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anni 1 - 222
222 - 336
336 - 432
432 - 530
530 - 606
607 - 640
640 -752
752-816
816-882
882-928
928-999
999-1048
1048-1119
1119-1292
1294-1455
1455-1691
1691-1831
1831- 2005

ANNI DAL 882 al 928



MARINO I, della Val Teverina (882-884)

Nativo di Gallese ( in Val Teverina - l'attuale provincia di Viterbo) fu consacrato il 16 dicembre 882. La leggenda vuole che la sua dedidizione alla chiesa fosse iniziata all'età di 12 anni. Con papa Leone IV divenne suddiacono, mentre con Nicolò Magno divenne legato pontificio a Costantinopoli e partecipò al concilioche condanno Fozio e le sue dottrine seccessioniste, successivamente arcidiacono e vescovo di Cere (antico nome di Cerveteri ), dove svolse l'altissimo incarico di tesoriere del papa e della Chiesa romana.
Con l''impero d'occidente disfatto e quello d'oriente sull'orlo di esserlo, Marino I non incontrò grandi difficoltà sul piano politico. Qualcuna invece la incontrò sul piano del diritto canonico, in quanto ma, non si seppe mai dove, da chi e quando, il pontefice avrebbe dovuto avere radici romane, se non di nascita, quanto meno già gerente di qualche chiesa o qualche istituzione presente all'interno delle mura.
Fozio tornò a cavalcare la diatriba tra Chiesa orientale e Roma ottenendo l'appoggio imperiale di Leone IV e di suo fratello Alessandro i quali, per stabilire definitivamente la supremazia di Bisanzio su tutta la comunità cristiana o quantomeno poter ottenere l'agognata indipendenza ortodossa, scatenarono gli "alleati" turcomanni e saraceni già insediati in più di qualche città fortificata del meridione d' Italia .
Ma la risposta fu altrettanto ferma: Carlo il Grosso, imperatore d'occidente intervenne a difesa dei teritori pontifici ordinando a Berengario conte di Spoleto di invadere il ducato e di catturare il duca Guido, alleato degli imperiali d'oriente e poi arginando tutte le varie scorribande con il proprio esercito.
L'unica impresa saracena riuscita fu l'incendio del monastero di Montecassino.
Marino I morìil 15 maggio 884 e fu sepolto in San Pietro.

A Venezia fu eletto doge Giovanni II Parteciaco ( 881-887).

ADRIANO III, romano (884-885)

Nato a Roma nei pressi di via Lata, Adriano III fu eletto il 17 maggio 884, tra tumulti di ogni sorta dovuti alle solite fazioni filo-germaniche e filo-franche. La leggenda vuole che Il pontefice simpatizasse per i franchi e che per mettere ordine tra tutti fosse stato costretto a far accecare un certo Giorgio capo della fazione filo-germanica e genero di Gregorio sovraintendente del palazzo pontificio con Marino I, anch'egli di quel partito precedentemente ucciso in circostanze misteriose. Mentre la figlia Maria, moglie di Giorgio fu portata in strada nuda e perscossa con la verga per le vie della città.
La leggenda attribuisce inoltre ad Adriano III la promulgazione di due decreti derivati dalle " decretali pseudosidoriane" medianti i quali stabilì che l'elezione pontificale avenisse in completa autonomia dall'impero e quindi senza la presenza di legati imperiali, nonchè alla morte di Carlo il Grosso la corona dovesse passare di diritto ad un principe italico.
Con la morte di Carlomanno re di Francia alla fine dell' 884 , Carlo il Grosso, al fine di rimettere ordine all'interno del proprio impero convocò la dieta di Worms , invitando anche il pontefice.
Dopo aver affidato formalmente il governo di Roma al vescovo Giovanni di Pavia, Adriano III si mise in viaggio per raggiungere l'imperatore ma a settembre dell' 885, giunto a San Cesario presso Modena morì. Le spoglie furono sepolte nel monastero di Nonantola.

STEFANO V, romano (885-891)

Nacque nella zona di Lata a Roma da Adriano di nobile famiglia. La sua consacrazione avvenne piuttosto frettolosamente pochi giorni dopo la morte del predecessore Adriano III, nel settembre 885 e senza attendere l'approvazione imperiale, nonostante Roma fosse retta dal vescovo Giovanni di Pavia nella duplice veste di legato imperiale. Le rimostranze di Carlo il Grosso furono inizialmente pesanti, infatti inviò immediatamente il suo cancelliere Liutvardo con il decreto di deposizione del neo eletto pontefice il quale fu però intercettato dai legati pontifici inviati dal pontefice che lo convinsero della legittimità delle elezioni.

Il papato di Stefano V fu funestato da moltissimi episodi di violenza, saccheggi e depredazioni sia dall'esterno ma anche dal proprio interno. Il popolo sempre più affamato non vedeva l'ora che morisse un papa per poter dar sfogo alle proprie rivendicazioni, quasi sempre impunemente quando ci fosse nella vacanza del soglio, per quanto breve questa potesse essere.
Fin dai primi mesi di pontificato Stefano V fu costretto a misurarsi con i saraceni che si rifecero vivi dai loro covi sul fiume Garigliano, anche se furono sconfitti quasi subito sul Liri dalle truppe di Guido da Spoleto (riabilitato per l'occasione!).
D'altro canto negli altri territori le cose non andartono meglio, proprio per la sete sempre più grande di potere dei feudi o anche semplici vassalli, determinatasi con il disfacimento dell'impero carolingio, infatti le scorrerie si moltiplicarono soprattutto con la destituzione (novembre 887), il confino in un convento italiano e la morte di Carlo III il Grosso, avvenuta nel gennaio 888.
L'assemblea di Treviri stabilì che il successore di Carlo III fosse il nipote Arnolfo ma in effetti la Francia andò ad Oddone conte di Parigi, la Provenza a Bosone, la Borgogna a Rodolfo, le terre germaniche rimasero ad Arnolfo mentre nella penisola italica si ebbero grossi scontri tra Berengario marchese del Friuli e Guido duca di Spoleto e Camerino.
Berengario riuscì a farsi incoronare re d'Italia nei primi giorni dell'888, approffitando dell'assenza di Guido che rientrato in Italia dalla Francia dove si era recato. Ma tra i due ebbe la meglio Guido che rientrato in fretta e furia sconfisse pesantemente il rivale proprio a Pavia (889) e gli strappò la corona reale , per indossare successivamente quella di imperatore a San Pietro nel febbraio dell'891.
Corona imperiale che si rivelò molto fragile all'interno di enormi interessi contrapposti e sostenuti da eserciti ben più forti e consistenti.

Agli inizi dello stesso anno morì anche Fozio già patriarca a Costantinopoli deposto dall'imperatore Leone VI ed il 14 settembre si spense anche Stefano V che fu sepolto in San Pietro.

Dopo la morte di Giovanni II Parteciaco (881-887) , a Venezia si succedettero: Pietro I Candiano (887) e Pietro Tribuno (888-912).

A Bisanzio si insediò Leone VI, il quale non si sprecò certo per il suo popolo ma preferì un'agiata corte. Di lui si narrò che fosse talmente preso dall' idea di stupire i potenti da proporsi egli stesso ingegnere: "Il trono era sorvegliato da due leoni d'oro che ruggivano muovendo la lingua e sferzando il suolo con la coda, ed innanzi ad esso era posto un platano d'oro, sui cui rami erano poste svariati uccelli di molte specie, sempre d'oro, che cantavano. Questi automi erano mossi da un sistema di pompe idrauliche. Forse il primo ad applicare quanto aveva teorizzato Erone di Alessandria nei suoi libri "Pneumatica" e "Mechanica". Lo stesso trono era dotato di un meccanismo che gli permetteva di sollevarsi in brevissimo tempo a grande altezza da terra, sempre nell'intento di stupire gli ambasciatori stranieri (a quanto ci riferisce Liutprando da Cremona. Anche nei giardini del Sacro Palazzo esistevano automi: "capre di bronzo che raspavano con i piedi mentre un pastorello le mungeva, tori di rame che agitavano la testa e che muggivano". Da alcune fontane, nei giorni di festa, era fatto sgorgare vino misto a miele e spezie. Un altro edificio compreso nella cittadella imperiale era il Boukoleon, un piccolo palazzo che si affacciava sul Mar di Marmara e che era stato la residenza di Giustiniano, che aveva il soffitto della camera da letto imperiale interamente d'oro. In un'altra stanza, interamente rivestita di porfido, le Imperatrici mettevano al mondo i loro figli, perciò detti Porfirogeniti. Non mancavano neppure le attrezzature sportive: un ippodromo coperto ("kaballarios"), una piscina (nella quale pare fosse stato assassinato Romano III Argiro) ed un campo da polo ("tzyganisterion"), un gioco importato dalla Persia e che era diventato il preferito dalla nobiltà bizantina. Infine, un prolungamento del Palazzo era costituito dal "kathisma", la tribuna imperiale che si affacciava nel grande Ippodromo, dalla quale il sovrano aveva un contatto diretto, ma sicuro, con il popolo. Nelle gradinate alla sua destra stavano seduti gli esponenti (demoti) della fazione degli Azzurri (conservatori), alla sinistra i demoti dei Verdi ("progressisti"); entrando nel "kathisma", l'Imperatore rivolgeva il primo saluto al "partito" che aveva scelto al momento della sua assunzione al trono (generalmente gli Azzurri). Una parte dell'Ippodromo, chiamata "Fionda", era il luogo deputato alle esecuzioni capitali, che spesso avvenivano subito dopo gli spettacoli dei mimi. Esisteva anche un altro palazzo a Ieria, sulla sponda asiatica del Bosforo, nel quale la corte si trasferiva in occasione di determinate feste (come quella della vendemmia)".

FORMOSO, di Ostia (891-896)

La storia di Formoso iniziò ad essere scritta attraverso almeno i precedenti quattro pontificati ed altrettante alterne vicissitudini. Iniziò da Nicolò I Magno ed il partito partito contrapposto imperial-filo-germanico. Nato intorno all' anno 816 egli fu consacrato il 6 ottobre 891. Amico di Guido duca di Spoleto, scomunicato da Giovanni VIII fu pienamente riabilitato da Marino I. Probabilmente la sua iniziazione ecclesiastica dovette necessariamente essere iniziata in età prepuberale per essere stato presule e vescovo a metà degli anni 800.
Le guerre non finirono mai di essere esercitate nemmeno sotto il suo pontificato che vide la "spada" in Arnolfo di Germania" congiunta a quella di Berengario del Friuli contrapposte a Guido di Spoleto che pur essendo stato filo germanico rivendicò il suo diritto al regno italico.
Papa Formoso, uomo comunque di grande tenacia e soprattutto bramoso di avere un braccio armato in prossimità di Roma non tardò a far rivalere le sue pretese e nelll'aprile dell'anno 892 (probabilmente in coincidenza con la Pasqua), a Ravenna incoronò imperatore Guido di Spoleto ( a sua volta pluriscomunicato e pluririabilitato) con l'aggiunta dell'incoronazione ipso facto del figlio Lamberto successore diretto in pectore dell' "impero italico" e del ducato di Spoleto, in maniera tale da poter garantire un futuro di protezione militare a Roma.
Ma Formoso toccò ben presto con mano che il passaggio dall' ex impero carolingio alla dinastia spoletana risultò esattamente una caduta dalla padella alla brace.

Guido e suo figlio Lamberto, con la più totale irriconoscenza, iniziarono le loro scorrerie attraverso tutti i territori di "San Pietro", così come venivano definite le terre in lascito al pontefice.
Ma, Formoso forte comunque della propria fedeltà ed alleanza con l'impero germanico non tardò a chiedere aiuto ad Arnolfo il quale si presentò con il proprio esercito a Pavia e a Milano, sottomettendo tutto e tutti, ad iniziare dai ducati appunto di Pavia, Milano e tutti i toscani che divennero vassalli .

La dimostrazione di forza funzionò fino ad intimorire i duchi di Spoleto e fino a che per Guido "morte non sopravvenne" alla fine del 893 e fino a quando il figlio diciotenne Lamberto non risollevò la testa.

Tutto fu messo ulteriormente in discussione, le varie fazioni italiane si rimisero in fermento fino al nuovo sopraggiungere di Arnolfo calatosi dalle Alpi con il più grande esercito "mai visto".

Eserciti contro eserciti e guerre su guerre portarono alla fine ad un dissipamento totale di intere fortune.Lamberto finì con l'essere rinnegato durante l'assedio di Spoleto ed il pontefice ad incontrare l'imperatore Arnolfo a Ponte Milvio.

Un nuovo capovolgimento di fronte si verificò pochi giorni dopo quando Arnolfo intento a marciare su Spoleto fu colpito da paralisi e costretto al ritiro per la grave malattia.

Lo spoletano e Roma rimasero nuovamente in balia di Lamberto e soprattutto di sua madre Ageltrude, i quali non tardarono a ripresentarsi alle porte di Roma .
Gli spoletani fomentarono una nuova serie di tumulti ed il pontefice finì per essere avvelenato.
Papa Formoso morì il 4 aprile dell'anno 896 fu sepolto nei giardini vaticani per circa 9 mesi dopodichè il corpo fu riesumato per essere sottoposto ad un macabro processo noto come <<IL SINODO DEL CADAVERE>>, sotto il pontificato del suo pro successore Stefano VI. Alla fine del processo per ignominia le spoglie furono gettate nel Tevere, qualcuno scrisse :

<< Nell'anno 897 d.c. venne celebrato a Roma il processo contro Papa Formoso. Un processo con tutti i crismi. Furono presenti il pubblico ministero, l'avvocato difensore, i piu' alti magistrati, addirittura il Papa e l'Augusto Imperatore, e naturalmente il popolo romano. L'unica stranezza, se cosi' si puo' dire, fu dovuta al fatto che l'imputato, benche' presente e addobbato con gli abiti papali, era gia' morto da un pezzo, cosicche' si stava processando la sua mummia, tolta dalla cripta in cui riposava ormai da nove mesi. L'imputato non rispose ad alcuna domanda, e questo fu considerato piu' che sufficiente per condannarlo. La condanna venne eseguita all'istante. Al morto furono strappati gli abiti papali e trascinato fuori dal tribunale venne gettato nel Tevere dalla folla festante. Questo a Roma, in quella citta', ormai imbarbarita, che fu la culla del diritto universale. >>
ma al di là degli immediati fervori, la memoria di papa Formoso fu riabilitata con il sinodo ravennate e romano dell'anno 898 perchè pontefice dotto e fiero.

A Venezia in contrapposizione oppure in alleanza con tutte le altre realtà governò la propria città, gli interessi della stessa e quelli del popolo veneziano il doge Pietro Tribuno (888-912). - vedi cronologia -

Il califfato di Bagdad fu retto dai califfi Ahmad al-Mutamid ( 870-892) e Ahmad al-Mutadid (892-902), califfi che riuscirono a mantenere prima di essi stessi le promesse di Mohamed (Maometto) attraverso l'evangelizzazione armata.
Le avanzate arabe furono incontenibili sin dal 732.
Un punto cardine fu segnato dalla vittoria degli arabi ommayedi sul mondo medievale europeo dopo la battaglia di Poitiers durante la quale furono sconfitti i franchi di Carlo Martello, e dopo la quale gli stessi franchi furono costretti a ripiegare oltre i Pirenei, abbandonando di conseguenza le città spagnole di Cordoba e Siviglia.

Dal punto di vista matematico, architettonico e fisico, iIl dominio degli Ommayedi (*) riproporrà comunque tutti gli aspetti dimenticati delle architetture dei templii egizi, passando attraverso le civiltà mesopotamiche per finire a quelle greche e romane, con un abbellimenti di fronda quali il BAROCCO, riproposto quasi mille anni dopo.
(*) La definizione di ommayede derivò probabilmente dall'etimologia araba omma =avo- nonno-profeta + yedy= discendente-nipote-continuatore della dinastia.

L' imperatore d'oriente Leone IV rimase ben saldo e racchiuso nella sua Costantinopoli dalla quale continuò a governare una grossa fetta dell' Anatolia, la Bulgaria, l'attuale Ceslovacchia, parte dell'attuale Russia, Bielo-russia, Ucraina e gran parte dei Balcani.

BONIFACIO VI, romano (896)

Nato a Roma Bonifacio VI subentrò al suo predecessore l' 11 aprile 896, nonostante in passato ( durante il papato di Giovanni VIII) fosse stato scomunicato per ben due volte sia nella carica di suddiacono che quella di sacerdote. Prima di diventare papa assunse anche la carica di cardinale anche se non vi è notizia della sua diocesi che fu fatta risalire a quella di Porto, ovvero la stessa di Formoso.
La caduta dei carolongi scatenò il caos più totale in tutta la penisola italica, non esclusi i territori vaticani. Le razzie ed la forza militare si sostituirono all'ordine costituito ingenerando ogni forma di degrado morale e materiale nel quale fu certamente coinvolto anche il clero organizzato.

Il pontificato di Bonifacio VI durò comunque solo 15 giorni perchè il 26 aprile dello stesso anno morì. Della sua morte, così come della sua vita non rimase granchè , ufficialmente si spense per un attacco mortale di podagra (vulgo = gota), appositamente eletto già in condizioni di salute molto gravi per lasciare il posto ad altri, ma la leggenda vuole sia stato assassinato da fazioni politicamente contrapposte a quelle spoletane delle quali, per tutta la vita ne era stato fervido sostenitore. Così come rimase un mistero il luogo della sepoltura. In effetti qualche anno dopo, esattamente durante il concilio di Roma dell' 898 tenuto da Giovanni IX, l' elezione di Bonifacio VI fu dichiarata nulla.

STEFANO VI, romano (896-897)

Romano di nascita, fu eletto vescovo di Anagni da papa Formoso (Formoso, per ricordare, fu un papa filo germanico) ed eletto papa nel maggio dell'anno 896. L'elezione di Stefano VI fu dovuta essenzialmente alla pressione di Ageltrude, madre di Lamberto da Spoleto in contrapposizione, con una gran parte della nobiltà romana che avrebbe visto incoronato imperatore anzichè Lamberto il pìincipe Arnolfo di Carinzia supportato da vassalli ereditari della disfatta carolingia.
Ancora una volta la fazione spoletana pretese di eriggersi a difesa della Chiesa e della città di Roma, seppur in combutta con l'impero d'oriente e soprattutto visceralmente coinvolta con mercanti arabi e guerrieri saraceni.
Lamberto fu riconosciuto imperatore quando si insediò a Pavia con le proprie armate. Nel febbraio dell'anno 897 raggiunse sua madre Ageltrude a Roma ed indisse un processo sommario contro Formoso (denominato il processo al cadavere!).
Il Corpo di papa Formoso fu riesumato dopo circa otto mesi dalla sua sepoltura sigillata.
Un diacono preposto al rito fu commandato ad imporre domande al defunto, l'avvocato sinodale (defensor del cadavere) si ritirò davanti a tanto orrore.
Le vesti dell'ex pontefice furono lacerate , amputate le tre dita della mano benedicente, i miseri resti trascinati attraverso le strade di Roma fino ad essere gettati nel Tevere.

Stefano VI, in quanto pontefice avrebbe dovuto contrastare quello scempio anticristiano... ma sicuramente egli fu eletto nella sua senilità più totale, da un partito che si prefisse di averne buon gioco.

Comunque, se da un lato vi fu il trionfo di Ageltrude e di suo figlio Lamberto... dall'altro montò l'indignazione e l'orrore dei cristiani credenti. Il partito filo germanico riprese il sopravvento, papa Stefano VI fu incarcerato e strangolato nell'agosto dell'anno 897.

La leggenda vuole che dopo quelle nefandezze, la vecchia Basilica del Laterano sia immediatamente crollata a seguito di un violento terremoto e che il cadavere di Formoso sia stato trovato 20 leghe più a valle perfettamente "restaurato ed intonso" sulla sponda destra del Tevere, grazie alla visione di un monaco, dove fu sepolto.

Ufficialmente non è dato sapere dove si sia verificata la sepoltura di Stefano VI.

Nel frattempo però il mondo cristiano, fortunatamente, non soffermò gli occhi solamente alle vicende capitoline, ben altri furono gli interessi al di la di Roma, seppur in maniera sommessa ed anche spesso estremamente contrastata rifiorì la regola benedettina . Se anche non ci pervennero i libri del tempo di s. Benedetto, a causa delle devastazioni subite dai monasteri tra i secoli VII e X.

E' certo che alla fine del secolo IX, con la rifioritura della vita monastica stessa il cristianesimo ebbe un impulso fondato sulla fede e sulla speranza, soprattutto con il recupero delle bibblioteche benedettine.

A Bagdad, in sella al potere continuò la distia degli ABBASSIDAS sempre con AHMAD AL-MUTAMID (870-892) e le sue scorrerie ormai dilaganti in tutto il mediterraneo, soprattutto lungo la costa nord-africana.

A Venezia, a contrastare i commerci e le scorribande arabe o saracene continuò a pensarci il doge - Pietro Tribuno ( 888-912)



ROMANO, Val Teverina (Viterbese) (897)

Nato nella val tiberina, anch' egli dunque proveniente dal florido centro agricolo di Gallese, fu ordinato cardinale dal suo predecessore Stefano VI , nell'intento di costrursi un minimo di consenso clericale.
Romano fu eletto nell'agosto dell'anno 897, probabilmente con l'appoggio della nobiltà ancora fedele alla discendenza imperiale carolingia filo-germanica. Comunque, l' esasperazione dell' enfiteusi sui diritti di proprietà stava nuovamente intaccando le fondamenta della Chiesa.

L'ondivagare del clero su questioni che attenevano più alla "cassa" piuttosto che non al patibolo delle anime segnò pertanto un periodo piuttosto oscuro dei pontificati italici.

Romano, sicuramente non sottratto a questo gran fervore, riabilitò Formoso suo antesignano predecessore, condannando il piccolissimo operato di Stefano VI.

La leggenda vuole che Romano non sia deceduto sul proprio soglio, ma sia stato piuttosto depossto e segregato in qualche carcere o convento... tant'è che non esiste memoria alcuna nè scritta, nè orale dove possano essere state seppellite le sue spoglie.

Così come non è certa la fine del suo pontificato attribuita intorno al novembre dello stesso anno.

Le considerazioni storiche su questo periodo furono e sono le più disparate: da una parte il clero che ancora intendeva diffendere l'operato assoluto dei propri precursori più nefasti , dall' altra quella laica ma non per questo intrasigiente che attribuì come attribuisce la totale responsabilità allo stesso clero manicheista di essersi prostituito "pur la grandeur de la magnificience " di se stessi medesimi .

In altre parole: Babilonia, Sodoma e Gomorra si ripresentarono di prepotenza coinvolgendo tutti i ceti sociali, dal più ricco a più povero e, ... non furono certo gli "odori" pregnanti l'aria a diminuire il caos e le più totali perversioni, così come è dato sapere che i pontefici avessero a disposizione concubine, ermafroditi e "cantori dalle bianche voci".

Troppe cose si dovrà far perdonare la Chiesa nei secoli futuri , tutte perpretrate in nome di Dio!

TEODORO II, romano (897-897)

Del suo pontificato fu tramandato ben poco, anche perchè fra la morte del suo predecessore, avvenuta nel novembre dell'anno 897, l' elezione e la sua stessa morte, trascorsero solo venti giorni.
La leggenda attribuisce la sua nascita in quel di Roma, ma non fu mai un dato certo, così come non fu certa la sua sepoltura, collocata in San Pietro e così come ad egli fu attriubuito il rinvenimento delle spoglie di papa Formoso, sulle rive del Tevere e la loro dignitosa sepoltura sempre a San Pietro.
Teodoro II assunse lo stesso nome dell' omonimo antipapa del (697).

GIOVANNI IX, di Tivoli (898-900)

Figlio del nobile Rampoaldo di origini germaniche , Giovanni IX nacque a Tivoli intorno all' anno 840. All'interno della gerarchia ecclesiastica fu dapprima monaco Benedettino, successivamente nominato diacono da papa Formoso ed infine cardinale da papa Sergio III.
La sua elezione al soglio pontificio, avvenuta tra il dicembre 897 ed il gennaio 898 fu dovuta molto probabilmente al fatto che essendo di nobili origini germaniche, questo favorisse la fronda filogermanica e di conseguenza la nomina imperiale di Arnolfo ma, Giovanni IX preferì invece riconfermare la linea di accondiscendenza verso Lamberto di Spoleto, il quale essendo già in territorio italico poteva maggiormente assicurare al pontefice la presenza di un "braccio armato".
Nella primavera dell' 898 il papa convocò a Ravenna un concilio di 74 vescovi il quale arrivò ad una serie di conclusioni molto importanti sia dal punto di vista cristiano che dal punto di vista laico:
- Il concilio annullò tutti gli atti del famoso "processo del cadavere" per il quale il corpo di Formoso fu precedentemente riesumato e le spoglie profanate e gli incartamenti furono bruciati sulla pubblica piazza.
- Lo stesso Formoso fu totalmente riabilitato.
- Furono perdonati i vescovi di Albano, Porto, Velletri, Gallese, Orto e Tuscania, dopo un atto di sottomissione e la pubblica dichiarazione di aver subito minacce di morte se non avessero partecipato allo stesso processo e la conseguente risoluzione.
- Furono scomunicati i vescovi di Cere, i preti Benedetto e Marino ed i diaconi Leone, Pasquale e Giovanni per aver ordito con l'inganno l'ignobile processo.
- Fu annullata l'unzione dell'imperatore Arnolfo in quanto carpita ed imposta in mala fede allo stesso papa Formoso.
- Fu riconfermata l' elezione imperiale di Lamberto duca di Spoleto.
- Infine fu ribadita la completa autonomia della Chiesa nell'elezione del proprio pontefice.

Alla fine del concilio Lamberto incontrò il pontefice a Ravenna e rinnovò la sua promessa di restituire tutti i territori appartenuti alla Chiesa stessa.

Purtroppo il gran lavoro svolto da Giovanni IX fu rimesso totalmente in discussione quando nell'agosto dell' anno 899 la penisola fu invasa dagli eserciti ungari. Berengario tentò di opporsi costituendo un esercito con i feudi di Verona, Modena e Pavia ma proprio sulle rive del Brenta nei pressi di Padova , il suo esercito fu letteralmente sopraffatto dagli invasori.
L'invasione potè proseguire anche grazie alla morte di Lamberto avvenuta per una caduta da cavallo nel bosco di Marengo (nell'attuale Piemonte) e a quella di Arnolfo, avvenuta nel novembre dello stesso anno.

Giovanni si spense nel gennaio dell'anno 900 e fu sepolto in San Pietro.

BENEDETTO IV, romano (900-903)

Fu consacrato tra gennaio e febbraio del 900. Figlio del romano Mammolo, nacque nella capitale, avviato alla vita clericale fu ordinato prete da papa Formoso, probabilmente non raggiunse mai la porpora cardinalizia ma solo suddiaconato nella diocesi di Porto.
Pochissime furono le notizie sul suo pontificato, sebbene a quel papa sia riferita l'incoronazione ad imperatore di Ludovico III di Provenza, avvenuta a Roma nel febbraio del 901.
Il "braccio armato della Chiesa", come sperato dal pontefice si rivelò comunque un totale fallimento perchè Ludovico III, non appena fu consacrato imperatore lasciò la penisola italica, lasciando il pontefice nuovamente in balia degli ungari provvenienti da nord e dei saraceni provvenienti da sud, ancorchè in Roma avesse lasciato un piccolo manipolo agli ordini di due judices: Teofilatto e Crescenzio.
Benedetto IV morì nel luglio del 903 e fu sepolto in San Pietro. Di quel pontefice fu ricordata la mitezza e la morigeratezza nei costumi, nonchè il suo attaccamento al soglio non come potere temporale ma come quello del buon parroco, pastore di anime.

A Bagdad regnò il califfo Ali al-Muktafi ( 902-908), principe e profeta di tutti i mussulmani. Egli appartenne alla dinastia degli Abbasidas, mussulmano ortodosso e guerriero pensò sempre all'imposizione dell'islamismo con la spada. Potè vantare ardite scorrerie in Calabria: Bruzzano, Gerace e Reggio furono conquistate e perse più volte.Durante la sua epoca visse un narratore di grosso spessore, soprattutto per la gran mole di notizie e informazioni che riuscì a raccogliere: Abu Giafar Muhammad ibn Giarir at-Tàbari. Nato nell'839 (morì nel 923) nella regione del Tabarì stàn (Persia nord-ovest).
La sua fama, conosciuta in tutto il mondo di allora fu dovuta soprattutto alla monumentale opera che lo impegnò per quasi tutta la vita: "Storia dei Profeti e dei Re". NelIa sua opera raccolse in pratica la più antica storia dell'Islam tramandata fino ad oggi.Tàbari fece una scelta accurata del materiale, mosso da interessi prevalentemente religiosi, e da una posizione ideologica favorevole agli abbàsidi (contro i predecessori e rivali omàyyadi). La sua opera fu largamente usata dalla storiografia araba successiva (si pensi a Ibn al-Athir, nel XIII secolo), e nello stesso X secolo fu ridotta e adattata in persiano dal visir Bàl'ami. Tàbari visse soprattutto a Baghdad, in epoca abbàside, dove fondò anche una piccola scuola e dove scrisse anche un voluminoso Commento (Tafsì r) al Corano, che divenne un classico dell'esegesi coranica ortodossa.

LEONE V di Ardea (903-903)

Nato ad Ardea, in provincia di Roma (36 km dalla capitale e 4 dal mar Tirreno), la sua elezione avvenne nel luglio del 903 in un clima di congiure ed aperti contrasti.
Il suo dicastero durò solamente un mese perchè dopo l'elezione venne deposto dal presbiterio romano di San Dammaso a seguito di una congiura ordita dal prete Cristoforo, già scomunicato ed esiliato da papa Giovanni IX, perchè solerte assertore del cosidetto processo del cadavere (vedi sopra cronologia papa Formoso (anno 891e successivi).
Leone V morì nell'agosto del 903 dopo essere stato incarcerato ed ucciso.
Il soglio pontificio fu quindi occupato a forza dallo stesso Cristoforo che fu però considerato antipapa e di conseguenza mai nominato nel liber pontificalis. L'imposizione durò fino al gennaio del 904 quando al rientro dall'esilio fu atteso dal vescovo di Cere Sergio e dai gendarmi di Teofilato( judice dell'imperatore), imprigionato e strangolato.

CRISTOFORO (antipapa?) (903-904)
Mai nominato nei "liber pontificalis
"
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SERGIO III, romano (904-911)

Nato da nobile famiglia Romana discendente dai conti di Tuscolo, avviato alla carriera ecclesiastica fu ordinato suddiacono da papa Marino, diacono da Stefano V ed infine vescovo di Cere da papa Formoso.
Il suo antagonismo filo-carolingio- franco lo portò a tradire la fiducia di papa Formoso fino a diventarne il primo antagonista ed il primo promotore della successiva causa intentatata nel macabro "processo del cadavere", per la quale fu successivamente scomunicato ed esiliato da papa Giovanni IX .
Sergio III fu consacrato il 29 gennaio 904, dopo quasi 6 mesi di vacatio al soglio pontificio. La sua elezione fu fortemente voluta dal judice Teofilatto (braccio armato dell'imperatore Ludovico III di Provenza) che impose l'elezione grazie ai suoi poteri imperiali in quanto dux e magister militum nonchè sacri palatii vesterarius, in pratica un deus ex macchina dell'imperatore stesso che riuscì a rispolverare antichi diritti imperiali sull'elezione papale.

Con questo papa il periodo medievale fu definito "pornocratico" in quanto la lascivia dei costumi dettati e sfoggiati dalla famiglia di Teofilatto non ebbe paragoni nei secoli. Teofilatto sposò infatti una prostituta di alto rango: Teodora che in seno alla famiglia non seppe far di meglio che avviare allo stesso "mestiere" anche le due figlie Teodora e Marozia.
A denunciare questi fatti fu proprio Liutprando, vescovo di Cremona, il quale attribuì al pontefice il concubinaggio proprio con Marozia, dalla quale nacque il futuro papa Giovanni XI.
Le trame a questo punto si persero nella leggenda. Il dato certo fu che alla fine Marozia finì con lo sposare Alberico di Spoleto (+ 917) signore di Camerino.

Gli intrighi tra pontificato e nobiltà italica portò Ludovico III a vallicare nuovamente le Alpi al fine di riordinare la situazione cristiana ma questa volta trovò sul suo cammino il pluri sconfitto Berengario perenne aspirante alla corona di re ed imperatore di Carinzia ed Italia, questa volta molto più agguerrito. Ludovico III fu sconfitto a Verona, abbacinato ed esiliato nella sua patria.
In questo turbinio di malvessazioni, di insidie, trame e congiure Sergio III spirò il 14 aprile del 911e fu sepolto nella basilica Lateranense.

Ad oriente, nel frattempo, si stava rafforzando sempre più la potenza dei califfi Abassìdi, in quel periodo era appena salito al trono Ya'far al Muqtadir (908-932) anch'egli un fervido sostenitore dell'islam con la spada ma di grandi vedute organizzative ed umanistiche dilui restano molteplici oper nell' Aragona di Spagna.

ANASTASIO III, romano (911-913)

Nato nella capitale da Luciano di nobile famiglia romana, di lui ben poco fu tramandato. Le poche notizie riconducono al fatto che sia stato avviato alla vita ecclesiale fin da giovane, come spesso accadeva nelle nobili famiglie dell'epoca e che sia stato ordinato cardinale dal suo predecessore Sergio III. La sua elezione venne fatta risalire all'aprile del 911.
Il suo pontificato, sotto comunque l'infausta egida di Teofilatto non si configurerà in maniera diversa dal precedente in quel di Roma ma, nelle provincie si ebbe la sottomissione e l'evangelizzazione dei normanni di re Rollone .

Morì nel giugno del 913 e fu sepolto in San Pietro.

LANDONE, sabino (913-914)

Figlio di Taino nobil homo della Sabinia, Landone occupò il soglio pontificio tra il luglio del 913 ed il febbraio del 914.
Nulla è sicuro di quel poco tramandato. Considerati però i tempi, le lascivie ed il malgoverno romano di Teofilatto, tutto fa supporre che anche questo papa sia stato concepito da altri poteri occulti e non estranei alla Chiesa Romana stessa.

Di Landone non è data certa nemmeno la seppoltura!

Nell'incertezza storica più totale si può ben credere che "mal comune fu mezzo gaudio" ovvero, a Bagdad, i califfati non ebbero minori problemi :
Tra il 902 ed il 908 il califfo al-Muqtafi degli abbassidi di Bagdad stabilizzò la propria autorità ed influenza tra le regioni comprese tra l'Egitto ed il nord Iran, in contrapposizione però, con la nascente dinastia dei Fathmidis capitanata dal califfo 'Ubaydallah al-Mahdi ( 909-934) conquistatore della Tunisia e parte dell'Egitto nord -occidentale.
Mentre a Venezia l'indipendenza dal resto del mondo dell'epoca si stava radicando sempre di più con il doge Orso II Partecipazio - vedi biografie dogi

GIOVANNI X, di Tessignano - Imola  (914-928)

Nacque a Tossignano ( nei pressi di Imola) attorno all'anno 860, dopo aver intrappreso una giovanile carriera ecclesiastica fu ordinato diacono dal vescovo Pietro di Bologna. Entrato nelle benevolenze del patriarca Calone di Ravenna, fu presto inziato alla diplomazia curiale fino a diventare procuratore del patriarca stesso. I suoi frequenti viaggi a Roma lo portarono ai salotti del potere ed a finire tra le braccia di Teodora moglie di Teofilatto. Ancora una volta gli intrighi di potere ebbero la prevalsa sul senso comune del pudore ed il rispetto per il "verbo" di Cristo. Giovanni X divenne dapprima vescovo di Bologna, nominata da papa Sergio III e poi patriarca di Ravenna, facendo assassinare il suo mentore: Calione. Giovanni X fu elevato al soglio pontificio, dopo aver retto il patriarcato di Ravenna dal luglio del 905 al marzo del 914.

Uomo di tempra, mai succube riuscì ad imporre la propria personalità a tutta l'aristocrazia romana, tanto da ribaltare ancora una volta le sorti politiche e facendo pesare la propria autorità nella scelta del "braccio armato della Chiesa": nonostante fosse ancora in vita l'imperatore Ludovico, seppur accecato e poco in salute, incoronò imperatore per la terza volta Berengario. Con l'aiuto di quest'ultimo e dopo aver costituito una sorta di lega antisaracena, costituita da quasi tutti i feudi meriodionali, compresi quelli toscani di Adalberto e quelli di Spoleto capitanati da Alberico, riuscì a sconfiggere i saraceni nella cosidetta "vittoria del Garigliano".

Ma una volta cessate le ostilità verso i saraceni, si riaccesero le diatribe interne. Le alleanze si tramutarono in tradimenti, il settentrione della penisola italica fu soggiogato ancora una volta dagli ungari, Berengario finì assassinato durante la presa di Pavia. Aberico offuscato dallle mire di prendere Roma, prima incitato e poi in contrapposizione con la moglie Marozia, fece intervenire gli ungari. Per lui non vi fu scampo fu trucidato ad Orte. A quel punto omicidi, assassini, faide presero la forma di un vortice... e la congiura contro il pontefice si manifestò con l'aggregazione della nobiltà italica capitanata proprio da Marozia, figlia di Teodora, amante del pontefice stesso.
Il papa fu soffocato con due guanciali dallo stesso Guido marchese di Tuscia, nel maggio del 928.

LEONE VI, romano (928)

Nel maggio del 928, con il nome di Leone VI fu consacrato pontefice il figlio del primicerio Cristoforo. La sua morte venne fatta risalire al dicembre dello stesso anno. Il suo breve pontificato non lasciò trasparire altro che il continuo sentore di lotte intestine e clandestine per la conquista temporale di Roma, sia dal punto di vista temporale che da quello teologale... da sempre per altro chi da una parte, chi dall'altra tesero all'istaurazione di una TEOCRAZIA vera e propria... cosa che, nonostante le tentazioni, nel corso dei secoli fu definitivamente esecrata.

La sepoltura di Leone VI non è mai stata data per certa, vi è chi vi sostiene che sia stato sepolto in San Pietro.

continua PERIODO dal 929 in poi > > >

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