INCOMINCIA IL '900

E I CAMPIONI
  VANNO A MOTORE

Ma il tifo si accende sempre per Olimpiadi, calcio e ciclismo

di LIONELLO BIANCHI

Il 1900 promuove l'attività sportiva quasi sublimandola: si passa dalle forme di dilettantismo a un vero e proprio professionismo. Gli atleti assurgono a protagonisti, autentici miti dell'era contemporanea, né più né meno degli eroi dell'antica Grecia per intenderci. Adesso poi i mezzi di divulgazione, dai giornali (non a caso nascono i quotidiani sportivi sul finire dell"800 e nei primi decenni del Novecento) alla radio (un'invenzione dell'italiano Guglielmo Marconi) e alla televisione, danno rilievo alle imprese di atleti e squadre, arrivano nelle case in tempo reale con la voce degli speaker (popolarissima quella di Nicolò Carosio) e con le immagini. Si esaltano i protagonisti delle gesta sportive, che diventano familiari a tutti, uomini e donne, vecchi e giovani. 

E' questo il secolo delle grandi comunicazioni, della rapidità di spostamenti attraverso l'aereo: ci si sposta da un Continente all'altro. E' il secolo delle grandi avventure nello spazio: L'uomo arriva negli Anni Sessanta a sbarcare sulla Luna, un avvenimento eccezionale, anche questo un evento straordinario che potrebbe essere considerato anche sportivo. 

"Nonsolocalcio" nel ventesimo secolo, agli sport classici se ne aggiungono di nuovi, irrompono i motori con le auto e le moto. Affascina il ciclismo, in Italia nasce la leggenda del Giro. Ed è subito entusiasmo per i campioni delle due ruote, i cui duelli appassionano: a dividere il Belpaese sono BOTTECCHIA e GIRARDENGO, che dominano in Italia vincendo tutto.

OLIMPIADI

Il primo mito (sfortunato) entrato nella leggenda si chiama DORANDO PIETRI, che alle Olimpiadi di Londra (1908) arriva stremato all'epilogo della maratona, cade e si rialza percorrendo gli ultimi trecentocinquantadue metri in 10' e con l'aiuto di un medico e di un commissario di pista taglia il traguardo. Ma gli Stati Uniti presentano reclamo e la giuria assegna la vittoria all'americano Hayes: la regina d`Inghilterra premierà il coraggio del campione italiano con una coppa. Proprio per Dorando Pietri il grande Gabriele D'Annunzio coniò per la prima volta il termine "maratoneta", termine che il Vate d'Italia usò nel suo libro "Forse che sì, forse che no", uscito nel 1910. Nel 1904 ai Giochi di St. Louis un maratoneta si fa trasportare per un certo tratto in automobile e naturalmente viene squalificato: si tratta dell'americano Fred Lorz.

Agli albori del `900 una storia amara (fuori dalle Olimpiadi) é quella di FEDERICO MOMO, ventunenne pistard originario di Voghera: nel Gran Premio di Parigi, un vero e proprio campionato del mondo, é il più veloce a piazzare la propria ruota sulla linea del traguardo, precedendo di pochi centimetri il campione francese Jaqueline ma la giuria assegna a quest'ultimo il successo. Lo sconcertante epilogo della gara non frena gli entusiasmi. Crescono in questo primo scorcio del Ventesimo Secolo gli sport moderni, crescono le gare delle moto e delle auto: negli Usa si corre il Gran Premio di Indianapolis, in Italia, e precisamente in Lombardia, si vara fa TARGA FLORIO che in seguito viene trasferita in Sicilia.

Ma nel primo decennio del `900 é sempre il ciclismo a tener banco sulle strade. Nel 1903 l' aostano MAURIZIO GARIN peraltro naturalizzato francese, vince il Tour de France, mentre LUIGI GANNA si aggiudica il primo Giro d'Italia (1909). Intanto l'uomo conquista i cieli. L'8 gennaio 1910 Hubert Latham, sul monoplano Antoniette, raggiunge i mille metri d'altezza. Nove giorni dopo a Milano tocca all'ingegner Forlanini, sul Leonardo da Vinci, dare spettacolo davanti a centomila spettatori, scrivono le gazzette dell'epoca. E Gabriele d'Annunzio il 21 febbraio di quell'anno tiene un'appassionata conferenza sul "dominio dei cieli". E al culto del volo il Vate designa il protagonista del suo libro "Forse che si forse che no", Paolo Tarsis. 

Nel calcio I'Italia mette in campo la sua prima nazionale che debutta in maglia bianca contro la Francia (battuta per 6 a 2) il 15 maggio 1910 all'Arena di Milano. Nel fioretto la prima medaglia d'oro della scherma va a un italiano, il diciottenne NEDO NADI ai Giochi di Stoccolma (1912) dove lo statunitense Horine é il primo uomo a superare l`asticella dei 2 metri nell'alto e il baffuto ALBERTO BRAGLIA bissa il successo del 1908 nell'individuale di ginnastica. Il 1912 coincide anche con la tragedia del "Titanic" affondato da un iceberg, e con la nascita della "Pravda" fondata da Lenin a Mosca.

In uno sport come la boxe che fa sempre discutere, sul finire del 1912 il pastore protestante A. J. Drenzel Hiddle, anch'egli buon pugile, bolla i nemici di questa disciplina a quindici anni dal divieto del presidente Cleveland con queste parole: "Cristo era un atleta. E coloro che condannano la boxe e gli altri sport si allontanano dallo spirito della cristianità". 

Storico il 1912 anche per il femminismo: difatti alle Olimpiadi di Stoccolma partecipano per la prima volta nel nuoto le donne: l'australiana DURACK vanta il primo oro nel nuoto femminile.
Nel 1913 la vittoria nel Giro d'Italia tocca a un bersagliere ORIANI, che corre su una bici impiegata nell'esercito per trasportare pezzi di mitragliatrice.

Mentre il 3 aprile del 1915, a Cuba, il campione mondiale dei massimi Jesse WILARD stende dopo ventisei riprese (!) JACK JOHNSON, il primo pugile di colore che nel 1908 si fregiò del titolo mondiale; perse il titolo e su di lui si abbatteranno guai economici e anche una condanna per motivi razziali: finirà in prigione sotto I'accusa di aver rapito una donna bianca.

SCI OLIMPICI 

 Passata la prima Grande Guerra che aveva fermato l'attività sportiva, si riprende con i Giochi di Anversa (1920). L'Italia é uscita distrutta dalla guerra, nonostante la vittoria finale coronata dalla presa di Trento e Trieste. Il governo Nitti in difficoltà é restio a finanziare la rappresentativa azzurra alle Olimpiadi. Interviene allora COSTANTE GIRARDENGO, già affermato campione della bicicletta: prende carta e penna e scrive al Presidente del Consiglio una lettera semplice che comincia così: "L'Italia non deve disertare le Olimpiadi, una adunata mondiale che offre al governo italiano l'occasione per iniziare la più sana politica: il miglioramento del materiale uomo". 

Nitti in persona gli risponde promettendo un impegno consistente: parte così l'iniziativa del governo che lancia una sottoscrizione che consente la partecipazione degli atleti azzurri ai Giochi di Anversa. Qui si rivela il talento di UGO FRIGERIO, 19 anni, un tipografo, che va a vincere due medaglie oro nei 3 e nei 10 km. 
(
UGO FRIGERIO, detto "il fanciullo di Anversa" - vinse due medaglie d'oro ad Anversa; fece poi il bis alle Olimpiadi di Parigi nel 1924. Mentre a quelle di Los Angeles del 1932, a 32 anni, la medaglia fu solo di Bronzo sui 50 km. La specialità - la marcia - è sempre stata considerata umile, ma allora la possibilità di partecipare alle Olimpiadi al giovanissimo Ugo Frigerio fu possibile grazie alla colletta di amici e parenti: i suoi record sono ancora oggi sul "Guinnes dei primati"). 

Negli anni successivi OTTAVIO BOTTECCHIA trionfa due volte al Tour, nel '24 e nel '25, mentre ENZO FERRARI, divenuto il Drake di Maranello, fondatore della Casa dei Cavallino, vince la Coppa Acerbo al volante di un'Alfa Romeo. 

Anno storico il 1924 perché costituisce l'atto di nascita dei Giochi Invernali, prima edizione a Chamonix in Francia: in lizza per quella prima edizione dei Giochi bianchi 294 atleti in rappresentanza di 16 paesi. Nel salto dal trampolino si impone il norvegese Thams e un suo connazionale domina nella 50 km di fondo e nella combinata.

Intanto ai Giochi di Parigi si consacreranno il finlandese PAAVO NURMI, che migliora per cinque volte il record mondiale dei 10.000 e conquista cinque ori (1.500, 5.000, cross, 3.000 a squadre) e l'americano JOHNNY WEISSMULLER che strabilia il mondo con tre ori nel nuoto (100, 400 e staffetta 4x200). Poi il re dei nuotatori diventerà il celeberrimo TARZAN del cinema. 

I primi grandi campioni di tennis sono LENGLEN e TILDEN. La Lenglen a soli 14 anni conquista gli Internazionali di Parigi e domina sull'erba di Wimbledon vincendo qui altre cinque volte. La Lenglen, bambina prodigio del tennis, resta imbattuta dal 1919 al 1926: é stata la prima donna a eseguire lo smash portando la racchetta sopra la testa.

BINDA & GUERRA 

E' un periodo leggendario quello che va dal 1925 al 1933, non solo in Italia ma in tutto il mondo dello sport. Si susseguono i grandi personaggi in tutte le discipline. Nasce la MILLE MIGLIA ed é subito leggenda con le sfide fra TAZIO NUVOLARI e ACHILLE VARZI. Ma sulle strade d'Italia e d'Europa il tifo impazza per gli eroi del ciclismo. ATTILIO PAVESI si consacra campione su strada alle Olimpiadi di Los Angeles (1932) che portano alla ribalta anche ROMEO NERI, due ori nella ginnastica. Ma sono soprattutto ALFREDO BINDA (vincitore di cinque Giri) e LEARCO GUERRA, ribattezzato la "locomotiva umana" ad attirare l'interesse delle folle e a scaternarne la passione. Non mancano personaggi che passano alla storia per episodi clamorosi. E' il caso di LUIGI LUCOTTI da Voghera che, al Tour del '19, sulla salita del Col St. Michel si stacca dal gruppetto dei primi in preda a crampi. Scompare letteralmente. Tutti pensano che si sia ritirato. La verità si scopre comunque più tardi. A Nizza dove Lucotti, al suo debutto nel Tour, arriva secondo, viene sconfessato da un cronista della Gazzetta di quel tempo: "...un gruppo di entusiasti esaltati eludendo la sorveglianza di Carapezzi, che é l'angelo custode dell'italiano, riusciva a portare Lucotti nientemeno che a una festa da ballo, dove si é fatta gran baldoria. Insomma Lucotti il bersagliere, com'era chiamato, resta vittima di una colossale ubriacatura".

Sempre in quel 1919, al risveglio dello sport dopo la Prima Grande Guerra, al Tour il leader della classifica veste per la prima volta la maglia gialla, a Torino debutta il baseball importato da Max Ottino, un autentico pioniere. Si incorona re del galoppo Sir Barton che conquista la prima Triplice vincendo il Kentucky Derby, il Preakness States e il Belmont States. Nel '22 si inaugura l'autodromo di Monza e la prima corsa é vinta da PIETRO BORDINO su una Fiat alla media di 134,010 kmh.

LE PAVESINE - Tra i grandi eventi sportivi va collocata senz'altro la prima trasvolata sull'Atlantico: il 27 maggio 1927 Charles Lindbergh decolla da New York con il suo monomotore "Spirit of Saint Louis" e dopo 33 ore e 30 minuti di volo atterra a Parigi. Un volo che entra subito nella leggenda e Lindbergh diventa un mito: é la prima trasvolata compiuta oltretutto in condizioni proibitive. Quando scende a Parigi-Le Bourget una folla strabocchevole l'accoglie festosamente, portandolo in trionfo.

Ai Giochi di Amsterdam nel 1928 si collocano tra le migliori del mondo nella ginnastica le giovanissime azzurre (età compresa tra gli 11 e i 17 anni) provenienti da Pavia - da qui ribattezzate le pavesine - e allenate dal professor Grevi: si classificheranno seconde dietro le olandesi. Nel 1932 dopo la crisi del Ventinove e il crack di Wall Street, i Giochi si svolgono a Los Angeles e per questo vengono definiti "di Hollywood". Fra gli spettatori spiccano Gary Cooper e Charles Chaplin. Di rilievo la doppietta di Milfred Babe Didrickson negli 80 ostacoli e nel giavellotto, mentre spiccano i 12 ori dell'Italia che vince complessivamente 36 medaglie. I giapponesi dominano nel nuoto: si aggiudicano 5 titoli su 6. Sono anche e soprattutto i Giochi di LUIGI BECCALI, 24 anni, milanese, il quale con un ultimo giro strepitoso conquista l'oro nei 1500: l'anno dopo all'Arena di Milano stabilirà il record dei mondo. Beccali dopo questi successi si trasferirà stabilmente in America, a New York e si dedicherà al commercio di vini.

Nel mondo si impone PRIMO CARNERA, altezza 2,04, 118 kg di peso, il primo italiano a vincere il titolo mondiale dei massimi: il 29 giugno del '33 sul ring del Garden Bowl a Long Island, stende con un potente destro alla sesta ripresa Jack Sharkey, un ex marine di Boston. Una vittoria che frutta al "gigante buono" (venne definito così per la sua generosità) una borsa di quasi 400 milioni. Il gigante di Sequals (un paese del Friuli), divenuto un mito, rappresenta nell'immaginazione popolare superstimolata dalla propaganda del regime fascista la forza e il coraggio dei figli del "fascio", finirà col trascorrere e consumare gli anni ruggenti negli States e per una tragica coincidenza del destino muore proprio il 29 giugno di trentaquattro anni dopo il suo primo titolo iridato. Una folla immensa seguirà i suoi funerali a Sequals.

Nel 1934 la nazionale di calcio guidata da VITTORIO POZZO e caricata dalle note del "Il Piave mormorava..." vince il campionato del mondo a Roma sconfiggendo in finale la Cecoslovacchia per 2-1, dopo i tempi supplementari, con un gol decisivo di Schiavo. Naturalmente dei trionfi azzurri si impossessa il regime di Mussolini per la propaganda del fascismo. Si va imponendo anche la pallacanestro che a quei tempi viene chiamata palla al cesto, essendo proibiti dal regime i termini inglesi o americani. Nel 1935 oltre al quinto scudetto consecutivo della Juventus, il Bel Paese festeggia  "Gepín" GIUSEPPE  OLMO che il 3 ottobre fissa il record dell'ora del ciclismo a 45,090 km. inaugurando sulla pista leggendaria del Vigorelli di Milano una serie fantastica di primati.

IL FULMINE NERO - Non solo nell'Italietta che insegue il miraggio delle mille lire al mese, sull'onda e sulle note di una canzonetta allora in voga, i successi sportivi vengono sfruttati dalia politica del Fascio. Anche in Germania avviene la stessa cosa: Adolf Hitler nel "Mein Kampf" scrive tra l'altro che "...:milioni di corpi allenati allo sport, imbevuti di amor patrio e di spirito offensivo" si sarebbero trasformati in un grande esercito. Un concetto questo che viene sviluppato sul piano politico e razziale da Alfred Baeumler, teorico dello sport nazionalsocialista. L'opportunità per la nuova Germania, che il 15 settembre 1935 emana le leggi antiebraiche di Norimberga e che agli albori della primavera del '36 occupa la zona smilitarizzata della Renania, viene con le Olimpiadi del 1936 assegnate a Berlino. 

Ne nasce un'Olimpiade perfetta, sontuosa, grandiosa, a celebrazione del Terzo Reich. Anche l'Italia del Duce schiera le sue migliori forze. Ma proprio quell'Olimpiade che celebrava il Terzo Reich é entrata nella storia per l' esaltante impresa di un americano di colore, JESSIE OWENS, dominatore nei 100, nei 200 e nel lungo dove stabilisce altrettanti primati del mondo. Il mondo é ai suoi piedi, ma la stampa di regime, in Germania come in Italia, gli dedica poco spazio, perché il dittatore nazista - ricorderà lo stesso Owens - ribattezzato a buon diritto il "fulmine nero" - qualche tempo dopo aveva trasformato i Giochi olimpici in una partita politica". Per la storia Owens é stato il più grande atleta del secolo, forse in parte uguagliato recentemente da Carl Lewis, soprattutto per gli strepitosi risultati ottenuti. 

Attorno al fulmine nero sono stati imbastiti diversi aneddoti, dalla caduta sulle scale che precedette il giorno dei Giochi alla stretta di mano rifiutatagli da Hitler. Sono state tramandate anche delle vere e proprie fandonie a proposito del rifiuto del Führer di dare la mano al campione olimpico. La verità é venuta a galla più tardi: si é difatti saputo che il presidente del Cio aveva chiesto a Hitler di non stringere la mano ai vincitori ma di complimentarsi soltanto brevemente con loro. La leggenda del rifiuto è scaturita dal fatto che Hitler dopo aver premiato due atleti ariani, manco a dirlo, si era allontanato dalla tribuna, lasciando lo stadio Olimpico prima della premiazione di Johnson, un nero americano trionfatore nell'alto. Quale sia stato il vero motivo dell'abbandono di Hitler, il caso resta spiacevole. Come spiacevole è stato il fatto (!) che Owens, al rientro in patria, non sia stato ricevuto, proprio perché nero, nemmeno dal presidente americano Roosevelt. 

Amaro il destino di James Jesse Owens, che per guadagnarsi qualche dollaro dopo i trionfi sportivi é costretto a gareggiare contro cavalli e cani riservando il suo talento alle baracconate per la gioia degli scommettitori statunitensi. Molti anni più tardi Tommie Smith, il leader delle Black Panthers che dominerà alle Olimpiadi in Messico nel '68, aprirà gli occhi al vecchio Owens dicendo: "Jesse ha una mentalità da zio Tom". Le sue parole furono quanto meno ingenerose nei confronti di chi, come Owens, é stato indubbiamente il più grande atleta di tutti i tempi.

Intanto in Italia si celebrano il secondo posto di LAMZI negli 800 e l'oro della nazionale di Vittorio Pozzo nel calcio (gol decisivo di Annibale Frossi nella finale con l'Austria, battuta per 2-1 nei tempi supplementari) oltreché quello di ONDINA VALLA, vittoriosa negli 80 metri ostacoli. 

E' tempo di grandi imprese, come quella degli alpinisti italiani Riccardo CASSIN e Vittorio RATTI che salgono per la prima volta sulla Parete Nord della Cima di Lavaredo (metri 2973), il primo agosto 1935, e anche di grossi rivolgimenti in campo mondiale. Nell'ottobre del '35 Mao Tse tung dà inizio in Cina alla lunga marcia, nel '36 la rivolta di Franco in Spagna con l'avvio della guerra civile, si firma tra Roma e Berlino il cosiddetto Patto d'Acciaio. Tempi bui, commenterà Charlie Chaplin ,"Charlot", che esce con un suo nuovo film "Tempi moderni", una corrosiva satira che attacca lo sfruttamento e gli stressanti ritmi di lavoro ai quali sono condannati gli operai dell'industria. 

Ancora nel `35 si corre la prima edizione del Gran Premio Ippico di Merano, la più prestigiosa corsa riservata ai saltatori. Non solo sport: nel 1937 con il primo campionato di hockey su prato e la comparsa delle tappe delle Dolomiti al Giro, la danese Karen Blixen con il romanzo "La mia Africa" riscuote un enorme successo; nello stesso anno esce "Uomini e topi" di Steinbeck, un libro che racconta il volto miserabile degli Stati Uniti; Pablo Picasso espone il grande quadro "Guernica" nel quale sintetizza gli orrori della guerra di Spagna scatenata dai fascisti del generale Franco per riportare al potere la destra; sugli schermi appare "Biancaneve e i sette nani" che passerà alla storia come il più grande cartoon di Walt Disney. 

Nel 1938 si intravede la vampata della guerra: Hitler invade I'Austria. Ultimi bagliori di sport, anche per l'Italia che per la seconda volta conquista il titolo mondiale nel calcio con la nazionale diretta da Vittorio Pozzo: rispettando i pronostici, nella finale di Parigi, stadio Colombes, l'Italia batte l'Ungheria per 4-2, con i gol di Colaussi (2), Piola, Sarosi. 

Nel ciclismo si afferma GINO BARTALI, che vince il suo primo Giro e due anni dopo trionfa nel Tour. Mentre un cavallo italiano, il leggendario Nearco, conquista Parigi, il fascismo si adegua al nazismo e promulga leggi razziali; nel 1939 la Germania si annette la Cecoslovacchia; il 3 settembre la dichiarazione di guerra da parte di Francia e Inghilterra al Terzo Reich.

TAZIO NUVOLARI stupisce tutti. Quello che Enzo Ferrari definirà il miglior pilota di tutti i tempi si consacra sulla pista del Nurburgring nel 1935 e l'anno seguente sbalordisce l'America dominando la coppa Vanderbild. La leggenda del "mantovano volante" si diffonde e non manca di suscitare entusiasmo. La Mille Miglia é un avvenimento di grande risonanza. Tutto questo, mentre, come accennavamo, si va verso la terribile seconda guerra mondiale che vedrà coinvolta anche l'Italia dal 1940. Anni tremendi, culminati con l'armistizio dell'8 settembre 1943, la repubblica fascista di Salò e la Resistenza fino alla Liberazione del 25 aprile 1945.

di LIONELLO BIANCHI

Si ringrazia per l'articolo  
FRANCO GIANOLA, 
direttore di  STORIA IN NETWORK 

 

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