MONDIALI DI CALCIO - ITALIA 90

LE NOTTI MAGICHE DI
TOTÓ SCHILLACI

di Valerio Di Giorgio

Questa edizione della coppa del mondo non è stata sicuramente tra le più spettacolari ed avvincenti, ma ha lasciato nel cuore degli italiani il ricordo di una grande e bella favola, quella del "picciotto" di Palermo che con i suoi goal portò la nostra compagine quasi alla vittoria finale...purtroppo quasi!

L'Italia parte ovviamente coi favori del pronostico in quanto paese organizzatore, e può contare, sia su un pubblico appassionato che già durante il ritiro nel centro sportivo di Marino (vicino Roma) affolla le quotidiane sedute di allenamento degli azzurri, sia su un organico di qualità, impreziosito da un fuoriclasse come Franco BARESI (il miglior libero di tutti i tempi ndr) che assieme a MALDINI, FERRI e DE AGOSTINI forma una linea difensiva difficile da superare.

Anche la stampa paventa un "cauto ottimismo", sollevando però alcune perplessità sulla bontà dei nostri centrocampisti ed attaccanti: certo i GIANNINI, i DE NAPOLI, i VIALLI ed i CARNEVALE sono validi elementi, ma riusciranno a garantire quell'incisività alla manovra così importante soprattutto nei primi match? Maurizio Mosca, all'epoca giornalista Mediaset, lapidariamente disse "...Quest'Italia è forte ma non ha un gioco..." ed anche il "Mago" Herrera dichiarò: "...l'Italia arriverà lontano ma non vincerà il mondiale" (mai mago fu più profetico! ndr). Intanto per andare avanti dovremo vedercela con Austria, USA e Cecoslovacchia.

Le danze si aprono il 9 giugno a S. Siro tra L'Argentina, campione del mondo in carica, ed i "Leoni Indomabili" del Camerun; lo stadio è tutto a favore degli africani e contro "El pibe de oro" che in quegli anni rivaleggiava in serie A col suo Napoli contro le milanesi. Comparando gli organici non dovrebbe esserci gara visto che l'Argentina oltre a "Dieguito" può contare sulla velocità di CANIGGIA e sulle geometrie di TROGLIO, ed invece il Camerun, sapientemente guidato dal polacco NEPONMIACIJ, subissa gli avversari sul piano fisico-atletico non risparmiando un ruvidissimo trattamento agli assi argentini.
Al 66' OMAN-BIYIK, in mischia, schiaccia di testa in area un innocuo pallone che coglie impreparato PUMPIDO e scivola dolcemente in rete; è il gol che regala la vittoria al Camerun e la prima grande sorpresa di Italia '90.

Il giorno dopo
il Corriere dello Sport titolerà "I leoni sbranano Maradona", compiacendosi, assieme a tutta la stampa italiana, troppo presto, della presunta crisi della truppa allenata da Carlos BILARDO. Sull'altro versante irrompe di prepotenza il calcio africano che da questa edizione in avanti, grazie proprio ai risultati del Camerun, otterrà una rappresentativa in più in ogni edizione della Coppa del Mondo.

Sempre il 9 giugno esordisce la nostra nazionale, all'Olimpico di Roma, contro l'Austria. La serata è umida ed il colpo d'occhio è magnifico: 75.000 cuori palpitano per i nostri atleti, è il sogno di ogni calciatore giocare un mondiale in casa.
I nostri scendono in campo con: ZENGA, BERGOMI, MALDINI, DE AGOSTINI, FERRI, BARESI, DONADONI, DE NAPOLI, VIALLI, GIANNINI, CARNEVALE. L'Italia attacca, costruisce ma non finalizza ed il primo tempo si chiude a reti bianche. Nella ripresa il C.T. Azeglio VICINI inserisce al posto di un inconcludente CARNEVALE il centravanti palermitano della Juventus Totò SCHILLACI, distintosi in Serie A per le sue doti di opportunismo nell'area di rigore.

Mancano oramai 11' alla fine della partita e tutti sconsolatamente pensano allo 0-0, ma Luca VIALLI si invola sulla fascia destra, supera il suo marcatore e scodella in area, il piccolo Totò svetta tra le maglie dei colossi austriaci e con una precisa incornata sotto la traversa batte l'incolpevole LINDERBERGER. E' il delirio, lo stadio esplode e l'Italia scopre il suo piccolo gioiello, arrivato in nazionale col ruolo di comprimario, SCHILLACI sfrutta al meglio l'occasione offertagli, regalando la prima vittoria alla nostra nazionale.

Nei giorni a seguire il tormentone di tutti gli italiani (da sempre un popolo di commissari tecnici) sarà: Vicini deve schierare SCHILLACI dall'inizio in tandem con VIALLI oppure no? Intanto anche le altre big non deludono all'esordio (Brasile-Svezia 2-1; Germania- Jugoslavia 4-1).

Il 14 giugno, nel secondo incontro del girone, contro gli USA, tutti si aspettano una goleada, visto il modesto tasso tecnico della compagine "Stars and Stripes". VICINI insiste con la formazione iniziale della prima gara e quindi, là davanti, conferma VIALLI e CARNEVALE. Nei primi minuti di gara beneficiamo di un penalty che potrebbe dare il via ad una serata ricca di goal; va sul dischetto Luca VIALLI, ancora a digiuno nel torneo, che pur spiazzando il portiere MEOLA (di chiare origini italiane) centra la base del palo alla sua sinistra. All'11' i nostri manovrano abilmente al limite dell'area, velo di VIALLI per GIANNINI che di destro fulmina il portiere con un secco rasoterra. Il "principe" regala così il vantaggio all'Italia segnando nel suo stadio (il giocatore gioca infatti nella Roma n.d.r.).

Verso la fine del primo tempo CARNEVALE esce per SCHILLACI è l'addio ai sogni di gloria del centravanti napoletano che infatti, da quel momento, non giocherà più nell' 11 titolare.
Chiudiamo la gara con uno striminzito 1-0 che tuttavia ci consente di avere, pur senza esaltare, la testa del girone e ZENGA imbattuto.

Intanto, negli altri gironi, l'Argentina raddrizza, dopo la sconfitta iniziale, la situazione (2-0 all'URSS), il Brasile va avanti al piccolo trotto (1-0 al Costarica) e la corazzata tedesca travolge gli Emirati Arabi (5-1); bene anche la Spagna (3-1 alla Sud Corea con tripletta MICHEL).

Arriviamo così all'ultima giornata del girone eliminatorio e l'Italia, con la qualificazione in tasca, affronta un avversario insidioso e di grande tradizione: la Cecoslovacchia. Nel team danubiano si è messo in mostra un centravanti che negli anni a seguire farà la fortuna del Genoa, è Thomas SKURHAVY, atleta prestante e fortissimo nel giuoco aereo.

Il 19 giugno VICINI, a sorpresa, schiera un tandem d'attacco inedito formato da SCHILLACI e BAGGIO, un esperimento, se vogliamo, calcolato, visto che l'Italia per passare al secondo turno può accontertarsi del pareggio. In ogni caso il campo gli darà ragione visto che già al 9' siamo in vantaggio proprio con Totò. L'Italia, rispetto all'uscita precedente, è più convinta e la manovra scorre fluida. Le geometrie dettate da GIANNINI a centrocampo danno la sicurezza necessaria per controllare la gara senza correre eccessivi rischi.
Al 78' Roby BAGGIO parte da metà campo ed in slalom si "beve" tutta la difesa ceka, arriva davanti al portiere e con la freddezza propria dei grandi campioni, lo trafigge con un tiro a mezza altezza che si insacca accanto al palo sinistro. Un gol capolavoro che verrà poi giudicato il più bello dell'intera manifestazione.
Gli azzurri dunque si qualificano per gli ottavi con il primo posto nel girone, che consente di rimanere a giocare a Roma, 4 gol all'attivo e nessuno al passivo.

Negli altri gruppi avanza il sorprendente Camerun guidato dal suo uomo simbolo Roger MILLA, il Brasile, senza però mai incantare, la Germania sempre concreta e pragmatica e l'Argentina che, dopo il capitombolo iniziale, ha in MARADONA il suo trascinatore.

il 23 giugno cominciano gli ottavi di finale e quindi le partite "vere" nelle quali chi sbaglia è fuori e, se nel primo incontro la Cecoslovacchia schiaccia il Costarica sotto un pesante 4-1 (sontuoso SKURHAVY che segna una tripletta), nell'altra gara di giornata il Camerun si consacra squadra rivelazione del torneo superando una volitiva Colombia per 2-1 grazie a due reti di MILLA.

Il giorno dopo a Torino va in scena una classicissima del calcio mondiale, Brasile-Argentina, le due squadre si giocano molto più dell'accesso ai quarti, vista la storica rivalità tra i due paesi che rappresentano due vere e proprie "Scuole".
Il Brasile sin'ora non ha mai convinto e per il suo allenatore Sebastiao Barroso LAZARONI, bersagliato da tutta la stampa nazionale, si tratta della prova del 9. Anche l'Argentina campione in carica ha faticato molto in questa prima fase e BILARDO ha chiesto ai suoi una prova di carattere.
La partita è nervosa, il gioco spezzettato e si pensa più a difendere che attaccare; ma se questa "filosofia" tattica appare giustificabile per l'Argentina che gioca con un MARADONA a mezzo servizio, rappresenta invece un'eresia per i carioca che, storicamente, giocano un football votato all'offesa.

MAURO GALVAO e RICARDO ROCHA riservano delle attenzioni molto particolari a Dieguito che viene regolarmente picchiato appena ha la sfera tra i piedi. All'80' però i centrocampisti verdeoro non fanno filtro a centrocampo e El Pibe lancia, con un perfetto traversone sul filo del fuorigioco, CANIGGIA che entra in area scarta sulla sinistra TAFFAREL ed infila in rete. 1-0, si tratta dell'unico lampo in una partita noiosa, il Brasile incapace di rimontare il passivo, esce così dal mondiale avendo offerto performance molto scadenti.

Nell'altro match i panzer tedeschi schiacciano l'Olanda dei vari KOEMAN, RIJKAARD, GULLIT e VAN BASTEN, anche se il risultato finale (2-1) potrebbe far pensare ad una gara equilibrata; fondamentali si sono rivelati gli inserimenti sulla fascia di BREHME e la perfetta intesa del trio d'attacco: MATTHAUS (vera anima della squadra), KLINSMANN, VOELLER.

Ed il 25 giugno tocca all'Italia che affronta, sempre nella sua tana dell'olimpico, l'Uruguay. La "Celeste" è arrivata agli ottavi per il rotto della cuffia, ma rappresenta comunque un avversario insidioso, i nostri però si dimostrano nettamente superiori e nella ripresa infilano 2 palloni nel sacco: al 65' con il solito Totò, che scaglia un tiro dal limite dell'area col pallone che assumendo una traiettoria imprevedibile, si insacca sotto la traversa, e all'85' con Aldo SERENA, di testa, imbeccato su tiro franco da GIANNINI.
L'Italia è oramai una macchina ben rodata che si è migliorata sempre più nel corso delle partite e poi con uno SCHILLACI così, sognare il mondiale è più che legittimo.

Gli ultimi 2 ottavi si risolvono entrambi ai tempi supplementari e vedono prevalere: nel 1° l'Inghilterra (1-0 sul Belgio con gol di PLATT), nel 2° la Jugoslavia, per merito del talentuoso Dragan STOJKOVIC (giocatore che nel nostro campionato è stato una meteora nel Verona).

Nei quarti cominciò a mettersi in evidenza il portiere argentino GOYGOECHEA. Nel primo incontro per l'accesso alle semifinali, disputatosi nel pomeriggio del 30 giugno, si fronteggiano Jugoslavia ed Argentina; la partita dopo 120' di assoluto equilibrio, si risolve ai calci di rigore quanto proprio Sergi GOYGOECHEA para ben tre tiri e porta così la sua squadra alle semifinali, nonostante l'errore dagli 11 metri di MARADONA.

Nella serata scende in campo l'Italia con un avversario sulla carta abbordabile l'Irlanda, guidata in campo dal suo capitano ALDRIDGE ed in panchina dal leggendario Jackie CHARLTON. VICINI parte sempre con il collaudato tandem offensivo BAGGIO-SCHILLACI anche perchè Luca VIALLI risente ancora dei postumi di un infortunio e gli azzurri al 38' con una tambureggiante azione si portano in vantaggio sempre con Totò SCHILLACI che, di rapina, approfitta della corta respinta del portiere, dopo un tiro dal limite dell'area, e di piatto sinistro appoggia dolcemente in rete.

Per Totò le notti magiche sembrano non finire mai, infatti ogni pallone che tocca in area si trasforma in gol ed anche in questa occasione ha sfoderato le sue grandi doti di rapinatore. La partita è tirata fino al 90' anche perchè gli irlandesi, come nella miglior tradizione anglosassone, non mollano mai fino al triplice fischio, ma riusciamo a condurla in porto senza particolari apprensioni.

Gli ultimi due quarti di finale si giuocano il 1° luglio e mentre nel pomeriggio la Germania supera la coriacea Cecoslovacchia grazie ad un rigore di Lothar MATTHAUS in una partita tutto sommato bruttina, l'incontro serale, disputato al S. Nicola di Bari, è stato forse il pù spettacolare di tutto il mondiale.
Si affrontano Inghilterra e Camerun; i giocatori di Sua maestà annoverano tra le proprie fila, il leggendario portiere SHILTON (il giocatore con più presenza nella storia della nazionale inglese) il terzino sinistro PEARCE, famoso per le sue cannonate su punizione, ed un reparto offensivo di altissimo valore: LINEKER (Capocannoniere Messico '86), WADDLE (un inglese dal tocco quasi brasiliano), PLATT, BEARDSLEY ed il "geniaccio" Gazza GASCOIGNE.

Gli inglesi chiudono il primo tempo in vantaggio per 1-0 grazie alla marcatura di David PLATT (26'); nella ripresa però gli africani, molto forti sul piano fisico, si impadroniscono del centrocampo e grazie ad una costante pressione assestano un micidiale uno due con KUNDE (rigore al 63') ed EKEKE (68'). Il Camerun è ad un passo dalla storica impresa di arrivare alla semifinale di un mondiale, ma gli inglesi, da sempre lottatori indefessi, ci credono e prima riacciuffano il pareggio con LINEKER su rigore (84') e poi chiudono il conto nei supplementari sempre con LINEKER e sempre su rigore.

E siamo finalmente al giorno della verità, il 3 luglio l'Italia affronta al S. Paolo di Napoli l'Argentina, MARADONA nei giorni precedenti non ha esitato ad incitare i "suoi" tifosi napoletani contro gli azzurri e ciò ha reso l'atmosfera pre-partita ancora più incandescente. Il CT VICINI, a sorpresa, preferisce, a fianco dell'inamovibile Totò, il convalescente VIALLI a R. BAGGIO.
L'Italia parte bene, convinta dei propri mezzi e trova subito il vantaggio; al 17' è sempre Totò SCHILLACI che su corta respinta del portiere GOIGOECHEA "strozza" il pallone con lo stinco imprimendogli una traiettoria imprevedibile che ci regala il vantaggio.
Esplode il S. Paolo ma gli azzurri, anzichè approfittare dell'entusiasmo generale e cercare il raddoppio per chiudere la gara sembrano accontentarsi e provano ad amministrare, chiudiamo così il 1° tempo sull'1-0.
Nella ripresa gli azzurri sembrano molli sia nella corsa che nei contrasti e lasciano troppo spesso l'iniziativa agli avversari.
Al 68' su un cross dalla tre quarti ZENGA esce dai pali per agguantare la sfera ma calcola male il tempo e così Claudio CANIGGIA svincolatosi dalla marcatura di FERRI, "spizzica" il pallone quel tanto che basta per superare il portiere...e regalare il pareggio all'Argentina.
Preso il gol gli azzurri si smarriscono e perdono incisività, nemmeno l'ingresso di BAGGIO, al posto di uno spento VIALLI, scuote la nostra compagine e si arriva così alla lotteria dei rigori. DONADONI e SERENA si fanno respingere i tiri, mentre i cecchini argentini bucano impietosamente ZENGA, perdiamo 5-4 non solo una semifinale ma quello che doveva essere il "nostro" mondiale. Il tutto senza mai aver subito una sconfitta.

L'Argentina perderà poi in finale contro la Germania a Roma in una partita equilibrata, ma scadente sul piano del gioco, e risolta da un rigore di BREHME a 7' dal termine.
Gli azzurri chiuderanno al 3° battendo a Bari l'Inghilterra con un perentorio 3-1 che lenisce però solo parzialmente la delusione per l'eliminazione patita a vantaggio di MARADONA.

Testo di Valerio Di Giorgio
(un grazie da parte di Cronologia)
 

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