BIOGRAFIA
(n. 1480 - m. 1504) - Duca 1497 -1504

La moglie - MARGHERITA D'AUSTRIA
(n.1479 - m. 1530)

Secondo il Cibrario, il duca Filiberto II di Savoia, detto il Bello, ebbe il « merito » di liberarsi dai parentadi francesi e di sposare Margherita d'Austria, donna di mente più che virile. « E fu - continua quell'autore - ciò che fece di meglio; poiché del rimanente si occupava di cacce, di conviti, di balli e d'altri sollazzi ».

Nato il 10 aprile 1480, Filiberto II fu educato alla Corte di Carlo VIII, presso il quale suo padre lo aveva mandato, e poi, appena quattordicenne, seguì quel re, insieme col padre, nell'impresa di Napoli.

Essendosi manifestato nelle file dell'esercito francese un morbo contagioso, il giovanetto fu rimandato in Piemonte, dove però rimase per poco tempo. Infatti, quando suo padre, al ritorno di Carlo VIII da Napoli, assalì i Genovesi, che gli opposero una fiera resistenza, Filiberto si trovò di nuovo al suo fianco, ed ebbe occasione di rivelare qualità non comuni di guerriero nato.

Nel 1497, alla testa di duecento cavalieri, seguì l' imperatore Massimiliano d'Austria, venuto in Italia, e si distinse molto combattendo contro i Fiorentini. Finita questa campagna, si ritirò nella Bressa, dove s'occupò di cacce e di tornei, fino al giorno in cui, morto suo padre, venne chiamato a succedergli.

Dal suo regno ebbe inizio, per la Casa di Savoia, quella politica di equilibrio fra l'Austria e la Francia, che venne poi continuata per tre secoli e mezzo e che (relativamente nel bene e nel male) contribuì alla formazione dell'unità italiana. Luigi XII, successore di Carlo VIII sul trono di Francia (1498), si proponeva di conquistare il regno di Napoli e il ducato di Milano, su cui pretendeva di avere dei diritti ereditari. Ma anche l'imperatore Massimiliano avanzava pretese su questo ducato; e quando il barone di Menthon, ambasciatore di Filiberto di Savoia, gli chiese per il suo sovrano dei consigli confidenziali circa la condotta che la Corte di Torino doveva tenere nel molto probabile conflitto tra la Francia e il Duca di Milano, egli non gli nascose il proposito di occupare lo Stato di quest'ultimo, vincolato all'impero come immutabile vicariato imperiale.

Nella guerra che inevitabilmente seguì poco tempo dopo, Filiberto II mantenne una rigida e cavalleresca neutralità, che fu ricompensata da Luigi XII con la rinuncia a tutte le pretese della monarchia francese sugli Stati di Savoia e specialmente sulla contea di Nizza, anticamente posseduta dalla Casa d'Angiò. L'imperatore Massimiliano, dal canto suo, volle mostrarsi grato al duca di Savoia, prima promettendogli e poi dandogli in moglie sua figlia Margherita.

Le nozze di Filiberto con questa principessa furono celebrate nel 1501. Prima di essere fidanzata con Filiberto, Margherita era stata promessa al re Carlo VIII, che per ragioni politiche aveva preferito di sposare Anna di Bretagna. Questo fatto fu causa dell'implacabile odio di lei contro la Casa di Francia, il quale odio influì molto sulla politica di Filiberto, ma non tanto da trascinare quest'ultimo (come forse ella avrebbe voluto) a prender parte alla guerra scoppiata tra la Francia e la Spagna per il Regno di Napoli, né da impedirgli di destreggiarsi col re Luigi XII per non urtare il quale egli giunse perfino a rinunciare all'omaggio che aveva diritto di pretendere da Lodovico II, marchese di Saluzzo, comandante in capo dell'esercito di Francia a Napoli.

L'abilità e l'astuzia in politica caratterizzarono Filiberto II, che però si dedicò specialmente ai piaceri, alle cacce, ai tornei, abbandonando le cure quotidiane del governo al proprio fratello adulterino, Renato, detto il Gran bastardo di Savoia. Questi, per il fatto di esser cresciuto ed esser stato educato in Francia, nutriva per questo paese una grande simpatia, la quale gli rese nemica la (austriaca) duchessa Margherita, che come si é già detto, odiava i Francesi.
Margherita, inoltre, ed indipendentemente da questa incompatibilità di tendenze politiche, non voleva ammettere che un bastardo avesse autorità negli affari dello Stato. Figlia d'imperatore, dotata, secondo il Cibrario, di una grande intelligenza e di una forte volontà, innamorata del suo bel duca e riamata da lui, ella riuscì facilmente a far cadere in disgrazia Renato.
Gli fece revocare tutti i favori che dal duca gli erano stati concessi, lo scacciò dallo Stato, e gli fece perfino annullare dall'imperatore Massimiliano l'atto di legittimazione firmato da
Filiberto e riconosciuto valido dal papa Alessandro VI.

Ella però esagerò, nelle manifestazioni della sua avversione, tanto da procurare gravi complicazioni alla Casa di Savoia da parte del Bastardo. Questi infatti se ne andò in Francia, indignato contro la cognata e il fratello, e là, con l'aiuto di Luisa di Savoia, sua sorella e madre del re, che gli era molto affezionata, fece quanto potè per vendicarsi degli oltraggi patiti in patria.

Filiberto II fu nemico dichiarato e tenace della riforma religiosa nelle valli Valdesi; fondò un ospizio per i vecchi a Chambéry ed un convento di Minori Osservanti in Vigone; fece terminare la costruzione della chiesa cattedrale di San Giovanni, in Torino, e fece fare un'artistica cassa d'argento per custodire la Sacra Sindone.

Fu valentissimo cavaliere, e nei tornei si distinse sempre, compiendo straordinarie prodezze. Per la sua Casa e per il suo Stato avrebbe fatto certamente più di quanto fece, se non fosse morto a soli ventiquattro anni, il 10 settembre 1504, per essersi tuffato in una vasca piena d'acqua gelata, immediatamente dopo una caccia faticosa nei boschi di Lanieu.
Non lasciò figli, e venne sepolto nella magnifica chiesa di Brou, nella Bressa, la cui costruzione era stata iniziata da sua madre, Margherita di Borbone, e compiuta da sua moglie, Margherita d'Austria.

La moglie - MARGHERITA D'AUSTRIA
(n.1479 - m. 1530)

Margherita, figlia di Massimiliano I imperatore e di Maria di Borgogna (figlia unica ed erede di Carlo il Temerario) nacque in Bruxelles il 10 gennaio 1479. Rimasta orfana di madre a quattro anni, e già fidanzata al figlio di Luigi XI re di Francia, fu condotta ad Amboise, dove appunto cresceva il fanciullo che fu poi Carlo VIII.

Nel castello d'Amboise viveva allora anche un altro fanciullo, Filiberto di Savoia, figlio del conte di Bressa e nipote della defunta regina di Francia, il quale, benché nulla lo facesse prevedere, era destinato a diventare proprio lui il marito di Margherita d'Austria.
Ella rimase ad Amboise per dieci anni, preparandosi ad essere un giorno regina
di Francia. Avvenne invece che, dopo la morte di Luigi XI, Massimiliano decise di passare a seconde nozze con Anna di Bretagna, e che per questo fatto il nuovo re di Francia Carlo VIII, mosso da considerazioni di ordine politico, ruppe il fidanzamento con Margherita, la rimandò al padre, e sposò appunto quell'Anna di Bretagna che Massimiliano avrebbe voluto per se.

Margherita, anima generosa, ardente, impetuosa, nonostante l'età giovanile sentì tanto profondamente la duplice offesa, che, da allora, nutrì per Carlo VIII e per la Francia tutto l'odio di cui può essere capace una donna.
Più tardi, la mano di lei fu chiesta da Ferdinando e Isabella di Castiglia per il loro unico figlio Giovanni. Il matrimonio venne combinato, e Margherita s'imbarcò per recarsi a Madrid. Ma durante il viaggio una terribile tempesta per poco non fece naufragare la nave su cui ella viaggiava, e si narra che in quei tragici momenti, mentre l'equipaggio e i passeggeri erano in preda al terrore, ella scrivesse, scherzando, il proprio epitaffio, e poi se lo legasse a un braccio, per essere riconosciuta in caso di naufragio " Ci-git Margot, gentille Demoiselle - Qui a deux maris et encore est pucelle".

Ma non era suo destino diventare regina. Giunta sana e salva a Madrid, ella sposò Giovanni di Castiglia, erede del trono di Spagna, ma dopo alcuni mesi, mentre era incinta di una bimba che nacque morta, rimase vedova.
Nel 1499, fu chiesta in moglie da Filiberto II, duca di Savoia, detto il Bello per la sua eccezionale avvenenza. Quel principe era appena ventunenne, come lei, e nell'infanzia (come detto sopra) le era stato compagno di giochi, presso il re di Francia. Il matrimonio venne celebrato nell'antico monastero di Romain-Mothier. Gli sposi andarono prima a Ginevra, poi a Chambéry, ma la loro dimora preferita fu l'incantevole castello di Posit-d'Ains, situato fra quelle due città.

Dell'influenza esercitata da Margherita sul marito e sulla politica di lui, abbiamo già detto nella biografia precedente. La Casa di Savoia dovette a questa duchessa molti favori e molte concessioni dell'imperatore, che le valsero vantaggi non indifferenti. Aggiungeremo che la morte prematura del marito fu causa di immenso dolore a Margherita, che lo aveva amato profondamente. Benché allora avesse appena venticinque anni, ella si fece recidere la bellissima chioma. Poi « fece fare - narra il Cibrario - un mortorio così splendido, nella chiesa di Brou, che questo tempio dovette essere scoperchiato, pour donner l'exor à la fiamme des torches. E nella stessa chiesa di Brou, da lei con grande dispendio e prova d'arte ricostruita, alzò al caro compagno ed alla suocera splendidi monumenti marmorei».

Si ritirò in solitudine a Pcnt-d'Ains, ma non vi rimase a lungo. Suo padre, che aveva avuto modo di apprezzare la sua attitudine alla politica per cui ella si era tanto distinta come duchessa di Savoia, la chiamò al governo dei Paesi Bassi.
Ella entrò solennemente in Malines, nella qualità di Reggente, il 4 luglio 1507, e subito si dedicò con molto zelo alla cura degl'interessi di quella città, che da lei fu abbellita ed arricchita. Nel 1508 diede grandi prove di senno politico nel trattare a Cambrai, per conto del padre imperatore, contro la Repubblica Veneta, e allora non trascurò di far prendere in considerazione i diritti che la Casa di Savoia vantava sul regna di Cipro.

Nel convegno di Cambrai, la Francia era rappresentata dal cardinale d'Amboise. Fra questo prelato e la principessa francofoba si accese una fierissima disputa, e «poco mancò - scrisse poi Margherita stessa accennando in una lettera a quell'episodio - che il signor Legato ed io non ci acciuffassimo per i capelli».

Alla testa di un paese come la Fiandra, la vedova di Filiberto II di Savoia dovette intervenire in quasi tutti i grandi avvenimenti politici dei primi anni del secolo XVI, emergendo in ogni circostanza per la superiorità dell'ingegno e la fermezza del carattere. Con la duchessa d'Angouléme e con la cognata Luisa di Savoia, « fu autrice dell' altro famoso trattato di Cambrai concluso nel 1529 col nobile scopo di porre un termine alle micidialissime guerre con cui la capricciosa ambizione di Carlo V e Francesco I insanguinava il mondo ». (Preclari).

Ma tutto ciò non le impedì di occuparsi continuamente degli interessi diretti dello Stato che reggeva e di farsi amare dai sudditi per la sua bontà e per le sue opere benefiche. Nel suo testamento lasciò una somma cospicua da dividere in tante doti per cento giovinette povere.

Morì il 30 novembre 1530, in Malines. Dopo due anni, la sua salma venne trasportata a Brou, dove fu tumulata accanto alla tomba di Filiberto II.