1977

CANZONI: CONTESTAZIONE SPARITA
IL "CONCERTO DI BOLOGNA"
C'E' ORA LA DISC MUSIC
MA ANCHE LE "BR" !!!!

 

*** MUSICA LEGGERA- A San Remo al Festival di quest'anno al ....
1° posto ci sono gli HOMO SAPIENS con la canzone Bella da morire,
2° posto si impongono i COLLAGE con la canzone Tu mi rubi l'anima,
3° posto i SANTO CALIFORNIA interpretano la canzone Monica.

Insignificanti e resteranno fuori mercato le altre canzoni della competizione canora.
COME NEGLI SCORSI ANNI I BENIAMINI NON PARTECIPANO.

le altre canzoni in gara
Con te ci sto Umberto Napolitano - - Dedicato a te Santino Rocchetti
E invece con te Daniela Davoli - - Gran Premio Gli Albatros
Io ti porterei Leano Morelli - - Ma perché Matia Bazar
Miele Il Giardino dei Semplici - - Oh! Carmela Donatella Rettore
Tesoro mio La Strana Società

Il "riflusso" si fa sempre più sentire, il '68 è ormai lontano, il disimpegno nella politica è stato abbandonato perchè condizionato dagli eccessi estremistici e terroristici, e molta gioventù si è rifugiata nel "tranquillo" privato, o a ballare il liscio in Romagna.
Le canzoni della contestazione sono sparite dalla circolazione. Il rock subisce un temporaneo (ma solo in certi gruppi) ridimensionamento da quello puro; compare il rock demenziale, quello di Skiantos, Gaznevada, Kandeggina. Con breve fortuna.

Il "riflusso" sta (anche questo temporaneo e solo in certi gruppi) cambiando i gusti.

Si ritorna nei locali, diventati faraonici in breve tempo. Dove ora si balla nuovamente il liscio. A Ravenna il 18 dicembre é inaugurata la Cà del liscio. Un boom! In pochi mesi in tutta l'Emilia Romagna e sulla Costa Adriatica, i locali (solo quelli del gruppo Casati) diventeranno oltre 50.
Tutto il resto subisce una battuta d'arresto. Le vendite dei dischi é in piena crisi. Come in crisi sono i cantanti e gli autori. Salvo gli abili manager.

LA DISCO MUSIC

Peter Jacques Band, D.D. Sound, Easy Going, Macho, Change; dal '77 all'80 dietro a questi nomi e sigle si celano i dominatori della scena del disco italiano. Diventeranno protagonisti indiscussi delle classifiche europee e Usa. E in effetti la "disco spaghetti" (come viene chiamato) non è stato un fenomeno passeggero, al contrario è stato forse il primo vero tentativo imprenditoriale "made in Italy"; obiettivo: la conquista dei mercati internazionali. Negli anni seguenti si consoliderà con i Black Box e Corona.

Alla fine degli anni '70 la scena italiana è afflitta da provincialismo imperante in cui regnano solo i "soliti" (ma bravi) grandi nomi (una decina). Poche le novità e tutte riconducibili a un filone pop smielato. Sanremo vive la stagione più nera e l'unico fenomeno di esportazione è Umberto Tozzi, che vincendo a Canzonissima con il brano Ti amo, va al primo posto della classifica dei singoli più venduti in Italia. 1.147.000 copie vendute in Francia, 8.000.000 in tutto il mondo.

In questo panorama poco incoraggiante si inserisce il fenomeno disco che trova nel nostro paese un terreno particolarmente fertile. La melodia tipica italiana (ritornello, strofa, ritornello) ben si addice alle atmosfere classiche del genere. Mauro Malavasi, i fratelli Paolo e Pietro Micioni, Celso Valli ne intuiscono le grosse potenzialità: da questo 1977 al 1980 lanciano, sotto varie sigle, fittizie e non, una lunga serie di hit che sbancheranno non solo le classifiche nostrane, ma anche quelle europee e statunitensi poi. Gli artisti e i gruppi sono di solito prestanome, il lavoro vero è in sala di registrazione.

Nascono così i successi del periodo: "One for you one for me" dei La Bionda, fratelli siciliani che lavorano anche sotto un altro pseudonimo i D.D. Sound. Con questo incideranno "Disco Bass" successo del '77 e sigla dell'edizione della "Domenica sportiva" di quell'anno. I La Bionda sono ora proprietari di uno degli studi più all'avanguardia in Europa; e ancora "He's speedy like Gonzales" dei Passengers.

Non solo. La "disco spaghetti" si specializza anche in cover: "I'm a man" dei Traffic diventa un successo nella versione dei Macho di Mauro Malavasi (1977); "Proud Mary" dei Credence Clearwater Revival viene ripresentata nel 1979 dai N.Y. dietro ai quali si cela Celso Valli, in seguito produttore di Eros Ramazzotti e Baglioni.
Dietro il successo di queste operazioni, lo spiegano bene Carlo Antonelli e Fabio De Luca, c'è un'astuta strategia di marketing, in cui nulla è lasciato al caso. I pezzi nascevano su un analogico a 16 piste, la base era quasi sempre la Fonoprint a Bologna, e venivano poi portati a New York dove Jacques Fred Petrus, un dj di Milano, proponeva i nastrini alle case discografiche.
Dopo il successo, i dischi venivano pubblicati addirittura prima negli States anziché in Italia. Cosa abbia affascinato gli americani lo spiega bene Malavasi: "Il nostro era estetico, il loro molto più sociale. Il mio era quello di chi cercava di capire l'onda, il mood, e poi lo costruiva, facendo attenzione che ci fosse un'ispirazione di base. Da noi c'era la precisione, da loro il groove e lo swing".

 

QUEST'ANNO ARRIVA IN ITALIA LA TV A COLORI

LA MALFA dopo aver lottato per anni per la non introduzione in Italia della televisione a colori ritenendola un incentivo alle spese voluttuarie degli italiani, é al capolinea.
La televisione a colori prende l'avvio in Italia. La RAI inizia le trasmissioni regolari il 24 febbraio di quest'anno. Il settore industriale di questo elettrodomestico che rimase paralizzato sul "grigio" per i continui rinvii all'introduzione del "colore", conosce il suo momento d'oro nella produzione e nella vendita, anche se si è in ritardo di dieci anni e molte aziende del settore che si erano preparate, hanno ormai chiuso.
Nei primi anni Sessanta c'erano 22 grosse industrie e marchi nazionali a soddisfare la domanda. Per la ricerca e l'impiantistica, avevano impegnato grosse risorse. All'appuntamento di questo '77 avevano già chiuso o smantellato il settore, mentre le maggiori stazioni Tv attorno all'Italia (Francia, Svizzera, Capodistria ecc.) trasmettevano già a colori, e un televisore per la ricezione a colori (di provenienza estera e clandestina) lo si trovava in Italia in ogni luogo. A Forcella a Napoli si vendevano da anni (dal '71) solo televisori a colori, così nel Veneto, così in Liguria, Piemonte e in Lombardia.

*** FILM - MARIO MONICELLI nelle sale esce "Un borghese piccolo piccolo". Un film che scatenò polemiche dato i tempi. E' una insolita interpretazione, unica, molto drammatica, quasi un giallo, di ALBERTO SORDI. Il personaggio: un impiegato che coccola come padre affettuoso il figlio ragioniere su cui ripone tutte le sue speranze per una nuova vita più realizzante che lui ha sempre rincorso nella banale quotidianità. Durante una rapina se lo vede uccidere per sbaglio dai banditi. Il piccolo borghese si trasforma in un giustiziere dando la caccia all'assassino. Rintracciato, lo tortura fino alla morte. Ma la vendetta non termina, le regole della morale saltano ed è pronto a riversare il suo odio vendicativo anche verso chi si permette di rivolgergli un piccolo sgarbo. Il film suscitò polemiche, visto che questa forma vendicativa, evidenziata nel film, stava rispecchiando la realtà di questo periodo drammatico del terrorismo teppistico fatto appunto di vendette mortali, che abbiamo riportato in cronaca nella parte storica. (*** stelle)

*** FILM - L. BUNUEL firma magistralmente Quell'oscuro oggetto del desiderio. Corrosivo e audace come tutti i film del famoso regista. Un attacco alla morale borghese e bigotta in forma surrealistica e dissacrante. Siamo a Parigi , ma potremmo essere benissimo nell'Italia di questo '77. Gruppi di terroristi seminano la morte, compiendo attentati politici ovunque. Film complesso, non facile a seguire la narrazione fatta di flash back. Sempre presente l'esaltazione dell'irrazionale, il sogno, l'amore impossibile e frustrante. E' l'ultimo film di Bunuel. Un capolavoro. (**** stelle)

 

ORA ANDIAMO A BOLOGNA

NEL CONCERTO DEL '76 C'ERA STATA UNA INCUBAZIONE
IN QUESTO DI BOLOGNA
ci fu un movimento di strani studenti.

....."" Il ministro della Pubblica Istruzione Malfatti il 3 dicembre '76 emana una circolare che vieta agli studenti di fare piú esami nella stessa materia, smantellando di fatto la liberalizzazione dei piani di studio in vigore dal '68. Questa iniziativa viene immediatamente intesa dagli studenti universitari come la prima mossa in vista di altri e ben piú gravi provvedimenti di controriforma. Il senato accademico di Palermo decide di applicare immediatamente la circolare provocando la reazione degli studenti che danno il via all'occupazione dell'ateneo.

.... "Nelle settimane successive le contestazioni studentesche coinvolgono gli insegnanti precari colpiti anch'essi dall'iniziativa del ministero della Pubblica Istruzione. In breve tempo le agitazioni si diffondono a Torino, Pisa, Napoli e Roma. Il 1 febbraio '77 i fascisti fanno un'incursione nella cittá universitaria romana. Respinti dagli studenti, si coprono la fuga sparando. Resta ferito gravemente da un proiettile, che lo raggiunge alla nuca, Guido Bellachioma, uno studente di Lettere. La risposta é immediata: la facoltá di Lettere viene occupata. Si susseguono frenetiche iniziative assembleari per una mobilitazione di risposta antifascista. Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil con l'adesione di Fgci, Fgsi, Pdup e Ao, indicono una manifestazione all'universitá per protestare contro l'aggressione fascista.

..... "Mentre il ministro Malfatti, preoccupato dal precipitare degli avvenimenti, ritira prudentemente la sua circolare, il 2 febbraio un agguerrito corteo di alcune migliaia di studenti esce dall'universitá. L'obiettivo dichiarato é la sede missina di via Sommacampagna che in pochi minuti viene data alle fiamme. Il corteo riprende il suo percorso ma a piazza Indipendenza squadre speciali della polizia in borghese ingaggiano una furiosa sparatoria con un gruppo di manifestanti armati. Restano a terra feriti gravemente un poliziotto (Domenico Arboletti) e due studenti (Paolo Tommasini e Leonardo Fortuna).

..... "La polemica sulle responsabilitá della sparatoria evidenzia le differenziazioni interne alla sinistra. Il Pci attraverso il suo giornale accusa i cosiddetti autonomi, di essere sullo stesso piano dei fascisti. I partiti dell'arco costituzionale chiedono alla magistratura un energico intervento per la chiusura dei covi che alimentano la provocazione violenta di qualunque colore essa sia. Nell'assemblea all'Universitá del giorno successivo indetta da Pci, Psi, Pdup, Ao si accentua la scollatura tra il movimento e le forze politiche ufficiali. La gestione tutta partitica di queste assemblee comincia a risultare intollerabile a un movimento che si sviluppa dal basso e inizia a rivendicare la propria autonomia.

..... "Intanto a Milano viene occupata l'Universitá Statale e a Torino una manifestazione di 5000 studenti attraversa il centro della cittá. 15.000 persone in piazza anche a Napoli: sono studenti, disoccupati organizzati, diplomati e laureate senza lavoro, docenti precari e non. A Bari viene occupata la facoltá di Lettere e filosofia.

..... "A Roma il 5 febbraio la polizia stringe d'assedio l'Universitá, vietando il corteo che il movimento aveva indetto per rompere l'isolamento che gli organi di informazione e i partiti tentano di creare intorno agli studenti definiti "estremisti e violenti". L'Unitá scrive che l'ateneo é occupato da "poche decine di provocatori autonomi". Nell'assemblea all'interno dell'universitá 5.000 studenti decidono di non accettare lo scontro voluto dal governo e propongono di estendere le occupazioni a tutti gli atenei d'Italia e di allargare la lotta con momenti di controinformazione nei quartieri, nelle fabbriche e nelle scuole medie superiori.

..... "Il giorno successive l'universitá diventa il punto di riferimento di tutto il proletariato giovanile. Una festa gigantesca si protrae per tutta la giornata, il grande spazio dell'universitá "liberata" si riempie di studenti medi, di giovani dei quartieri periferici, di donne. La festa é spontanea, nessuno si é preoccupato di organizzarla, c'é chi fa teatro di strada, chi balla, chi canta, chi suona, chi gioca. Il sindacato ufficialmente condanna l'occupazione non riconoscendo al movimento "la capacitá di condurre autonomamente una lotta contro i problemi irrisolti dell'universitá".

..... "Le occupazioni si estendono agli atenei di Bologna, Genova, Cagliari. A Roma, il 9 febbraio 30.000 persone scendono in piazza. In prima fila campeggia uno striscione enorme con la scritta "Paolo e Daddo liberi, fuori tutti i compagni arrestati". A piazza Navona il corteo si scioglie senza incidenti. Nel corteo c'é un'enorme passione politica, ma soprattutto molta ironia, le donne autogestiscono il loro spezzone, sono presenti gli indiani metropolitani protagonisti delle iniziative creative all'interno del movimento.

..... "Il 10 febbraio il cartello dei "Comitati unitari" che raccolgono la Fgci, la Fgsi, i giovani repubblicani, la gioventú aclista, il Pdup, Ao e i sindacati riesce anch'esso a portare in piazza studenti medi con una logica di rivincita sul movimento universitario "estremista". Ma il gioco non riesce perfettamente poiché durante il corteo moltissimi sono gli slogan contro il governo delle astensioni e della pace sociale praticamente identici a quelli urlati il giorno precedente.

..... "Nel pomeriggio dello stesso giorno nella facoltá di Lettere si tiene un "processo" ai redattori di "Paese Sera", del "Corriere della Sera" e dell'"Unitá", accusati di calunniare sui loro giornali le lotte degli studenti. Il piú bersagliato é Duccio Trombadori (Pci) che alla domanda "Quali sono i covi che volete vengano chiusi?" risponde: "Oltre ai covi fascisti quel centri che si mettono sul terreno della provocazione e che vengono utilizzati da forze estranee al movimento operaio". Alla fine Trombadori verrá espulso dall'universitá.

..... "Lo stesso giorno un grande corteo percorre Bologna dove il Pci locale insiste nel denigrare il movimento con i soliti epiteti di "provocatori". Vengono occupate altre facoltá a Messina, Pescara e Modena. La federazione romana del Pci dichiara di ritenere "una necessitá politica e democratica la ripresa delle attivitá didattiche e scientifiche" nell'universitá ormai occupata da undici giorni. Questa dichiarazione spiana la strada alle posizioni di quelle forze che premono per l'intervento della polizia.

..... "Il 13 febbraio l'assemblea degli occupanti discute sugli sbocchi politici. La linea di tendenza é di continuarla finché non si ottengano dei risultati concreti: il ritiro definitivo del progetto Malfatti, la liberazione dei compagni arrestati, la garanzia di spazi autogestiti nell'universitá, la sua apertura serale e festiva. Soprattutto peró si parla di disoccupazione e delle iniziative da prendere nei quartieri contro 1'emarginazione e sui bisogni materiali come il reddito e la casa. Due giorni dopo militanti del Pci forzano i picchetti ai cancelli dell'universitá occupata e si presentano con un volantino che chiede "il ripristino della vita democratica all'interno dell'ateneo", e indice un comizio con Luciano Lama, segretario della Cgil.

..... "Nell'assemblea del giorno dopo gli occupanti discutono la linea da tenere per il comizio di Lama da tutti giudicato come una provocazione e un tentativo di controllo imposto dall'esterno sul movimento; un'iniziativa che punta esplicitamente alla "normalizzazione nell'universitá". Si propone pertanto che il comizio diventi un'assemblea nella quale possano intervenire alcuni rappresentanti del movimento degli studenti.
(Primo Moroni/Nanni Balestrini - L'ORDA D'ORO - SugarCo 1988 )

Vedi poi - in altre pagine - L'ANNO TURBOLENTO.

Per chi vuole approfondire
con altre notizie dell'anno '77
riguardanti la cronaca e i fatti
mese per mese
...
La giustizia è una cosa, la politica un'altra;
2128 attentati, 32 personaggi gambizzati, 11 assassinati;
anche Montanelli "azzoppato";
la tanta confusione ideologica;
BERLINGUER: "la questione morale";
Lama non l'ama nessuno;
termina il "compromesso storico";
il problema " SCALA MOBILE";
a fine anno si brinda a champagne preso dalle "espropriazioni proletarie";

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