GRECIA - STORIA

LA MACEDONIA
LE LEGHE DEGLI STATI GRECI
(277-220 a.C.)

IL REGNO MACEDONE DI ANTIGONO GONATA - ORDE DI CELTI IN TRACIA, GRECIA, ASIA MINORE (279 a.C.) - LA MORTE DI PIRRO (273 a.C.) - LA GUERRA CREMONIDEA (266 a.C.) - BATTAGLIA DI ANDRO (257 a.C.) - ARATO SICIONE LIBERA CORINTO (243 3 a.C.) - SPARTA: RE AGIDE DEPOSTO, CLEOMENE RE (235 a.C.) - I MACEDONI RITORNANO IN GRECIA (223 a.C.) - ANTIGONO SCONFIGGE CLEOMENE NELLA BATTAGLIA DI SELLASIA (221 a.C.) - MORTO ANTIGONO E CLEOMENE, REGNA IN GRECIA E MACEDONIA FILIPPO (220 a.C.)


Pirro, sognava un grande regno, morì per un tegola cadutagli in testa

_________________________________________________________________________

Con la morte del padre Demetrio Poliorcete, il figlio Antigono Gonata nel 277 era salito sul trono della Macedonia. Dopo di lui ci fu una serie di principi di gran valore che tennero successivamente il regno fino all'anno 239. E di gran valore prima di tutti fu propio lui Antigono.
In quello stesso anno che Antigono era salito sul trono, PIRRO (che lasciando l'Epiro, si era dedicato all'Italia, sperando di farne un grande regno greco-occidentale - in verità fu chiamato in Italia dai Tarantini) sconfitto dai Cartaginesi, riprese le ostilità con Roma, ma l'anno dopo subì a Malevento la decisiva sconfitta, tale da indurlo a lasciare l'Italia e fare ritorno in patria, per combattere il re macedone che considerava un usurpatore: ANTIGONO.
Pirro non lo vinse del tutto, ma tuttavia riuscì a sottragli gran parte del regno (vedi più avanti)

ORDE DI CELTI IN TRACIA, GRECIA, ASIA MINORE

Al trono di Macedonia ANTIGONO GONATA era stato elevato dopo la sua guerra contro i Celti. Benchè i Celti avessero già fatto la loro apparizione nella penisola balcanica al tempo di Filippo e Alessandro, tuttavia soltanto dopo le sconfitte subite per opera dei Romani essi si diressero in grandi orde e con un vero e proprio movimento di migrazione, verso l'Oriente. Guidati dal loro capo tribù Belgio irruppero nel 279 a. C. nella Macedonia e nella Tracia, e combattendo contro di loro cadde nell'anno successivo Tolemeo Cerauno.
Un'altra orda di Celti guidata da Brenno minacciò la Grecia e Delfi; invano i Greci avevano tentato di fermarla al passo delle Termopili, non riuscirono nemmeno a proteggere Delfi; fortuna che i Celti, non resistendo alle intemperie della stagione, si ritirarono e nella ritirata subirono gravi perdite ad opera soprattutto degli Etoli, cha già avevano assunta la difesa di Delfi.

La vittoria riportata da Antigono Gonata nel 277 a Lisimachia sopra alcune orde celtiche spinse i barbari verso oriente; una parte di essi, guidata da Lutario, passò l'Ellesponto, un'altra guidata da Leonnario, passò il Bosforo e tutti occuparono quella parte della Grande Frigia, che da loro fu denominata Galazia. Da questo felice avamposto divennero il terrore dell'Asia Minore e diedero molto da fare ai Seleucidi ed ai re di Pergamo. Anche se con queste guerre e con questo insediamento, questo popolo si è guadagnato un posto nella storia universale per il fatto che l'apostolo Paolo ha diretto un'epistola ai Galati.
Anche nella Tracia dilagarono per un certo tempo orde di Celti sotto Comontorio dove si insediarono; fondarono il regno degli Emoscelti di Tylis, ma durò lo spazio di due generazioni ; infatti verso il 212 a. C., fu nuovamente abbattuto dai Traci.

Antigono Gonata si era impadronito della Macedonia avendo le sue basi nella Grecia, ma qui accanto ai suoi domini si formarono due grandi leghe di Stati, l'etolica e l'achea. L'Etolia ancora ai tempi di Alessandro il Grande si trovava in condizioni primitive, analoghe a quelle nell'Attica prima della costituzione dello Stato unitario ; le tribù etoliche degli Apodoti, Ofioni e Enritani rispondevano alle quattro file della remota antichità attica; ancora all'epoca della guerra del Peloponneso, e persino sotto Alessandro, vediamo gli Etoli inviare come loro delegati rappresentanti di singole tribù, cioè non avevano un unico governo perchè disuniti; ed è un fatto che il nord-ovest dell'Ellade si è sviluppato assai più lentamente delle regioni orientali. Soltanto al tempo di Alessandro le tribù etoliche cominciarono ad unirsi più strettamente fra di loro ; un koinon etolico lo incontriamo infatti per la prima volta nel 314 a. C. Una maggiore importanza politica assursero poi gli Etoli nella guerra da loro combattuta contro i Celti, quando accorsero alla difesa di Delfi; in seguito a ciò la loro influenza divenne preponderante nell'anfizionia delfica. Posteriormente essi ampliarono largamente il campo della loro lega nella Grecia centrale e nella Tessalia; nel Peloponneso essi erano legati da antichi vincoli nazionali con gli Eleati, che in epoca remotissima erano emigrati in quel paese dall'Etolia; infatti, parlavano un dialetto vicinissimo all'etolico e malgrado il volger dei secoli gli Eleati non avevano smarrita la coscienza della comunanza di origine con gli Etoli.

Oltre che con l'aggregazione di alleati in senso stretto, la lega etolica si allargò poi ancora con l'accogliere nel suo seno altri Stati che erano confederati in un senso più lato. Non a torto il Niebuhr ha caratterizzato gli Etoli come una banda di masnadieri, ma tuttavia bene organizzati; quegli alleati in senso lato infatti erano quegli Stati che in realtà si riscattavano con pagamenti di contribuzioni periodiche dalle scorrerie degli Etoli.
Un carattere affatto differente da quello della lega etolica aveva la lega achea. Le città dell'Acaia nel settentrione del Peloponneso erano state da tempo antichissimo unite in lega ed il centro di questa confederazione era il santuario di Egion; nell'anno 324 Alessandro aveva disciolto la lega achea. Però nell'anno 280 quattro città achee si erano nuovamente unite in lega, ed a questo primo nucleo si aggregarono in seguito molte altre citta.
E proprio con queste due leghe, l'etolica e l'achea, la politica di Antigono Gonata ebbe da fare i suoi conti.

LA MORTE DI PIRRO

Da pochi anni Antigono era signore della Macedonia quando tornò Pirro dall'Italia. La potenza politica di Antigono si estendeva dalla Macedonia alla Grecia e sembrò a Pirro costituire una minaccia per il suo stesso Epiro, e quindi, appena di ritorno, nel 274, egli entrò in campagna contro di lui e lo sconfisse; anche nell'anno successivo Antigono non riuscì a tener testa a Tolemeo, il figlio di Pirro.
A questo punto i Greci cominciarono pure loro ad agitarsi contro Antigono ; gli Etoli e gli Achei presero le parti di Pirro, e questi entrò nel Peloponneso. Antigono lo segui, e nel 272 a. C. i due avversari si incontrarono presso Argo, fecero entrambi una invasione nella città, dove per le stesse vie si svolse un aspro combattimento. Qui, dall'alto di un tetto, una vecchia scagliò e colpì Pirro con una tegola che gli spezzò la nuca; il condottioro cadde morto all'istante; così la sorte negò persino a questo eroico soldato di morire gloriosamente.

Antigono divenne padrone assoluto nella Macedonia e nella Grecia. Oltre a valersi dell'appoggio delle fazioni sue partigiane esistenti nelle città elleniche, si assicurò la propria dominazione con lo stanziarvi presidii macedoni e a favorire le nomine di tiranni che appunto in quest'epoca si vedono spuntare in molti punti della Grecia.
Se non che in seguito, contro la nuova potenza politica di Antigono dall'Egitto si levò Tolemeo II Filadelfo e fece lega con gli Spartani e con gli Ateniesi. Nel bacino orientale del Mediterraneo, dato il carattere di potenza terrestre che aveva il regno dei Seleucidi e visto che la flotta macedone era stata lasciata andare in decadenza, dominava in quest'epoca la flotta egiziana dei Tolemei, che fu appunto destinata a cooperare all'azione che avrebbero svolta i Greci in terraferma.

LA GUERRA CREMONIDEA

Nell'anno 266 cominciò la guerra che gli Ateniesi chiamarono la guerra cremonidea, perché era stato Cremonide che li aveva persuasi ad entrare nella coalizione degli Egiziani e degli Spartani. Tolemeo Filadelfo inviò la sua flotta al promontorio attico di Sunio, ma rimase inattiva.
Antigono invase l'Attica, occupò l'Istmo e superò anche una rivolta dei suoi mercenarii celtici che riuscì a domare; nell'anno 264-265 sconfisse gli Spartani presso Corinto che nella battaglia perdettero il loro re Areo. L'anno seguente anche Atene si vide costretta ad arrendersi ad Antigono, il che pose fine alla guerra; Cremonide si rifugiò in Egitto. Posteriormente Antigono batté la flotta tolemaica nelle acque di Cos e questa vittoria gli fruttò l'acquisto delle Cicladi; la signoria egiziana sul Mare Egeo ne rimase profondamente scossa. Essa venne comunque restaurata, ma verso l'anno 257 a. C. Antigono Dosone inflisse ancora una volta alla flotta egiziana di Tolemeo III Euergete una gran disfatta nella battaglia di Andro.

ARATO SICIONE LIBERA CORINTO

Ma nel Peloponneso la potenza politica di Antigono Gonata venne gravemente menomata in seguito alla ribellione della lega achea sotto la guida di Arato di Sicione, il quale allargò l'importanza sinora meramente territoriale di questa lega e le fece acquistare un carattere nazionale. La sua attivata ed accortezza politica si appuntò senza tregua contro la Macedonia ; egli cercò di liberare il Peloponneso dalla dominazione macedone e di ridurlo sotto l'egemonia della lega achea.

Nell'anno 251 Arato di Sicione, liberò la sua patria dalla tirannide; Sicione subito dopo si unì con gli Achei, e questi a loro volta si collegarono con Tolemeo Filadelfo ; ed anche in seguito la politica egiziana stette con gli Achei contro la Macedonia. Arato aggiunse la gemma più fulgida al serto della sua gloria nell'anno 243, quando liberò Corinto dal presidio macedone ; da questo momento egli fu l'anima e la mente direttiva della lega.

Si trovarono così a fronte due spiccate personalità, Antigono Gonata ed Arato ; Antigono, il più eminente principe della sua epoca, valente generale ed uomo di stato, dotato di profonda e vasta cultura intellettuale e dedito con intenso interesse agli studi filosofici, discepolo di Zenone, il fondatore della scuola stoica; egli caratterizzava la posizione di un re come una schiavitù circondata di onori. Di fronte a lui un abile diplomatico e politico della forza di Arato, un patriota, per quanto non del tutto immune da meschine gelosie, un uomo peraltro che non poteva dirsi propriamente grande già pel fatto che non era stato dotato da natura di coraggio personale; tuttavia, benché non fosse per indole uomo di guerra, seppe infondere con la volontà a se stesso l'animosità che gli mancava. Dopo la liberazione di Sicione e di Corinto, Arato conseguì un nuovo successo, ma soltanto dopo la morte di Gonata, sotto suo figlio Demetrio II, nell'anno 234. In quest'anno cioé il tiranno di Megalopoli, Lidiada, depose il potere, e Megalopoli entrò nella lega achea : d'ora innanzi nella carica di strateghi della lega si avvicendano Arato e Lidiada. La lega salì a grandissimo onore; la massima parte del Peloponneso era unita con gli Achei. Ed Arato trasse profitto dalle difficoltà in cui si trovò implicato Antigono Dosone.

Questo Dosone, l'uomo che prometteva sempre di dare, ma era un dare che restava sempre un futuro, si unì in matrimonio con la vedova di suo cugino Demetrio II, assunse dapprima il governo della Macedonia in qualità di tutore del figlio minorenne di Demetrio, del giovane Filippo, e poi prese in persona il titolo reale; egli adottò Filippo, che gli successe dopo la sua morte sul trono nel 221. Antigono Dosone perdette intanto i suoi possedimenti greci ; anche Atene si liberò da lui nell'anno 228 con l'aiuto di Arato; vero é che essa non entrò nella lega achea. Ma non per questo la dominazione macedone in Grecia parve crollata. A questo punto però gli Achei videro sorgersi contro un poderoso avversario nella persona di Cleomene di Sparta, e contro gli Spartani lo stesso Arato chiamò nuovamente i Macedoni in Grecia.

AGIDE DEPOSTO E UCCISO, CLEOMENE RE DI SPARTA

Gli ordinamenti politici di Sparta, quali erano stati creati dalla costituzione di Licurgo, si basavano sopra una organizzazione politico-militare corrispondente al contrapposto tra una classe di signori fondiari da un lato e di servi della gleba dall'altro. Le terre degli Spartani erano coltivate dai loro servi, gli Iloti, ed i proprietari dimoranti nella città di Sparta vivevano dei tributi di costoro ; essi erano tutti dediti alla guerra ed alla politica ed erano i soli titolari dei diritti politici. Accanto a loro, liberi nella persona ma privi di diritti politici, si trovavano i perieci, la popolazione cittadina dei paesi di più tarda conquista, cui non si era più osato estendere l'ilotia, e la popolazione rustica anch'essa composta di liberi agricoltori. L'esercito lacedemone si reclutava, oltre che dagli Spartiati, anche dai perieci ; invece gli Iloti erano esclusi dalla partecipazione sistematica al servizio militare, per il quale era quindi chiusa la fonte feconda di reclutamento rappresentata dalla classe agricola.
Gli Spartiati non seppero mai risolversi a sprigionare quell'onda di forze militari nascosta nella classe dei contadini, come fece a Roma la cosiddetta costituzione serviana. Pertanto le incessanti guerre decimarono il ceto degli Spartiati, che a tempo di Serse contava 8000 membri, mentre a tempo di Aristotele già non ne rimanevano che 1000 e verso il 250 a. C. Solo 700. Requisito patrimoniale per poter appartenere alla classe dominante e per l'esercizio dei diritti politici era il possesso del claros, la proprietà fondiaria coltivata dagli Iloti, e dei 700 Spartiati sopra detti, 100 soltanto avevano questo requisito e quindi erano cittadini di pieno
diritto. Uno Stato ridotto in tali condizioni non era più in grado di raggiungere alcun fine elevato; ma tentò di restaurarne le energie attive la rivoluzione promossa dall'alto, dai re Agide e Cleomene.

Così l'uno come l'altro non mirarono tanto ad attuare una affrancazione dei contadini, quanto piuttosto a ritornare all'antica costituzione di Licurgo, a ricostituire la classe dominante, mantenendo l'ilotia.
Si cercò di rimediare alla sperequazione dei possessi fondiarii in seno alla classe dominante e di rinsanguare quest'ultima accogliendovi sopra tutto dei perieci.
La perdita della Messenia al tempo di Epaminonda e quella della Cinuria per opera di re Filippo avevano ridotto il territorio spartano quasi alla metà. In proporzione, mentre a tempo di Serse si erano avuti 8000 spartiati forniti di claroi, la riforma di re Agide cercò, mediante una nuova ripartizione del suolo spartiate, di portare i 100 claroi ancora esistenti al numero di 4500; nell'assegnazione dei nuovi lotti di terre si pensava di contemplare naturalmente per i primi i 600 Spartiati divenuti nullatenenti, e poi di dotarne 4000 perieci che quindi sarebbero entrati a far parte della classe dominante. Secondo Aristotele la Laconia poteva nutrire 30.000 opliti; questo numero e la riduzione del territorio spartano alla metà d'una volta tenne presente re Agide quando volle, accanto ai 4500 lotti di terre spartiate, costituire i 5.000 lotti di terre perieciche, libere proprietà degli agricoltori.

Della sorte degli Iloti re Agide non si curò; essi sarebbero rimasti Iloti anche quando la sua riforma avesse avuto buon esito. Ma l'attuazione del suo disegno invece fallì, e nell'anno 242 la sua iniziativa giunse ad un risultato affatto diverso da quello che era nelle sue intenzioni: i proprietari fondiari esistenti rimasero quali erano e per di più guadagnarono l'esonero dai loro debiti ipotecaria, Re Agide venne deposto e giustiziato. Ma quindici anni dopo re Cleomene riprese i progetti di Agide, e nell'anno 227 compì una divisione delle terre, con la quale portò effettivamente a 4000 i claroi degli Spartiati, assegnandoli naturalmente prima d'ogni altro agli Spartiati che ne erano privi e poi dotandone più di 3000 perieci che vennero assunti nella classe dominante. Quanto agli Iloti, re Cleomene si ricordò di loro soltanto nell'anno 222 quando le sue finanze si trovarono allo stremo; egli concesse verso il pagamento di una somma di denaro la libertà a 6000 Iloti che però non ricevettero in contraccambio del denaro un lotto di terra in libera proprietà. Né egli abolì l'ilotia come istituzione.

Il colpo di stato di Cleomene era ispirato all'idea di instaurare un potere regio più forte e di rendere Sparta militarmente più valila. È perciò che egli abolì l'eforato che in passato aveva umiliato sotto di sé la dignità reale spartana; alla sua affermazione di intendere con le sue riforme di ripristinare la costituzione di Licurgo l'abolizione compiuta degli efori non contraddiceva soltanto nel senso che da lungo tempo l'istituto dell'eforato era tenuto, loro stessi dicevano che la costituzione introdotta da Licurgo era cosa vecchia; in realtà però l'eforato era altrettanto antico quanto la costituzione di Licurgo. E quanto poi la distribuzione di terre fatta da Cleomene stesse in relazione con gli interessi militari si vede dal fatto che i nuovi lotti destinati alla classe degli Spartiati gli fruttarono 4000 opliti; inoltre egli reclutò 2000 opliti anche fra i 6000 iloti liberati.
Re Cleomene, che era salito sul trono spartano nell'anno 235, aprì le ostilità contro gli Achei fin dal 228, dopo l'ingresso di Argo nella lega Achea; l'anno seguente egli vinse gli Achei nella battaglia di Megalopoli, nella quale trovò la morte Lidiada. E dopo il suo colpo di stato inflisse nel 226 nella battaglia svoltasi presso Dime una nuova e grave disfatta allo stratega acheo Iperbata. A questo punto gli Achei avrebbero desiderato la pace, ma Cleomene reclamò per sé l'egemonia della lega achea e l'assemblea federale tenutasi ad Argo si mostrò anche propensa a concedergliela; se non che a causa di una malattia di Cleomene non si venne ad una soluzione definitiva ed Arato così guadagnò tempo.

Gli Achei non potevano attendersi aiuto di sorta dall'amicizia dell'Egitto, perché questo era negli stessi rapporti amichevoli con Sparta, di modo che non rimase che rivolgersi alla Macedonia; furono infatti iniziate trattative con Antigono Dosone ed invece vennero interrotti i negoziati con Cleomene; ed allora Cleomene prese Argo.
La politica egiziana era informata all'antagonismo contro la Macedonia, e quindi ora che gli Achei erano in via d'intendersi con Antigono, Tolemeo III Euergete strinse alleanza con Cleomene e gli promise aiuti di denaro. Cleomene dapprima riportò ulteriori successi ed entrò in Corinto; cinonostante il presidio acheo riuscì a rimanere padrone di Acrocorinto. Ma dopo ciò, nel 223, fu fermata definitivamente l'alleanza degli Achei con la Macedonia, alleanza cui Antigono aderì verso la cessione di Corinto. Gli Achei ed Arato avevano pertanto fatto un mutamento di fronte; l'uomo politico acheo, che aveva cominciato la sua carriera con la cacciata dei Macedoni, venti anni dopo la liberazione di Corinto consegnò nuovamente la stessa Corinto nelle mani dei Macedoni.

L'EGEMONIA MACEDONE RITORNA IN GRECIA
ANTIGONO SCONFIGGE CLEOMENE - BATTAGLIA DI SELLASIA

Antigono entrò nel Peloponneso ed occupò Corinto ed Argo. Gli Stati confederati inviarono delegati ad Egion, dove fu costituita sotto la direzione di Antigono una lega di Stati ellenici; l'egemonia macedone era così nel 223 restaurata in Grecia. Il dominio di Cleomene invece crollò ed una dopo l'altra le città defezionarono da lui; in queste angustie egli compì nel 222 la sua affrancazione degli Iloti.
Ad appoggiare l'insuccesso anche l'Egitto non aveva alcun interesse, e quindi Tolemeo IV Filopatore, che nel 221 era succeduto al padre Euergete, tornò alla neutralità. Antigono poi invase la Laconia e sconfisse nel 221 Cleomene nella decisiva battaglia di Sellasia. Cleomene fuggì in Egitto; qui nel 219 si dette la morte. Ma era comunque sopravvissuto al re macedone, il quale, tornato in patria dopo la vittoria di Sellasia, morì nello stesso anno; egli lasciò la Macedonia e la restaurata egemonia sulla Grecia al suo pupillo e figlio adottivo Filippo, in età di 17 anni. Questi era destinato a regnare per più di quattro decenni; sotto di lui si compì il processo di fusione della storia ellenistica con la storia romana.


Prima di riprendere gli accadimenti in Grecia
Ritorniamo brevemente indietro nei regni d'Egitto e Asiatici con la puntata...

GLI EPIGONI IN ASIA E IN EGITTO > >


INDICE TABELLA GRECIA


HOME PAGE STORIOLOGIA