MUSSOLINI - GUERRA ALLA
GRECIA
(UNA FOLLIA)
del 2 nov.1940, un'avanzata che fu una vera catastrofe
"
"SPEZZEREMO
LE RENI ALLA GRECIA"
(vedi
anche l'impietosa analisi fatta da Rommel in una lettera alla moglie)
In Grecia il regime era apertamente ispirato al nazismo (lo dirigeva il dittatore Metaxas), ecco perchè sia Mussolini che Ciano negli incontri o nella corrispondenza, non accennarono mai a Hitler del loro progetto di invadere la Grecia. Il rifiuto era scontato anche se non sapevano proprio nulla dei progetti che Hitler aveva verso Est (invasione della Russia, quindi spalle coperte).
Dopo la conquista della Francia e la rinuncia a invadere l'Inghilterra le armate tedesche erano inoperose. Molti nell'ambiente militare e lo stesso Mussolini pensavano che la prima mossa del Fuhrer sarebbe stata quella di impadronirsi della Iugoslavia. Mussolini nonostante fosse con questo paese non alleato ma in buoni rapporti come territorio neutrale, in luglio e in agosto aveva concentrato (parte effettivamente e parte solo sulla carta) una trentina di divisioni sui confini non certo per difendersi da una Iugoslavia, ma semmai per prepararsi semmai lui ad una invasione. Il progetto non dovette sfuggire a Hitler che (con i suoi segreti propositi a est) intendeva invece ingraziarseli gli slavi, non voleva certo ritrovarsi con un nemico alle spalle, degli "slavi" poi!
A fine settembre forse proprio per un deciso intervento del Fuhrer (di dissuasione o veto, poi a novembre glielo disse chiaro e tondo a conflitto iniziato) gli Stati Maggiori italiani smobilitarono dalle zone venete e mandarono in congedo oltre 600.000 soldati.
(Ma come vedremo più avanti, fu smobilitato perfino l'esercito a sud, al confine albanese-iugoslavo, con una decisione dello stesso Roatta, e proprio alla vigilia della riunione a Palazzo Venezia dove venne poi deciso l'attacco alla Grecia).
Mussolini afferma nella riunione - lo leggeremo più avanti - che l'idea dell'invasione alla Grecia l'aveva maturata addirittura prima dell'entrata in guerra, perfino prima ancora dell'inizio del conflitto (ma di sicuro non ne aveva mai parlato a nessuno, nè politicamente, nè militarmente).
La decisione della guerra alla Grecia, fu quindi presa a livello politico, e forse nemmeno da Mussolini, ma dal genero Ciano come risulta da diverse testimonianze.
(Ma alcuni storici affermano anche su ispirazione inglese. Perchè Ciano non aveva di certo nè le capacità di uno stratega e tanto meno aveva la vista lunga di una strategia dell'uno (gli inglesi) o l'altro schieramento (i greci). Anzi non ne ebbe nemmeno una per l'Italia, e non seppe neppure badare a se stesso).
L'idea - di conquistare una base nel Mediterraneo con la Grecia e le isole - forse poteva essere quella di favorire l'impresa in Africa (che però quando diventò un fallimento, semmai aggravò la situazione e pur con l'occupazione dei tedeschi i fatti dimostrarono che non influì poi di molto questa occupazione - anzi per i malcapitati italiani l'8 settembre del '43 diventò una tragedia- vedi Cefalonia, Lero, ecc).
I motivi più accreditati -non certo militari ma politici- è che Ciano (convincendo il suocero) volesse (con molto astio personale) rivaleggiare con Hitler, dopo l'ininfluente (e maltrattato) contributo dato dall'Italia nella sconfitta della Francia (che invece con tanta retorica propagandistica sulla stampa nazionale il contributo veniva messo in risalto affermando che era stato -anche se indiretto - moralmente decisivo il contributo dell'Italia per la vittoria tedesca in Francia; un po' come nella guerra 1915-18).
L'impresa in Grecia doveva dunque far ritornare all'interno del Paese il prestigio. Ma non ultimo motivo, era quello -in vista di una eventuale pace- di potersi sedere l'Italia al tavolo delle trattative con qualche cosa in mano (e non com'era andata a finire in Francia).
Che sia stata una decisione presa a livello politico e non militare è assodato; basti dire che alla riunione che si svolse per definire il piano d'invasione (pur trattandosi di un paese dove le azioni in mare erano strategicamente molto importanti) non fu chiamato nemmeno un rappresentante della Marina.
Ora pur ammettendo che l'obiettivo Grecia era (più o meno) importante per tutti i motivi detti sopra, non era proprio necessario aprire un vero e proprio conflitto bellico così al buio. Essendo il governo greco da ormai tre anni filo-fascista e filo nazista, un avvicinamento politico sarebbe stato molto più agevole e più redditizio di un conflitto, fatto in quel drammatico modo come fu poi fatto. (Con un inverno angloamericano alla porte! Fu insomma una vera pazzia)
Nell'invasione infatti cosa accadde? che i (supposti) bollori irredentistici non solo non ci furono, ma al (pretestuoso) primo colpo di cannone (sparato con tanta faciloneria dai "generali condottieri" italiani) i greci non rimasero (come previsto) "indifferenti", "gente che non ha voglia di battersi" ma (a parte il numero che si rivelò poi come rapporto di forze non 2 a 1 per l'Italia, ma di 10 a 1 per la Grecia) i greci ritrovarono l'unità nazionale e agli italiani riservarono una brutta "sorpresa": non solo di non farsi travolgere, ma di contrattaccare e respingere con tutte le loro forze il vile attacco.
E che era tale (oltre il pretesto, la faciloneria e senza un serio piano strategico) lo si desume dalla riunione che fu fatta per decidere con tanta superficialità (e cinismo) questa drammatica "avventura".L'ATTACCO ALLA GRECIA
La
riunione ha termine alle ore 12,30. Il presente verbale è stato
approvato dal Duce, a Palazzo Venezia, oggi 16 ottobre 1940-XVIII,
alle ore 14. (Lettere/Documenti Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946) (Poi in Lettere/Documenti - Doc. N. 32, Rizzoli, 10-6-1946) - (Paese Sera, 14 aprile 1946). |
Viene approntato un ultimatum per la Grecia, che il ministro italiano ad Atene Emanuele Grazzi dovrà consegnare alle ore 3 del 28 ottobre contemporaneamente all'inizio dell'offensiva. Nel documento riferendosi alla neutralità della Grecia nei confronti dell’Italia e si intima al governo greco di consentire alle forze italiane di occupare, a garanzia di questa neutralità e per la durata del presente conflitto con l’Inghilterra, alcuni punti strategici in territorio greco. Ma se le truppe italiane dovessero incontrare resistenza, tali resistenze saranno piegate con le armi e il governo greco si assumerebbe la responsabilità delle conseguenze”.
Il 19 ottobre Mussolini informa Hitler delle sue intenzioni. Ma la lettera (ritardandola apposta) gli giunge alla vigilia dell'incontro a Firenze il giorno 28. Quando le operazioni sono già iniziate e Hitler piuttosto infuriato non può far più nulla per impedirle.
28 OTTOBRE 1940 - L'ATTACCO: Alle ore 3, secondo le istruzioni, Grazzi presenta al primo ministro greco Metaxas l’ultimatum italiano. Metaxas lo prende per quello che è, ossia una vera e propria dichiarazione di guerra; perciò d’accordo col re lo respinge e afferma che la Grecia resisterà con tutte le sue forze. All’alba, le truppe italiane dislocate in Albania (complessivamente 105.000 uomini comprendenti un “Gruppo litorale” e le divisioni Siena, Ferrara, Piemonte, Parma, Venezia, Arezzo, la divisione corazzata Centauro e la divisione alpina Julia) “varcano la frontiera greca e penetrano per vari punti in territorio nemico”. Le divisioni Ferrara, Centauro e Siena avanzano lungo il litorale puntando alla conca di Giànnina (Ioannina) superando il fiume Kalamas. Alla loro sinistra la divisione Julia punta sul passo di Metsovo per tagliare i collegamenti dei greci tra l’Epiro e la Macedonia. Piu' a nord, la Parma e la Piemonte si attestano a difesa della conca di Corcia (alb. Korcè). Le condizioni atmosferiche, pessime, favoriscono i difensori.
Alle ore 11, dello stesso giorno, Mussolini e Hitler si incontrano a Firenze, alla stazione di Santa Maria Novella. Hitler ha appreso a Bologna, “dai giornali”, come voleva Mussolini, dell’azione italiana in Grecia.
1-4- Novembre 1940 - Ma dopo pochi giorni (4) le truppe italiane sono già in difficoltà. Il 1° novembre scatta in contrattacco greco; le truppe italiane sono bloccate sul fiume Kalamas. Nessuna avanzata sull'Epiro. La divisione alpina Julia presso il passo di Metsovo viene aggredita da sette divisioni greche, di fianco e a tergo puntando sulla conca di Corcia (Korcè), dove le divisioni Parma e Piemonte, e poi Venezia e Arezzo fatte accorrere dal confine iugoslavo, sono anch'esse travolte. I greci minacciano di aggirare tutto lo schieramento italiano raggiungendo la strada Corcia-Perati. (il Ponte di Perati diventerà famoso per gli Alpini italiani della Julia come il "Ponte della Bandiera Nera" una triste canzone degli Alpini -
"Sul ponte di Perati bandiera nera
L'è il lutto degli alpini che fan la guerra
L'è il lutto degli alpini che fan la guerra
La meglio gioventù che va sotto tera"
Viene ordinato un profondo ripiegamento sulla linea del fronte albanese. Soddu ha capito subito la situazione e sa che con la forte compattezza greca si corre il grave rischio di essere ributtati tutti a mare - e ventila la possibilità di una richiesta di pace, che però da Roma viene sdegnosamente respinta.
Ma per le piogge torrenziali e neve in montagna la situazione sul fronte va peggiorando di ora in ora.
8 Novembre 1940 - Di fronte alla grave situazione, il comando italiano dà l’ordine di ritirata. Ma anche le comunicazioni non funzionano; la Julia viene schiacciata da tre divisioni.
Il giorno dopo arriva l'esonero per il generale Visconti Prasca , il generale Ubaldo Soddu assume il comando del Gruppo di armate di Albania, che raggruppa le divisioni operanti sul fronte greco.
12 Novembre 1940 - La reazione dell'Inghilterra - schierata con la Grecia - non si è fatta attendere; dopo due tentativi su Napoli il 3 il 5 novembre, c'è un massiccio attacco aereo alla base navale di Taranto con pesanti perdite.
Alle Ore 22,40: i siluri di 12 aerei inglesi del tipo Swordfish, decollati dalla portaerei inglese Jllustrious, che naviga a 170 miglia al largo delle coste italiane, nello Ionio, colpiscono nel porto di Taranto le corazzate Cavour e Littorio (quest’ultima, con la gemella Vittorio Veneto, è la più recente della classe e stazza ben 35.000 t).
Ore 23,30: una seconda ondata di 9 Swordfish provenienti come i primi dalla lllustrious sventrano la corazzata Duilio. È un colpo molto duro per la flotta italiana che perde la metà delle sue corazzate.
Altri incrociatori affondano al largo quattro mercantili.
Incursioni di altri aerei su Brindisi, Bari, e ancora Taranto.
Il 19 Novembre 1940, nonostante una annunciata disfatta, Mussolini non demorde e pronuncia alla radio questo orribile discorso, diventato poi incancellabile per le sue ultime 5 parole."Dopo un lungo pazientare abbiamo strappato la maschera a un paese garantito dalla Gran Bretagna, un subdolo nemico: la Grecia. E' un conto che attendeva di essere saldato; una cosa va detta e forse non mancherà di sorprendere taluni inattuali classicisti italiani: i greci odiano l'Italia, come nessun altro popolo. E' un odio che appare a prima vista inspiegabile, ma é generale, profondo, inguaribile in tutte le classi, nelle città, nei villaggi, in in alto, in basso, dovunque.
Su questo odio che si può definire grottesco si é basata la politica greca di questi ultimi anni. Politica di assoluta complicità con la Gran Bretagna; né poteva essere diversamente dato che il re é inglese, la parte politica é inglese, la borsa, nel senso figurato e proprio, é inglese. Questa complicità estrinsecata in molti modi, che a suo tempo saranno irrefutabilmente documentati, era un atto di ostilità continua contro l'Italia. Dalle carte trovate dallo Stato Maggiore germanico in Francia a Vity la Charité risulta che fin da maggio la Grecia aveva offerto ai franchi-inglesi tutte le sue basi aeree e navali. Bisognava abortire questa situazione; é ciò che si é fatto il 28 ottobre quando le nostre truppe hanno varcato il confine greco albanese.
Le aspre montagne dell'Epiro e le loro valli fangose non si prestano a guerre lampo come pretenderebbero gli incorruttibili che praticano la comoda strategia degli spilli sulle carte. Nessun atto, o parola mia i del governo l'ha fatto prevedere. Non credo che valga la pena di smentire tutte le notizie diramate dalla propaganda greca e dai suoi altoparlanti inglesi.
Quella divisione alpina Julia, che avrebbe avuto perdite enormi, che sarebbe fuggita, che sarebbe stata polverizzata dai greci, é stata visitata dal generale Soddu il quale, a visita ultimata, così mi ha telegrafato il 12 novembre: "Recatomi stamane a visitare divisione alpina Julia devo segnalarvi la magnifica impressione riportata da questa superba unità, fiera e salda più che mai nei suoi granitici alpini".
C'é qualcuno fra di voi, o camerati, che ricorda l'inedito discorso di Eboli pronunciato nel luglio del 1935 prima della guerra etiopica? Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus.
Ora, con al stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia".(Questo discorso alla radio lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).
Il 20 Novembre 1940 con una lettera a Mussolini, Hitler (che conosce già molto bene la situazione) critica aspramente la decisione dell'attacco alla Grecia. "Lo stato delle cose così creatosi ha conseguenze psicologiche e militari gravissime a proposito delle quali è importante far luce completa... Le conseguenze psicologiche della situazione sono spiacevoli...."(...) le conseguenze militari di questa situazione sono, Duce, molto gravi....Gli inglesi intensificheranno le loro basi aerea sul Mediterraneo... Non oso pensare nemmeno alle conseguenze che ne deriverebbero (vicini ai pozzi petroliferi Rumeni. Ndr.). (...) Gli inglesi saranno del tutto indifferenti se gli italiani distruggono le città greche per rappresaglia; ma è l'attacco contro città italiane che sarà decisivo...tutte le località costiere italiane saranno minacciate...(...)
Dal punto di vista militare questa situazione è una minaccia e per quanto riguarda la nostra zona petrolifera romena è addirittura paurosa....
Senza la collaborazione della Iugoslavia non c'è da rischiare nei Balcani operazione alcuna.
Bisogna tentare con ogni mezzo di allontanare la Russia dalla sfera balcanica.
In Africa impegnatevi a raggiungere Marsa Matruh per stabilirvi una base aerea per i nostri Stukas e i Ju 88, che dovranno cacciare la flotta britannica da Alessandria.
La questione Mediterraneo deve essere liquidata entro la fine dell'anno.
Una defezione della Francia da parte del Marocco assicurerebbe agli inglesi le zone di partenza che diverrebbero catastrofiche per tutta l'Italia e l'Africa. Mentre con la caduta di Gibilterra si metterebbe tanto di catenaccio al Mediterraneo, da farlo diventare la tomba della flotta inglese. (...)
(Lettere/Documenti Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946) (Poi in Lettere/Documenti - Doc. N. 33, Rizzoli, 10-6-1946)
Il 22 Novembre 1940 - Mussolini risponde ai rimproveri, ricordandogli la lettera (appositamente ritardata) fattagli pervenire il giorno prima dell'incontro a Firenze con l'attacco in Grecia già iniziato. Mussolini in quella lettera gli chiedeva di esprimere un parere sulla sua azione, ma Hitler ovviamente non rispose per iscritto, ma verbalmente in quell'incontro espose (perfino infuriato) la sua disapprovazione.
Con questa nuova lettera, Mussolini quasi gli rimprovera di non avergli dato consigli "che come altre volte avrei attentamente seguito", e cerca di sminuire gli inconveniente che si stanno verificando, elencandogli tre cause:
"1) Al maltempo che imperversa con piogge violenti ha arrestato la marcia delle forze meccanizzate. Una divisione corazzata, ad esempio, è rimasta letteralmente affondata nel fango.
2) Alla defezione quasi totale delle forze albanesi che si sono rivolte contro le nostre unità. Una sola divisione nostra ha ad esempio dovuto disarmare e rinviare nelle retrovie 6000 albanesi.
3) All'atteggiamento della Bulgaria che ha permesso ai greci di ritirare otto divisioni che avevano in Tracia, e che sono venute a rafforzare quelle che già si trovavano a noi opposte.
Ma tutto ciò appartiene al passato e non bisogna lasciarsi formalizzare, sebbene mi renda conto che tali avvenimenti hanno potuto provocare sfavorevoli ripercussioni. Ora l'Italia sta preparando 30 divisioni colle quali potrà annientare la Grecia. Non vi è ragione di preoccupazione per i bombardamenti delle città meridionali che recano pochi danni. (...) Ho avuto anch'io la settimana nera ma ora il peggio è passato. Le condizioni interne dell'Inghilterra, da notizie pervenuteci, sembrano effettivamente gravi né da escludere la possibilità di un collasso. Gradite, Furher, il mio cameratesco saluto. Mussolini".
(Lettere/Documenti Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946) (Poi in Lettere/Documenti - Doc. N. 34, Mussolini a Hitler, Rizzoli, 10-6-1946)3 Dicembre 1940 - Gli italiani in Grecia sono costretti a ripiegare e perdono (con le ostilità dei locali) anche un terzo dell'Albania dove erano già arretrati . Mussolini per evitare la disfatta, ormai impantanato "nel fango", è costretto a chiedere urgenti aiuti a Hitler.
Unica consolazione è che i greci nonostante si battono come leoni, manca a loro i mezzi di locomozione rapidi, mancano autocarri, mezzi corazzati e artiglieria controcarro: e gli "amici" i britannici non sono in grado di fornirli.
A Valona in Albania è sbarcata come rinforzo anche la divisione alpina Tridentina, ma gran parte dei soldati non riescono a individuare le linee e si sbandano. Neve e freddo intenso provocano numerosi casi di congelamento.
4 Dicembre 1940 - Violenta attacco di Farinacci sul suo giornale Regime fascista contro Badoglio, per l'insuccesso delle operazioni militari. Il popolare e pluridecorato maresciallo d'Italia è costretto a dimettersi sostituito dal generale Ugo Cavallero. (Eppure nonostante il suo successivo comportamento, la sua analisi alla riunione non era sbagliata: la guerra in Grecia non era "una passeggiata", e non era il momento di farla. Ma si cercava un capo espiatorio e fu solo Badoglio a pagare; che pagò con la destituzione; e che inizia d'ora in avanti (con i badogliani e i regi) a schierarsi contro Mussolini.
Il 5 Dicembre 1940 - Hitler scrive a Mussolini una lettera che gli viene recapitata personalmente dal Generalfeldmarchall Milch. Gli accenna che sta rivolgendo una preghiera a Franco per farlo decidere ad entrare in guerra al suo fianco per il possesso di Gibilterra estremamente necessaria alla sua impresa africana; (Franco, si è cavato d'impaccio, facendo a Hitler una richiesta di aiuti spropositata)
Inoltre Hitler gli accenna che sta anche adoprandosi per fare entrare nell'Asse la Iugoslavia ("Dobbiamo cattivarcela e non indurla a minacciarci" ); per il non appoggio della Bulgaria dà invece la colpa alla Russia (l'alleata che indirettamente e paradossalmente ha aiutato la Grecia, non impegnandola a est); ed infine per quanto riguarda gli aiuti urgenti in Grecia gli dà notizia che una squadriglia aerea sta partendo diretta alle basi siciliane, in quanto a quella terrestre sarà pronta non prima di marzo; ma gli comunica anche che sarà uno staff di Generali tedeschi a prendere il comando delle operazioni belliche in Grecia e in Africa. "Lo consideriamo come un Comando Speciale che dopo aver assolto il suo compito, vorrei averlo nuovamente a mia disposizione per altro impiego". (ib. Doc. n. 36)
(Iugoslavia e Ungheria e poi successivamente la Grecia si schiereranno con i tedeschi; ma sempre con una fazione di governativi filo-nazisti; in pratica governi fantoccio).
8 Dicembre 1940 - La lettera di Hitler a Mussolini è appena arrivata, quando in Africa si scatena una grande controffensiva inglese che costringe le forze italiane a una rovinosa ritirata.
Partendo dall'Egitto gli inglesi sfondano le linee italiane a Sidi-el-Barrani. Le 7 divisioni del gen. Graziani non riescono a contrastare l’urto delle 2 inglesi (la 4a indiana e la 7a corazzata) che il comandante supremo britannico nel Medio Oriente, gen. Archibald Percival WaveIl, ha mandato al contrattacco. Per le truppe italiane la sorpresa è totale: da quando, il 16 settembre, hanno conquistato Sidi-elBarrani, gli italiani, nonostante la schiacciante superiorità numerica, si sono trincerati nella loro fragile conquista invece di proseguire l’avanzata. L’azione inglese comunque, efficace quanto improvvisa, mette in seria difficoltà tutto lo schieramento italiano: in due ore i britannici aggirano il campo trincerato di Nibeiwa uccidendo tra gli altri il gen. Maletti che lo comanda e che è sorpreso in pigiama dagli attaccanti. In quattro giorni di combattimento cadono in mano inglese Tummar, Maktila, la stessa Sidi-el-Barrani: quattro divisioni italiane vengono distrutte (i prigionieri sono circa 38.000, tra cui 4 generali). I britannici perdono, tra morti, feriti e dispersi, 624 uomini. Gli inglesi hanno inoltre catturato 237 cannoni, 73 tra carri armati medi e leggeri e non meno di 1000 automezzi.
Il 17 Dicembre 1940 cadono in mano inglese anche Sidi Omar e Sollum; a Sidi Omar 1000 soldati italiani sono fatti prigionieri. La situazione delle forze italiane in Africa settentrionale è critica.
A Natale, poi nell'ultimo giorno dell'anno i soldati italiani vivono nell'incubo di essere attaccati a Bardia sul confine tra Libia ed Egitto, che purtroppo assalita il 1° gennaio cadrà il 5. Poi continuando l'offensiva gli inglesi proseguiranno fino a Tobruck dove saranno fatti prigionieri più di 120.000 uomini.
(altro che conquista di Gibilterra e Marsa Matruh !!)
Per Hitler fu un'altra doccia fredda, da gelargli il sangue.
Per Mussolini la disfatta, per gli italiani la fine di tanti sogni e l'inizio di grandi tragedie che proseguiranno purtroppo per altri cinque anni.
Eppure la guerra era appena cominciata!
Purtroppo con tutto quello che abbiamo letto, è cominciata male, molto male e a fine anno si era già al punto di non ritorno. E con Mussolini ormai agli ordini di Hitler.
(vedi anche l'impietosa analisi fatta da Rommel in una lettera alla moglie)
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