EMPEDOCLE - DEMOCRITO - PROTAGORA
testi di Diego Fusaro

EMPEDOCLE

Empedocle svolse la sua attività di filosofo nel V secolo a.C. in Sicilia e fu influenzato dal pitagorismo e dall'orfismo , ma anche dall'eleatismo : tuttavia Empedocle si colloca nell'ambito dei pluralisti . Nacque ad Agrigento intorno al 490 a.c. e pur essendo di nobile famiglia , partecipò attivamente alle lotte politiche della sua città schierandosi con i democratici e per questo morì forse in esilio nel 425 . Tuttavia la sua figura sfumò presto nella leggenda (che tra l'altro vuole che egli morisse precipitando nel cratere dell'Etna) .

Empedocle, come Parmenide , si servì per scrivere della poesia , che aveva grande presa sugli ascoltatori . Compose in esametri un'opera che si intitolava "
Sulla natura" , ma che talvolta gli antichi chiamarono "Purificazioni" : vi è anche chi sostiene che si tratterebbe di due opere distinte . Proprio il veicolo della poesia consente ad Empedocle di presentarsi come annunciatore di verità : invoca le Muse e si dipinge come un dio immortale , circondato dalle folle e dal successo . L'oggetto principale delle osservazioni e delle riflessioni di Empedocle torna ad essere il mondo , ma tenendo conto di alcuni dei divieti logici imposti da Parmenide . Infatti anche per Empedocle gli uomini sbagliano quando parlano di perire e di nascere delle cose : Parmenide aveva già detto che l'essere è sempre stato e sempre sarà .

Empedocle introduce quindi i due concetti di AGGREGAZIONE e di DISGREGAZIONE : in realtà dietro alle vicende di trasformazioni incessanti permangono costanti ed indistruttibili quelli che Empedocle chiama "rizomata" (radici) e che poi saranno chiamati elementi : terra , acqua , aria e fuoco . Questa è una grande innovazione e rappresenta un notevole allontanamento dagli Eleati : il dominio di ciò che è , è molteplice . Gli oggetti che cadono sotto i nostri sensi non sono altro che mescolanze delle quattro radici secondo diverse proporzioni . Empedocle si allontana dall'eleatismo anche per il fatto che le radici siano suscettibili di movimento e per il fatto che esistano forze capaci di creare le aggregazioni a partire dalle 4 radici e le disgregazioni degli oggetti così costituiti . Il nascere ed il morire a rigore non esistono : sono solo aggregazioni e disgregazioni : sono prerogative degli oggetti risultanti dalla mescolanza delle 4 radici ; essi sono dovuti all'azione di due forze che Empedocle , attingendo al linguaggio dei racconti mitici , chiama AMORE e ODIO . Queste due forze operano non solo sull'universo nella sua totalità , ma anche su ciascuna delle cose che popolano l'universo . Un aspetto fondamentale della loro azione è che essa avviene nel tempo e secondo gradi diversi . Quando l'azione dell'Amore prevale su quella dell'Odio si ha una situazione di pace, che Empedocle , sulla scia di Parmenide , concepisce come una sfera compatta e priva di scissioni al suo interno: è il celebre SFERO .

Empedocle ci fornisce quindi una sua cosmogonia , una spiegazione sull'origine del mondo . Lo sfero è la situazione primordiale in cui tutte e 4 le radici sono mescolate e vi sono pure l'Amore e l'Odio : è una totale situazione di aggregazione in cui prevale l'Amore sull'Odio . Ma pian piano l'Odio prevarrà e le 4 radici si separeranno ; col tempo però tornerà a prevalere l'Amore e torneremo alla situazione primordiale di totale aggregazione . Ma poi si verificherà nuovamente il prevalere dell'Odio e le 4 radici si separeranno pian piano per poi passare alla totale disgregazione e poi nuovamente all'aggregazione . Il nostro mondo si trova proprio nella posizione di separazione dall'Amore , ma non ha ancora raggiunto l'Odio : è a metà strada ; quando raggiungerà l'Odio si distruggerà per poi "rinascer" nuovamente . E' una visione ciclica del mondo : per Empedocle durerà fin quando dal punto di partenza (l'Amore) non arriverà all'opposto (l'Odio) . Ma questo processo di aggregazione e disgregazione non vale solo per il mondo , ma per l'intera realtà : anche gli uomini si vengono a formare in questo modo e quando prevarrà l'Odio si distruggeranno .

Ma Empedocle dice che l'aggregazione che porta alla creazione di un uomo (o di qualunque altra realtà) non è immediata e complessiva : non è che l'uomo si formi tutt'insieme in un preciso istante : è come se gli organi nascessero da sè e poi a loro volta si aggregassero per dar vita all'uomo . Empedocle dice poi che possono nascere dall'aggregazione esseri mostruosi come il Minotauro ed il motivo per cui non si vedono in giro è reperibile nel fatto che non riescano a sopravvivere : in natura , infatti , dice Empedocle , riescono a sopravvivere solo i più idonei e i migliori .

La tradizione ci presenta Empedocle come medico : pare che egli nutrisse interessi per la comprensione dei fenomeni del vivente , come la generazione o la respirazione : Empedocle affermava che il sangue ed il respiro si muovessero entro gli stessi vasi corporei , che sarebbero riempiti da sangue che fluendo esce da essi e lascia spazio all'aria che entra e , viceversa , l'aria che esce lascerà spazio al sangue . Per Empedocle la respirazione avviene tramite i pori della pelle : per spiegare questo processo lui immagina una situazione in cui si immerge in acqua una clessidra : la clessidra è un vaso con un collo stretto e un'ampia base con piccoli buchi . Se essa viene immersa in acqua con l'orifizio superiore tappato , l'acqua non penetra attraverso i buchi perchè l'aria interna vi si oppone con la sua pressione ; ma se si libera l'orifizio superiore , l'aria esce e l'acqua può entrare . Viceversa , se l'orifizio è tappato quando la clessidra è piena d'acqua , l'acqua non può fuoriuscire dai piccoli buchi sul fondo . I due momenti della respirazione , cioè l'inspirazione e la espirazione , corrispondono ai momenti in cui la clessidra , rispettivamente riempita d'acqua e d'aria , viene aperta nell'orifizio superiore consentendo l'ingresso di aria in un caso , di acqua nell'altro . All'acqua della clessidra corrisponde il respiro e all'aria della clessidra il sangue . Non si tratta in realtà di un vero esperimento , quanto piuttosto di un'analogia tra ciò che è osservabile e ciò che non è direttamente osservabile . Va sottolineato il fatto che l'aria sia uno dei 4 elementi ; il sangue invece , come ogni realtà , è una mescolanza di essi . Quanto migliore (quindi più proporzionata )è tale mescolanza , tanto migliore per Empedocle risulta essere la qualità del pensiero , che Empedocle fa proprio risiedere nel sangue intorno al cuore .
L'attività del pensiero è quindi legata alla struttura anatomica e alla fisiologia corporea , e poichè il corpo umano è costituito dalle stesse radici di cui sono cosituite tutte le cose , sarà possibile istituire una corrispondenza biunivoca tra i costituenti del corpo e quelli delle cose : in ciò consiste per Empedocle la conoscenza , che sarà garantita proprio dalla sussistenza proporzionata di tutte e 4 le radici nel sangue . Il processo della conoscenza risulta quindi fondato nella omogeneità tra l'uomo ed il mondo . Gli interpreti antichi classificheranno questa concezione della conoscenza come "conoscenza del simile tramite il simile" . Anche le capacità dei singoli individui (per esempio nel parlare o nello svolgere attività) sono riconducibili alle diverse proporzioni in cui avviene la mescolanza di questi costituenti di tutte le cose . Il tempo svolge una funzione centrale nella cosmogonia di Empedocle : egli vuole rintracciare ciò che permane costante al di sotto della vicenda ciclica delle aggregazioni e delle disgregazioni . Ciò si integra perfettamente , ai suoi occhi , con la credenza propria della tradizione orfica a riguardo della trasmigrazione delle anime . L'anima , che in origine è un demone o un dio , spinta dall'Odio commette colpe ed è costretta a compiere un lungo viaggio . Esso dura millenni e porta l'anima a trasmigrare attraverso vari tipi di corpi viventi . (Da notare che Empedocle parli di trasmigrazioni non solo in corpi animali , ma anche vegetali) .

Questa concezione conduce al vegetarianesimo e al rifiuto radicale dei sacrifici . Uccidere animali è infatti per Empedocle una forma di cannibalismo , dal momento che in ogni essere vivente è presente un'anima umana , che sta compiendo il suo ciclo di reincarnazioni . Se nel corso di questo ciclo l'anima si è comportata bene , al termine potrà tornare nella sua condizione divina . Su questo sfondo Empedocle può proiettare la sua predicazione di salvezza agli uomini , indicando le vie della guarigione e della purificazione . In un mondo che gli appariva in un certo modo sopraffatto dall'Odio , egli additava ai suoi ascoltatori nelle città della Sicilia , con i suoi versi , ma anche con la sua azione di guaritore e mago (si raccontava che avesse ridestato a vita una donna in un caso di morte apparente) , capace di influenzare le forze della natura , le linee di una condotta che si opponesse all'azione disgregatrice dell'Odio .

Empedocle rappresenta il culmine di una tradizione di sapienti che si presentano dotati di un sapere eccezionale . Ma nel v secolo a.c. queste figure tendono progressivamente a venir meno , lasciando spazio a nuovi tipi di pensatori . Ma le sue teorie furono riprese in seguito da Aristotele (che individuò 4 elementi , parti ultime della realtà) e da Dante Alighieri (che nel canto 12 dell'Inferno fa un chiaro riferimento alla teoria della disgregazione e dell'aggregazione dicendo : "... da tutte parti l'alta valle feda tremò sì , ch'io pensai che l'universo sentisse amor..." ; con questi versi il poeta fiorentino intende chiaramente dire di aver sentito un rumore e un tremolio così forte da pensare che il mondo si stesse disgregando perchè arrivato al fondo del suo processo ciclico ) .

DEMOCRITO

Democrito nacque intorno il 460 a.c. ad Abdera , dove era nato anche Protagora . Egli fu atomista , seguì cioè quelle dottrine che per un verso presuppongono l'indagine naturale dei primi pensatori e la riflessione degli eleati , ma per l'altro anche i dibattiti sui rapporti tra natura e "nomos" (legge convenzionale) e lo sviluppo delle discipline speciali . Democrito , a differenza degli altri pensatori e a somiglianza dei suoi contemporanei sofisti , scrisse parecchie opere : tramite un catalogo stilato da TRASILLO nel primo secolo d.C. sappiamo che dovevano aggirarsi intorno a cinquanta . Purtroppo ci sono pervenuti solo pochi frammenti ; anche Democrito dovette recarsi una volta ad Atene , ma per il resto del tempo pare che abbia vissuto nella sua città natale , dove sarebbe morto tra il 400 e il 380 a.c. Le indagini degli atomisti , come detto , presuppongono da un lato l'interesse per i problemi posti dall'osservazione dei fenomeni naturali e , dall'altro, la riflessione degli eleati , ma al tempo stesso anche l'attenzione per la pluralità dei mondi e delle culture .

Le opere di Democrito trattavano argomenti di vario genere , si passava dalla matematica alla riflessione morale , dallo studio del linguaggio e dei poeti alla medicina e allo studio degli animali , ma alla base di tutta la sua ricerca lui poneva l'obiettivo di trovare una spiegazione causale unitaria di questa molteplicità di manifestazioni e aspetti del mondo fisico e umano . Per Democrito nulla avviene a caso , tutto avviene secondo una ragione . Questa osservazione può essere scoperta ; a questo scopo non basta accontentarsi dell'osservazione della molteplicità dei fenomeni : occorre risalire mediante un procedimento intellettuale alla conoscenza di ciò che non è visibile . Gli oggetti che noi percepiamo ci appaiono caldi o freddi , amari o dolci , ma queste qualità appartengono alla sfera di quello che la cultura del v secolo a.c. raggruppava sotto la categoria del "nomos" , ossia di ciò che è variabile , convenzionale , instabile , contrapposto al piano stabile e immutevole della natura . La vera conoscenza è quella che consente di accedere al piano nascosto che sfugge ai sensi . Qui essa trova i costituenti di tutte le cose : gli ATOMI e il VUOTO . La parola atomo deriva dal Greco e significa indivisibile (a+temno = che non si può tagliare) . Gli atomi sono quindi particelle indivisibili talmente piccole che non possono essere singolarmente percepite da alcun organo di senso .

Gli atomisti ritengono , seguendo le idee di Parmenide , che siano ingenerati ed indistruttibili . Sono dunque i costituenti ultimi della realtà . Nonostante con i pluralisti nasca la causa efficiente (ciò che mette in movimento la materia : per Empedocle la disgregazione , per Anassagora il
vous ) , Democrito non la accetta : secondo lui vi è un grande vuoto con atomi sparsi qua e là dotati di movimenti pulviscolari ( per capire che cosa intendesse Democrito , si può guardare la polvere contro luce ) : essi vagano casualmente finchè non si urtano gli uni contro gli altri : quando si scontrano avviene un qualcosa di simile al biliardo : gli atomi (nel biliardo le palle) si scontrano e assumono nuovi movimenti . E' una concezione materialistica , deterministica (dato un fatto A se ne verifica uno B ) e meccanicistica (vi è l'idea che il mondo sia un macchinario dove tutto avviene per contatto : viene così confutata la tesi dei fenomeni che avvengono a distanza , come il magnete di Talete ) . Tutto avviene secondo una necessità . Gli atomi si distinguono tra di loro non perchè alcuni sono caldi e altri freddi o perchè alcuni sono amari e altri dolci : in poche parole non si distinguono per caratteristiche qualitative , ma quantitative . Le loro differenze sono simili a quelle che intercorrono tra le lettere dell'alfabeto , che venivano designate con il nome "stoikeia" : questo termine passerà a designare gli elementi dai quali tutte le cose sono costituite .

La prima differenza che intercorre tra gli atomi è di carattere formale : per esempio A differisce da N . La seconda distinzione è di posizione : per esempio N è differente da Z , ma se si ruota N di 90 gradi si ottiene appunto Z . La terza differenza è di ordine : per esempio AN è diverso da NA . L'insieme di queste differenze è dunque il tipo geometrico , riguarda la forma e la disposizione nello spazio . Ma bisogna ricordare che la quantità di forme atomiche è innumerevole , non è ristretta al solo tipo delle grandezze geometriche regolari.
Com'è possibile che da queste particelle invisibili ed indivisibili si formino gli oggetti che si possono percepire con gli organi di senso ? Come abbiamo detto prerogativa degli atomi è il loro continuo movimento "pulviscolare" che non avviene in una direzione privilegiata ed unica . In questi movimento possono incontrarsi , come le palle del biliardo : se sono incompatibili si respingono , ma se non lo sono si aggregano . Un criterio fondamentale di aggregazione è dato dal principio che il simile si si aggrega con il simile . Ma non vi è un agente esterno (una causa efficiente) che fa avvenire le aggregazioni , come era invece per Anassagora e Empedocle . Fondamentale per il movimento è il vuoto (che fa le veci della tavola da biliardo) : gli atomisti possono dire che il vuoto è non essere , in quanto esso non è dotato di forma individuale , di limitazione e di movimento , come invece è per gli atomi , che possono quindi identificarsi con l'essere .

Nel vuoto infinito si formano e si distruggono infiniti mondi , anche diversi da quello in cui viviamo . Mediante le nozioni di atomo e di vuoto diventa possibile spiegare non solo la costituzione dei mondi e degli oggetti che ciascuno di essi contiene , bensì anche fenomeni biologici come la riproduzione o la respirazione . L'anima è per Democrito una prerogativa degli esseri viventi . La vita , tra l'altro , è contrassegnata dal calore .
A spiegare questo fatto interviene la forma propria degli atomi costitutivi dell'anima : essi sono di forma sferica , la quale è suscettibile della massima mobilità . E la massima mobilità genera il calore . In questa prospettiva la respirazione è interpretata come una funzione vitale essenziale perchè consente la continua reintegrazione degli atomi di anima che incessantemente si perdono anche per la loro costante mobilità . Quando questa reintegrazione cessa arriva la morte , caratterizzata appunto dall'immobilità e dalla freddezza.
Allo stesso modo la riproduzione umana , a sua volta , è determinata dal seme costituito da atomi provenienti da tutte le parti del corpo . Ciò permette di spiegare la trasmissione di somiglianze dai genitori ai figli . Gli stessi processi percettivi possono essere chiariti mediante il modello di spiegazione atomistica . Ogni soggetto , anche se a noi sembra immobile , è costituito di atomi intervallati dal vuoto , i quali si muovono incessantemente . Da ciascun oggetto si staccano in continuazione quelli che gli atomisti chiamano "
eidolà" (immagini) : si tratta di emissioni atomiche che conservano la figurazione degli oggetti dai quali provengono.
Se il medio che queste emissioni attraversano , ossia l'aria , non è disturbato ed esse pervengono ai pori , vale a dire i condotti vuoti , presenti sulla superficie del nostro corpo , e attraverso di essi ai nostri organi di senso , si hanno le varie sensazioni della vista , dell'udito e così via . Ogni sensazione è quindi ricondotta a una forma di contatto degli eidolà con il nostro corpo . Prendiamo ad esempio l'olfatto : arrivano al nostro naso atomi di un fiore : noi lo sentiamo profumato non per il fatto che gli atomi abbiano già di per sè quell'odore , ma perchè con la loro forma mi stimolano il naso in modo tale da fiutare quell'odore .

Gli odori , i sapori , i colori , esistono in me che li provo , ma non nella realtà . Ogni sensazione ci fornisce quindi informazioni sulla configurazione e sui caratteri dell'oggetto corrispondente . Pure i sogni possono avere un contenuto informativo e trasmettere addirittura pensieri e sentimenti propri dell'individuo dal quale proviene il flusso di eidolà . Restano comunque inaccessibili ai sensi , sia nello stato di veglia , sia durante il sonno , i principi costitutivi del tutto , ossia gli atomi , nella loro singolarità , ed il vuoto . Alla conoscenza di essi si può pervenire soltanto andando oltre alla sensazione , ossia cercando la verità nel profondo , come dice Democrito , mediante l'intelletto . Solo questa è la conoscenza genuina . Dante nella Divina Commedia lo definisce "
colui che il mondo a caso pone " perchè la pensa come Aristotele : per loro la causa più importante era quella finale , il fine delle cose : Democrito sembra invece che non individui alcuna causa , è come se per lui le cose andassero a caso , senza uno scopo .

Democrito affronta anche il problema della formazione delle società umane e dei tratti che le caratterizzano . Alla base di questa formazione è quello stesso principio di aggregazione del simile con il simile , che valeva per gli atomi . Un elemento di distinzione tra animali e uomo , un pò come i sofisti , Democrito lo ravvisa nel processo delle tecniche . Ma Democrito fa leva ancora una volta sul principio della somiglianza per spiegare la genesi delle stesse tecniche : esse si costituiscono infatti a partire dall'imitazione delle attività animali . Per questo aspetto esiste dunque una certa continuità tra il piano della natura e quello della cultura e delle istituzioni umane . L'imposizione dei nomi alle cose è un'imposizione convenzionale .
Così la religione sembra essere un'invenzione umana , ma in questo caso dovuta all'iniziativa di pochi uomini sapienti . Non è difficile scorgere la parentela tra queste affermazioni e quelle sofistiche , anch'esse incentrate sul binomio
nomos-fusis . E' difficile a causa dei pochi suoi frammenti pervenutici comprendere profondamente la sua indagine etico-politica . Per un verso egli continua la tradizione dell'antica saggezza , compendiata in massime che devono dirigere il proprio comportamento verso se stessi e verso gli altri . Queste massime vertono anche sui mali e sui pericoli che affliggono la società , la discordia e la stasis , il conflitto civile . La legge secondo Democrito dovrebbe salvaguardare da questi mali . Egli mostra una decisa preferenza per la forma di governo democratica , contrapposta alla tirannide , come la libertà lo è alla schiavitù . Ma per un altro verso l'obiettivo della vita è riposto nella tranquillità dell'animo (l' "euthymìa") , immune da passioni eccessive ; il che comporta la necessità di non farsi coinvolgere troppo non solo nelle questioni private , ma neppure in quelle pubbliche . L'esercizio della virtù non è più legato in maniera determinante alla dimensione della politica : l'etica di Democrito sembra premiare lo studioso , colui che vive al di fuori della politica (un pò come era per Aristotele ) . Per Democrito non vi è un luogo privilegiato in cui si debba svolgere l'attività di studioso .

PROTAGORA

A partire dalla metà del V secolo a.c. diverse città della Grecia vengono attraversate da nuovi personaggi : i sofisti . Il termine "sofista" significa letteralmente " colui che fa professione del proprio sapere " . Molti sono i professionisti che mettono in vendita il loro sapere : gli artigiani o i medici , per esempio . Ma i sofisti sostenevano che il loro sapere fosse ben più importante rispetto a quello degli artigiani o dei medici : è il sapere che consente di prendere parte con successo alla vita pubblica della città , quando si accede alle magistrature . Tutto questo trova fondamento nel termine "
aretè " , la capacità di eccellere nella condotta pubblica e privata . In questo senso i sofisti si presentano come maestri di virtù . E' chiaro che questo sapere risulta importantissimo in contesti politici in cui le decisioni sono affidate alla totalità dei cittadini . Era dunque un sapere indispensabile soprattutto nelle democrazie . Ma il fatto che si facciano pagare molto, fa sì che i clienti dei sofisti siano soprattutto giovani di famiglie agiate ( Platone non potrà tollerare che essi facciano del sapere una materia vendibile e li definisce " cacciatori di giovani ricchi " : certo per Platone la vita era più facile , visto che era ricco di famiglia e non aveva bisogno di farsi pagare per insegnare ) .

Tra i sofisti spicca la figura di PROTAGORA : egli nacque ad Abdera , in Tracia , verso il 480 a.c. , svolse la sua attività di insegnamento itinerando per le città , soggiornando più volte ad Atene . Nel 444 Pericle diede avvio alla fondazione della colonia panellenica di Turii , in Italia meridionale e Protagora prese parte al progetto di legislazione della città . Nel 411 diede pubblica lettura ad Atene del suo scritto " Sugli dei " e fu accusato di empietà e dovette così lasciare la città . La tradizione vuole che Protagora sia morto in un naufragio .

All'attività orale di insegnante Protagora affiancò l'insegnamento mediante lo scritto ; egli non fu autore di un'unica opera , ma di parecchie : "Discorsi demolitori" , "Le antilogie" , "Sull'essere" e scrisse pure a riguardo dei saperi tecnici . Protagora è passato alla storia per la sua celebre affermazione : " L'uomo è misura di tutte le cose , di quelle che sono in quanto sono , e di quelle che non sono in quanto non sono " . E' difficile comprendere fino in fondo che cosa intendesse Protagora con " uomo " , ma è probabile che non si riferisse alla razza umana , bensì al singolo uomo . Con questa frase si sottolinea l'assoluta relatività della verità : si fa notare che ciascuno vede le cose alla sua maniera e in modo diverso rispetto agli altri ; se io dico che una bevanda è dolce ed un altro dice che è amara chi ha ragione dei due ? Bisognerebbe avere un parametro che dice la verità , se è dolce o amara , il che è impossibile . Se io la sento dolce e un altro la sente amara , l'unica cosa da fare è chiedere il parere ad un terzo , ma non vi è mai un vero paragone con la cosa in questione .

Per Protagora non si può trovare una verità assoluta : non si può stabilire se la bevanda è davvero dolce o se è amara : per me è amara , e per l'altro è dolce : o meglio , per chi la sente dolce è dolce , per chi la sente amara è amara : la verità è soggettiva . Non posso negare che sia amara a chi la sente amara solo perchè io la sento dolce : non c'è una verità generale : ognuno la vede a proprio modo . Non si possono cogliere le cose come realmente sono , ma solo come appaiono all'uomo , come riesce a percepirle . Però si fa notare che non tutte le affermazioni sono uguali : si distinguono sul piano pratico : se , nel caso della bibita , non posso stabilire se è dolce o amara , tuttavia posso affermare che il dolce è meglio dell'amaro .

Ma Protagora non restringe il significato di misura alla sola dimensione dell'esperienza percettiva delle cose . L'esperienza personale di ciascun individuo è più ampia delle singole sensazioni ; essa non riguarda soltanto l'istante in cui avviene la singola percezione , bensì l'intera vita dell'individuo . In questo quadro si comprende meglio la portata dell'altra celebre affermazione di Protagora : "Riguardo agli dei , non ho la possibilità di accertare nè che sono , nè che non sono , opponendosi a ciò molte cose : l'oscurità dell'argomento e la brevità della vita umana " . Di talune cose , dunque , come per esempio gli dei , non si ha esperienza personale diretta (com'era invece nel caso della bevanda ) . Di queste cose non si può dire che l'uomo sia misura . L'esperienza personale , d'altronde , differenzia gli individui tra loro , anche per le diverse situazioni ambientali , culturali e politiche nelle quali essi vivono . In questa prospettiva si inquadra in modo centrale la collocazione dell'individuo nella città . La città è interpretata da Protagora come complesso apparato educativo , il quale mira a garantire la conservazione della città stessa mediante la trasmissione dei valori che ne sono alla base .
Non potendo più disporre degli dei come termine di differenziazione per caratterizzare l'uomo (infatti ha detto di non conoscere come gli dei siano ), Protagora individua questa differenziazione rispetto agli animali . Egli riconosce un'inferiorità dell'uomo rispetto alla specie animale per quanto riguarda le doti naturali , ma ravvisa nelle tecniche lo strumento che ha consentito all'uomo di capovolgere questa situazione svantaggiosa di partenza . Ma Protagora colloca al di sopra delle varie tecniche agricole e artigianali la tecnica politica , che è prerogativa di tutti i membri di una comunità . E' appunto la tecnica politica , ossia l'insieme di giustizia e di rispetto degli altri , che la città provvede a trasmettere , prima con l'insegnamento e poi con le leggi , a tutti i suoi membri a partire dall'infanzia . Ma se il veicolo fondamentale per la trasmissione dell'insegnamento etico - politico è la città , resta ancora spazio per l'insegnamento del sofista? Il fatto che individui diversi abbiano esperienze personali diverse non implica che essi debbano per forza sempre divergere nelle loro opinioni su certe cose .

Protagora non assume una posizione solisistica , non rinchiude ogni individuo in se stesso , in una sfera di incomunicabilità con gli altri . Egli ritiene invece che sussistano spazi di accordo possibile tra gli individui . Qui il sofista può innestare la sua opera , contribuendo all'azione educativa della città . Lo strumento principale con cui lavora il sofista è il linguaggio , che può avere efficacia persuasiva facendo appello alle esperienze personali dei singoli e contrapponendo non vero e falso , ma utile e dannoso sia per il singolo sia per la comunità . Protagora afferma che " intorno ad ogni oggetto ci sono due ragionamenti contrapposti" . Questa contrapposizione non sta a significare che uno di essi sia vero e l'altro falso , in quanto ogni discorso non è che la formulazione dell'esperienza personale di ciascuno , la quale (per il relativismo assoluto) è sempre vera .

Ma sul piano dei valori , che sono alla base di una città , i due discorsi non si equivalgono : in ultima istanza è la comunità che decide su quanto è giusto e su quanto è dannoso . Il sofista insegna ad usare il linguaggio in modo conforme ed utile alle esigenze della città , per esempio nell'assumere decisioni collettive , dove può anche essere importante " render più forte l'argomento più debole " . In questa prospettiva Protagora innesta la sua opera di specialista , analoga a quella del medico o dell'artigiano , e procede alla distinzione di vari tipi di discorsi , studiando le loro proprietà , i generi dei nomi , i tempi verbali ... Il linguaggio cessa di essere uno strumento usato inconsapevolmente e diventa esso stesso oggetto di indagine e d'insegnamento: il celebre motto dei sofisti , non a caso , era : " la parola può tutto " .

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