’appendice flessibile; ed in una terza specie (C. Stoddartii), tutta l’appendice è convertita in un corno, che consuetamente è bianco, ma che prende una tinta porporina allorchè l’animale è eccitato. Nel maschio adulto di quest’ultima specie il corno è lungo tredici millimetri, ma è al tutto minutissimo nella femmina e nei maschi giovani. Queste appendici, secondo ciò che mi fece osservare il dottor Günther, possono paragonarsi alle creste degli uccelli gallinacei, e a quanto pare servono di ornamento.
Nel genere Chamaeleon giungiamo all’apice della differenza fra i sessi. La parte superiore del cranio del maschio C. bifurcus, che abita il Madagascar, è fatto di due grandi, salde sporgenze ossee, coperte di scaglie come il resto del capo; e la femmina non presenta che un solo rudimento di questa meravigliosa modificazione di struttura. Parimente, nel Chamaeleon Owenii della costa occidentale dell’Africa, il maschio porta sul muso e sulla fronte tre curiose corna, di cui non si rinviene traccia nella femmina. Queste corna consistono in una escrescenza dell’osso coperta di una liscia guaina, che forma parte dell’integumento generale del corpo, cosicchè sono identiche nella struttura con quelle di un bue, di una capra o di qualsiasi altro ruminante dalle corna ricoperte di guaina. Quantunque le tre corna differiscano tanto nell’aspetto dai due grandi prolungamenti del cranio del C. bifurcus, non possiamo guari porre in dubbio che non abbiano lo stesso scopo generale nell’economia di questi due animali. La prima congettura che si presenterà a chiunque è quella che siano adoperate dai maschi per combattere insieme; ma il dottor Günther, al quale vado debitore dei precedenti ragguagli, non crede che creature così pacifiche possano mai divenire battagliere. Quindi siamo indotti a supporre che queste deviazioni di struttura quasi mostruose servano come ornamenti maschili.
In molte sorta di lucertole i sessi differiscono lievemente nel colore, mentre le tinte e le fasce sono nei maschi più brillanti e più distintamente definite che non nelle femmine. Questo, per esempio, è il caso nel Cophotis precedentemente menzionato, e nell’Acanthodactylus capensis dell’Africa meridionale. In un Cordylus di quest’ultimo paese il maschio è molto più rosso o molto più verde della femmina. Nel Calotes nigrilabris indiano vi è una maggior differenza nel colore fra i sessi; parimente le labbra del maschio sono nere, mentre quelle della femmina sono verdi. Nella nostra lucertolina vivipara comune (Zootoca vivipara) “la parte inferiore del corpo e la base della coda sono nel maschio d’un colore arancio brillante con macchie nere; nella femmina queste parti sono d’un verde grigiastro pallido senza macchie”. Abbiamo veduto che il maschio solo della sitana è fornito di un sacco gulare; e questo è splendidamente tinto in azzurro, nero e rosso. Nel Proctotretus tenuis del Chilì il maschio solo è macchiato di turchino, di verde e di rosso rame. Io raccolsi nell’America meridionale quattordici specie di questo genere; e, sebbene abbia trascurato di osservare i sessi, trovai che certi individui soli erano segnati di macchie verde-smeraldo, mentre altri avevano la gola color arancio; e queste nei due casi erano senza dubbio maschi.
Nelle specie precedenti i maschi sono più brillantemente coloriti delle femmine, ma in molte lucertole i due sessi sono coloriti nello stesso modo elegante od anche magnifico; e non v’ha ragione per supporre che quei colori vistosi siano per scopo di protezione. Tuttavia in alcune lucertole le tinte verdi servono senza dubbio per sottrarre all’occhio, ed un esempio è già stato dato per incidente di una specie di Proctotretus che rassomiglia strettamente alla sabbia in cui vive. In complesso possiamo asserire con una tal quale certezza che i bei colori di molte lucertole, come pure le varie appendici e le strane modificazioni nella struttura, sono stati acquistati dai maschi mercè la scelta sessuale per scopo di ornamento, e sono stati trasmessi sia alla prole maschile sola o ai due sessi. Invero la scelta sessuale sembra aver avuto una parte quasi tanto importante nei rettili quanto negli uccelli. Ma i colori meno vistosi delle femmine in paragone di quelli dei maschi non possono essere attribuiti, come suppone il signor Wallace essere il caso per gli uccelli, al trovarsi le femmine esposte al pericolo durante l’incubazione.

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