140 ANNI DI
NASCITE - MATRIMONI - DIVORZI - ABORTI
(dal Libro-Agenda
"FINO AL 2001 E ....RITORNO" di Francomputer-
Copyright -
deposito SIAE) |
||||||
Anno |
Popolaz. It. |
Nati x 1000 |
Nascite media anno |
Aborti media anno |
Matrimoni |
Separazioni- Divorzi |
1861 |
22.300.000 |
36,6 |
946.000 |
non rilevati |
189.000 |
(?) 3.000 circa |
1871 |
27.300.000 |
36,9 |
1.010.000 |
non rilevati |
209.000 |
(?) 3.000 circa |
1881 |
28.900.000 |
37,8 |
1.106.000 |
non rilevati |
231.000 |
(?) 3.000 circa |
1891 |
29.100.000 |
35,0 |
1.098.000. |
non rilevati |
228.000 |
(?) 3.000 circa |
1900 |
32.900.000 |
32,7 |
1.089.000 |
non rilevati |
255.000 |
(?) 3.000 circa |
1910 |
35.800.000 |
27,2 |
971.000 |
non rilevati |
237.000 |
(?) 3.000 circa |
1920 |
38.400.000 |
28.2 |
1.097.000 |
non rilevati |
317.000 |
(?) 3.000 circa |
1930 |
41.600.000 |
24,9 |
1.026.000 |
non rilevati |
276.000 |
(?) 3.600 circa |
1940 |
47.000.000. |
20,9 |
937.000 |
non rilevati |
273.000 |
(?) 3.800 circa |
1950 |
49.000.000 |
18,5 |
860.000 |
non rilevati |
328.000 |
(?) 4.500 circa |
1960 |
52.300.000 |
17,7 |
929.000 |
non rilevati |
397.000 |
(?) 4.800 circa |
1970 |
55.300.000 |
16,3 |
906.000 |
non rilevati |
385.000 |
(?) 5.600 circa |
1971-77 |
55.400.000 |
14,8 |
816.000 |
non rilevati |
404.000 |
19.000 |
1978-80 |
55.800.000 |
11,0 |
644.000 |
203.000 (2) |
305.000 (0) |
26.000 |
1981 |
56.100.000 |
11,0 |
623.000 |
224.000 |
306.000 |
43.500 |
1982 |
56.600.000 |
10,9 |
618.000 |
234.000 |
307.000 |
45.400 |
1983 |
56.700.000 |
10,3 |
600.000 |
231.000 |
303.000 |
43.900 |
1984 |
56.750.000 |
10,2 |
587.000 |
227.000 |
302.000 |
49.300 |
1985 |
56.800.000 |
10,6 |
575.000 |
210.000 |
299.000 |
49.500 |
1986 |
56.800.000 |
10,4 |
561.000 |
197.000 |
310.000 |
52.400 |
1987 |
56.800.000 |
10,3 |
560.000 |
191.000 |
315.000 |
49.000 |
1988 |
56.900.000 |
10,1 |
577.000 |
179.000 |
311.000 |
50.000 |
1989 |
56.900.000 |
10,1 |
557.000 |
171.000 |
312.000 |
50.000 |
1990 |
56.950.000 |
9,6 |
580.000 |
165.000 |
310.000 |
50.000 |
1991 |
57.980.000 |
9,5 |
559.000 |
160.000 |
309.000 |
50.000 |
1992 |
57.000.000 |
9,4 |
575.000 |
155.000 (3) |
303.000 |
50.000 |
1993 |
57.000.000 |
9,3 |
547.000 |
140.000 |
307.000 |
50.000 |
1994 |
57.100.000 |
9,1 |
488.000 |
131.000 |
299.000 |
50.000 |
1995 |
57.200.000 |
8,8 |
488.000 |
130.000 |
266.000 |
52.000 - 27.000 (1) |
1996 |
57.300.000 |
9,9 |
526.000 |
130.000 |
272.000 |
57.000-32.000 |
1997 |
57.550.000 |
10,5 |
540.000 |
131.000 |
270.000 |
60.000-33.000. |
1998 |
57.613.000 |
10,6 |
532.000 |
130.000 |
276.000 |
62.000-33.000 |
1999 |
57.979.000 |
10,7 |
537.000
(21) (*) |
130.000 |
278.000 |
64.000-34.000 |
2000 |
57.679.000 |
10,6 |
543.000
(24) |
132.000 |
277.000 |
71.000.37.000 |
2001 |
56.915.000 |
10,5 |
529.000
(25) |
135.000 |
270.000 |
75.000-40.000 |
2002 |
56.987.000 |
10,4 |
530.400
(26) |
135.000 |
265.000 |
79.000-41.000 |
2003 |
57.130.000 |
10.9 |
531.200
(29) |
134.000 |
264.000 |
81.000-43.000 |
2004 |
57.495.375 |
10,5 |
553.000
(32) |
135.000 |
247.000 |
88.000-45.000 |
2005 |
57.874.000 |
10,5 |
563.000
(39) |
134.000 |
245.000 |
82.000-47.000 |
2006 |
58.064.000 |
10,6 |
560.000
(46) |
133.000 |
245.000 |
80.000-49.000 |
2007 |
58.223.000 |
10,4 |
563.000
(56) |
131.000 |
250.000 |
81.000-50.000 |
2008 |
58.652.000 |
10,3 |
576.000
(72) |
130.000 |
246.000 |
84.000-54.000 |
2009 |
59.000.000 |
10,5 |
569.000
(73) |
130.000 (4) |
230.000
(0) |
86.000-54.000 |
2010 |
59.190.000 |
10,5 |
561.000
(78) |
idem |
idem |
idem |
2011 |
59.364.000 |
10,4 |
546.000
(79) |
id |
id |
id |
2012 |
59.394.000 |
10,5 |
534.000
(80) |
id |
id |
id |
2013 |
60.782.000 |
10,4 |
514.000
(81) |
id |
id |
id |
(*) Nascite
stranieri: In 10 anni l’incidenza dei nati stranieri sul totale
dei nati residenti in Italia è più che triplicata passando
dal 4,0% del 1999
al 12,6% del 2008.
I dati più recenti confermano questa tendenza all’aumento, seppur
con un ritmo più contenuto in percentuale:
sono infatti questi i nati da genitori stranieri
77 mila nel 2009,
78 mila nel 2010,
79 mila nel 2011
80 mila nel 2012
82 mila nel 2013
di conseguenza i nati italiani risultano essere solo 432.000 - meno della metà
degli anni '60
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riguardo alle nazionalità
nel 2013 erano presenti in Italia
Romania 933.000
Albania 464.000
Marocco 426.000
Cina 223.000
Ucraina 191.000
Filippine 139.000
Moldavia 139.000
India 128.000
seguono altri Paesi inferiori ai 100.000
(0) Sono compresi i matrimoni civili e religiosi.
Matrimoni nel 2011. In Italia ci si sposa sempre meno e si preferisce sempre più il rito civile a quello religioso. - Secondo i dati dell'annuario dell'Istat: Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (60,2%) ma nelle regioni del Nord quello civile nel 2011 ha fatto il sorpasso e prevale con il 51,7% rispetto al 48,3% di quello celebrato in chiesa.
Sono sempre di più le coppie che decidono di sposarsi davanti all'ufficiale di stato civile, da 79 mila nel 2010 a 83 mila nel 2011. E' soprattutto nelle regioni meridionali a prevalere un modello di tipo tradizionale, dove la percentuale dei matrimoni celebrati con rito religioso è del 76,3%, contro il 48,3% del Nord e il 50,1% del Centro.(1) Il 1° Dicembre 1970 viene approvata definitivamente la Legge del Divorzio (confermata poi con il referendum del 1974). Le altre cifre citate negli anni precedenti si riferiscono ad annullamenti della Sacra Rota o a scioglimenti per morte presunta.
Mentre le cifre degli ultimi 18 anni (dal 1978 al 1995) sono in difetto perché per varie ragioni (compromessi vari fra coniugi - per alti costi - non punibilità penale dell'adulterio ecc.), alle separazioni e ai divorzi legali si sono diffuse le separazioni di fatto.
(ma attenzione: La separazione di fatto non produce alcun effetto sul piano giuridico, né è sufficiente a far decorrere il termine di tre anni per addivenire al divorzio. Inoltre, sebbene la separazione di fatto non sia sanzionata da alcun provvedimento dell'autorità giudiziaria, l'allontanamento di uno dei due coniugi dall'abitazione familiare o l'instaurazione di relazioni extra-coniugali potrebbero essere motivo di addebito della separazione nel caso di una richiesta di separazione giudiziale da uno dei due coniugi. Infatti su entrambi esiste sempre la minaccia di una denuncia di adulterio, con le conseguenze patrimoniali, tutela dei figli ecc. ecc.
Unico vantaggio sulla separazione di fatto - di due che si erano un giorno amati - è solo quella di una vita serena senza che alberghino sotto lo stesso tetto insofferenze, sgarbi di ogni genere e i tanti rancori.In Italia, le coppie di coniugi che chiedono al tribunale la separazione legale sono tra nove e diecimila ogni anno, ma quelle che si separano di fatto, per conto proprio e senza l’intervento di magistrati, sono circa quarantamila. Il primo dato è controllabile, il secondo è fatto a stima: gli ottimisti dicono oltre trentamila, i pessimisti arrivano a quasi cinquantamila l'anno. Ciò significa che circa quattro milioni di cittadini vivono come dei fuorilegge del matrimonio.
Statisticamente la percentuale dei casi di separazione giudiziale promossi dalle donne al Tribunale si calcola intorno al 70%, ma anche le numerose separazioni consensuali in realtà scaturiscono dalla volontà della donna.
Di contro gli uomini, quasi mai sono gli artefici della domanda giudiziale di separazione, ne promuovono meno ma solo perché sono più preoccupati delle conseguenze personali e patrimoniali. Una causa di questo genere dura anni, e può costare cifre iperboliche. Ma spesso la colpa é solo maschile, perché non dimentichiamo che statisticamente quasi il 90% delle relazioni extra coniugali vengono iniziate proprio dagli uomini, anche se spesso a carattere fisico più che sentimentale. Mentre quest'ultimo per la donna - quando è lei ad avere una relazione - e importante se non di più rispetto il rapporto fisico.
La donna non è interessata, salvo rare eccezioni, ad un rapporto fisico con un soggetto nei cui confronti non provi preventivamente una qualche forma di affetto.
Prova ne sia che se si sente pienamente appagata sentimentalmente e fisicamente dal rapporto stabile con l'uomo che ha sposato, e dal quale si senta protetta e curata, non è per nulla interessata alla ricerca di rapporti fisici con altri partner.
Il DIVORZIO é stato introdotto dell'ordinamento italiano con la legge del primo dicembre 1970 numero 898 modificata dalle legge 1 agosto 1978 e dalla legge 6 marzo 1987 numero 74.
La legge non parla espressamente di divorzio, ma di casi in cui si verifica lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili. Si distinguono, in primo luogo, le ipotesi di matrimonio celebrato con rito civile rispetto a quello celebrato con rito religioso.
"""" rispetto matrimonio civile l'articolo 1 della legge espressamente parla di " scioglimento del matrimonio ", mentre per il matrimonio religioso regolarmente trascritto si parla di " cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione al matrimonio """".
La ragione della differenza è evidente, perché il matrimonio religioso non può essere sciolto dalla giurisdizione italiana che può, invece, intervenire sugli effetti civili. In altre parole mentre il matrimonio religioso come atto è di competenza della sola giurisdizione ecclesiastica, il matrimonio civile inteso come rapporto è di competenza della sola giurisdizione civile.
In tutti e due i casi lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili sono pronunciate dal giudice quando, dopo l'esperimento del tentativo di conciliazione, si accerta che non può essere mantenuta o ricostituita la comunione spirituale e materiale tra i coniugi per i motivi indicati dalla stessa legge dell'articolo 3.(2) Il 29 Giugno 1978 il Senato approva la Legge sull'Aborto, con 160 SI e 148 NO. La Camera l'aveva approvata il 14 Aprile con 306 SI (Pci, Psi, Sinistra Indipendente, PSDI, PRI, PLI) e 275 NO (DC, MSI, Dem Naz, DP, Radicali). Sconosciute le cifre degli altri anni presi in esame che comunque si pensa, quelli clandestini non erano poi molto inferiori a quelli successivamente legalizzati. Negli annali storici degli ospedali la percentuale dei ricoveri per emorragie dovuti agli aborti "casalinghi" o "clandestini", sia prima che dopo la legge, nei primi anni, rimasero quasi identici.
(3) Apparentemente sembra che diminuiscono gli aborti, in effetti le percentuali si mantengono quasi uguali agli anni precedenti. Infatti le interruzioni di gravidanza fanno diminuire le nascite e quindi di conseguenza anche la presenza di femmine nate. Ricordiamoci che la metà delle nascite è composta di feti di sesso femminile che provocano successivamente dopo 15-18 anni la mancanza di fattrici. Negli anni 1940-50 in media nascevano 510.000 donne, mentre negli anni 1985-95 ne sono nate in media solo 255.000. E se queste figlie si comporteranno come le madri, dimezzeranno ancora la cifra in 125.000, e queste a loro volta le seguenti a 63.000; fino all'irreversibile estinzione. (per andare a pari nascite del 1940-1950, nel dopo 2010 ogni donna dovrebbe almeno mettere al mondo 4 figli.
Contrariamente a quanto si pensa il numero di femmine nate sono inferiori a quelle maschili come numero, e inoltre (un retaggio arcaico soprattutto nei paesi rurali) sono pure maggiori gli aborti di sesso femminile. Poi però le donne (così penalizzate da antichi pregiudizi maschili ("in casa una femmina basta e avanza") si rifanno, e campano più degli uomini (6 - 7 anni) e diventano più numerose come numero.
Secondo le stime relative al 2011, la speranza di vita alla nascita migliora sia per gli uomini (79,4) che per le donne (84,5), grazie all'influenza positiva della riduzione dei rischi di morte a tutte le età.(4) Matrimoni nel 2011. In Italia ci si sposa sempre meno e si preferisce sempre più il rito civile a quello religioso. - Secondo i dati dell'annuario dell'Istat: Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (60,2%) ma nelle regioni del Nord quello civile nel 2011 ha fatto il sorpasso e prevale con il 51,7% rispetto al 48,3% di quello celebrato in chiesa.
Sono sempre di più le coppie che decidono di sposarsi davanti all'ufficiale di stato civile, da 79 mila nel 2010 a 83 mila nel 2011. E' soprattutto nelle regioni meridionali a prevalere un modello di tipo tradizionale, dove la percentuale dei matrimoni celebrati con rito religioso è del 76,3%, contro il 48,3% del Nord e il 50,1% del Centronotevole dal 2001 l'incremento sulla popolazione italiana dovuto al flusso straniero
Quanti sono gli stranieri in Italia
anno 2018
Agli stranieri regolari residenti . 5,6 milioni - vanno aggiunti gli stranieri regolari ma non residenti, che hanno cioè un regolare permesso di soggiorno ma non sono iscritti all’anagrafe di nessun comune italiano. Secondo i calcoli del Ventiquattresimo Rapporto sulle Migrazioni 2018 di Fondazione ISMU, si tratta di circa 450 mila persone.
Le stime più attendibili ed aggiornate - 2018 - sono quelle elaborate dalla Fondazione ISMU nel suo già citato Rapporto annuale sulle Migrazioni
Sono quindi 5,6 milioni di stranieri in Italia, di cui 5 milioni di immigrati residenti, 450 mila regolari non residenti e circa 170 mila richiedenti asilo. Se a questo punto aggiungiamo i circa 530 mila irregolari otteniamo un dato di circa 6,1 milioni, il 10,2% della popolazione
(5 maggio 2006)
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