ISLAM E CRISTIANESIMO
SHARI'AH la legge islamica
INTERPRETAZIONE

Prof. Giovanni De Sio Cesari
http://www.giovannidesio.it

Struttura:

INTRODUZIONE - CORANO E VANGELI - DIRITTO ROMANO e SHARI'HA
INTERPRETAZIONE DELLA SHARI'HA - INTERPRETI DELLA SHARI'HA


In Occidente crediamo che i principi della nostra legislazione finiranno con l'imporsi anche nei paesi mussulmani anzi giudichiamo il livello di civiltà di un paese mussulmano dalla adozione di principi occidentali e pensiamo che a Cabul le donne presto riporranno il burqa fra le curiosità del passato : specularmente in Afganistan si crede seriamente e vivamente che un giorno anche a Parigi e a New York le donne andranno velate.


INTERPRETAZIONE DELLA SHARI'AH

Le leggi della SHARI'AH possono apparire chiare ed inequivocabili. Tuttavia la loro effettiva , reale applicazione è tutto altro che semplice. Vediamone i motivi.

Le fonti della SHARI'AH sono oltre che al Corano e alle "hadith" (detti attribuiti al profeta,) la "Sunna" cioè il commento svolto nei secoli successivi dagli esperti. La Sunna non viene però accettata dagli Sciti che hanno un loro tradizione di commento

L'ìnsieme delle legislazione viene definita "Al fiqh" e a sua volta si divide in almeno quattro distinte scuole che secondo alcuni sono comunque complementari

Le norme sono molte e devono essere armonizzate, interpretate per essere effettivamente applicate. Anzi più le norme sono numerose più è problematica la loro effettiva applicazione. Nell' ordinamento giuridico italiano esistono un numero enorme di norme legislative ben specifiche e particolareggiate eppure gli avvocati sanno bene che nessuna causa è mai sicuramente vinta in partenza. E' sempre possibile che gli avvocati riescano a trarre fuori un eccezione procedurale, un cavillo, un'altra norma in contrasto. Si pensi per esempio alla occupazione delle scuole da parte degli studenti: teoricamente sarebbe un reato gravissimo passibile di pene severe: in effetti forze dell'ordine, magistratura e autorità scolastiche non intervengono effettivamente in quanto ormai il fatto è tollerato, sentito sostanzialmente come un momento di libera espressione politica e sociale.

Anche per la SHARI'AH abbiamo fatti simili.
Ad esempio è vero che vi è la condanna severissima per l'adulterio pero è anche vero che occorrono quattro testimoni oculari cosa che in effetti è pressocchè impossibile per cui alcuni interpreti vedono la norma più come un principio simbolico, teorico, che come una effettiva possibilità. Ad esempio Tariq Ramadan, docente di Islamistica all'università di Friburgo sostiene:

Certo, queste pene sono menzionate nei testi di riferimento, ma sono accompagnate da clausole di condizionalità che determinano la loro applicazione in modo molto preciso e rigoroso.... quattro testimoni devono aver visto le persone durante l'atto sessuale, in flagrante delitto, e testimoniare quindi quello che hanno visto. L'applicazione di queste pene è quasi impossibile tenuto conto delle condizioni che si devono riunire per farle rispettare. Tuttavia, ciò che sottolineano come insegnamento, è che la fornicazione e l'adulterio sono cose gravissime davanti a Dio, allo stesso modo che sul piano sociale. (Tariq Ramadan: Peut-on vivre avec l’ Islam ?)

Se viene previsto, il taglio della mano del ladro tuttavia viene anche ricordato un episodio:

....la minaccia che Omar aveva fatto ad un ricco che era venuto da lui per lamentarsi del suo impiegato che lo aveva derubato. Omar interrogò l'impiegato il quale affermò che il suo padrone non gli dava abbastanza per vivere e che egli si trovava dunque obbligato a rubare. Omar si voltò verso il datore di lavoro e lo minacciò di prendersela con lui anzichè col povero e di tagliargli entrambe le mani se non dava il necessario per vivere al suo impiegato. (Tariq Ramadan: Peut-on vivre avec l’ Islam?)

Pertanto il furto se fatto in stato di bisogno non deve essere punito almeno con una pena cosi grave e alla fine ogni furto poi viene fatto per bisogno.

La Gihad (guerra santa) puo essere intesa non come azione belliche ma come confronto culturale, ideologico, come pacifica propaganda religiosa:

Di fronte all'invasione culturale dell'Occidente ed al famoso "scontro" di civiltà, la maggior parte dei movimenti islamici non risponde con le armi e non pensa in termini di guerra armata. Per loro c'è ovviamente il jihad, ma questa resistenza passa attraverso la promozione dei loro valori, della loro identità, attraverso l'educazione, l'impegno sociale, l'iniziativa economica. Nel cuore delle nazioni soffocate dal peso della dittatura e del sottosviluppo, resistono lottando continuamente per il pluralismo, la libertà d'espressione e la solidarietà. Essi parlano veramente di jihad ed è proprio di questo sforzo e di questa resistenza che si tratta (Tariq Ramadan: Peut-on vivre avec l’ Islam)

Da questa prospettiva la SHARI'AH puo essere agevolmente adattata a mutate condizioni economiche e sociali senza contravvenire per questo alle prescrizioni coraniche.
Esiste pero tutta un'altra scuola di pensiero quella che noi definiremmo "fondamentalista" che intende effettivamente tornare alla lettera proprio del Corano. considerando ipocrisie e infingimenti colpevoli le interpretazioni "progressive"

Se il Corano cosi prescrive , al ladro deve essere "effettivamente" tagliata la mano, l'adultera deve essere "effettivamente" lapidata, la guerra santa portata "effettivamente" contro gli infedeli.

La disputa può essere paragonata in qualche modo a quella che si agitò nel mondo cattolico nel 600 fra Gesuiti e Giansenisti . I Gesuiti riaffermavano in modo intransigenti i principi cattolici ma poi li applicavano con molta cautela e misura, introducendo la famosa "casistica" secondo la quale bisogna sempre tener presente il caso particolare e specifico che può offrire un gran numero di eccezioni e di adattamenti. Con questo spirito nei" Promessi sposi" Lucia si vede annullato il voto di "verginità" dal pure austero padre Cristoforo perchè si era prima promessa a Renzo e avrebbe quindi chiedere prima a lui il permesso prima di pronunciare il suo voto.( e figurarsi se mai Renzo lo avrebbe dato!)

I Giansenisti invece ritenevano posizioni del genere false , "ipocrite" : un principio è un principio è va applicato sempre, integralmente ,qualunque siano le condizioni e le conseguenze

Le due correnti non si limitano al 600 ma sono state sempre sempre presenti nel mondo cristiano e lo sono tuttora: c'è chi intende adattare il cristianesimo ai tempi moderni e chi ritiene che esso non deve concedere nulla alla "modernità"

Il problema nel mondo musulmano è però particolarmente acuto in questo momento storico in cui il confronto con la civiltà portato dall'Occidente assume aspetti drammatici. Una interpretazione tradizionalista della SHARI'AH isolerebbe irrimediabilmente il mondo musulmano d quello che noi chiamiamo "progresso civile" facendo piombare quel mondo in quello che noi chiamiamo "medioevo": una interpretazione estensiva invece agevolerebbe l'intesa con l'Occidente .

Non è possibile prevedere attualmente quale sarà la scelta dell'Islam: è nostra personale sensazione ( ma non suffragata da elementi oggettivi) che la prima prevalga nelle "elittes" culturali mentre la seconda invece nell'ambito di quello che noi occidentali definiamo "clero" islamico e conseguentemente nelle masse islamiche.

Si pone allora il problema di chi ha l'autorità di interpretare la SHARI'AH


INTERPRETI DELLA SHARI'AH

Il problema della interpretazione nell'ambito mussulmano e particolarmente difficile per la organizzazione stessa della società religiosa mussulmano

Nel cristianesimo noi abbiamo una organizzazione gerarchica molto chiara. In particolare nella Chiesa Cattolica abbiamo un clero chiaramente distinto dai laici, dei vescovi preposti a ogni comunità, conferenze episcopali nazionali e soprattutto il Papa come capo supremo e Vicario di Cristo e inoltre periodicamente i Concili Ecumenici. Anche se le " anime" nel cattolicesimo sono tante tuttavia è possibile definire chiaramente quale siano i principi e gli orientamenti generali: ciascun fedele ha si un'ampia gamma di libere scelte personali ma se non condivide gli orientamenti generali e di fondo è "fuori" dalla Chiesa anche se l'istituto della scomunica non viene più usato. Organizzazione analoghe anche se ristrette all'ambito di una sola nazione si trovano nelle Chiese Orientali Ortodosse. Le Chiese Riformate hanno anche esse una loro organizzazione anche se meno rigida

Ma nel mondo dell'Islam le cose sono molto diverse. Innnanzi tutto, come nella concezione del sacerdozio universale di Lutero, non esistono sacerdoti distinti dai fedeli. Soprattutto però non esistono gerarchie religiose. Noi parliamo spesso di clero mussulmano: in effetti esistono persone che si dedicano espressamente alla religione:vi è chi guida la preghiera nelle moschee e quindi soprattutto puo rivolgersi ai fedeli un discorso (corrispondente alla omelia della messa cattolica) , abbiamo esperti di diritto islamico, studiosi della Corano, maestri delle scuole coraniche , uomini particolarmente pii. Manca però una organizzazione che medi, che dia pareri generali, che insomma possa parlare per tutti.

Anche nei rapporti con la società e le autorità italiane ci troviamo di fronte a questo problema. Nel nostro paese infatti si sono stipulati concordati analoghi a quelli per la chiesa cattoliche con molte altre chiese che pure hanno consistenza numerica molto limitata. Non è stato possibile però stipulare una concordato con i mussulmani perchè non esiste una "chiesa" mussulmana, cioè una organizzazione che li rappresenti. Anche quando cerchiamo di conoscere gli orientamenti dei mussulmani in Italia non sappiamo bene a chi rivolgerci perchè non è chiaro "chi rappresenti chi": nei dibattiti televisivi si invitano spesso sedicenti "rappresentanti" mussulmani ma essi parlano a nome personale e non si sa mai quanto le loro idee siano effettivamente condivise dagli altri fedeli dell'Islam. In sostanza se vogliamo conoscere l'orientamento di una chiesa cristiana individuiamo chiaramente le persone che hanno la "autorità" per farlo, ma presso i mussulmani non esistono "autorità" ma solo persone che hanno un loro "prestigio" in un ambito più o meno ampio per cui sussistono i pareri più diversi.

Ad esempio, per quanto riguarda il famoso " velo islamico" abbiamo pareri affatto diversi:alcuni ritengono che deve essere integrale (burqa) altri si limitano a coprirsi il viso (chador) per altri basta solo coprirsi i capelli e altri ancora non lo usano affatto: tutti sono convinti di attenersi al Corano ma nessun è in grado di dare una "interpretazione autentica" valevole per tutti

L'ayatollah Koimeni non era il "capo" degli Sciti e nemmeno il capo degli Sciti iraniami ma solo una persona che ha avuto nel suo paese e anche fuori di esso un grande prestigio e autorità: egli proclamò la GIHAD contro gli iracheni ma fu smentito da altre "autorità" religiose di altri paesi mussulmani:

Il famoso Mullah Omar ,capo del Talebani afgani in effetti era un oscuro "prete" di provincia di cui praticamente non si sapeva niente eppure a un certo punto impose regole di comportamento che proibivano di far udire il suono dei passi femminili , la musica la televisione e addirittura i giochi dei bambini ( il famoso divieto di far volare gli aquiloni) ,tutte regole che non vigevano in nessun altra parte dell'Islam e che furono aspramente criticati anche dai non certi "moderati" Ayatollah iraniani . In base a quale autorità il Mullah Omar poteva dettare queste regole? la risposta è che erano leggi contenute nel Corano o nella tradizione islamica e quindi l'autorità derivava da Allah stesso e non certo da Omar che era un semplice lettore o studioso (taliban) delle Sacra Libro. Con questo criterio ognuno finisce con il leggere quello che gli pare nel Corano e considerarlo come l'unica, assoluta sicura volontà divina e tutti gli altri come nemici della "vera" fede con effetti veramente devastanti.

Accade cosi che anche Bin Laden che non rivestiva nessun ruolo nell'ambito religioso si è sentito in diritto di proclamare la GIHAD contro gli americani e, assicurando il paradiso ai suoi seguaci , scatenare una crisi internazionali dagli effetti incalcolabili.

Abbiamo cosi una legge che se da una parte appare rigida e irriformabile, dall'altra parte presenta applicazione concreta reale quanto mai incerta perchè non esistono persone che hanno una specifica, riconosciuta autorità per farlo.

Insomma è come se noi volessimo applicare le leggi italiane senza pero che esistessero magistrati con precise competenze individuate dalle leggi stesse.

Un fenomeno simile esiste anche nel mondo cristiano : soprattutto negli Usa: proliferano sette che proclamano di attenersi strettamente alle Sacre Scritture: cosi c'è chi pensa che anche la poligamia sia lecita, chi rifiuta le trasfusioni di sangue, chi pensa che sia essenziale santificare il sabato e non la domenica , chi sostituisce alla medicina la preghiera, chi vuole il ritorno integrale alla natura, Molti sono in buona fede, alcuni lucrano sulla buona fede dei molti.

Il fenomeno pero è diverso: innazitutto le sette interessano un numero in genere molto limitato di persone e soprattutto non intendono imporre le proprie leggi a tutta la comunità e quindi si esauriscono nell'ambito dell'ampia libertà religiosa vigente a meno che non rientrino nei reati di truffa, violenza e simili.

Nel mondo islamico invece la SHARI'AH si pone come una legge della società nella sua interezza: ma in concreto chi decide la sua effettiva applicabilità ai casi singoli e particolari ?

La mancanza di una risposta precisa pone problemi gravissimi, apre la strada a ogni estremismo, a ogni interpretazione faziosa e strumentale.

SEGUE . . . . . . . .

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