CAPITOLO 12
Lumi a ovest - Buio pesto a est. (A.D. 1700-1788)
L'Europa del Settecento - Le guerre di successione - Guerra santa nei Balcani
La "Santa Russia" - La laica America - La "mistica" India - L'Estremo Oriente
Verso la Rivoluzione.

I
L'Europa del Settecento

Il Settecento è spesso definito il "Secolo dei lumi", ma questo non vuol dire, che prima di allora, in Europa, regnavano solo "le tenebre dell'ignoranza".
Il risveglio della scienza era iniziato più di due secoli prima con Leonardo, e poi con Galileo.
Nel Settecento però nacquero la teoria della gravità di Newton, la macchina a Vapore di Watt, la pila di Volta, perfino la prima macchina volante: la mongolfiera!
C'erano tutte le premesse per la rivoluzione industriale del secolo successivo.
L'"Illuminismo" settecentesco fu un movimento molto complesso, che investì tutti i campi del sapere, e soprattutto, la politica.
L'alfiere dell'Illuminismo fu Voltaire che nel 1729 pubblicò le sue famose lettere, che dettarono lo scompiglio in tutto il modo accademico… e non solo!
Il Parlamento di Parigi ordinò subito di bruciarle pubblicamente perché:

"scandalose, contrarie alla religione, alla morale, al rispetto per l'autorità".

Contrarie al rispetto dell'autorità lo erano di sicuro. E ancora di più alla religione!
Era negato non solo il diritto divino dei re, ma anche ogni fondamento filosofico laico dell'assolutismo monarchico.
Voltaire aveva cominciato con alcuni libelli satirici: per questo era finito addirittura alla Bastiglia!
Poi era stato in Inghilterra, e aveva costatato, (e apprezzato) la libertà di pensiero che l'Inghilterra offriva agli uomini di cultura.
Voltaire aveva studiato anche la nascente democrazia parlamentare inglese, ma lui aspirava ad un regime ancora più liberale.
Nel 1763 Voltaire pubblicò anche il " Trattato sulla tolleranza" in cui prese posizione contro l'intolleranza e i fanatismo religioso.
In realtà Voltaire fu il primo degli "integralisti laici" dell'età moderna, arrivando ad affermare che una religione, come quella cristiana, impediva addirittura all'uomo di servirsi della propria ragione.
In altre parole: chi è religioso…è un deficiente!
Bell'esempio di tolleranza!
Voltaire si fece sempre beffe delle religioni organizzate, da lui giudicate tutte come "superstizioni".
Il letterato era odiato da tantissimi, ma molto apprezzato in quell'ambiente esclusivo d’intellettuali che tanti guardavano (e guardano!) con rispetto (e invidia!).
Voltaire ricevette attestati di stima anche da sovrani assoluti come Maria Teresa d’Austria, Federico di Prussia e Caterina di Russia. Molti sovrani amarono chiamarsi "illuministi" convinti di poter fare delle riforme liberali conservando immutata la propria autorità…

Nell'Europa cristiana il sentimento religioso (ora apertamente irriso da nobili e intellettuali) era ormai in netto declino.
I papi trovavano ben poco credito, nelle corti, e tutti i re volevano mantenere uno stretto controllo sulla Chiesa del proprio paese, e facevano i primi passi per la laicizzazione dello stato.
Non a caso proprio nel XVIII secolo fu soppresso quella che era stata l'arma della Controriforma: l'Ordine dei Gesuiti.
I sovrani cattolici europei li espulsero tutti, uno dopo l'altro, per vari motivi:
I Portoghesi li accusarono di avere preso posizione a favore degli indiani in Brasile.
Gli Spagnoli non accettavano la loro opera nelle "Reductiones" del Paraguay.
Dominicani e Francescani li accusavano per i "riti cinesi".
Tutti erano maldisposti verso i gesuiti, per il loro eccessivo potere, e per la loro ingerenza nella politica.
Soprattutto, nell'"età della ragione", gli "integralisti cattolici" erano "fuori moda".
Nel 1774, l’Ordine dei Gesuiti fu soppresso (ma rinascerà nel secolo successivo!).
Nel 1717 nacque invece quella discussa organizzazione segreta che ancora oggi si fa chiamare Massoneria, che si diffuse in fretta tra politici e intellettuali.
I loro membri erano tutti “integralisti laici” o, come si diceva un tempo “mangiapreti”
Nel 1738 il papa Clemente XI li condannò con una bolla: non credo che questo li abbia sconvolti più di tanto

Nel "Secolo dei lumi", in Europa, nessuno parlò di "guerre sante".
Le crociate erano "fuori moda"!
Di guerre "laiche" invece ce ne furono sante: Guerre di successione, Guerra di Nord, Guerra dei sette anni. I motivi erano i soliti: ricchezza e potere.
Carl von Clausewitz scriveva:

La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi.

Poco importano morti e feriti, e meno ancora, le ideologie, almeno fino alla fine del secolo.
Per gli europei anche i conflitti contro l'impero ottomano erano guerre come tutte le altre.
Per i mussulmani, invece, la guerra contro gli infedeli era sempre Jihad.
Per loro i "Lumi" non erano ancora arrivati. Gli islamici restavano ancora nelle" tenebre dell'ignoranza"…ma la maggior parte di loro preferiva queste "tenebre" al fuoco dell'inferno!
Sarebbero rimasti "al buio" ancora a lungo se (nel secolo successivo) le potenze europee (ormai più laiche che cristiane) non avessero deciso di "illuminarli" col fuoco dei loro cannoni!

II
Le guerre di successione

La prima guerra del XVIII secolo è stata la Guerra di Successione Spagnola.
Non è stata assolutamente una "guerra santa" ma non posso fare a mano di darne almeno qualche cenno, per gli effetti che avrà, negli eventi futuri.
Nel 1700, quando si aprì il testamento del re di Spagna Carlo II, i sovrani d'Europa ebbero la sorpresa che, l'unico erede al trono era Filippo di Borbone, nipote di Luigi XIV!
Il più stupito fu proprio il Re Sole, che da anni discuteva con gli Asburgo d'Austria su come spartirsi l'impero spagnolo. Lo sapeva anche Carlo II…e appunto per questo aveva preferito fare questo "regalo" a Filippo (e a suo nonno!), pur di salvare l'unità dell'impero spagnolo.
Luigi XIV esitò: forse avrebbe preferito annettere alla Francia solo alcuni domini spagnoli (il Belgio, la Lombardia, e qualche colonia americana), ma perché accontentarsi di una parte quando poteva avere tutto?
Infine il Re Sole convinse Filippo ad accettare il trono, promettendogli tutto il suo appoggio.
Luigi XIV arrivò a pronunciare, pubblicamente, la frase

"Non ci sono più Pirenei!"

Queste parole fecero sobbalzare le corti di tutta Europa. Veramente Luigi XVI aveva intenzione di lasciare a Filippo anche la corona di Francia?

Lo scenario della Guerra di Successione Spagnola fu subito chiaro: Francia e Spagna (ora alleate) contro il resto d'Europa (Austria, Inghilterra, Olanda, Prussia, la maggior parte degli stati tedeschi).
Alla coalizione antifrancese si unì all'ultimo momento (dopo un ennesimo voltafaccia), anche il duca Vittorio Amedeo di Savoia, che sperava di annettersi la Lombardia spagnola.

La guerra fu lunga e sanguinosa, e alla fine, per il Re Sole, fu una disfatta. Non solo la Francia non s’ingrandì, ma dovette restituire molti dei territori, al confine con la Germania, che Luigi XIV aveva occupato nelle tante guerre del secolo precedente.
Quando, nel 1715 il Re Sole morì il suo regno (dopo decenni di costosissime guerre) era quasi uguale a quello che aveva ricevuto dal suo padre Luigi XIII e dal suo tutore italiano Mazzarino.
A meno che non furono veramente Mazzarino il suo vero padre (come molti hanno malignato!)... ma questo nessun francese l'ammetterà mai!
L'unico vantaggio che ricavò Luigi XIV fu che il nipote Filippo rimase sul trono di Spagna, ma solo con l'impegno di mantenere separate le corone di Francia e di Spagna.
Quando il Re Sole morì, il trono di Francia andò ad un suo pronipote, un bambino di cinque anni che prese il nome di Luigi XV.

Vittorio Amedeo di Savoia non occupò Milano, ma divenne re!
All'inizio fu nominato re di Sicilia, ma poi fu costretto a scambiarla con la Sardegna.
Un "regno di sassi" ma pur sempre un regno!
Vittorio Amedeo, forse, non avrebbe avuto né Sardegna né Piemonte, se non fosse stato per il sacrificio di un oscuro soldato di nome Pietro Micca.
Nel 1706, dopo il disinvolto cambio d’alleanze di Vittorio Amedeo, i francesi avevano invaso il Piemonte e assediato Torino. L'esercito francese stava per entrare in città, da una galleria della fortezza. Pietro Micca si fece saltare in aria, insieme ai francesi e alla galleria.
Primo esempio di "kamikaze" in una guerra tutt'altro che santa!
Non sappiamo i motivi del suo gesto: patriottismo? Devozione al suo duca? Un momento d’euforia? In ogni caso salvò dai Francesi la futura capitale d'Italia!

Carlo d'Asburgo non divenne re di Spagna (come pretendeva, in quanto parente degli Asburgo spagnoli) solo perché durante la guerra era diventato Imperatore, col nome di Carlo VI.
I suoi alleati (Inghilterra, Olanda, Prussia) non potevano certo permettere che Carlo VI si trovasse a dominare gli stessi territori che aveva il suo progenitore Carlo V!
In compenso gli Asburgo d'Austria ebbero parte dei possedimenti spagnoli: Belgio, Lombardia, e per breve tempo, anche l'Italia meridionale (che poi diventerà un regno indipendente sotto Carlo di Borbone). .
I conflitti che seguirono che seguirono (Guerre di Successione Polacca e Austriaca) modificarono leggermente i confini in Italia e Germania (ingrandimento del Piemonte, e soprattutto, della Prussia), ma non apportarono grandi cambiamenti agli equilibri in Europa.
Intanto però la guerra contro l'Impero Ottomano era ripresa.


III
Guerra santa nei Balcani


Nel 1714 l'Austria, ringalluzzita dai successi della guerra di successione spagnola pensò di potere completare il regolamento di conti con l’impero ottomano.
Gli Asburgo convinsero ad entrare in guerra anche Venezia, ma, per la Repubblica di San Marco quest’alleanza fu un pessimo affare.
Forse Venezia contava sul fatto che l’impero ottomano fosse ormai in rovina… forse sperava che i greci avrebbero combattuto compatti a fianco dei Veneziani…
In ogni caso la guerra dimostrò che la potenza militare turca era ancora temibile,, e in ogni caso la decadente repubblica di San Marco non era in grado di affrontarla.
I turchi rioccuparono rapidamente Atene, Corinto, e tutto il Peloponneso. Tentarono perfino di occupare Corfu!
I greci non seppero (o non vollero) aiutare i veneziani. Presto se ne pentirono amaramente!
I turchi erano (relativamente) tolleranti, solo se i cristiani rimanevano sottomessi…ma al minimo accenno di ribellione non avevano pietà!
Questo breve intermezzo di dominio Veneziano servì forse ai greci per prendere coscienza della propria identità nazionale e religiosa.
Adesso i greci sapevano che i turchi potevano essere sconfitti…ma ci sarebbe voluto un altro secolo, prima gli ottomani fossero scacciati dall’Ellade.
I veneziani riuscirono a stento a salvare Corfu, e le altre Isole Ionie: comprese Itaca (la patria del mitico Ulisse) e Zacinto (la patria del poeta Ugo Foscolo).
Nella pace di Passarowitz (1718) Venezia rinunciò definitivamente alla Morea.
Da allora la Repubblica di San Marco si guardò bene da partecipare ad altre guerre (sante e non!), fino a quando il governo dei dogi fu travolto dalle truppe di Napoleone (1796).

Il turista che oggi si fa portare nei canali in gondola, non pensa alla grande potenza commerciale che Venezia era fino al 1500.
Nessuno pensa più al doge Enrico Dandolo, promotore di quella che ho chiamato “la Crociata della vergogna”, o meglio la “Quarta crociata S.p.A”.
Pochi ricordano ancora il comandante veneziano Marcantonio Bragadin, scorticato vivo dai turchi a Cipro, o le galeazze veneziane della battaglia di Lepanto.
Tutti invece pensano alla Venezia decadente e spensierata delle commedie di Goldoni, alle grandi feste di Carnevale, e soprattutto alle “Memorie” di Giacomo Casanova.
Casanova è oggi il veneziano più famoso, in Italia e all’estero: le sue “imprese” fanno pensare al motto “Non fate la guerra! Fate l’amore!” che sarà lo slogan dei “figli dei fiori” del XX secolo.
Quando Casanova pubblicò le sue memorie era vecchio e stanco.
Stava per morire anche la Repubblica di San Marco, che lasciava in tanti più di un rimpianto.

La guerra con i Turchi, agli Austriaci andò meglio, almeno all’inizio.
Le truppe di Eugenio di Savoia, affiancate dai Serbi delle Kraine, sconfissero ripetutamente gli ottomani.
Nella pace di Passarowitz furono assegnate agli Asburgo vaste zone della Serbia e della Bosnia…ma non per molto...
Gli austriaci non erano in grado di amministrare con giustizia quello che era ormai un impero multinazionale.
Ci furono rivolte di serbi, boemi, e soprattutto di ungheresi.
Poi ci fu la “Guerra di Successione Polacca (1733-1738) che impegnò le truppe migliori austriache in Italia e in Germania….
Con il trattato di Belgrado, del 1739, gli austriaci dovettero rinunciare ai territori a sud della Sava e del Danubio.
Il confine tra Impero asburgico e impero ottomano rimase inalterato per più di cent’anni, a dispetto dei Serbi delle Kraine, che dovettero aspettare ancora a lungo la loro rivincita!


IV
La "Santa Russia"

Fino adesso, in queste pagine, ho solo accennato marginalmente alla Russia.
Nel Medio Evo i Russi erano stati convertiti alla religione cristiana, dai preti ortodossi.
Dopo la caduta di Costantinopoli, la Russia era rimasta l’unico stato di religione ortodossa ancora indipendente, e quindi poteva proclamarsi come unico erede della civiltà bizantina.
La vocazione dei Russi a rappresentare tutti i popoli ortodossi non si manifestò subito.
Da Gengis Khan in poi Russi combatterono soprattutto contro i Mongoli. Dopo secoli di lotta i russi non solo guadagnarono l'indipendenza, ma si espansero in Asia, fino a raggiungere (alla fine del XVII secolo) le frontiere della Cina
In Europa i nemici principali dei russi furono i polacchi, che avevano occupato gran parte dell’Ucraina. Proprio in opposizione agli odiati polacchi cattolici i Russi erano riusciti a convincere i “fratelli ucraini” ad accettare la supremazia del patriarca di Mosca.
I Russi cominciarono a combattere con successo gli Ottomani solo alla fine del secolo XVII.
Dopo la conquista di Azov (nel 1699) i Russi avrebbero potuto proseguire la conquista delle coste del Mar Nero. Uno sconsiderato tentativo d’invasione del re di Svezia Carlo XII (luterano) costrinse lo zar Pietro I a spostare le truppe russe verso nord. Nella guerra contro svedesi e turchi (alleati!) i Russi persero Azov, ma conquistarono i territori delle attuali repubbliche d’Estonia e Lettonia.

I confini degli stati in Europa Orientale non cambiarono fino al 1773, quando Austria, Russia e Prussia si misero d’accordo per la "prima spartizione della Polonia".
Allora in Russia era al potere una zarina: la "Grande Caterina".
Molti intellettuali e religiosi europei gridarono allo scandalo.
Come potevano, i re della terra, dividersi le terre, senza tenere in nessun conto i desideri dei popoli che le abitavano?
Giusto! Ma questo è vero dopo ogni guerra…santa o no!
Protestarono soprattutto i francesi (che non avevano potuto prendere parte al banchetto!) ma anche loro dovettero accettare il destino della disgraziata Polonia, colpevole solo di essere un vaso di coccio tra vasi di ferro.
La spartizione dei territori polacchi fu completata nel 1799, ma allora la maggior parte degli Europei (distratti dalla Rivoluzione Francese) non ci fece neanche caso.

Consolidati i confini ad ovest, i russi ripresero la loro espansione verso sud, stavolta spacciandola per "guerra santa".
Dopo avere ripreso Azov i Russi attaccarono in forza gli ottomani e allestirono una flotta sul Mar Nero, cogliendo le prime vittorie navali contro i turchi…
Nel 1783 i Russi erano padroni di tutta l'attuale costa ucraina, compresa la Crimea.
Già guardavano alla Russia i romeni ortodossi della Moldavia e della Valacchia (principati semi-indipendenti all’interno dell'Impero ottomano).
Presto anche gli altri popoli dei balcani avrebbero accettato la "Santa Russia" come loro protettrice…

Nella loro espansione verso Sud, i russi arrivarono anche nella regione (tristemente famosa) che oggi si chiama Cecenia.
I russi intervennero nel 1770, chiamati dalla popolazione cristiana, della Cecenia occidentale (oggi Inguscezia) contro i vicini mussulmani. Poi finirono per sottomettere anche la Cecenia mussulmana, incontrando, già allora, molte resistenze da parte dei mussulmani, che invocarono la Jihad.
Il capo della rivolta fu predicatore musulmano Mansur Ushurma che cercò di spingere contro la Russia cristiana tutti i poli mussulmani del Caucaso.
La rivolta fu repressa, ma l'odio per i russi è rimasto a covare sotto la cenere, fino ai giorni nostri.

Vale la pena di far notare che, questa politica espansionista russa ("integralista ortodossa") è stata portata avanti proprio dalla "Grande Caterina" tedesca (e protestante) di nascita.
La zarina era anche simpatizzante dell’idea illuminista (cioè laica!), e la sua vita privata non è stata esattamente esemplare (le attribuiscono almeno 21 "favoriti"!).
Insomma Caterina non era esattamente la persona più adatta a guidare una “guerra santa”...ma forse non poteva essere diversamente, nelle guerre "pochissimo sante" del secolo XVIII!

V
La laica America

"Quando, nel corso degli umani eventi, si rende necessario a un popolo sciogliere i vincoli politici che lo avevano legato a un altro e assumere tra le potenze della terra quel posto distinto e uguale cui ha diritto per legge naturale e divina… "

Così inizia la "Dichiarazione di Indipendenza" di Thomas Jefferson, approvata dai rappresentanti delle 13 colonie americane il 4 luglio 1776 (Independence Day!).
Molto ci sarebbe da scrivere sul "corso degli umani eventi" che portarono gli Americani a "sciogliere i vincoli" con l'Inghilterra, ma questi eventi hanno poco o nulla a che fare con la religione.
Per tutta la prima metà del Settecento i coloni americani avevano combattuto a fianco degli inglesi contro i Francesi, e gli indiani.
Nel 1700 i Francesi avevano anche fondato una colonia alla foce del Mississipi, che, in onore di Luigi XIV, avevano chiamato Louisiana. Poi i francesi avevano risalito il Mississipi, da New Orleans a St. Louis, fino a raggiungere la zona dei grandi laghi.
L'obiettivo della Francia era, evidentemente l'unione della Louisiana al Canadà, circondando le colonie anglo-americane…
Successe esattamente il contrario.
Durante la Guerra dei Sette Anni (dal 1756 al 1763) mentre Federico di Prussia sbaragliava Austriaci e Francesi in Germania, i suoi alleati inglesi sconfissero più volte i francesi, fino a conquistare l'intero Canadà.
Per l'Inghilterra doveva essere il trionfo…e invece il "corso degli umani eventi" trasformò i coloni anglo-americani (in pochi anni!), da sudditi leali, in acerrimi nemici della madre patria.
Già nel 1776 gli americani rivendicarono il loro posto tra "le potenze della terra"… anche se Thomas Jefferson non poteva certo immaginare quale potenza la nuova nazione americana sarebbe diventata.
La Dichiarazione d'indipendenza diceva anche che:

"tutti gli uomini sono stati creati uguali, … dotati dal loro Creatore di taluni inalienabili diritti, … la vita, la libertà, la ricerca della felicità".

Proprio tutti? Certo, ma alcuni uomini sono sempre "più uguali"di altri!
Non erano uomini anche gli "indiani"? E gli schiavi negri?
Molti erano i riferimenti di Jefferson al "Creatore", ma in modo sfumato: forse per non rischiare di urtare nessuna delle tante sette protestanti a cui aderivano gli americani: anglicani, puritani, battisti, quaccheri, senza contare i cattolici del Maryland!
Anche nelle nuove banconote da un dollaro fu poi aggiunto il motto "In God we trust".
I maligni diranno poi che c'é un errore di stampa. Il motto giusto sarebbe stato "In Gold we trust"!
In realtà l'unico motivo di quella della Guerra d’Indipendenza Americana, fu proprio il denaro.
Altro che Guerra Santa!
Gli americani erano semplicemente stufi di pagare le tasse per finanziare il re di un paese lontano, che non sentivano più come il loro.
Il re d'Inghilterra allora era Giorgio III di Hannover, tedesco di nascita e cultura, solo lontanamente imparentato con gli Stuart. Il Parlamento Inglese aveva preferito dare la corona ad uno straniero protestante, invece che ad un discendente cattolico dell'ultimo re Stuart. Anche "Nel secolo dei Lumi" i pregiudizi contro i "papisti" restavano!
Oggi alcuni storici inglesi e americani cercano di dare all'intransigenza del re la colpa della lunga guerra "tra popoli fratelli".
In realtà re Giorgio, appunto perché straniero, non osava prendere nessuna decisione contraria ai voleri del Parlamento, e la maggior parte dei parlamentari inglesi rifiutarono di dare alle colonie americane una completa "autonomia fiscale".
Perché prendersi la pena (e le enormi spese!) di fondare colonie in altri continenti, se poi i coloni vogliono tenersi tutti gli utili?
A fare iniziare la rivolta degli americani fu un'ennesima tassa sul tè…
Il re rifiutò di abrogarla, ma anche se l'avesse fatto la Guerra d'Indipendenza Americana ci sarebbe stata lo stesso!.
Strana guerra dove:
• Gli "indiani" erano alleati agli inglesi : meglio loro che i coloni!
• Gli americani (protestanti e "liberali") combattevano accanto agli ex nemici francesi (cattolici e "assolutisti").
• I franco-canadesi (cattolici) erano rimasti neutrali: molti pensavano che gli anglicani inglesi erano meglio dei puritani fanatici del Massachussets!

Guerra pochissimo santa…ma i capi dei contendenti, invece di parlare di tasse e profitti, preferivano usare parole come libertà, lealtà, patria.

"Mi dispiace di avere una sola vita da dare alla patria!"

Parole di un "ribelle" che tutti gli studenti americani sanno a memoria.
I più smaliziati, oggi, aggiungono che sicuramente "gli dispiaceva"…ma fu impiccato lo stesso!
Il grande "eroe" della Guerra d'Indipendenza, il generale (e futuro presidente) Giorgio Washington, ora sta sulle banconote da un dollaro…
Sempre il dollaro!

Le battaglie della Guerra d'Indipendenza Americana non saranno descritte in questo libro.
Esiste già un'ampia letteratura su quest’argomento, e un'infinità di siti su Internet.
Aggiungerò solo che i coloni americani erano ampiamente più motivati delle "giubbe rosse" inglesi, e fu questo a fare la differenza!
In ogni caso nessuno cercò di spacciare quella guerra come "santa".
Del resto nessun americano ha mai pensato di combattere per motivi diversi dall'orgoglio nazionale, almeno fino all'11 Settembre 2001!

Il trattato di pace tra l'Inghilterra e le sue, (ormai) ex-colonie fu firmata a Parigi nel 1782.
L'anno successivo l'Inghilterra fece pace anche con Francia e Spagna restituendo loro parte delle terre conquistate nella guerra dei sette anni.
Gli Spagnoli non riebbero Gibilterra (non la riavranno mai più!) ma ripresero la Florida.
I Francesi non recuperarono il Canadà (che rimase all'Inghilterra), ma conservarono la Louisiana.
A Parigi tornarono anche i soldati del marchese La Fayette, che avevano combattuto con gli americani.
Portarono appresso trofei di guerra…e tante "idee pericolose": almeno per il regime assolutista di Luigi XV!

VI
La "mistica" India

All'Inizio del Settecento l'Impero mussulmano dei Mogol era in piena crisi.
Le cause furono le debolezze degli ultimi sovrani, ma soprattutto la loro ostinazione a gestire l'impero come se fosse uno stato interamente mussulmano.
Gli Indù erano appena tollerati, ma questa "tolleranza" non impedì all'imperatore Aurangzeb di distruggere molti templi indù.
Aurangzeb era un mussulmano "devoto". Secondo la sua interpretazione del Corano anche la musica era proibita…ma non, evidentemente, le lotte (letteralmente) fratricide che lo portarono al trono, a danno dei fratelli maggiori.
Aurangzeb fu l'ultimo dei grandi imperatori Mogol. Regnò per più di 50 anni, e morì nel 1707 (a 90 anni) pianto da tutti i mussulmani devoti…ma non dai suoi sudditi indù, che erano la maggioranza!

La religione induista é più antica dell'Islam, del Cristianesimo, e anche del Buddismo.
Per i mussulmani, gli indù sono "idolatri": peggio dei cristiani e degli ebrei!
Il sistema sociale indù con la divisione delle caste non era in nessun modo compatibile con lo stato islamico. I non mussulmani avevano (come sempre!) solo due possibilità: convertirsi o sottomettersi.
Molti si convertirono all'Islam.
Moltissimi altri mantennero la loro religione arrendendosi al "karma" avverso con mistica rassegnazione, fino a quando cominciò ad affermarsi lo stato indù dei Maratha.

Dopo la morte del primo raja, Shivaji, i Maratha s’ingrandirono fino a diventare un impero.
I Maratha facevano appello alle antiche tradizioni indù, dalla divisione in caste al rispetto delle vacche sacre.
Che cosa avrà indotto i miti indiani a ribellarsi, fino a diventare "integralisti indù"?
Si sa che l'intolleranza chiama intolleranza: anche i cristiani, secoli prima, avevano reagito alla Jihad con le crociate…
I Maratha combatterono i Mogol in nome di Brama e Visnù…e vinsero!
Nel 1738 arrivarono addirittura alle porte di Dehli, costringendo i Mogol a cedere la provincia di Malwa. L'impero Mogol era, ormai, a pezzi, e i Maratha si erano fatta la fama d’invincibili.
Nel 1739, Dehli fu attaccata di nuovo, stavolta dai Persiani (mussulmani, anche se sciiti).
In Persia era salito al potere Nadir, un pastore del Korassan.
Dopo la caduta della Dinastia dei Safawidi il paese era stato invaso dagli afgani, e poi dai turchi ottomani. Lo Shah Nadir non solo sconfisse tutti i suoi nemici ma volle attaccare anche l'India.
Guerra santa?
Non so se i persiani consideravano gli indiani "infedeli", ma Dehli fu saccheggiata, e fu un massacro.
Nel 1757 Dehli subì un altro saccheggio da parte dei mussulmani. Questa volta furono gli afgani, guidati da Ahmad Shah Abdali, che occuparono il nord dell'odierno Pakistan.
I Moghol (mussulmani) chiesero aiuto proprio agli (ex) nemici Maratha.
A chiedere l'aiuto dei Maratha fu anche la piccola, ma agguerrita, comunità Sikh, nata intorno al 1550. I Sikh avevano molte credenze in comune con i mussulmani ( un unico dio) e gli indù (credenza nella trasmigrazione delle anime), ma erano detestati dagli uni e dagli altri…
Come nelle crociate anche qui troviamo un'altra "alleanza trasversale".

All'epoca i Maratha erano comandati non da un re ma da un "Peshwa", carica corrispondente a quella europea di "Primo ministro" (o forse, a quella giapponese "Shogun").
Per il Peshwa sembrò l'occasione di prendere il controllo di tutta l'India, come capo di una coalizione, contro l’invasore, di tutti gli indiani: induisti, Sikh, e anche mussulmani.
Nel 1761 il Peshwa mosse contro gli Afgani e li affrontò nella battaglia di Panipat.
Nell’esercito dei Maratha c’erano anche delle divisioni mussulmane: erano state messe nelle retrovie, perché i Maratha non si fidavano di loro. Avevano ragione!
Gli afgani avevano invocato la Jihad, ed i mussulmani indiani erano più sensibili al richiamo della religione che a quello di una patria (che allora non c’era!).
Nel momento cruciale della battaglia i soldati mussulmani si ribellarono ai Maratha, e la battaglia volse rapidamente dalla parte degli Afgani…
Per i Maratha Panipat fu più una disfatta. Durante la fuga lasciarono nelle mani degli afgani anche le loro donne e i loro bambini, che furono uccisi, o fatti schiavi.
I Moghul fecero poi pace con gli afgani, e riuscirono a salvare il trono, per il momento.
I Maratha non si ripresero più…il loro stato si divise in cinque regni, e non furono più in grado di affrontare con successo né i mussulmani né, tanto meno, il nascente impero inglese…

***
Nel 1708 era nata la "Compagnia delle Indie"che amministrò i sempre più estesi domini inglesi in India, per più di 150 anni.
La Compagnia aveva, all'inizio, "soltanto" il monopolio del commercio con l'India.
I profitti erano immensi, e, per garantirli, gli inglesi furono chiamati a campagne militari che portarono a costituire basi sempre più numerose, ed ad istituire dei veri e propri protettorati, su molti regni indiani.
La "Compagnia delle Indie" guardava solo al profitto. Nessuno si poteva muovere all'interno dell'India senza il suo permesso: nemmeno i missionari anglicani!
L'esercito inglese cominciò ad ingrandirsi, arruolando reparti sempre più numerosi di "sepoy", soldati indiani che avevano imparato l'uso delle armi moderne, e, soprattutto, si erano adattati alla ferrea disciplina dell'esercito inglese.
Durante Guerre di successione gli inglesi combatterono i francesi anche in India, e riuscirono a cacciarli da tutti i loro possedimenti. Rimase francese solo la città di Pondicherry.
Alla fine del Settecento gli Inglesi erano padroni del Bengala, di Madras, di Benares, e anche del Malabar cristiano (dominato prima da Portoghesi e Olandesi): stava per nascere il "laicissimo" impero britannico!

VII
L'Estremo Oriente

L'Indonesia è, oggi, il più popoloso stato mussulmano del mondo.
Nel 1700 le isole dell'arcipelago erano divise in piccoli e grandi sultanati, prevalentemente di religione islamica.
L'Islam era arrivato, a Giava e Sumatra, intorno al 110, portato dai mercanti arabi, e si era diffuso pacificamente, non con la Jihad. Forse per questo, allora, i mussulmani dell'Estremo Oriente non erano particolarmente integralisti.
Nel 1500, con i Portoghesi, in Malesia e in Indonesia, arrivarono anche i missionari cristiani.
A Malacca soggiornò anche S. Francesco Saverio, ma poi le colonie Portoghesi a Malacca e a Giava furono occupate dagli olandesi.
Gli olandesi guardavano solo al profitto, e costituirono la "Compagnia delle Indie Orientali", organizzata in modo simile alla Compagnia delle Indie inglese.
Fino alla fine del XVIII secolo i possedimenti olandesi avevano un'estensione molto limitata, ma il potere economico della Compagnia delle Indie Orientali", era immenso.
I sudditi malesi e indonesiani del re d'Olanda rimasero mussulmani: la loro conversione avrebbe perfino potuto intralciare gli affari della Compagnia!

***

In Cina, nel XVIII secolo, la dinastia Ching mantenne stabilmente il "Mandato del Cielo". Il Celeste Impero raggiunse la sua massima estensione, comprendendo anche Tibet e Mongolia.
Per tutto il secolo, gli Europei, per la Cina, furono solo un modesto fastidio.
I più pericolosi erano i russi della Siberia; ma gli zar, allora, erano più interessati ad espandersi intorno al Mar Baltico e al Mar Nero.
Anche Inglesi e Francesi (che si combattevano tra loro in tutti i continenti) s’impegnarono poco in Cina, limitandosi a rafforzare le loro missioni commerciali. Costruirono anche qualche chiesa, ma più che altro per motivi di prestigio.
I Portoghesi, a Macao, pensavano solo a fare affari, senza pensare più alla diffusione del cristianesimo.
I "riti cinesi", dopo infinite discussioni, erano stati proibiti. Dopo che anche la Compagnia di Gesù fu sciolta nessuno tentò più la diffusione di un cristianesimo più vicino alla cultura cinese.
Rimasero cristiani solo i cinesi che avevano rapporti con l'Occidente. Molti poveri, che vivevano degli aiuti delle missioni, erano spesso chiamati, ironicamente, "cristiani del riso".
Nel secolo successivo il loro numero era destinato ad aumentare…

***

Intanto gli Europei avevano "scoperto" un altro continente: l'Australia.
Già nel XVII secolo l'olandese Tasman aveva visitato le coste d’Australia, Nuova Zelanda, e Tasmania (l'isola che porta il suo nome). Queste terre, apparentemente poco ospitali, non destarono molto interesse negli olandesi.
Più lungimiranti furono gli inglesi che, nel 1786, cominciarono a mandare coloni in Australia.
I primi "coloni" furono gli indesiderati: criminali comuni, ma anche dissidenti politici e religiosi, come gli eterni ribelli irlandesi.
L'Australia era già abitata, ma gli aborigeni erano ancora più arretrati degli indiani americani, e per giunta meno aggressivi.
La guerra con loro (tutt'altro che santa!) era fin troppo facile!

VIII
Verso la Rivoluzione

Nel 1778 morirono i personaggi più importanti dell'Illuminismo: Voltaire e Rousseau.
Raccontano che quando Voltaire fu in punto di morte un oscuro abate volle venire a confessarlo.
Dicono che tra Voltaire e il prete ci sia stato questo scambio di battute:

Chi vi manda, signor abate?
Dio stesso!
Sta bene signore…e dove sono le vostre credenziali?

Sembra però che Voltaire abbia poi chiesto di confessarsi, ad un altro abate di suo gradimento.
Il prete pretese che lui "si pentisse" e facesse, per iscritto, una professione di fede cattolica.
Voltaire rifiutò: forse, in punto di morte, si sentiva di nuovo cristiano…ma a modo suo!
A Voltaire fu negato un funerale cattolico, ma i suoi amici lo portarono fuori Parigi, dove trovarono un prete disposto a seppellirlo in terra consacrata.
Questo episodio dimostra che Voltaire ha conservato fino all'ultimo prontezza di spirito, e senso dell'umorismo, ma fa anche riflettere sullo strano comportamento di Voltaire (e dei suoi amici), tipico di molti intellettuali "integralisti laici": sempre pronti a combattere (e deridere) la Chiesa…salvo poi pretendere che i suoi ministri si adeguino ai loro desideri (non si sa mai!).
In genere, alla fine, l'hanno vinta: da vivi e da morti!
Dopo la morte di Voltaire e di Rousseau, l'Illuminismo non morì ma iniziò a trasformarsi in un movimento più radicale, che portò poi alla Rivoluzione.
Il re di Francia Luigi XV avrebbe detto: "Dopo di me il diluvio!". Fu accontentato.
La Rivoluzione travolse tutte le nazioni europee, risparmiando solo l'impero ottomano, in decadenza, ma restio ad ogni tipo di riforma.
In Europa cominciarono a chiamarlo "l'uomo malato".
In realtà il "malato ottomano" visse ancora a lungo…soprattutto per merito dei tanti medici al suo capezzale. Erano le potenze europee che non riuscivano a mettersi d'accordo su come spartirsi la sua eredità!
Con la Rivoluzione Francese nacque, ad ovest, un nuovo tipo di guerra santa: quella tra integralisti laici" (o, come si diceva un tempo, "liberi pensatori") e chi invece alla religione credeva ancora.
Gli ideali Liberté…Egalité…Fraternité erano perfettamente compatibili con il Cristianesimo, ma molti pensarono il contrario…
I credenti d’idee liberali si trovarono spesso ad affrontare dei gravi problemi di coscienza, e furono costretti a schierarsi, da una parte o dall'altra, in una guerra che mai avrebbero voluto.
Una guerra che si combatte ancora!

CAPITOLO 13 >
Rivoluzione a ovest - Uomo malato a est (A.D. 1789-1856)
Rivoluzione e Controrivoluzione - Rivoluzione o oppressione?
Una crociata senza croce - Da un impero all’altro - Rivoluzione e Jihad
Imperialismo e Jihad - Patriottismo e Religione - La guerra di Crimea.

< INDICE

HOME PAGE STORIOLOGIA