HITLER - MUSSOLINI
IL "PATTO D'ACCIAO"

22 maggio1939: " GIUNGE IL MOMENTO "

19 Gennaio é stata soppressa la Camera dei deputati, ed entra in vigore la Camera dei Fasci e delle corporazioni. 825 membri del consiglio nazionale del partito e delle corporazioni, più i membri del Gran Consiglio. (il 7 dicembre si riunisce, ma non sanno ancora che é l'ultima volta; la prossima sarà quella del 24 luglio 1943, con la liquidazione di Mussolini).
Il 4 Febbraio la stessa Camera e il Consiglio ascoltano Mussolini che fa presente che uno scontro della Germania di Hitler con la Francia ormai sembra inevitabile e pertanto vara il progetto di ammodernamento delle forze armate e invita ognuno a preparare il morale necessario alla Nazione per affrontare, fra brevissimo tempo, l'invasione vera e propria dell'Albania, e qualora non si giunga con la Francia ad accordi per le richieste dei territori che si reclamano (
Corsica, Tunisia, Savoia, Nizza) non si esclude un grande attacco alla stessa Francia.

IL 6 Maggio CIANO (che é ministro degli esteri) incontra von RIBBENTROP a Milano e su sollecitazione perentoria di Mussolini viene spinto a definire un vero e proprio trattato di alleanza militare con la Germania. Mussolini lo desidera scritto. Il ministro tedesco temporeggia, si consulta con Hitler, tanto che il 7 maggio viene accettato di stipularne uno. Infatti il....

22 Maggio,  questa volta a Berlino, i due ministri formalizzano davanti a Hitler, una intesa ufficiale (preparata dal Furher e scritta fra l'altro solo in tedesco) dove i due alleati s'impegnano a intervenire automaticamente in un conflitto se uno dei due vi è coinvolto
E' chiamato il Patto D'acciaio.


TRATTATO DI ALLEANZA ITALO-TEDESCA

22 Maggio 1939


Il Cancelliere del Reich Tedesco e Sua Maestà il Re d'Italia e d'Albania e Imperatore d'Etiopia, concordano sulla necessità di consolidare attraverso un patto solenne le relazioni di amicizia e le affinità esistenti tra la Germania Nazional Socialista e l'Italia Fascista.

Dopo aver gettato un sicuro ponte di mutua assistenza attaverso i comuni confini, i Governi di Germania e Italia ribadiscono la validità dei principi e degli intendimenti precedentemente concordati, i quali si sono rivelati vincenti nel far prosperare gli interessi di entrambi i Paesi e nell'assicurare la pace in Europa.

Fermamente legati dall'unità delle proprie ideologie e dall'ampia comunanza dei rispettivi interessi, il popolo Tedesco e il popolo Italiano sono determinati a restare fianco a fianco anche in futuro e a battersi per proteggere il proprio spazio vitale [Lebensraum] mantenendo al tempo stesso la pace. In un mondo inquieto e disgregato, la Germania e l'Italia intendono adempiere al dovere assegnato loro dalla storia; quello di salvaguardare le fondamenta della cultura Europea.

Al fine di ufficializzare questi principi attaverso un Trattato, sono stati nominati quali plenipotenziari, il Cancelliere del Reich Tedesco Adolf Hitler, il Ministro degli Esteri del Reich Joachim von Ribbentrop, Sua Maestà il Re d'Italia e d'Albania e Imperatore d'Etiopia Vittorio Emanuele III e il Ministro degli Esteri del Governo Italiano Conte Galeazzo Ciano i quali, dopo aver presentato le proprie credenziali, hanno discusso e concordato quanto segue:

ARTICOLO I.

Le Parti Contraenti saranno costantemente in contatto tra loro per avere una visione comune relativamente ai rispettivi interessi e alla situazione Europea nel suo complesso.

ARTICOLO II.

Qualora i comuni interessi delle Parti Contraenti vengano messi in pericolo da avvenimenti internazionali di qualsivoglia natura, le stesse Parti si consulteranno immediatamente per concordare le necessarie misure atte a salvaguardare tali interessi. Nel caso in cui la sicurezza o altri vitali interessi di una delle Parti Contraenti siano minacciati, l'altra Parte Contraente offrirà alla Parte minacciata il completo appoggio politico e diplomatico per allontanare tale minaccia.

ARTICOLO III.

Qualora accadesse, contro i desideri e le speranze delle Parti Contraenti, che una di esse venga coinvolta in complicazioni di carattere militare con un'altra Potenza o altre Potenze, l'altra Parte Contraente si schiererà al suo fianco fornendo il necessario appoggio militare terrestre, navale ed aereo.

ARTICOLO IV.

Per assicurare un rapido adempimento degli obblighi disposti dall'Articolo III, i Governi di entrambe le Parti Contraenti rafforzeranno la reciproca cooperazione sotto l'aspetto sia militare che economico.

I due Governi inoltre, si terranno reciprocamente informati in merito ad altri eventuali provvedimenti che si rendessero necessari per l'applicazione di questo Patto.

Per garantire quanto disposto dai commi 1 e 2 del presente Articolo, i due Governi istituiranno delle commissioni permanenti che opereranno sotto la direzione dei rispettivi Ministeri degli Esteri.

ARTICOLO V.

Nel caso in cui le Parti Contraenti siano coinvolte insieme in una guerra, entrambe si impegnano a non concludere separatamente alcun armistizio o trattato di pace.

ARTICOLO VI.

Le due Parti Contraenti sono consapevoli dell'importanza delle proprie comuni relazioni con altre Potenze amiche. Entrambe sono determinate a mantenere inalterate nel tempo tali relazioni e a promuovere un adeguato sviluppo dei comuni interessi con queste Potenze.

ARTICOLO VII.

Questo Patto entrerà in vigore immediatamente dopo la sua firma. Le due Parti Contraenti sono d'accordo nel fissare a dieci anni il primo periodo di validità. Prima della naturale scadenza del Patto, le Parti ne concorderanno l'eventuale rinnovo.

PROTOCOLLO SEGRETO SUPPLEMENTARE

Nel sottoscrivere il Patto di Amicizia e di Alleanza, entrambe le parti hanno raggiunto un accordo sui seguenti punti:

1. I rispettivi Ministri degli Esteri concorderanno quanto prima l'organizzazione, la sede e il metodo di lavoro della Commissione incaricata di affrontare le questioni militari e quelle legate all'economia di guerra, ai sensi di quanto stabilito dall'Articolo IV del Patto di Alleanza.

2. Per la realizzazione di quanto disposto dal secondo comma dell'Articolo IV, conformemente allo spirito e agli scopi del Patto, i due Ministri degli Esteri definiranno in tempi brevi e attraverso una costante cooperazione, i provvedimenti da adottare in materia di stampa, informazione e propaganda. In particolare, i due Ministri degli Esteri assegneranno presso la propria ambasciata nelle rispettive capitali, uno o più specialisti di provata capacità professionale che operino di concerto con i Ministeri degli Affari Esteri per studiare le strategie da perseguire in tema di stampa, informazione e propaganda, sia per promuovere la politica dell'Asse, sia per controbattere la politica che le Potenze nemiche adotteranno.

Berlino, 22 Maggio 1939 - XVII° anno dell'Era Fascista.

Fonte del documento:
Office of USA Chief of Counsel for Prosecution of Axis Criminality,
Nazi Conspiracy and Aggression,
8 vols. and 2 suppl. vols.
Government Printing Office, Washington, 1946-1948
V, 453, Doc. No. 2818-PS.

Ma sembra esserci una lacuna nel testo stesso, non si cita infatti se l'intervento é previsto per un aiuto solo nella difesa o se si deve essere comunque legati al patto e quindi alleati anche in caso di offesa. Ma il punto 3 parla chiaro. In pratica Mussolini si vincola praticamente ad entrare in guerra a fianco della Germania qualora questa scateni un conflitto a un'altra potenza, e dovrà sostenerla con tutte le sue forze militari, di terra, di  mare e dell'aria..
Poi c'é un'altra clausola al punto 5: i due rispettivi Stati in ogni caso si impegnano a non avanzare richieste di armistizio o di pace separata; quindi chiara la necessità di agire sempre in un modo concordato per raggiungere l'obiettivo finale: quello di "assicurarsi i reciproci e necessari spazi vitali"
(sarà questa clausola n.5 che farà chiamare traditori gli italiani, l'8 settembre '43)

CIANO  é perplesso, già poco convinto dei tedeschi,  vorrebbe che almeno si mettesse a verbale che non scatenino una guerra per almeno tre anni visto che l'Italia non é preparata. Morire subito per Danzica non gli va proprio e sa che questo sarà il primo obiettivo a breve scadenza di Hitler,  forse la stessa Polonia farà la fine dell'Austria e della Cecoslovacchia. Gli danno assicurazioni verbali. Ma non si fida ancora quando telegrafa al suocero. Ma Mussolini é impaziente di sbandierare il Patto al mondo, farlo tremare. Ingenuamente (per un uomo politico come lui) si fida. Troppo!.

CIANO rientra a Roma, ma non appare convinto, e questi dubbi li esterna al Re (con lui sta tramando qualcosa - un golpe) "I tedeschi finche' avranno bisogno saranno cortesi e servili, ma alla prima occasione, si riveleranno quei mascalzoni che sono". Le stesse cose le riferisce al suocero, ma Mussolini non é d'accordo, e lo apostrofa "Invidio Hitler che non si deve trascinare a rimorchio dei vagoni vuoti come te". Ma Ciano non demorde, vuole ritornare a Berlino, chiarire meglio, ma all'incontro Hitler è quasi fatalistico "la mia guerra é necessaria", e quasi infastidito consiglia agli italiani di prendersi pure un pezzo di Iugoslavia ma di lasciare solo a lui le decisioni della "sua" Germania.

Ciano rientra a Roma quasi disgustato. Informa il suocero. E lo allerta. Lascerà in seguito scritto "Dapprima mi da' ragione. Poi mi dice che l'onore lo obbliga a marciare con la Germania. Hitler lo odia e lo ama, ne é soggiogato e lo disprezza, ma dice alla fine che vuole la sua parte di bottino in Croazia e in Dalmazia"

Nel patto in sostanza viene riconfermata la politica finora seguita. Si é deciso di procedere uno a fianco all'altro con le forze unite verso gli "spazi vitali". "Noi assicuriamo le basi della nuova civiltà europea e la reciproca solidarietà fra i due popoli che hanno una profonda affinità e la stessa concezione di vita e di interessi".

Ma é un patto senza scampo.

L'intesa tra l'Italia fascista e la Germania nazista si trasforma in una vera e propria
alleanza politica e militare, esaltando l'affinità ideologica esistente tra i due regimi.

 

"Sua Maestà il Re d'Italia e di Albania, Imperatore di Etiopia e il cancelliere del Reich tedesco ritengono giunto il momento di confermare con un patto solenne gli stretti legami di amicizia e di solidarietà che esistono tra l'Italia Fascista e la Germania Nazionalsocialista.

Considerato che, con le frontiere comuni, fissate per sempre, è stata creata fra l'Italia e la Germania la base sicura per un reciproco aiuto ed appoggio, i due Governi riconfermano la politica, che è stata già da loro precedentemente concordata nelle sue fondamenta e nei suoi obiettivi e che si è dimostrata altamente proficua tanto per lo sviluppo degli interessi dei due Paesi quanto per la sicurezza della pace in Europa.

Il Popolo italiano ed il Popolo tedesco, strettamente legati fra loro dalla profonda affinità delle loro concezioni di vita e dalla completa solidarietà dei loro interessi, sono decisi a procedere anche in avvenire, l'uno a fianco dell'altro e con le loro forze unite, per la sicurezza del loro spazio vitale e per il mantenimento della pace. Su questa via indicata dalla storia, l'Italia e la Germania intendono, in mezzo ad un mondo inquieto ed in dissoluzione, adempiere al loro compito di assicurare le basi della civiltà europea.

Allo scopo di fissare a mezzo di un Patto, questi principi, hanno nominato loro Plenipotenziari:
SUA MAESTA' IL RE D'ITALIA E DI ALBANIA IMPERATORE D'ETIOPIA:
il Ministro degli Affari Esteri Conte Galeazzo Ciano di Cortellazzo;
IL CANCELLIERE DEL REICH TEDESCO:
il Ministro degli Affari Esteri Sig. Joachim von Ribbentrop,
i quali, dopo essersi scambiati i loro pieni poteri, trovati in buona e debita forma, hanno convenuto i seguenti articoli:

Art. 1. Le Parti Contraenti si manterranno permanentemente in contatto allo scopo di intendersi su tutte le questioni relative ai loro interessi comuni o alla situazione generale europea.

Art. 2. Qualora gli interessi comuni delle Parti Contraenti dovessero essere messi in pericolo da avvenimenti internazionali di qualsiasi natura, Esse entreranno senza indugio in consultazione sulle misure da adottare per la tutela di questi loro interessi. Qualora la sicurezza o altri interessi vitali di una delle Parti Contraenti dovessero essere minacciati dall'esterno, l'altra Parte Contraente darà alla Parte minacciata il suo pieno appoggio politico e diplomatico allo scopo di eliminare questa minaccia.

Art. 3. Se, malgrado i desideri e le speranze delle Parti Contraenti, dovesse accadere che una di Esse venisse ad essere impegnata in complicazioni belliche con un'altra o con altre Potenze, l'altra Parte Contraente si porrà immediatamente come Alleato al suo fianco e la sosterrà con tutte le sue forze militari per terra, per mare e nell'aria.

Art. 4. Allo scopo di assicurare, per il caso previsto, la rapida applicazione degli obblighi di alleanza assunti con l'art. 3, i Governi delle due Parti Contraenti approfondiranno maggiormente la loro collaborazione nel campo militare e nel campo dell'economia di guerra.
Analogamente i due Governi si terranno costantemente in contatto per l'adozione delle altre misure necessarie all'applicazione pratica delle disposizioni del presente Patto.
I due Governi costituiranno, agli scopi indicati nei summenzionati paragrafi 1 e 2, Commissioni permanenti, che saranno poste sotto la direzione dei due Ministri degli Affari Esteri.

Art. 5. Le Parti Contraenti si obbligano fin da adesso, nel caso di guerra condotta insieme, a non concludere armistizi e pace se non di pieno accordo fra loro.

Art. 6. Le due Parti Contraenti, consapevoli dell'importanza delle loro relazioni comuni con le Potenze loro amiche, sono decise a mantenere e a sviluppare di comune accordo, anche in avvenire, queste relazioni, in armonia con gli interessi concordati che le legano a queste Potenze.

Art. 7. Questo Patto entra in vigore immediatamente al momento della firma. Le due Parti Contraenti sono d'accordo nello stabilire a dieci anni il primo periodo della sua validità. Esse prenderanno accordi in tempo opportuno, prima della scadenza di questo termine, circa il prolungamento della validità del Patto.

In fede di che, i Plenipotenziari hanno firmato il presente Patto e vi hanno apposto i loro sigilli.

Fatto in doppio originale, in lingua italiana e in lingua tedesca, i due testi facendo egualmente fede.

Berlino, li 22 maggio 1939-Anno XVII dell'Era Fascista.
(L.S.) Galeazzo Ciano(L.S.) Joachim Von Ribbentrop


 

La Germania di Hitler fin dall'inizio del 1939 persegue in segreto la propria politica di espansione a est. Ma anche l'Italia di Mussolini (senza informare l'alleato) guarda oltre che al Mediterraneo e all'Africa, anche alla Penisola Balcanica.
Infatti, dopo l'annessione della Libia avvenuta lo scorso anno il 29 ottobre......
...La notte del 24-25 MARZO 1939, Mussolini invia all'Albania il suo minaccioso "ultimatum".
Mussolini é sconcertato e invidioso dei successi che sta ottenendo Hitler ( "ogni volta che prende uno Stato, mi manda un messaggio"). Agisce ora come ha fatto il Furher in Austria, Boemia, Moravia e Slovacchia.
Mussolini manda pochi giorni prima (nella notte del 24-24 marzo) un ultimatum all'Albania;   impone di accettare alcuni suoi diktat (occupazione militare in alcuni punti strategici del Paese e inclusione di italiani nel governo e nell'amministrazione), ma prima ancora della risposta (ha provocato ad arte un incidente - esiste un documento!) scatena l'invasione. Il re Zogu é costretto alla fuga in Grecia. Il 12 aprile i notabili, nel Paese occupato dagli italiani, offrono la corona d'Albania a Vittorio Emanuele III che invia sul posto il suo luogotenente JACOMONI. L'Albania diventa italiana. Con un colpo di mano senza avvertire nessuno.
Ma a Mussolini questo non basta,  é solo la sua prima mossa:  il Diario di Ciano ci illumina "I lavori stradali in Albania stanno andando bene, tutto il programma viene rivolto verso i confini greci; l'ha ordinato il Duce che medita sempre di balzare addosso alla Grecia alla prima occasione".
Intanto in Italia mentre si fanno grandi feste per la nuova "conquista" albanese, nel frattempo si pensa già ad altro: si gridano altri nomi negli esaltati cortei: Corsica, Tunisia, Savoia francese, Nizza. Intanto fin dal.....

 

Con più calma Mussolini forse fece alcune riflessioni.
Ma si trova infatti, un'altra volta di fronte a grandi dubbi. Non può tirarsi indietro, ma come abbiamo già letto nello scorso anno, sa di non essere preparato all'accelerazione che Hitler sta dando alla sua politica di aggressione. E pur con qualche saggia avvertenza di alcuni che gli stanno attorno, riferendogli cifre alla mano, che l'Italia è impreparata e disorganizzata, l'incoscienza individuale quasi collettiva dei peggiori consiglieri, nello spregio delle più elementari regole della logistica e della preparazione, sembra prendere tutti, per convinzione, o perché Mussolini ha già deciso, e quindi alcuni si schierano con le sue idee solo per compiacerlo, mentre le cose stanno camminando verso il precipizio. Sono passati infatti solo 100 giorni dal Patto, e inaspettatamente il......

25 agosto ....
giunge la brutta notizia - Hitler ha invaso la Polonia.

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