MAZZINI - DOVERI DELL'UOMO
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* LA LIBERTA'
*L' EDUCAZIONE

Voi vivete. La vita che è in voi non è opera del Caso; la parola Caso non ha senso alcuno, e non fu trovata che ad esprimere l' ignoranza degli uomini su certe cose. La vita che è in voi viene da Dio e rivela nel suo sviluppo progressivo un disegno intelligente. La vostra vita ha dunque necessariamente un fine, uno scopo.XXXXXXXXXX Il fine ultimo, per il quale fummo creati, ci è tuttora ignoto, e non può essere altrimenti; né per questo dobbiamo negarlo. Sa il bambino lo scopo a cui dovrà tendere nella Famiglia, nella Patria, nell'Umanità ? No; ma lo scopo esiste, e noi cominciamo a saperlo per lui. L' Umanità è il bambino di Dio: sa Egli il fine verso il quale essa deve svilupparsi.

L'Umanità comincia oggi appena a intendere che la legge è Progresso: comincia appena a intendere in modo incerto qualche cosa dell'Universo che ha intorno; e la maggior parte degli individui che la compongono è tuttavia inutile, per barbarie, servitù o mancanza assoluta d'educazione, allo studio di quella Legge, all'esame dell' Universo che bisogna intendere prima di intendere noi stessi.

Una minoranza degli uomini che popolano la piccola nostra Europa è sola capace di sviluppare verso lo scopo della conoscenza le sue facoltà intellettuali. In voi stessi, privi i più di istruzione, e soggiogati tutti dalla fatalità di un lavoro fisico male ordinato, dormono mute senza poter portare alla piramide della scienza il loro tributo. Come potremmo dunque pretendere di conoscere oggi ciò che richiede l'opera associata di tutti? Come ribellarci contro il nostro non avere raggiunto ancora ciò che sostituirebbe l'ultimo grado del nostro Progresso terrestre, quando cominciarono appena a balbettare, pochi e non associati, quella sacra e feconda parola ?

Rassegnamoci dunque all' ignoranza sulle cose che ci sono per lungo tempo ancora inaccessibili, e non abbandoniamo fanciullescamente irritati, lo studio di quelle che possiamo scoprire. La scoperta del Vero esige modestia e temperanza di desiderio quanto esige costanza. L' impazienza, l'orgoglio umano, hanno perduto o sviato dal retto sentiero molte più anime che non la deliberata tristizia. È questa verità che l'Antichità ha voluto insegnarci, quando ci narrava che il Despota voglioso di raggiungere il cielo non seppe innalzare se non una Torre di confusione, e che i Giganti assalitori dell'Olimpo giacciono, fulminati, sotto i nostri monti vulcanici.

Ciò di cui importa convincerci è questo, che, qualunque sia il fine verso cui tendiamo, noi non potremo scoprirlo e raggiungerlo, se non con lo sviluppo progressivo e con l'esercizio delle nostre facoltà intellettuali. Le nostre facoltà sono gli strumenti di lavoro che Dio ci da. È dunque necessario che il loro sviluppo sia promosso e aiutato; il loro esercizio protetto e libero. Senza libertà, voi non potete compiere alcuno dei vostri doveri. Voi avete dunque diritto alla Libertà e Dovere di conquistarla in ogni modo contro qualunque Potere la neghi.

Senza libertà non esiste Morale, perché non esistendo libera scelta fra il bene ed il male, fra la devozione al progresso comune e lo spirito d'egoismo, non esiste responsabilità. Senza libertà non esiste società vera, perché tra liberi e schiavi non può esistere associazione, ma solamente dominio degli uni sugli altri. La libertà è sacra come l’individuo, del quale essa rappresenta la vita. Dove non è libertà, la vita è ridotta ad una pura funzione organica. Lasciando che la sua libertà sia violata, l'uomo tradisce la propria natura e si ribella contro i decreti di Dio.

Non v'è libertà dove una casta, una famiglia, un uomo si assuma il dominio sugli altri in virtù di un preteso diritto divino, in virtù di un privilegio derivato dalla nascita, o in virtù di ricchezza. La libertà dev'essere per tutti e davanti a tutti. Dio non delega la sovranità ad alcun individuo; quella parte di sovranità che può essere rappresentata sulla nostra terra è da Dio affidata all'Umanità, alle Nazioni, alla Società. Ed anche quella cessa e abbandona quelle frazioni collettive dell' Umanità, quand'esse non la dirigano al bene, all'adempimento del disegno provvidenziale.

Non esiste dunque Sovranità di diritto in alcuno; esiste una Sovranità dello scopo e degli atti che vi s'accostano. Gli atti e lo scopo verso cui camminano devono essere sottomessi al giudizio di tutti. Non v'è dunque né può esservi sovranità permanente. Quella istituzione che si chiama Governo non è se non una Direzione; una missione affidata ad alcuni per raggiungere più sollecitamente lo scopo della Nazione; e se quella missione è tradita, il potere di direzione affidato a quei pochi deve cessare. Ogni uomo chiamato al Governo è un amministratore del pensiero comune; deve essere eletto, e sottomesso a revoca ogni qualvolta lo fraintenda o deliberatamente lo combatta. Non può esistere dunque, ripeto, casta o famiglia che ottenga il Potere per diritto proprio, senza violazione della vostra libertà.

Come potreste chiamarvi liberi davanti ad uomini ai quali spettasse facoltà di comando senza vostro consenso ? la Repubblica è l'unica forma legittima e logica di Governo.

Voi non avete padrone fuorché Dio nel cielo e il Popolo sulla terra. Quando avete scoperto una linea della Legge, dei voleri di Dio, dovete, benedicendo, eseguirla. Quando il Popolo, l'unione collettiva dei vostri fratelli, dichiara che tale è la sua credenza, dovete piegar la testa e astenervi da ogni atto di ribellione.

Ma vi sono cose che costituiscono il vostro individuo e sono essenziali alla vita umana. E su queste, neppure il popolo ha signoria. Nessuna maggioranza, nessuna forza collettiva può rapirvi ciò che vi fa essere uomini. Nessuna maggioranza, può decretare la tirannide e spegnere o alienare la propria libertà. Contro il popolo suicida che ciò facesse, voi non potete usare la forza, ma vive e vivrà eterno in ciascun di voi il diritto di protesta nei modi che le circostanze vi suggeriranno.

Voi dovete avere libertà in tutto ciò ch' è indispensabile ad alimentare, moralmente e materialmente la vita. Libertà personale: libertà di movimento; libertà di credenza religiosa; libertà d'opinioni su tutte le cose; libertà di esprimere con la stampa o in ogni altro modo pacifico il vostro pensiero; libertà di associazione per poterlo fecondare con il contatto del pensiero altrui; libertà di lavoro; libertà di traffico per i suoi prodotti - sono tutte cose che nessuno può togliervi, salvo alcune rare eccezioni che qui non importa dire, senza grave ingiustizia, senza che sorga in voi il dovere di protestare.

Nessuno ha diritto, in nome della Società, d' imprigionarvi o di sottomettervi a restrizioni personali o di sorveglianza, senza dirvi il perché, senza dirvelo con il minore indugio possibile, senza condurvi sollecitamente davanti al potere giudiziario del paese. Nessuno ha diritto d'inceppare con restrizioni di passaporti od altre il vostro trasferirvi di parte in parte della terra che è vostra Patria. Nessuno ha diritto di persecuzione, d'intolleranza, di legislazione esclusiva sulle vostre opinioni religiose: nessuno, fuorché la grande pacifica voce dell'Umanità, ha diritto di frapporsi tra Dio e la vostra coscienza.
Dio vi ha dato il Pensiero: nessuno ha diritto di vincolarlo e sopprimerne l'espressione, ch'è la comunione dell'anima vostra con l'anima dei vostri fratelli e l'unica via di progresso che abbiamo. La stampa deve essere illimitatamente libera: i diritti dell' intelletto sono inviolabili, ed ogni censura preventiva è tirannide; la Società può, come tutte le altre colpe, punire soltanto le colpe di stampa, la predicazione del delitto, l'insegnamento dichiaratamente immorale; la punizione in virtù di un giudizio solenne è conseguenza della responsabilità umana, mentre ogni intervento anteriore è negazione della libertà.

L'associazione pacifica è santa come il pensiero : Dio ne poneva in voi la tendenza come avviamento perenne al progresso e pegno dell' Unità che la famiglia umana deve un giorno raggiungere: nessun potere ha diritto d'impedirla o di limitarla. Ciascun di voi ha dovere di usare della vita che Dio gli diede, di serbarla, di svilupparla; a ciascun di voi corre quindi debito di lavoro, solo mezzo di sostenerla materialmente; il lavoro è sacro: nessuno ha diritto di vietarlo, d'incepparlo o di renderlo con regolamenti arbitrari impossibile; nessuno ha diritto di restringere il libero traffico dei suoi prodotti: la terra che vi è Patria è il vostro mercato, e nessuno può limitarlo.

Ma quando avrete ottenuto che queste libertà siano sacre - quando avrete finalmente costituito lo Stato sul voto di tutti e in modo che l'individuo abbia schiuse davanti a lui tutte le vie che possono condurre allo sviluppo delle sue facoltà - allora, ricordatevi che al di sopra di ciascun di voi sta lo scopo che è vostro dovere raggiungere: perfezionamento morale vostro e d'altrui, comunione più sempre intima e vasta fra tutti i membri della famiglia umana, sì che un giorno essa non riconosca che una sola Legge.

« Voi dovete formare la famiglia universale, edificare la Città di Dio, tradurre in fatto progressivamente, con un continuo lavoro, l'opera sua nell' Umanità .
« Quando, amandovi gli uni cogli altri come fratelli, voi vi tratterete reciprocamente sì come tali, e ciascuno, cercando il proprio bene nel bene di tutti, unirà la propria vita alla vita di tutti, i propri interessi agl' interessi di tutti, pronto sempre a sacrificarsi per tutti i membri della comune fa miglia egualmente pronti a sacrificarsi per lui, i più fra i mali che pesano oggi sulla razza umana spariranno come i vapori addensati all'orizzonte spariscono al levarsi del sole; e ciò che Dio vuole si compierà: però che è suo volere che l'amore unendo a poco a poco più sempre strettamente gli elementi dispersi dell'umanità, e ordinandoli in un solo corpo, essa sia una, com'Egli è uno”.

Le parole ora citate di un uomo che visse e morì santamente e amò il popolo e il suo avvenire d' immenso amore, non vi escano, o miei fratelli, mai dalla mente. La libertà non è che un mezzo; guai a voi e al vostro avvenire se vi abituate mai a guardarla, come fine ! Il vostro individuo ha doveri e diritti propri che non possono essere abbandonati ad alcuno; ma guai a voi ed al vostro avvenire se il rispetto che dovete avere per ciò che costituisce la vostra vita individuale potesse mai degenerare in un fatale egoismo.

La vostra libertà non è la negazione d'ogni autorità, è la negazione d'ogni autorità che non rappresenti lo scopo collettivo della Nazione, e che presuma impiantarsi e mantenersi sovr’altra base che su quella del libero spontaneo vostro consenso. Dottrine di sofisti hanno in questi ultimi tempi pervertito il santo concetto della Libertà: gli uni l'hanno ridotto a un gretto immorale individualismo, hanno detto che l'”io è tutto” e che il lavoro umano, e l'ordinamento sociale non devono tendere che al soddisfacimento dei suoi desideri: gli altri hanno dichiarato che ogni governo, ogni autorità è un male inevitabile, ma da restringersi, da vincolarsi quanto più si può; che la libertà non ha limiti; che lo scopo d'ogni Società è unicamente quello di promuoverla indefinitamente; che un uomo ha diritto di usare e abusare della libertà, purché questa non ridondi direttamente nel male altrui; che un governo non ha missione fuorché quella d' impedire che un individuo non nuoccia all'altro.

Respingete, o miei fratelli, queste false dottrine: sono esse che indugiano anche oggi l'Italia sulle vie della sua grandezza avvenire. Le prime hanno generato l'egoismo di classe; le seconde fanno d'una società che deve, se ben ordinata, rappresentare il vostro scopo e la vostra vita collettiva, non altro che uno s birro o soldato di polizia incaricato di mantenere una pace apparente tutte trascinano la libertà ad essere un'anarchia; cancellano l'idea di miglioramento morale collettivo; cancellano la missione educatrice, la missione di Progresso che la società deve assumersi.

Se voi poteste intendere a questo modo la Libertà, voi meritereste di perderla e, presto o tardi, la perdereste.

La vostra Libertà sarà santa, perché si svilupperà sotto il predominio dell' Idea del Dovere, della Fede nel perfezionamento comune. La vostra Libertà fiorirà protetta da Dio e dagli uomini, perché essa non sarà il diritto di usare e di abusare delle vostre facoltà nella direzione che a voi piaccia di scegliere, ma perché essa sarà il diritto di scegliere liberamente, a seconda delle vostre tendenze, i mezzi per fare il bene.


L' EDUCAZIONE

Dio vi ha fatti educabili. Voi dunque avete dovere di educarvi per quanto è in voi, e diritto a che la società alla quale appartenete non vi impedisca nella vostra opera educatrice, vi aiuti in essa e vi supplisca quando i mezzi di educazione vi manchino.

La vostra libertà, i vostri diritti, la vostra emancipazione da condizioni sociali ingiuste, la missione che ciascun di voi deve compiere qui sulla terra, dipendono dal grado di educazione che vi è dato raggiungere. Senza educazione voi non potete scegliere giustamente fra il bene e il male; non potete acquistar coscienza dei vostri diritti; non potete ottenere quella partecipazione nella vita politica senza la quale non riuscirete ad emanciparvi; non potete definire a voi stessi la vostra missione.

L'educazione è il pane delle anime vostre. Senza essa, le vostre facoltà dormono assiderate, infeconde, come la potenza di vita che cova nel germe dorme isterilita, se esso è cacciato in terreno non dissodato, senza benefizio d'irrigazione e cure dell’assiduo coltivatore.

Oggi voi o non avete educazione o l'avete da uomini e da poteri che nulla rappresentano fuorché se stessi e, non servendo a un principio regolatore, sono condannati essenzialmente a mutilarla o falsarla. I meno tristi fra i vostri educatori credono aver soddisfatto al debito loro, quando hanno inegualmente aperto sul territorio che reggono un certo numero di scuole dove i vostri figli possono ricevere un grado qualunque d'insegnamento elementare. Questo insegnamento consiste principalmente nel leggere, scrivere e computare.

Insegnamento simile si chiama “istruzione”; e differisce dall'”educazione” quanto i nostri organi differiscono dalla nostra vita. I nostri organi non sono la vita; non ne sono che semplici strumenti e mezzi di manifestarla; non la signoreggiano, non la dirigono: possono mantenere infatti la vita la più santa o la più corrotta. Così l' istruzione somministra mezzi per praticare ciò che l'educazione insegna; ma non può sostituirsi all'educazione.
L' “educazione” s'indirizza alle facoltà morali; l'”istruzione” alle intellettuali. La prima sviluppa nell'uomo la conoscenza dei suoi doveri; la seconda rende l'uomo capace di praticarli. Senza istruzione, l'educazione sarebbe troppo sovente inefficace; senza educazione, l'istruzione sarebbe come una leva mancante d'un punto di appoggio. Voi sapete leggere, ma a che serve se non sapete in quali libri si trovi l'errore, in quali la verità ? Voi sapete, scrivendo, comunicare i vostri pensieri a vostri fratelli che importa, quando i vostri pensieri non accennassero che ad egoismo ? L' istruzione, come la ricchezza può essere sorgente di bene e di male a seconda delle intenzioni colle quali siadopra; consacrata al progresso di tutti, è mezzo d'incivilimento e di libertà; rivolta all'utile proprio, diventa mezzo di tirannide e di corruttela.

Oggi in Europa, l'istruzione disunita da un grado corrispondente di educazione morale è piaga gravissima che mantiene l’ineguaglianza fra classe e classe d'uno stesso popolo e inchina gli animi al calcolo, all'egoismo, alle transazioni fra il giusto e l'ingiusto, alle false dottrine.

La distinzione fra gli uomini i quali vi offrono più o meno istruzione e quei che vi predicano educazione, è più grave che voi non pensate, e merita che io spenda alcune parole.

Due dottrine, due scuole, dividono il campo di quelli che combattono per la libertà contro il dispotismo. La prima dichiara che la sovranità risiede nell' individuo; la seconda sostiene ch'essa vive unicamente nella società, e prende a norma il consenso manifestato dalla maggioranza. La prima crede aver compiuto la propria missione quando ha proclamato i diritti creduti inerenti alla natura umana e tutelato la libertà; la seconda guarda quasi esclusivamente all'associazione, e desume dal patto che la costituisce i doveri d'ogni individuo. La prima non vede più in là di ciò che io chiamai istruzione, perché l'istruzione tende infatti a dare facilità di sviluppo, senza norma generale, alle facoltà individuali; la seconda intende la necessità di una educazione che è per essa la manifestazione del programma sociale.

La prima guida inevitabilmente all'anarchia morale: la seconda, se dimentica i diritti della libertà, corre rischio di cadere nel dispotismo della maggioranza.

Alla prima apparteneva tutta quella generazione di uomini chiamati in Francia dottrinari, che tradì le speranze del popolo dopo la rivoluzione del 1830 e, gridando libertà d' istruzione e non altro, perpetuò il monopolio governativo nella classe borghese che ha più mezzi per dare sviluppo alle proprie facoltà individuali; la seconda non è sventuratamente rappresentata in oggi che da Sette e Poteri appartenenti a vecchie credenze, ostili al dogma dell'avvenire, il Progresso.

Tutte e due quelle scuole peccano di tendenze anguste, esclusive.

Il vero è questo: La Sovranità è in Dio, nella Legge morale, nel disegno provvidenziale che governa il mondo e ch'è via via rivelato dalle ispirazioni del Genio virtuoso e dalle tendenze dell'Umanità nelle epoche diverse della sua vita: e nello scopo che bisogna raggiungere, nella missione che bisogna compiere. Non è sovranità nell' individuo, non è nella società se non in quanto l'uno e l'altra si uniformino a quel disegno, a quella Legge, e si dirigano a quello scopo. Un individuo o è il migliore interprete della Legge morale e governa in suo nome, o è un usurpatore da rovesciarsi.
Il semplice voto di una maggioranza non costituisce sovranità se avversi evidentemente alle norme morali supreme, o chiuda deliberatamente la via al Progresso futuro. Bene sociale, Libertà, Progresso: al di fuori di questi tre termini non può esistere Sovranità.

L'Educazione insegna qual sia il Bene sociale.
L' Istruzione assicura all' individuo la libera scelta dei mezzi per ottenere un progresso successivo nel concetto del Bene.
A voi importa prima d'ogni altra cosa che i vostri figli imparino quale insieme di principi e credenze diriga la vita dei loro fratelli nel tempo in cui sono chiamati a vivere e nella terra ch'è stata loro assegnata : - quale sia il programma morale, sociale e politico della loro Nazione: - quale lo spirito della legislazione dalla quale le opere debbono venire giudicate: - quale il grado del progresso raggiunto dall' Umanità: - quale quello da raggiungersi. E vi importa ch'essi sentano fin dai primi anni giovanili d'essere stretti in uno spirito di eguaglianza e d'amore verso un intento comune, con i milioni di fratelli dati loro da Dio.

L' Educazione, che deve dare ai vostri figli insegnamento siffatto, non può venire che dalla Nazione.
Oggi, l’insegnamento morale è anarchia. Lasciato esclusivamente ai padri, è nullo dove la miseria e la necessità d'un lavoro materiale quasi continuo tolgono ad essi tempo per educare e mezzi per sostituire educatori a se stessi; tristo, se l'egoismo e la corruttela hanno pervertito e contaminato la famiglia. I fanciulli sono dati a tendenze superstiziose o materialiste, di libertà o di rassegnazione codarda, di aristocrazia o non azione contro essa, a seconda dell' istitutore, prete o laico, che le tendenze paterne scelgono dove esistono mezzi. Come possono, cresciuti a gioventù, affratellarsi in concordia di opere e rappresentare in sé l'unità del paese ?

La società li chiama a promuovere lo sviluppo d'una idea comune alla quale non furono iniziati mai. La società li punisce per violazioni di leggi talora ignote, e delle quali lo spirito e lo scopo non sono insegnati mai dalla società al cittadino. La società desidera da essi cooperazione e sacrificio per un fine che nessuna scuola svolge ad essi sull'aprirsi della loro vita civile.

Strano a dirsi, gli uomini della dottrina, alla quale ho accennato poc'anzi, riconoscono in ciascun individuo il dritto d'ammaestrare i giovani; non lo riconoscono nell'associazione di tutti, nella Nazione. Il loro grido: libertà d'insegnamento disereda la Patria d'ogni direzione morale. Dichiarano importantissima l'unità del sistema monetario e dei pesi; l'unità dei principii, sui quali la vita nazionale deve avere fondazione e sviluppo, è nulla per essi.
Voi non dovete lasciarvi adescare da quel grido che tutti quasi i fautori moderni di Costituzioni ripetono l'uno dopo l'altro.
Senza Educazione Nazionale non esiste moralmente Nazione.
La coscienza nazionale non può uscir che da quella.

Senza Educazione Nazionale comune a tutti i cittadini, eguaglianza di doveri e di diritti è una formula vuota di senso: la conoscenza dei doveri, la possibilità dell'esercizio dei diritti, sono lasciate al caso della fortuna o all'arbitrio di chi sceglie l'educatore.

Gli uomini che si dichiarano avversi all'unità dell'educazione invocano la libertà. Libertà di chi ? Dei padri o dei figli? La libertà dei figli è violata, nel loro sistema, dal dispotismo paterno: la libertà delle giovani generazioni sacrificata alle vecchie: la libertà di progresso diventa illusione. Le credenze individuali, false forse ed avverse al progresso, sono trasmesse, sole e autorevoli, di padre in figlio, nell'età in cui l'esame è impossibile: più tardi, nelle condizioni dei più tra voi, la fatalità d'un lavoro materiale di tutte l'ore, vieterà all'anima giovane nella quale si saranno stampate quelle credenze, di raffrontarle con altre e modificarle.

In nome di quella libertà menzognera, il sistema anarchico del quale io vi parlo tende a fondare e perpetuare il pessimo fra i dispotismi, la casta morale.
Ciò che quel sistema protegge ha nome arbitrio, non libertà. Libertà vera non esiste senza eguaglianza; e l'eguaglianza non può esistere fra chi non muove da una base, da un principio comune, da una coscienza uniforme del Dovere. La libertà non s'esercita che al di là di quella coscienza. Io vi dissi poche pagine addietro che la libertà vera non consiste nel diritte di scegliere il male, ma nel diritto di scegliere fra le vie che conducono al bene. La libertà che invocano quei falsi filosofi è l'arbitrio dato al padre di scegliere il male pel figlio. Che? Se un padre minacciasse di mutilazione qualunque il corpo del suo fanciullo, la società interverrebbe invocata da tutti; e l'anima, la mente di quell'essere, sarà forse da meno del corpo? La società non potrà proteggerla dalla mutilazione delle facoltà, l'ignoranza; dalla deviazione del senso morale, la superstizione?

Quel grido di libertà d'insegnamento sorse giovevole un tempo e sorge giovevole anche oggi dovunque l'educazione morale è monopolio d'un governo dispotico, d'una casta retrograda, di un sacerdozio avverso, per natura di dogma, al Progresso: fu un'arma contro la tirannide; una parola d'emancipazione imperfetta ma indispensabile. Giovatevene ovunque siete schiavi. Ma io vi parlo d'un tempo in cui la fede religiosa avrà scritto sulle porte del tempio la parola PROGRESSO e tutte le istituzioni ripeteranno sotto varie forme quella parola, e l’Educazione Nazionale dirà sul finire dell' insegnamento all'allievo: a te, destinato a vivere sotto un Patto comune fra noi, noi abbiamo detto le basi fondamentali di quel Patto, i principi nei quali crede in oggi la tua Nazione; ma bada che il primo fra quei principi è Progresso; bada che la tua missione d'uomo e di cittadino è quella di migliorare, ove tu possa, la mente e il core dei tuoi fratelli: va' esamina, raffronta; e se scopri verità superiore a quella che noi crediamo di possedere, promulgala arditamente e avrai la benedizione della tua Patria. Allora, non prima, respingete quel grido di libertà d'insegnamento come ineguale ai vostri bisogni e funesto all' Unità della Patria, chiedete, esigete l' impianto d'un sistema d'educazione nazionale gratuita, obbligatoria per tutti.

La Nazione deve ad ogni cittadino la trasmissione del suo programma. Ogni cittadino deve ricevere nelle sue scuole l' insegnamento morale - un corso di nazionalità comprendente un quadro sommario dei progressi dell' Umanità, la Storia Patria e l'esposizione popolare dei principi che reggono la legislazione del paese - e l’istruzione elementare intorno alla quale non v' è dissenso. Ogni cittadino deve imparare in esso l’ eguaglianza e l'amore.

Trasmesso quel programma, la libertà ripiglia i suoi diritti. Non solamente l'insegnamento della famiglia, ma ogni altro è sacro. Ogni uomo ha diritto illimitato di comunicare ad altri le proprie idee: ogni uomo ha diritto d'ascoltarle. La Società deve proteggere, incoraggiare la libera espressione del Pensiero, sotto ogni forma; e aprire ogni via, perché il programma sociale possa svilupparsi e modificarsi per il bene.

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