IL RICORDO DI UNA CARISSIMO (MA SFORTUNATO) AMICO
ORESTE LEONARDI


Ricevo volentiere l'invito di Filippo Boni, di voler ricordare -
con una mia testimonianza l'amico
ORESTE LEONARDI

MA ANCHE RICORDARE IL PERIODO POLITICO DI QUEL.....TRAGICO "prima e dopo" MORO

QUANDO BARBARAMENTE FURONO UCCISI .......

MATTARELLA, DALLA CHIESA, FALCONE, BORSELLINO


POI LA SICILIA ..... NEL '94 VOTO' BERLUSCONI

A ventanni, ero uno dei primi paracadutisti civili (il 142mo in Italia). Poi nel '57, ovviamente scelsi di andare volontariamente nel plotone (di appena 50 uomini) di paracadutisti alpini....formatosi in Italia da appena due anni (in precedenza esisteva la famosa Folgore, quasi tutti morti al El Alamein). Finanziata dalla NATO. Era la Scuola di Paracadutismo Carabinieri Sabotatori di Viterbo.
Un Plotone in formazione, dove poi fummo impegati in una località-ambiente fatto di bellissime montagne e valli .... ma dove vi era anche la nascita del "Terrorismo Altoatesino". E quindi fummo impiegati per l'antiterrorismo. Io personalmente rimasi poi in A.A. per alcuni anni. MI sono sposato una bolzanina, e qui sono nati i mieid due figli.

Perchè diventai paracadutista?
A Pasqua del '40, cioè prima dello scoppio della guerra - ero partito da Biella, come ogni anno per le vacanze a Francavilla a Mare, e a Chieti, ero ospite dei miei nonni e zii. Come al solito alle vacanze scolastiche ci raggiungevano poi mia madre con mio fratello e sorella di 6 anni più grandi di me. Ma la guerra scoppiata in Italia il 10 giugno, che si era detto che sarebbe stata breve, poi continuò, quindi i miei nonni - visto che non andavo ancora a scuola - mi trattennero a Chieti. Nel frattempo anche mio padre era stato richiamato, e con la sciagurata guerra 2 anni dopo cadde in Tunisia prigioniero lui e altri 120.000. Inviato nei campi di concentramento in Sud Africa, a guerra finita tornò nel 1946). Mia madre a Biella rimase sola con mio fratello e sorella.

La guerra aveva comiciato a non avere mai fine. Così restai a Chieti anch'io fino al 1946, 6 anni. In una casa accanto a Palazzo Mezzanotte, dove vidi arrivare il 9 settembre '43 prima tutti i Reali e il Governo in fuga; poi nello stesso palazzo vi si intallò il 9 settembre il Comando tedesco. Per Chieti iniziò la tragedia con i bombardamenti anglo-americani. Ma per colpire il palazzo del comando tedesco, le bombe colpirono anche la nostra casa adiacente. Crollarono tutti i soffitti, ed io dovetti uscire da sotto le macerie. Poi gli angloamericani dopo 9 mesi combattuti - gli uni contro gli altri - li divideva solo un chilometro - sulla linea del Sangro - il 9 giugno liberarono Chieti e si installò nello stesso Palazzo Mezzanotte il comando americano. Dopo averci bombaradati per 10 mesi li accogliemmo come "liberatori". Ma avevano montagne di alimentari e fare gli ipocriti ci si guadagnava. Ci furono anche le Am-Lire che ridussero a carta straccia le notre lirette. Ma poi ci arrivò la montagna di dollari con il Piano Marshall.

La "liberazione" a Chieti dov'ero, non fu fatta dagli anglo-americani, ma avvenne con i Paracadutisti della Folgore, della Nembo. Io - avendo saputo prima di tutti il loro arrivo da Radio Londra nella tipografia di mio zio - gli andai incontro, "svegliando" dal letargo tutta la città; io poi in spalla a uno di loro percorsi tutto il corso, e arrivati in piazza essendo quasi le 9 di sera, con loro affamati, ne invitai 4-5 a casa mia lì accanto per rifocillarli. (a noi non ci mancava di sicuro mai il pane, era mio zio che stampava le tessere anche false, d'accordo con il podestà per darle ad alcuni dei 100.000 sfollati dai loro paesi e che si erano rifugiati tutti a Chieti)
In quella circostanza parlando parlando i Parà mi affascinarono e mi stregarono con i loro racconti, le loro gesta e le loro visite sulle nuvole e da lì i loro lanci. Molti di loro poi morirono pochi giorni dopo nella cruenta battaglia di Filottrano. Fui costernato. Ma mi avevano ormai stregato, e quindi promisi a me stesso che appena diventato grande avrei fatto anch'io il paracadutista. E infatti a 18 anni appena compiuti, quindi libero nelle mie scelte, lo diventai prima come civile uno dei primi in Italia (il 142°), poi a 20 anni andai volontario proprio alla resuscitata Folgore, che allora era a Viterbo. Si stava allestendo alla Scuola Sabotatori un Reparto Speciale da mandare in Alto Adige, dove stavano iniziando gli attentati dei "bombaroli" guidati da Klotz.
Un reparto - di 50 uomini - dove noi che ne facevano parte prendevamo una paga 10 volte superiore ai normali soldati. Tutto era pagato dalla NATO.


Ero anche qui a Viterbo uno dei primissimi paracadutisti in Italia (il 131mo). Arrivai dunque al Centro Militare di Paracadutismo per il Corso di circa tre mesi - che era piuttosto intenso come attività - sia dentro che fuori la palestra, che allora era come già detto la sede dei CARABINIERI SABOTATORI.
Comandante era il medaglia d'oro colonnello Mautino, uno dei sopravissuti ad El Alamein, mentre il nostro Capo Istruttore dei Sabotatori era il Serg. Magg. ORESTE LEONARDI, che aveva 10 anni più di me. Un uomo straordinario !!! Indimenticabile !!!

Oreste già lo avevo conosciuto quando ero nei paracadudisti civili, erano loro a provvedere agli aerei sui Savoia Marchetti 82 e i paracaduti che utilizzavamo. Ed era sempre Oreste a darci la manata sulla spalla quando eravamo alla porta per lanciarci.
Prima ero entrato a fare il corso civile, tramite un amico che lo stava facendo; due domeniche dopo andammo tutti a Novi Ligure, dove era in programma una manifestazione di paracadutismo assieme a una delle prime manifestazione della pattuglia acrobatica del Cavallino Rampante (Le future Frecce Tricolori). Io dovevo solo assistere non avendo ancora finito il corso; ma a un certo punto, mi dissero che uno di quelli che doveva partecipare al lancio era assente, e se me la sentivo di prendere il suo posto. Non ci pensai nemmeno un attimo, messo la tuta e il casco - vestito di tutto punto e ancora in camicia e cravatta- salii sull'aereo e davanti alla porta la manata sulla spalla di Oreste mi diede il "battesimo dell'aria"".
Quando poi a 21 anni fui chiamato alle armi, dicendo alla visita a Milano al 3° Zat
(dove fanno le visite ai piloti civili e militari) che avevo già fatto dei lanci, non mi mandarono nemmeno al CAR, ma superato l'esame, la mia destinazione fu subito per Viterbo alla Scuola Carabinieri Sabotatori. Dove ritrovai mio istruttore Oreste Leonardi.


Nei tre mesi vissuti con lui - per i molti interessi culturali che io avevo e per essere già un paracadutista civile - ebbi il privilegio di diventare molto amico di Oreste, fino al punto che alcune sere uscivo con lui, e cosa strana (prima dei lanci noi non prendevamo ancora la lauta indennità) alcune volte pagava lui al cinema o nelle trattorie e pizzerie dove andavamo. Dove lì parlavamo, non solo di cose militari ma di tutto,
Filosofia, Letteratura, Politica. Essendo lui un uomo colto, io ascoltavo lui e lui ascoltava me. Una empatia perfetta.

E devo dire che non solo era un amico, lui Oreste era un uomo eccezionale, severo ma sempre gentile e garbato, non il solito istruttore militare che nella sua arroganza grida anche a sproposito ad ogni minima mancanza.
E amico lui mi rimase (terminato il Corso) anche dopo i primi 6 lanci di brevetto, e poi quando andato in Alto Adige feci i favolosi lanci sulle alte montagne delle nostre Alpi.
E quando dico amico, intendo dire, che un uomo così, mite e buono, oltre che intelligente, lo si vorrebbe accanto a noi come amico per tutto il resto della nostra vita. Qualcuno - che citeremo più avanti - presto lo capì anche lui e lo volle sempre al suo fianco (fino alla morte).

Essendo io volontario (infatti rimasi poi nei ranghi per più anni). Finito il Corso a Viterbo , Oreste, poco prima che partissi per Merano (dove allora stava nascendo il terrorismo altoatesino e lì io ero forse destinato dal Comando) mi fece una proposta che anche lui stava valutando. Quella di accettare insieme, un invito ricevuto da Montreal dal Corpo Forestale Canadese dello Stato per fare il "Pronto intervento" nelle sterminate foreste canadesi per spegnere gli incendi. Era una proposta allettante, perché pagavano molto ma molto bene (4 volte sopra la media) però bisognava vivere almeno sei mesi fuori dal mondo, in piccoli gruppi allestiti in apposite sperdute radure per le immediate emergenze, che erano appunto un lancio di paracadutisti attrezzati per spegnere i focolari.

A me però mi attirava di più Merano nonostante il terrorismo - anche perché avevo già fatto amicizia con 4 altoatesini che me ne vantavano le bellezze e soprattutto (io che amavo le montagne) perché c'erano le favolose Dolomiti; ma anche perché - proprio a Merano - vi aveva prestato servizio militare anni prima mio fratello e ne era rimasto entusiasta del luogo, me ne parlava sempre, e quindi decisi per tale destinazione. Ma poi anche Oreste rifiutò quell'offerta dei canadesi.
Il Comandante del mio futuro plotone, Caiazza sceso a Viterbo per portarsi via il suo plotone (l'altro plotone era della Brigata Tridentina di Bressanone, guidato da Baldassare - era lui che aveva inventato il Plotone Pracadusti Alpini) - visto che ero molto sveglio - mi voleva a Merano per affidarmi - disse - un incarico molto particolare e così decisi per l'Alto Adige. Dove lui mi mise infatti come addetto alla Sussistenza; uscivo ogni giorno a fare la spesa giornaliera, tenevo i registri di ogni materiale, io ad approntare il pranzo e la cena. Assieme a tutte le operarzioni del caso in fureria. Pur continuando a svolgere le attività di reparto. Abbastanza rischiose. Soprattutto fuori nelle Valli dove stava nascendo il terrorismo.

In particolare nella Val Passiria, dove c'era il "bombarolo", quello che iniziò il terrorismo, Klotz, che abitava a San Leonardo, con moglie e sei figli. Ricordo che a San Leonardo vi era nato anche l'eroe tirolese Adreas Hofer, un oscuro locandiere, che però aveva guidato le milizie nell'insurrezione tirolese, perchè l'Imperatore d'Austria, era passato dalla parte di Napoleone e lui voleva libero il suo Sud Tirolo, compiendo attentati per cacciare gli invasori. Gli diedero la caccia, fin quando il 28 gennaio 1810 gli italiani di Napoleone catturarono lui con i suoi bombaroli e lo portarono a Mantova, in galera. Lui per niente preoccupato e sempre combattivo e fiero, traquillizzava i suoi amici, dicendo che quello che avevano fatto era giusto, patriottico; ma lui lo precessarono e il 20 febbraio 1810 fu fucilato proprio a Mantova. Non volle nemmeno la benda nè la sedia per l'esecuzione ("io muoio in piedi, io sono Andreas Hofer!!").
Se avesse conosciuto quest'uomo così orgoglioso e indomito, Napoleone, lo avrebbe non solo salvato dalla morte ma l'avrebbe premiato e forse anche preso con se. Ovvio che diventò poi un mito per i Sud Tirolesi.
Per l'annessione "rapina" fatta alla fine guerra"15-'18
(quando Wilson aveva deciso che l'A.A. doveva rimanere autonomo, un protettorato, ma non ci riuscì), ed anche poi la sudditanza che nel ventennio impose Mussolini in Alto Adige, alimentò l'antitalianità, che poi sfociò nel '60 durante quel mio periodo di antiterrorismo.
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Anche se il periodo fu impegnativo e rischioso, le soddisfazioni non mi mancarono: le scalate sulle dolomiti, i lanci in alta montagna, e anche l'ambiente umano - soprattutto nelle valli tirolesi - certo, piuttosto
chiuso ma onesto e leale. Salvo qualche nostalgico che seminava il terrore con gli attentati. E ce ne furono tanti di attentati. Addirittura 300 in un famoso giorno del Sacro Cuore. Poi altri, su centrali elettriche, ferrovie, tralicci, ponti e anche caserme soprattutto di carabinieri.


Fra l'altro feci tre corsi di artificiere e quando veniva trovato qualche bomba inesplosa io a disinnescarla. Avevo sempre in tasca la scatoletta dei detonatori e le micce. Il pericolo correva sempre sul filo e le minacce per noi italiani non mancavano. Ho detto pericoli, ma anche lutti nei miei compagni, a causa di incidenti vari. E proprio in Val Passiria, nel gennaio del '61, 4 dei nostri furono travolti da una valanga. Io, quel mattino, non ero con loro, non mi ero unito per una improvvisa forte sinusite, ed ero stato ricoverato all'ospedale di Verona. Quando vi arrivai, non sapevo ancora cos'era accaduto ai miei compagni; me lo riferì il dottore quando lui seppe da dove venivo; costernato era lui, ma il più addolorato ero io. Ne avevo abbastanza di quasi 5 anni di pericoli. Per cosa poi? per l'Italia che in quello stesso anno stava brindando all'inizio del consumismo? E fu lì nei 10 giorni di cura all'ospedale, che decisi il mio destino. Non andai via da Merano ma cambiai vita.

Anche perché - se avessi continuato anche in tempo di pace - non mi vedevo per il resto della vita, in una caserma seduto in una scrivania di qualche fureria. Guardando fuori e leggendo i quotidiani nazionali ero invece attirato da un'altra vita. Questo perché fuori c'era ed era iniziato il "boom economico" dei primi anni sessanta, chiamato "Miracolo".
Per tutti gli italiani si stava aprendo un mondo dalle condizioni favorevoli, soprattutto per chi - puntando con iniziative sulla propria intraprendenza - desiderava migliorare il suo stato sia economico che sociale; insomma stavano cambiando in Italia molte cose, ed era il momento propizio per chi voleva approfittare delle mille opportunità che si stavano aprendo. E io ne volevo approfittarne.

Fu così che presi la decisione - anche se a malincuore - di congedarmi per il successivo aprile del '61. Fu poi questa una scelta che anche se mi aveva dato delle soddisfazioni, me le diede poi anche dopo. Ma anche perché lavoravo 12-14 ore al giorno. (vedi qui la mia avventurosa biografia > > )
Pur continuando ad avere particolari rapporti con l'Alto Comando, anche per via del mio mestiere di fotografo. Loro erano rimasti sorpresi della mia scelta di abbandonare il reparto paracadutisti, io che ero sempre stato un trascinatore e nonostante avessi anche una buona paga (che era di solito 10 volte superiore a un militare.

Dentro in caserma io da 3 anni ero il fotografo di tutti. Allora pochi possedevano una macchina fotografica. Inoltre appoggiandomi a un negozio di fotografia di Merano, il proprietario Colangelo mi aveva spinto a collaborare con lui, per fare dei Servizi fotografici nelle caserme ma anche a dei matrimoni, battesimi e feste varie. Questo mi permetteva di ottenere degli ottimi guadagni.Tali che mi portarono a pensare seriamente di abbandonare la vita militare, e lui già disponibile ad assumermi.
In più - il Generale di Brigata, avendomi conosciuto quando affidò a me il reparto per una assenza del mio comandante - e quando vi erano o lanci o particolari manifestazioni militari - mi chiamava sempre per fare dei servizi fotografici per il suo curriculum di servizio. Fino al punto che mi misero a disposizione l'intero loro Studio Fotografico. Dove oltre allo svilluppo e stampa, io corredavo la serie di fotografie con ampi dettagliati resoconti. Poi accadde un episodio.....
In previsione del lancio che dovevamo fare sul Ghiacciaio del Cevedale - (a 4000 m. mai fatto fino allora - e dove assistevano comandanti di 46 Paesi della Nato) , lo stesso generale mi mandò a chiamare, dicendomi "mi raccomando" dopo il lancio scenderò anch'io sul Ghiacciaio con una cicogna per portarvi il mio saluto per questa impresa così spettacolare.
Fatto il lancio, schierati sul pianoro del Ghiacciao, scese quella cicogna con sopra il generale; ero pronto per immortalarlo, quando accadde il fattaccio: il piccolo aereo atterrando si impennò e capottò. Il generale ferito piuttosto gravemente, lo tirammo fuori, e si decise di metterlo (lì a fianco del Rifugio Casati) sul carrello della funicolare dei materiali per farlo scendere subito a valle e ricoverarlo subito in ospedale. Mi offersi io di salire con lui svenuto sul carrello fino al sottostante Rifugio Pizzini del CAI, per poi farlo scendere con la camionetta a Santa Caterina Valfurla. Ovviamente fotografavo ogni minuto.
Quando un mese dopo andai a trovarlo guarito, mi accolse non solo come un fratello, ma abbracciandomi piangeva dalla commozione quando gli feci vedere l'intera sequenza fotografica del suo incidente. Accanto a lui c'era anche il Generale di Corpo d'Armata di Bolzano.
Quando comunicai a loro che avevo già dato le dimissioni, e che ad aprile sarei tornato boghese, rimasero sconcertati. "Da noi tu non te ne devi andare!!" - "ci servi! per quello che stai già facendo: anche con le fotografie che stai facendo dentro nelle nostre caserme". (che in A.A. erano 10, Silandro, Merano (3), Bolzano (2), Dobbiaco, Bressanone, Brunico, Sinigo).

Mi rimasero non solo molto vicini per la mia scelta, ma mi vollero aiutare per volermi sempre accanto a loro. Lasciato il reparto, mi fecero entrare a far parte di una grande multinazionale (non italiana ma tedesca) con un buon stipendio, con la qualifica di "Incaricato Speciale", inoltre ebbi un permesso speciale dal Generale di Corpo d'Aranta che mi permetteva di entrare in tutte le caserme dell'Alto Adige e del Trentino, per fare le mie solite fotografie a migliaia di militari, pur essendo in quel periodo le stesse caserme prese di mira dai bombaroli. Ed infatti oltre che fare fotografie nei vari reparti, uno dei miei incarichi era anche quello - con non curanza - tastare il polso all'interno delle stesse caserme, e relazionare, visto che vi erano dentro molti altoatesini del luogo (quindi affini ai loro amici bombaroli) che in un certo senso preoccupavano non poco.
Feci così quel lavoro per circa due anni con soddisfazione dei miei comandanti; poi non avendo io nessun impegno familiari, mi proposero un altro delicato e importante incarico che io accettai con entusiasmo.
L'incarico era questa volta di "Ispettore" e sempre con "Incarichi Speciali" ma questa volta per tutto il territorio nazionale. Che ho poi visitato per 10 anni tutte le città italiane dove operavano 170 colleghi. Pur seguitando io ad abitare a Merano.
In seguito anche molte "galoppate" per mesi nelle capitali di 25 Stati Europei, dall'Olanda alla Grecia.

Qui i miei tanti viaggi che annotavo sulle miei agendine annuali (che diventarono poi 10)
(quella qui sotto i viaggi di soli due mesi !)
(da una parte all'altra dell'Italia)



Dove - accompagnandomi con loro minimo una settimana
- insegnavo sì io qualcosa a loro,
ma ero io soprattutto da loro che apprendevo molte cose nel loro ambiente.
Che alle volte mi scorcertavano, visto che loro appartenevano
non solo a varie regioni d'Italia, che sono così diverse, e non sempre Nord, Centro e Sud
hanno le uguali opinioni di una politica sia Dx come a Sx.
Ne ho poi - pur uscendone indenne - subìto di persona le conseguenze, non gradite.
Negli anni della "strategia delle tensioni" dentro vi erano dei volubili, dei falsi, degli ipocriti
( e gli infiltrati (reciprocamente) nelle varie correnti non erano pochi).
E io ogni cosa che sentivo e vedevo, relazionavo ai miei superiori.
(che poi in seguito mi scorcertarono pure loro).

Ritorno a Oreste Leonardi. Nel corso di una delle miei galoppate in giro per l'Italia, un giorno del gennaio '63, salendo al Passo Sella, una valanga di neve aveva ostruito la strada, con io fermo al di quà e le altre auto al di là ferme anche loro. Ad un tratto vedo una persona che scavalca i mucchi di neve e viene verso di me mentre io sto facendo il dietrofront per tornarmene a valle. Era Oreste Leonardi, e non poca fu la mia e la sua sorpresa.

Oreste Leonardi da due anni era stato assunto come guardia del corpo dall'On. Aldo Moro. La famiglia era in vacanza il Val Gardena. Oreste aveva a bordo le due figlie grandi che lui aveva accompagnato a sciare a Passo Sella perché mancava neve in Val Gardena. Mi chiese dunque - a causa della strada ostruita - se gentilmente le potevo portare a valle. Alloggiavano in una villetta messa a disposizione dai proprietari dell'Albergo Posta di Santa Cristina, fra l'altro era l'albergo dove alloggiavo io.
Trasbordo che feci volentieri. Ed ebbi così l'occasione di conoscere così Moro la sua gentile e squisita moglie Eleonora e i quattro loro figli di 17, 14, 11, 5 anni, Fidia, Anna, Agnese e Giovanni. Lui, Moro - dopo che Oreste gli raccontò l'amicizia che avevamo stretta a Viterbo, e anche i miei 4 anni di antiterrorismo in Alto Adige - fu di una gentilezza estrema, e senza mettermi in alcun imbarazzo mi trattenne a fare qualche chiacchierata proprio su quello spinoso argomento del terrorismo altoatesino che stava inquietando non solo me ma anche il Governo Italiano.
Io che Moro lo avevo sempre visto in televisione non mi sembrava vero di parlare con lui in un modo così amichevole. Alla fine di questo singolare incontro nel salutarmi mi disse "se viene a Roma ci passi a trovare".

Poi con Oreste ci ritrovammo al bar-ristorante a fare due chiacchiere, a ricordare i bei tempi di Viterbo e gli spettacolari lanci. E proprio ricordando quei tempi, Oreste a un certo punto mi fece una singolare proposta.....

Per la cronaca: nello stesso febbraio '63, Segni aveva sciolto le Camere e fissato le elezioni politiche per il 28 aprile. Che poi si svolsero con molti contrasti all'interno della DC (Fanfani, Andreotti & C.) per l'apertura ai socialisti che (già allora) aveva intenzione di fare proprio Moro.
Lui inizialmente era stato indicato come Presidente del Consiglio, infatti a elezioni concluse gli venne dato l'incarico. Ma si rivelò vano il tentativo di formare il 18 giugno il suo primo governo con aperture a sinistra.
Di conseguenza rinunciò all'incarico. Anche se poi il successivo 5 dicembre riuscirà a formare il suo primo governo organico di centrosinistra; e sarà poi proprio Moro a guidare un quadripartito, DC-PSI-PSDI-PRI. Poi ne seguirono altri 4. Fino alla sua tragica conclusione che tutti sappiamo (vedi la mia biografia di Aldo Moro e i fatti del '78 >>>> )


Che ci fossero dei pericoli Oreste in confidenza non me li nascose. Vi erano dentro nella stessa DC che criticavano e contrastavano l'operato di Moro. E il motivo era per quei colloqui che lui aveva con gli esponenti della sinistra, come Berlinguer e Nenni ed anche con anche Almirante.


Le intenzioni erano quelle di una partecipazione diretta a un nuovo governo di centrosinistra, detto "organico".
Zaccagnini disse che quello era un "orrore"!

Quegli incontri erano malvisti sia dagli USA (Kissinger disse di Moro, che "l' avrebbe pagata cara" quell'apertura a sinistra; ma anche la Russia era contraria con Berlinguer. Lui in una visita a Mosca si salvò da un (singolare e anomalo ) incidente.



La Dc viaggiava già con le sue "correnti", e queste volevano ognuna nel proprio territorio comandare nel proprio "feudo". Spesso in contrasto con la Roma politica ma anche con la Roma Papalina. Fra questi a dominare, c'era Andreotti, Fanfani, Rumor forti del proprio consenso elettorale (
Manuale Cencelli docet) e quindi erano forti (e insofferenti) dentro la Segreteria Dc guidata da Moro. (Nel link sopra su Moro abbiamo anche una registrazione viva voce, quando lui da loro rifiutò la carica (insignificante e senza poteri) di Presidente al posto di Segretario della DC - Ed espresse anche dei suoi timori sulla politica in generale). ( ASCOLTA la registrazione viva voce di Moro >>>>>>>
Quei "pericoli" non me li nascose Oreste e io le capii molto bene in seguito quando uscì il film "Todo Modo".
Un singolare film.
Pochi conoscono questa pagina di Storia retroattiva sulla "Fine di Moro".

LA FINE DI MORO FU PROFETICA NEL FILM "Todo Modo". ERA IL 1976. C'ERA UNA EPIDEMIA ("Ebola") DI UN MISTERIOSO VIRUS CHE CAUSAVA NUMEROSE VITTIME, OSPEDALI PIENI, VACCINAZIONE IN TENDE, MASCHERINE PER CHI USCIVA, ALTOPARLANTI PER LE STRADE "state a casa".
https://www.youtube.com/watch?v=xFvh2n17dTQ
In un Eremo ci fu un ritiro di personaggi della DC, per accusarsi l'un l'altro, fino a fare un vero e proprio processo, dove si pagavano le colpe. E in uno di questi, fu Moro, processato, messo in ginocchio e giustiziato.

 

Il film "Todo Modo" fu ricavato da un romanzo di Sciascia, regista Petri (con uno straordinario Mastroianni, G.M. Volontè, oltre a M. Melato) era uscito nel 1976, proprio durante la Presidenza della DC di Aldo Moro ( era il periodo in cui si iniziò già parlare di un serio e possibile "compromesso storico" tra DC e PCI). (entrambi in fibrillazioni per una nuova Europa senza gli oltreatlantici.

Moro era interpretato dall'attore Gian Maria Volonté. Nel film non si cita mai il nome Moro, ma la rassomiglianza, nel parlare, negli atteggiamenti, nella postura, era impressionante. La fisicità, il modo curiale di comportarsi e perfino il ruolo rivestito in quel momento proprio da Moro segretario della DC, non lasciavano spazio a dubbi in merito. L'uomo politico del film era proprio l'uomo della DC. A capo della DC ! Aldo Moro.
La Stampa
(nr. 150, Anno 110, 27 giugno 1976) uscì con un titolo "Nel film di Elio Petri vilipendio a Moro?"; infatti il film suscitò polemiche e pur con le pressioni della DC per impedirne la diffusione, ritenuto infamante, uscì ugualmente nelle sale; ma la pellicola fu subito sequestrata e bruciata. Ma poi uscì in Francia il 19 gennaio 1977 e negli Stati Uniti nell'ottobre 1977.
(Sembra che ora ve ne siano copie in giro restaurate. Alla Cineteca di Bologna e Torino. Ma alcuni spezzoni sono presenti anche su You Tube - Una sintesi su WIKIPEDIA >>> ).

Nel film - nel corso di un ritiro spirituale per espiare la sete di potere e gli annessi reati di corruzione, abbiamo già detto, vi erano uomini politici, affaristi, banchieri, tutti legati alla DC. Ma uniti nella lotta per la spartizione del potere. Vi furono le varie "j'accuse" all'intera classe politica, una drammatica resa dei conti e allo stesso tempo una critica feroce alla stessa DC e alle ambigue riflessioni sui rapporti tra Chiesa e Stato e tra potere e spiritualità.
Nella sostanza era un vero e proprio processo con un finale che affermava: "Qualcuno deve pagare".
Vi sono nel corso del film diversi omicidi, dopo aver fatto loro un processo, Moro era fra questi processati: viene accusato di varie nefandezze, poi fatto inginocchiare a terra piagnucolante; lui si discolpa dicendo che ha una missione da compiere per il bene del Paese, ma é brutalmente giustiziato da una raffica di mitra alla schiena.

Per come andranno poi le cose un anno dopo, la sua fine era già nell'aria.
dunque il film fu una profezia? Giudicate voi!

Ritorno a Leonardi e come già accennato - al tempo di quel fortuito nostro incontro - era diventato da un po' di tempo proprio l'uomo di scorta di Moro. Che indubbiamente una volta conosciuto Oreste, MORO lo volle sempre accanto a se.
Fino a formare in seguito, proprio nel '76 (dopo l'uscita dell'inquietante film) una scorta con altri elementi.

Mi ricordo che la moglie Eleonora (detta Norina - 1915-2010 - anche lei gentilissima in quell'incontro in Val Gardena) (sempre appartata dalla politica e dalla mondanità) ricordandolo dopo la tragedia disse, che lui Oreste Leonardi "era diventato uno di famiglia", tanto era affezionato a tutti loro, non solo per dovere professionale, ma per il rapporto umano che ne era nato, per la sua lealtà e onesta discrezionalità, virtù che erano del resto nel carattere dello stesso Moro, un uomo sì mite e buono ma politicamente un mediatore tenace. E proprio per queste affinità Moro, Oreste Leonardi lo aveva voluto e lo avrà poi sempre accanto a se per quasi venti anni, fino alla tragica fine.

Leonardi mi disse cosa stava bollendo in quei giorni di febbraio nella pentola della politica. Nè mi nascose l'aria che tirava in quel periodo. Dove già si stavano formando elementi della successiva famosa "strategia della tensione". L'estremismo che vi era in giro per l'Italia, faceva presagire nulla di buono.
In quel breve incontro, visto che nel colloquio con Moro lui aveva avuto per me molti apprezzamenti, Leonardi prevedendo la (malvista da altri) ascesa di Moro alla Presidenza del Consiglio, aveva intenzioni di munirsi di una maggiore scorta, quindi - avendomi conosciuto molto bene a Viterbo - ma anche per aver fatto anni di antiterrorismo in Alto Adige, mi propose di affiancarlo.
Ero onorato di riceverla questa proposta e incarico ma davanti ad alcune mie perplessità e dubbi - volendo io tergivisare - aggiunse che ci avrebbe pensato lui a farmi entrare in quel servizio, anche perché nel cerchio della scelta dell'uomo per la scorta era solo lui che decideva.
Io pur lusingato di ricevere tale sua proposta - premettendogli che io nel mio lavoro che stavo conducendo mi piaceva molto per i tanti viaggi che facevo, oltre essere contento professionalmente ed economicamente - gli dissi che ormai avevo fatto la mia scelta di vita e che quindi pur gradita la sua proposta declinavo la sua offerta. Alla fine ci salutammo con un arrivederci.
Se io allora avessi accettato la sua proposta di entrarenella sua scorta oggi non so se sarei qui a raccontarla.

Essendo Ispettore per l'intera Italia, quando andavo Roma per una due settimane, avendo l'indirizzo di Moro, più di una volta ci siamo incontrati. Uno degli ultimi incontri fu nel 77 Oreste mi espresse ancor di più alcune sue preoccupazioni. Moro in questo periodo era spesso contestato dal suo stesso partito, la DC. (ecco perchè - e proprio nel '76 - fecero quel "maledetto" film "Todo Modo". Nell'aria c'era quel clima!!!) - Leonardi proprio a fine 77, in un nostro incontro a Roma, era molto preoccupato; mi chiese l'hai visto "Todo Modo"? - Prima o poi succederà proprio questo. Fu Profetico.)

Le preoccupazioni di Oreste paradossalmente non erano i personaggi di sinistra, ma dello stesso partito DC. Non solo, ma lui mi espresse alcune diffidenze verso chi svolgeva dei compiti di guardaspalle di politici dentro la stessa DC. (che fra l'altro alcuni elementi erano usciti proprio da Viterbo dove lui come già detto era stato il loro e il mio istruttore al Reparto Carabinieri Sabotatori).

Leonardi si era già fatto poi affiancare da un giovane autista 23 enne Domenico Ricci, quando Moro era diventato Ministro della Giustizia. Poi via via nella sua ascesa politica Leonardi prese per la scorta gli altri tre Raffaele Jozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera. Costoro assieme a lui andarono nel '78 all'appuntamento con la morte.

Quel film profetizzava uno scenario e una tragica conclusione. Molti fecero finta di non capire. Mentre altri misero in atto proprio ciò che la tragica trama che il film profetizzava.

Nel 78, il 16 marzo, mentre Moro si stava recando alla Camera dei Deputati - (riunita quel giorno per votare un governo di solidarietà nazionale, presieduto da Andreotti e del quale avrebbero fatto parte per la prima volta dalla nascita della Repubblica anche esponenti della sinistra). Quel mattino balzò nella cronaca nera il drammatico rapimento di Aldo Moro in via Fani, da parte delle BR , dopo che ne era stata sterminata la sua scorta. Poi dopo 55 giorni di prigionia, seguì la barbara e tragica fine dello stesso Moro il 9 maggio, dopo il fumoso dibattito e lo scontro tra una linea di fermezza e una linea favorevole alle trattative con le BR per salvargli la vita. Fu famoso il "No" alle trattative di Andreotti & C.

Secondo il racconto del brigatista Morucci, Oreste Leonardi fedele a quel rapporto che si era instaurato con Moro, per proteggerne la sua incolumità, pur colpito a morte nel sedile anteriore - fedele fino alla fine - si girò per far abbassare Moro e proteggerne la sua incolumità; che gli riuscì pure, ma si prese lui le pallottole e Moro fu poi rapito e in seguito come già ricordato ucciso.


Tutte le trattative per il rilascio fallirono.
Il più accanito a non cedere fu Andreotti. Ma anche Zaccagnini.


Non posso qui raccontare come in quei giorni io ne rimasi sconvolto. Per la tragica fine dei suoi 5 angeli custodi e in seguito di Moro.

Ma soprattutto scioccato per l'uomo che avevo come amico , l'uomo che mi aveva preparato e accompagnato a fare i bellisimi lanci, mai più ripetuti in Italia. (su montagne di 3-4-5000 metri !!) (altre immagini le troviamo qui >>>>

Ciò che mi ha sconcertato è stato l'agguato e la sua morte. Nella Scuola Sabotatori di Viterbo, Oreste mio istruttore, fra i suoi insegnamenti c'era quello di non sottovalutare mai il nemico, mai abbandonare le armi, ma tenersele molto strette e in quei mesi del 1978 la tensione era molto alta, anzi altissima. E lui lo sapeva benissimo.
(mi disse anche che aveva richiesto un auto blindata, ma che gli era stata rifiutata!! (dalle alte sfere !!!))

Ma mi sono meravigliato che proprio lui non abbia adottato certi accorgimenti insegnatimi che poi a me erano stati utili quando andai a fare antiterrorismo in Alto Adige, dove c'era Klotz "il bombarolo della Val Passiria" che seminava bombe ed era inafferrabile. Noi che giravamo in perlustrazione le valli dando a lui e ai suoi amici la caccia, avevamo sempre il terrore di un cecchino o di saltare un aria in una caserma - com'era già avvenuto. Il nostro Winchester ribaltabile, l'avevamo sempre in mano e sempre con il proiettile in canna, sempre pronto, anche nelle pause. Tanto è vero, che accadevano incidenti anche mortali tra di noi, quando per una disattenzione ci partiva un colpo.
MI sono meravigliato che lui in macchina avesse la pistola sotto il sedile. Una imperdonabile errore. Proprio LUI !!!

MA SONO PIU CHE SICURO CHE IL PERICOLO LEONARDI LO PERCEPI' - SOPRATTUTTO PER IL CLIMA E PER IL FAMOSO FILM ACCENNATO SOPRA "TODO MODO" - NON PER NULLA LUI AVEVA RICHIESTO L'AUTO BLINDATA - CHE GLI FU PERO' NEGATA - MA DA CHI? E' UN MISTERO !! Ancora oggi. . - MORO QUALCUNO LO VOLEVA MORTO !!!

Cossiga nel"suo" Piano "emergenza Moro".......aveva deciso di formare l'Unis, l'Unità d'intervento speciale con un particolare battaglione proprio di Paracadutisti.....Voleva creare e rendere subito operativo il gruppo operando in piena autonomia rispetto a chi stava gestendo la crisi, ma.... ("ingenuamente .... e si capisce anche perché" - lo afferma Cossiga - Corriere 15 marzo 1998) "...per correttezza lo sottoposi ad Andreotti per l'approvazione. "Piano che non diventò mai operativo, e gli uomini non scesero mai in campo - (potevano forse intralciare i "disegni" di altri"?
(i particolari sono qui sotto nella Biografia Di Moro >>>>>)

Pecorelli che scriveva nel suo OP, lo aveva già anticipato scrivendo  "Cossiga... il Ministro non poteva decidere nulla su due piedi... doveva sentire pił in alto... e qui sorge il rebus: quanto in alto??". (Qui anche Pecorelli, aveva firmato la sua condanna a morte!!!)

E sono anche convinto che Oreste forse conosceva chi impose l'alt alle auto. E proprio per questo con spari ben precisi e ben direzionati - per rapire Moro - lui dovettero sopprimerlo, scaricandogli da molto vicino i mitragliatori (Leonardi fu raggiunto da 6 precisi colpi). E sono sicurissimo che quelli non erano dei principianti, ma gente addestrata come e meglio di me. (forse paradossalmente ... dallo stesso Oreste a Viterbo !!!! ).

Ma il mistero è rimasto !! Mi sono poi letto negli anni successivi i memoriali, di Moro, le sue accorate lettere ai suoi ""amici" (mica tanto), e avevo anni fa (sono 25 anni che esiste Storiologia) riportato in alcune pagine mie attente analisi e valutazioni sui fatti. Questemie analisi nelle varie inchieste che seguirono, le vidi riportate pari pari nei vari processi che seguirono.

Io per la morte di Oreste ne ero uscito preoccupato. E a dire il vero per la prima volta avevo anche paura. Pochi mesi dopo la fine di Moro, uno dei miei uomini che seguivo, aveva fatto ai suoi superiori una relazione su di me, poco lusinghiera sul mio operato, perfino infamante. Scrivendo delle falsità. Tuttavia in alto me lo riferirono e mi avvertirono, pur dicendomi che potevo tranquillamente proseguire nel mio lavoro. Ma dopo un paio di mesi, mi vidi sostituito come ispettore proprio nella regione dove abitavo io da quel soggetto (un doppiogiochista - un infiltrato ? ma di chi?? visto che qualcuno lo aveva poi anche promosso!!! ).
Fra l'altro l'avevo fatto assumere io, e ne avevo curato addirittura perfino la sua formazione . Ne rimasi sconcertato. A quel punto non mi fidavo nemmeno più di chi..... dall'alto mi dava ordini. Questo nuovo soggetto fu addirittura promosso Ispettore e gli diedero la metà del mio territorio in Italia.
Temendo il peggio, a quel punto chiesi le mie dimissioni.

Abbandonai tutto. Sparii dalla circolazione. Partii per andare da un mio amico pastore in A.A. dove con lui vissi dentro la sua malga all'Alpe di Siusi e mi ritirai per alcuni mesi in un completo isolamento......

curando non più uomini ma capre e pecore ....

 

Anni dopo (quando sul mio sito avevo accennato sui fatti di Via Fani, a quelle mie preoccupazioni, seguite dalle miei dimissioni, a scrivermi fu un noto giornalista che aveva letto sia le mie pagine come quelle del processo. A quel punto - mai immaginando che quelle mie note erano andate all'inchiesta - cancellai dalla rete le mie pagine non volendo prima o poi essere chiamato per confermarle. Ma stranamente andarono poi nel cestino della carta straccia anche quelle della Commissione d'Inchiesta. Qualche manina ci doveva essere stata. Forse ero stato troppo allusivo con dei sottintesi. E ad avvisarmi fu proprio lo stesso giornalista che era rimasto sconcertato, che sia da me come da loro era sparito tutto. Non aggiungo altro. Chi vuol capire, capisce.

 

ma ricordo del '78 ora anche questo.....

In Sicilia, qualcuno aveva anticipato Moro, in una coalizione di centro-sinistra con i socialisti e anche l'appoggio esterno del Partito Comunista Italiano. Ma questo a scapito della DC che dominava allora l'isola (con Lima-Andreotti)

Era PIERSANTE MATTARELLA che era stato eletto
Presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978 in una coalizione proprio di centro-sinistra (quello che voleva appunto fare Moro) con l'appoggio esterno del Partito Comunista Italiano.

MATTARELLA SERGIOPIERSANTE si era dedicato alla carriera politica nella Democrazia Cristiana avvicinandosi alla corrente politica di Aldo Moro (!!!)
Nel 1964 si candida nella lista DC alle elezioni comunali di Palermo ottenendo più di undicimila preferenze divenendo consigliere comunale di Palermo (risultò quarto dopo Salvo Lima - l'uomo che era passato dalla corrente di Fanfani a quella di Andreotti che dominava sull'isola; ed era Lima a procurargli sull'isola montagne di voti (250.000).

E se anche Andreotti fu in seguito accusato di collaborazione con Cosa Nostra anche Lima faceva con il vecchio Pci degli anomali incontri-accordi (quello che stava facendo anche Moro - Per nulla graditi da Andreotti)

Alle elezioni regionali del 1967 Mattarella era stato eletto deputato all'Assemblea regionale siciliana nel collegio di Palermo, con più di trentaquattromila preferenze, nonostante molti dubitassero delle sue possibilità visto che negli stessi anni il padre Bernardo stava venendo coinvolto in un acceso scontro giudiziario con il sociologo Danilo Dolci che lo aveva accusato di collusioni mafiose.
Piersante era diventato membro della Commissione speciale incaricata di riformare la burocrazia regionale, divenendo relatore della legge di riforma. Lui aveva già iniziato a denunciare diverse criticità dell'Assemblea regionale che riguardavano le pratiche clientelari di molti consiglieri regionali
In quegli stessi anni Piersanti si fa largo nella DC provinciale e regionale, grazie al sostegno di Aldo Moro (che non di certo era gradito da Andreotti)

Ma anche Piersanti sosteneva il berlingueriano compromesso storico col PCI per sottrarlo all'influenza sovietica.

Eletto presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978 con 77 voti su 100, é alla guida di una coalizione di centro-sinistra con l'appoggio esterno del Partito Comunista Italiano (quello che sta facendo Moro in quegli stessi giorni).
Mattarella adotta nuovi criteri molto più severi per la nomina dei dirigenti pubblici.

(non dimentichiamo che il sequestro di Moro é del successivo 16 marzo - e il 9 maggio ci fu la sua uccisione)


Mattarella subito si distingue per l'azione riformatrice che porta avanti in Regione e ha ormai contrapposto gli interessi di Cosa Nostra e i suoi referenti politici (che sono per lo più come detto nella DC di Andreotti)
Riforme severe che però passano inosservate in Italia essendoci negli stessi giorni il sequestro di Moro.


Infatti in aprile Mattarella riforma il governo regionale che d'ora in poi può avocare a sé decisioni spettanti ai singoli assessori, allargando le materie da sottoporre all'intero governo regionale, razionalizzando le competenze degli assessorati, nuovi criteri molto più severi per la nomina dei dirigenti pubblici. Che andrà poi a creare il Comitato per una nuova misura di razionalizzazione politico-amministrativa, con un il piano d'emergenza ed altri importanti provvedimenti come la legge urbanistica (legge regionale n. 71 del 1978) che riduceva drasticamente gli indici di edificabilità dei terreni agricoli e opere di urbanizzazione.

Fu un duro colpo per speculatori e costruttori abusivi; la legge di Mattarella sugli appalti ora favoriva trasparenza e imparzialità nella pubblica amministrazione. Sotto quest'ultimo aspetto Mattarella avvalendosi dei poteri come presidente della regione ordina inchieste sui beneficiari dei contributi regionali, sugli assessorati e sui comuni più grandi portando alla luce illeciti e abusi delle cosche mafiose. Nel libro Per non morire di mafia, Pietro Grasso ha scritto che Piersanti Mattarella "stava provando a realizzare un nuovo progetto politico-amministrativo, un'autentica rivoluzione con la sua politica di radicale moralizzazione della vita pubblica"

Erano quelle leggi regionali, sulla trasparenza nella pubblica amministrazione, sulle oscure unità sanitarie, sull'urbanizzazione del territorio, sugli appalti nei vari settori, sull'agricoltura con i poderi in mano alle cosche, ecc.ecc. Tutte invise agli speculatori che prima operavano con illeciti e abusi anche dentro gli stessi enti preposti e dove ovviamente fu turbato tutto il sistema degli appalti pubblici e le autorizzazioni che allegramente davano agli oscuri enti vari. Tutto questo agitò le varie cosche di Cosa Nostra che sul territorio facevano ciò che volevano con l'appoggio di certi discutibili politici.
Non solo, ma in una occasione (vi era già stato l'omicidio di Impastato). MATTARELLA pronunciò un durissimo attacco-discorso contro Cosa Nostra. Rammentiamo (ancora) che quello era lo stesso giorno in cui fu trovato morto Moro in via Caetani. E sui giornali non si scrisse quasi nulla sulla scioccante requisitorie fatta da Mattarella. Ma di certo ....non era passato inosservato a qualche suo nemico in Sicilia.
FURONO LEGGI CHE DIEDERO UN DURISSIMO COLPO ALLE MAFIE LOCALI. CHE AGIRONO SUBITO.

 



 

 

La mattina di domenica 6 gennaio 1980, in Via della Libertà a Palermo, Mattarella con moglie figli e suocera stavano andando a messa. Non appena entrò nella Fiat 132, un sicario si avvicinò al finestrino e lo freddò a colpi di pistola.
A soccorrerlo il fratello Silvio, l'attuale nostro Presidente della Repubblica.
Come al solito si disse che era di matrice nera.

Giovanni Falcone, che nel 1988 ricopriva il ruolo di giudice istruttore, indagando sull'omicidio Mattarella, dichiarò: "È un’indagine estremamente complessa perché si tratta di capire se, e in quale misura, la pista nera sia alternativa a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa".


Infatti Buscetta, in seguito sentito dalla Commissione Parlamentare Antimafia presieduta dall'on. Luciano Violante il 12.11.1992, affermò: «Le garantisco che i fascisti in questo omicidio non c’entrano. Quei due (che avevano vagamente accusato) sono innocenti. Glielo garantisco. E chi vivrà, vedrà. Credo che Mattarella in special modo volesse fare della pulizia negli appalti. Se andate a vedere a chi sono andati gli appalti in tutti questi anni, con facilità voi andrete a scoprire cose inaudite. Non avevano bisogno di due fascisti. La Cosa nostra non fa agire due fascisti per ammazzare un presidente della Regione. È un controsenso»
Maggiori dettagli su Piersanti Mattarella su wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Piersanti_Mattarella



( Ancora oggi, dopo 40 anni, non si sa ancora che uccise MATTARELLA )


Si disse che era un attentato terroristico politico, altri che era di mafia, altri ancora dei neofascisti. In altre indagini investigative a partire da quello data, vi partecipò GIOVANNI FALCONE che spiccò anche due mandati di cattura. Ed iniziò con BORSELLINO ad indagare a fondo. Troppo a fondo...... il 23 maggio del '92 Falcone morirà nella strage di Capaci. (e due mesi dopo un'altra strage fu fatto fuori Borsellino)

Ma vi era un certo Ciancimino, collaboratore di Andreotti e ovviamente di Salvo Lima (era lui in Sicilia a raccogliere montagne di voti per Andreotti - 250.000). Ma poi (molto strano) anche Lima viene ucciso da un killer con tre colpi di pistola il 12 marzo 1992 (e questo due mesi prima di Falcone).


I collaboratori di giustizia rivelarono in seguito nei processi, che proprio quelli della corrente adreottiana di Lima, si erano lamentati dell'operato di Mattarella e di quella famosa sua requisitoria contro Cosa Nostra e che - dissero - indubbiamente i mafiosi avevano poi agito per eliminarlo.
(una curiosità: già nel '96 quando si aprì il processo ad Andreotti, l'ispettore di polizia Bonferraro, rivelò che Lima era in effetti in rapporto di affari con il palazzinaro mafioso miliardario Vassallo, tanto da abitare gratis da 18 anni in un palazzo di proprietà proprio del Vassalli.
(dichiarazioni ritenute veritiere nella sentenza della Corte d'Appello nel processo che ci fu poi a carico di Andreotti).


Torniamo un po' indietro. Il Generale DALLA CHIESA (dopo il delitto Mattarella) fu poi inviato in Sicilia (si disse per combattere la mafia), ma lui........ (ricordiamo qui che a 27 anni era il comandate della locale caserma dei carabinieri a Corleone !! I capi mafiosi lui li conosceva tutti, ma proprio tutti) .......prima di partire da Roma incontrò Andreotti e nel suo diario il 6 aprile 1982 annota "Con lui sono stato molto chiaro, che non avrò riguardo verso quella parte dei "suoi" grandi elettori". Fu questa una minaccia? (e si scavò da solo forse la fossa?)

((((( Rita Dalla Chiesa (sett.20121) a "La Confessione" (Nove) di Peter Gomez: “L’omicidio di mio padre? Politico!. Andreotti gli disse: chi si mette contro la Dc in Sicilia torna con i piedi davanti”)))))


Quando poi Chiesa arrivò in Sicilia nessuno delle autorità locali e delle istituzioni, lo incontrò per prendere con lui un banale caffè e per dargli il "benvenuto". E lui si confido col figlio "sono stato mandato in Sicilia contro la Mafia, ma non posso far niente se i più legati alla mafia sono democristiani (in parte chi a favore e chi contro Andreotti)".

E anche in una intervista con Bocca gli disse "sono stato lasciato solo, così potranno dire che io sono stato ucciso dalla Mafia".
Quando Dalla Chiesa fu poi realmento ucciso insieme alla moglie il 2 settembre '82, i veri boss della vera Mafia dissero "non siamo stati di sicuro noi, lui non aveva ancora fatto niente contro di noi". E a noi i problemi politici (avevano dunque già capito!) non interessano più di tanto".

Montanelli fu invece caustico "Si faccia l'inchiesta in Parlamento, se vuole, ma su sé stesso". Ma a Roma furono tessute le lodi al Dalla Chiesa morto, dicendo che "da vivo a Roma non vi era stato mai nessun disaccordo". Che era stato insomma la Mafia a eliminarlo.

 


Falcone e Borsellino entrambi erano molto impegnati nelle indagini sui delitti Mattarella e Dalla Chiesa (oltre quello (molto strano) di Lima), ed entrambi erano arrivati alle conclusioni che vi erano vicinanze tra politici a Roma e mafiosi in Sicilia.
Ma non solo operanti a Roma e in Sicilia, ma che vi erano legami tra Cosa Nostra e l'ambiente industriale del NORD ITALIA, perfino con una oscura piccola banca.
Di preoccupazioni ne avevano molte, da non essere più sereni pure loro come ci appaiono in tante altre immagini precedenti. Tuttavia entrambi inziarono altre indagini seguendo delle piste che portavano non solo a Roma nell'ambiente politico ma anche al Nord soprattutto a Milano.

Il 21 maggio del '92......

(due giorni prima della strage di Capaci quando Falcone fu eliminato - un giornalista svizzero, fece a Borsellino un'intervista. Intervista che però scomparve quando anche lui due mesi dopo fu ucciso in Via D'Amelio; ma esistevano dei nastri; uno di questi era stato conservato dalla moglie, che fu poi - 8 anni dopo - tramesso da Rai News 24 il 19 settembre 2000, verso mezzanotte - (ma solo una piccolissima parte!!!) Dove lui affermava che "Mangano era la testa di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia" - "mandatao a Nord per proteggere dai sequestri un noto imprenditore. Ma non fu mandata in onda tutto il resto dell'intervista; perché questa sarebbe stata "clamorosa".

 

https://www.facebook.com/ItaliaMattanza/videos/657860232287157/

Borsellino in quella intervista faceva infatti riferimento ad alcune sue indagini in corso sui rapporti tra Vittorio MANGANO e Marcello Dell'Utri e un "palazzinaro" di Milano, che aveva sempre - chissà come - a disposizione milioni e milioni a palate, da dove venivano? non si sa!
Suo padre un certo Luigi Berlusconi lavorava come funzionario in una piccola banca a Milano la Rasini; in una stanzetta, in Piazza dei Mercanti, che era considerata la "banca dei mafiosi" che vi ricliclavano denaro (i principali: Pippo Calò, Totò Riina, Bernardo Provenzano (uomini guida della Mafia) e AZZARETTO, uomo di fiducia (!!!) di Giulio Andreotti in Sicilia. Erano mafiosi che facevano i "corrieri" Sicilia-Milano. Nel 1970 la piccola Banca Rasini acquisisce una quota dI una Banca di Nassau assieme alla Cisalpina, nel cui consiglio d'amministrazione figurano nomi destinati a divenire famosi, come Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus.

molti particolari di questa oscura finanza sono qui >>>>>


Nel '74 per chissà quali contrasti si dimette Rasini il proprietario della banca. Il suo funzionario Luigi Berlusconi ne diventa lui il Direttore. Il padrone diventa AZZARETTO. La banca aveva nel '70 un capitale di 100 milioni. Nel '74 era di 1 miliardo, nel 1983 di 40 miliardi. Ma proprio nel '83 con l'"Operazione San Valentino" la polizia con una retata arresta diversi esponenti di Cosa Nostra, tutti questi figuravano clienti della Banca Rasini, che viene chiusa. Inglobata alla Banca di Lodi, che però andrà anche questa sotto sequestro. Negli archivi vi erano molti nomi eccellenti della Mafia, nomi rivelati da Sindona, a New York, poco prima di morire. E fra i nomi vi era anche quello che diventerà poi molto noto: Vittorio MANGANO "Lo stalliere". Era stato chiamato a Milano da Dell'Utri quando lui era diventato segretario di Berlusconi figlio. Tommaso Buscetta rivelò in seguito che Mangano a Palermo era capo-mandamento di Porta Nuova.

(Molti altri particolari (con scenari inquietanti) erano in quella singolare intervista fatta a Borsellino. Fino ad oggi ancora sconosciuta. (salvo quella piccola parte conservata dalla moglie). Ma sembra che da un momento all'altro, stia venendo fuori l'intera intervista con tutto il resto. Ma chissà quando sapremo esattamente cosa diceva Borsellino).

https://www.facebook.com/ItaliaMattanza/videos/657860232287157/

 

Ma perché Falcone era stato eliminato 2 giorni prima della intervista di Borsellino? Anche lui a Palermo stava indagando a fondo sull'omicidio Mattarella, su quello di Dalla Chiesa, e si era aggiunto anche quello di Lima assassinato il 12 marzo '91, ma lui Falcone fu "improvvisamente" (e stranamente !!!???) trasferito a Roma con altri banali incarichi. Poi il 23 maggio '92 mentre per motivi personali stava tornando a Palermo fu fatto saltare in aria, lui, la moglie e tre uomini di scorta a Capaci sull’autostrada che va dall’aeroporto a Palermo.

Ovvio che Borsellino ebbe subito dei brutti presentimenti che espresse a se stesso in una sua agenda (l'"Agenda Rossa") "Uccideranno anche me, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica, forse sì saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri".

Non sbagliò la previsione. Dopo appena due mesi dalla morte di Falcone, mentre visitava la madre in Via D'Amelio, fu messa accanto alla sua macchina un auto inbottita da 80 kg di tritolo che saltò in aria quella di Borsellino assieme ai suoi 5 uomini della sua scorta.
Le cause?: Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino erano stati tutti e tre lasciati soli. Ma troppo intriganti !!!

Il giudice Ayala in TV fu enigmatico ma anche implacabile "Dire mafia è troppo poco per spiegare queste stragi. La morte di Mattarella, di Falcone, e poi quella di Borsellino, assumono un significato politico". E ancora " i provvedimenti del governo sono stati solo di facciata e non servono a combattere quella mafia che è cresciuta grazie proprio ai governi che si sono succeduti e di cui quello attuale prosegue la politica".
Claudio Magris, scrisse invece sul "Corriere" delle amare verità: "la mafia è diventata parte del corpo che dovrebbe combatterla, si è intrecciata con gli organi dello Stato e del mondo politico fino a rendersi indistinguibile da esso"
Mentre il giornalista Giuseppe Fava - e la pagò cara!! - fu assassinato pure lui - dopo che - scioccando chi leggeva - aveva scritto: "I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono Ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione". E uno che scriveva così, non poteva che essere subito eliminato !!

E tutti quei voti della DC siciliana che raccoglieva l'andreottiano Lima (240.000 voti) dove poi finirono? Dopo lo scandalo Tangentopoli, con la DC e PSI finiti alle sbarre?
Era sceso "in campo"
Berlusconi e lui quei voti DC se li è poi presi tutti con la sua Forza Italia, dappertutto, Caltanissetta, Siracusa, Catania, Messina, e perfino Palermo che ha tradito la DC (andreottina, mattarellina e moroniana ) votando tutta compatta per Berlusconi.
La percentuale dei voti della Dc siciliana (quella di Lima-Andreotti), il 43 per cento, passano improvvisamente interamente al centro-destra di Berlusconi. (che si avvantaggia anche con voti di Fini e la Mussolini, che l'anno prima a Roma e Napoli con il MSI sceso in campo, si erano presi il 48% e il 44% dei voti. (Berlusconi aveva commentato (sdoganandoli) che se abitava a Roma avrebbe anche lui votato alla destra di Fini.
"La Repubblica" titolò in prima pagina " La Sicilia si consegna a Forza Italia". ---- QUI LA FAMOSA DISCESA IN CAMPO >>>>>

Ad Arcore - lo abbiamo già accennato sopra - si era visto fin dagli anni '70 un palermintano - Dell'Utri - come segretario, poi un altro palermitano - Vittorio Mangano - come "stalliere", ma entrambi "protettori" della famiglia Berlusconi a Villa Arcore.

Tutto questo nell' ambito politico; ma la mafia ora di chi era? Totò Riina in carcere a un suo vicino di cella confiderà : "Ma perché mai Silvio Berlusconi ad Arcore si è messo dentro uno stalliere?" Facendo riferimento a Vittorio Mangano, presentato a Berlusconi da Marcello Dell’Utri (entrambi di Palermo). Mangano lo si chiama stalliere ma in realtà era lì per la sicurezza della villa e dei suoi figli piccoli, che accompagnava personalmente a scuola e giocavano con sua figlia Cinzia. (oggi é detenuta per mafia). Ma poi Mangano aveva progettato un sequestro proprio nella villa a uno dei invitati.
Mangano verrà poi arrestato nel 1980 e condannato. Tra il 1999 ed il 2000 avrà ben quattro condanne dai giudici di Palermo: una all’ergastolo per duplice omicidio, altre due per mafia ed estorsione ed ancora una per traffico di droga.
Ma poi in seguito Berlusconi disse che era "un eroe" perchè lui non lo aveva mai diffamato.
https://www.youtube.com/watch?v=PD4ixdKJzOE

Quanto a Dell'Utri, già funzionario di una banca poi promosso alla direzione generale della Sicilcassa a Palermo, era salito da Palermo ad Arcore a fare il segretario di Berlusconi e alla EdilNord, é fu proprio lui a chiamare per la tranquillità nella villa di Arcore Vittorio Mangano, fatto assumere da Berlusconi. Mansioni: "responsabile alla sicurezza per evitare che i suoi familiari fossero vittima di sequestro di persona (quindi non era di certo - uno del suo calibro - un semplice "stalliere", come si vuol far credere).

Perché Mangano - altro che stalliere! - era un mafioso, un boss di Porta Nuova a Palermo, che aveva già a suo carico tre arresti e varie denunce e condanne, nonché una diffida come "persona pericolosa". (diranno in seguito Berlusconi e dell'Utri (ma non era proprio lui di Palermo'!!!!
) che non erano a conoscenza di questi precedenti).
Nel 1980 Dell'Utri diventa amministratore di Publitalia '80. Poi nel 1993 insieme a Silvio Berlusconi fondano Forza Italia, che vince le elezioni nel' 94.

Dell'Utri proprio con Publitalia ottiene un forte consenso elettorale per Forza Italia ante litteram attraverso l'esercito dei venditori di Publitalia, la sua creatura più riuscita.

 

Nel 1996 Dell'Utri è deputato al Parlamento nazionale, nel 1999 è parlamentare europeo, nel 2001 viene eletto Senatore della Repubblica. Nel 2008 viene accusato - e iniziano numerosi processi a suo carico - per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Lui fugge all'estero, in Libano

Ma c'é poi nel 2014 la Condanna definitiva in Cassazione: 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Il 9 maggio 2014, dopo una lunga udienza (durata dalle 14:00 fino a sera) e dopo quattro ore di camera di consiglio, la 1a sezione penale della Corte di cassazione ha respinto il ricorso degli avvocati di Dell'Utri, confermando quindi in via definitiva la condanna che era già stata inflitta il 25 marzo 2013 dalla Corte d'Appello di Palermo. E a seguito della pronuncia della Cassazione, la Procura generale di Palermo emette un mandato di cattura a carico di Dell'Utri, assieme ad altri documenti trasmessi al governo libanese ai fini dell'estradizione. Espulso, Dell'Utri finisce in carcere a Rebibbia. Non dirà mai nulla contro Berlusconi. E lui nella sua TV lo ringrazia pubblicamente chiamandolo perfino "eroe".

(le ultime notizie sono del settembre 2021 La sentenza di Palermo che ha mandato assolto Dell'Utri dall'accusa di violenza o minaccia ai Corpi dello Stato ("trattativa Stato-mafia"). Caduta la formidabile impalcatura accusatorie detta da lui "pazzesche". Un calvario- ha detto l'interessato - con tanto fango addosso. Ha tuttavia passato quattro anni in carcere e uno agli arresti domiciliari. E ha subito due infarti e anche una operazione. (Sempre in silenzio; addirittura chiamato da Belusconi: un eroe)
Con Dell'Utri era stato inviato a giudizio anche il generale Mori e altri undici indagati, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e violenza o minaccia a corpo politico dello Stato. Gli altri imputati - oltre a Marcello Dell'Utri- i politici Calogero Mannino, , gli ufficiali Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, i boss Giovanni Brusca, Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà e Bernardo Provenzano, il collaboratore di giustizia Massimo Ciancimino (indagato anche per calunnia) e l'ex ministro Nicola Mancino (solo per falsa testimonianza, poi assolto dalla Corte il 20 aprile 2018). .Il 7 marzo 2013 il GUP Piergiorgio Morosini rinviò a giudizio dieci imputati, tra i quali il generale Mario Mori.
Ma anche per quest'ultimo la stessa sentenza del settembre 2021 lo ha mandato assolto, assieme a Dell'Utri).

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L'inizio della storia di Berlusconi é singolare.
Ma non privo di ostacoli, anche se lui - sempre sorridendo - ha una notevole resistenza ma anche un certo fascinoso potere sulle folle. E altrettanto sorride quando penne cattive scrivono qualcosa su di lui. Ma si dice che nel vendicarsi lui non si sporca mai le mani.

Partiamo ancora dall' inizio.....

Suo padre, Luigi Berlusconi é un collaboratore “fedelissimo” di una piccola banca a Milano, la Banca Rasini. Sembra questa essere una banca dove molti mafiosi siciliani vi portano del denaro fra i quali Pippo Calò, Totò Riina, Bernardo Provenzano e tanti altri. Forse per trasferire poi i soldi in Svizzera. Dove poi in effetti ci sarà una banca collegata alla Rasini

vedi >>> https://it.m.wikipedia.org/wiki/Banca_Rasini

Quando Luigi Berlusconi diventa direttore generale di questa piccola banca è lui a finanziare tutte le operazioni di suo figlio Silvio 30 enne che subito inizia la sua carriera imprenditoriale. Il 29 settembre 1968, in vista di un grande progetto immobiliare, nasce a Milano la Edilnord, dove il maggior pacchetto azionario è posseduto dalla Fininvest Servizi Spa di Milano- Vi hanno partecipato i capitali della stessa Banca Rasini, e una società costituita a Lugano 10 giorni prima. Oltre a una società “gemella” sempre aperta in Svizzera della Edilnord.

(qui - nelle belle case della Edil Nord - in incognito a Milano viveva con altro nome, LIGGIO giunto da Corleone, perchè lì era da tempo ricercato.
LIGGIO- Lui é il capostipite della mafia di Corleone. Ed é rimasto il semidio della mitologia mafiosa siciliana. I suoi picciotti erano RIINA e PROVENZANO, BADALAMENTI. Quand'era già ricercato per vari reati, nella sua Corleone comandava la locale caserma dei carabinieri un certo DALLA CHIESA 27enne (che abbiamo già citato e ne riparleremo).
Liggio per essere l'autore anche di vari omicidi, divenne presto la "primula rossa" della mafia. Arrestato e processato nel '69 fuggì da una clinica romana dov'era in cura. Si trasferisce in segreto in Lombardia a Milano qui nell'ombra e sotto falso nome si mise ad organizzare i numerosi sequestri di persone che avvennero in quel periodo nei primi anni '70.
Lui come un banale commerciante di vini, viveva e abitava a Milano, in un bella villetta con laghetti e piscine attorno (acquistata (?) Ma da chi? ) amato e riverito dai vicini. E fu lì nel '74 che (stranamente) venne poi arrestato. Ricomparve - sigaro in bocca nel febbraio dell'86 all'apertura del maxiprocesso a Palermo, impostato da 2 magistrati che indagano sulla mafia: FALCONE e BORSELLINO. Nell'ambiente mafioso, qualcuno (la Barbera) chiedeva "in alto" "di farli trasferire quei due" - "fuori al più presto" perché stanno facendo "molti danni" con le loro indagini sui rapporti e le trattative tra Stato e mafia, e che i due, con dei traditori "pentiti" (uno di questi Buscetta) stavano "perseguitando" i padrini che erano in carcere. Bisognava alleggerire subito il 41 bis. ( sappiamo già come finirono i due!! Falcone e Borsellino. Prima che facessero ..... molti danni).

* "in alto"??? Marco Travaglio in seguito (11 gennaio 2012) parlò "di leggi proposte e approvate da parte di governi nel corso degli ultimi 15 anni, che potrebbero aver favorito Cosa Nostra. Come quella del secondo governo Berlusconi che stabilizzava il 41 bis rendendone di fatto più facili le revoche".


Torniamo nel '70 la Banca Rasini diventa - come accennato sopra) improvvisamente un po' palermitana con socio Azzaletto, e il 7 giugno 1974 diventa poi lui il Direttore Generale sostituendo Luigi Berlusconi, ed acquisisce una banca la Brittener Anstalt, e la società Nassau Bank, con dentro nomi che diventeranno famosi Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e il cardinale Marcinkus.

Con Marcello Dell’Utri, la precedente società viene trasformata in Milano 2 SpA. Che ha iniziato da qualche anno a costruire su un grandissimo terreno numerose villette. Che in breve tempo diventa un centro di belle case per 4.000 abitanti, che nell'arco di 6 anni diventeranno 10.000, con un centro commerciale, sportivo, piscine, campi di gioco, scuole materne ed elementari, e perfino un centro sanitario per anziani. (!!!!!!!!!)
Quest'ultimo nasce su un terreno che un conte ha venduto a un prete interdetto dalla Curia, don Luigi Maria Verzè che su 46.000 mq l'abile prete costruisce e si unisce alla Milano 2 di Berlusconi, che via via si ingrandisce fino a diventare il famoso Ospedale San Raffaele di Milano. In questa Milano 2, Berlusconi fa perfino dirottare gli aerei che la sorvolavano (cosi può dire nella pubblicità-vendite "Milano 2" - "E' un Oasi di pace") (io con il mio direttore Generale, con lui interessato, andammo una domenica a visitare una di queste villette, e lì c'era Berlusconi. lui in persona illustrava l'immobile e ne trattava anche personalmente la vendita).

Su questo immenso impero immobiliare sorto così in fretta e per incanto, desta anche delle curiosità. Il primo a farsi delle domande è Bocca che nel marzo 1976 scriverà: “Milano è la città in cui un certo Berlusconi di 34 anni che costruisce Milano 2, cioè mette su un cantiere che costa 500 milioni al giorno. Chi glieli ha dati? Non si sa. Chi gli dà i permessi di costruzioni e dirottare gli aerei dal suo quartiere? Questo lo si sa, anche se si ignora il resto. Come è possibile? Noi saremmo molto curiosi, molto interessati a sapere dal signor Berlusconi la storia della sua vita: ci racconti come si fa a passare dall’ago al milione o dal milione ai cento miliardi”.
Faranno indagini anche tre finanzieri, ma non trovarono nulla di strano. Ma poi (conosciamo i nomi) li troviamo assunti dallo stesso Berlusconi nelle sue società. E uno di questi - in seguito alla sua "discesa in campo" - anche nella politica - e perfino eletto nelle liste di Forza Italia.

Fin dal '73 era stata acquistata Villa Arcore, la favolosa villa, un milione di mq. con parco, campi da tennis, maneggio, scuderie, due piscine, centinaia di ettari di terreno, opere d'arte all'interno per centinaia di milioni, la cui proprietaria era Annamaria una ragazzina minorenne rimasta orfana (per un clamoroso fatto che era avvenuto: (il padre Casati Stampa aveva ammazzato la moglie, il suo amante e si era suicidato) rimasta orfana fu lei che ereditò la villa. Curatore della minorenne è Cesare Previti un avvocato di Berlusconi. Ed è lui che gli permise di acquistarla, non solo per una cifra irrisoria (500 milioni) e nemmeno in denaro, ma in azioni di una società appositamente creata ma non quotata in borsa che da lì a poco fallisce, e alla ragazzina orfana danno ciò che è rimasto. Poco!

Con Marcello Dell’Utri, la precedente società immobiliare viene ancora trasformata.
Lui seguita a fare la spola Palermo Milano, con un aereo privato in un indiscreto scalo privato milanese.
Nella precedente casa di via Rovani ora diventata sede delle sue società, alcune intestate a prestanomi, Berlusconi, oltre ad aver ricevuto minacce di rapimento del padre Luigi, questa casa subisce un attentato con una piccola bomba. E' un avvertimento?. Trasferitosi a Villa Arcore qui é Dell'Utri a suggerire di far arrivare da Palermo "uno stalliere": Vittorio Mangano, per stare tranquilli da sequestri o estorsioni di mafiosi. Non sarà cosi. Perché sarà proprio questo Mangano a fare le estorsioni e un tentativo di sequestro anche con un ospite di Berlusconi. Lo denunciano e lo mandano sotto processo e
se ne disfano.
Nel luglio ’88 la Fininvest compra per 769 miliardi il 70% della Standa dalla Iniziativa Meta, controllata Montedison. Ma gli interrogativi anche qui....come ha fatto tanti soldi? e sono molti gli interrogativi simili a quelli di Bocca.

Idem quando tra il 1989 e il 1991 inizia una battaglia fra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti per il controllo della Mondadori, la prima casa editrice che controlla quotidiani (La Repubblica, e 13 giornali locali), settimanali (Panorama, Espresso e Epoca) e tutto il settore libri. Con una sentenza di un giudice Berlusconi strappa la Mondatori al suo concorrente. Gli lascia solo Repubblica, Espresso e giornali locali. Tutto il resto rimarrà a Berlusconi.
I due politici Martelli e Craxi con quest'ultimo che ha impresso al PSI un'altro corso che non era quello di Nenni. Ha scritto perfino un nuovo "Vangelo socialista" e sulla bandiera al posto della Falce e Martello, mette un grande garofano rosso. I suoi toni quello di un decisionista. E in effetti nel corso dei suoi ca. 4 anni di governo farà
ottime riforme. Diventa anche il padrino politico della Fininvest, intimo amico e perfino il testimone di nozze al secondo matrimonio di Berlusconi; un'amicizia che lui ricambia con sostanziosi "regalini". Soprattutto quando in seguito nel '90 Craxi con il cosiddetto "decreto Berlusconi" gli liberalizza le sue Televisione. Che da quel momento inizia e può trasmettere in diretta in tutta Italia. La pubblicità ora corre per l'intero Paese.

Questa TV inizialmente era nata via cavo all'interno di Milano 2 per intrattenere la sera gli abitanti del nuovo ricco quartiere. Era insomma una forma di Teatro Interno. Le norme vigenti erano che si autorizzavano solo quelle via cavo per certi tipi di trasmissione, e quindi erano vietate quelle esterne per il pubblico via etere.
A infrangere queste norme, fu proprio un mio conoscente nella mia città, Biella, Giuseppe Sacchi che il 20 aprile 1971, la Registra perfino in tribunale il 30 aprile 1971 come "Telebiella A-21 Tv, giornale periodico a mezzo video"). E da il via alle trasmissioni. Ma viene subito denunciato alla Polizia postale. Un Pretore aprì un procedimento penale a carico dell'imprenditore biellese. La difesa sostenne che per la scarsità delle antenne e frequenze via etere il divieto non può essere invocato e che pertanto è ammessa. Il Sacchi fu assolto. E perfino la Corte Costituzionale con la sentenza n. 202 del 28 luglio 1976 affermò la legittimità delle trasmissioni-ripetizioni via etere da parte delle emittenti private, perché queste non essendoci antenne nel resto d'Italia, queste erano viste solo in ambito locale.
Da quel momento nacquero numerose TV dette "private" in tutta Italia. Quasi 1000. Nacque perfino una associazione per le TV con trasmissioni private in alternative a quelle della RAI che era detentrice di un vero monopolio sulla diretta. Infatti nessuna TV privata poteva trasmettere in diretta, altrimenti era considerato illegale. Aldo Grasso la chiamò: "La TV del sommerso".

Berlusconi anche lui aveva creato inizialmente Telemilano, poi Canale 5, Italia 1 e Rete 4, spesso passandosi nell'una e l'altra trasmette alcune trasmissioni registrate di successo, che per la grande diffusione che avevano nella popolosa Lombardia, economicamente rendevano dei bei soldi con la inserita pubblicità. Ma erano sempre locali. Faceva gola averle in diretta via etere e a diffusione nazionale. Soprattutto quando vi erano grandi manifestazioni sportive, concerti, avvenimenti vari, che avrebbero potuto attrarre milioni di spettatori su tutta la penisola.
La situazione si sbloccò proprio per le TV di Berlusconi nel 1990, quando la Fininvest che gestiva le tre reti, dovette sospendere una famosa trasmissione in diretta per ordine di 3 pretori di Roma, Torino e Pescara, ma con l'amico Craxi al Governo, e attraverso i cosiddetti poi "decreti Berlusconi", fu data la possibilità ai suoi tre network di provvedere a mettere antenne in tutta Italia e trasmettere in diretta a livello nazionale. Facendo nascere anche i Telegiornali perfino in tempo reale. Nasce così in un baleno un grande impero televisivo.

Arriviamo al 1992, quando vi è fu lo sconquasso politico, con Tangentopoli detta anche "Mani Pulite". Alla sbarra partiti storici come la DC e il PSI che danno vita a inchieste giudiziarie, che via via durante il processo con un pubblico ministero agguerrito
, Di Pietro, rivelarono un sistema corrotto che coinvolgeva in maniera collusa molti politici. Che non erano solo mafiosi, ma c'erano in tutti i gangli della politica e della imprenditoria italiana, ma soprattutto quella milanese.

Si iniziò con un certo Chiesa (direttore della Baggina, il ricovero dei vecchi milanesi) che aveva intascato una mazzetta. Chiesa, Craxi lo definì "un mariuolo isolato" dentro il suo partito PSI, ma poi lo stesso Chiesa - messo "sotto torchio" fu un fiume in piena, disse che il sistema delle tangenti era molto esteso rispetto a quello che andava dicendo Craxi e che le tangenti erano una abituale "tassa", e che a lui gli andava poco nelle sue tasche, ma molto ai politici specialmente quelli al governo come il suo PSI e la DC. Poi Chiesa via via iniziò a fare pure i nomi delle persone coinvolte. Così iniziarono indagini in tutta Italia. Ci fu un' ondata di arresti e di avvisi di garanzia a politici e imprenditori di primissimo piano che furono inquisiti e travolti da una pioggia di avvisi di garanzia. Furono iniziati 72 procedimenti, centinaia di inquisiti. Si scopri così che le tangenti non andavano solo ai partiti, ma anche ai singoli politici per i propri affari personali. Questo clima accusatorio dei politici - detto subito "infame" -portò alcuni di loro perfino al suicidio.
Deaglio stimò che ci furono ca. 4500 indagati, e 1.300 subirono condanne o patteggiamenti. E il giro delle tangenti avevano generato A)10.000 miliardi di lire annui di costi per i cittadini; B) un indebitamento pubblico fra 150.000 e 250.000 miliardi di lire; C) 15.000- 25.000 miliardi di interessi annui sul debito. Insomma una montagna di denaro!!!

L'ex presidente dell'ENI, Gabriele Cagliari, dopo oltre quattro mesi di carcere preventivo e quattordici interrogatori si uccise nel bagno della sua cella. Tre giorni dopo si uccise - lui grande sportivo detto "il corsaro" - RAUL GARDINI, presidente del gruppo Ferruzzi-Montedison (una eredità della moglie, che Gardini aveva trasformato in un colossale Impero (tanto da fargli dire "la chimica sono io"!). Coinvolto pure lui nelle indagini su una presunta colossale tangente Enimont si sparò un colpo nella notte prima del suo interrogatorio in tribunale. (ma molti dissero che era stato "zittito" per non far rivelare a chi era andata la colossale tangente).
Ci fu poi il processo a Cusani, fu lui stesso a chiedere di essere giudicato, ma poi pur parlando molto, fece tanti silenzi volendo rispettare la memoria di Gardini suo datore di lavoro e coordinatore dei suoi affari. Fu assolto.

Molti ministri furono portati alla sbarra, e tra questi clamorosamente il capo del PSI Bettino CRAXI che si difese, ma non convinse; anzi per difendersi ammise di aver preso sì qualcosa per il partito ma disse anche che le tangenti "le prendevano tutti" anche quegli ipocriti che ora lo stavano giudicando. (una folla lo attese
alla porta del suo Hotel per buttargli delle monetine).
Così anche Forlani della DC, sostenne un interrogatorio patetico parlando con la bava alla bocca. Cossiga fu impietoso: "Penoso! Ecco che gente abbiamo allevato !!!!")
Il 5 marzo 1993 il Ministro della Giustizia varò un decreto legge che depenalizzava il finanziamento illecito ai partiti. Insomma si voleva dare un "colpo di spugna. L'opinione pubblica che seguiva alla TV tutte le varie fasi del processo e che scrivevano sui muri "Di Pietro facci sognare" - "Di Pietro tieni duro!" gridò allo scandalo. Il Presidente della Repubblica Scalfaro per la prima volta nella storia repubblicana rifiutò di firmare un simile decreto-legge.

Ma non dimentichiamo che due mesi dopo, il 27 maggio proprio del '93 ci fu la strage di via dei Georgofili a Firenze. Ma perché?

Fu una "strategia stragista”, parole dette dalla corte d’Assise d’appello di Firenze che ha condannato all’ergastolo Francesco Tagliavia per questi fatti a Firenze.
Ma -13 giorni prima- il 14 maggio del 1993 - vi era stato anche l'attentato (90 kg di tritolo) a Maurizio Costanzo in via Fauro (lui di Canale 5 !! quindi TV berlusconiana !!) che era stato uno dei più acerrimi oppositori dell’impegno in politica (la "discesa in campo" del suo datore di lavoro di Arcore) .
Costanzo era molto impegnato nella lotta alla mafia e aveva l'anno prima ospitato proprio Giovanni Falcone, bruciando in diretta sul palco una maglia con su scritto "Mafia made in Italy".- Questo proprio quando Dell’Utri in Sicilia stava siglando un nuovo patto ("cambiali"?) con Cosa Nostra per dare voti a Forza Italia. (ULTIMISSIME: Berlusconi indagato come mandante di questo attentato a Costanzo. Repubblica.it. 26 settembre 2019 - !!!)
https://www.repubblica.it/politica/2017/10/31/news/mafia_e_stragi_del_93_berlusconi_indagato-179825283/

Dalla brutta situazione di Tangentopoli, critica per la DC e il PSI, sia il PCI-PDS come anche la LEGA entrambi vennero fuori più puliti, furono infatti poco coinvolti; guadagnando per questo motivo delle simpatie popolari. Così il PCI stava già preparandosi alle future elezioni del '94 - come disse Occhetto: "con una formidabile macchina di guerra elettorale". Perfino i sociologi li davano vincenti (sbagliando clamorosamente). Anche se alcuni scrivevano, che i comunisti non erano stati coinvolti solo perché non erano nelle poltrone del potere, come lo era invece Craxi.
Tuttavia queste intenzioni di rivincita, come anche le simpatie nascenti dei due partiti, ma soprattutto nel PCI occhettiano, allarmarono il grande imprenditore ormai padrone di ogni cosa in Italia, Silvio Berlusconi. Se fossero andate al potere le sinistre lo avrebbero massacrato, fatto fallire tutte le sue imprese, lo avrebbero mandato sul lastrico, visto che con le banche lui e le sue società erano in una situazione espositiva molto critica.
Per MEDIOBANCA  l'esposizione netta della Fininvest nel 1992 era di 3.428 miliardi. Mentre per "Il Mondo" il 10 gennaio del '94, scriveva che a fine '93 era esposto di 3.800 miliardi. (la rivista digitalizzata é qui nelle pagine della "discesa in campo")
Ed ecco la sua necessità piuttosto pressante, urgente, per la sua "discesa in campo".
QUI LA FAMOSA DISCESA IN CAMPO >>>>>

Ma ebbe anche lui qualche problema subito dopo, nell'anno che era salito al Governo. Una "immaginaria" giustizia recapitò un avviso a comparire a Silvio Berlusconi il 22 novembre 1994, annunciato dal Corriere della Sera (direttore Paolo Mieli) con un vero e proprio scoop in prima pagina, mentre il Capo del Governo Berlusconi era a Napoli a presiedere una Conferenza Internazionale sulla criminalità organizzata (!!!) . Una notizia dalle conseguenze politiche devastanti. I giornali di mezzo mondo diedero la notizia con grande enfasi. E questo "fantomatico" scoop del Corriere della Sera causò poi a dicembre l’allontanamento della Lega da Forza Italia.
Ma forse dietro c'era un altro progetto, non completamente riuscito

All'inizio Bossi aveva definito i due alleati "una porcilaia fascista"; ma poi aveva partecipato all'alleanza; infine dopo sei mesi ci ha ripensato e vuol cambiare alleati e progetti, andare su un'altra strada, dalla parte opposta, a SX.

(ma sbagliò, lo ritrovremo in seguito a Villa Arcore, in canottiera a fare nuovamente l'alleanza) Non era dunque vero ciò che diceva Mussolini che " basta un titolo su un giornale e ti ritrovi subito nella polvere". Lui tornò all'ovile.

Ma prima vi erano stati tutta Italia una serie di attentati incendiari -pur non facendo grandi danni - Iniziarono in Sicilia, a Catania in un supermercato Standa (del gruppo Fininvest) poi seguirono sul continente altri 6 supermercati Standa a Roma, Milano, Brescia, Trento, Modena e Firenze. Un avvertimento della mafia siciliana? Erano delle intimidazione? Una minaccia? Volevano un nuovo progetto Politico a loro gradito? Una Sicilia libera? Chiedendo qualcosa in cambio?
Maroni (Lega) dirà; "Una intimidazione a Berlusconi? No, direi piuttosto un' intimidazione al suo governo". Chiaro?

 

Ricordiamoci che prima in Sicilia - proprio con l’apporto di Marcello Dell’Utri (quando ci fu il primo attentato intimidatorio alla Standa di Catania ) il boss mafioso Leoluca Bagarella, cognato del capomafia Totò Riina, lui già “sapeva in anticipo della discesa in campo di Silvio Berlusconi per le politiche del 1994 e decise di dare il suo sostegno a Forza Italia. Di fatto lo diede a Marcello Dell’Utri che andava in tutte li città siciliane a promuovere il partito. Voleva prendere in Sicilia i voti degli ex democristiani. ( e infatti i voti li presero, tutti quelli della DC che erano prima di Andreotti (tramita Lima, che fu ucciso. POI VINSERO !!!! Con quali accordi? A che prezzo?

 

(vogliamo ricapitolare gli eventi del '92 fino al '94? -
Il 17-2-92 é scoppiato il caso Mani Pulite (detta "Tangentopoli"). Viene scossa tutta la politica dei vari partiti. Ci sono poi le elezioni politiche in Aprile in un contesto assai ostile ai partiti (democristiani e socialisti - implicati a "Tangentopoli" - che tocca il suo apice). Un po' meno coinvolti (non essendo al potere) i comunisti che si presenteranno alle elezioni del Aprile 92 con l'intenzione di vincerle
Ci sono le «picconate» del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, impietoso contro i partiti (in particolare contro la DC e il PDS). Dopo le elezioni, il 28 maggio diventa Presidente della Repubblica SCALFARO. Il 23 Maggio '92 a Palermo viene ucciso FALCONE. Il 17 luglio '92 viene ucciso BORSELLINO. Nel settembre '92 si suicida MORONI. Il 20 luglio '93 si suicida CAGLIARI pres. dell' ENI. Il 23 Luglio '93 si suicida GARDINI.
il 27 maggio proprio del '93 vi era stata già la strage di via dei Georgofili a Firenze. Ma sempre nel maggio del 1993, il 14 - vi era già stato anche l'attentato (90 kg di tritolo) a Maurizio Costanzo in via Fauro (lui di Canale 5 !!quindi TV belusconiana) ma che era uno dei più acerrimi oppositori dell’impegno in politica, per la annunciata "discesa in campo" del suo datore di lavoro) .
Costanzo era molto impegnato nella lotta alla mafia e aveva l'anno prima ospitato proprio Giovanni Falcone, bruciando in diretta sul palco una maglia con su scritto "Mafia made in Italy".-
Questo gesto
proprio quando Dell’Utri in Sicilia stava operando e siglando un nuovo patto ("cambiali"?) con Cosa Nostra per dare voti alla futura Forza Italia. (che poi li ebbe- tutti !! tutti !!)

A fine '93, Berlusconi annuncia l'entrata in Politica, e (nonostante molti dubbi dei vari sociologici) nel maggio del '94 le vince. (una sconfitta per Occhetto che aveva preparato con i suoi uomini la sua "macchina da guerra" per vincere.
Craxi prima di essere coinvolto e messo alla sbarra, era il padrino politico della Fininvest, intimo amico e perfino il testimone di nozze al secondo matrimonio di Berlusconi; un'amicizia che ricambiò con sostanziosi "regalini". Soprattutto quando poco prima di tangentopoli, nel '90, Craxi con il cosiddetto "decreto Berlusconi" gli liberalizzò le sue Televisione. Che da quel momento iniziarono a trasmettere in diretta in tutta Italia. Nel presentarsi alle elezioni del '94, la pubblicità nell'intero Paese non gli mancò di certo. Inoltre si era lavorato molto bene nel Sud.
POLITICA IN FERMENTO > > > > UNA SINGOLARE DISCESA IN CAMPO

Infatti Forza Italia con Alleanza Nazionale di Fini, in Sicilia alle elezioni del '94 prese un sacco di voti, pari pari pari a quelli che prima prendeva Andreotti tramite il suo Lima, il 45%. Ci furono voti berlusconiani su tutto il bacino elettorale della DC. Una intera sostituzione della vecchia politica sull'isola.
Ma a che prezzo? Non lo sapremo mai ! Forse.

LA VITTORIA >>DI BERLUSCONI >>>>>


Tuttavia poi tutto procedette in modo tranquillo. Più nessun attentato, Ovvio che un patto fu fatto. Con i pentiti a parlare (vagamente) sui tanti precedenti delitti eccellenti: Mattarella, Dalla Chiesa, Lima, Falcone e Borsellino. Ma a raccontare anche tante "favole", anche se alcune imbarazzanti verità, ma che furono definite "delle stupidaggini". (lo si dice ancora oggi anno 2021!)
L'assoluzione a Dell'Utri proprio nel settembre 2021 ne è la conferma).

Lasciamo a voi informarvi su altri sviluppi di tutte queste vicende.
Piuttosto oscure, leggendo queste pagine in rete >>>>>


TORNIAMO UN PO' INDIETRO NEL TEMPO

 


VISTO CHE ABBIAMO ACCENNATO A MORO E A ORESTE LEONARDI
perchè c'é un motivo.....


Pio XII nell elezioni del '53 ambiva molto ai voti dei fascisti - e liquidò in malo modo De Gasperi. Lui pur essendo della Dc era contrario ai voti degli ex fascisti. Lui ne aveva anche le ragioni; nel ventennio i fascisti all'"austriacante trentino" gli distrussero il giornale, lo arrestarono, lo perseguitarono e lui trovò rifugio per 10 anni in Vaticano. Papalino?? ma non più di tanto. Nel '29 quando il clero trionfante applaudì Mussolini "l'uomo della provvidenza", lui pur vivendo dentro il Vaticano non era fra i tanti papalini un entusiasta del "Patto". Tuttavia alla fine della guerra, salì al governo 6 volte. La prima volta perfino con l'appoggio del comunista Togliatti. Poi dopo aver varata la sua "Amnistia" sui criminali fascisti e comunisti (gli alleati non volevano sporcarsi le mani) - su consiglio di Washington Togliatti fu lasciato a casa. Un centrosinistra - per il bene del Paese - moriva prima ancora di iniziare. (lui che era convinto di rimanere al Governo per almeno 20 anni!!)

Poi De Gasperi appunto nelle elezioni del '53 (lui sempre un DC ma controcorrente con i papalini) era contrario all'appoggio nella stessa DC con i voti del MSI (che avrebbe portato utili voti alla DC). La Legge varata dal suo amico Scelba ("Reato Apologia del Fascismo") gli andò alla DC in parte un po' in aiuto. Ma non servi per ottenere una maggioranza assoluta. Ma nonostante la "Legge Truffa" fatta dala DC in casa, fece infuriare Pio XII che proprio dalla destra si aspettava dei voti. Anche se ottennero una maggioranza (ma non assoluta) proprio con i voti del MSI.
Fu la disgrazia per De Gasperi. - E nulla poté fare anche la sinistra di Togliatti e il socialista Nenni, che prima De Gasperi aveva voluto amichevolmente incontrare per fare accordi con la sinistra per il bene del Paese. (anticipava di 25 anni il Moro del 76-78).

Ma questo incontri a Sx aveva fatto infuriare Pio XII che dai voti dei fascisti si aspettava che la SUA DC andasse al governo con una netta maggioranza. Si verificarono però poi due anomalie nei risultati; 1) la "Legge Truffa" fatta in casa dalla Dc non funzionò per soli 50.000 voti. 2) non funzionò nemmeno la "Legge Scelba", perchè proprio con i voti fascisti la DC andò ugualmente al Governo anche con una risicata maggioranza ma non come avrebbe voluto, per comandare solo lei; come avrebbe voluto Oltre Tevere.

De Gasperi in quel '53 fu punito, lui che era stato al Governo 7 volte, non gli affidarono nemmeno un dicastero. Lo mandarono a casa, dove morì poco dopo. Come Capo del Governo misero Pella un DC fanatico, ma gradito anche a quella che doveva essere una "controcorrente": i "fascisti" di Almirante graditi al Papa.
Pella temendo una ipotetica entrata "dei senza Dio", i comunisti di Tito a Trieste, concentrò l'esercito italiano in armi a Est; poi in una azzardata dichiarazione in USA rilasciò questa folle dichiarazione.....
"che preferiva una guerra atomica in Italia piuttosto che far unire i comunisti italiani con quelli di Tito".
Con queste scellerate idee - non certo di geopolitica mondiale - Pella durò poco come Capo del Governo: 4 mesi.


(((( (NOTA: della "Legge Scelba" nel '94 Berlusconi se ne fregò altamente, prese con sè Fini e la Mussolini che a Roma e Napoli avevano preso nelle Elezioni Comunali il 47-46%.
(C'era anche allora la Segré, ma non si scandalizzò nè commentò che i fascisti - proprio con una Mussolini - erano tornati. Eppure lei tornata da Auschwitz, sposò proprio un fascista - Alfredo Belli Paci -che nel 1979 era candidato nelle liste di Destra Nazionale di Almirante, in quanto anticomunista. Paci finì invece ultimo della lista. La colpa la diede ad Almirante per non averlo bene appoggiato, e lui e la moglie diventarono comunisti. Se Paci avesse aspettato il '94, probabilmente avrebbe avuto un posto nel governo berlusconiano).
Belusconi - con Fini e la Mussolini - - con la DC e il PSI in disgrazia per Tangentopoli, si scagliò contro i comunisti, vinse e fece fallire il dispiegamento della "gioiosa macchina di guerra della vittoria
" che aveva preparato per la riscossa Occhetto del PD. Che sicuramente ne avrebbe aprofittato per distruggere l'impero berlusconiano, visto che le sue aziende erano in quel momento esposte con le banche con 3.800 miliardi ("Il Mondo" il 10 gennaio del '94) . (la rivista digitalizzata é qui nelle pagine della "discesa in campo" >>>>) - Berlusconi dovette sceglire o la padella o la brace, scendendo in campo". Confidandosi con Biagi gli disse; "caro Biagi, se non entro in politica, mi fanno fallire".
E così l'"Unto del Signore scese in campo

 

CONTRO
OGNI PREVISIONE....
e con un saluto alla "Starace" (braccio teso, 170 gradi dal busto, dita della mano unite)
....... CON FINI VINSE

(c'era anche allora l'antifascista Segré,
ma non si scandalizzò, disse nulla!)

Ma il vincente era "L'Unto del Signore"!)

La Segré solo dopo 50 anni ha iniziato a raccontare il suo dramma, ma ..... (prima anche suo marito era un fascista, nelle liste del MSI di Almirante) ....lo fa .solo dopo essere entrata nella sinistra, dove fa comodo che qualcuno infanghi la "destra". Che non significa essere fascista. La "Destra" nacque nel 1861 con Cavour.

( Ma mi meraviglio invece oggi che alcuni fanno antifascismo e si scagliano senza aver vissuto quel periodo, lo fanno solo a comando con la solita "vulgata" che gli raccontano. Nulla sanno dai documenti della Storia.
Ai giovani nelle scuole gli raccontano che gli italiani erano razzisti, facevano le deportazioni di ebrei, che ne sono morti 6 milioni nei Campi di concentramento. Ma non dicono che i deportati dall'Italia quelli che non tornarono furono solo ca. 6000. In Italia gli ebrei erano solo ca. 30-40.000. Nella maggior parte delle città non avevano mai visto un ebreo. Così questi studenti credono che noi italiani siamo responsabili della morte di 6 milioni di ebrei. E inorridiscono quando vengono raccontati i particolari, le tribolazioni patite, i forni crematori ecc.. Mia nipote tornata da scuola - sconvolta dai raccapriccianti racconti - mi ha chiesto se ero anch'io uno di quegli italiani così cattivi. Ho risposto che io non potevo esserlo, perché allora avevo 4 anni..... "Allora era tuo padre, forse tuo nonno...". Risultato: insegnamo a maledire e a sputare sulle fotografie dei nonni o dei bisnonni.

TORNIAMO AL VINCITORE....

Di promessse ne fece molte.

Oggi più nessun degli attuali "antifascisti" oserebbe dire che quelli di Forza Italia erano "fascisti". Era il "Popolo" - che inaspettatamente - ogni tanto fa quello che vuole !! Ma anche Berlusconi poi fece quello che voleva; anche in seguito, nelle primarie del 2013, il 15 gennaio 2014 fece il famoso "Patto del Nazareno" con MATTEO RENZI (lui !!!) segretario del Partito Democratico; una sinistra, che prima Berlusconi diceva "loro sono il male noi il bene". - Si tentò di fare una "riforma elettorale", in "profonda sintonia" (!!!!). Soprattutto - modificando la Costituzione - per creare una "Camera delle autonomie" senza elezione diretta dei rappresentanti (!!??), Senza il Senato. - Ci furono molte contestazioni, poi con l'elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica, Forza Italia dichiarò concluso il Patto del Nazareno.
Tuttavia diventato poi Presidente del Consiglio, fu richiesto da Renzi un Referendum per queste riforme. Fu una consultazione dove Renzi perse con un 59,12% di NO. La Riforma fu bocciata. Di conseguenza Renzi rassegnò le dimissioni da Presidente del Consiglio e dal PD. Ma fu eletto Senatore proprio quello che lui voleva abolire. (Molti italiani dissero che quel Referendum da lui proposto era un "plebiscito", dove se vinceva avrebbe comandato solo lui !! E questo non era gradito !!!).

 

 

Torniamo al 1976-78 - quando ci fu un'altra "impaziente" "controcorrente": nella DC
ED ECCOCI NUOVAMENTE A MORO

UN MARTIRE RACCONTATO IN QUESTE MIE PAGINE >>>>



ALDO MORO volle incontrare amichevolmente un esponente della sinistra, BERLINGUER, per fare accordi per il bene del Paese. Voleva far nascere un Centro-Sinistra ??. ORRORE DENTRO UNA PARTE DELLA DC. Bisogna eliminarlo !!!!!
E fu eliminato.... come nel film "TODO MODO" di solo due anni prima che aveva anticipato perfino nei particolari la tragica fine di Aldo Moro.
(Moro profeta - nelle sue accorate lettere dal carcere aveva già previsto la dissoluzione della politica).

Ma Tangentopoli venne molto dopo, ma fu ugualmete molto utile - forse fu anche un bel pretesto - per spazzare via la "Razza padrona" Per essere sostituita con un "unico padrone". Ma Berlusconi a partire dal '94 anche se vinse le elezioni, incontrò sempre accesi avversari. Dal 1994 al 1995, dal 2001 al 2006, dal 2008 al 2011. Un duro avversario: Prodi che vince le elezioni del 2006, ma Berlusconi contesta il risultato ma tuttavia Prodi va al Governo. E attende la rivincita.
Gli chiedono: "a quando la spallata finale?". La risposta di Silvio Berlusconi "il governo non cadrà, non ora, e neppure domani", "Con i miei, non ho nessuna voglia di tornare a casa. "Ma sono
troppo sotto nei sondaggi per rischiare nuove elezioni". La sinistra vorrebbe disfarsi di questo signore, ma per farlo occorre trovare qualcuno disposto a sferrargli il colpo mortale" (é "Libero" che riporta queste frasi - che leggiamo qui sotto "virgolettate"- come se lo volesse dire lui)
(Al governoci tornerà, ma solo nel 2008 fino al 2011).



(Imputato in oltre venti procedimenti giudiziari. Il 1º agosto 2013 viene condannato a
quattro anni di reclusione ( condonati dall'indulto) per frode fiscale.
Il 27 novembre 2013 avviene anche la sua decadenza dalla carica di senatore
ed é interdetto ai pubblici uffici per due anni.
Tuttavia Forbes lo ha classificato 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo
per via della sua dominazione della politica italiana.

Ora - anni 2020 - tornato in campo, ha in mente di risalira la china
e di stampare lui la moneta della Nuova Italia.

Eliminare l'Euro, e rimettere in circolo con una sua "pazza idea"
la "BER-LIRA", con l'immagine del suo giovanile raggiante sorriso
https://www.lastampa.it/politica/2012/06/01/news/berlusconi-ecco-la-mia-pazza-idea-br-stampiamo-l-euro-con-la-nostra-zecca-1.36466851



E cosa c'entra tutti quanto sopra?
Con il dramma vissuto dal "mite" Aldo Moro? Lui fu il .... "Primo Martire" di una Italia allo sfascio".
Nel 2020 siamo arrivati a 2.530.000 miliardi di Debito Pubblico, oltre 5 milioni di stranieri in Italia, oltre 600.000 che non sappiamo chi sono, 5 milioni di poveri, e ci voleva anche la pandemia Covit per peggiorare le cose.

I giovani italiani (anche di sinistra e non solo "fascisti") hanno invece capito cosa devono fare..............."mettere le ali ".
Avvertono da qualche tempo una minaccia alla nostra cultura, alla nostra identità, un malessere esistenziale in un luogo che non è più una Patria ma un territorio dove molti - senza un nome e da qualsiasi parte provengono - possono approdare - all'inizio anche protetti da una parte politica che da loro vuol prendere voti - poi questi stranieri si integrano da noi e possono anche fondare un Partito come il "Moviement African Power" ("potenza degli africani italiani"). "Presto saremo in Parlamento"!
Con questa prospettiva quale potrà essere il destino dei giovani in Italia? Quella di essere comandati da stranieri?

Alcuni intraprendenti quelli che si contraddistinguono dagli altri giovani italiani sono guidati e vanno nelle piazze a cantare "Bella Ciao" ma privi di idee, mentre questi altri hanno invece veramente voglia di fare, sgobbando, e hanno detto "Ciao Italia" e sono andati all'estero, all'inizio anche per lavori umili (come abbiamo visto fare ai nostri emigranti del passato) pur di iniziare a far qualcosa in un Paese meno asservito.
E come i tanti che (a fine '800. oinizio '900) abbiamo visto sopra emigrare in Brasile, non li rivedremo mai più. (mio figlio compreso, che ormai da 10 anni, ingegnere d'informatica (oggi un grosso esperto nelle sicurezze bancarie) oggi é all'estero dove poi ha visto le proprie competenze riconosciute, e guadagna il triplo rispetto a un suo collega in Italia sottopagato).
Il paradosso è anche questo: alcuni stranieri venuti in Italia che hanno ottenuto la cittadinanza voluta dalla Bellanova - diventati bravi - sono volati pure loro all'estero.

La ministra Bellanova che voleva dare la cittadinanza a 600.000 stranieri, ha fallito. L'hanno richiesta pochissimi, e solo ca. 10-12.000 quelli che lavorano nei campi. Si vede che la Bellanova ignora che lì ci sono i "caporali" che se i loro faticanti prendessero la cittadinanza, come farebbero poi a sfruttarli pagandoli in nero? Oppure non ha indagato abbastanza chi sono questi stranieri - giovani di un'altra generazione - che non hanno niente a che fare con la precedente usata nei campi.

Perfino i giovani stranieri della nuova generazione, più svegli e anche più acculturati, non approvano che i loro genitori si integrano, loro si sentono altro rispetto alla società che li ospita; per tradizione e per cultura loro si sentono in un mondo estraneo e non faranno mai parte nè vorranno subire la subalternità di chi li ospita. Un giorno ho parlato con alcuni di essi, che ho anche aiutato ed anche più volte invitati a pranzo, mentre - fra l'accattonaggio e altro - frequentavano l'Università di Padova. Considerandomi un amico e non un "razzista" affabilmente mi hanno elencato cosa hanno fatto gli arabi in passato fin dall'anno 1000. Quante esperienze, tecnologie e cultura, hanno riversato a coloro che - con le Crociate - li volevano distruggee e cacciare dalle loro terre, e che poi anche se sconfitti hanno poi potuto - quella cultura - portarla in occidente dopo il ritorno dei crociati. Perfino Dante, quando scoprì la letteratura araba approdata in Sicilia - dove Federico II aveva trasferito intere biblioteche prese a Baghdad - disse che finalmente anche in Italia poteva iniziare la vera letteratura.

Quindi non meravigliamoci se loro che non ci sono nati in Italia, sono nelle stesse condizioni di alcuni nostri giovani che pur nati in questa Italia, oggi hanno pure loro difficoltà di relazioni e vane sono le ricerche di autoaffermazione, sono (rispetto a un nostro glorioso passato - romano e rinascimentale) pure loro in crisi di identità e con la futura prospettiva hanno perfino un vuoto esistenziali. Ecco perché se ne vanno via. Di certo non fanno parte di quei giovani che vanno a fare i canterini nelle piazze e alcuni se parlano non solo dicono nulla, ma zittiscono con il chiasso chi vorrebbe democraticamente parlare. E offendono chi non è votato al loro banalissimo "nulla". Famosa la frase di un capo Sardine "siete sì liberi di parlare, ma noi siamo liberi di non farvi ascoltare"
Cosa voglio dire con questo dopo aver citato sia i giovani stranieri come i nostri ? Che l'arma più potente di una bomba é la cultura, che i giovani colti - i nostri e gli stessi stranieri - sono in grado di ragionare e sono orgogliosi delle proprie radici che qualcuno vuole estirpare, volendoli trasformare tutti in pecore servizievoli.

Ai nostri giovani del resto sappiamo il perchè, la scuola è stata lasciata ieri come oggi in condizioni precarie. "Guai se gli italiani pensano" (sulla SCUOLA OGGI vedi le mie pagine >>>>>>>>>> NON DEVONO PENSARE !!
Già nel 1894. Il Min. P.I. Guido Baccelli nel fare la nuova "Riforma della Scuola" aveva affermato....
"... bisogna insegnare solo leggere e scrivere, bisogna istruire il popolo quanto basta, insegnare la storia con una sana impostazione nazionalistica, e ridurre tutte le scienze in una unica materia di "nozioni varie", lasciando spazio al maestro, mentre per le donne rivalutare il più nobile e antico insegnamento, quello dell'educazione domestica; e mettere da parte infine l'antidogmatismo, l'educazione al dubbio e alla critica, insomma far solo leggere e scrivere. Non devono pensare, altrimenti sono guai per noi !".

FINE

 

Negli anni seguenti della tragedia Moro sono rimasto molto amareggiato per aver visto entrare nel dimenticatoio sia dei media che degli italiani tutti, la barbarica fine del mio caro istruttore ORESTE LEONARDI.
In rete, sono quasi l'unico a ricordarlo, e quei pochi che frettolosamente lo fanno non disdegnano di mettere le mie immagini, dove ricordo lui e anche i suoi quattro suoi colleghi: Raffaele Jozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera, Domenico Ricci. Uccisi da.....

...... QUELLI CHE LE BRIGATE ROSSE CHIAMARONO
"LA FAMIGERATA SCORTA COMPOSTA DA AGENTI DEI FAMIGERATI CORPI SPECIALI"



Ora sono lieto di avere riportato alla luce questi miei ricordi e nell' aver accettato l'invito di Filippo Boni.
Che - pur nel nostalgico dolore che mi ha fatto rivivere - tuttavia ringrazio di tutto cuore.
ORESTE LEONARDI meritava questo e altro.
E la sua famiglia pure.

FINE - FRANCO GONZATO (BIOGRAFIA >>>>>>

 

MA ANCHE COSA GLI SCRIVONO I SUOI LETTORI - ABBASTANZA INTERESSANTE >>>>>
MA DALLE ISTITUZIONI NON MERITO NEPPURE UN BRAVO CHE DI SOLITO SI DA' ALLA DONNA DELLE PULIZIE >>>>

 

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