1945


6 AGOSTO - ORE 9.35.17

QUANDO L'INFERNO SCESE SULLA TERRA

( preghiamo chi è impressionabile di non guardare )

vedi poi anche
QUI > >
e
come si arrivò
alla Bomba Atomica QUI > > >

 

"Washington, 6 agosto - Il presidente Truman ha annunciato oggi che sedici ore fa aerei americani hanno sganciato sulla base giapponese di Hiroshima il più grande tipo di bombe finora usate nella guerra, la "bomba atomica", più potente di ventimila tonnellate di alto esplosivo. Truman ha aggiunto: "Con questa bomba noi abbiamo ora raggiunto una gigantesca forza di distruzione, che servirà ad aumentare la crescente potenza delle forze armate. Stiamo ora producendo bombe di questo tipo, e produrremo in seguito bombe anche più potenti"

(Comunic.Ansa, 6 agosto 1945, ore 20,45)
(Ma abbiamo anche la registrazione in fonia dell'annuncio di Truman)


" Guam, 8 Agosto - Il corrispondente della Reuter da Guam riferisce le impressioni del testimone oculare del lancio della prima bomba atomica. Il colonnello Paul V. Tibbits, pilota della "superfortezza volante" che ha sganciato su Hiroshina la bomba atomica, ha dichiarato; "E' difficile credere a quello che vedemmo. Sganciammo la bomba alle  9.35 precise (ora giapponese) e ci allontanammo al più presto possibile dall'obiettivo per evitare gli effetti dell'esplosione. Si levò una tremenda colonna di fumo che fece scomparire completamente alla vista Hiroshima".
Al ritorno dalla sua missione il colonnello Tibbits è stato decorato".

(Comun. Ansa, 8 agosto, ore 03.30)


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"Tokyo - 8 Agosto - Radio Tokyo informa che la bomba atomica ha letteralmente polverizzato tutti gli esseri viventi che si trovavano a Hiroshima. I morti e i feriti sono assolutamente irriconoscibili e le autorità non sono in grado di fornire dati  circa il numero approssimativo delle vittime. La città è un immenso cumulo di rovine"
(Prima pagina del Corriere Lombardo, dell'8 agosto 1945)
"Londra, 8 settembre - Riferendo le ultime cifre rese note alle autorità, la Domei ha dichiarato oggi che 254.000 persone sono rimaste vittime della bomba ad Hiroshima. 60.000 sono morte bruciate istantaneamente, 60.000 per ferite, 10.000 sono scomparse, 14.000 sono gravemente colpite e 100.000 leggermente. Soltanto 6.000 dei 250.000 abitanti della città sono rimasti incolumi. (Comun. Ansa. 8 settembre 1945, ore 18.25).


Hiroshima, l'alba del giorno dopo....distruzione totale, gli abitanti volatizzati

Nagasaki, 9 agosto, ore 12.00

"Guam, 9 agosto - A  mezzogiorno di oggi, ora giapponese, Nagasaki è stata attaccata con una o più bombe atomiche. La notizia è stata data da uno speciale comunicato del generale Spaatz, il quale aggiunge che, secondo quanto ha riferito l'equipaggio, i risultati sono eccellenti"
(Comun. Ansa, 9 agosto 1945, ore 09.45)

Nagasaki, PRIMA e DOPO

"Londra, 5 settembre - Il corrispondente speciale della Reuter, Peter Burchett, telegrafa  che quanti sono ancora vivi senza nessuna ragione apparente, la loro salute comincia a declinare. Perdono l'appetito. I loro capelli cadono. Il loro corpo si cosparge di macchie azzurrognole. Le orecchie, il naso e la bocca cominciano a sanguinare. E poi muoiono"
(Comun. Ansa, 5 settembre, ore 21,15)

In un secondo questa palla di fuoco irradiò milioni di gradi sulla due città
In questo secondo, 86 000 persone arsero vive all'istante.
In questo secondo, altre 72 000 persone subirono gravi ustioni

In questo secondo, 6.820 case furono sbriciolate e scagliate in aria dal risucchio di un vuoto d’aria, per chilometri di altezza nel cielo sottoforma di una colossale nube di polvere.
In questo secondo, furono spazzati via altri 3.750 edifici, le cui macerie si incendiarono.
In questo secondo, raggi mortali di neutroni e raggi gamma, bombardarono
il luogo dell’esplosione per un raggio di un chilometro e mezzo
e le donne colpite in seguito partorirono mostri.
In questo secondo, l’uomo, che Dio aveva creato a sua immagine e somiglianza, ha compiuto, con l’aiuto della scienza (che dicono dovrebbe "civilizzare") , il primo tentativo per annientare se stesso.
Il tentativo è perfettamente riuscito.
Sono riusciti a creare uomini a loro immagine e somiglianza
cioè dei mostri


senza testa... senza corpo... senza gambe... senza faccia ....senza cervello

Una violenza distruttiva e "creativa" più forte di Dio stesso (invocato sempre da vinti e vincitori).

Goebbel il 19-4-45 "Tedeschi fidiamoci della propria forza e sicurezza e nell'aiuto di Dio"

BBC- 14-8-45 "Londra, New York, Washington e altre città americane e europee hanno festeggiato, e ringraziato Dio nella chiesa di San Patrizio eseguendo l'"Alleluia" dal "Messia" di Haendel"



E se qualcuno in Europa metteva dentro i forni gli uomini,
in Giappone il forno a tutti gli abitanti gliel'hanno invece servito a domicilio,
dall'alto, che è ... meno "ripugnante".
"Processo a Walter Reder - Responsabile della "strage di Marzabotto" - Bologna 19 settembre 1951. "Nella strage che viene contestata a Reder, all'interrogatorio il Presidente ha ricordato all'imputato "Lei tenne rapporto prima dell'azione criminosa e diede tali ordini da suscitare perfino la "ripugnanza" dei suoi ufficiali".

L'imputato: "Non so spiegarmi cosa sia la parola "ripugnanza", forse che i comandanti dei bombardieri quando sganciano sulle città le bombe, certi di provocare la morte dei civili, loro forse sentono ripugnanza?". (19 settembre 1951. Comun. ANSA, ore 21.00)
Truman alla notizia del felice esito distruttivo:
"Con questa bomba noi abbiamo ora raggiunto una gigantesca forza di distruzione, che servirà ad aumentare la crescente potenza delle forze armate. Stiamo ora producendo bombe di questo tipo, e produrremo in seguito bombe anche più potenti"
(Comunic.Ansa, 6 agosto 1945, ore 20,45)


(Ma abbiamo anche la registrazione in fonia dell'annuncio al mondo dato alla radio americana da Truman, del giorno 9
).
Tibbets, il puntatore: "Non mi posi un problema morale: feci quello che mi avevano "ordinato di fare".
(Che è poi quello che all'incirca dissero i "vinti" processati a Norimberga).

"Al ritorno dalla sua missione il colonnello Tibbits è stato decorato".

(Comun. Ansa, 8 agosto, ore 03.30)
Se ne fosse venuto in possesso Hitler (e ci mancò poco- LEGGI SOTTO ) lui l'atomica era intenzionato a sganciarla su New York e Londra, e molto probabilmente avrebbe premiato pure lui il puntatore.
Come giustificazione, avrebbe usato le stesse parole sopra di Truman,
e poi fatto eseguire l'"Alleluia" dal "Messia" di Haendel.
E' proprio vero: " La follia di alcuni umani va spesso a passeggio  per  il  mondo
 e non  v'è  luogo in  cui  non  risplenda "
Einstein: " Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale,
ma so che la Quarta sarà combattuta con le pietre"
.
Anche perchè, ancora oggi, l'impiego delle bombe atomiche non è considerato un crimine contro l'umanità.
Sono solo "armi tattiche nucleari" !! In mano agli infallibili "saggi" con i neuroni cerebrali (dicono) tutti a posto, ma che qualche volta basta a loro una zanzara per finire come Alessandro Magno, o una pozzanghera per finire come Barbarossa, e quando va proprio male appesi a un gancio di macellaio in un distributore di benzina con la folla (che alla fine fa sempre ciò che vuole) osannante.

Song of  HIROSHIMA
(A ricordo del 6 agosto 1945)
di 
Koki Kinoshita

Dove è stata distrutta la città,
dove ci sono ora le ceneri dei nostri amati,
dove c'era l'erba verde
e le bianche piante,
il raccolto  é stato funesto.
Perciò, fratelli e sorelle, vigilate e badate 
che non venga mai la terza bomba atomica.

La pioggia lieve raccoglie il veleno dal cielo, 
e i pesci portano la morte nelle profondità del mare;
le barche dei pescatori sono ferme, i pescatori sono ciechi,
il raccolto  é stato funesto.
Perciò, uomini di terra e di mare, vigilate e badate 
che non venga mai la terza bomba atomica".

SONG OF HIROSHIMA

In the place where our city was destroyed, 
where we buried the ashes of the ones that we loved
there the green grass grows and the white waving weeds
deadly the harvest of two atom bombs.
Then, brothers and sister, you must watch, and take care
that the third atom bomb never comes.
Gentle rain gathers poison from the sky 
and the fish carry death in the depths of the sea;
fishing boats are idle, their owners are blind,
deadly the harvest of two atom bombs:
Then, landsmen and seamen, you must watch, and take care
that the third atom bomb never comes.

Koki Kinoshita



i sopravissuti

TESTIMONIANZA
(vissuta nella zona a 2000 metri dal GROUND ZERO)
Brano tratto da "Lettera da Hiroshima" di T.Hara ............
" Mi ero alzato verso le otto di mattina quel 6 agosto 1945. Il giorno avanti, alla sera, vi erano stati due allarmi, nessuno dei quali seguito da bombardamento. Improvvisamente ricevetti un colpo sulla testa e tutto diventò oscuro davanti ai miei occhi. Gettai un grido ed alzai le braccia. Nelle tenebre, non sentivo che un sibilo di tempesta. Non arrivai a comprendere cosa fosse successo. Il mio primo grido, io l'avevo inteso come se fosse stato gettato da qualcun altro. Poi il mondo intorno mi ritornò visibile benché ancora non nettamente, ed ebbi l'impressione di trovarmi sui luoghi di un immenso cataclisma. Dietro la spessa nuvola di polvere apparve un primo spazio blu, seguito ben presto da altri spazi blu sempre più numerosi. Brevi fiammate cominciarono a sprizzare dall'edificio vicino, un deposito di prodotti farmaceutici. Era tempo di abbandonare quei luoghi. In compagnia di K, mi aprii la strada fra le macerie.
Fumate vorticose si elevavano da tutte le case in rovina. Raggiungemmo un posto in cui le fiamme mandavano un calore insopportabile. Poi trovammo un'altra strada che ci portò sino al ponte di Sakai. Il numero dei profughi che affluiva verso quel posto aumentava sempre. Io presi la direzione del palazzo Izumi. I cespugli calpestati dalle persone in fuga avevano formato una specie di passerella. Gli alberi erano quasi tutti decapitati. Ciascuno dapprincipio pensava che solo la sua casa fosse stata colpita, ma una volta al di fuori, ci si accorgeva che tutto era stato distrutto. Tuttavia, benché le case fossero completamente distrutte, in nessun posto si vedevano quelle buche che normalmente fanno le bombe. Sull'altra sponda, l'incendio, che sembrava essersi calmato, riprese a divampare.

Improvvisamente, nel cielo, al di sopra del fiume, vidi una massa d'aria straordinariamente trasparente che risaliva la corrente. Ebbi appena il tempo di gridare "Una tromba" che già un vento terribile ci colpì. I cespugli e gli alberi si misero a tremare, alcuni furono proiettati in aria da dove ricaddero come saette sul tetro caos. Si aveva l'impressione che il riflesso verde di un orribile inferno venisse a stendersi al di sopra della terra. Dopo il passaggio della tromba, ben presto il crepuscolo invase il cielo. Incontrai mio fratello maggiore il cui viso era ricoperto come da una sottile pellicola di pittura grigia. Il dorso della sua camicia era ridotto a brandelli e scopriva una larga lesione che somigliava ad un colpo di sole. Risalendo con lui la stretta banchina che costeggia il fiume, alla ricerca di un traghetto, vidi una quantità di persone completamente sfigurate. Ve ne erano lungo tutto il fiume e le loro ombre si proiettavano nell'acqua. I loro visi erano cosí orrendamente gonfiati che appena si potevano distinguere gli uomini dalle donne. I loro occhi erano ridotti allo stato di fessure e le loro labbra erano colpite da forte infiammazione. Erano quasi tutti agonizzanti con i loro corpi ustionati completamente nudi.

Quando passavamo vicino a questi gruppi, ci gridavano con voce dolce e debole "Dateci un po' d'acqua", "Soccorretemi, per favore"; quasi tutti avevano qualche cosa da chiederci. Il cadavere nudo di un ragazzo giaceva nel fiume e, ad un metro di distanza, accovacciate su un gradino, si trovavano due donne. Riconoscemmo che erano donne soltanto per la loro acconciatura per metà bruciata.

Trovammo infine un piccolo traghetto e, remando, giungemmo all'altra riva. Era quasi notte quando toccammo terra. Anche da questa parte sembrava che ci fossero molti feriti. Un soldato accovacciato sui bordi dell'acqua mi chiese di dargli un po' d'acqua calda. Appoggiandosi alla mia spalla, camminava sulla sabbia con sforzo. Bruscamente, mi disse: "Sarebbe meglio esser morti". Acconsentii in silenzio e, in quel momento, senza scambiare una sola parola, ci trovammo tutti e due riuniti in una incontenibile collera davanti alla pazzia che ci circondava. Seduto ad una tavola, un uomo dalla testa enorme e bruciata beveva acqua calda in una tazza da tè. Il suo strano viso sembrava fatto di una serie di grani di soia neri, inoltre i suoi capelli erano tagliati orizzontalmente all'altezza delle orecchie. Soltanto piú tardi, dopo aver incontrato molti altri ustionati con i capelli tagliati orizzontalmente, finii per capire che le loro capigliature erano state distrutte sino al bordo dei loro cappelli.

Al momento della marea, lasciammo la riva per risalire sulla banchina. Con l'oscurità, la notte si trasformava in inferno. Si udivano grida dappertutto "Da bere, da bere!". Improvvisamente un allarme: da qualche parte una sirena doveva esser rimasta intatta. Il suo urlo lacerò la notte. La città continuava a fiammeggiare: a valle, si scorgeva il bagliore incerto dell'incendio. Nel quartiere dei tempio, numerosi feriti gravi erano sdraiati un po' dappertutto, per terra. Non un albero, non una tenda per dar loro un po' d'ombra. Noi ci costruimmo un riparo appoggiando pezzi di tavole contro un muro e scivolammo li sotto. Dovemmo passare ventiquattro ore in quel breve spazio, dividendolo in sei. Due metri più lontano c'era un ciliegio che aveva conservato qualche foglia. Due studentesse si erano lasciate cadere sotto questo albero: avevano tutte e due il viso carbonizzato e, volgendo il loro magro dorso al sole, supplicavano che si desse loro un po' d'acqua. Erano giunte il giorno prima ad Hiroshima per partecipare alla mietitura e così erano state colpite da questa grande disgrazia. Il sole era al suo declino. Anche prima del levar del giorno, ascoltavamo intorno a noi il mormorio ininterrotto delle preghiere: in quell'angolo le persone sembrava morissero l'una dopo l'altra. Le due studentesse morirono all'alba. Nuovo allarme verso mezzogiorno e si intese un rombo nel cielo.

Le persone morivano l'una dopo l'altra e nessuno veniva a portar via i cadaveri. Con l'aria sconvolta, i vivi erravano tra i corpi. Si videro allora tutte le rovine nelle strade principali. Uno spazio vuoto e grigio si estendeva sotto un cielo di piombo. Soltanto le strade, i ponti ed i bracci del fiume erano ancora riconoscibili. Nell'acqua galleggiavano cadaveri dilaniati, gonfiati. Era l'inferno divenuto realtà. Tutto ciò che era umano, era stato cancellato. I visi dei cadaveri si somigliavano tutti, come se portassero tutti la stessa maschera. Prima di irrigidirsi, le membra degli agonizzanti si agitavano sotto l'effetto del dolore in maniera assai strana. I chilometri di cavi che coprivano il suolo e gli innumerevoli frammenti di pali elettrici costituivano un disegno pazzesco. Davanti allo spettacolo di un tram che sembrava fosse stato rovesciato e bruciato nello spazio di un lampo, o davanti a quello di un cavallo morto, con la carcassa smisuratamente gonfia, si aveva l'impressione di trovarsi al centro di un quadro surrealista. La nostra carretta attraversava interminabili spazi coperti di rovine e la serie delle case smantellate si prolungava sino alla più lontana periferia.

Trovammo un paese verde ed intatto soltanto molto più avanti. La danza leggera delle libellule che folleggiavano al di sopra dei campi verdi di riso ci commosse profondamente. Di là, prendemmo la strada lunga e monotona che conduce al villaggio di Yáwata. Era notte quando vi giungemmo. Il giorno dopo dovemmo riprendere la nostra vita miserabile. Non solo non si vedeva nessun segno di miglioramento dei feriti, ma anche coloro che stavano bene si indebolivano ogni giorno di più e deperivano per mancanza di nutrimento. Qualche giorno più tardi vidi arrivare un allievo, mio nipote, che in seguito doveva morire. Al momento dell'esplosione si trovava a scuola. Quando vide l'accecante luce che entrò nell'aula, egli si gettò sotto il suo banco. Il soffitto era crollato e l'aveva seppellito, ma insieme con qualche compagno era riuscito a venir fuori attraverso un buco.

La maggior parte dei fanciulli erano stati uccisi sul colpo. Con i suoi compagni, si era rifugiato su una vicina montagna e durante l'ascensione aveva continuato a vomitare un liquido bianco. Una settimana dopo il suo arrivo al villaggio cominciò a perdere i capelli e divenne calvo in due giorni. Già s'era sparsa la voce che un malato non avrebbe sopravvissuto alle sue ferite se perdeva capelli e sanguinava dal naso. Tuttavia mio nipote doveva vivere ancora qualche tempo malgrado il grave stato in cui si trovava. ............Verso sera, attraversai il ponte e mi diressi, attraverso i campi, in direzione del terrapieno che si trova ai margini di Yáwata. Una libellula nera asciugava le sue ali su una roccia. Io feci il bagno là, respirando assai profondamente. Girando la testa, vidi i piedi della montagna avviluppati nel crepuscolo, mentre le cime lontane scintillavano ancora al sole che tramontava. Si sarebbe creduto un paesaggio di sogno. Il cielo al di sopra di me era di un silenzio assoluto.
Ebbi la impressione di non esser venuto sulla terra che dopo l'esplosione della bomba atomica".
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Una bambina che all’epoca aveva cinque anni ricordò: "Proprio mentre guardavo su in cielo, ci fu un lampo di luce bianca, e in quella luce il verde delle foglie prese improvvisamente il colore delle foglie secche". L’immensa esplosione colse buona parte dei 350 000 abitanti in strada, mentre si stavano recando al lavoro. Fu questione di un attimo, il tempo di percepire l’immenso lampo luminoso. Nella zona dell’ipocentro la temperatura balzò in meno di un decimo di secondo a 3000-5000 °C. Ogni forma di vita nel raggio di ottocento metri svanì in seguito all’evaporazione dovuta al tremendo calore. Tutte le abitazioni vennero rase al suolo e una tempesta di fuoco spazzò il perimetro urbano fino a 3-4 chilometri dal luogo dello scoppio, provocando nella popolazione terribili ustioni. Gli effetti delle emissioni di neutroni e di raggi gamma, che si manifestano con la perdita delle difese immunitarie e con alterazioni a livello genetico, si faranno sentire sia immediatamente sia negli anni futuri. Le persone più esposte alle radiazioni moriranno per emorragie e infezioni. Nei mesi e negli anni successivi aumenteranno i casi di leucemia e il 23 % dei nati dopo lo scoppio sarà affetto da malformazioni congenite. In quel solo giorno le vittime furono più di 100 000. E saliranno a 140 000 alla fine dell’anno. A cinque anni dallo scoppio le vittime ricollegabili all'esplosione saranno ben 200 000.

LA BOMBA ATOMICA
COME CI SI ARRIVO'
Dal punto di vista scientifico, il tutto parte dalle scoperte di Einstein riguardo la trasformazione di materia in energia (la famosa legge E=mc2) e l’applicazione pratica di tali scoperte grazie a Fermi con la realizzazione dell’omonima pila atomica. Poi la scienza militare ci ha messo poco a sviluppare uno strumento di morte ad altissimo potenziale. Esteticamente non è molto dissimile da una bomba qualunque ed ha anch'essa gli alettoni equilibratori. È un cilindro di 80 cm di diametro, lungo 3,28 m e pesa complessivamente 4400 Kg. La carica nucleare è di appena 62,3 Kg. di Uranio 235, scomposta in quattro parti uguali che sono tenute scrupolosamente separate e isolate. Solo all'ultimo momento quattro detonatori provvedonoo a scagliarle l'una contro l'altra alla velocità di 1500 metri al secondo, affinché formino la massa critica, cioè la quantità minima di materiale radioattivo necessario per l’innesco della fissione.
La bomba impiegò 43 secondi per cadere dal B-29 che l’aveva lanciata e centrare l’obiettivo. Il corpo centrale era circondato da piccoli fori da cui uscivano alcuni cavi di collegamento che vennero strappati al momento del lancio: questa manovra aveva azionato il dispositivo a orologeria del suo primo sistema di innesco. Accanto alle alette stabilizzatrici, poi, c’erano delle antenne radio che servivano per calcolare quanti metri mancavano all’impatto col suolo. A circa 580 metri di altezza giunse l’ultimo segnale di ritorno. L’altezza ideale si era calcolato fosse di poco meno di 610 metri. Un impulso elettrico avrebbe fatto brillare un certo quantitativo di cordite, producendo un’esplosione di normale artiglieria. A quel punto una piccola parte dell’uranio totalmente purificato sarebbe stata sospinta in avanti, attraverso la canna di un’arma da fuoco. Il primo segmento d’uranio si spostò di circa 1,20 m, per poi scontrarsi con la massa di uranio rimanente dando luogo alla reazione a catena. Tale reazione passò attraverso 80 “generazioni” di duplicazioni prima di concludersi. Alla 79a ogni azione di E=mc2 ebbe termine. Non scomparve altra massa né si formò nuova energia. L’energia cinetica dei nuclei venne semplicemente convertita in calore.
Come ci si è arrivati?
LA GERMANIA
I tedeschi erano animati da uno spirito ben diverso da quello americano: avevano una fede cieca in tutto ciò che c’era di nuovo: strade, automobili, macchinari e, perché no, conquiste.
La ricerca nel campo della distruzione atomica aveva ormai raggiunto un livello che si poteva ottenere il massimo con il minimo sforzo. La figura più importante della ricerca tedesca era Heisenberg, diffamato e perseguitato, però, dal settimanale delle SS per scarso patriottismo. In seguito ottenne protezione da Himmler a patto che disapprovasse pubblicamente Einstein e gli altri fisici ebrei. Nei primi mesi del 1939 Heisenberg aveva già elaborato la prima parte di uno studio sulla bomba atomica: e con Otto Hann, la fissione nucleare (LEGGI PIU' AVANTI).
I primi test ebbero luogo a Berlino presso la “casa dei virus”. I quantitativi di uranio erano facilmente reperibili, dato che la Germania aveva conquistato la Polonia. Per far avvenire la reazione, però, era necessario un moderatore di velocità per i neutroni: l’ACQUA PESANTE: si predisposero, quindi, dei laboratori a Lipsia. Quando tutto fu pronto, si chiusero l’acqua pesante e l’uranio in una sfera di materiale con un foro sul fondo in cui era inserito del materiale radioattivo che avrebbe rilasciato i neutroni. Nei primi milionesimi di secondo, secondo Heisenberg, sarebbero avvenute circa 2000 esplosioni, poi 4000,8000 e così via. L’uranio utilizzato, però, non era abbastanza puro da innescare la reazione.
Lavorare l’uranio in modo da renderlo utilizzabile era inoltre una procedura complessa, senza contare che si produceva una polvere dannosissima per gli operai, problema però facilmente risolvibile facendo lavorare i deportati dei campi di sterminio. Nel 1942 l’esperimento ebbe infine successo.
Un problema per la costruzione della bomba tedesca era la forma da dare all’uranio. Quella migliore era certamente la sfera, ma Heisenberg scelse dei fogli piani, per semplicità di calcoli. Ora si trattava solo di aspettare che il materiale necessario per la bomba fosse prodotto ed in questo erano avvantaggiati i tedeschi, visto che gli USA erano reduci della Grande Depressione, e nonostante Fermi, erano ancora lontani da alcuni risultati chiave.
Non sapevano però che OTTO HANN, aveva passato le notizie, prima a Bohr, in Inghilterra, e lui a sua volta le trasmise ad Einstein in America, che a sua volta allertò Roosevelt del pericolo e quindi a "svegliarsi"..
GLI STATI UNITI
Prima di procedere al progetto della bomba atomica, si sarebbe dovuto costruire un enorme reattore, accanto ad un grande fiume dove riversare l’acqua del sistema di raffreddamento.; ci sarebbe stato bisogno di fabbriche estese migliaia di metri quadrati per filtrare le nubi tossiche di uranio. Groves, direttore del centro di ricerche a Los Alamos, nonché del progetto Manhattan, riuscì a realizzare tutto questo a tempo di record, per l’aprile del 1943. Oppenheimer fu scelto come coordinatore delle ricerche. Egli reclutò per primi gli scienziati più anziani e famosi: i giovani vi si unirono presto.
In America, comunque, si stavano costruendo due bombe distinte. Un gruppo, guidato da Lawrence, nel Tenessee, aveva adottato un approccio brutale, tentando di estrarre la componente più esplosiva dell’uranio naturale. Gli scienziati dell’altro gruppo, nello stato di Washington, avevano adottato un approccio più sottile. Erano partiti dall’uranio comune, sperando di convertirlo in un elemento completamente nuovo: il PLUTONIO.

Al Pentagono Lawrence e il suo gruppo del Tennessee piacevano, ma alla fine risultò che il progetto di Washington, gestito da stranieri, aveva ottenuto i migliori risultati: gli scienziati del primo gruppo, infatti, avevano ottenuto uranio purificato sufficiente per riempire solo una busta. Lo staff di Los Alamos, però, si rese anche conto che il plutonio prodotto sarebbe stato inutilizzabile perché sarebbe esploso fin troppo facilmente. A questo punto Oppenheimer intuì che l’unico modo per utilizzare questo materiale era usarne una massa a bassa densità, che non sarebbe esplosa. Però, poi, vi si sarebbe dovuto avvolgervi intorno dell’esplosivo da far scoppiare nello stesso istante. In questo modo il plutonio sarebbe collassato verso l’interno così velocemente da non disperdersi prima di scoppiare.
Intanto la situazione stava precipitando: il 21 agosto del 1943 arrivò un dispaccio:
".... è possibile che i tedeschi…abbiano, poniamo, una produzione di due gingilli al mese. Ciò metterebbe la Gran Bretagna in una situazione estremamente grave ma ci sarebbe la speranza di una nostra risposta…a patto che il nostro programma…venga drasticamente accelerato.
Con l’arrivo di Bohr a Los Alamos, giunsero voci secondo le quali il potente ciclotrone dell’istituto di Copenaghen sarebbe stato portato in Germania e con esso si poteva produrre plutonio. Inoltre le fabbriche tedesche avevano iniziato a produrre acqua pesante. Fu il trasporto di questa sostanza, insomma, la ragione che spinse gli Americani ad affondare, il 20 febbraio del 1944 alle 10.45, un traghetto partito da Vemork e diretto alle coste tedesche.
Fu solo, però, nell’agosto del 1945 che i lavori vennero completati. In precedenza, sempre nel 1945 le armate alleate in avanzamento avevano trovato intere fabbriche con file e file di aviojet e aviorazzi. L’affondamento del traghetto dell’anno precedente aveva garantito che solo una piccolissima parte dei progetti atomici tedeschi fossero portati a termine.

Oggi si sente spesso ripetere che il bombardamento atomico del Giappone era giustificato in quanto l’unica alternativa sarebbe stata un’invasione. Ma all’epoca il quadro della situazione non sembrava così chiaro. Il grosso delle truppe giapponesi non rappresentava un problema per gli USA: era bloccato in Cina dai sottomarini americani che ne impedivano la traversata verso la madrepatria e minacciato dal peso delle truppe sovietiche. La maggior parte della capacità industriale giapponese era finita in fumo.
MAC ARTHUR non pensava si sarebbe arrivati ad un’invasione,
il capo dello stato maggiore, LEAHY disse che non c’era stata alcuna necessità di usare la bomba.
EISENHOWER, poi si opponeva fermamente per due ragioni:
1) i Giapponesi erano pronti alla resa.
2 )non voleva usare per primo un’arma così terribile.

Il più influente consigliere di Truman, Byrnes, però, era a favore del suo utilizzo.
Oppenheimer accettò questa decisione, anche se parta di lui continuava a nutrire qualche dubbio.
Americani ed Inglesi con due grandi battaglie aeronavali avevano iniziato l’accerchiamento del Giappone. Ma la casta militare giapponese ed un fanatismo di tipo razziale li spingevano a non arrendersi. Anzi i giovani piloti addestrati al suicidio, i “Kamikaze” si gettavano con i loro aerei contro le navi americane per affondarle. Il 26 luglio gli Alleati inviano un ultimatum al Giappone per una resa incondizionata. Ricevuto il rifiuto come risposta il presidente americano Truman ordinò di sperimentare una nuova arma: la bomba atomica che fu sganciata il 6 agosto su Hiroshima e il 9 agosto su Nagasaki.
IL MISTERO
Quello che i nostri lettori forse non sanno è da dove arrivava l'uranio utilizzato per queste ultime due esplosioni, Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945). Intanto occorre precisare che si lanciarono due bombe sul Giappone, invece di una, per dimostrare che la prima non era l'unica e ultima bomba atomica posseduta dagli USA. 

E poi, è questa è la rivelazione, bisogna sapere che alcuni componenti fondamentali delle due bombe arrivarono dalla... Germania, da un carico che si vuole in origine destinato ad uno scambio di materiali bellici tra Hitler ed Hirohito, l'imperatore del Giappone. La versione comunemente accreditata dice che le prime tre bombe atomiche vennero prodotte dagli USA con un costo di due miliardi di dollari e cinque anni di lavoro di un'armata di scienziati di alto livello, con l'aiuto della Gran Bretagna. E' vero che gli USA avevano avuto successo nell'arricchimento dell'uranio - il componente principale della bomba atomica - ma le prove scoperte indicano chiaramente che a causa della fretta e dei ritardi tecnologici, solo grazie alla sorprendente opportunità di poter ottenere dalla Germania i componenti necessari, che erano scarsi negli USA, fu possibile per il Progetto Manhattan di completare le sue bombe in tempo per il bombardamento sul Giappone previsto per la fine dell'agosto 1945. 

Quello che scioccherà il lettore sarà lo scoprire che questi materiali non vennero catturati durante una fortunata azione di guerra, bensì erano una contropartita di una transazione segreta tra la Germania e gli USA: l'accordo prevedeva che alcuni scienziati nazisti (circa 500) ricevessero una garanzia d'impunità, ancorché vivendo nascosti per decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale, dopo essere fuggiti dall'Europa. Vi sono documenti degli Archivi di Stato degli USA a dimostrazione di questa tesi che gettano luce anche sulla politica di alcuni presidenti statunitensi nei decenni successivi all'armistizio. Si tratta proprio di effettuare una revisione storica di enorme portata, alla luce dei dati e dei documenti acquisiti, che chiarirà molti aspetti altrimenti destinati a rimanere oscuri. 

Tra questi documenti vi è la lista dei materiali immagazzinati all'interno del sommergibile tedesco (Unterseeboot) U-234 XB, tra i quali troviamo 560 kg di ossido di uranio in dieci contenitori ed altre tecnologie belliche naziste che all'epoca erano allo stato dell'arte. Ad esempio, due aerei jet da caccia Messerschmidt 262 completamente smontati (il Messerschmidt fu il primo aviogetto e venne utilizzato durante la seconda guerra mondiale). Inoltre vi erano i silenziosi siluri a propulsione elettrica e vari progetti avanzati tra cui quelli per costruire i temuti missili V-2 a propulsione chimica (un vettore inquietante) ed i proiettili all'uranio impoverito destinati alla difesa contraerea. Un Messerchmidt 262 Schwalbe.
Le casse contenenti i caccia Me262 vennero trasferite presso la base aerea di Wright Field, Dayton (Ohio), dove l'ingegnere Bingewald provvide a ricostruirne un esemplare che, a quanto pare, volò nel maggio/giugno 1945. In seguito Bringewald diventerà il direttore del progetto per la costruzione del nuovo caccia a reazione F-105 Thunderchief (primo volo il 22/10/1955) ed era semplicemente l'evoluzione di un precedente (ma riuscitissimo) caccia: l'F-84 thunderjet, il quale fu impiegato in maniera considerevole dagli USA nel dopoguerra, nella guerra di Corea e nelle prime fasi della guerra del Vietnam prima di essere sostituito proprio dall' F-105.

(Anche se appare illogico che gli USA volessero copiare il motore a reazione tedesco dato che ne disponevano uno nel '42 (il Bell P-59 Airacomet, il quale compì il suo primo volo già il 1/10/1942) semmai la cosa può essere spiegata dal fatto che gli USA volessero capire fino a che punto si era spinta la ricerca tedesca. Servì insomma per aiutare gli ingegneri americani - Ndr).
(In un suo libro "Ultimo atto. Le verità nascoste sulla fine del Duce" (Rizzoli ed. apr. 2005) Romano Mussolini, fa riferimento agli studi recenti di uno storico tedesco Rainer Karlsch (vedi la recensione del libro ora pubblicato anche in Italia) . Si tratta della tesi in base alle quali i tedeschi le atomiche le avevano pronte prima della fine della guerra, e che quindi la bomba di Hiroshima fosse stata realizzata in Germania. Con un intervento sul Corriere d.S. del 20 aprile 2005, il presidente del Centro Studi internazionali Andrea Margellini, parlando delle presunte atomiche naziste, afferma "Francamente è una tesi che non regge". Ma più avanti afferma "quello americano ...fu il frutto di un gigantesco sforzo internazionale cui parteciparono scienziati di molti Paesi, anche esuli, come sappiamo da Italia e Germania...". (quindi.... ci da la conferma che parteciparono anche scienziati tedeschi)).
(del resto basta vedere cosa accadde un famoso 24 dicembre 1938 a Berlino - LEGGI PIU' AVANTI)

 L'esistenza del sottomarino U-234 (dal nome troppo casualmente corrispondente ad un isotopo dell'uranio) e del suo carico è un argomento di cui ogni tanto si vagheggia. L'elemento clou della discussione consiste nella seguente domanda: il carico trovato nel sommergibile è stato utilizzato nella guerra contro il Giappone? Fino ad oggi non vi erano prove, non lo si poteva dimostrare. Il primo indizio importante ritrovato consiste nella scoperta di un dispaccio segreto del Comando delle Operazioni Navali di Washington che indicava che l'uranio era stato immagazzinato per il trasporto in barili assieme a dell'oro. Ricerche successive mostrarono che l'oro, che è un metallo molto stabile, era semplicemente usato per poter maneggiare l'uranio già arricchito e allo scopo di evitare la contaminazione e la corrosione. L'uranio arricchito è una componente essenziale per la costruzione della bomba atomica, poiché è fissile. 
In valuta del 1945, una oncia di uranio valeva 100.000 dollari, quindi non stupisce che si usasse dell'oro per isolarlo. L'oro non sarebbe stato usato se l'uranio trasportato fosse stato uranio naturale e non del tipo arricchito, poiché il valore dell'uranio naturale non avrebbe giustificato la spesa. Negli Stati Uniti, all'epoca, l'uranio naturale veniva trasportato in barili di acciaio o contenitori imbottiti senza alcun tipo di protezione contro la corrosione.

Un'altra prova del fatto che l'uranio trasportato dall'U-234 era uranio arricchito, viene dalla testimonianza di un marinaio del sommergibile che era presente al caricamento ed allo scaricamento dell'imbarcazione. Questo marinaio ha raccontato in due memorie che i container dell'uranio avevano la scritta "U-235" (nome ancora troppo casualmente corrispondente ad un isotopo dell'uranio) dipintavi sopra poco prima dell'imbarco. La sigla U-235 è quella che scientificamente indica l'isotopo 235 dell'uranio, ovvero l'uranio cosiddetto arricchito. Quello che rimane dal processo estrattivo, è invece il cosiddetto uranio impoverito, ovvero un uranio privato di circa la metà della quantità dell'isotopo U-235 normalmente presente nell'uranio naturale (ovvero 0,3 % invece del normale 0,7 %). 

Lo stesso sommergibilista racconta che il personale della Marina degli Stati Uniti in seguito ha testato con dei contatori geiger alcune parti del sommergibile per verificarne la radioattività. Gli strumenti registrarono una forte contaminazione radioattiva. Senza capire il significato della scritta U-235, il marinaio pensava che l'uranio fosse stato dimenticato in Germania prima della partenza. Ovvero nel reattore per la produzione di plutonio che non funzionò ma che venne ampiamente pubblicizzato. Ma anche se prove evidenti dimostrano che l'uranio contenuto nel sommergibile era uranio arricchito, questo non vuol dire automaticamente che fosse stato usato nel conflitto col Giappone. 

Per provare che questi due episodi sono collegati, abbiamo copie di documenti degli archivi nazionali USA che dimostrano dei collegamenti tra il progetto Manhattan e il sommergibile U-234. Uno dei documenti è un cablogramma segreto, sempre dal comando navale di Washington, che ordina ad una pattuglia di tre uomini di prendere possesso del carico dell'U-234. Secondo il documento l'accompagnatore dei due uomini era il Maggiore John E. Vance del corpo del genio (l'Army Corps Engineer), il corpo che lavorava al progetto Manhattan. Altri documenti mostrano che poco dopo l'arrivo di Vance, quando venne fatto un ulteriore inventario del carico, l'uranio era scomparso dai materiali in carico alla Marina. Alcune trascrizioni di telefonate che avvennero circa una settimana dopo tra due agenti segreti del progetto Manhattan, attestano che il carico di polvere di uranio era consegnato ed affidato esclusivamente ad una persona indicata solo come "VANCE". 

Sarebbe una coincidenza poco probabile che si tratti di un altro Vance e non dell'ufficiale che aveva fatto il sopralluogo sul sottomarino, e addirittura che si tratti di un'altra polvere di uranio e non quella catturata nell'imbarcazione. Un secondo collegamento documentario tra il Progetto Manhattan e l'U-234, che trasportava otto persone che non erano della ciurma oltre al pericoloso carico, era che due delle persone catturate avevano avuto contatti con un sedicente ufficiale dei servizi della Marina USA identificato in altri documenti come "Comandante Alvarez" o "Signor Alvarez".
(nella stessa occasione (3 maggio, a Urfeld liberata) "catturarono" anche Heisemberger, il "cervello" atomico più ambito dagli Usa.)

Questa persona -Alvarez- è quella -guarda caso- che ha preso in carico il prigioniero Dott. Heinz Schlicke, uno degli scienziati a bordo del sommergibile, che era appunto diventato prigioniero di guerra. Il Dott.Schlicke era un esperto di tecnologia delle alte frequenze, come ad esempio il radar e gli infrarossi. Cercando tra gli allievi ufficiali dell'Esercito e gli ufficiali di Marina tra il 1943 ed il 1945 non si sono trovati nominativi corrispondenti ad "Alvarez". Ma si sa che il Generale Groves, capo del progetto Manhattan, era solito fornire coperture militari a scienziati del progetto Manhattan per lasciarli operare più agevolmente, quando necessario, all'interno della struttura militare. 

Infatti troviamo Luis W. Alvarez indicato come uno degli eroi del progetto Manhattan e si tratta proprio dell'Alvarez che era chiamato "Comandante Alvarez", travestito da militare per ottenere informazioni scientifiche più facilmente dal Dott. Dr. Heinz Schlicke. Proprio Luis Alvarez era lo scienziato che all'ultimo momento tirò fuori dal cilindro la soluzione per far detonare contemporaneamente i 32 inneschi della seconda (in realtà della terza bomba, essendo stato tenuto nascosto fino a pochi anni fa il test ad Alamogordo), quella al plutonio, la bomba poi sganciata su Nagasaki. 

E pensare che prima di questa improvvisa soluzione gli uomini del Progetto Manhattan avevano lavorato un anno e mezzo senza cavare un ragno dal buco. Proprio Alvarez, secondo documenti dell'archivio di stato, era a capo dell'equipe di tre scienziati incaricati di trovare la soluzione per gli inneschi. Il Dott. Schlicke, mentre era a bordo del sommergibile, aveva in carico un nuovo sistema d'innesco a base raggi infrarossi. Ancora in un cablogramma segreto possiamo trovare traccia del fatto che Schlicke venne riaccompagnato a bordo del sommergibile da due ufficiali per ritrovare gli inneschi agli infrarossi che vi erano rimasti. Questi inneschi funzionano sul principio della luce ed alla velocità della luce. 

La prima bomba USA ad implosione, quella del New Mexico, aveva un sistema di innesco multi-punto basato su detonatori filocomandati e solamente in seguito si passò ad un sistema di accensione basato sulla luce per proteggerlo dalle interferenze elettromagnetiche che avrebbero potuto provocare un innesco accidentale. Allora si usavano come inneschi dei "thyrotron" all'idrogeno ad alta tensione prodotta da alimentatori ad alta tensione collegati con fili elettrici alla testata. Il sistema descritto invece è molto simile a quello del flash. Questo sistema d'innesco della detonazione è molto più accurato e meno suscettibile all'interferenza dei campi elettromagnetici. Le prove mostrano che Alvarez ed il Comandante Alvarez erano la stessa persona, inoltre Alvarez usò la tecnologia ad infrarossi del Dott. Schlicke per accendere simultaneamente i 32 inneschi risolvendo così il problema dell'accensione della bomba al plutonio, quindi la sua trasportabilità, quindi il suo impiego come arma.

Alvarez, prima di essere assegnato al progetto Manhattan, lavorava sulla tecnologia delle alte frequenze, incluso il radar, lo stesso campo in cui Schlicke era un esperto. Sulla base dei curriculum di chi era addetto al progetto Manhattan, solo Alvarez avrebbe potuto essere l'interlocutore di Schlicke negli USA. Dopo la guerra, il Dr. Schlicke divenne uno dei tanti assunti a contratto nel progetto segreto denominato "Operazione Paperclip". 

Luis Alvarez vinse il premio Nobel 1968 per la fisica per il suo studio sulle alte frequenze,  fu lui a costruire nel dopoguerra a Berkeley il primo acceleratore lineare di particelle elementari, e fu anche quello che propose la teoria, all'epoca derisa, secondo la quale i dinosauri si sarebbero estinti a causa di un meteorite che avrebbe colpito la terra. 

Queste rivelazioni sul sommergibile U-234 ed i suoi passeggeri sono destinate a causare delle discussioni tra gli studiosi e gli appassionati della Seconda Guerra Mondiale, ma certamente il fatto che tutto sia basato su un accordo tra i nazisti e gli americani accenderà ancor più il dibattito. Esiste infatti tutta una serie di prove che testimoniano del fatto che gli alti ufficiali di Hitler avevano avuto contatti con alti ufficiali dei servizi USA e con militari per fare l'accordo dello scambio tra l'U-234 e la loro libertà. 

Ad esempio, Martin Bormann capo del partito nazista e segretario personale di Hitler, probabilmente l'uomo più potente nell'entourage di Hitler,per la sua vita trattò lo scambio col sommergibile U-234 prima della caduta di Berlino nell'aprile 1945. Alcuni storici sostengono invece che Bormann morì durante la fuga da Berlino il primo maggio 1945.


 La "prova" principale proviene dalla testimonianza dell'autista di Hitler, Erich Kempka e di Arthur Axmann, capo della gioventù hitleriana, i quali erano profondamente legati e furono fedeli al nazismo fino alla loro morte. Almeno per questo le loro motivazioni sono da considerare sospette. Nonostante che nessuno dei due avesse detto di aver visto con certezza Bormann morto, tuttavia questa è la tesi che viene normalmente accreditata. Bormann venne condannato in contumacia per crimini di guerra durante il processo di Norimberga e venne elevata una taglia sul suo arresto che venne mantenuta per molti anni. Addirittura un mandato di cattura venne emesso nella Germania Ovest nel 1967 sulla base di varie testimonianze che lo davano per vivo e vegeto. Vennero fatti molti avvistamenti di Bormann nei trent'anni che seguirono la guerra. La pretesa tomba del compagno di fuga di Bormann, il capo della Gestapo Heinrich Mueller (ma altri dicono che il suo compagno di fuga fosse il dottor Stumpfegger) venne dissotterrata nel 1963 e si trovò che conteneva tre scheletri, ma nessuno dei quali corrispondenti a Mueller (e tantomeno Stumpfegger). 

La storia tradizionale contiene molte lacune. L'ultima versione attesta che Bormann ed il capo della Gestapo Mueller, cercarono di scappare insieme passando attraverso i sotterranei attorno alla Cancelleria del Reich prima di incontrare la morte in uno scontro sulla strada, il corpo di Bormann sarebbe stato poi avvistato nella Invalidenstrasse, a nord del fiume Spree a Berlino. E' possibile che siano scappati assieme, ma quello che non torna è che i sotterranei furono allagati dalle SS causando tra l'altro la morte di migliaia di donne e bambini che vi si erano rifugiati per sfuggire ai bombardamenti o perché le loro case erano state bombardate. Le SS inondarono i sotterranei per evitare che le truppe Russe si avvicinassero in segreto ed attaccassero il bunker di Hitler dal di sotto.

La storia della fuga attraverso i sotterranei si dimostra una montatura predisposta per facilitare la fuga di Bormann e di Mueller. Ma questa versione non teneva conto del fatto che le SS avrebbero allagato questi sotterranei. Una versione più plausibile, logica e credibile, della fuga di Bormann venne raccontata dagli agenti dell'intelligence di Josif Stalin. Stalin stesso disse a Harry Hopkins, consulente politico e uomo di fiducia dei Presidenti Roosevelt e Truman, in seguito segretario di Stato, che gli agenti sovietici gli avevano riferito che Bormann era fuggito a notte fonda il 29 aprile, da Berlino, con un piccolo aereo ed in compagnia di tre uomini, uno vistosamente bendato, ed una donna. Da quel punto, Stalin continua, i suoi agenti ne avrebbero seguite le traccie fino ad Amburgo dove si sarebbe imbarcato in un grande U-boat e avrebbe lasciato la Germania. 

Molti dettagli suonano plausibili. Per esempio, si sa che mentre Berlino era bombardata e l'élite nazista era presa dal panico od era fuggita, Martin Bormann mantenne contatti radio segreti con l'Ammiraglio Karl Doenitz (anche lui non finì sulla forca a Norimberga, se la cavò con qualche anno di prigione (!?)) il comandante di tutti gli U-boat della Germania, e che aveva fatto progetti per scappare dal quartier generale dei sommergibili di Doenitz. Doenitz all'inizio fece resistenza ma alla fine ricevette ordini da Hitler (presumibilmente su indicazioni di Bormann) per accogliere Bormann al suo quartier generale.
(MA ALLORA SORGE IL DUBBIO, PERCHE' ACCOGLIERE BORMANN E NON ANCHE LUI ?) 

Ma vediamo nel dettaglio gli elementi a disposizione: 
1) Hanna Reitsch, la famosa donna pilota amica di Hitler che faceva da controcanto ad Amelia Earhart, nella sua biografia descrive come aveva fatto fuggire il Generale dell'Aviazione tedesca Ritter von Greim, appena promosso da Hitler a capo della Luttwaffe, fuori Berlino e a notte fonda negli ultimi giorni di guerra. Altre testimonianze confermano il volo nel 29 aprile 1945, la stessa notte di cui riferiscono gli agenti di Stalin a proposito della fuga di Bormann su di un piccolo aereo. La Reitsch racconta di come andarono al quartier generale di Doenitz "per un ultimo saluto al Grande Ammiraglio Doenitz" prima di volare a sud verso il confine svizzero-austriaco. Una strana deviazione di centinaia di chilometri con a bordo l'importante Generale von Greim gravemente ferito... Si trattava di qualcosa di più che di un viaggio per fare un saluto. (C'ERA SU ANCHE HITLER?)
2) Un altro racconto sulla fuga del capo della Gestapo Heinrich Mueller, segue un percorso simile, ma qui si dice che Bormann è fuggito da solo da Berlino. In questa versione, Mueller si sarebbe allontanato dalla capitale Berlino la stessa notte del racconto della Reitsch, in un aereo Fieseler Storch, lo stesso aereo della storia della Reitsch, nelle stesse circostanze descritte da lei. Mueller non parla di un volo per incontrare per l'ultima volta l'Ammiraglio Doenitz, ma parla di un volo diretto al confine austro-svizzero molto simile a quello raccontato dalla Reitsch. 

Ci sono evidentemente delle discrepanze tra queste storie, come ci sono in tutte le storie relative a quegli eventi. E' difficile sapere qual'è quella vera e quella prefabbricata, ma la somiglianza dei racconti con il rapporto degli agenti di Stalin che parlano di tre uomini, uno ferito, ed una donna che lasciavano Berlino a bordo di un piccolo aereo sono evidenti. Di fatto Stalin identifica Bormann e Mueller per nome, poi parla di un uomo molto bendato che corrisponde proprio alla descrizione del von Greim del tempo. La donna poteva benissimo essere Hanna Reitsch, probabilmente l'unica donna al mondo che ci si aspetterebbe di trovare in simili circostanze, in quel posto ed in quel momento. Le tre versioni sono troppo simili per non apparire interconnesse tra loro. 

L'operatore radio dell'U-234 descrive come a metà aprile aveva ricevuto almeno un messaggio su una frequenza ad alta priorità (e probabilmente almeno un altro in codice) direttamente dal bunker di Hitler a Berlino mentre il sommergibile era di stanza a Kristiansand in Norvegia. L'ordine recitava: "U-234. Salpate solamente su ordini di alto livello. Quartier generale del Fuerher." Questo implica varie cose, tra cui il fatto che c'era qualche tipo di collegamento ed accordo tra l'U-234 e qualcuno nel quartier generale di Hitler. Un ordine successivo di Doenitz sembra che voglia cercare di far tornare l'U-234 sotto la sua autorità. Probabilmente disse: "U-234. Salpa solo su miei ordini. Non salpare di tua iniziativa."

Il sommergibile U-234 era il più grande della flotta della Marina tedesca. Salpò dopo poche ore diretto da Kristiansand verso sud, proprio verso Amburgo dove le spie di Stalin avevano affermato che Bormann vi sarebbe salito nelle prime ore del mattino del primo maggio 1945. Anche tra questi racconti ci sono delle discrepanze, come ad esempio il fatto che ci sarebbe voluto solo un giorno per una imbarcazione come l'U-234, per raggiungere Amburgo da Kristiansand. Mentre secondo i dati, l'U-234 lasciò Kristiansand a metà aprile e non avrebbe imbarcato Bormann che il primo maggio. Ma dell'U-234 non si sarebbe più saputo niente fino al 12 maggio 1945, un mese dopo aver salpato da Kristiansand. Allora l'U-234 era localizzato a 500 miglia da Newfoundland. Se l'imbarcazione avesse seguito la rotta attribuitagli dal suo capitano e dalla storia che dice che era diretta in Giappone, allora avrebbe viaggiato ad una velocità di un miglio e mezzo all'ora, ovvero meno che a passo d'uomo. Molto più lentamente della velocità tipica di quella imbarcazione. 

In realtà si pensa che l'U-234 abbia pattugliato il mare del nord silenziosamente secondo dei piani prestabiliti tra Bormann ed il quartier generale di Hitler, finché Bormann non fosse stato in grado di trovare un accordo con Doenitz. Mentre si avvicinava la fine della guerra, l'imbarcazione si avvicinò alla baia di Amburgo col favore della notte e prese a bordo Martin Bormann e Heinrich Mueller (E PERCHE' NON HITLER?)  Dopodiché continuò il suo viaggio facendo tappa in Spagna (dove si trovava la struttura di intelligence tedesca che si occupava del sud america, chiamata "Sofindus") per scaricare Bormann ed infine arrendersi alla flotta USA sempre sotto accordi misteriosi. 

Bormann venne poi avvistato nel 1946 in un monastero del nord Italia. Nello stesso anno sua moglie Gerda (una nazista fanatica, figlia del Giudice Supremo del Partito Walter Buch) morì di cancro nel Sud Tirolo (alle ore 22,30 del 23 marzo 1946, all'ospedale di Merano; ed è sepolta nel cimitero di questa città)  ma i suoi dieci figli sopravvissero alla fine della guerra. Pare poi che Bormann sia scappato via Roma, come altri fedeli nazisti, in America Latina (Cile, Argentina, Brasile?). Dicono che abbia vissuto da miliardario in Argentina e che fu visto anche in Brasile ed in Cile. Una negoziazione portata avanti con successo tra Bormann e Doenitz spiegherebbe non solo lo scambio di messaggi radio ma anche perché Doenitz, che non aveva esperienza politica e nessun seguito degno di nota, diventò improvvisamente (facendo rimanere Goering deluso) successore designato di Hitler, che mette in salvo lui e non pensa a se stesso?
Una serie di eventi altrimenti inspiegabili sarebbe così chiarita dagli accordi segreti che trovarono il compimento nel giorno della resa in mare il 16 maggio 1945. 

Il sommergibile venne trasferito a Portsmouth, nel New Hampshire, il 19 maggio 1945. Alcuni giornalisti ne furono testimoni. Infine c'è una fotografia presa da un fotoreporter di un giornale locale, quando l' U-234 era all'àncora, che mostra un misterioso prigioniero civile molto somigliante a Heinrich Mueller. Questi sbarcò dalla navetta che era usata per sbarcare il personale dall'U-234.

L'uomo nella foto è proprio l'ex capo della Gestapo che sbarca sul territorio americano. La sua missione consisteva nell'assicurarsi della consegna del materiale per le bombe atomiche e di altro materiale che era stato concordato con gli USA, in cambio dell'immunità e della protezione per i nazisti, che l'hanno ricevuta per decenni fino ad oggi. 

Il 20 novembre 1947, il sommergibile U-234 venne affondato con un siluro dalla USS Greenfish durante degli addestramenti, a circa 40 miglia a nord-est di Cape Cod sulla costa orientale USA. Perchè?
di M. Saba 
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Martin Bormann
17 giugno 1900, nasce a Hakberstadt
1923 entra a far parte dei Corpi Franchi (repressione della sinistra)
1924 coinvolto in un omicidio politico di un antinazista
1927 Entra nel partito Nazionalsocialista. Tessera n. 60508. Si fidanza con Gerta.
1929 2 settembre sposa Gerta Buch, figlia del Presidente del Tribunale Supremo
1930 Entra a far parte dello Stato Maggiore
1933 Viene eletto deputato al Reichstag
1933 Stabilisce la moglie (che metterà al mondo 9 figli) in una villa all'Obersalzberg
1934 E' lui ad acquistare e a intestarsi a suo nome il "Nido d'aquila" di Hitler all'Obersalzberg
1935 Viene nominato da Hitler segretario di Rudolf Hess
1941 Diviene capo della Cancelleria del partito Nazista
1943 E' segretario personale di Hitler.
1945 Inizia il mistero nella notte tra il 1° e il 2 maggio al Quartier Generale, mentre Hitler con Eva Braun si suicida non prima di aver nominato Bormann esecutore delle sue ultime volontà.
Bormann telefona dal Q.G. di Hitler, a Doenitz al Q.G. di Flensburg "Aspettami che ti raggiungo".
Borman lascia il Q.G. con il segretario di Stato Naumann, l'autista di Hitler, Kempka e il medico personale di Hitler Stumfegger. "All'uscita nell'imboccare il ponte Wiedendammer dietro una colonna di carri armati, uno di questi fu colpito. Fummo scaraventati a terra. Io svenni. Quando ripresi conoscenza non c'era più nessuno" (Dichiarazione di Kempka al processo di Norimberga).
8 Maggio. - "Mi fu ordinato dai russi di portar via i cadaveri dalle strade. Sul ponte trovammo due corpi seminudi, uno senza pantaloni e stivali, l'altro solo le mutande e la canottiera, con nessuna ferita addosso. Seppellimmo i cadaveri nel vicino parco. Non lontano a terra raccogliemmo un libretto militare, a nome di Stumfegger". (Testimonianza , di Krumnow, l'addetto alla rimozione dei cadaveri pubblicata dalla rivista  Stern, che concluse  "se uno era Stumfegger, l'altro doveva essere per forza Bormann. Nessuna ferita? Scampati alla granata, si diedero alla fuga inseguiti dai russi, e per non farsi prendere si suicidarono con il cianuro. Erano svestiti? Dopo diversi giorni gli "sciacalli"  hanno avuto il tempo di togliere loro i vestiti e gli stivali". 
Quindi ufficialmente Bormann risulta morto il 2 maggio 1945. Con le testimonianze molto vaghe.
1946 - ore 22,30 del 23 marzo. All'ospedale militare di Merano muore di cancro Gerta Buch; viene sepolta nel cimitero germanico nella stessa città del Passirio.
1950 18 Novembre - L'ex deputato Hesslein esule in Cile dichiara "Bormann è vivo si è rifugiato in Cile. L'ho incontrato sulla strada della frontiera argentina".
1951 Luglio - Il giornale cileno El Estanquero,  diffonde la notizia  che Borman vive sotto il falso nome di Juan Keller.
1961 Maggio - L'ex ambasciatore argentino in Israele, Topolewsky dichiara "Bormann è vivo, si è fatto la platica facciale"
1961- Gennaio - Il difensore d'ufficio di Bormann contumace, al processo di Norimberga rivela che il suo cliente è vivo e che ha inviato una lettera a Merano alla moglie non sapendo che nel frattempo è morta.  
Ancora nel maggio del 1963, i due figli Gerhard e Adolf, interrogati dalla Procura Generale di Francoforte affermavano "che sia morto non siamo certi al cento per cento". 
1965 - Al termine del processo, i magistrati intervistati dai giornalisti, affermavano "Le notizie del suo decesso dal 1945 al 1965 sono state tutte smentite. Segnalazione che lo indicano in vita sono state parzialmente confermate e sono degni di venir prese in considerazione".
1965 - Il Procuratore Generale di Francoforte, dichiara al giornale Frankfuerten di possedere le prove che Martin Borman è vivo. Una di queste prove è la dichiarazione del figlio di Eichmann, Horst, che ha sostenuto di essersi incontrato negli ultimi anni con Bormann e di aver appreso che vorrebbe costituirsi per dire tutta la verità sulla questione ebraica. 
26 Novembre 1965 - Wiesenthal ("il cacciatore dei criminali nazisti") in una conferenza stampa ad Amsterdam dichiara "Non abbiamo alcun dubbio che Normann è vivo. Quanto pubblicato da Stern è falso, tentativo di diversione. Ho a disposizione prove convincenti che egli si trovi nell'America del Sud".
1973 - Durante i lavori di sterro al Parco dove erano stati inumati i cadaveri quell'8 maggio, vengono alla luce diversi scheletri. Si riaprono le indagini. Si chiamano i dentisti che curavano Bormann. Uno ammette di riconoscere in una protesi un cura dentale fatta su Bormann. Il Tribunale di Francoforte chiude definitivamente la pratica con una dichiarazione di morte di Bormann avvenuta il 2 maggio 1945.
NOTA: ricordiamo che Roosevelt muore il 13 aprile 1945; il giorno stesso prende il suo posto TRUMAN, che è piuttosto  impreparato agli eventi (lo confessa lui stesso: "questa catastrofe dove non ero affatto preparato ad ffrontarla"(Memorie).
Nè sapeva che vi sarebbero state a breve termine a disposizione le bombe atomiche americane; ma forse (anche se ci sperava) non lo sapeva nemmeno Roosevelt, era da 6 anni che le aspettava.
E se in un primo momento Churchill con l'entrata in scena di Truman ancora inesperto si trovò quasi in crisi, poi nel nuovo Presidente trovò un alleato  nel non far trapelare ai russi le trattative di negoziati degli anglo-americani con la Germania. I due si trovarono in perfetto accordo. Concordare autonomamente la resa della Germania, e continuare senza ostacoli l'avanzata fino a Berlino mentre i tedeschi avrebbero continuato a tenere impegnati i russi.
A Stalin non sfuggirono queste intenzioni; molto risentito aveva scritto ai suoi alleati  "Questi vostri negoziati vi frutteranno certi vantaggi, poiché le vostre truppe avranno la possibilità di avanzare fino al cuore della Germania quasi senza resistenza da parte dei tedeschi; ma perché nascondere questo ai russi, e perché non ne sono stati informati i russi, vostri alleati?"
Ma per Churchill il rischio che Stalin arrivasse prima a Berlino era piuttosto grande. Avrebbe messo le mani su molti segreti nucleari, forse (se c'era) sulla stessa bomba, e forse si sarebbe (con chissà quali accordi) portato via pure lui a Mosca gli scienziati.
Resta il fatto che (dopo quasi sei anni di lavori e di ricerche) pochi giorni dopo in America la bomba atomica non solo fu pronta, ma fu anche effettuato il primo test dell'esplosione.
Churchill convinse dunque gli americani a proseguire oltre Magdeburgo. E le ragioni erano ben motivate, 1) La Russia stava diventando un pericolo mortale; 2) Bisognava porsi come obiettivo Berlino.
Marco Saba
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L'ALBA DELL'ERA NUCLEARE
E' la vigilia di Natale, il 24 dicembre del 1938
l'alba di un nuovo capitolo della storia umana

OTTO HAHN,  FRITZ STRASSMANN e LEO SZILARD (fisico teorico ex allievo di Einstein 
all'Istituto di Fisica di Berlino) bombardano il nucleo dell'atomo di uranio con i neutroni lenti scoperti da Fermi e riescono a dividerlo in due facendo sprigionare una enorme quantita' di energia.
E' la PRIMA FISSIONE
NUCLEARE DELLA STORIA !!!

FERMI e compagni, con la supervisione di EINSTEIN, prima a Princetown, poi ad Alamagordo, utilizzeranno questi studi per costruire la Pila Atomica, e successivamente la bomba atomica.
OTTO HAHN (il 24 dicembre 1938) ha già intuito le enormi possibilità della sua scoperta, la reazione a catena che i protoni in eccesso producono e che vanno a bombardare quelli di uranio e così via. Ma non lo comunica al regime (un certo ostruzionismo a Hitler è in atto) dà la notizia alla sua ex assistente, LISE MEITNER, che fugge in Svezia per  le persecuzioni essendo ebrea, portandosi così dietro tutta la documentazione. Qui la scienziata austriaca con il nipote OTTO FRISCH comunica la scoperta a BOHR che sta partendo per gli Stati Uniti. Quest'ultimo si porta dietro la documentazione della Meitner e appena giunto si incontra con EINSTEIN, anche lui rifugiato ebreo. Come del resto lo era anche Enrico FERMI.
EINSTEIN il grande scienziato si sofferma sulla relazione di Hahn e capisce al volo; è la conferma pratica della sua teoria (conversione di massa in energia prevista dalla teoria della relatività ristretta- la famosa E=Mc²); che vede improvvisamente trasformata in realtà. Informa il Presidente degli Stati Uniti Roosevelt della grande scoperta che potrebbe essere utilizzata in una grande bomba di micidiale potenza, che se non fatta dall'America (non fidandosi molto di Hahn che é a Berlino - ma lo scienziato tedesco terrà sempre tutto per sè - forse) teme possa essere invece realizzata da Hitler.
(Non dimentichiamo che EINSTEIN rifiutò sempre l'appellativo, comunemente affibbiatogli, di "padre dell'atomica". "La mia parte in questo campo - scrive - è stata indiretta. Non ho previsto, infatti, che si potesse arrivare a produrre l'energia atomica entro il corso della mia vita. Essa diventò un fatto pratico grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, e questo non è un fatto che io avrei potuto prevedere. Essa fu scoperta da OTTO HAHN a Berlino, ed egli stesso (forse Ndr.) non comprese subito esattamente ciò che aveva scoperto". Parole che sanno di giustificazione ma che però attribuiscono a Hahn la reale paternità della Fissione Nucleare.)

In effetti, a SINIGO (vicino a Merano) la principale fabbrica di ossigeno italiana, a metà 1944 iniziò a produrre grandi quantità di acqua pesante, sostanza che serve normalmente per esperimenti di laboratorio ma è anche l'elemento indispensabile per la costruzione di bombe atomiche.
La fonte principale dei tedeschi era quella dislocata in Norvegia; questi stabilimenti (i servizi segreti americani  funzionarono - e divenne questo sabotaggio perfino una "missione" leggendaria) furono danneggiati dai bombardamenti all'inizio del 1944 e dall'attacco di un commando passato alla storia come "la sporca dozzina". (ma in effetti il danno non fu micidiale, dopo poche settimane lo stabilimento riprese i lavori)
I tedeschi tuttavia messi in crisi in Norvegia si rivolsero allora all'unica grande fabbrica di ossigeno ancora esistente, appunto a quella di Sinigo-Merano.
(l'autore che sta scrivendo queste note,  ha abitato per tre anni quasi a ridosso della grande fabbrica e ha raccolto testimonianze di chi vi aveva lavorato dentro in quegli anni)

In Italia pochissimi capirono che cosa stava accadendo a Merano, quando dalla Germania imposero allo stabilimento italiano di produrre grandi quantità di acqua pesante, che dentro in contenitori e tramite la ferrovia del Brennero partivano da Sinigo con destinazione Germania.
Se Hitler e i suoi scienziati non riuscirono a portare a termine in tempo questa prima applicazione della fisica teorica  atomica che avrebbe (come poi avvenne in America (!?) ) portato diritto alla costruzione della bomba atomica, se non riuscirono (forse)  lo dobbiamo all'intuito di un bravissimo tecnico responsabile di produzione di quella fabbrica di Sinigo: un ingegnere di Milano, un certo C.O.

Chiamato subito in Germania per concordare i piani di produzione, trovò molto strano che importanti scienziati di fisica dessero molta importanza a questa sostanza, ma non riuscì a farsi dire per cosa venisse impiegata tutta quell'acqua pesante. 

Comunque trasalì, del resto qualcosa aveva letto in proposito e anche se non era un fisico nucleare qualche principio basilare lo conosceva. Le sue intuizioni furono ufficienti per riprendere in mano qualche libro di fisica e in parallelo gli studi teorici di Einstein, di Fermi, ecc. Gli sembrò di aver capito qualcosa; e rientrato in Italia si tolse ogni scrupolo e la notizia della intensificazione a produrre acqua pesante da inviare in Germania, fu subito trasmessa prima al Comando  Generale  del CVL e questi pur non capendoci proprio nulla, e forse proprio per questo, la trasmisero agli alleati per le vie giuste.
L'informazione proseguì sempre per scrupolo e fortunatamente per la strada giusta e quando infine giunse a Los Alamos gli scienziati addetti al progetto Manhattan capirono eccome !! capirono benissimo cosa significava quella produzione.

L'ingegnere di Sinigo a Merano fu ricontattato e per prima cosa ebbe l'incarico di boicottare con  mille motivi tecnici la produzione, e qualora non ci fosse riuscito, tutto era pronto per un bombardamento a tappeto dello stabilimento. Ma non fu necessario. La consegna del liquido continuò ad essere ritardata, gli sforzi  degli scienziati e tecnici  tedeschi  furono frustrati e la guerra  in Europa  giunse alla sua fine  avanti che questa prima applicazione  potesse venire impiegata  per la costruzione e distruzione dell'Europa.

(ecco perchè fino alla fine Hitler andava dicendo che in breve tempo avrebbe avuto in serbo "L'ARMA SEGRETA" capace di stravolgere gli angloamericani, e di vincere la guerra).

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Ma ritorniamo a questo 1938-'39. Manca ancora un particolare , qual'é la "massa critica" di uranio da mettere insieme. Ma prima della fine dell'anno JEAN PERRIN scopre la necessaria quantità: due mezzi chili di Uranio. Parte dunque da questo momento, con i migliori fisici che dispone l'America più tutti quelli che vi si erano rifugiati (compreso il gruppo di Fermi - anche lui rifugiato in America con sua moglie ebrea - è lui a realizzare la prima Pila Atomica) quello che poi prenderà il nome progetto "Manhattan", dove usciranno  le prime 12 bombe atomiche, 6 all'Uranio e 6 al Plutonio. Quella sganciata a Hiroshima era all'Uranio (186.000 morti) e quella di Nagasaki era al Plutonio (102.000 morti). Le altre 10 se non finiva subito la guerra in Italia forse sarebbero state usata nella Pianura Padana il 25 aprile se le sinistre avessero fatto il "golpe", che gli americani  temevano avvenisse in Italia dopo la direttiva n. 16 di Longo (l'insurrezione). Non per nulla pur potendo andare avanti con gli imponenti mezzi, fecero melina, si fermarono sul PO. (Harris con il suo Bomber Command che seguitava a bombardare l'Italia come la Germania, quando seppe che c'era ai primi di marzo in cantiere le bombe atomiche, aveva chiesto di usarle subito. (fatti e documenti che abbiamo già letto nelle pagine precedenti).

Con l'impiego della bomba A, si sarebbero eliminati sia i tedeschi (già meno pericolosi, e forse già in trattative con gli Usa, tali da allarmare Stalin)  e sia i bolscevichi dall'Italia del Nord (partigiani rossi che gli alleati
temevano si unissero a quelli dell'Est di Tito - già a Trieste, per poi invadere la pianura padana) in un colpo solo. Come avvenne in Giappone, la bomba fu sganciata lì, ma il botto doveva sentirlo la Russia, che si illudeva di spartire con gli Usa l'Europa e l'Oriente. E tre mesi prima questi erano i patti).
Non dimentichiamo che Truman andò (senza sapere molto di quello che stava facendo Roosevelt) al potere il 13 Aprile avendo le bombe già quasi negli hangar (anche se mancava l'ultimo segreto - quello dell'innesco della bomba), e le voleva usare anche lui subito per far finire definitivamente la guerra in Europa. Non voleva più nessun americano morto. Anche perché non era convinto né della resa dei tedeschi né fu poi mai convinto della resa giapponese. Quella italiana rimase incerta fino al 25 aprile. Un ordine dato in precedenza ai gruppi di partigiani, quello della smobilitazione e della consegna delle armi non era stato ascoltato (l'abbiamo già letto); c'erano quindi i timori che l'insurrezione dei rossi su scatenasse nell'Italia del Nord; e tale insurrezione era da prendere in seria considerazione, come del resto era avvenuto in Grecia, poi repressa nel sangue da Churchill; con la Russia a guardare, con Stalin che chiudeva non uno ma tutti e due gli occhi. (I patti di Yalta erano ormai stati fatti e Churchill non si fece scrupoli: "Stalin non mosse un dito?; ma era negli accordi; il prezzo lo avevamo già pagato" Memorie di Churchill.) ).
FINE
vedi poi anche
QUI > >
e
come si arrivò
alla Bomba Atomica QUI > > >

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