HITLER

FASCISMO E NAZISMO


Due Regimi a confronto:

( sotto la tabella con tutto il resto )

Questo testo non vuole essere apologetico, ma solo riferire un clima politico e la cultura del tempo, ciò che veniva pubblicato e quindi ciò che si leggeva. Quindi - senza fare alcun commento - riportiamo fedelmente i testi, non per dare torti o ragioni, ma per capire. E' dal passato che si costruisce il presente e su questo si costruisce il futuro. Volerlo ignorare, il passato, si rischia di ripetere gli errori contenuti in tanti demagogici "Vangeli" che ogni tanto vengono riscritti da un nuovo "uomo della provvidenza". - Più avanti - così saremo imparziali - troveremo anche gli altri "vangeli" (in originale) quelli di LENIN, quelli di STALIN, quelli di NAPOLEONE di GARIBALDI di GIOLITTI - l' 'ISLAM gli EBREI, le varie RELIGIONI gli STATI UNITI ecc. e


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< QUI LA BIOGRAFIA DI HITLER
E LA NASCITA DEL NAZISMO

 

MA PER CAPIRE BENE IL PERIODO NON
SI PUO' FARE A MENO DI LEGGERE PRIMA, CIO' CHE AVVENNE
AL TERMINE DELLA 1ma GUERRA MONDIALE
LO SCONQUASSO DELL'EUROPA CHE ANCORA OGGI NON E' FINITO
* * * ANNO 1919 - CONFERENZA DI PACE A PARIGI - VINCITORI E VINTI > > > > >

POI VEDI ANCHE ALLA PAGINA CHE SUBITO SEGUIRA' (GLI ESORDI DEL FASCISMO)

LA SCIAGURATA GUERRA
DICHIARATA DALL' ITALIA -
CHI LA VOLLE? MUSSOLINI, GLI ITALIANI o IL RE ? > > > > >

 

MA NON DIMENTICHIAMOCI DI VEDERE
LA COSIDDETTA "LIBERAZIONE" - LA RESISTENZA > > > >


su Mussolini e sul Fascismo
Ma Mussolini fece tutto da solo? ) > >
(in breve: la nascita del fascismo, la guerra, la resistenza, le leggi razziali, l'antifascismo


Il fascismo in Italia (1922-43) ed il nazismo in Germania (1933-45) rappresentano due esperienze storiche, ideologicamente simili, formatesi nel periodo tra le due guerre mondiali. Entrambi sono accomunati dai tratti del
totalitarismo (e così pure era il nascente comunismo sovietico), ovvero del regime politico basato sul partito unico e l’obbedienza incondizionata al suo leader, sul rifiuto delle libertà politiche, sulla repressione contro gli avversari e gli altri “nemici del popolo”; insomma, sulla presenza “totalizzante” dello Stato in ogni aspetto della vita sociale degli individui, gruppi e strutture collettive.

Ci fu la "Libertà di parola negata" come oggi quando sento dire da un Capo di "gioiose" sardine, occupando le piazze, (rivolgendosi agli avversari (che sono il 47% degli italiani) minaccia: "voi non avete il diritto di essere ascoltati !"; "E' giunta l'ora!" - "Siamo il futuro!".
( parola negata!!
é dunque questa la libertà?)

Benito Mussolini ed Adolf Hitler paradossalmente raggiunsero il potere politico con il consenso delle istituzioni e più o meno nel rispetto della legalità, anche se alcuni esercitavano la stessa repressione che facevano i comunisti e i socialisti con scioperi e devastazioni.
I fascisti lo facevano con lo
Squadrismo ed i nazisti con le S.A., squadre d’assalto). Non ci fu quindi un vero e proprio colpo di Stato, né dall’una né dall’altra parte.

 

Sul "fascismo" di Mussolini, dobbiamo qui aprire una parentesi, andando all' anno 1900.
Due anni prima il Generale Bava Beccaris era intervenuto guidando la sua artiglieria nella sanguinosa repressione dei moti di Milano, con i cannoni alzo zero verso la folla. Fu un intervento violento e sanguinoso, causò 80 vittime civile ed un alto numero di feriti. Eppure fu dal Re perfino premiato e nominato senatore del Regno il 16 giugno. A Palazzo Madama non solo lo troveremo aderente alla Destra storica, ma fu poi proprio lui nel '22 - alla Marcia su Roma - a consigliare Vittorio Emanuele III di non agire con una repressione ma di affidare il governo dell'Italia a Benito Mussolini.

Il "Fascio" era già un movimento politico chiave nazionalista dall'Unione Sindacale Milanese, con un periodico settimanale che contestava da sinistra la posizioni di Zanardelli e di Giolitti. Fondatori erano Giacomo Tirale e Luigi Zambini. Un organismo con lo stesso nome "Fascio della democrazia", nacque l'8 agosto 1883 durante i lavori del congresso tenuto a Bologna dai radicali, con la partecipazione di numerosi esponenti socialisti. Ma l'esperienza avrà vita breve perché non riuscirà a raggiungere un indirizzo politico omogeneo. Ricorrente era la violenza. E alcuni finirono anche in galera.
Il movimento era guidato da un comitato formato da Giovanni Bovio, Felice Cavallotti e Andrea Costa. In seguito avvenne una trasformazione dentro i socialisti, nell'estrema sinistra. Il 15 ottobre 1914 quando nascono "Fasci d'azione rivoluzionaria internazionalista" con membri della sinistra avanzata. Ma in forte disaccordo nel dicembre dello stesso anno nascono "Fasci Autonomi" di Benito Mussolini, già direttore del socialista Avanti che però il 29 novembre viene espulso dal Partito Socialista Italiano, perché diventato un interventista. Terminata la guerra andò a fondare nel 1919 "I fasci di combattimento". (che riportiamo in altre pagine) -
un movimento volendo lui interpretare la rivoluzione e l'ordine giocando la carta del nazionalismo, nelle inquietudini degli ex 5 milioni di combattenti, nelle frustrazioni della piccola borghesia, nelle spinte protestatarie che covavano anche in seno alla classe operaia pur essendo questa la maggior parte di sinistra, stanca di certi demagoghi.

I "concorrenti" ed ax amici socialisti iniziarono a chiamarsi "antifascisti". Ma di fatto "fascisti" erano stati e "fascisti" (nelle loro azioni) rimasero, soprattutto quando ci furono le violente (ma fallimentari) "Settimane Rosse". (il "Fascismo Rosso?" Mussolini disse rigurado alle purghe di Stalin "finalmente è diventato un fascista").
I tempi erano dunque maturi per una svolta radicale, maturi per quel fenomeno politico anche questa alimentato dalla violenza (non solo in forma potenziale- ma uguale a quella dell'antico "Fascio operaio", che ripetiamo era una violenza "socialista" simile a quella dell' '83).

Era pur sempre una lotta di classe, ma questa volta - nel dopoguerra - vi era il malcontento generale di 5 milioni di ex militari ed ex operai a spasso; in casa un milione fra mutilati e feriti con le piaghe ancora aperte nella carne e nella mente; e con loro vi era anche la paura dei "Padroni" che temevano una rivoluzione come quella russa. Questi ultimi prima ancora degli scioperi, coalizzatisi, iniziarono a fare le "serrate" a tempo indeterminato. Gli operai a quel punto non avevano più bisogno di fare scioperi, le fabbriche le chiudevano prima ancora i "Padroni". E questo non era certo approvato non solo da chi voleva fare scioperi ma anche da quelli che non li volevano fare perchè solo con gli stipendi si mangiava. E la storiella che in Russia c'era il "Sole dell'avvenir", e si distribuiva latte e miele iniziò a non crederci più nessuno. Le prime brutte notizie già giungevano dalla Russia (e Mussolini ne era perfettamente al corrente) dove Lenin stava avendo le prime difficoltà nel gestire quella imprenditoria zarista che era stata mandata casa con la Rivoluzione. La dovette in fretta richiamare ai sui posti di comando. Ma poi venne Stalin, che a imprenditori e al proletariato impose la sua "Dittatura" e lo "Stalinismo" una nuova religione.

Senza voler fare una apologia al fascismo, in Italia si evitò questa dittatura ( che con Stalin sarebbe sicuramente arrivata). E se in Italia non abbiamo avuto questa dittatura bolscevica è perché nasce il fascismo. Quando nasce, l’Italia è in pieno biennio rosso. Un periodo che lo storico Emilio Gentile, non certo tenero con i fascismi, ha descritto mettendo in evidenza cosa stava avvenendo in Italia: “un’ondata di conflitti di classe senza precedenti nella storia del paese, condotti in gran parte dal partito socialista massimalista all’insegna di una imminente rivoluzione per instaurare anche in Italia, con la violenza, la dittatura del proletariato, come annunciava il nuovo statuto che il Partito socialista aveva adottato nel 1919”.

In quell’anno, quando i fascisti erano quattro gatti, i socialisti avevano quasi tremila comuni amministrati, più di 150 deputati, leghe, cooperative, giornali a grandissima tiratura che inneggiavano perennemente alla violenza di classe. Il tutto con l’obiettivo dichiarato e del tutto palese, quindi storicamente incontestabile, di “fare come in Russia”.

E se l’Italia non ha conosciuto i gulag staliniani, le fucilazioni di massa staliniane, il manicomio per i dissidenti staliniani, la miseria e le carestie staliniana, non è stato per la maggiore bontà dei comunisti nostrani rispetto a quelli di altre nazioni, ma solo perché i fascisti hanno politicamente e militarmente impedito che questo scempio avvenisse.
Se oggi il comunismo, da noi, appare come una simpatica ideologia di taglio umanitario è solo perché la sua rivoluzione l’ha persa in quel 1919. E quella che poi doveva avvenire nel '45 con la Direttiva di Longo, fu stroncata sul nascere dagli angloamericani, sciogliendo le bande dei partigiani e la consegna delle loro armi. Togliatti (o rinsavito e per oppotunismo) rientrato in Italia si era gia messo a disposizione del Re e Badoglio, fino ad entrare nel Governo del democristiano De Gasperi, come Ministro degli Interni. Ma che durò poco, ebbe però il tempo di fare un amnistia per tutti, fascisti e partigiani comunisti che si erano macchiati di violenze e di delitti. (solo perché gli angloamericani non avevano voluto sporcarsi le mani come a Norimberga).

Torniamo al 1926. I comunisti Bordiga e Gramsci furono arrestati e inviati al confino a Ustica. Il restante partito comunista italiano, venne soppresso dal regime fascista il 5 novembre 1926. C'era rimasto Togliatti ma lui se ne andò in Russia. Ma con il Patto Molotov-Ribbentrop del 1939 fu costretto a malavoglia ad approvare il patto fra sovietici e nazisti e i comunisti. Poi paradossalmente, nel '40 con lui a Parigi, con l'entrata in Francia dei nazisti, fu arrestato mentre i suoi "compagni" francesi applaudivano Hitler ai Champs-Élysées. Altrettanto fecero i suoi "compagni" in Italia che deridevano per la sua neutralità Mussolini: "hai visto come si fa, tu non hai capito niente". (L'invasione nazista della Russia per i comunisti francesi e italiani fu poi un duro colpo. A combattere i russi ci dovettero andare anche i comunisti italiani richiamati alle armi.

La svolta mussoliniana fu dunque netta, antirivoluzionaria, un distacco ben definito dal socialismo tradizionale.
Il socialismo era già morto come dottrina: esisteva solo come rancore e voleva solo una cosa la rappresaglia contro coloro che avevano voluto la guerra (bollandoli "bei fessi che siete stati a parteciparvi, visti poi i risultati e l'umiliazione che avete ricevuta a Parigi").
A quel punto Mussolini tagliò di netto i legami con la sinistra rivoluzionare. Lui svolta risolutamente a destra, e attacca il suo ex socialismo. Chiede ed esige (questa è la grande svolta!) ai lavoratori, gli stessi sacrifici che lui sta chiedendo agli industriali, in nome della nazione.
"Se per gli interessi nazionali bisogna lottare contro il socialismo e se occorre sostenere i proprietari terrieri e i produttori per non causare lo sfascio della società in una rivoluzione o in una guerra civile, allora il fascismo si schiererà anche con la borghesia". Parole molto gradite a quest'ultima.

Ma anche durante e dopo San Sepolcro, alcuni fanatici (ex socialisti ora fascisti) volevano guidare loro la "svolta"- A quel punto Mussolini prese le distanze da questi (detti "terribilisti"), uscì dai Fasci Milanesi e a Roma il 9 novembre 1921 diede vita al suo Partito Nazionale Fascista. PNF.
Qui ricordiamo che anche D'annunzio, voleva scalzare Mussolini, fare lui il "Duce". Lui si riteneva un precursore, fino al punto che voleva fare lui "La Marcia su Roma". Ma (zittito con le buone e le cattive), politicamente finito, dovette poi ritirarsi a Gardone dedicandosi più solo al suo "Vittoriale".

Ma i "terribilisti" tornereanno ancora alla ribalta, nel dopo "Delitto Matteotti", come Farinacci, il ras di Cremona, che avrebbe pure lui voluto scalzare Mussolini (definito da De Felice capo della "bestiale violenza del fascismo toscano"). Mussolini ne chiese le dimissioni e con lui espulse pure dal partito migliaia fra gli iscritti più "intransigenti" e "terribilisti".

Qui dobbiamo fare ancora un passo indietro di qualche anno.
Il 31 marzo 1900 il "generale" Pelloux presidente del Consiglio, alla Camera fra ostruzionismo e incidenti (fu chiusa perfino per 6 giorni) presentò il suo decreto del 22 giugno 1899 per convertirlo in legge. Ci fu costernazione e indignazione nelle file della sinistra e dell'estrema sinistra. Qualcuno sulla Stampa scrisse " E' stato uno spettacolo quello offertoci dagli onorevoli, che desta nausea e fa pietà ad un tempo". " il "generale" Pelloux militarmente testardo e prepotente, cerca di sopprimere le libertà politiche e s'è ficcato nella sua testa di rapa l'idea di spazzar via le libertà parlamentari".
"Si vuole l'abdicazione del Parlamento; confinare i suoi diritti, i suoi poteri, le sue prerogative, la sua dignità, la libertà di discussione nel fodero della sciabola del generale Pelloux, che condurrà inevitabilmente allo strozzamento di ogni libera esplicazione della volontà sovrana del popolo".

I "provvedimenti politici" (dopo la repressione di Bava Beccaris a Milano) erano tutti sull'ordine pubblico e alcune misure erano liberticide ed antistatutarie emanate da un decreto di Re Umberto. (Questo pochi giorni prima del suo assassinio). Severe norme relative alla pubblica sicurezza, nessuna libertà di discussione alla Camera e soprattutto provvedimenti restrittivi alla stampa. Andrea Costa fu arrestato in quei giorni e incarcerato proprio per un reato di stampa.
Poi il 29 Luglio 1900 ci fu l'assassinio di Re Umberto I.
L'uccisione di Umberto richiamò bruscamente e tragicamente gli italiani al senso della loro responsabilità e dei loro interessi"."E anche il nuovo giovane Re Vittorio Emanuele III, fu di questo avviso. Invece della sterzata a destra, scelse la via di sinistra, in un momento in cui, di fatto se non di diritto, la sua opinione aveva valore decisivo. E ovvio che la sinistra in breve tempo rialzò la testa; con i suoi violenti interventi detti "fascisti" contro i "padroni". Questo anche quando apparve Mussolini che era anche lui di sinistra nei socialisti, e che interveniva brutalmente negli scioperi alla "fascista", andando perfino in galera.
Dunque in quel 29 Luglio 1900 non ci fu repressione, né eserciti nelle strade, non accadde nulla. Poi dicono che la "piazza" non fa la politica! Semmai sono i politici che non fanno la piazza.
("Il popolo se vuole fa quello che vuole" questa è una frase proprio di Vittorio Emanuele III, in un altro fatidico giorno: 25 luglio1943. Quando, la politica di venti anni si squagliò come neve al sole. Quando milioni di italiani più nessuno era fascista! "Ma anche i miei 150 mila fedelissimi della guardia nazionale?" chiese con sgomento il giorno dopo il Duce agli arresti; "Si anche quelli! e molti gerarchi si sono messi già a disposizione del Re e di Badoglio" fu la risposta. Perfino il "Comunista" Togliatti (come già detto) rientrato dalla Russia si era poi messo a disposizione del RE e di Badoglio. Ricevendo poi al primo Governo De Gasperi anche la nomina a ministro degli interni - dove varò l'amnistia per tutti coloro che si eranio macchiati di violenze e gratuiti delitti).

Le prime elezioni politiche del dopoguerra si tennero proprio in quell’anno con l’introduzione del sistema proporzionale e del suffragio universale, entrambi voluti dal governo Nitti; le due riforme, anziché apportare stabilità, resero turbolento ed ingovernabile l’intero sistema politico poiché favorirono i nuovi partiti, cosiddetti “di massa”, quali il Partito Socialista ma anche quello Popolare di Don Luigi Sturzo, due movimenti in contrapposizione che finirono per lacerarsi pure loro e distruggere il vecchio Stato liberale di stampo “giolittiano”.

Ma perchè erano nati i "Fasci di Combattimento" e poi il "Fascismo"?

Alla fine della Prima Guerra Mondiale, per la Conferenza di Pace a Parigi.....dei vinti e dei vincitori,
WOODROW WILSON, 62enne Presidente degli USA, era sbarcato in Europa il 13 dicembre dopo aver fatto un giro trionfale nei Paesi Alleati, Italia compresa per la Vittoria conquistata. Un trionfo che durò poco.
Fu proprio LUI a Parigi a non ascoltare la delegazione italiana (e ad ignorare il famoso "Patto di Londra" > vedi > > (le spartizioni) di Sonnino, "io a quella firma non c'ero quindi non conta niente" disse Wilson);
L'Italia si sentiva tradita degli esiti della sua guerra vittoriosa negata alla Conferenza, che provocò perfino l'abbandono della stessa delegazione italiana. L'impulso al diverbio lo aveva dato proprio Wilson, vero "dominus" "abusivo" del connesso e della spartizione postbellica. E si dice pure che con il suo intervento pose le premesse per la "colonizzazione americana dell'Europa".(e anche - per le imposizioni capestro - le premesse (lo disse un suo generale) di una futura guerra che avrebbe prima o poi scatenato la Germania).

Qui allora non dobbiamo dimenticare che il successivo 23 marzo 1919, Mussolini, alla sua prima riunione in piazza San Sepolcro, nel formare i "fasci" il suo intento era di creare un moto rivoluzionario ispirato sulla difesa dell'Italia, dei suoi morti, e soprattutto davanti a quel disfacimento in atto nel tradimento di Parigi. (Non per nulla fu chiamata la "Vittoria Mutilata").
Ma anche per evitare che ricomparisse la società statalista, classista, capitalista, quella che aveva portato alla guerra, guadagnandoci le lucrose commesse. Fiat e Ansaldo i 4000 dipendenti che avevano prima della guerra erano nei 4 anni di belligeranza saliti a 40.000
Non per nulla rimproverò a questi ultimi "avete fatto soldi con la guerra, adesso dovete pagare anche voi".

La sinistra invece che andava dicendo ai 5 milioni di reduci "bei fessi che siete stati" guardava alla Russia puntando a una imminente rivoluzione per instaurare anche in Italia con la violenza, la dittatura del proletariato, l’eliminazione delle classi capitalistiche. "Via i padroni!"., "Il bolscevisno è una realtà", "Potere al Popolo",
Proprio il 1° marzo 1919, c'era stata a Milano la prima adunata bolscevica, grandiosa per la larghissima partecipazione di popolo un po disorientato e proprio per questo imbestialito.
Ubriaco o no di leninismo, con veri o falsi apostoli del bolscevismo, il fatto è che ci fu un diffuso ribollire di odio, contro l'impotenza dello Stato, contro il Re, contro la Patria, e contro quella falsa Vittoria. Se fosse scoppiata una guerra civile avrebbe fatto più vittime e più danni della stessa guerra mondiale. Ed é quello che la sinistra sperava (come sperò anche nel '45). Mentre i proprietari terrieri e gli industriali iniziarono a preoccuparsi e a tremare. Ma ad essere infuriati erano anche i 5 milioni di ex soldati. I primi si coalizzarono fondando la "Confindustria" operando con le "serrate" (anticipavano gli scioperi chiudendo le imprese), i secondi (tutti a spasso) avrebbero ripreso volentieri le armi per fare loro una rivoluzione un po' diversa, quella di riprendersi il posto al sole che prima della guerra credevano di avere.

Per mesi Mussolini aveva spiegato le sue ragioni nell'organizzare una rivoluzione piuttosto che parlarne o teorizzarla come invece facevano a sinistra. Bisognava agire!! Ed era stato chiaro ""Bello i soldati uniti al popolo! Bello il collettivismo! Bello la distribuzione delle terre! Male invece (in Russia) i nuovi dittatori statali nelle fabbriche e nelle campagne". "il capitaiismo non è morto né deve morire, ma deve solo collaborare con noi".
Il suo programma era: la valorizzazione della Vittoria; l'esaltazione dei Combattenti, dei Mutilati, dei decorati al valore; la glorificazione dei Caduti; la lotta, anche violenta, contro il dissolvimento dovuto all'impotenza dei Governi inetti; che erano una premessa allo sfacelo, all'anarchia, alla disorganizzazione economica, all'isterilimento produttivo dovuto al dilagare proprio del bolscevismo. Profetizzando Mussolini diceva
"il socialismo é crollato, l'Internazionalismo é caduto, la lotta di classe é una favola, la rivoluzione bolscevica porterà solo a un disastro l'economia russa".

Ovviamente la sinistra reagì, soprattutto quando i socialisti diedero inizio a una serie di scioperi e di violenze, e a loro volta gli industriali questa volta tutti uniti scatenarono le "serrate" fermando le produzioni. Per questi ultimi Mussolini con una tocco geniale decisamente opportunistico, dal suo Popolo d'Italia cancella il sottotitolo "Quotidiano Socialista" e lo sostituisce con "Quotidiano dei combattenti e dei produttori" motivando "il socialismo nel 1914 aveva un senso oggi è anacronistico. Bisogna esaltare i produttori perché da loro dipende la ricostruzione.... e ci sono proletari che comprendono benissimo l'ineluttabilità di questo processo capitalistico....produrre per essere forti e liberi....".
E se - a San Sepolcro - non erano in molti, subito dopo moltissimi (tutti !! ) si affiancarono ai nascenti "Fasci".
Tutti fervidi assertori del Fascismo > i nomi > >

E altrettanto fecero i maggiori giornali italiani (non il Corriere dei Piccoli) che così "entusiasticamente" si espressero:

ALBERTINI direttore del Corriere della Sera:
"Il fascismo ora interpretato é l'aspirazione più intensa di tutti i veri italiani".


La Stampa
di Torino:
"Il governo Mussolini é l'unica strada da percorrere per ridare agli italiani quell'"ordine" che tutti ormai reclamano intensamente".
Entrambi i due fogli non erano quelli del "Corriere dei Piccoli", ma i due più diffusi giornali d'Italia, che leggevano non i bambini, ma i titolari e i rappresentanti del capitalismo italiano.



Dunque Mussolini approfittò di questa crisi istituzionale per imporre le sue idee "rivoluzionarie": nel 1921 - come detto - i fasci si trasformarono in partito di massa, il PARTITO NAZIONALE FASCISTA (P.N.F.) che conseguì un discreto successo nelle elezioni dello stesso anno, entrando nei
“blocchi nazionali”. Quell’anno segnerà l’inizio dell’offensiva fascista contro i “rossi” socialisti . Ma una parte di questi - una riformista, l'altra rivoluzionaria, quest'ultima volendo senza dialoghi la conquista violenta del potere e della dittatura del proletariato contro i "maledetti padroni", nell'ultimo Congresso a Livorno dei Socialisti, si divisero andando a fondare il Partito Comunista. Con delle idee non proprio molto chiare; una parte seguitava a voler rappresentare lo Stato proletario con l'obiettivo della gestione collettiva della produzione e anche l'eliminazione dello Stato politico. Un'altra parte - rimandendo socialista - guardava più a quel Socialismo di destra più democratico e non una oppressione continua al capitalismo.
E uno di questi ultimi socialisti di destra era stato proprio Mussolini, e proprio a lui si riferì Lenin
quando disse che "buttandolo fuori, i socialisti hanno perso un'occasione di fare con lui una vera "rivoluzione".
(ricordiamo che Lenin in Russia fu costretto a richiamare in fretta e furia gli ex dirigenti zaristi per far condurre le fabbriche (quelle poche che c'erano, fra l'altro non legati al profitto del singolo ma allo Zar) che il proletariato analfabeta era convinto - eliminati questi "Maledetti Padroni" - fosse una cosa facile da fare).


A inizio del 1922, sotto il debole governo del giolittiano Facta, le violenze comuniste si estesero, ma anche quelle fasciste nel contrastarle non si fecero attendere imbarazzando le stesse prefetture. Nell'ottobre dello stesso anno scattò il piano della Marcia su Roma: i fascisti incitati da Mussolini puntarono in armi verso la capitale per la conquista del potere. In realtà, come scrive lo studioso Adrian Lyttelton (
“La vittoria fascista” in Storia del mondo contemporaneo, vol. III°), “la marcia su Roma fu un bluff colossale”: la città era difesa da 12.000 uomini dell’esercito che avrebbero facilmente disperso le bande fasciste poco numerose e malamente armate. Ma quando il Presidente del Consiglio Facta propose al Re Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio, egli si rifiutò di farlo.
Uno dei suoi consiglieri fu proprio il Generale Bava Beccaris, che gli suggerì di non non agire con una repressione ma di affidare il governo dell'Italia a Benito Mussolini facilitando le cose ai fascisti. (Ma il vero timore del Re era che il trono sabaudo stava per traballare).

Il 30 ottobre il Re affidò a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo, nonostante “non fosse sorretto ancora da una effettiva maggioranza parlamentare”
(Piero Aimo, “Stato e poteri locali in Italia”, Carocci 1998).
(Ottenne la fiducia alla Camera dei deputati solo il 17 novembre 1922, con 306 favorevoli (!!!!) , 116 contrari e 7 astensioni. Poi il 29 novembre ottenne la piena fiducia al Senato del Regno con 196 voti favorevoli (!!!) e 19 contrari.)

Il primo governo Mussolini, formatosi il 31 ottobre 1922, nacque nel rispetto dello
Statuto Albertino (a parte la "vaga" eversione politica della marcia su Roma) ed ottenne la fiducia del Parlamento. Fu un Gabinetto di coalizione molto ampio, visto che erano rappresentate quasi tutte le forze parlamentari (eccetto comunisti e socialisti), praticamente una sorta di compromesso politico. Il programma del governo Mussolini fu all’inizio di restaurazione; venne adottata una politica estera di prestigio (che avrebbe portato nel 1924 all’annessione della città dalmata di Fiume) ed una politica economica liberista, attuata attraverso la privatizzazione di molte attività - bancarie e industriali - diventate statali, che andarono a eliminare il disavanzo del bilancio pubblico.
(vedi: Produzione, consumi, investimenti e risparmio nel corso del Ventennio > > >


La trasformazione dello Stato liberale in un regime autoritario, quale fu quello fascista, fu molto graduale: il fascismo riuscì ad alterare l’ordinamento costituzionale (ma solo in parte) dello
Statuto Albertino (che non richiedeva complesse procedure per la sua modifica come l’attuale ordinamento repubblicano) e a dar vita ad un sistema statalista, caratterizzato dalla commistione tra strutture del partito ed istituzioni statali (ad esempio la Milizia per la sicurezza nazionale, forza armata di partito, o il Gran Consiglio del Fascismo, formato da Mussolini e gli altri gerarchi fascisti).
La vera svolta totalitaria del regime avvenne tra il ’25 ed il ’26 quando furono emanate le
leggi fascistissime. Esse incidevano sia sul potere esecutivo che su quello legislativo, delineando una forma di governo centrata sulla supremazia del leader del partito fascista, il Duce Mussolini, capo del governo e superiore gerarchico di tutti i ministri. La sua nomina spettava esclusivamente al Re (ricordiamolo sempre), abolendo l’istituto della fiducia parlamentare; inoltre al governo venne concesso il potere di emanare norme giuridiche, svuotando così di reali poteri il Parlamento.

Vennero cancellate le libertà di stampa e di parola, furono aboliti tutti i partiti (tranne ovviamente quello fascista) e lo stesso principio della rappresentanza elettiva: il popolo doveva solamente tracciare un sì od un no su una lista di 1.000 candidati, tutti iscritti al P.N.F. Con la riforma amministrativa del 1926 furono cancellate pure le libertà locali; l’intero potere decisionale venne concentrato nella figura del Podestà nei comuni e del Prefetto nelle province.

Ma anche il nazismo nel '33, arrivò al potere con una “rivoluzione legale ma Hitler si mantenne nell’ambito della legge per un periodo molto più breve rispetto a Mussolini, per seguire un disegno ideologico preordinato e assai più radicale rispetto al fascismo.

Dopo aver fallito il tentativo di rovesciare la
Repubblica di Weimar con un colpo di Stato (il cosiddetto “Putsch della birreria di Monaco, 8 novembre 1923), anche Hitler riuscì ad approfittare di un momento di grave crisi politico-sociale per imporre le sue idee innovative. Gli effetti devastanti della crisi del 1929 colpirono la Germania più duramente che gli altri paesi europei, poiché essa dipendeva maggiormente dai prestiti americani del piano Dawes (destinato ad alleggerire le pesanti riparazioni di guerra stabilite dal Trattato di Versailles); ovviamente poi, al crollo della borsa di Wall Street i prestiti americani cessarono del tutto, gettando nella recessione l’intera economia tedesca. Questa grave crisi non fu solo economica ma anche politico-sociale ed accelerò il processo di trasformazione politica; tutti i ceti sociali, dagli operai agli industriali, erano rimasti delusi dal governo socialdemocratico di Weimar ed appoggiarono le idee che provenivano dal PARTITO NAZ-IONALSOCIAL-ISTA DEI LAVORATORI TEDESCHI (N.S.D.A.P., più in breve partito nazista) guidato da Hitler, vedendo in esso quel cambiamento che avrebbe forse risolto tutti i problemi.

In questa situazione fu facile l’ascesa elettorale di Hitler e del partito nazista; alle elezioni del giugno 1932 esso ottenne la maggioranza relativa al Reichstag ed il
30 gennaio 1933, il vecchio presidente HINDERNBURGH nominò Hitler Cancelliere di un governo di alleanza con il centro-destra (a sua volta guidato dal baron FRANZ VON PAPEN, che ricoprì la carica di vicecancelliere). Iniziò così il Terzo Reich dopo il (Primo) Sacro Romano Impero e il (Secondo) Impero del 1871, e che nelle previsioni di Hitler il suo sarebbe durato per mille anni!

L’incendio del Reichstag (
27 febbraio 1933) diede il pretesto al governo per introdurre una serie di leggi eccezionali che mettevano fuorilegge i comunisti ed annullavano di colpo i diritti fondamentali dei cittadini (mai più ripristinati); in realtà l’incendio fu progettato dagli stessi agitatori fanatici nazisti per addossare la colpa ai comunisti. Si cominciò così a delineare il quadro del regime totalitario: vennero sciolti tutti i partiti ed i sindacati, venne abolita la forma di governo parlamentare e si riorganizzò la pubblica amministrazione su un modello di centralismo autoritario. Come già accaduto nell’esperienza del fascismo, le strutture del partito vennero a sovrapporsi a quelle dello Stato. Le frange più estremiste del partito nonché molti membri delle S.A. (tra cui lo stesso capo, ERNST ROHM), meno disciplinati ed obbedienti ad Hitler, vennero eliminati in un vero e proprio bagno di sangue (la "Notte dei lunghi coltelli", GIUGNO 1934) da parte delle S.S., ovvero la guardia hitleriana guidata da Heynrich Himmler.

Dopo la morte di Hindenburgh, il 2 AGOSTO 1934, Hitler ebbe via libera per concentrare nella sua persona la carica di Cancelliere e quella di Presidente, diventando il capo assoluto dello Stato, il Fuhrer (cioè la “guida”, imitando così il Duce Mussolini). La dittatura totalitaria fu pienamente compiuta e perfezionata con l’introduzione della pena di morte e l’istituzione dei CAMPI DI CONCENTRAMENTO, che dovevano accogliere gli oppositori politici ma anche quella parte della popolazione sgradita al regime, come i zingari, gli omosessuali e soprattutto..... gli ebrei. (questi ultimi solo perché nella repubblica di Weimar si era arricchiti alle spalle dei tedeschi che erano diventati dal '19 in poi dei miserabili. Non vi era un tedesco che non avesse un debito contratto in una banca ebrea. E così anche gli industriali, che prima della sciagurate guerra erano diventati potenti, avevano già dato vita a degli importanti cartelli produttivi. A Weimar con gli aiuti degli USA - soprattutto quelli delle banche ebree - per aiutare gli investimenti commerciali e industriali in Germania, i dollari partivano dall'america, finivano nelle banche ebree tedesche - che facevano i prestiti - poi a spese dei tedeschi ritornavano in america con un 8-10%
in più di interessi (ma sottobanco erano anche maggiori), quando localmente negli states al massimo vi era un 3-4% massimo. Ovvio che i tedeschi consideravano questi prestiti-investimenti una vera e propria usura, quasi un ricatto. Ma non vi era altra scelta se gli industriali volevano risalira la china.

Per questi Ebrei, Hitler (ma non era ancora il "messia") si era perfino adoperato - ed erano gli ebrei a volerlo - per farli ritornare in Palestina. Famoso é il "Patto" "Haavara" che lo testimonia. Coniarono perfino una moneta a ricordo, con la stella ebraica e la svastica.
Scrive Sergio Romano (del C.d.S.) un "patto" che .... «paradossalmente piaceva a entrambe le parti.

( ULTIMAMENTE - Oltre che per la sua linea dura nel conflitto Israele-Striscia di Gaza, NETANYAHU ha attirato dure critiche proprio sull'olocausto. Grande scalpore le sue dichiarazioni del 2015, secondo cui Adolf Hitler non aveva alcuna intenzione di sterminare gli ebrei, voleva solo espellerli da quel sistema economico di cui erano diventati padroni) , ma fu convinto dal Gran Mufti Palestinese di Gerusalemme Amin al-Husseini, zio di Yasser Arafat. Il leader dell'opposizione Isaac Herzog ha accusato Netanyahu di fare il gioco dei negazionisti dell'Olocausto.
L’intervento di Benjamin Netanyahu che ha indignato l’opinione pubblica, come riporta il quotidiano israeliano Haaretz, Netanyahu avrebbe pronunciato nel suo intervento le seguenti parole: «Hitler non voleva sterminare gli ebrei, ma solo espellerli». Ma in un incontro avvenuto nel 1941 a Berlino, il Gran Mufti disse al leader nazista: «Se tu li espelli, verranno tutti in Palestina». Allora, secondo Netanyahu, Hitler gli chiese: «Cosa dovrei fare con loro?». E la risposta di Amin al-Husseini sarebbe stata: «Bruciali!».
L’intervento non è rimasto indifferente e la denuncia mossa dallo Stato di Palestina contro Netanyahu non si è fatta attendere. Lo Stato di Palestina, come riporta anche il giornale italiano La Repubblica, ha accusato l’intervento di Netanyahu come “moralmente indifendibile ed infamatorio” e anche: “Con le sue dichiarazioni Netanyahu ha incolpato i palestinesi dell’Olocausto, assolvendo completamente Adolf Hitler dell’odioso ed inaccettabile genocidio del popolo ebraico”.

((((((( Dopo quanto detto sopra.
Il Patto dell'ebreo Sonnino che fece poi scatenare la sciagurata 1a G.M. durata 5 anni, fu colpa degli ebrei?
E il proclama ebraico del
DAILY EXPRESS che leggeremo più avanti fu quello che scatenò la sciagurata 2a. G.M.?
Ora speriamo che
Netanyahu non scateni anche la 3a G.M. questa volta a causa dell'Iran che intende avere la sua Bomba Atomica. Il Patto di Non Proliferazione Atomico di tutti i Paesi non è stato mai firmato da Israele, è libera di costruirsi la sua Bomba Atomica. E i progetti per impiegarla - sono per il mondo- piuttosto inquietanti .
Forse anche l'Italia, con Fiano promotore, partirà con le sue forze armate e si unirà a combattere per Israele? Netanyahu ha già illustrato il suo suo intervento. 1a parte una eliminazione al 70%; 2a parte al 90%; l'ultima parte, con l'impiego della bomba atomica la distruzione totale dell'Iran ))))))


Non dobbiamo dimenticare il fatto precedente la 2a Guerra Mondiale.

L'ascesa di Hitler (con l'appoggio della precedente potenza economica bancaria e industriale, che voleva nuovamente riprendersi il potere - la Reichsverband - coincise quasi subito con la dichiarazione di guerra contro la Germania da parte dell’ebraismo internazionale. Quindi molto prima che fossero attuate le misure ritorsive, le sanzioni e le leggi razziali contro gli ebrei da parte del governo hitleriano tedesco.

I dirigenti ebraici negli Stati Uniti e in Gran Bretagna proprio all'inizio del '33 determinarono che era necessario lanciare una guerra contro la Germania. Un vero e proprio piano di sterminio con la distruzione dell'intera Germania. Non ancora contro Hitler che nel marzo del '33 - a un mese dal suo insediamento - non era ancora il leader indiscusso della Germania. (Führer, lo diventerà solo il 2 agosto 1934).
Ripetiamo: agli inizi del 1933, Hitler era ancora un nessuno e nemmeno aveva il comando delle ancora inesistenti forze armate. Hitler sì, era una figura popolustica di rilievo (comoda per i grandi poteri della Reichsverband) in un governo di coalizione, ma era ben lontano dall’essere lui stesso il Governo in persona. Questo si sarebbe verificato solo più tardi.

Il 12 Marzo 1933 il Congresso Ebraico Americano annunciò una protesta di massa al Madison Square Gardens per il 24 Marzo. La potente dirigenza ebraica chiese un boicottaggio delle merci tedesche. Nel frattempo, il 23 Marzo, 20.000 ebrei protestarono nella New York’s City Hall, mentre altre proteste furono inscenate fuori dalle linee navali della North German Lloyd e della Hamburg-American Shipping Co.
Boicottaggi economici ebbero luogo contro le merci tedesche in vendita nei negozi di New York City. E ovviamente anche per tutte quelle banche che fino allora avevano fatto investimenti in Germania con i loro lucrosi prestiti
(documenti, libri e la pagina del Daily Express sono nel sito di Mussolini - seconda parte >>>>

Era il 24 marzo del 1933. Hitler non aveva ancora fatto nulla.
Nè aveva ancora i poteri per farlo.
Solo da pochi giorni era salito sui gradini del Reichstag.



Ma anticipiano qualche riga. Questo DAILY EXPRESS del 24 Marzo 1933, scriveva: "gli ebrei hanno lanciato il loro boicottaggio contro la Germania ed il suo governo appena eletto". Il titolo “ Judea Declares War on Germany – Jews of All the World Unite In Action – Boycott of German Goods – Mass Demonstrations in many district “ ("il giudaismo dichiara Guerra alla Germania" – "ebrei di tutto il mondo uniti nell'azione" – "boicottaggio delle merci tedesche" – "dimostrazioni di massa in molti distretti").
L’articolo descriveva una prossima “guerra santa” e continuava implorando i 14 milioni di ebrei di ogni parte del mondo di boicottare le merci tedesche ed intraprendere dimostrazioni di massa contro gli interessi economici tedeschi. Questo proprio dal '33 quando la Reichsverband (messo al potere il caporale populista) stava rilanciando l'intera l'economia e si stavano appena appena riprendendo dalla letale crisi.
E ovviamente questo aveva allarmato la finanza dell'ebraismo internazionale.

Fu questo aggressivo attacco - dichiarato come una "guerra santa"
- a scatenare poi in seguito in Germania, la guerra, le "leggi razziali" e l’ebreicidio nazista ???

Quell'invito iniziale del boiocottaggio, fu seguito anche dal delirante ebraico "vangelo razzistico", nel libro "La Germania deve morire" di Theodore Kaufman (dove auspicava un vero e proprio piano di sterminio e la distruzione dell'intera Germania. (vedi in rete >>>>> (quando ancora nessuno parlava in Germania di arianesimo o della deportazioni di ebrei - ma solo di un concordato "espatrio" come abbiamo visto sorpa con il "Patto Haavara".

Inoltre Kaufman aggiunse altre farneticanti dichiarazioni dell'ebraismo internazionale: come "la Germania bisogna strangolarla economicamente", "castrare tutti tedeschi", "Per il bene dell'Umanità ! ".
Un libro che si dice terrorizzò la
(rinata) Reichsverband, Hitler ed anche tutti i tedeschi !!!

MA ATTENZIONE !! fra l'altro Kaufman scriveva: «Non è una guerra contro Adolf Hitler. E nemmeno è una guerra contro i nazisti. È una guerra di popoli contro popoli, di popoli civili (gli ebrei) che tendono alla luce contro dei barbari incivili che amano le tenebre. È una lotta tra la nazione tedesca e l’umanità. Hitler non è colpevole di questa guerra più di quanto lo fu il Kaiser per la precedente". vedi >>>>>>

Di questi fatti nessuno ne parla. Eppure una certa connessione, cioé causa e effetto esiste.

Ma Kaufman del resto si atteneva fedelmente al Deuteronomio "Tu sei infatti un popolo consacrato al Signore tuo Dio e il Signore ti ha scelto, perché tu fossi il suo popolo privilegiato, fra tutti i popoli che sono sulla terra. (Deuteronomio14,2 - ma anche Deuteronomio 7, 6)

Ma anche in seguito: “I non-ebrei sono nati solo per servire noi. Senza questa funzione, non hanno motivo di essere al mondo – esistono solo per servire il Popolo di Israele” - disse il rabbino Yosef Ovadia (già capo rabbino di Israele) - dichiarazione ancora riportata il 18 ottobre del 2010 dal Jerusalem Post. 2010.
https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/#/discussion/30142/israele-supremo-rabbino-i-non-ebrei-sono-asini-creati-per


Il quotidiano DAILY EXPRESS cominciò a scrivere "A Londra, New York, Parigi e Varsavia, gli uomini d’affari ebrei sono tutti uniti per proseguire la loro crociata: “L’Ebraismo dichiara guerra alla Germania, Ebrei di tutto il mondo unitevi”. “Il popolo israelita del mondo intero dichiara guerra economica e finanziaria alla Germania". e aggiunse "si stanno facendo preparativi a livello mondiale per organizzare delle dimostrazioni di massa, "la vecchia e riunita nazione d’Israele si affianca alle nuove e moderne armi per vincere la sua antica battaglia contro i suoi persecutori".
(del resto era già stato scritto: "nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare " (sempre nel Deuteronomio 20,16).
"Dio ha eletto Israele come suo popolo. Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, ma perché il Signore vi ama” (7,7-8).


Era insomma una guerra dichiarata
. Perfino con le moderne armi !!!

Tutto questo avvenne quando Hitler non aveva ancora fatto nulla. Lui non ne aveva ancora i poteri. Solo da pochi giorni era salito sui gradini del Reichstag. E solo il 2 AGOSTO 1934 divenne Führer e iniziò poi a varare le sue prime leggi "ariane" razziste in risposta..... a quelle ebraiche. Quella che voleva castrare tutti i tedeschi.
Infatti Kaufmann, come abbiamo visto sopra, dichiarava che "non è una guerra contro Hitler, né contro i nazisti".

Più tardi, Stephen S. Wise, presidente del Congresso Ebreo Americano e del Congresso Ebreo Mondiale, disse in un comizio di New York nel giugno 1938: «Non sono un cittadino americano di fede ebrea, sono un Ebreo… Hitler ha ragione in una cosa. Chiama gli Ebrei una razza e noi siamo una razza.»

Queste dichiarazione di guerra che il sionismo fece alla Germania nel marzo 1933 ha avuto poi qualche conseguenza sulla persecuzione che ricevettero poi gli ebrei visti dai nazisti come il “nemico interno”?

MA RAMMENTIAMO ANCHE LA "STRANA" 1ma GUERRA MONDIALE FATTA DALL'ITALIA CONTRO L'AUSTRIA E LA GERMANIA. Già allora qualcuno la voleva distrutta, annientata)
L'Italia allo scoppio della guerra - non rispettando la Triplice Alleanza (che aveva rinnovato il 22 ottobre 1912) era rimasta neutrale per tutto il 1914 - Poi Improvvisamente - mentre Cadorna già stava disponendo le sue forze sul Reno in aiuto dell'Austria e Germania - il 21 marzo 1915 - l'Italia si impegnò con "La Triplice Intesa" con il "Patto di Londra" con la Gran Bretagna, Francia e la Russia, stipulato da Sonnino e il Re all'insaputa del Parlamento.
L'Impero Asburgico se già alla notizia della "Neutralità" del '14 l'aveva considerato un tradimento. Quando l'Italia gli dichiarò guerra, la considerò una "cortellata alla schiena". Il Kaiser ebbe una sfuriata isterica "per quel nano farabutto" che tradiva un'Alleanza che durava da trent'anni.
In Italia non mancarono le polemiche. Nemmeno il Governo era stato informato del Patto di Sonnino. (nelle sue memorie GIOLITTI ne parla infatti con sgomento >>>> )
POLEMICHE ANCHE PER IL FATTO CHE A FAR CAMBIARE ALLEATI E A FARE CON GLI STESSI UN PATTO SEGRETO NON ERA STATO UN POLITICO ITALIANO MA UN POLITICO EBREO-ITALIANO
(con quali mire? Non lo sapremo mai! - Nella Storia d'Italia mancano questi particolari). Sappiamo solo che alla Conferenza di Pace a Parigi, il "Patto" fu considerato da Winson "carta straccia". "Io non l'ho firmato, io non c'ero, quindi...decido solo io le spartizioni !!! - "Io ho vinto la guerra!"
All'italia quella guerra - costata 600.000 morti - detta "Vittoriosa" non servì proprio a nulla. Ottennero un fazzoletto di terra (che gli austriaci volevano già concedere durante la neutralità), e si presero (mentre a Padova si era firmata la resa dell'Austria) l'Alto Adige con una inopportuna invasione, che fece infuriare Wilson a Parigi, che la voleva invece a fine guerra "Autonoma".


Ma queste circostanze vengono raramente citate o descritte dalla Storia corrente.


Conclusioni:
similitudini e differenze dei due totalitarismi

Fascismo e nazismo furono quindi due regimi che ebbero molto in comune. Tratti condivisi da entrambe le ideologie furono: la centralità dello Stato basato sul partito unico, il ripudio del parlamentarismo, l’ordine totalitario, la dittatura del leader del partito ed il suo “fascino” sulle masse che veniva accentuato dalle adunanze oceaniche, le parate, la stampa, la radio, tutte attentamente controllate da appositi organismi o da potenti personaggi come in Germania GOEBBELS, ministro della propaganda del Reich tedesco, e in Italia da alcuni fanatici gerarchi (che volevano e aspiravano loro a fare i "Duci" mettendo perfino in minoranza Mussolini).

Le due dottrine si identificavano nella lotta contro i nemici interni ed esterni al regime: i nazisti bruciavano nelle piazze i libri “decadenti” della modernità e, come i fascisti, esaltavano la forza militare, l’onore e l’obbedienza al leader. Il regime usava additare al popolo un nemico, secondo il meccanismo psicologico del
“capro espiatorio” (Salvatore Lupo, “Fascismo e nazismo” in Storia contemporanea, Donzelli 1997), allo scopo di unire il popolo contro il presunto (ma mica tanto) complotto. Quest’ultimo, per i fascisti era rappresentato dalle potenze democratiche (e dalla Società delle Nazioni) che volevano privare l’Italia del suo “diritto” all’espansione.
Assai più radicale era l’idea di Hitler (che pure si era ispirato a Mussolini) una rivolta verso il complotto ebraico che voleva impedire ai tedeschi di risollevarsi dai debiti e riconquistare lo
“spazio vitale” perso, ma anche per espandersi oltre i confini orientali. Il primo dei quali era Danzica, abitata per lo più da germanici.

La figura dell’ebreo era già centrale nel
Mein Kampf, l’autobiografia hitleriana scritta tra il ’25 ed il ’27, che rappresenta il manifesto dell’ideologia nazista. Secondo questa, l’ebreo veniva visto come un nemico del popolo tedesco perché mirava a difendere la propria identità culturale e portava con sé i germi del bolscevismo, che nell’Europa orientale trovava molti sostenitori ebrei. La figura dell’ebreo serviva inoltre per imporre la mitizzazione del suo opposto, l’ariano-germanico; la razza ariana, secondo quanto Hitler scrisse nel Mein Kampf
, che era destinata a dominare il mondo, a conquistare il suo spazio vitale. E poteva raggiungere questi obiettivi soltanto liberandosi da ogni impurità politica (il socialismo e la democrazia parlamentare) e biologica (appunto gli ebrei, come del resto volevano fare loro). (Salvatore Lupo, op.cit.)

“Nel nostro continente, la cultura e la civiltà sono connesse, in modo indissolubile, con la presenza degli Ari (…) Lo scopo supremo dello Stato nazionale è quello di conservare quei primordiali elementi di razza che, quali donatori di civiltà, creano la bellezza e la dignità di un’umanità superiore. Noi, Ari, in uno Stato possiamo solo raffigurarci l’organismo vivente di una nazione (…) Il Reich tedesco deve, come lo Stato, comprendere tutti i Tedeschi col compito (…) di sollevarli, con lentezza ma in modo sicuro, ad una posizione di predominio (…) Basterebbe impedire per i secoli la capacità e la facoltà di generare nei degenerati di corpo e nei malati di spirito per liberare l’umanità da un immensa sventura e per condurla ad uno stato di sanità oggi quasi inconcepibile. Quando sarà realizzata (…) si avrà una razza che, almeno in principio, avrà eliminato i germi dell’odierna decadenza fisica e morale.” (da “Mein Kampf” di Adolf Hitler).

Con le "LEGGI DI NORIMBERGA del 1935, la persecuzione degli ebrei venne elevata a sistema. Le leggi li privavano della cittadinanza e dei diritti politici e li relegavano ai margini della scala sociale; inoltre vietavano i matrimoni ed i rapporti sessuali tra ebrei e tedeschi, per tutelare la razza tedesca. (ma anche nel "vangelo razzistico" di Kaufman, c'era scritto "La Germania deve morire", "e per tutelare il popolo ebraico i tedeschi bisogna castrarli").
Successivamente, per ovvia rivalsa, prima della loro disfatta, nel corso di 10 anni, i nazisti perseguitarono gli ebrei, li deportarono in massa nei ghetti allestiti in Polonia, nelle città sovietiche occupate, e condotti nei campi di concentramento (“
Lager”) dove
avvenne il loro sterminio, dai vecchi ai bambini (di bambini e giovani donne di 14-18 anni forse meno, perchè i migliaia che oggi scrivono le loro memorie, allora erano appunto bambini o giovani donne).

Per questi aspetti l’ideologia nazista differisce da quella fascista, che fu più moderata e meno repressiva verso gli ebrei.
Le "Leggi razziali fasciste" in Italia furono emanate dal Re con il Regio Decreto 1389 il 5 settembre 1938.
Anche se nel “Manifesto degli intellettuali fascisti” del 1925, redatto dal filosofo Giovanni Gentile, era stato sottoscritto da ben trentatré esponenti della cultura di religione ebraica.

(tutti i documenti storici in proposito >>>> ). Queste leggi razziali escludevano gli ebrei dalle istituzioni, dalle varie professioni, dalle scuole . Ma non c'era mai stata alcuna deportazione, non risulta che un solo ebreo sia mai stato mandato ai forni crematori oltr'alpe.
Il docente dell’Università ebraica di Gerusalemme, George L. Mosse, nel suo libro “Il razzismo in Europa”, a pag. 245 scrive: «Il principale alleato della Germania, l’Italia fascista, sabotò la politica ebraica nazista nei territori sotto il suo controllo. Ovunque, nell’Europa occupata dai nazisti, le ambasciate italiane protessero gli ebrei in grado di chiedere e ottenere la nazionalità italiana".

Solo il 16 ottobre 1943 (quindi dopo l'8 settembre con l' "invasione" (!?) tedesca (ma li avevamo chiamati noi per respingere l'"invasione" americana in Sicilia - poi chiamata "liberazione")- con il Re in fuga e con le leggi razziali da lui lasciate invariate) fu fatto dai nazisti il rastrellamento e poi deportati 1.769 ebrei nel Ghetto di Roma. Il partito fascista era già stato dissolto il 25 luglio e nessuno di quelli che a Roma erano rimasti fascista fu ritenuto abbastanza fidato da Kappler per partecipare all'azione. Anche se poi nella RSI al Nord alcuni "fanatici, fascisti, cattivi e spioni" con delle delazioni contribuirono ai rastrellamenti. Ma delatori erano stati anche alcuni ebrei del Ghetto che consegnavano i loro conoscenti ai nazisti fornendo loro gli indirizzi - dei più facoltosi - che abitavano non nel ghetto ma in città. Una di loro (la bellissima Celeste Di Porto - soprannominata "pantera nera") pur anche lei abitante nel Ghetto era però amante di un nazista e gli indicava i nomi e gli indirizzi di ebrei che si erano nascosti in città - prendendo le 5000 lire come premio - ( la lista Ebraica >>>> ). 20 di loro finirono in carcere dove poi furono prelevati per massacrarli alle Fosse Ardeatine dopo il folle attentato in via Rasella fatto dai "Gruppi di Azione Patriottica" (!!!!) delle brigate Garibaldi.

(Abbiamo detto sopra che
fino allora nessun ebreo era stato mandato dagli italiani ai forni crematori dei campi d'oltr'alpe. Ma del resto nessuno aveva dichiarato guerra all'Italia come invece aveva fatto l'ebraismo internazionale verso la Germania - Ndr. - Anzi come letto sopra "chiesero e ottennero la nazionalità italiana").

Mussolini fin dalla sua salita al potere aveva imposto un ordine di natura autoritaria, tuttavia il fascismo via via mantenne una certa collaborazione con altri attori tradizionali del potere e questo servì, in un certo senso, a mitigare la durezza del regime; Mussolini riconobbe una certa autonomia alla Corona ed alla Chiesa (con la quale aveva firmato nel ’29 i "
Patti Lateranensi", ottenendo in cambio dalla Chiesa (come "'uomo della provvidenza") il suo appoggio) ma anche agli alti funzionari tecnici esterni (una fra i tanti il genialoide e factotum finanziario Beneduce >>>) sia al partito che al sistema corporativistico, che guidavano le cosiddette “amministrazioni parallele”. Infatti, il Duce governò appoggiandosi, più che al partito (che aveva qualche dissidente), a questi alti burocrati di fiducia sia a livello periferico (con i prefetti) che a livello centrale (basti pensare al caso dell’IRI, le Partecipazioni a 250 importanti aziende, alla Banca d’Italia), creando una sorta di burocrazia parallela a quella statalista del partito e delle corporazioni, che si rivelarono validi (ammirati anche all'estero, negli stessi USA, che non avevano ancora risolto i problemi nati nel'29).

Molti aspetti dell’ideologia fascista rimasero anche sulla carta; ad esempio, sindacati come la Confindustria od altri gruppi padronali non furono dissolti nelle corporazioni ma agirono in continuità come nel periodo liberale. Anzi molti industriali, nobili, principi, professionisti, giornalisti, scrittori e militari in breve diventarono i famosi "2000 della Nazione Operante" - Non erano "squadracce" di "giovinastri" o "associazione a delinquere". E furono proprio questi appoggi ("della nazione operante") a far decollare il Fascismo in Italia. - Qui tutti i nomi >>>>>>>> )
Poi vi erano i giovani nati all'inizio del fascismo che avevano poi creato i GUF Gruppo Universitario Fascista per la selezione dei futuri quadri del partito fascista. O dell'antifascismo ??? (perchè poi alcuni diventarono tali).
Questi infatti furono nomi legati alla storia del successivo cosidetto "antifascismo": perché nei GUF "dentro vi era un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato" lo scriverà Giorgio Napolitano uno dei GUF: poi vi erano fra gli studenti Giulio Natta, Pietro Ingrao, Pietro Nenni, Giorgio Bocca, Longo, Pintor, Calamadrei,
Biagi, Bobbio, Buzzati, Guido Carli, Franco Calamandrei, Carlo Cassola, Vittorio de Sica, Massimo Giannini Severo, Mario Mafai, Alberto Lattuada, Alberto Moravia, Aldo Moro, Eugenio Scalfari, Vittorio Valletta, Elio Vittortini, Cesare Zavattini, Renato Guttuso, Vittorio Zincone, Luigi Gui, Edilio Rusconi, Carlo Bo, Alberto Mondadori, Antonio Amendola, Michelangelo Antonioni ecc. ecc. E fra tutti questi perfino Bentivegna (l'attentatore di Via Rasella) e tanti altri che se non sapete chi erano con sorpresa li..... leggerete tutti QUI nella lista >>>>
Ma non solo nell'antifascismo ma anche poi nella Repubblica Sociale troveremo molti di questi studenti artisti, attori, cantanti, musicisti, poeti, scrittori, giornalisti, sportivi...che scelsero
(hanno poi detto loro)
di difendere l'Onore dell'Italia. >>>>i nomi >>>>>

Ricordiamo qui che nelle file fasciste, poi nella RSI
vi erano numerosi personaggi che poi ritroveremo nel dopoguerra
perfino nelle file del PCI.

molti aderirono anche alla RSI >>>>>>>>>>>>>

mentre altri fascisti li troveremo nel dopoguarra nelle file del PCI >>>>>>>>>>>

quando il PCI era fascista >>>>>>>>>>>>>

quando la DC di Zaccagnini era fascista >>>>>>>>>>>



Nel nazismo, invece, Hitler (che non aveva fra l'altro uno scomodo Re) fu solo ed incontrastato ai vertici delle istituzioni, poiché aveva sommato le due cariche di Capo di Stato e Cancelliere; la stessa Chiesa cattolica, che con il Papa Pio XI aveva (vagamente) condannato il razzismo del Reich, fu sottomessa al regime. Il ruolo del partito nazista fu più forte e maggiormente organizzato rispetto a quello italiano; basti pensare ai nomi di GOERING (numero due del partito e braccio destro di Hitler), HEYDRICH (capo dei servizi di sicurezza del Reich) ed i già citati Goebbels ed Himmler, tutti potenti e temuti esponenti del nazismo; o alla gigantesca organizzazione delle SS, una sorta di Stato nello Stato che guidava tutte le polizie naziste ed i vari uffici di comando (tra cui l’RSHA, l’ufficio per la sicurezza del Reich, e la stessa Gestapo, la polizia segreta del regime). Ma che non impedì fra i dissidenti - che volevano una pace con gli Alleati - di tentare il 20 luglio 1944, un colpo di Stato e un attentato per eliminare Hitler. Fallirono e tremenda fu la repressione: 5000 arrestati, 200 passati alle armi.

Mussolini invece era già stato facilmente liquidato
(25 LUGLIO 1943) da un ordine del giorno del Gran Consiglio del Fascismo ed arrestato per ordine del Re (lui in base allo Statuto Albertino lo poteva fare. Ma non lo aveva fatto quando Mussolini dichiarò (ma solo a parole dal balcone) la sciagurata guerra alla Francia, mentre era stato il Re e Ciano a volerla per il rancore che ancora nutrivano verso i francesi per la "Vittoria Mutilata" con quel comportamento irriguardoso tenuto dai francesi a Wersailles, pur avendo l'Italia non di poco contribuito a farli vincere sulla Marna (quando i tedeschi erano quasi alle porte di Parigi) non avendo alle spalle sulle Alpi gli italiani che si erano- nel '14 - considerati neutrali e avevano appunto permesso ai francesi di far affluire all'interno i vari reparti.

Ma poi anche nella guerra in Francia nel '40, alla conferenza per la pace, l'Italia subì un'altra umiliazione per non essere stati da Hitler nemmeno convocati. Lui non aveva dimenticato che erano entrati in guerra (dopo anche qui con una neutralità di un anno) quando lui ormai aveva già vinto. Per rivalòsa fu poi Ciano (un genero che voleva dimostrarsi più bravo di suo suocero, ed aveva
mire incofessabili, voleva lui fare il Duce) a "inventarsi" una guerra alla Grecia, per rivaleggiare con Hitler, e che finì piuttosto male.
(fu poi proprio Ciano- assieme al Re - che appoggiò il 25 luglio la destituzione seguita poi dall'arresto di Mussolini. Chissà cosa lui sperava. Che il Re gli avrebbe affidato il Governo).

A Milano - per l'entrata in guerra contro la Francia - lui aveva perfino parlato con atteggiamenti "mussoliniani" con i gomiti sui fianchi, appoggiandosi al balcone, come suo suocero il Duce!! (scrisse Paolo Monelli: "....col mento proteso, lo sguardo perduto, l'eloquio perentorio, le parole staccate, sillabate, un'atteggiamento compiaciuto a dittatore; mi sembrava che si fosse proposto di fare una crudele caricatura al suo capo. No, era una imitazione inconscia. Lui si sentiva già Capo"). Basterebbe leggere i suoi "Diari". Dove spesso é ondivago.

Dopo la figuraccia in Francia, per rivalsa, si inventò la Guerra in Grecia, all'insaputa di Hitler.
Sarà proprio lui a dire cinicamente nella
riunione - vedi il verbale segreto > QUI > > > "quando volete che avvenga un incidente per entrare in guerra in Grecia?" - "Il 24 ottobre?" - "ebbene il 24 ottobre ci sarà l'incidente !!!".

Ma che poi - per tirarli fuori da una disfatta - Hitler dovette accorrere in loro aiuto, per non avere alle spalle una Grecia in mano agli inglesi, visto che (senza informare Mussolini) lui stava per invadere la Russia. Il ritardo di più di 2 mesi gli fu poi fatale. Giunse quasi alle porte di Mosca solo a dicembre, con la sua poderosa macchina da guerra paralizzata dal gelo di 40-50 gradi sotto zero e con i russi ormai al contrattacco con i siberiani e con i possenti T34. A quel punto (inaspettatamente) ai Russi quasi vincenti si unirono inglesi e americani che poi insieme li inseguirono nella ritirata fino a Berlino.

La comunanza tra l’ideologia espressa nel Mein Kampf, ed i fatti successivi, dimostra quanto più assoluta e feroce fu la dittatura di Hitler rispetto a quella di Mussolini stritolato dalle circostanze a lui tutte avverse; e se si fosse fatto a lui un processo, sarebbe stato un processo contro l'intera nazione. Proprio Giorgio Bocca (non certo fascista anche se firmò il "Manifesto della Razza") ha scritto: "La morte del dittatore era inevitabile e fu accolta con manifestazioni di gioia non soltanto da noi antifascisti. Lasciare a Mussolini la parola in un processo avrebbe significato consentirgli di chiamarci tutti in causa, anche noi partigiani, che eravamo stati fascisti come tutti". (molto onesto!).

Ma anche Hitler per la sua feroce dittatura e il razzismo verso gli ebrei furono motivati dopo quando abbiamo letto sopra?
La promessa degli ebrei di "castrare tutti tedeschi" e "far morire la Germania", fu uno dei motivi suo e di tutti i tedeschi?

Giudichi il lettore. Soprattutto se é bene informato dei fatti come quelli sopra accennati.

GLI INIZI


HITLER - CHI ERA ? - BIOGRAFIA

E LA NASCITA DEL NAZISMO


NAZ-IONALSOCIAL-ISMO ovvero NAZISMO - DA WEIMAR A HITLER
1923 - HITLER E IL SUO PUTSCH DI MONACO
L'IRRIRISTIBILE ASCESA DI HITLER "DOMINERO' IL MONDO"
IL MICROFONO DI HITLER ....GOEBBELS
IL N. 2 COME POTERE: GOERING CHE VISSE DI MORFINA
I MAESTRI DI HITLER DI RAZZISMO E DI ANTISEMITISMO (Wagner, ecc.)
PRIMA MOSSA: INVASIONE DELLA CECOSLOVACCHIA ( LA SUA VOCE )
L'ALLEANZA PARADOSSALE : IL PATTO RIBBENTROP-MOLOTOV (che sconcertò Mussolini )
 
LE LEGGI RAZZIALI IN GERMANIA
 

TABELLA HITLER-NAZISMO .....le VARIE fasi > >

 
LA SCIAGURATA GUERRA
DICHIARATA DALL' ITALIA ALLA FRANCIA
CHI LA VOLLE?
MUSSOLINI, GLI ITALIANI o IL RE ? > > > > >

VEDI Mussolini e il Fascismo
PER CAPIRE ! > > >
(in breve: la nascita del fascismo, la guerra, la resistenza


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